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Elementi di Cosmologia
Cosmologia Sperimentale
L’espansione dell’Universo
Cosmologia Sperimentale
La legge di Hubble
Nel 1929 Hedwin Hubble scopre che le
linee spettrali di galassie lontane sono
spostate verso il rosso. Interepretando
questo spostamento come dovuto all’effetto
Doppler la lunghezza d’onda osservata è
s
1+β
λ0 = λ = λ(1 + z)
1−β
H0 = 72 ± 3kms−1 Mpc −1 .
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Hubble stesso immaginava che questa fosse solo una approssimazione al primo
ordine ed era convinzione comune che l’espansione sarebbe rallentata sotto l’azione
della gravità. Per questo motivo si introdusse un parametro di decelerazione
äa ä
q0 = − =− 2
ȧ2 H0 a
per cui
a(t) 1
= 1 + H0 (t − t0 ) − q0 H02 (t − t0 )2
a(t0 ) 2
Per determinare q0 servono candele più luminose e più distanti, fornite dalle
supernovae di tipo Ia. Il valore sperimentale di q0 è negativo, il che implica che
l’espansione sta accelerando.
La Dark Energy
Non c’è una spiegazione classica per l’accelerazione dell’espansione. Si ricorre ad una
forma di energia che esercita una pressione che favirisce l’espansione. Dal punto di
vista della relatività generale questa è associata ad un termine Λ chiamato Dark
Energy, a cui, nel quadro attuale, è associato circa il 70% dell’energia dell’Universo
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
La misura completa dello spettro è stata fatta al di fuori dell’atmosfera che ne assorbe
una parte importante, dal Cosmic Background Explorer (COBE), lanciato nel 1989.
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Il Big Bang
L’esistenza della CMB era stata predetta da Gamow, Dicke, Alpher, ed Herman
come prodotto del Big Bang. In tale modello l’Universo si raffredda
progressivamente. Nelle fasi iniziali la radiazione è in equilibrio con la materia, e
c’è equilibrio tra la creazione di coppie e la loro annichilazione.
Quando a temperature dell’ordine dei 3000 K (∼ 380000 anni dopo il Big Bang,
molto prima della formazione delle galassie) gli eletroni cominciano a legarsi ai
protoni per formare atomi di idrogeno, i fotoni hanno poca materia con cui
interagire (la sezione d’urto principale è quella Thomson su elettroni liberi), e si
disaccoppiano dalla materia.
Da allora i fotoni si sono propagati senza interagire, conservando l’impronta delle
fluttuazioni di densità della materia nell’Universo primordiale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
p + e− ↔ H + γ
Cosmologia Sperimentale
L’equazione di Saha
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Analogamente la distribuzione di equilibrio dei fotoni è quella di corpo nero per cui
3
2.4 kB T
nγ ∼
π2 ~c
np nB np
nB = np + nh = =⇒ η = =
X nγ Xnγ
per cui
np = ηXnγ
e sostituendo nell’quazione di Saha, questa si può riscrivere in funzione della
temperatura e del rapporto tra la densità di barioni e quella di fotoni η = nB /nγ .
1−X 3 Q
∝ η (kB T ) 2 e kB T
X2
Cosmologia Sperimentale
Alla temperatura di disaccoppiamento (Kb T ∼ 13.6 eV) risulta che nγ >> nB . Poichè
dopo il disaccoppiamento fotoni ed adroni evolvono indipendentemente ma entrambi
come a(t)−3 , questo rapporto resta essenzialmente costante.
Attualmente η ∼ 5 ÷ 6 · 10−10 .
Assumendo X = 0.5 ed η = 5.5 × 10−10 si ottiene T ∼ 3700 K.
Stime più precise, che tengono conto che nB ed H evolvono, che l’equazione di Saha
non è valida dopo la ricombinazione dopo che elettroni e fotoni nonsono più in
equilibrio ... danno
zdec ∼ zlss ∼ 1100
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Le fluttuazioni di temperatura
I satelliti COBE e WMAP hanno misurato le
variazioni di temperatura in regioni diverse
del cielo individuate dalle coordinate
galattiche θ e φ.
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Le fluttuazioni di temperatura
possono essere espresse in
funzione del momento di multipolo l.
Lo spettro mostra una serie di
picchi. Il primo, ad una scala di circa
1 grado, definisce la scala
dell’orizzonte al momento del last
scattering. Gli altri picchi sono molto
sensibili ai dettagli evolutivi.
