Sei sulla pagina 1di 35

Giovanna Marin

Ars in Fabula - Advanced level - 2020

Il Gigante egoista
Oscar Wilde
perché non c’erano bambini e le piante si dimenticavano di fiorire.
Una volta un bel fiore mise la testa fuori dal prato, ma quando vide il cartello fu

Testo
così addolorato per i bambini che si immerse di nuovo nel terreno e si rimise a
dormire.

3) Gli unici a essere contenti erano Neve e Gelo. – La primavera ha dimenticato


questo giardino, – esclamarono, – e così noi vivremo qui per l’intero anno –.
La Neve coprì il prato con il suo grande manto bianco e il Gelo dipinse d’argento
Il Gigante egoista tutti gli alberi. Poi invitarono il Vento del Nord a stare con loro e lui accettò. Era
Di Oscar Wilde impellicciato e ululava tutto il giorno per il giardino e soffiando buttava giù i comi-
Illustrazioni di Giovanna Marin gnoli. – Questo è un ottimo posto, – diceva. – Bisogna chiedere alla Grandine di
farci visita.
1) Tutti i pomeriggi, quando uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudi- Così venne la Grandine. Tutti i giorni per tre ore tamburellava sul tetto del castello,
ne di andare a giocare nel giardino del Gigante. tanto da rompere la maggior parte delle tegole, e poi correva tutto intorno per il
Era un giardino spazioso e bello, con morbida erba verde. Qua e là sull’erba si tro- giardino quanto più forte poteva. Era vestita di grigio e il suo respiro pareva ghiac-
vavano bei fiori come stelle, e vi erano dodici peschi che a primavera si aprivano in cio
delicate infiorescenze rosa e perla, e in autunno portavano ricchi frutti. Gli uccelli – Io non riesco a capire perché la primavera stia arrivando così tardi, – diceva il
posati sugli alberi cantavano in così dolci suoni che i bambini solevano interrom- Gigante Egoista mentre sedeva alla finestra a guardare il freddo giardino bianco. –
pere i loro giochi per ascoltarli. Spero che ci sia un cambiamento del tempo.
– Come siamo felici qui! – gridavano l’un l’altro. Ma la Primavera non arrivò mai e nemmeno l’Estate. L’Autunno portò frutti d’oro
Un giorno il Gigante fece ritorno. Era stato a far visita al suo amico orco di Corno- a ogni giardino, ma al giardino del Gigante non ne portò. – È troppo egoista, – dis-
vaglia, e si era fermato da lui per sette anni. Una volta trascorsi i sette anni aveva se. Per questo motivo, là era sempre Inverno e il Vento del Nord e la Grandine e il
detto tutto quello che aveva da dire, dato che la sua conversazione era limitata, e Gelo e la Neve ballavano tra gli alberi.
così decise di rientrare al proprio castello. Quando tornò vide i bambini che gioca-
vano nel giardino. 4) Un mattino il Gigante se ne stava a letto sveglio, quando udì una piacevole
– Che cosa state facendo qui? – urlò con voce molto altera e i bambini fuggirono. musica. Quel suono era tanto dolce per le sue orecchie che pensò fossero i musici
– Il giardino mio è il giardino mio, – disse il Gigante; – chiunque può capirlo, e io del Re che passavano di là.
non permetterò che nessuno ci giochi al di fuori di me –. In realtà era solo un fanello che cantava davanti alla sua finestra, ma da così tan-
to tempo non sentiva cantare un uccello nel suo giardino che gli sembrò fosse la
2) Così vi costruì intorno un alto muro ed espose un cartello: musica più bella del mondo. Allora la Grandine smise di danzargli sulla testa e il
Vento del Nord cessò di ululare, e un delizioso profumo lo raggiunse attraverso gli
VIETATO L’INGRESSO. I TRASGRESSORI SARANNO PERSEGUITI PER LEGGE scuri aperti.
Era un Gigante molto egoista. – Penso che alla fine sia arrivata la Primavera, – disse il Gigante; e saltò giù dal letto
I poveri bambini ora non avevano dove giocare. Provarono a giocare sulla strada, a guardar fuori.
ma la strada era piena di polvere e di duri sassi, e a loro non piaceva. Solevano Che cosa vide?
girovagare attorno all’alto muro quando le lezioni erano finite e parlare di quel bel
giardino là dentro. – Come eravamo felici là, – dicevano l’un l’altro. 5) C’era una vista meravigliosa. Da un piccolo buco nel muro erano scivolati
Poi venne la Primavera e il paese fu pieno di uccellini e boccioli. Solo nel giardino dentro i bambini, e stavano seduti sui rami degli alberi. Su ciascuno degli alberi
