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Love rallies: Love and materialist feminism

Comizi d’amore. L’amore e


il femminismo materialista

Virginia Fusco
Universidad Carlos III de Madrid
vfusco@hum.uc3m.es - https://orcid.org/0000-0003-1598-3022

Fecha recepción 07.10.2018/ Fecha aceptación 20.03.2019

Resumen Abstract
Durante il ventesimo secolo, un gruppo di autrici le- In the 20th century, a number of authors engaged
gate alla tradizione marxista e materialista promosse with the creation of a new conceptual framework
la creazione di un nuovo campo concettuale per in- to interpret love from a political perspective. They
terpretare l’amore come sentimento con una dimen- interpreted it as a political feeling and questioned
sione politica e così porre in discussione l’abituale the practice of relegating it to the private and in-
tendenza a relegarlo alla sfera privata e all’intimità. timate dimensions. In this article, light is shed on
Nell’articolo mi propongo di illuminare un momen- a foundational moment in the definition of this
to fondamentale di questo processo di definizione conceptual framework, looking first at Alexandra
del sistema interpretativo; nella prima parte esporrò Kollontai’s reflections and then introducing Shu-
le riflessioni di Aleksandra Kollontaj e, successiva- lamith Firestone’s take on love, as the expression
mente, presenterò alcune riflessioni sull’amore della of a first theoretical turn. This initial subversion

Revista de historiografía 31, 2019, pp. 145-162. EISSN: 2445-0057. doi: https://doi.org/10.20318/revhisto.2019.4877
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radicale Shulamith Firestone come espressione di had a great impact on the forms in which the sub-
un’iniziale torsione concettuale che ha avuto ampie sequent feminist generations theorised a political
ripercussioni sui modi in cui le femministe materia- economy of love in the context of women’s strug-
liste di epoche successive teorizzarono una possibile gles to become political subjects themselves and
‘economia amorosa’ nel processo storico in cui le fight for their own emancipation.
donne si definiscono come soggetti politici che lot- Through an analysis of Kollontai’s Largo all’ Eros
tano per la loro emancipazione. alato! and Shulamith Firestone’s The Dialectic of
Attraverso l’analisi di Largo al Eros alato! di Kol- Sex, both linked to materialist traditions, we iden-
lontaj e di La Dialettica dei sessi di Firestone, opere tify the role that, according to the authors, love
legate alla tradizione materialista, voglio mostrare – as a political feeling – plays in women’s strug-
il ruolo che l’amore gioca, come sentimento verte- gle for freedom. These first intuitions have been
brato politicamente, nel processo di emancipazione particularly fruitful in framing feminist contem-
delle donne. Queste prime intuizioni si rivelano par- porary approaches to «romantic love» (Illouz,
ticolarmente fruttifere per comprendere alcuni degli Esteban, Herrera). In Kollontai’s and Firesto-
sviluppi successivi della critica femminista all’’amo- ne’s texts, love is presented as an emotional and
re romantico’ (Illouz, Esteban, Herrera). Nei testi psychic pivot upon which patriarchal domination
in questione l’amore è rappresentato come il fulcro is founded and consolidated in bourgeois-capita-
emozionale sul quale si fonda e consolida il dominio list societies. Nevertheless, Kollontai argues that
patriarcale delle donne nell’economia capitalista e love also has to be understood as a psycho-social
nella società di classe. Ciononostante Kollontaj rico- feeling with a great potential to promote emanci-
nosce l’amore come energia psico-sociale con un gran patory relationships for women. These two per-
potenziale creativo. Queste due prospettive contri- spectives also reveal the complex role that love
buiscono a far luce sul complesso ruolo che l’amore plays in contemporary feminist reflection and the
occupa nella riflessione femminista contemporanea profound transformation that emerged, between
e rivela una profonda trasformazione che si registra the 1920s and the 1960s, in the forms in which
tra gli anni venti e gli anni sessanta nella forma in women were represented as a specific group in a
cui si concettualizzano le donne come gruppo spe- class society (Kollontai) or as a class per se under
cifico dentro la società divisa in classi (Kollontaj) e patriarchy (Firestone).
le donne come classe di per sé nel contesto della so-
cietà patriarcale (Firestone).

Parola chiave Keywords


Amore, Femminismo materialista, Kollontaj, Fires- Love, Materialist Feminism, Kollontai, Firesto-
tone, classi ne, Class

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Love Studies: un quadro concettuale


Ann Ferguson e Margaret E. Toye, nell’ampia introduzione al volume monografico sull’a-
more edito dalla rivista Hypatia nel 20171, hanno posto l’accento su come, a partire dagli
anni Novanta del secolo scorso, si è potuto registrare un crescente interesse per un campo
di ricerca che definiscono come Love Studies. Il volume accoglie riflessioni sull’amore pro-
poste da accademici di diversa formazione e appartenenti ad ambiti disciplinari che non
si limitano più o solo esclusivamente all’analisi delle rappresentazioni d’amore che incon-
triamo nell’arte, la letteratura o nella produzione visuale ma che investono settori dove
tradizionalmente la riflessione sull’amore in quanto tale, in its own terms, è stata pratica-
mente assente2. Uno degli obiettivi espliciti delle autrici è quello di rilevare l’importanza
della critica femminista nella definizione di questo nuovo campo definito da un sapere
storicamente « ­ assoggettato» 3. Infatti, fin dai suoi esordi, il movimento delle donne e le sue
avanguardie teoriche si sono occupati di riflettere sulle forme in cui l’amore come emozio-
ne ha giocato un ruolo di primaria importanza nel promuovere e consolidare la relazione
di subordinazione del sesso femminile nelle società patriarcali4.
In un volume collettivo di Ann Ferguson e Anna Jónasdóttir Love. A question for Fe-
minism in the Twenty-First Century5, che inaugura la riflessione sistematica sopra l’amore e
la definizione dei termini in cui da ora in poi si fa ricerca nel campo dei Love Studies, Ann
Ferguson e Anna Jónasdóttir identificano essenzialmente tre prospettive interpretative che
hanno marcato l’analisi femminista dell’amore: Love as delusion/ideology, Love as a key ele-

1. A. Ferguson and M. Toye, “Feminist Love Studies. Editors’ Introduction”. In Feminist Love Studies in
linea: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/hypa.12311 . [Consulta: 11.06.18].
2. W. Langford, Revolutions of the Heart. Gender, Power and the Delusions of Love, London, 1999, 43- 48.
3. «Con ‘saperi assoggettati’ intendo tutta una serie di saperi che si erano trovati squalificati come non
concettuali o non sufficientemente elaborati: saperi ingenui, saperi gerarchicamente inferiori, saperi collo-
cati al di sotto del livello di conoscenza o di scientificità richiesto». M. Foucault, Bisogna difendere la società,
Milano, 1998, 16.
4. M. L. Esteban, Critica del pensamiento amoroso. Temas Contemporáneos, Barcelona, 2011, 39-42.
5. A. Ferguson and A. Jónasdóttir (Eds), Love. A Question for Feminism in the Twenty-First Century, Lon-
don, 2015, 11-30.

