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Lalfabetizzazione funzionale contesto interculturale.

linguistica

nellodierno

Lattuale scenario sociale presenta aspetti nuovi che cambiano anche il modo di concepire leducazione. Possiamo notare laccelerazione di due fenomeni non certo inediti ma che si presentano con caratteristiche originali: la mobilit ed il contatto. Mai come oggi, grazie ai progressi della tecnica, c stata la possibilit di muoversi e viaggiare. Questo significa che sempre pi entriamo in relazione con culture diverse dalla nostra, ma significa anche che sono cresciuti i flussi migratori, con tutto il carico di ricchezza ma anche di problematiche che comportano. Daltra parte sono aumentate ancor di pi le possibilit di contatto, grazie alle tecnologia, si pensi alla telefonia, alla televisione, al satellite, ad internet. Basta un click per comunicare con laltra parte del mondo. Rimane certamente il grave problema dellaccesso a questi servizi, per cui paradossalmente la distanza tra chi ha e chi non ha possibilit di usarli sembra aumentare piuttosto che diminuire, ma anche compito delleducazione intervenire perch le distanze si colmino. In tutti questi fenomeni che ho elencato sommariamente emerge come sempre pi la diversit culturale entri nella nostra vita quotidiana come modalit nuove e poich la lingua il principale veicolo di cultura, lo studio delle lingue il modo migliore per fronteggiare una nuova situazione. Al centro dell'apprendimento delle lingue c la necessit di facilitare la circolazione di idee e la mobilit delle persone, di rispondere alle attese ed ai bisogni del futuro cittadino della societ civile, dell'Europa e del mondo. La conoscenza delle lingue divenuto un elemento fondamentale nella formazione di base del cittadino e perci una delle priorit nelle scelte curricolari il raggiungimento di una competenza pragmatica-comunicativa che sia una costante e sistematica attraverso i cicli e continui nell'et adulta come apprendimento per tutta la vita. Partiamo da una constatazione elementare eppure significativa: non esiste una lingua umana ma tante lingue. La pluralit una caratteristica che si manifesta in modo eminente in ambito
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linguistico. La pluralit delle lingue [] coestensiva ad unattitudine comune alla specie umana, lattitudine al linguaggio: in altre parole, le lingue non sono una propriet della specie. Solo lattitudine a parlare della specie. Questo un punto capitale contro lideologia razzista. Bisogna minare questultima alla base, separando il concetto di specie dalla diversit delle lingue. Ci che specifico la stessa capacit umana di comunicare attraverso segnali verbali; e questa stessa capacit si trova dispersa - come detto nel mito di Babele sulla superficie della terra.[] La pluralit delle lingue, su cui rifletteva von Humboldt, si accompagna in qualche modo alluniversalit del linguaggio. Tra il linguaggio e le lingue il rapporto del tutto originale. Losservazione che faccio qui conduce molto pi lontano del linguaggio. La pluralit umana, per parlare come Hannah Arendt, costituisce un fenomeno di rilievo della situazione culturale dellumanit. La pluralit non solo linguistica ma, appunto, culturale. Lumanit, come il linguaggio, esiste solo al plurale.1. Una volta accettato il dato della pluralit linguistica non come un limite della comunicabilit ma come una manifestazione della creativit umana, appare pi plausibile la tesi che leducazione linguistica uneducazione allalterit e alla differenza ed ha un ruolo non solo strumentale, utile, ma anche sociale e politico. Rispetto al passato, quando gli alunni dei corsi di educazione degli adulti hanno avuto la prima esperienza di scolarizzazione, oggi lo studio delle lingue non appartiene pi solo ad un lite ma sempre pi si caratterizza come un diritto ed un bisogno delluomo comune. Poich i contatti con stranieri non erano cos frequenti, specialmente tra chi non viveva in territori di frontiera, lapprofondimento delle lingue riguardava o chi lavorava nel campo del turismo o chi amava le letterature straniere. Oggi, anche volendolo considerare solo in una prospettiva meramente utilitaristica, lo studio delle lingue straniere si presenta una necessit per chiunque voglia essere al passo con i tempi. Uno degli aspetti dellanalfabetismo funzionale proprio legato alla barriera che si crea in chi non padroneggia una lingua straniera e la sua volont o necessit di utilizzare ad esempio degli strumenti informatici. C uno scarto evidente tra le opportunit offerte dallo sviluppo tecnologico e la capacit di saperne godere, per cui una fascia della popolazione adulta ne rimane sempre pi esclusa, con tutto quello che ci comporta dal punto di vista sociale. Ma questo
1 P. Ricoeur in J.-P. Changeux- P. Ricoeur, La nature et la rgle . Ce qui nous fait penser, Odile Jacob, Paris 1998, pp. 232-233 (La natura e la regola. Alle radici del pensiero, tr. di M. Basile, Cortina, Milano 1999, p. 210). 2

