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La storia di “Bella ciao” è stata scritta tante volte, ma è documentata la scoperta che il ritornello di questa canzone

sia stato suonato e inciso già nel 1919 a New York in un 78 giri con il titolo “Klezmer-Yiddish swing music”.
In America il brano fu portato da un fisarmonicista zingaro, Mishka Tsiganoff, originario di Odessa che a New York
aprì un ristorante, parlava correttamente l’yddish e lavorava come musicista klezmer.
La canzone divenne inno ufficiale della Resistenza solo vent’anni dopo la fine della guerra. Durante la Resistenza la
sua diffusione è stata limitata; era nota in alcuni reparti combattenti di Reggio Emilia e del Modenese, nella
leggendaria Brigata Maiella e in altri gruppi partigiani delle Langhe. Cesare Bermani, autore di uno scritto
pionieristico sul canto sociale in Italia, parla di invenzione di una tradizione.
La cantante e ex mondina Giovanna Daffini nel 1962 aveva cantato una versione di “Bella ciao” nella quale non si
parlava di invasori e di partigiani, ma di una giornata di lavoro delle mondine.
Aveva detto di averla imparata nelle risaie di Vercelli e Novara dove era mondariso prima della guerra e ai
ricercatori non parve vero di aver trovato l’anello di congiunzione fra un inno di lotta, espressione della coscienza
antifascista, e un precedente canto di lavoro proveniente dal mondo contadino.
Nel maggio 1965 in una lettera a l’Unità Vasco Scansani racconta che le parole di Bella Ciao delle mondine le ha
scritte lui, non prima della guerra ma nel 1951 in una gara di cori fra mondariso e che la Daffini gli ha chiesto le
parole.”
Il testo rimanda molto probabilmente a Fior di tomba, una canzone popolare di argomento sentimentale, che
presenta assonanze significative con Bella ciao sia per l’incipit sia per il tema, ricorrente in alcune varianti, della
tomba e del fiore. Più complicato indicare l’origine della musica: dalla canzone popolare Bevanda sonnifera sembra
prendere il ritmo e le ripetizioni, ma ci sono molte somiglianze con il brano di musica kletzmer Koilen, inciso a New
York nel 1919 da Mishka Ziganoff, musicista zigano originario di Odessa. Rilanciata negli anni Sessanta come
canzone simbolo della Resistenza, entrata nel repertorio di artisti celebri come Yves Montand, Bella ciao è diventata
nel tempo un successo mondiale che si adatta a tutte le lotte per la libertà contro invasori e oppressori. Ne esistono
versioni in curdo, in turco, in russo e in molti Paesi le note di Bella ciao accompagnano le speranze di eserciti
partigiani e di movimenti di protesta. 

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