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ment in epistemology e Love as social human power.6 In altri termini, si potrebbe comprendere
questa tripartizione come una critica all’amore come ideologia al servizio del patriarcato,
l’amore come un potere emotivo insopprimibile nella creazione di conoscenza e, per ultimo,
l’amore come energia che si concentra e manifesta in un insieme complesso di pratiche indi-
viduali e collettive e non semplicemente in una pura dimensione discorsiva.
Questi tre blocchi a loro volta appaiono caratterizzati da un’enorme eterogeneità di
proposte interpretative – e di materiali prodotti in ambienti accademici e di militanza fem-
minista molto diversi tra loro7–, probabilmente determinate da una complessa genealogia
delle forme in cui la nozione di amore è stata introdotta nell’analisi delle relazioni che legano
intimamente gli uomini e le donne8.
Ciò nonostante esistono alcune riflessioni contemporanee sull’amore che appaiono fi-
losoficamente eccentriche rispetto alla proposta di Ferguson e Jónasdóttir: tra le più signi-
ficative è opportuno menzionare quelle di Toni Negri e Michael Hardt elaborate nel testo
Moltitudine9 o le ben più influenti intuizioni di Martha Nussbaum sulle ‘verità del cuore’ in
Love’s Knowledge10. Per la filosofa nordamericana, l’intelletto impone un senso illusorio di
ordine e struttura alle emozioni e solo il cuore, ovvero l’amore, che funziona con una logica
autonoma può produrre una vera comprensione della condizioni umana e un orizzonte di
azione etica in grado di far fronte alle necessità del presente.
È opportuno ricordare che il movimento femminista europeo e nordamericano, tra il
diciannovesimo e il ventesimo secolo, si è concentrato principalmente sull’analisi dell’ amore
romantico, ossia una forma d’amore che si esprime, nell’età della borghesia, principalmente
nelle relazioni eterosessuali dentro la coppia e/o in relazioni sancite dal matrimonio come
istituzione. A questa particolare espressione dell’ideologia amorosa dotata di un potente po-
tere coercitivo, si riferiscono la maggioranza degli scritti elaborati da teoriche femministe tra
gli anni venti e gli anni settanta del secolo scorso. Il matrimonio come istituzione che vincola
e dà legittimità giuridica alle unioni fondate su questa forma di amore che caratterizza la
modernità aveva costituito un nucleo particolarmente produttivo della riflessione femmi-
nista nella misura in cui già nell’opera di Wollstonecraft11 e, in seguito, in quella di Harriet
Tylor e Stuart Mill12 questa istituzione è descritta come quella che permette il consolidarsi di
relazioni inuguali tra i sessi e che fondamenta il dominio degli uomini sulle donne. A partire
da queste premesse – ossia che il matrimonio e la eterosessualità costituiscono le fondamenta

6. L’Amore come illusione o ideologia, l’Amore come chiave epistemologica e l’Amore come capacità
sociale umana.
7. A. Jónasdóttir, “Love Studies. A (Re)New (ed) Field of Konwledge Interests”, in A. Ferguson and A.
Jónasdóttir (Eds), Love. A Question for Feminism in the Twenty-First Century, London, 2015, 11-30.
8. Per una breve introduzione al ruolo dell’amore nella tradizione filosofica occidentale vedasi I. Singer,
Philosophy of Love. A Partial Summing-up, Cambridge (MA), 2009.
9. T. Negri e M. Hardt, Moltitudine, Milano, 2004.
10. M. Nussbaum. Love’s Knowledge. Essays on Philosophy and Literature, New York, 1990.
11. M. Wollstonecraft, A Vindication of the Rights of Woman, New York, 1996.
12.S. Mill and H. Taylor Mill, Early Essays on Marriage and Divorce. In linea: https://englishiva1011.
pbworks.com/f/MARRDIVR.PDF

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dell’oppressione femminile – alcune autrici degli anni settanta, Wittig13 e Rich14 con maggior
vemenza, abbracciano teoricamente la fuga dall’istituzione matrimoniale e dall’eterosessuali-
tà come arma privilegiata per articolare pratiche amorose contro la mente etero. Per le autrici
è infatti indispensabile fuggire dalla eterosessualità normativa interpretata come fonte della
diseguaglianza tra i sessi che si esprime nella coppia eterosessuale vincolata attraverso il con-
tratto matrimoniale, istituzione che eleva e rivela a livello comunitario il vincolo intimo tra
due persone (vincolo che si forgia nella dimensione privata) per superare la subordinazione
a cui le donne sono storicamente forzate.
In quest’articolo mi propongo di analizzare alcune proposte interpretative formulate
da due teoriche della prima e della seconda ondata del femminismo, Kollontaj e Firestone
rispettivamente, nell’intento di illuminare punti di continuità concettuale e di rottura nel
paradigma interpretativo che le editrici di Love hanno definito come critica all’amore come
illusione e/o ideologia. Il testo non sarà un’analisi sistematica dell’opera delle due autrici
ma un lavoro che pretende far luce, attraverso una genealogia concettuale, sulle questioni
propriamente relative all’amore e al ruolo che esso gioca nel mantenere, promuovere o con-
solidare la dominazione delle donne secondo il femminismo materialista, tale come è stato
definito dalle due teoriche. Queste due autrici solo le principali teoriche che elaborano una
riflessione sistematica sull’amore nell’ambito di una tradizione – quella materialista/marxista
– che poco spazio ha dedicato all’analisi sistematica dell’oppressione femminile e all’insieme
di dispositivi ideologici e culturali che la rendono possibile e accettabile per gran parte delle
stesse donne.
L’opera di Kollontaj è stata studiata in maniera sistematica da un ampio numero di au-
tori e autrici, sia per la rilevanza delle sue posizioni nei dibattiti sulla questione femminile e
sui diritti giuridici e politici delle donne in Europa e nella Russia pre e post-rivoluzionaria, sia
per i diversi incarichi politici e diplomatici che la rivoluzionaria ha occupato durante la sua
vita15. L’originalità del suo lavoro risiede, da un lato, nella volontà di includere le donne nella
rivoluzione socialista e dall’altro nell’analisi delle condizioni specifiche di una rivoluzione
fatta dalle donne e per le donne. Per Kollontaj quindi, le donne hanno bisogno di una teoria
e una prassi politica che le liberi da secoli di oppressione materiale e di schiavitù culturale
per poter accedere alla uguaglianza. Come sostiene Ana de Miguel, lucida interprete dell’o-
pera di Kollontaj e sostenitrice dell’estrema originalità della russa nel panorama politico dei
primi anni del ventesimo secolo, il grande contributo di Kollontaj alla causa del femminismo
materialista è stata la presa di coscienza del fatto che non basta abolire la proprietà privata e

13. M. Wittig, The Straight Mind and Other Essays, Cambridge (MA), 1992.
14. A. Rich, “Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence”, Signs: Journal of Women in Culture and
Society, vol. 5, n. 4, Summer 1980, 631-660.
15. A proposito della figura di Aleksandra Kollontaj si vedano: B. Farnsworth, Aleksandra Kollontaii.
Socialism, Feminism and the Bolshevik Revolution, Stanford, 1980; C. Fracassi, Aleksandra Kollontaj e la
rivoluzione sessuale. Il dibattito sul rapporto uomo-donna nell’ Urss degli anni Venti, Roma, 1977; C. Porter,
Alexandra Kollontai. A biography, London, 1980; B. Clements, Bolshevik feminist: the life of Aleksandra Kol-
lontai, Bloomington, 1979.