del Gigante Egoista era ancora inverno. Là gli uccelli non avevano voglia di cantare
che riusciva a vedere c’era un bambino. gante si sentì molto triste.
E ad avere di nuovo dei bambini, gli alberi erano così felici che si erano coperti di Tutti i pomeriggi, finita la scuola, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il
germogli e muovevano gentilmente le braccia sopra il loro capo. Gli uccelli volava- bambinetto a cui il Gigante voleva bene non fu mai più rivisto. Il Gigante era molto
no là intorno e gorgheggiavano gioiosi e i fiori occhieggiavano dal verde dei prati e cortese con tutti i bambini, ma desiderava quel suo primo piccolo amico e spesso
ridevano. Era una bella scena, solo in un angolo era ancora inverno. parlava di lui. – Come mi piacerebbe vederlo! – soleva dire.
Passarono gli anni e il Gigante diventò molto vecchio e debole. Non poteva più
6) Era l’angolo più lontano del giardino e là se ne stava in piedi un bimbetto. giocare e così stava su un seggiolone a guardare i bambini che giocavano, e ammi-
Era così piccolo che non arrivava ai rami dell’albero e gli stava girando intorno rava il suo giardino. – Ho molti bei fiori, – diceva, – ma i bambini sono i fiori più belli.
piangendo amaramente. La povera pianta era ancora coperta di gelo e neve, e il
Vento del Nord le soffiava e ululava addosso. – Arrampicati, piccino! – diceva l’Al- 10) Una mattina d’inverno guardò fuori dalla sua finestra mentre si stava vesten-
bero, e curvava i rami quanto poteva; ma il ragazzino era troppo piccolo. do. Ora non odiava più l’Inverno perché sapeva che era solo la Primavera addor-
E il cuore del Gigante si sciolse quando guardò fuori. – Come sono stato egoista! – mentata e che i fiori stavano riposando.
disse. – Ora so perché qui non veniva la Primavera. Metterò quel povero ragazzino All’improvviso si strofinò gli occhi per lo stupore e rimase a guardare… a guarda-
in alto sull’albero e poi abbatterò il muro, e il mio giardino sarà per sempre il cam- re… Era certo una visione meravigliosa. Nell’angolo più lontano del giardino c’era
po di gioco dei bambini. Per sempre –. Era realmente molto dispiaciuto per quello un albero tutto coperto di belle gemme bianche. I suoi rami erano tutti d’oro e ne
che aveva fatto. pendevano frutti d’argento, e là sotto c’era il ragazzino a cui aveva voluto bene.
Il Gigante scese con grande gioia per le scale e uscì nel giardino.
7 ) Così scese di nascosto le scale e aprì in silenzio la porta principale, e uscì nel Si affrettò ad attraversare il prato e si accostò al fanciullo.
giardino. Ma quando lo videro, i bambini ne furono così spaventati che scapparo-
no via e nel giardino ritornò inverno. 11) E quando gli fu vicino, diventò rosso in volto per l’ira e disse: – Chi ha osato
Solo il bambinetto non scappò, perché aveva gli occhi così pieni di lacrime che ferirti? –. Perché sulle palme delle mani del fanciullo c’erano i segni di due chiodi, e
non vide il Gigante avvicinarsi. E il Gigante gli girò dietro pian piano, lo prese in i segni di due chiodi erano pure sui piccoli piedi.
mano delicatamente e lo posò sull’albero. E l’albero si mise di colpo a fiorire, e gli – Chi ha osato ferirti? – gridò il Gigante. – Dimmelo, che io possa sguainare la spa-
uccelli vennero a cantare là sopra e il bambinetto distese le braccia e cinse il collo da e ucciderlo.
del Gigante e lo baciò. – Ma no! – rispose il fanciullo. – Queste sono le ferite d’Amore.
– Chi sei tu? – chiese il Gigante. Una strana paura lo invase ed egli cadde in ginoc-
8) E gli altri bambini, quando videro che il Gigante non era più cattivo, ritorna- chio davanti al fanciullo.
rono di corsa, e con loro arrivò la Primavera. – Ora è il vostro giardino, bambini,
– disse il Gigante, e prese una grande scure e buttò giù il muro. E a mezzogiorno, 12) E il fanciullo sorrise al Gigante e gli disse: – Tu mi hai fatto giocare una volta
quando stava andando al mercato, la gente trovò il Gigante che giocava con i nel tuo giardino, oggi verrai tu con me nel mio, che è il Paradiso.
bambini nel giardino più bello che avessero mai visto. E quando quel giorno i bambini corsero là, trovarono sotto l’albero il Gigante che
Giocarono per tutto il giorno e alla sera ritornarono dal Gigante per salutarlo. giaceva morto, tutto coperto di petali bianchi.