L’osservazione di piccole fluttuazioni
a grandi scale (l < 200), maggiori
dell’orizzonte, porta a concludere
che l’Universo debba essere
causalmente connesso e quindi
debba aver attraversato una fase di
espansione esponenziale,
l’inflazione.
Cosmologia Sperimentale
La nucleosintesi primordiale
Γn↔p ∝ GF2 T 5
e−Q/Tfr ∼ 1/6.
Cosmologia Sperimentale
4(n/2) 2(n/p)
Yp = = ∼ 0.25
n+p 1 + n/p
La densità di barioni
Questa frazione cresce molto lentamente con la densità barionica ρB mentre le frazioni
di 3 He e 2 H (elio 3 e deuterio) diminuiscono rapidamente con ρB .
Il confronto con le osservazioni fissa ρB a
Cosmologia Sperimentale
La densità di barioni
Le stime dipendono dal rapporto
tra la densità di barioni e quella di
fotoni, fornendo, dal confronto con
le osservazioni, una stima della
densità barionica dell’Universo.
Fausto Guarino Università di Napoli Fisica Astroparticellare April 22, 2018 27 / 78
Elementi di Cosmologia
Cosmologia Sperimentale
Cosmologia Sperimentale
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Elementi di Cosmologia
Testi di riferimento
Fondamenti teorici
Superficie piana 2D
dl 2 = dx 2 + dy 2 ⇐⇒ dl 2 = gµν dx µ dy ν (2)
con
1 0
gµν =
0 1
Metrica di Minkowsky
ds2 = c 2 t 2 − dl 2 (3)
dove in coordinate cartesiane
dl 2 = dx 2 + dy 2 + dz 2
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Il caso 3D
Per uno spazio omogeneo e isotropo si può generalizzare e si ottiene
" #
2 2 dr 2 2 2 2 2
dl = a + r (dθ + sin θdφ )
1 − Kr 2
Lo SpazioTempo 4D
Vale la metrica di Robertson–Walker (Friedman - Lamaitre - Robertson - Walker
(FLRW) nel caso più generale con curvature negative)
!
dr 2
ds2 = dt 2 − a2 (t) + r 2
dΩ2
) (4)
1 − Kr 2
Fondamenti teorici
La distanza propria tra due punti si ottiene integrando sulla variabile radiale
Z r
dr
d(t) = a(t) p = a(t)f (r )
0 1 − Kr 2
dove
arcsin r K =1
f (r ) = r K =0 ∼ r + O(r 3 )
arcsinh r K = −1
ȧ
ḋ(t) = ȧ(t)f (r ) = d(t)
a
che indica una proporzionalità diretta fra la velocità dell’oggetto e la sua distanza.
In realtà stiamo bluffando: la distanza propria è calcolata a tempo costante, ed è una
astrazione matematica (la legge di Hubble sarebbe vera esattamente se i fotoni si
propagassero istantaneamente). In realtà bisogna tener conto del tempo di
propagazione.
Fondamenti teorici
Le equazioni di Einstein
1 8πG
Rµν −
gµν R + Λgµν = 4 Tµν .
2 c
Tutti i membri dell’equazione sono tensori simmetrici di dimensione 4x4, contenenti 10
componenti indipendenti. L’equazione esprime la proporzionalità della geometria dello
spazio-tempo alla coordinata spazio-temporale x alla densità e il flusso di materia e
energia presente al secondo membro.
Rµν è il tensore di curvatura di Ricci,
R è la curvatura scalare (la traccia del tensore di Ricci) R = g µν Rµν
gµν è il tensore metrico,
Λ è la costante cosmologica,
Tµν è il tensore energia impulso (densità e pressione nel caso di un fluido
perfetto)
Fondamenti teorici
La costante cosmologica
Tale equazione contiene un termine numerico Λ, chiamato costante cosmologica, che
Einstein introdusse per permettere un universo statico.
Nella decina di anni successiva, osservazioni di Hubble mostrarono che l’universo è in
espansione e il termine cosmologico venne rimosso dalle equazioni.
L’idea di Einstein di introdurre la costante cosmologica venne però riconsiderata non
più per garantire un universo statico ma per spiegare l’espansione accelerata
dell’universo. Nel 1998, l’osservazione dello spostamento verso il rosso di supernove
lontane, ha costretto a impiegare una costante cosmologica positiva per spiegare
l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.