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lottare per la inclusione delle donne nel tessuto produttivo; è indispensabile promuovere una
rivoluzione della vita quotidiana per forgiare una nuova concezione del mondo e costruire
nuove relazioni tra i sessi16 che favoriscano l’uguaglianza reale di uomini e donne.
Per quanto riguarda i contributi di Shulamith Firestone al dibattito femminista ma-
terialista, i lavori di analisi sono meno numerosi, probabilmente per le dure critiche con
cui La dialettica dei sessi è stato accolto e per le implicazioni politiche di ampio respiro che
la concezione firestoniana della subordinazione femminile implicitamente promuove17. In
particolare le parti del saggio che l’autrice dedica all’amore rivelano le torsioni concettuali
che il concetto di amore come ideologia subisce a partire dagli anni Sessanta, quando la
nozione di ‘classe sociale’ in cui le donne sono diversamente inscritte è sostituita dalla no-
zione di ‘classe sessuale’.

Kollontaj, comunismo e amore


Soltanto una trasformazione fondamentale della psicologia umana, il
suo arricchimento di “potenziale d’amore” può aprire la porta proibita
che conduce all’aria aperta, a rapporti tra i sessi impregnati di maggiore
amore, di reale parentela e, di conseguenza, più felici. Ciò però esige
inevitabilmente una trasformazione fondamentale dei rapporti socio-
economici, in altre parole il passaggio al comunismo.
Kollontaj, 191818

Nonostante il carattere propriamente descrittivo della maggioranza delle riflessioni mar-


xiste sull’origine della famiglia e la subordinazione femminile19, l’opera di Aleksandra
Kollontaj20 offre alle lettrici contemporanee una prima approssimazione ad alcuni ele-
menti di analisi marxista delle relazioni tra uomini e donne e delle strategie che un mo-
vimento operaio e comunista dovrebbe adottare per superare l’organizzazione gerarchica

16. A. De Miguel, “La articulación del feminismo y el socialismo: el conflicto clase-género”, in C. Amorós
y A. De Miguel (Eds), Teoría Feminista: de la Ilustración a la Globalización. De la Ilustración al segundo sexo
1, Madrid, 2007, 297-332, 310. Vedasi anche la opera dedicata esclusivamente a Kollontaj: A. de Miguel,
Marxismo y Feminismo en Alejandra Kollontai, Madrid, 1993.
17. J. Grant, Fundamental Feminism: Contesting the Core Concepts of Feminist Theory, London, 1993, 24-
26.
18. A. Kollontai, Amore, Matrimonio, Famiglia e Comunismo, Milano, 1993, 44.
19. C. Arruzza, “Il genere del capitale: introduzione al femminismo marxista”, in S. Petrucciani (Ed.),
Storia del Marxismo, 3, Roma, 2015, 171-194.
20. Per una breve introduzione all’opera e alla vita di questa eminente rivoluzionaria e pensatrice si veda
A. Kollontaj, Autobiografia di una comunista sessualmente emancipata, Roma, 1973.

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dei sessi nel contesto dell’abolizione di un modo di produzione intimamente vincolato


alla subordinazione femminile21.
Negli anni che precedono la Rivoluzione Russa del 1917 e in quelli immediatamente
successivi, in cui Kollontaj fu attiva politicamente e teoricamente, il femminismo borghese
(denominato così dalle femministe legate al movimento operaio e socialista) articolava le
proprie rivendicazioni attorno a due assi: l’accesso all’istruzione e alla cultura e l’accesso ai
diritti civili e politici come cittadine.
Questi primi obiettivi strategici erano stati definiti dal movimento femminista interna-
zionale nel seno della rivoluzione francese e trovano nelle opere di Wollstonecraft e Olympia
de Gouges due accanite propagandiste22. Si reclamava un’azione combinata che promuovesse
un’educazione inclusiva per favorire il progresso morale e civile delle donne e non le con-
dannasse ad ‘essere educate a essere donne’ (Wollstonecraft); al tempo stesso, si insisteva
perché avessero accesso alla sfera pubblica come votanti. Nella sfera dei diritti, in particolare,
le rivendicazioni liberali si concentravano sul diritto di accesso alla proprietà, all’eredità, al
divorzio e al voto cui le donne avrebbero dovuto accedere in un mondo fondato sull’ideale
di uguaglianza universale di tutti i soggetti difronte alla legge. Nel caso russo, queste riven-
dicazioni si videro finalmente plasmate nel codice civile di famiglia sovietico, approvato nel
1918, in cui si garantisce il riconoscimento dei figli nati fuori dal vincolo matrimoniale e, tra
le tante misure legislative, si riconosce il diritto al divorzio con garanzie economiche e legali
per le donne. Come ricorda Cinzia Arruzza, sarà la Russia Sovietica il primo paese in Europa
a garantire, con l’approvazione di un decreto nel 1920, l’accesso a un aborto gratuito e sicuro
nelle strutture sanitarie pubbliche23.
In ogni caso per un lungo periodo, le diverse posizioni di classe occupate dalle donne
borghesi vicine al movimento liberale e dalle donne proletarie socializzate nelle fabbriche o

21. Aruzza nel “Il genere del capitale:…” (op. cit.) sottolinea che è necessario ricordare che le cause che
determinano l’oppressione delle donne e la subordinazione del genere femminile non costituirono, fino agli
anni Settanta del secolo scorso un campo d’indagine specifico per gli intellettuali vincolati al marxismo
Benché esistano numerose riflessioni sulla condizione femminile nella società borghese, i marxisti ‘classici’
non forniscono una spiegazione teorica articolata del nesso che esiste tra modo di produzione capitalista,
classi sociali e gerarchia tra i sessi né si occupano esplicitamente e ampiamente di definire la posizione
delle donne nella società capitalista dell’epoca. Per una prima analisi delle posizioni marxiste dei teorici
storicamente più rilevanti si veda: K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Roma, 1976; K. Marx,
Capitale. Libro primo, Torino, 2009; K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista, Torino, 1998. A.
Bebel, La donna e il socialismo. La donna nel passato, nel presente e nell’avvenire. In linea: http://www.pcint.
org/40_pdf/18_publication-pdf/IT/donna-socialismo-bebel-w.pdf. [Consulta: 12.06.18]. C. Zetkin, La que-
stione femminile e la lotta al riformismo, Milano, 1977.
22. Per un’agile introduzione al femminismo illuminista e i suoi testi si veda: A. Puleo (Ed.), La ilustración
olvidada. La polémica de los sexos en el siglo XVIII, Madrid, 1993.
23. C. Arruzza, Las sin parte. Matrimonio y divorcios entre feminismo y marxismo, Madrid, 2015, 49.

