0) Premessa
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Proseguiamo nella descrizione delle funzionalità di AutoCAD Map 3D, occupandoci dell’integrazione
tra dati vettoriali GIS, dati raster e CAD. In molti casi, Map 3D rappresenta la soluzione ideale per
operare in un ambiente dove è necessario utilizzare tutti questi dati, visto che è ormai ampiamente dotato
degli strumenti necessari per gestirli contemporaneamente e per scambiare dati tra formati differenti.
• Per quanto riguarda i dati vettoriali GIS, sono stati ampiamente discussi nella lezione 1. Diamo
quindi per già acquisiti i concetti e le esercitazioni.
• Anche i dati raster sono stati già trattati nella lezione 2, con le relative esercitazioni.
• Per quanto riguarda invece i dati CAD, Map 3D gioca in casa, visto che contiene interamente
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AutoCAD .
Map 3D quindi mette a disposizione tutti i comandi CAD che si possono desiderare, sempre aggiornati
all’ultima versione, per la creazione, modifica, stampa, condivisione dei dati CAD. Inoltre permette di
aprire, modificare, salvare i dati CAD nel loro formato più diffuso, il DWG, e nel formato di scambio
DXF.
Inoltre, Map 3D affianca a quelli CAD altri importanti comandi, dedicati alla preparazione e pulizia dei
dati CAD per l’uso in campo GIS (Correggi cartografia), e all’importazione ed esportazione dei dati dai
formati CAD a quelli GIS e viceversa. Vale la pena di approfondirli.
Infine vedremo in che modo, grazie alla tecnologia FDO, è possibile costruire e gestire progetti che
contengano contemporaneamente dati CAD e dati GIS, sia vettoriali che raster, perfettamente sovrapposti
e gestibili.
Per seguire questa lezione è necessario scaricare dal sito GEOforUS i dati per le esercitazioni,
all’indirizzo:
http://www.geoforus.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=41&Itemid=17
In particolare vengono utilizzati:
• L’immagine raster Landsat in formato ECW.
• Gli Shapefile dei comuni, degli elementi idrici e delle strade per l’importazione in DWG.
• Gli Shapefile degli specchi d’acqua, delle tratte ferroviarie e dei centri abitati per la connessione
diretta come dati GIS.
Naturalmente è possibile utilizzare questa lezione anche con i propri dati.
E’ doveroso ringraziare la Regione Abruzzo per la sensibilità dimostrata nel mettere a disposizione questi
dati, fondamentali per la realizzazione di una lezione basata su di un caso reale.
Naturalmente è possibile anche aprire e salvare i dati CAD già creati, in formato DWG o DXF.
E’ importante sapere che questi due formati non sono rimasti sempre uguali nel tempo. Per introdurre
alcune importanti innovazioni, come per esempio lo storico superamento del limite dei 256 colori,
Autodesk ha stabilito di aggiornare il formato DWG ogni 3 anni, quindi ogni 3 versioni del suo software.
Sono disponibili, quindi, numerose versioni dei formati DWG e DXF, com’è possibile notare nella Figura
2.
Il primo passaggio ci permette di selezionare facilmente gli oggetti che vogliamo correggere, e quelli da
ancorare, cioè utilizzare come punto fisso di appoggio per le modifiche. Una volta selezionati gli oggetti
oppure i layer, facciamo clic sul pulsante Avanti.
Il secondo passaggio contiene le azioni che possiamo applicare agli oggetti selezionati. Un aspetto molto
interessante sta nella possibilità di applicare molte azioni diverse, una dopo l’altra, in un colpo solo.
Ad esempio, è possibile dividere le intersezioni e poi cancellare gli oggetti corti, che molto probabilmente
vengono generati da questa azione. Sarebbe troppo lungo qui descrivere nel dettaglio le 11 azioni
disponibili: alcune sono intuitive, ma per le altre basta premere il bottone “?” per aprire la Guida in linea,
dove vengono spiegate tutte in modo molto efficace.
Una volta selezionate le azioni da applicare e le relative tolleranze, in basso è possibile scegliere
l’opzione che stabilisce se procedere in modo automatico o interattivo: La modalità interattiva chiederà
conferma per ogni oggetto modificato, quindi è consigliabile solo nel caso le correzioni da applicare siano
poco numerose. Facciamo clic sul pulsante Avanti.
Anche il terzo passaggio è molto interessante, perché permette di scegliere metodi di correzione
importanti. Ad esempio, la trasformazione degli archi e dei cerchi in polilinea permette di esportare questi
oggetti in formato Shapefile, che non li supporta. Oppure la trasformazione da polilinea 3D a polilinea
semplice permette di portare sullo zero i vertici di polilinee 3D che, allo stesso modo, difficilmente
possono essere esportate in altri formati GIS. Facciamo clic sul pulsante Avanti.
