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"L'enigma delle anime perdute nella dimora maledetta"

Capitolo 1: Il mistero

Era una fredda sera d'inverno quando tutti si riunirono nella grande villa in
campagna. Era stata organizzata una cena per celebrare il compleanno di Mary, la
padrona di casa. Tutti i suoi amici più cari erano stati invitati, e il tavolo era
apparecchiato con le migliori porcellane e i bicchieri di cristallo.

Ma la festa prese presto una piega sinistra. Durante il primo piatto, il signor
Thompson fu colto da un malore e cadde a terra, boccheggiando. I presenti si
precipitarono ad aiutarlo, ma era troppo tardi. Il pover'uomo era morto, e nessuno
sapeva come o perché.

Il protagonista della storia, John, era un giovane detective che era stato invitato
alla cena dalla sua vecchia amica Mary. Non appena venne a conoscenza della
tragedia, decise di indagare per scoprire cosa fosse successo.

Tutti i presenti erano sospettati, ma John aveva un vantaggio: soffriva di


schizofrenia, e spesso intratteneva conversazioni con i personaggi immaginari che
vedeva nella sua mente. Uno di questi, un vecchio detective dall'aria astuta, gli
suggeriva spesso idee e indizi su cui lavorare.

John iniziò a interrogare i presenti, cercando di scoprire se qualcuno di loro


avesse un movente per uccidere il signor Thompson. Ma nessuno sembrava avere una
vera e propria ragione per farlo.

Nel frattempo, la tensione nella villa era alle stelle. Tutti si guardavano in
cagnesco, sospettosi l'uno dell'altro. John continuava a girare per la casa,
cercando di raccogliere più informazioni possibili.

Era tardi quando decise di andare a letto, ma non riuscì a prendere sonno.
Continuava a rigirarsi nel letto, chiedendosi chi potesse essere il colpevole. Alla
fine, decise di alzarsi e di fare una passeggiata per schiarirsi le idee.

Mentre camminava per i corridoi della villa, notò qualcosa di strano. C'era una
porta che prima non aveva visto, una porta che dava accesso al sotterraneo. Era
chiusa a chiave, ma John aveva sempre portato con sé un grimaldello per i casi
d'emergenza. Con uno sforzo, riuscì ad aprire la porta e a scendere le scale che
portavano al sotterraneo.

Capitolo 2: Il sotterraneo

Non appena varcò la soglia del sotterraneo, John fu assalito da una sensazione di
terrore. L'aria era umida e fredda, e l'unica luce proveniva da una debole
lampadina appesa al soffitto.

Si guardò intorno, cercando di capire cosa potesse esserci lì sotto. C'erano vecchi
mobili polverosi, scatole di cartone piene di oggetti ingialliti dal tempo e una
vecchia lavatrice arrugginita. Ma c'era qualcos'altro, qualcosa di indefinibile che
gli faceva drizzare i peli sulla nuca.

Fece un passo avanti, e fu in quel momento che notò il quadro appeso alla parete.
Era un ritratto di una donna con i capelli neri e gli occhi verdi, una donna che
John riconobbe subito: era Mary, la padrona di casa.

Era strano vedere il suo ritratto lì, in quel luogo maledetto. John si avvicinò per
guardare meglio, e fu allora che notò qualcosa di ancora più strano. Sotto il
quadro, c'era una scritta: "Non guardare".
John sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Qualcosa di spaventoso stava per
accadere, ne era sicuro. Ma nonostante il timore, non riuscì a resistere alla
tentazione di guardare oltre il quadro.

E fu così che scoprì la verità. dietro il ritratto, c'era una piccola apertura, e
attraverso di essa si scorgeva una stanza segreta. Era buia, ma John riuscì a
distinguere un tavolo e delle sedie, e al centro del tavolo c'era una bottiglia di
vetro piena di un liquido scuro.

John non riusciva a credere ai suoi occhi. Era evidente che qualcuno aveva nascosto
quella stanza, e probabilmente anche la bottiglia, per impedire che venissero
scoperti. Ma chi poteva essere stato, e perché?

Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse della presenza di qualcun
altro nella stanza. Fu solo quando sentì un respiro alle sue spalle che si voltò di
scatto, pronto a difendersi.

Ma non c'era nessuno. Solo il vecchio detective immaginario che gli parlava nella
mente. "Hai scoperto qualcosa di importante, John" disse il detective. "Ma non sei
ancora arrivato alla verità. C'è ancora un altro enigma da risolvere. E forse la
chiave per scoprirlo è proprio quella bottiglia".

John si avvicinò al tavolo e prese la bottiglia. Era pesante, e il liquido


all'interno sembrava pulsare di vita propria. Non sapeva cosa fosse, ma aveva una
strana sensazione che potesse essere importante per risolvere il mistero.