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nell’ambiente rurale impedivano che gli obiettivi definiti dal neonato movimento femminista
fossero realmente prioritari per tutti i settori della popolazione femminile24.
Como dirà Kollontaj, mentre mille sono i legami materiali e affettivi con l’uomo (pro-
letario), «le aspirazioni della donna borghese sembrano invece strane e incomprensibili. Non
scaldano il cuore del popolo né promettono alla lavoratrice quel futuro luminoso cui volgono
gli occhi tutti gli sfruttati»25.
Un elemento che caratterizzava la condizione delle donne proletarie era la profonda con-
traddizione esistente tra l’essere inserite attivamente nel processo produttivo ed essere incapaci
di garantirsi un’effettiva indipendenza economica dal marito, o dall’uomo, nel seno dell’istitu-
zione famigliare. Come nota Sandra Ezquerra26, a questa incapacità di raggiungere l’autonomia,
dovuta ai salari più bassi con cui si remuneravano le donne, si sommava una crescente ostilità
politica nei confronti delle donne lavoratrici, ritenute responsabili del progressivo collasso del
prezzo della mano d’opera nel contesto globale. In altri termini, gli operai, quelli veri, sentivano
che le loro condizioni di vita e di riproduzione erano fortemente minacciate dalla competizione
con le donne, forza lavoro a bassissimo costo (potevano essere pagate la metà del salario che
ricevevano i loro compagni uomini) il cui inserimento massiccio nel tessuto produttivo era
da evitare. Come la stessa Kollontai sottolinea in Gli elementi sociali della questione femminile,
sebbene le condizioni della produzione gravino su uomini e donne proletarie e li trasformino in
compagni che condividono l’ingrata fatica quotidiana, «le condizioni del lavoro salariato fanno
a volte delle donne le concorrenti e rivali degli uomini»27.
Per Kollontaj quindi la divisione sociale fondamentale è rappresentata dalla classe no-
nostante «la struttura attuale della famiglia opprim[a] le donne di tutte le classi e di tutti gli
strati della popolazione»28. La borghesia, che tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo si
sta trasformando in una classe internazionalmente egemone, si afferma come tale grazie al
controllo delle forze produttive e alla capitalizzazione dello sfruttamento di queste stesse for-
ze. Il controllo che la classe egemone esercita sui corpi dei proletari avviene grazie alla con-
centrazione di questi stessi corpi nelle reti di produzione industriale, nelle grandi fabbriche,
ma si mantiene e perpetua grazie all’uso di quella che potremmo definire come persuasione
ideologica. L’ideologia ha la funzione di mascherare non solo gli interessi economici della
classe dominante, ossia lo sfruttamento che permette al modo di produzione capitalista di
rigenerarsi, ma anche il mantenimento di quelle strutture relazionali e psichiche che offrono
il miglior involucro politico al capitale.

24. C. Arruzza, Las sin parte…, op. cit., 31. Si veda inoltre: C. Sanchez Muñoz, E. Beltrán, S. Alvarez, “Fe-
minismo liberal, radical y socialista”, in E. Beltrán, V. Maquieira, S. Álvarez, C. Sánchez (Eds.), Feminismos.
Debates teóricos contemporáneos, Madrid, 2001, 75-124.
25. A. Kollontaj, “Elementi sociali della questione femminile”, in A. Kollontaj, Vivere la rivoluzione, Mi-
lano, 1979, 55-71, 58.
26. S. Ezquerra, “Por un feminismo anticapitalista del aquí y del ahora”, in C. Arruzza, Las sin partes…
op. cit., 9-20, 10.
27. A. Kollontaj, “Elementi sociali della questione femminile”, in A. Kollontaj, Vivere la rivoluzione… op.
cit., 57.
28. A. Kollontaj, “La fine del matrimonio monogamico”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 21.

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In questo senso per Kollontaj, così come per Marx e Engels, le attuali forme ideologiche
(tutto ciò che non rappresenta la produzione materiale di mercanzie) sono il prodotto degli
interessi di una classe dominante su un’altra e devono essere pensate nella loro dimensione
evolutiva. Per quello che concerne direttamente l’amore, le idee che compongono e sostengo-
no le rappresentazioni sociali dell’amore così come le pratiche amorose egemoniche (ossia le
più comuni e quelle che sono definite come desiderabili in un tempo e in un luogo preciso)
sono il risultato di complessi negoziati in cui risultano vincitrici quelle forme ideologiche che
maggiormente proteggono, promuovono e incentivano lo sviluppo della società:

Che l’amore non sia affatto un fenómeno privato, una semplice stria tra due cuori che si amano,
che racchiuda in se un principio di coesione prezioso per la collettivitá é dimostrato dal fatto che
umanitá, in tutte le tappe del suo sviluppo storico, ha dettato delle norme per determinare come
e quando l’amore possa considerarsi legittimo (rispondere cioé agli interessi della collettiviá del
momento), e quando invece doveva considerarsi colpevole, criminale (cioé in conflitto con gli
obbiettivi posti dalla societá).29

Non solo l’ideologia amorosa è cambiata nel tempo e ha creato forme di vincolo diffe-
renti in contesti storici differenziati ma apparirà trasfigurata nel futuro post-rivoluzionario
in quanto espressione di nuove relazioni sociali ed economiche tra le genti dell’avvenire. In
altre parole, se l’ideologia amorosa appare come espressione delle relazioni disuguali tra le
classi, la rivoluzione per la socializzazione dei mezzi di produzione determinerà la fine del-
la disuguaglianza sociale e, in ultima istanza, creerà un nuovo credo amoroso, espressione
dei mutati rapporti di classe.
In L’amore e la nuova morale del 1918 Kollontaj offre al lettore una visione di quale
dovrebbe essere un ordine morale generale che favorisse gli interessi profondi e trans-storici
della comunità umana.30 L’autrice analizza l’attuale morale borghese che nel contesto della
società capitalista stabilisce quali sono le forme di relazioni legittime. Kollontaj afferma che
esistono solo due obiettivi che regolano l’interazione dei soggetti sessuati: da un lato, la vo-
lontà di generare una discendenza sana condiziona una prospettiva morale che favorisce la
specie (tabù dell’incesto, pratiche esogamiche di unione coniugale ecc.); dall’altro, la morale
sessuale, che in una situazione storica determinata, compie la funzione di tutelare il benes-
sere psichico della società in generale. Sebbene l’obiettivo ultimo sia la difesa degli interessi
della collettività umana in quanto tale, la morale borghese, ossia quella morale sociale che
attualmente si occupa di articolare le energie pulsionali legate all’amore a favore della classe
storicamente egemone, non può costituirsi come ordine morale valido per promuovere gli
interessi della società futura (ossia della società comunista in cui i proletari creeranno una
morale comune fondata sulla generosità e sullo spirito cameratesco). Risulta evidente infatti
che gli obiettivi legati alla regolazione delle pratiche e le proibizioni a favore della specie ap-
paiono essenziali per mantenere un ordine civilizzatore, mentre quelli vincolati al benessere

29. A. Kollontaj, “Largo all’eros alato!”, in A, Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 63.
30. A. Kollontaj, “L’amore e la nuova morale”, in A, Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 41-59.

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psichico generale si riferiscono a una forma particolare di organizzare il vincolo amoroso


che si colloca evolutivamente su un gradino superiore rispetto all’attuale morale borghese.
Durante l’era della borghesia, gli interessi specifici delle singole unità di riproduzione sociale,
delle coppie organizzate giuridicamente in famiglie primano sugli interessi generali perché
costituiscono il nucleo base di riproduzione del modo di produzione capitalista.
In altre parole:

L’attuale morale che serve unicamente gli interessi della proprietá, non adempie né all’uno né
all’altro di questi compiti. Tutto il complicato codice della morale sessuale contemporanea, con
il matrimonio monogamico indissolubile, che solo raramente ha come base l’amore […], non
solo non contribuisce al risanamento e al miglioramento della razza, ma favorisce addirittura la
‘selezione sessuale in senso inverso’ 31.