9) – Ma dov’è il vostro piccolo compagno? – egli disse. – Il bambino che ho Tratto da: Oscar Wilde. Fiabe. The Happy Prince (Il principe felice), The Selfish Giant
messo sull’albero –. Il Gigante voleva bene più a lui perché l’aveva baciato. (Il gigante egoista).
– Non lo sappiamo, – risposero i bambini. – È andato via. Testo in inglese con traduzione italiana a fronte. Traduzione di Piero Malvano.
– Dovete dirgli di stare tranquillo e venire domani, – disse il Gigante. Ma i bambini Edizioni Angolo Manzoni, Collana Junior D – EasyReading®, Torino 2011.
dissero che non sapevano dove abitasse e prima non l’avevano mai visto; e il Gi-
Studio dei personaggi

il Gigante
Sviluppo del personaggio
Personaggio definitivo
Studio dei personaggi

i bambini
Sviluppo dei personaggi

Personaggi definitivi
Sviluppo del personaggio

Personaggi definitivi
Studio dei personaggi

animali
Studio dell’

ambientazione
Castello del Gigante
definitivo
Studi dei paesaggi
Studi dei paesaggi
storyboard
1 4

2 5

6
3
7 10

8 11

9 12
tavola 11
tavole
e prove di impaginazione
Tutti i pomeriggi, quando uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudine di andare
a giocare nel giardino del Gigante.
Era un giardino spazioso e bello, con morbida erba verde. Qua e là sull’erba si trovavano
bei fiori come stelle, e vi erano dodici peschi che a primavera si aprivano in delicate
infiorescenze rosa e perla, e in autunno portavano ricchi frutti. Gli uccelli posati sugli
alberi cantavano in così dolci suoni che i bambini solevano interrompere i loro giochi per
ascoltarli.
– Come siamo felici qui! – gridavano l’un l’altro.
Un giorno il Gigante fece ritorno. Era stato a far visita al suo amico orco di Cornovaglia, e
si era fermato da lui per sette anni. Una volta trascorsi i sette anni aveva detto tutto quello
che aveva da dire, dato che la sua conversazione era limitata, e così decise di rientrare al
proprio castello. Quando tornò vide i bambini che giocavano nel giardino.
– Che cosa state facendo qui? – urlò con voce molto altera e i bambini fuggirono.
– Il giardino mio è il giardino mio, – disse il Gigante; – chiunque può capirlo, e io non
permetterò che nessuno ci giochi al di fuori di me –.
Così vi costruì intorno un alto muro ed espose un cartello:

VIETATO L’INGRESSO. I TRASGRESSORI SARANNO PERSEGUITI PER LEGGE

Era un Gigante molto egoista.

I poveri bambini ora non avevano dove giocare. Provarono a giocare sulla strada, ma
la strada era piena di polvere e di duri sassi, e a loro non piaceva. Solevano girovagare
attorno all’alto muro quando le lezioni erano finite e parlare di quel bel giardino là dentro.
– Come eravamo felici là, – dicevano l’un l’altro.

