KANT SCHOPENHAUER
Fenomeno Ciò che appare a noi della realtà, Apparenza, sogno, illusione (velo
l’unica realtà accessibile alla di Maya)
conoscenza umana
Schopenhauer ritiene che la volontà di vivere si manifesti nel mondo fenomenico attraverso
due fasi logicamente distinguibili:
• Nella prima la volontà si oggettiva in un sistema di forme immutabili, che egli chiama
platonicamente idee e che considera alla stregua di archetipi del mondo.
• Nella seconda la volontà si oggettiva nei vari individui del mondo naturale, che sono
nient'altro che la moltiplicazione delle idee. Tra gli individui e le idee esiste un rapporto di
copia-modello, per cui singoli esseri risultano semplici riproduzioni dell'unico prototipo
originario che è l’idea.
Volontà : principio supremo da cui tutto dipende. Forza originaria sempre identica a se
stessa, che non vuole altro che volere, energia irrazionale che si manifesta in tutte le cose
della realtà come istinto cieco. Essa, che è l'essenza del mondo, si oggettiva nella natura e
quale principio immanente, si rivela nei modi più diversi anche nell’uomo.
È l’idea: un unico pensiero o ragione che tende a È la volontà di vivere: un’unica forza irrazionale
realizzare e conoscere se stessa. che anima ciecamente il tutto.
Si articola in 3 momenti: Si manifesta in 3 momenti:
• Idea in sè e per sè • Le idee
• Idea fuori di sé • La gerarchia degli enti naturali
• Idea tornata in sé • La volontà autoconsapevole nell’uomo.
Il pessimismo (dolore, piacere e noia): affermare che l'essere è la manifestazione di una
volontà infinita equivale a dire, secondo Schopenhauer, che la vita è dolore per essenza. Infatti volere
significa desiderare e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di qualcosa
che si vorrebbe avere. Il desiderio è assenza, Vuoto e indigenza, ossia dolore. E poiché nell'uomo la
volontà è più cosciente, e quindi più "affamata" che negli altri esseri, proprio l'uomo risulta il più
bisognoso e mancante tra essi, destinato a non trovare mai un appagamento verace e definitivo.
Ciò che gli uomini chiamano godimento (fisico) e gioia (psichica) non sono nient'altro che una
cessazione di dolore, ossia lo scaricarsi di una tensione preesistente: perché ci sia piacere, bisogna per
forza che vi sia uno stato precedente di tensione o di dolore (il godimento del bere presuppone la
sofferenza della sete).
La stessa cosa però non vale per il dolore, che non può essere ridotto a cessazione di piacere: un
individuo può sperimentare una catena di dolori, senza che questi siano preceduti da altrettanti piaceri,
mentre ogni piacere nasce solo come cessazione di una qualche preesistente tensione fisica o psichica
(Non vi è rosa senza spine, ma vi sono parecchie spine senza rose).
Pertanto mentre il dolore, identificandosi con il desiderio, che è la struttura stessa della vita, è un dato
primario e permanente; il piacere è solo una finzione derivata del dolore che vive unicamente a spese
di esso. Infatti il piacere riesce a vincere il dolore solo a patto di annullare se stesso, Poiché non
appena viene meno lo stato di tensione del desiderio cessa anche la possibilità del godimento.
Accanto al dolore che è una realtà durevole, e al piacere che è qualcosa di momentaneo,
Schopenhauer pone una terza situazione esistenziale di base, la noia, la quale subentra quando viene
meno l’aculeo del desiderio.
La vita umana, è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando
attraverso l'intervallo fugace e per di più il illusorio del piacere della gioia. Ma se il dolore
costituisce la legge profonda della vita ("nessuno si è mai veramente sentito felice del presente, a
meno che non fosse ubriaco"), ciò che distingue i casi le situazioni umane è soltanto il diverso modo o
le diverse forme in cui esso si manifesta.
L’illusione dell’amore: il fatto che alla natura interessi solo la sopravvivenza della specie
trova una sua manifestazione nell’amore. L'amore che "si impadronisce della metà delle
forze e dei pensieri dell'umanità più giovane" è uno dei più forti stimoli dell’esistenza.