In questo senso le campagne delle donne, femministe e comuniste, dovranno essere


rivolte a rompere il velo d’inviolabilità della morale sessuale dell’epoca per renderla compa-
tibile con le necessità vitali dell’umanità nella sua totalità32. Infatti, tutte le riforme sociali,
sebbene precondizioni indispensabili per promuovere nuove relazioni tra i sessi, sono inca-
paci di risolvere la crisi sessuale che affligge la società europea degli anni Venti33. Per Kollon-
taj, quindi, le azioni intraprese dovrebbero rivelare non solamente i limiti delle concezioni
contemporanee ma anche il sostrato profondo d’interessi di classe che legittima certe visioni
deficienti del vincolo amoroso, che limita l’alto potenziale di trasformazione di cui gode l’a-
more come emozione psicosociale e capacità congenita degli esseri umani. L’indissolubilità
del vincolo matrimoniale, durante il dominio della borghesia, permette sia il consolidarsi
della proprietà sia la sua trasmissione intergenerazionale:

L’amore non é legittimo che in vista del matrimonio. Al di fuori del matrimonio legale, l’amore
é immorale. Va da sé che questo ideale era dettato da considerazioni meramente economiche: la
volontá di impediré la dispersione del capital tra i figli naturali. Tutta la oral della boghesia era
fondata su questa volontá: assicurare la concentrazione del capitale.34

31. A. Kollontaj, “L’amore e la nuova morale”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 42.
32. A. Kollontaj, “L’amore e la nuova morale”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 42: «Strappare
alla morale sessuale l’aureola dell’inviolabile ‘imperativo categorico’, accordarla con i bisogni pratici vitali
e con le esigenze dell’avanguardia dell’umanità: questo è il compito all’ordine del giorno ed esso reclama
imperiosamente l’attenzione meditata e consapevole di tutti i socialisti».
33. La crisi sessuale è definita da Kollontaj come espressione dell’ingiustizia implicita nell’esistenza di
una doppia morale, una che controlla normativamente e determina la condotta sociale degli uomini e l’al-
tra quella delle donne. Questa riflessione appare centrale nell’opera di alcuni teorici utopisti che l’ hanno
preceduta: cfr. in particolare A. Wheeler, y W. Thompson, La Demanda de la Mitad de la Raza Humana, las
Mujeres, Granada, 2001.
34. A. Kollontaj, “Largo all’eros alato!”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 73.

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Allo stesso tempo, in un mondo di relazioni tendenzialmente instabili perché inserite


materialmente nel flusso del tempo e degli eventi, e chiaramente fondate su un’ignoranza
profonda dell’altro (matrimoni di convenienza organizzati dalle famiglie per favorire unioni
economiche che promuovano la prosperità materiale), il principio d’indissolubilità non sol-
tanto è irrazionale ma rivela il suo carattere ideologico e la logica proprietaria che sottende
alla sua stessa creazione. In questi tipi di unione l’altro, ovvero la donna, si trasforma in
un oggetto posseduto e l’estasi trasformatrice del godimento amoroso perde il suo benefico
influsso per convertirsi in un’emozione tiepida, che rende l’anima povera, e in un affetto ‘uti-
lizzabile’ e funzionale alla cristallizzazione e generalizzazione di forme esistenti di relazione
fondate sulla proprietà:

I fattori dell’indissolubilità e della proprietà nel matrimonio legale hanno un effetto nocivo
sull’anima umana, perché essi non richiedono che pochi sforzi psichici per conservare l’affetto
del proprio compagno di vita, legato da catene esterne. L’attuale forma del matrimonio legale
impoverisce l’anima e non contribuisce in alcun modo all’accumulazione nell’umanità delle
riserve di quel grande amore35.

Il grande amore di cui parla Kollontaj sarà raggiungibile e sperimentabile come passio-
ne psicosociale solamente quando muteranno le relazioni socio-economiche che articolano
l’ordine simbolico e ideologico, ossia con il passaggio alla società comunista. Nel frattempo la
società europea si vede condannata a un’impotenza amorosa che risulta espressione morale
dell’essenza individualista e competitiva dell’ordine sociale capitalista. Le donne appaiono
come vittime per antonomasia di quest’amore degradato e asfissiante fondato sulla fami-
glia come unità di accumulazione e di valorizzazione del capitale. Non solo come oggetto di
scambio tra gli uomini36, ma soprattutto come individui la cui vita si limita alle esperienze
amorose – intese come esperienze vincolate semplicemente alle necessità riproduttive della
specie – e il cui destino sociale è marcato da un «cuore» sprovveduto e da una volontà debole.
Nella lettera a un compagno, intitolata Largo all’ Eros alato! (1923), Kollontaj approfon-
dirà alcuni dei temi trattati nei suoi testi precedenti e si dedicherà in particolare a definire
con più precisione la «ideologia proletaria dell’amore», ossia in che termini l’amore come
emozione psicosociale si riarticolerà nella società comunista realizzata. Sebbene ancora una
volta non ci si trovi di fronte a una lettura analitica che risponda alla domanda ‘cos’è l’amo-
re?’, questo breve scritto offre una molteplicità di chiavi di lettura per comprendere come
l’amore si plasma a partire degli interessi e dell’ideologia della classe dominante e quali pos-
sono essere i fulcri di una resistenza anti-egemonica nel campo degli affetti e delle pratiche
sociali che investono le relazioni tra i sessi. Infatti, come ben rileva l’autrice, secondo la logi-
ca comunista è indispensabile che la vittoria dei principi e degli ideali comunisti nei campi

35. A. Kollontaj, “L’amore e la nuova morale”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 46.
36. G. Rubin, “The Traffic in Women: Notes on the ‘Political Economy’ of Sex”, in R. R. Reiter (Ed.),
Toward an Anthropology of Women, New York, 1975, 157-210.

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Monográfico Comizi d’ amore. L’ amore e il femminismo materialista

della politica e dell’economia sia accompagnata da una nuova concezione del mondo e dei
sentimenti e da una rivoluzione nella struttura spirituale dell’umanità. L’obiettivo della let-
tera è quindi quello di illustrare quali sono gli elementi di rottura dell’ideologia proletaria
con rispetto alle relazioni amorose esistenti sotto il dominio del capitale. In altri termini,
e usando le sue parole, la questione centrale a cui Kollontaj pretende di dare una risposta
scientifica attraverso l’analisi marxista delle relazioni amorose è la seguente: che posto deve
occupare l’amore nelle nuove relazioni sociali, espressioni di una nuova umanità, e, di conse-
guenza, quale dev’essere l’ideale amoroso che risponda agli interessi della classe che lotta per
dominare tali relazioni sociali?37 Per la rivoluzionaria, nella società comunista, espressione
di un’umanità rinnovata, la logica dell’amore prigioniero dentro il matrimonio e la famiglia
riproduttiva sarà sovvertita e s’imporranno relazioni erotiche espressione di un amore alato,
libero, scelto e solidale. La nozione di solidarietà in questo contesto si riferisce al riconosci-
mento collettivo del vincolo che unisce uomini e donne in quanto membri politicamente
coscienti di una società in costruzione, fondata sul principio della comunità di interessi e di
reciprocità. Le pulsioni vitali profonde liberate dai vincoli imposti dalle istituzioni borghesi
(il matrimonio, ma pure la prostituzione come unica forma di erotismo ‘impoverito’ che può
soddisfare gli impulsi sessuali di chi non è legittimamente sposato38) potranno esprimere non
soltanto l’attrazione fisica tra i sessi, che trova la sua origine nella biologia (eros senza ali),
ma anche un complesso insieme di emozioni morali e spirituali che Kollontaj denomina ‘eros
alato’ 39. L’idea che l’altro ci appartiene completamente –secondo la logica proprietaria – sarà
sostituita da un sentire comune in cui l’altro, autonomo e uguale, si concede liberamente e,
attraverso l’unione carnale, tesse una rete estesa di relazioni tra anime, cuori e spiriti che per-
mette la realizzazione degli ideali di cameratismo e unità della classe lavoratrice40:

