Nel corso della sua storia l’uomo si è progressivamente creato una nicchia che, soprattutto nelle cit-
tà, lo ha privato del contatto diretto con l’ambiente naturale. Le nuove tecnologie per lo sfruttamento
industriale delle risorse, contemporaneamente, hanno reso l’umanità capace di modificare anche
profondamente l’aspetto e gli equilibri naturali, contribuendo a diffondere l’illusione di essere al di
sopra degli equilibri naturali e non all’interno di essi; di poter controllare gli eventi e non di esser-
ne una parte.
La biodiversità è fondamentale per l’uomo;da essa ricava il nutrimento, l’ossigeno per la respira-
zione, i medicinali, le fibre naturali per tessuti (cotone, lana, ecc.), le materie prime per la produ-
zione di energia (legno e minerali fossili) e persino i processi di depurazione e riciclaggio dei pro-
dotti di rifiuto; inoltre essa influenza la nostra vita quotidiana in molti altri modi, anche meno evi-
denti. La vegetazione, ad esempio, riduce l’erosione del suolo, impedisce smottamenti trattenendo
il terreno con le radici e contribuisce a regolare il ciclo dell’acqua agendo da tampone nei confron-
ti di eventi come le inondazioni. Di conseguenza, la perdita e l’impoverimento della biodiversità al-
tera non solo le funzioni degli ecosistemi indispensabili per la vita, ma ha anche negativi impatti
economici riducendo le risorse alimentari, energetiche, medicinali e genetiche, anche quelle che an-
cora devono essere scoperte.
Il miglior modo di conservarla è quello di conoscerla, valutarla nelle sue componenti e imparare a
conoscere i processi che la influenzano e cercare di prevedere le conseguenze di un eventuale ridu-
zione.
12