Fondamenti teorici
Il tensore di Einstein
1
Gµν = Rµν −
gµν R
2
è simmetrico ed ha divergenza zero. In assenza di termine cosmologico
8πG
Gµν = − Tµν
c4
che sono 16 equazioni, che si riducono a 10 per la simmetria di Gµν di cui 6
indipendenti.
Il tensore di energia-impulso
per un universo di particelle non interagenti è
dxik
piµ (t) δ 3 (r − ri (t)) piµ (t)
X X
T µ0 = T µk = δ 3 (r − ri (t))
dt
i i
∂ µ0 ∂
T + ∇i T µi = 0 ⇐⇒ T µν = 0
∂x 0 ∂x ν
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
La soluzione delle equazioni è in genere complicata. Esistono soluzioni esatte per casi
molto particolari. Le soluzioni più conosciute utilizzate in cosmologia sono
la metrica di Minkowsky per un universo vuoto,
la metrica di Robertson - Walker
la metrica FLRW, un ampliamento della precedente
Vi sono poi quelle utilizzate per lo studio teorico dei buchi neri, derivate ponendo Λ = 0
e Tik = 0:
a = 0, Q = 0 (corpo dotato di massa, non rotante, scarico): soluzione di
Schwarzschild.
a 6= 0, Q = 0 (corpo dotato di massa, rotante, scarico): soluzione di Kerr.
a = 0, Q 6= 0 (corpo dotato di massa, non rotante, carico): soluzione di
Reissner-Nordstrøm.
a 6= 0, Q 6= 0 (corpo dotato di massa, rotante, carico): soluzione di
Kerr-Newmann.
Una volta ricavata la metrica di Kerr-Newmann, si possano ricavare tutte le altre per
semplificazione, ponendo di volta in volta i vari parametri a zero.
Fondamenti teorici
La metrica di Schwarzschild
1 − rrs
0 0 0
0 − 1 rs 0 0
gµν =
(1− r )
0 0 −r 2 0
0 0 0 −r 2 sen2 θ
Fondamenti teorici
I buchi neri
Se poniamo dr = dθ = dφ = 0 si ha che
rs 2 2
ds2 = c 2 dτ 2 = 1 − c dt
r
e quindi r r
2GM rs
dτ = 1− dt = 1− dt
rc 2 r
quindi l’orologio nel campo gravitazionale rallenta, e dτ = 0 ad r = rs .
Una massa che si muove nel campo partendo da ferma a distanza infinita avrà
un’energia cinetica a distanza r data da
1 mM 2GM
mv 2 = G 2 =⇒ v 2 =
2 r r
Invertendo il percorso v si può interpretare come la velocità di fuga alla distanza r .
Di conseguenza alla distanza rs la velocità di fuga è c e nessuna particella può
allontanarsi.
Un oggetto di raggio R e massa M è un buco nero se
c2 R
M>
G 2
Fondamenti teorici
Il principio cosmologico
Ṙ
ṙ = χṘ = r = H(t) r (5)
R
dove H è il parametro di Hubble.
La costante di Hubble
è il valore attuale H0 di H(t)
Fondamenti teorici
R(t) = ra(t)
Fondamenti teorici
4
M= πR 3 ρ
3
e l’energia potenziale gravitazionale è
GmM 4π
V =− =− GmR 2 ρ
R 3
L’energia totale della galassia di test è
!
1 4π 1 Ṙ 2 8π
E= mṘ 2 − GmR 2 ρ = mR 2 − Gρ = const
2 3 2 R2 3
Fondamenti teorici
P
d(ρc 2 R 3 ) + PdR 3 = c 2 R 3 dρ + ρc 2 dR 3 + PdR 3 = 0 R 3 dρ +
ρ + 2 dR 3 = 0
⇒ ⇒
c
P Ṙ P
⇒ ρ̇R 3 + ρ + 2 3R 2 Ṙ = 0 ⇒ ρ̇ = −3 ρ+ 2
c R c
che è la seconda equazione di Friedmann (Equazionde del fluido)
Ṙ P
ρ̇ = −3 ρ+ 2
R c
Una forma più esplicita della seconda equazione può essere ricavata differenziando
l’eq 6 e sostituendo ρ̇; si ottiene l’equazione:
R̈ 4πG 3P
=− ρ+
R 3 c2
Fondamenti teorici
In sostanza
!2
Ṙ K 8π
+ = Gρ
R R2 3
R̈ 4πG 3P
=− ρ+
R 3 c2
Fondamenti teorici
R̈ 4πG Λ
=− (ρ + 3P) +
R 3 3
Che sono analoghe a quelle ricavate nel cas newtoniano, con tre differenze
1 Dal punto di vista relativistico ρ è la densità di energia e non solo la densità di
massa
2 K assume il significato di parametro di curvatura
In linea di principio Λ può essere assobita in ρ definendo la densità di energia del vuoto
(associata all’energia delle coppie virtuali particella-antiparticella) come
Λ
ρΛ =
8πG
Questa energia è quella responsabile ad esempio dell’effetto Casimir, per cui due
armature di un condesatore scarico si attraggono.