Tuttavia se l'amore è così forte è solo perché dietro le sue lusinghe il suo incanto stai realtà
il freddo "genio della specie" che mira alla perpetuazione della vita. Quindi il fine dell'amore,
o lo scopo per cui esso è voluto dalla natura, è soltanto l’accoppiamento.
Dietro il fascino di un bel volto c’è in verità un nascosto desiderio sessuale, che con
l'innamoramento si traduce nel ciclo accoppiamento-procreazione: ciò significa che
l'individuo proprio nel momento in cui crede di realizzare maggiormente il proprio godimento
e la propria personalità è in realtà lo "zimbello" della natura.
Manifestazioni di tale essenza biologica dell'amore sono: il caso limite della mantide
femmina (che divora il maschio dopo l'unione sessuale), e la triste constatazione del fatto
che la donna dopo aver adempiuto alla procreazione e all'allevamento dei figli perde ben
presto bellezza e attrattive.
L’amore è dunque un puro strumento per perpetuare la vita della specie: per questo non c'è
amore senza sessualità. Questo è evidente da alcuni passi di sapore pre-freudiano: "ogni
innamoramento, per quanto etereo voglio apparire, affonda sempre le sue radici nell'istinto
sessuale”; "Se la passione di Petrarca fosse stata pagata il suo canto sarebbe ammutolito”.
È per questo che l'amore procreativo viene inconsapevolmente avvertito come "peccato" e
"vergogna". Inoltre esso è responsabile del maggiore dei delitti: cioè la procreazione di altre
creature destinate a soffrire. Schopenhauer afferma che l'amore è nient'altro che "due
infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano, e una terza infelicità che si
prepara”. L'unico amore di cui si può tessere l’elogio non è dunque quello generativo
dell'eros, ma quello disinteressato della pietà.
"Donde ha preso Dante la materia del suo inferno, se non da questo mondo reale?".
(dal testo il mondo come volontà e rappresentazione)
“A 17 anni fui colpito dalla miseria della vita così profondamente quando vidi per la prima
volta la malattia, la vecchiaia, il dolore e la morte. La verità del mondo mi parlava chiaro e
tondo ed ebbe presto il sopravvento sui dogmi ebraici che mi erano stati inculcati; e e la mia
conclusione fu che questo mondo non poteva essere l'opera di un ente assolutamente
buono. Se un Dio ha creato questo mondo, io non vorrei essere Dio; l'estrema miseria del
mondo mi strazierebbe il cuore".
"Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva che attende solo il momento propizio per
scatenarsi e infuriare contro gli altri”.
La cattiveria dell'uomo nei confronti dei propri simili emerge anche dal fatto che le disgrazie
altrui provocano spesso una celata soddisfazione al nostro feroce istinto egoistico, mentre
ogni vantaggio del prossimo ci infastidisce e ci irrita. Di conseguenza se gli uomini vivono
insieme non è tanto per simpatia o innata socievolezza, ma soprattutto per bisogno. E se
esistono lo Stato e le leggi, non è certo per rispondere ad un’umana esigenza di eticità ma
solo perché l'uomo possa difendersi e regolamentare gli istinti aggressivi degli individui.
Questa tesi di Schopenhauer è finalizzata a favorire la scelta della via etica della pietà. Infatti
solo chi ha la sensibilità di avvertire come i rapporti umani si costituiscano perlopiù
nell'orizzonte dell'ingiustizia, può sentire il desiderio interiore di “seminare i fiori
dell’eccezione" che sono giustizia e l’amore.
Schopenhauer individua tre vie di liberazione dal dolore, cioè tre tappe del percorso salvifico
dell’uomo.
L’arte: l’arte è conoscenza libera e disinteressata, che si rivolge alle idee ossia alle forme
pure; il soggetto che contempla le idee, ovvero gli aspetti universali della realtà non è più
l'individuo naturale particolare, sottoposto alle esigenze pratiche della volontà, ma è il puro
soggetto del conoscere, il puro occhio del mondo.
L’ Arte sottrae l'individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani, grazie ad
essa l'uomo più che vivere, contempla la vita elevandosi al di sopra della volontà, del dolore
e del tempo.