In quel momento, i ‘vincoli di simpatia’ tra tutti i membri della nuova società saranno svilup-
pati e consolidati, la ‘forma dell’amore’ sarà molto più grande , e l’amore-solidarietà avrà un
ruolo motore analogo a quello della concorrenza e dell’amor proprio nella società borghese.
Il collettivismo dello spirito e della volontà riporterà la sua vittoria sulla fatuità individualista
[…]; molteplici e svariati vicoli uniranno le persone in una vera comunanza spirituale e morale.
I sentimenti degli uomini si indirizzeranno verso lo sviluppo della coscienza sociale, mentre l’i-
nuguaglianza tra i sessi […] e ogni forma di dipendenza della donna dall’uomo saranno scom-
parsi senza lasciar traccia41.

37. A. Kollontaj, Autobiografia… op. cit., 150.


38. A. Kollontaj, “L’amore e la nuova morale” … op. cit., 47: «La prostituzione […] offusca gli impulsi
morali, insudiciando e deformando la coscienza erotica e facendo sì che l’uomo e la donna si capiscano
sempre meno, sappiano sempre meno amarsi reciprocamente, senza abusare l’uno dell’altro».
39. A. Kollontaj, “Largo all’eros alato!”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 75-77.
40. A. Kollontaj, “Largo all’eros alato!”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 75-77.
41. A. Kollontaj, “Largo all’eros alato!”, in A. Kollontaj, Amore, Matrimonio… op. cit., 82.

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In altri termini, secondo Kollontaj, l’ideologia della classe lavoratrice non imporrà nes-
sun limite formale all’amore, ossia non gli taglierà le sue splendide ali multicolori, né lo sfrut-
terà per perpetuare ideali falsi, come quello che descrive una limitata capacità d’amare degli
esseri umani e che giustifica a livello simbolico l’istituzione del matrimonio come la miglior
forma di regolamentazione delle relazioni tra i sessi. Nella società comunista questo nuovo eros
trasfigurato sarà espressione di una nuova psicologia comunitaria, in cui i cuori degli amanti
non si isolano ma, viceversa, si nutrono del calore e della vicinanza di tutti i suoi membri.

Firestone, la radicalità del corpo e l’ amore


Aleksandra Kollontaj dedicò gran parte della sua opera teorica all’analisi materialista delle
relazioni amorose e all’intento di definire in che modo l’amore come energia psicosociale po-
teva contribuire al processo rivoluzionario e all’emancipazione delle donne e della umanità
intera. Le sorprendenti intuizioni kollontoniane sulla funzione politica e sociale dell’amore
nell’epoca della borghesia sono riprese negli anni sessanta del ventesimo secolo da Shulamith
Firestone, una delle figure più influenti e controverse della storia del movimento femminista
radicale nordamericano. Teorica brillante di formazione marxista42, vicina alle esperienze del
movimento negro, fu una delle fondatrici di New York Radical Women, un gruppo minorita-
rio che, a partire dal 1967, teorizza il distanziamento dalla Nuova Sinistra nord-americana43
e che, mantenendo posizioni antirazziste e anticapitaliste, si muove per la costruzione di un
fronte femminista che articoli la critica alla supremazia maschile, totalmente assente nelle
diverse formazioni della sinistra socialista e comunista storiche. Nel 1969 rifonderà l’orga-
nizzazione dopo il fallimento del gruppo e la nuova struttura prenderà il nome di New York
Radical Feminist e si articolerà in brigate indipendenti formate da un numero limitatissimo
di membri e disperse in un territorio amplio44.
Grazie alla nozione di ‘dialettica dei sessi’, Firestone introduce una prospettiva che tra-
sforma radicalmente l’analisi marxista tradizionale della dialettica tra classi che aveva domi-
nato il femminismo materialista e di cui Kollontaj fu una delle rappresentanti più in vista.
Secondo l’autrice radicale, la scoperta che il divenire storico non è altro che l’espressione
dell’opposizione tra gruppi antagonisti che lottano per la conquista del potere economico e
politico, creando così le precondizioni per il loro stesso superamento, deve essere integrata

42. C. Amorós rileva la particolare influenza di alcuni teorici della scuola di Francoforte – in particolare
Reich e Marcuse – nella definizione del panorama concettuale firestoniano in “«La dialectica del sexo» de
Shulamith Firestone: modulaciones feministas del freudo-marxismo”, in C. Amorós y A. De Miguel (Eds),
Teoría Feminista… op. cit., 71-105.
43. J. Donovan lo esprime in questi termini: «much of radical feminist theory was forged in reaction
against the theories, organizational structures, and personal styles of the male ‘New Left’» in Feminist The-
ory. The Intellectual Traditions, New York, 2006, 155.
44. Per un’analisi accurata e ampia delle genealogie radicali si veda I. Whelehan, Modern Feminist Thought.
From the Second wave to ‘Post-feminism’ , Edinburgh, 1995.

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dall’analisi delle strutture più profonde che articolano la divisione fondamentale degli esseri
umani in due gruppi: gli uomini e le donne. Alla coscienza dell’esistenza delle classi econo-
miche si unisce la consapevolezza che esse non costituiscono gruppi omogenei, dato che si
articolano a partire da una divisione più profonda, astorica e di ordine biologico presente in
tutti i gruppi umani fin dagli albori della civilizzazione. La nuova visione radicale proporrà
la seguente ridefinizione del materialismo, fondata sulla dialettica del sesso come elemento
primigenio:

Il materialismo storico rappresenta una concezione del corso della storia che cerca la causa ul-
tima e la grande forza motrice di tutti gli eventi storici nella dialettica dei sessi: nella divisione
della società in due distinte classi biologiche per la riproduzione procreativa, e nelle lotte di
queste classi tra loro; nelle trasformazioni dei modi di matrimonio, riproduzione e cura della
prole; nello sviluppo correlato di queste classi (caste) differenziate fisicamente; e nella divisione
del lavoro basata sul sesso che portò al sistema (economico) di classe45.