Poi venne la Primavera e il paese fu pieno di uccellini e boccioli. Solo nel giardino del
Gigante Egoista era ancora inverno. Là gli uccelli non avevano voglia di cantare perché
non c’erano bambini e le piante si dimenticavano di fiorire.
Una volta un bel fiore mise la testa fuori dal prato, ma quando vide il cartello fu così
addolorato per i bambini che si immerse di nuovo nel terreno e si rimise a dormire.
Gli unici a essere contenti erano Neve e Gelo. – La primavera ha dimenticato questo
giardino, – esclamarono, – e così noi vivremo qui per l’intero anno –.
La Neve coprì il prato con il suo grande manto bianco e il Gelo dipinse d’argento tutti
gli alberi. Poi invitarono il Vento del Nord a stare con loro e lui accettò. Era impellicciato
e ululava tutto il giorno per il giardino e soffiando buttava giù i comignoli. – Questo è
un ottimo posto, – diceva. – Bisogna chiedere alla Grandine di farci visita.
Così venne la Grandine. Tutti i giorni per tre ore tamburellava sul tetto del castello,
tanto da rompere la maggior parte delle tegole, e poi correva tutto intorno per il
giardino quanto più forte poteva. Era vestita di grigio e il suo respiro pareva ghiaccio
– Io non riesco a capire perché la primavera stia arrivando così tardi, – diceva il Gigante
Egoista mentre sedeva alla finestra a guardare il freddo giardino bianco. – Spero che
ci sia un cambiamento del tempo.
Ma la Primavera non arrivò mai e nemmeno l’Estate. L’Autunno portò frutti d’oro a
ogni giardino, ma al giardino del Gigante non ne portò. – È troppo egoista, – disse. Per
questo motivo, là era sempre Inverno e il Vento del Nord
e la Grandine e il Gelo e la Neve ballavano tra gli alberi.
Un mattino il Gigante se ne stava a letto sveglio, quando udì una piacevole musica.
Quel suono era tanto dolce per le sue orecchie che pensò fossero i musici del Re
che passavano di là.
In realtà era solo un fanello che cantava davanti alla sua finestra, ma da così tanto
tempo non sentiva cantare un uccello nel suo giardino che gli sembrò fosse la
musica più bella del mondo. Allora la Grandine smise di danzargli sulla testa e il
Vento del Nord cessò di ululare, e un delizioso profumo lo raggiunse attraverso gli
scuri aperti.
– Penso che alla fine sia arrivata la Primavera, – disse il Gigante; e saltò giù dal letto a
guardar fuori.
Che cosa vide?
C’era una vista meravigliosa. Da un piccolo buco nel muro erano scivolati dentro i Gli uccelli volavano là intorno e gorgheggiavano gioiosi e i fiori occhieggiavano
bambini, e stavano seduti sui rami degli alberi. Su ciascuno degli alberi che riusciva dal verde dei prati e ridevano. Era una bella scena, solo in un angolo era ancora
a vedere c’era un bambino. inverno.
E ad avere di nuovo dei bambini, gli alberi erano così felici che si erano coperti di
germogli e muovevano gentilmente le braccia sopra il loro capo.
Era l’angolo più lontano del giardino e là se ne stava in piedi un bimbetto. Era così
piccolo che non arrivava ai rami dell’albero e gli stava girando intorno piangendo
amaramente. La povera pianta era ancora coperta di gelo e neve, e il Vento del
Nord le soffiava e ululava addosso. – Arrampicati, piccino! – diceva l’Albero, e curva-
va i rami quanto poteva; ma il ragazzino era troppo piccolo.
E il cuore del Gigante si sciolse quando guardò fuori. – Come sono stato egoista! –
disse. – Ora so perché qui non veniva la Primavera. Metterò quel povero ragazzino
in alto sull’albero e poi abbatterò il muro, e il mio giardino sarà per sempre il campo
di gioco dei bambini. Per sempre –. Era realmente molto dispiaciuto per quello che
aveva fatto.
Così scese di nascosto le scale e aprì in silenzio la porta principale, e uscì nel giardi-
no. Ma quando lo videro, i bambini ne furono così spaventati che scapparono via e
nel giardino ritornò inverno.

Solo il bambinetto non scappò, perché aveva gli occhi così pieni di lacrime che non
vide il Gigante avvicinarsi. E il Gigante gli girò dietro pian piano, lo prese in mano
delicatamente e lo posò sull’albero. E l’albero si mise di colpo a fiorire, e gli uccel-
li vennero a cantare là sopra e il bambinetto distese le braccia e cinse il collo del
Gigante e lo baciò.
E gli altri bambini, quando videro che il Gigante non era più cattivo, ritornarono di
corsa, e con loro arrivò la Primavera. – Ora è il vostro giardino, bambini, – disse il
Gigante, e prese una grande scure e buttò giù il muro. E a mezzogiorno, quando
stava andando al mercato, la gente trovò il Gigante che giocava con i bambini nel
giardino più bello che avessero mai visto.
Giocarono per tutto il giorno e alla sera ritornarono dal Gigante per salutarlo.
copertina
e frontespizio
prove
copertina 1 Oscar Wilde

Il Gigante
egoista
Illustrazioni di Giovanna Marin
copertina 2 Oscar Wilde

Il Gigante
egoista
Illustrazioni di
Giovanna Marin
copertina 3 Oscar Wilde

Segue copertina 3 con


possibile continuazione
Il Gigante
nella quarta di copertina
egoista
Illustrazioni di Giovanna Marin
Oscar Wilde

Il Gigante
egoista
E il cuore del Gigante si sciolse quando guardò fuori.
– Come sono stato egoista! – disse.
– Ora so perché qui non veniva la Primavera –.
Illustrazioni di Giovanna Marin
frontespizio 1

Il Gigante
egoista

da Oscar Wilde
illustrazioni di Giovanna Marin
frontespizio 2

Il Gigante
egoista

da Oscar Wilde
illustrazioni di Giovanna Marin
frontespizio 3

Il Gigante
egoista

da Oscar Wilde
illustrazioni di Giovanna Marin

Potrebbero piacerti anche