Decise di portare la bottiglia con sé e di continuare le indagini al piano di


sopra. Forse qualcuno dei presenti sapeva qualcosa che poteva aiutarlo a capire
cosa fosse successo veramente.

Capitolo 3: La verità

John si presentò alla cena del giorno dopo con la bottiglia nascosta sotto il
giaccone. Non voleva che nessuno sapesse cosa avesse scoperto nel sotterraneo,
almeno finché non avesse avuto tutti i pezzi del puzzle.

Iniziò a fare domande ai presenti, cercando di scoprire se qualcuno di loro sapesse


qualcosa sulla stanza segreta o sulla bottiglia. Ma nessuno sembrava sapere nulla,
e John cominciava a disperare.

Poi, all'improvviso, la vecchia zia di Mary si alzò in piedi e cominciò a parlare.


"So cosa c'è in quella bottiglia" disse con voce tremula. "E so anche chi l'ha
messa lì".

Tutti la guardarono sorpresi, e John sentì il cuore battere forte nel petto.
Finalmente stava per scoprire la verità.

"Quel liquido è un veleno mortale" continuò la zia. "E l'ho messo lì io, per punire
quell'uomo per quello che aveva fatto".

Tutti rimasero a bocca aperta, compreso John. Non riusciva a credere che la zia di
Mary fosse la colpevole. Ma lei non sembrava pentita di quello che aveva fatto.
Anzi, aveva un'espressione di trionfo sul volto.

"Quel poveretto, il signor Thompson, aveva ucciso mio marito anni fa" spiegò la
zia. "Aveva fatto passare la cosa come un incidente, ma io sapevo che era stato
lui. E così ho deciso di vendicare mio marito".
John non riusciva a credere alle sue orecchie. Non aveva mai sospettato che la
vecchia zia di Mary potesse essere capace di una cosa simile. Ma ora tutto
quadrava.

"Ma come hai fatto a far ingoiare il veleno al signor Thompson?" chiese John.

"Gli ho messo il veleno nella minestra" rispose la zia con un sorriso furbetto.
"Sapevo che sarebbe stato il primo piatto che avrebbe mangiato. E poi, con tutta la
confusione che c'è stata, nessuno ha pensato di sospettare di me".

John scosse la testa, ancora incredulo. Ma ora aveva la risposta che cercava. Era
riuscito a risolvere il mistero, anche se la soluzione era stata accanto a lui fin
dall'inizio.

Ma un altro enigma rimaneva ancora irrisolto: quella stanza segreta nel


sotterraneo, e il misterioso quadro con la scritta "Non guardare". John aveva la
sensazione che ci fosse qualcos'altro, qualcosa di ancora più oscuro e sinistro,
che doveva ancora essere scoperto.

Decise di tornare al sotterraneo, sperando di trovare qualche indizio che gli


permettesse di capire cosa c'era dietro a quell'enigma. Ma quando arrivò alla porta
del sotterraneo, si accorse con sorpresa che era aperta.

Scese le scale, con il cuore che batteva forte nel petto. La stanza segreta era
vuota, e il quadro era stato rimosso dalla parete. Ma c'era un biglietto posato sul
tavolo. Era una lettera, indirizzata a John.

Con mani tremanti, aprì il foglio e cominciò a leggere. Era la confessione di Mary,
la padrona di casa. Spiegava che aveva scoperto la stanza segreta e il quadro
durante una delle sue passeggiate nella villa, e che aveva deciso di nascondere
tutto per proteggere la zia.

Mary scriveva che aveva sempre saputo che la zia era responsabile della morte del
marito, ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare la verità. Così aveva
deciso di nascondere la stanza e il quadro, sperando di proteggere la zia dalle
conseguenze delle sue azioni.

John rimase sconvolto da quella rivelazione. Non riusciva a credere che Mary avesse
tenuto nascosto un segreto così importante per tutti quegli anni. Ma capiva anche
il suo desiderio di proteggere la zia, anche se questo significava tenere nascosto
un delitto.

Decise di non fare nulla, almeno per il momento. Non voleva mettere Mary in
pericolo, e sapeva che la zia aveva già pagato per quello che aveva fatto.

Ma non riusciva a togliersi dalla testa il mistero della stanza segreta e del
quadro. C'era qualcosa di oscuro e sinistro dietro a tutto questo, qualcosa che non
riusciva a capire.

Decise di tenere d'occhio la situazione, sperando di scoprire qualcosa di più in


futuro. Ma per il momento, poteva solo sperare che il passato rimanesse sepolto,
almeno per il bene di Mary e della zia.

fine.

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