L’integrazione di elementi sovrastrutturali, ossia non economici, all’analisi, permette di


articolare la nozione di dominazione, che si rivela particolarmente utile per comprendere come
opera il sesso nel definire la posizione degli individui nelle dense reti sociali di relazione e inter-
dipendenza. L’amore occupa una posizione centrale nell’analisi materialista di Firestone perché
rappresenta, nell’universo delle relazioni tra classi antagoniste, uno degli elementi sovrastruttu-
rali che giocano un ruolo di primo piano nel consolidare l’oppressione delle donne.
È importante ricordare qui che sebbene l’analisi marxista permetta di far luce sulle
dinamiche sociali ed economiche dell’ordine civilizzatore46 , essa appare alle radicale come
riduttiva e limitata quando si vogliano comprendere le ragioni per cui le donne non solo
hanno occupato una posizione di subordinazione in tutte le tappe dello sviluppo delle
società umane e in contesti geografici distinti, ma anche come tale subordinazione risulti
accettabile ai loro occhi47.
In altri termini, per Firestone le classi sessuali nascono dai diversi attributi biologici
dei corpi, dalle distinte configurazioni organico-riproduttive dei corpi che trascendono la
dimensione fattica per proiettarsi nel mondo sociale, articolando posizioni economiche, giu-
ridiche e simboliche48. In questo senso le forme politiche e giuridiche, le convinzioni religiose

45. S. Firestone, La dialettica dei sessi: Autoritarismo maschile e società tardo-capitalista, Bologna, 1971, 26.
46. F. Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Roma, 2005.
47. H. Hartmann, “The Unhappy Marriage of Marxism and Feminism: Towards a More Progressive
Union”, in L. Sargent (Ed.), Women and Revolution: A Discussion of the Unhappy Marriage of Marxism and
Feminism, Cambridge (MA), 1981, 1-42.
48. Katherine MacKinnon, un’altra radicale particolarmente influente nel dibattito conosciuto come Sex
Wars, durante gli anni Novanta scriverà a proposito della capacità di sussunzione di tutti gli ordini del reale
in un universo androcentrico: ‘Men’s physiology defines most sports, their health needs largely define in-
surance coverage, their socially designed biographies defined workplace expectations and successful career
patterns, their perspectives and concerns define quality in scholarship, their experiences and obsessions de-
fine merit, their military service defines citizenship, their presence defines family, their inability to get along

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così come gli ideali amorosi di cui qui ci stiamo occupando, appaiono nella concezione di Fi-
restone come espressioni della classe egemone, quella degli uomini, all’interno dell’organiz-
zazione sociale patriarcale che si esprime nella famiglia come cellula riproduttiva e attraverso
il capitalismo come modello economico. La costituzione della famiglia come unione di due
individui appartenenti a due classi sessuali distinte e antagoniste è resa possibile dall’amore
che nell’era della borghesia funziona come dispositivo ideologico che legittima il vincolo non
solo nella sfera pubblica ma anche nella psichica.
Tutti questi elementi sono resi espliciti nel sesto capitolo di La dialettica dei sessi, in-
teramente dedicato al ruolo dell’amore nella costruzione della relazione di subordinazione
della classe delle donne nella società patriarcale. Come Firestone riconosce, è indispensabile
una riflessione femminista sistematica sull’amore e ‘un libro sul femminismo radicale che
non parla dell’amore sarebbe un fallimento politico. Perché l’amore forse più ancora della
procreazione, è il perno dell’oppressione delle donne al giorno d’oggi’ 49. Un’analisi esaustiva
delle relazioni esistenti tra le donne e l’amore non solo è centrale per qualsiasi progetto radi-
cale di comprensione delle relazioni tra i sessi, ma si presenta anche come una minaccia alle
fondamenta culturali e simboliche dell’ordine sociale esistente50. Infatti, mentre gli uomini
si sono dedicati alla creazione di capolavori, le donne sono state virtualmente escluse dalla
cultura e dall’espressione di una creatività che non fosse inerente alla capacità biologica di
creare carne e corpi attraverso la gestazione:

Gli uomini pensavano, scrivevano e creavano, perché le donne riversavano la loro energia in
questi uomini; le donne non creano la cultura perché si preoccupano dell’amore51.

Nel testo, l’analisi di Firestone si concentra sull’amore romantico, ossia su una forma
specifica di amore che vincola uomini e donne all’interno della coppia eterosessuale e che
compone e legittima il vincolo proprietario che – per lo meno a livello ideologico – unisce
e permette il consolidamento della famiglia patriarcale. La famiglia è, per la radicale, l’unità
prima di sfruttamento della capacità riproduttiva femminile e, per tanto, cellula primigenia
che deve essere abolita nella società futura in cui le donne saranno libere e, per tanto, gli at-
tributi biologico-sessuali diverranno irrilevanti. Nella società utopica che Firestone disegna,
non c’è spazio – grazie alle nuove tecnologie riproduttive – per la schiavitù materna a cui le
donne sono state storicamente sottomesse. In senso lato, avverte l’autrice, la cultura e la civil-
tà sono rese possibili dall’amore (romantico) che le donne nutrono per gli uomini o è proprio
il vincolo amoroso, come dicevo, a permettere il costituirsi della famiglia come cellula di
sfruttamento delle loro capacità riproduttive:

with each other— their wars and rulerships— defines history, their image defines god, and their genitals
define sex’ in C. MacKinnon, Toward a Feminist Theory of the State, Cambridge (MA), 1989, 223.
49. S. Firestone, The Dialectic of Sex… op. cit., 126. Corsivo mio.
50. S. Firestone, The Dialectic of Sex… op. cit., 137.
51. S. Firestone, The Dialectic of Sex… op. cit., 137.

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Monográfico Comizi d’ amore. L’ amore e il femminismo materialista

L’amore è il substrato della cultura (maschile), proprio come l’amore è il punto debole di ogni
uomo, teso a dimostrare la sua virilità in quel vasto mondo maschile di viaggi e avventure. Le
donne hanno sempre saputo quanto gli uomini abbiano bisogno di amore, e quanto respingano
questo bisogno52.

L’ideale romantico facilita l’avvicinamento di uomini e donne che, per la conforma-


zione gerarchica delle relazioni tra i sessi, occupano due universi paralleli e tendenzialmen-
te inavvicinabili. Le emozioni associate all’amore permettono che un interesse puramente
sessuale da parte dell’uomo si manifesti come espressione di una necessità emotiva a cui le
donne, per la forma in cui sono state storicamente socializzate come responsabili della cura,
risulta irresistibile. Inoltre, l’amore funziona, nel caso degli uomini, come dispositivo emoti-
vo per rendere desiderabili, attraverso un processo d’idealizzazione, le relazioni con un grup-
po subalterno che appare caratterizzato da alcuni tratti abbietti53. Usando un modello inter-
pretativo derivato dalla psicoanalisi di matrice freudiana, Firestone sostiene che gli uomini
sono degli invalidi dal punto di vista emotivo e che è proprio la necessità di complementare
questo psichismo deficiente che rende le donne come classe un elemento necessario, per non
dire indispensabile, per promuovere certo benessere sociale; agli occhi delle donne viceversa
l’amore rendere tollerabile il loro sfruttamento come classe riproduttiva.
L’ideologia amorosa, in Firestone, è quindi un oppiaceo, come direbbe Marx parlan-
do della religione; fa in modo che le donne credano fermamente che la loro missione vitale
risiede in amare gli uomini e la prole e subordina qualsiasi istanza di autodeterminazione
agli interessi della classe biologica dominante. Il romanticismo, secondo Firestone, cresce
proporzionalmente allo sviluppo delle condizioni oggettive per la liberazione delle donne
dall’imperativo riproduttivo54. L’amore romantico come ideologia che idealizza le relazioni
tra le classi sessuali permette che si installi nella psiche sociale l’idea che la donna è sempli-
cemente oggetto/soggetto d’amore, contribuendo così alla sua de-valorizzazione come indi-
viduo. In sintesi, per le donne come gruppo subalterno, le condizioni di sfruttamento a cui
sono sottoposte in quanto corpo sociale riproduttivo scompaiono grazie all’ideale romantico
in un’illusione di felicità garantita a livello individuale dalla presenza nella loro vita di un
uomo, dall’amore di cui sono oggetto idealizzato e dal sesso (che nel contesto patriarcale e
capitalista della famiglia mononucleare assume prevalentemente un carattere riproduttivo).