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
Un Universo Statico
Le equazioni per un universo statico (Ṙ = R̈ = 0) diventano
K 8π Λ
= Gρ +
R2 3 3
e
4πG(ρ + 3P) = Λ
che lega la costante cosmologica Λ ad una nuova forma di energia.
La costante cosmologica è stata originariamente introdotta da Einstein proprio per
cercare di descrivere un universo che si aspettava fosse stazionario.
L’Universo di de Sitter
In un universo dominato dalla costante cosmologica
Ṙ 2 K Λ
+ 2 =
R2 R 3
per K = 0, ρΛ = cost
R(t) ∝ eHt
p
con H = Λ/3.
L’Universo di de Sitter ha una espansione esponenziale mantenedo costante la densità
di energia. L’idea è alla base degli scenari inflazionari
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
L’equazione di stato
Dobbiamo ancora specificare l’equazione di stato del fluido cosmico. Un fluido perfetto
è caratterizzato soltanto da densità di energia e pressione isotropa. Dobbiamo quindi
assumere che: P = P(ρ).
Un fluido di questo tipo è detto barotropico.
In genere si può supporre che questa relazione sia lineare: P = wρc 2 .
Sostituendo nella seconda equazione di Friedmann:
Ṙ ρ̇ Ṙ
ρ̇ = −3(1 + w) ρ ⇒ = −3(1 + w)
R ρ R
per cui
ρ ∝ R −3(1+w)
ρ = ρm + ρrad + ρΛ (7)
Fondamenti teorici
Valore di w
kT 2
P = nG kT = ρ c (8)
µc 2
kT
w= (9)
µc 2
Fondamenti teorici
kT 1
= v2 (10)
µ 3
1 v2 1
w= = β2 (11)
3 c2 3
Valori limite di v
Fondamenti teorici
L’equazione di stato
Può essere ricavata per via termodinamica a partire dal primo principio
∂U ∂U
dU = TdS − PdV = dS + dV
∂S V ∂V s
per cui
∂U
P=− .
∂V s
L’entropia è semplicemente il logaritmo del numero di micostati Ω che può essere
approssimato dal numero di microstati in configurazione di equilibrio t[f (p)]
S = ln Ω ∼ ln t[f (p)]
Per cui per mantenere l’entropia costante bisogna mantenere costante la distribuzione
f (p) quando si varia il volume.
Fondamenti teorici
L’energia totale è Z
U= Ef (p)d 3 p
e quindi la pressione
Z
∂U ∂E
P=− =− f (p)d 3 p.
∂V s ∂V
La derivata di E rispertto al volume V = l 3 è
∂E ∂p
∂E ∂E ∂p ∂p ∂l
= = ∂V
∂V ∂p ∂V ∂l
p
∂V
Poichè ∂l
= 3l 2 ed E = p2 + m2 si ha
∂E 1 2 −1/2 p
= p + m2 2p = .
∂p 2 E
Poichè la condizione di annullare la funzione d’onda ψ(x) = eip·x al contorno di un
volume V richiede che lel componenti del momento della particella possa assumere
solo i valori
2π
pi = ni
l
e quindi
∂p p
p ∝ l −1 ⇒ ∝ l −2 ∝
∂l l
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
Di conseguenza
∂E ∂p
−p2
∂E ∂p ∂l p −p 1
= ∂V
= 2
=
∂V ∂l
E l 3l 3EV
Per cui
1 p2
Z Z
∂E
P=− f (p)d 3 p = f (p)d 3 p.
∂V 3V E
Poichè U = Ef (p)d 3 p e ρ = U/V si ricava l’espressione valida per particelle
R
relativistiche ρ
P= .
3
Nel limite non relativistico P = nT e la densità ρ = nm, per cui a temperature per cui
T << m si ha che P << ρ ed il termine di pressione nelle equazioni di Friedmann può
essere approssimato a zero.