Le varie arti si possono ordinare gerarchicamente: esse vanno dall'architettura che
corrisponde al livello più basso (volontà che si manifesta nella materia inorganica) fino alla
scultura, pittura e poesia che hanno per oggetto le idee del mondo vegetale, animale e
umano. Tra le arti spicca la tragedia che costituisce l'autorappresentazione del dramma
della vita.
Un posto a sé occupa la musica, poiché non riproduce mimeticamente le idee, ma si pone
come immediata rivelazione della volontà a se stessa: la musica si configura come l'arte più
profonda e universale e come una vera e propria "metafisica in suoni" capace di metterci in
contatto al di là dei limiti della ragione, con le radici stesse della vita e dell’essere.
Ogni arte è quindi liberatrice poiché il piacere che essa procura è la cessazione del bisogno,
raggiunta attraverso la svincolarsi della conoscenza dalla volontà e il suo porsi come
disinteressata contemplazione. Ma la funzione liberatrice dell'arte è pur sempre
temporanea e parziale e ai caratteri di un gioco effimero oppure di un breve
incantesimo. Essa costituisce soltanto un conforto alla vita.
L’etica della pietà: a differenza della contemplazione estetica, l'etica implica un impegno
nel mondo a favore del prossimo. Essa è infatti un tentativo di superare l’egoismo e di
vincere quella lotta incessante degli individui tra di loro che costituisce l'ingiustizia e che
rappresenta una delle maggiori fonti di dolore per l’uomo. Schopenhauer sostiene (contro
Kant) che la morale non sgorga da un imperativo categorico dettato dalla ragione né da un
ragionamento astratto, bensì da un'esperienza vissuta ovvero da un sentimento di pietà o di
compassione attraverso cui avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri, identificandoci
con il loro tormento.
Non basta sapere che la vita è dolore e che tutti soffrono: bisogna sentire e realizzare
questa verità nel profondo del nostro essere; perciò non è la conoscenza a produrre la
moralità ma è la moralità a produrre la conoscenza. Tramite la pietà sperimentiamo
quell'unità metafisica di tutti gli esseri che la filosofia teorizza ("questo vivente sei tu”).↴
Facendoci capire come il tormentatore e il tormentato, distinti fenomenicamente, siano
noumenicamente una stessa realtà. Solo per il sogno illusorio il malvagio si crede separato
dagli altri e dal dolore, ma il rimorso temporaneo e la duratura angoscia che accompagnano
i suoi misfatti costituiscono l'oscura consapevolezza dell'unità del volere cosmico.
Perciò se ogni malvagità è un disconoscimento dell'unità primordiale degli esseri, ogni atto
di pietà è invece riconoscimento di essa, e va oltre il velo di Maya.
L’ascesi: la morale rimane pur sempre all'interno della vita e presuppone per questo un
qualche attaccamento ad essa. Perciò Schopenhauer persegue una liberazione totale non
solo dall'egoismo e dall'ingiustizia, ma dalla stessa volontà di vivere. Questa liberazione si
raggiunge con l’ascesi.
L'ascesi è l'esperienza attraverso la quale l'individuo, cessando di volere la vita e il volere
stesso, si propone di estirpare il proprio desiderio di esistere, di godere e di volere. Primo
gradino della scesi è costituito dalla "castità perfetta" che libera dalla prima e fondamentale
manifestazione della volontà di vivere: l'impulso alla generazione e quindi alla perpetuazione
della specie.
La rinuncia ai piaceri, l'umiltà, il digiuno, la povertà, il sacrificio e l’auto macerazione tendono
tutte al medesimo scopo che è quello di sciogliere la volontà di vivere dalle proprie catene.
La soppressione della volontà di vivere è l'unico vero atto di libertà che sia possibile
all'uomo.
L'individuo è un fenomeno, ma quando riconosce la volontà come cosa in sé, egli si sottrae
alla determinazione dei motivi che agiscono su di lui come fenomeno.
Nel misticismo ateo il cammino verso la salvezza ha come fine il nirvana buddhista, ovvero
all'esperienza del nulla: un nulla che è relativo al mondo, cioè una negazione del mondo
stesso. Se il mondo con tutte le sue illusioni, sofferenze e rumori è un nulla; il nirvana è un
tutto cioè un oceano di pace e uno spazio luminoso di serenità.