52. S. Firestone, La dialettica dei sessi… op. cit., 138.


53. S. Firestone, La dialettica dei sessi… op. cit., 142: ‘Un uomo deve idealizzare una donna al di sopra
delle altre per giustificare la sua discesa a una casta inferiore. Le donne non hanno alcun motivo del genere
per idealizzare gli uomini – in realtà, quando la propria vita dipende dalla capacità di ‘psicoanalizzare’ gli
uomini, una simile idealizzazione potrebbe essere pericolosa – anche se il timore del potere maschile in
generale può trasferirsi nelle relazioni con singoli uomini, creando apparentemente lo stesso fenomeno’.
Corsivo mio. Per un’ampia analisi della donna come Altra e dei caratteri abbietti della femminilità si vedano
S. de Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore, 1994 e J. Kristeva, I poteri dell’orrore. Saggio sull’abiezione,
Spirali, 2006.
54. S. Firestone, La dialettica dei sessi… op. cit., 157: ‘Il romanticismo si sviluppa in proporzione alla libe-
razione delle donne dalla loro biologia’.

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Conclusioni: Kollontaj y Firestone a confronto o dell’ amore come


ideologia
Se uno dei miei obiettivi principali era quello di identificare i principi dell’amore come ide-
ologia diagnosticato dalle teoriche dei Love Studies e del volume in due autrici appartenenti
al femminismo materialista, siamo ora in condizione di affermare che le lucide analisi delle
due pensatrici, la bolscevica Aleksandra Kollontaj e la radicale nordamericana Shulamith Fi-
restone hanno contribuito in maniera rilevante alla formulazione e consolidazione di questa
visione dell’amore e del ruolo che esso gioca nel mantenimento delle strutture di dominazio-
ne nella società capitalista e nel contesto delle relazioni sociali tra i sessi.
Per Kollontaj l’attuale costruzione simbolica delle relazioni amorose rappresenta l’e-
spressione delle relazioni disuguali tra le classi sociali e uno degli strumenti chiave che per-
mette lo sfruttamento delle donne come gruppo sociale dentro di una società che organizza
i corpi in reti di produzione industriale ma che mantiene il controllo e la pace sociale grazie
all’uso della persuasione ideologica. Qui l’ideologia ha la funzione di mascherare non solo
gli interessi economici della borghesia come classe dominante ma anche il mantenimento di
quelle strutture relazionali e psichiche che offrono il miglior involucro politico al capitale. Le
donne come gruppo subordinato vivono una condizione comune in quanto donne però i loro
interessi storici differiscono dipendendo dalla posizione che occupano nella società di classe
in generale. Le donne proletarie –in quanto proletarie– rappresentano un soggetto politico
privilegiato destinato a promuovere una visione dell’amore e un insieme di pratiche che fa-
ranno di questo sentimento un fattore di coesione e di rigenerazione sociale per l’umanità
intera. Infatti, le donne proletarie, fautrici della rivoluzione comunista per la socializzazione
dei mezzi di produzione e della fine della disuguaglianza sociale, creeranno e praticheranno
un nuovo credo amoroso vincolato all’amore come pulsione pura, primigenia e trasformatri-
ce; vale a dire esprimeranno attraverso le loro pratiche amorose un sentimento che si rivela
espressione più autentica di una ‘capacità’ umana che la borghesia ha storicamente corrotto e
sfruttato a favore d’interessi parziali e meschini.
Firestone in Dialettica dei sessi riprende (sebbene non esplicitamente) le riflessioni di
Kollontaj e considera le attuali forme ideologiche, cioè tutto ciò non direttamente vincolato
alla produzione materiale di mercanzie, come prodotto degli interessi di una classe domi-
nante su un’altra. In questo senso anche per la radicale le idee che sostengono le pratiche
amorose più comuni e quelle che sono definite come desiderabili in un tempo e in un luogo
preciso sono l’espressione di una egemonia di classe. Nonostante le due autrici compartano
la nozione di classe come elemento articolatore principale della riflessione, contraddittoria-
mente questa stessa idea rivela una distanza insanabile tra le loro formulazioni. Per Firesto-
ne infatti la classe egemone non sarà la borghesia ma la classe degli uomini che dominano
le donne grazie allo sfruttamento delle loro capacità riproduttive innate. Se consideriamo
quest’aspetto, ossia l’enfasi nell’articolare la nozione di classe sociale in Kollontaj in contrap-
posizione all’idea di classe sessuale promossa da Firestone, la differenza tra le due teoriche si
rivela enorme non solo concettualmente ma anche per le diverse pratiche politiche che que-
ste posizioni hanno generato tra le donne appartenenti ai movimenti femministi successivi.
Sul piano concettuale l’enfasi che Kollontaj aveva posto nell’analisi delle strutture produttive

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Monográfico Comizi d’ amore. L’ amore e il femminismo materialista

e riproduttive del modo di produzione industrial-capitalista e delle sue implicazioni per le


donne scompare. Nella riflessione di Firestone la visione evolutiva delle relazioni tra le classi
sociali e per tanto di quelle tra i sessi è sostituita da un’interpretazione astorica che acquista
validità grazie al dispositivo discorsivo del patriarcato che l’autrice eredita dalla teorica Kate
Millet.
Per quanto si riferisce alle pratiche politiche che le due versioni articolano, nel caso di
Kollontai le donne proletarie come soggetto antagonista lottano negli anni venti e lotteranno
in futuro al fianco di uomini proletari organizzati attorno al partito dei lavoratori e al bol-
scevismo. Le alleanze saranno pertanto di classe, i lavoratori uniti promuoveranno la nascita
e il consolidamento di un ordine sociale che a livello simbolico trova nell’amore una delle
sue espressioni. Per Firestone e per le donne che, dagli anni settanta del secolo scorso, mili-
tano nel fronte radicale le alleanze saranno necessariamente femminili e gli uomini saranno
percepiti come i nemici principali contro cui lottare. Alla logica dell’alleanza di classe si op-
porrà un’alleanza interclassista – secondo una visione marxista classica – a cui solo le donne
avranno accesso e l’associazionismo militante misto sarà rapidamente sostituito per forme di
separatismo politico e associativo.
L’apparente scomparsa delle classi sociali e la frequenza con cui, a partire dagli anni
ottanta del secolo scorso, si parla della fine della lotta di classe non può farci supporre la scon-
fitta della lotta femminista e una perdita della sua rilevanza a livello europeo e internazionale;
ne sono prova le continue mobilitazioni moltitudinarie di cui siamo stati spettatrici negli
ultimi anni. In questo contesto di mobilitazione fuori e dentro le istituzioni accademiche, le
due autrici ci insegnano che non solo non ci può essere eguaglianza sociale senza che esita
un’uguaglianza sessuale tra corpi diversamente conformati, ma che la riflessione sull’amore
deve occupare un ruolo centrale nella definizione delle nostre pratiche politiche, sia come
critica ai modelli di amore che fino ad ora hanno vertebrato le relazioni tra i sessi sia come
trampolino concettuale per riflettere sulle nostre possibilità di costruire relazioni gratificanti
e emancipatrici nel futuro.

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