Infine il quarto passaggio dell’autocomposizione permette di scegliere i contrassegni di errore. Premendo
il pulsante Fine tutte le azioni prescelte verranno applicate. Al termine apparirà un rapporto sul totale di
oggetti modificati, cancellati o creati.
Si apre la finestra Posizione di importazione: portiamoci nella cartella che contiene i dati, che sono stati
resi disponibili in uno dei più diffusi formati GIS, lo shapefile di ESRI. Per vedere i file di questo formato
è necessario aprire la tendina in basso, di fianco a Tipo file, e scegliere ESRI Shapefile (*.shp).
Il formato Shapefile in cui sono stati resi disponibili i dati prevede un file differente per ogni layer:
possiamo però importare diversi shapefile in un colpo solo, tenendo premuto il tato Ctrl prima di
selezionare i file.
• In alto a sinistra, nel riquadro Sistema di coordinate della Carta corrente, è possibile indicare il
sistema di coordinate utilizzato dal DWG corrente, per far sì che i dati GIS vengano trasformati
per adeguarvisi. In questo caso, è necessario indicare il sistema di coordinate originale dei dati
GIS nella parte centrale, sotto Proprietà di importazione dei layer, nel campo Sistema di
coordinate, se già non è stato riconosciuto automaticamente. Non useremo ora questa opzione,
maggiori informazioni sui sistemi di coordinate verranno date nella Lezione 4.
• In alto a destra, nel riquadro Filtro dati spaziali è possibile limitare l’importazione dei dati alla
vista corrente, oppure ad una finestra creata appositamente. Questo presuppone che il DWG sia
già posizionato su di una cartografia di base, e si desideri importare solo i dati che ricadono in una
certa zona. Non useremo ora questa opzione perché vogliamo importare tutti i dati della regione.
• Al centro, sotto Proprietà di importazione dei layer, è importante notare che ogni shapefile verrà
importato su di un layer CAD che avrà, di default, lo stesso nome del file. Questo nome può essere
personalizzato, oppure è possibile usare un layer CAD già esistente: basta fare clic nel campo
desiderato sotto Layer di Carte ed aprire con l’apposita piccola freccia verso il basso l’elenco dei
layer CAD disponibili. Inoltre, facendo clic in un campo sotto Layer di Carte appare anche un
piccolo bottone che permette ulteriori opzioni avanzate.
• Sempre al centro, sotto Proprietà di importazione dei layer è presente l’opzione Dati. Questa
permette di importare gli attributi alfanumerici dello Shapefile nel DWG. Purtroppo l’opzione, di
default, è disattivata: quindi è necessario indicare esplicitamente l’importazione degli attributi,
altrimenti verranno importate solo le geometrie degli oggetti, perdendo una parte molto importante
delle informazioni. Basta fare clic nel campo desiderato e poi sul piccolo bottone che appare di
fianco per aprire la finestra Dati degli attributi. In questa finestra attiviamo l’opzione Crea dati
oggetto per importare gli attributi alfanumerici degli Shapefile nelle tabelle dati oggetto di Map
3D. Il nome della tabella, di default, è uguale a quella dello Shapefile da cui proviene, ma può
essere personalizzato. Se facciamo clic sul bottone Seleziona campi possiamo perfino selezionare
quali campi degli attributi vogliamo importare.
• Una volta indicato di importare gli attributi nei dati oggetto per tutti e tre gli Shapefile che stiamo
importando, resta un’ultima opzione, nella parte bassa della finestra: Importa poligoni come
polilinee chiuse. Questa opzione indica come trattare i poligoni: se la lasciamo disattivata, i
poligoni diventeranno dei Poligoni mappa (MPolygon) di Map 3D. I Poligoni mappa sono oggetti
speciali, che permettono di gestire correttamente i polipoligoni, quindi i buchi e gli arcipelaghi.
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Visto che vogliamo passare i dati GIS ad utilizzatori di AutoCAD ed AutoCAD LT, è meglio
che attiviamo l’opzione Importa poligoni come polilinee chiuse.
Terminato l’esame della finestra Importa e l’indicazione delle opzioni da utilizzare, possiamo premere il
bottone OK per procedere all’importazione vera e propria. Alla riga di comando appare il messaggio:
29788 oggetto/i inserito/i in 24 secondo/i. Gli oggetti però non sono ancora visibili: occorre eseguire uno
zoom alle estensioni (Z e poi E alla riga di comando) per vederli.
Una volta eseguito lo zoom, finalmente vediamo apparire la Regione Abruzzo. Tutti i layer sono stati
creati con il colore di default, che è il nero. Occorre quindi scrivere il comando layer alla riga di comando
per assegnare un colore ad ogni layer CAD ed avere una migliore visibilità dei dati appena importati.