vale per tutti gli aspetti del progresso, anche quelli immateriali come il godimento dei diritti. Ad esempio per il cittadino straniero in Italia la conoscenza dellitaliano rappresenta lelemento primario, perch immediatamente evidente nella vita quotidiana, per una possibile integrazione. Laccesso alla cittadinanza, e nei casi estremi alla stessa socialit, precluso a chi non riesce ad entrare nelluniverso culturale del territorio in cui vive e la lingua , non occorre ricordarlo, il primo veicolo. Se poi intendiamo leducazione linguistica in senso lato, come educazione allinterpretazione di tutti i linguaggi, appare ancora pi urgente la necessit di possedere gli strumenti critici e metodologici per comprendere levoluzione tecnologica, esaminare il ruolo integratore dei media e dei meccanismi di esclusione che comportano, analizzare linfluenza che hanno nella creazione dellimmagine dellaltro e nelle percezioni collettive. Lalfabetizzazione funzionale linguistica quindi un modo per educare alla cittadinanza attiva. Lalunno adulto presenta, dal punto di vista dellanalfabetizzazione funzionale linguistica, delle peculiarit preoccupanti. Luniverso giovanile infatti offre delle occasioni di contatto con la lingua straniera, in particolare quella inglese (vedi la musica, internet, viaggi), che diventano opportunit di esercizio anche per chi non ha voglia o possibilit di studiare. Questo stimoli sono meno presenti in quello che invece lecosistema esistenziale delladulto. Lo scarto generazionale evidente in quegli adulti la cui motivazione alla crescita della propria cultura indotta dallincremento del livello culturale dei figli. Tra gli stessi cittadini italiani spesso litaliano una L2, perch la lingua comunemente parlata il dialetto locale. E questo pu essere ancora pi vero per quelli che sono i tradizionali soggetti delleducazione degli adulti, che provengono solitamente da contesti sociali nei quali luso del vernacolo maggiormente diffuso. Pertanto le considerazioni espresse per linsegnamento delle lingue straniere sono valide anche per litaliano se accettiamo lidea che ogni atto comunicativo, anche quello fatto attraverso la propria lingua madre, una traduzione. Ogni modello di comunicazione al tempo stesso un modello di
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traduzione, di trasferimento verticale o orizzontale di significato. Non vi sono due epoche storiche, due classi sociali o due localit che si servano delle parole e della sintassi per significare esattamente le stesse cose, per inviare segnali identici di valutazione e deduzione. E nemmeno due esseri umani. [...] Si parla per comunicare. Ma anche per nascondere, per non dire. La capacit degli esseri umani di trasmettere informazioni errate o inesatte possiede un ampio spettro di variabilit dalla menzogna esplicita al silenzio. Tale capacit si basa sulla struttura duale del linguaggio : il nostro discorso esterno ha alle sue spalle un flusso corrispondente di coscienza articolata. [...] Nella maggior parte degli scambi sociali convenzionali, il rapporto fra queste due correnti di discorso solo in parte congruente. Vi doppiezza. [...] Un essere umano compie dunque un atto di traduzione, nel pieno senso del termine, quando riceve un messaggio verbale da qualsiasi altro essere umano2. Daltronde lo studio di altre lingue aumenta la capacit di orientarsi nella propria; dal rapporto con laltro che scopro maggiormente me stesso e laltro che in me. Le conoscenze strumentali sono un fine dell'attivit didatticoeducativa perch rappresentano lo strumento che permette alladulto di partecipare con pienezza alla vita ma da evitare lerrore di studiare la lingua solo in funzione dei bisogni comunicativi. Leducazione degli adulti uneducazione della persona, intesa nella sua globalit e quindi, anche per quel che riguarda larea linguistica, bisogna superare una concezione strettamente utilitaristica. Accanto alla necessit legata alluso diffuso e crescente degli idiomi stranieri, linglese in particolare, lo studio della lingua ha una valenza etica perch educa allalterit, ad unalterit che non barriera ma rapporto. Martha Nussbaum, una delle pi interessanti studiose delleducazione multiculturale, afferma: Esprimere i propri pensieri in una lingua straniera costituisce uno tra i modi migliori per notare la relazione esistente tra luguaglianza e la differenza3 Anche quando, in unottica di alfabetizzazione funzionale, si intendono approfondire quegli aspetti necessari a fornire allalunno
2 G. Steiner, After Babel. Aspects of Language and Translation, Oxford U. P., Oxford-New York 1975, 19983, pp. 4748 (tr. it. di R. Bianchi e C. Bguin , Dopo Babele. Aspetti del linguaggio e della traduzione, Garzanti, Milano 19942 pp. 74-75). 3 Martha Nussbaum, Coltivare lumanit. I classici, il multiculturalismo, leducazione contemporanea, 1999,

Carocci, Firenze, p. 161.


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le conoscenze e le capacit per potersi orientare in un contesto in rapido cambiamento, leducazione linguistica deve mirare a formare dei cittadini del mondo. Il celebre filosofo del linguaggio Paul Ricoeur afferma: Mi sembra, in effetti, che la traduzione non richieda soltanto un lavoro intellettuale, teorico e pratico, ma ponga anche un problema etico. Portare il lettore allautore, portare lautore al lettore, a rischio di servire e di tradire due padroni, praticare ci che mi piace chiamare lospitalit linguistica. Essa costituisce il modello di altre forme di ospitalit che mi sembrano appartenere alla stessa famiglia: le diverse confessioni, le religioni, non sono forse come delle lingue straniere le une alle altre, ciascuna con il suo vocabolario, la sua grammatica, la sua retorica, la sua stilistica, che occorre studiare per poterle comprendere dallinterno? 4 Nella misura in cui tradurre significa sforzarsi di entrare in un universo culturale non per farlo proprio ma per esserne ospite, o meglio ancora per abitarlo, imparare una lingua diventa un modello dellincontro tra gli uomini, un incontro difficile ma possibile, anche in et adulta. Angelo Bottone

4 Cfr. P. Ricoeur, La traduzione Una sfida etica (a cura di Domenico Jervolino), Morcelliana, Brescia, 2001, p. 67. 5

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