Caro Levi, ho letto finalmente i tuoi racconti. Quelli fantascientifici, o meglio: fantabiologici, mi attirano sempre. Il tuo meccanismo fantastico che scatta da un dato di partenza scientifico-genetico ha un potere di suggestione intellettuale e anche poetica, come lo hanno per me le divagazioni genetiche e morfologiche di Jean Rostand. Il tuo umorismo e il tuo garbo ti salva molto bene dal pericolo di cadere in un livello di sottoletteratura, pericolo in cui incorre di solito chi si serve di stampi letterari per esperimenti intellettuali di questo tipo. Certe tue trovate sono di prim’ordine, come quella dell’assiriologo che decifra il mosaico delle tenie; e l’evocazione dell’origine dei centauri ha una sua forza poetica, una plausibilità che si impone (e, accidenti, scrivere di centauri si direbbe impossibile, oggi, e tu hai evitato il pastiche anatole-france-walt-disneyano). Naturalmente, ti manca ancora la sicurezza di mano dello scrittore che ha una sua personalità stilistica compiuta; come Borges, che utilizza le suggestioni culturali più disparate e trasforma ogni invenzione in qualcosa che è esclusivamente suo, quel clima rarefatto che è come la sigla che rende riconoscibili le opere di ogni grande scrittore. Tu ti muovi in una dimensione di intelligente divagazione ai margini d’un panorama culturale-etico-scientifico che dovrebb’essere quello dell’Europa in cui viviamo. Forse i tuoi racconti mi piacciono soprattutto perché presuppongono una civiltà comune che è sensibilmente diversa da quella presupposta da tanta letteratura italiana. E il fondo di tenue provincialismo da “scapigliatura piemontese” che c’è sotto, dà un fascino particolare anche ai pezzi minori della raccolta come la storia del vecchio medico collezionista di odori, quasi una novella di un Soldati convertitosi al positivismo. Insomma, è una direzione in cui ti incoraggio a lavorare, ma soprattutto a trovare una sede dove cose di questo genere possano uscire con una certa continuità e stabilire un dialogo con un pubblico che sappia apprezzarle. Non saprei davvero che tribuna suggerirti. Forse potresti mettere insieme una piccola raccolta di pezzi inediti da pubblicare tutti insieme su “Nuovi Argomenti”. Per i racconti d’altro genere, le possibilità sono minori. Quelli di lager sono frammenti di Se questo è un uomo che, staccati da una narrazione più ampia, hanno i limiti del bozzetto. E il tentativo di un’epica conradiana dell’alpinismo incontra tutte le mie simpatie, ma per ora resta un’intenzione. Di tutto parleremo a voce. Un cordiale saluto tuo Calvino Un libro per ragazzi non lo scriveresti? Parigi, 12 ottobre 74 Caro Primo, ho guardato Il sistema periodico nuova stesura e mi pare che vada molto bene. Ho letto i nuovi capitoli Ferro, Fosforo, Azoto, Uranio, Argento, Vanadio, che arricchiscono l’“autobiografia chimica” (e morale). Mettere Carbonio in fondo, facendogli simboleggiare l’esperienza dello scrittore è una buona idea. Ed essendo ora tutto l’impianto del libro più robusto, anche l’eterogeneità di Piombo e Mercurio (in corsivo) non turba l’insieme. Quanto a Argon ho sempre le mie riserve sul fatto che sia in apertura (nonostante il suo valore di prologo) perché è il solo capitolo in cui l’elemento chimico sia metaforico; anche qui la difformità strutturale darebbe meno nell’occhio se il capitolo comparisse verso la metà del libro. (Per esempio: ritorno dalla deportazione; ritrovare i familiari scampati; riflessione su cosa è stata questa continuità familiare.) Ma se i capitoli seguono un ordinamento anche per peso atomico (con eccezioni, mi pare) non parlo più. Insomma, secondo me adesso il libro c’è e ne sono molto contento. Spero di rivederti presto, tuo Calvino