Nella finestra Importa abbiamo scelto di importare gli attributi alfanumerici degli Shapefile nei dati
oggetto. Per vederli basta selezionare un oggetto CAD ed aprire la finestra Proprietà. In questa finestra,
scendendo verso il basso troveremo tutti gli attributi, disponibili per l’uso in ambiente CAD, ad esempio
per creare etichette di testo automatiche.
Ora non ci resta che salvare il DWG risultante, per utilizzarlo nei capitoli successivi di questa lezione.
Dovremo quindi creare almeno uno Shapefile per i poligoni, uno per le polilinee, uno per i punti ed uno
per i testi. Se poi vogliamo mantenere separate, ad esempio, le strade dalle ferrovie (entrambe polilinee),
ecco che il numero degli Shapefile da creare aumenta. Questo spiega perché, quando importiamo da
Shapefile, quasi sempre è necessario importare molti file differenti.
Per esportare i dati CAD in formato GIS utilizziamo il comando Esportazione Map 3D, che troviamo
nella Barra multifunzione sotto il titolo Output. Oppure scriviamo alla riga di comando MAPEXPORT.
Appare la finestra Posizione di esportazione, dove indichiamo il nome e la posizione dello Shapefile che
vogliamo creare. Se apriamo la tendina in basso, di fianco a Tipo file, possiamo vedere l’elenco dei
formati supportati: Map 3D, infatti può esportare i dati CAD in molti formati differenti, oltre a Shapefile.
La finestra Esporta si compone di tre schede. Nella prima, Selezione, nel riquadro Tipo di oggetto
dobbiamo prima di tutto scegliere quale delle quattro categorie descritte prima vogliamo esportare: Punto,
Linea, Poligono, Testo. Map 3D applicherà un filtro, in modo da impedirci di sbagliare: per esempio non
potremo esportare delle polilinee aperte piuttosto che dei blocchi in uno Shapefile di poligoni.
Nella parte inferiore della scheda, nel riquadro Selezionare gli oggetti da esportare, ci vengono messi a
disposizione tutti gli strumenti per selezionare comodamente gli oggetti CAD. Passiamo ora alla scheda
Dati facendo clic con il mouse sul suo nome, nella parte superiore della finestra.
Questa scheda Dati ci permette di scegliere cosa vogliamo esportare negli attributi dello Shapefile. Ci
basta premere il bottone Seleziona attributi per esplorare tutte le proprietà degli oggetti CAD, i dati
Può essere molto utile, ad esempio, esportare dalle proprietà dei dati CAD agli attributi dello Shapefile
l’area delle polilinee chiuse, piuttosto che il nome del layer, il colore o altro.
La scheda Opzioni della finestra Esporta permette di trasformare il sistema di coordinate dei dati CAD, in
modo da creare dati GIS in un differente sistema di coordinate. Questi argomenti verranno approfonditi
nella Lezione 4.
I layer GIS vengono caricati sopra i precedenti, quindi l’ordine di visualizzazione corrisponde a quello di
caricamento. Per poterlo modificare, basta premere il bottone Ordine di visualizzazione, e spostare il layer
desiderato con il mouse verso l’alto per portarlo sopra gli altri.
Nel nostro caso è opportuno, naturalmente, portare in cima il layer delle tratte ferroviarie, seguito da
specchi d’acqua e centri abitati, lasciando l’immagine raster Landsat sotto tutti gli altri.
Un caso speciale è quello del layer chiamato Base carta. Questo contiene tutti gli oggetti CAD presenti
nel disegno: anche questo layer, quindi, va portato verso l’alto, sopra il raster e sotto tratte ferroviarie.
Occorre tenere presente che i dati CAD hanno un loro ordine di visualizzazione. Per gestirlo occorre
selezionare gli oggetti CAD di cui si vuole modificare l’ordine di visualizzazione, premere il tasto destro
del mouse e dal menu contestuale scegliere il comando desiderato sotto la voce Ordine di visualizzazione.
Le trasparenze vengono gestite attraverso gli Stili. Come abbiamo già visto nella Lezione 1, tutti i
riempimenti dei poligoni dei layer GIS possono essere resi parzialmente o totalmente trasparenti,
modificandone lo Stile. Basta selezionare il layer GIS nel Riquadro Attività e poi premere il bottone Stile.
In questa finestra, l’ultimo campo a destra governa la trasparenza del layer selezionato. Basta fare clic su
di esso per aprire una piccola finestra Trasparenza layer, dove possiamo assegnare il suo valore, che può
andare a 0 a 90.
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Ecco infine il risultato del caricamento di dati CAD, GIS vettoriali e raster in AutoCAD Map 3D 2011
13 Maggio 2011
Redatto da: arch. Giovanni Perego – geperego@techdata.it
Autore del Blog italiano per il mondo GIS e delle Infrastrutture, disponibile all’indirizzo:
www.bimacademy.it/gis
Revisionato da: Alessandro dal Maso - alessandro.dalmaso@abitat.it