Λ
Infine nel caso di energia del vuoto ρV = 8πG
per cui ρV = U/V è costante e
∂U ∂(ρV V ) U
P=− =− = −ρV = −
∂V S ∂V S V
Fondamenti teorici
w = (1/3)β 2 ∼ 0 :
In questo caso P = 0, ossia la pressione è nulla o comunque trascurabile rispetto alla
densità di energia; questo è il caso di un universo composto da particelle non
relativistiche (infatti p = nmv 2 << nmc 2 = ρ).
Allora dall’equazione del fluido
ρ̇ Ṙ
= −3
ρ R
quindi ρ ∝ R −3 , e pertanto la massa (o meglio il numero di particelle) è conservata.
Dalla prima eq. di Friedmann
!2
Ṙ 8π 1
= Gρ ∝ R −3 =⇒ Ṙ 2 ∝ =⇒ Ṙ ∝ R 1/2
R 3 R
Z Z
R 1/2 dR ∝ dt =⇒ R 3/2 ∝ t
R ∝ t 2/3
Fondamenti teorici
w=1/3:
In questo caso P = ρc 2 /3 è la "pressione di radiazione" e questo è il caso relativo ad
un universo composto da sola radiazione. P è dunque la pressione esercitata da
particelle ultrarelativistiche.
Inoltre ρ ∝ R −4 (infatti la densità di fotoni è proporzionale a R −3 , mentre l’energia di
un singolo fotone è proporzionale alla sua frequenza, ossia ad R −1 ): nel caso di un
universo composto di sola radiazione l’energia non è conservata (infatti ρR 3 non è
costante).
Integrando la prima eq. di Friedmann si ottiene
R ∝ t 1/2
Fondamenti teorici
w=1:
In questo caso P = ρc 2 ed è il caso rappresentativo della "materia incomprimibile"
(che ha pochissimo interesse in cosmologia).
In questo caso ρ ∝ R −6 .
w=-1:
Allora la pressione è negativa P = −ρc 2 . Si tratta del caso relativo a un universo
composto da energia oscura e l’espansione è esponenziale.
In questo caso ρ è costante mentre in tutti gli altri casi ρ ∝ R −3(1+w) , e decresce nel
tempo.
Pertanto, essendo la componente relativa alla costante cosmologica l’unica a non
diminuire nel tempo, sarà quella che dominerà asintoticamente la composizione
dell’universo.
Insomma, se in un universo c’è energia oscura questo è destinato ad esserne riempito.
Fondamenti teorici
ρ = ρ0 R −3(1+w)
Fondamenti teorici
Ṙ 2 K
=− 2
R2 R
e cioè Ṙ costante e quindi R cresce linearmente col tempo.
2 - K > 0 Poichè la densità decresce, al secondo membro ad un certo punto i due termini si
cancellano cioè l’espansione si ferma ed inizia una fase di contrazione. L’Universo
è chiuso
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
Definendo ρ
Ω=
ρc
si ha che l’Universo è
aperto se Ω < 1
piatto se Ω = 1
chiuso se Ω > 1
Fondamenti teorici
K K
ΩK = − =−
H 2R2 Ṙ 2
possiamo riscrivere la prima eq. di Friedmann come
8πG K
ρ− 2 2 =1
3H 2 H R
o anche
Ωm + Ωr + ΩΛ + ΩK = 1 (12)
e tenendo conto della eq. 7
H 2 = H02 Ω0Λ + Ω0K R −2 + Ω0m R −3 + Ω0r R −4
Fondamenti teorici
Contributi a Ω
Materia Luminosa: Le osservazioni di luminosità e distribuzione delle galassie
consentono di stimare la densità di materia barionica luminosa.
ρ∗ = 9 · 10−29 kg/m3 =⇒ Ω∗ ∼ 0.01
Materia Barionica: E’ dedotta dalla nucleosintesi primordiale. Nelle prime fasi
evolutive, a temperature di ∼ 109 K. Le abbondanze previste dal modello di
nucleosintesi dipendono da ρB che risulta quindi fissato a circa 0.26 barioni/m3
(eq. ??).
ρB = 4.0 · 1028 kg/m3 =⇒ ΩB = 0.042 ± 0.004
Materia Totale: Una serie di osservazioni sperimentali, che analizzeremo in
seguito, pora a concludere che l’Universo è dominato dagli effetti gravitazionali di
materia non visibile con
ρm = 2.2 · 1027 kg/m3 =⇒ Ωm = 0.24 ± 0.03
Radiazione: Il contributo di della CMB alla densità cosmica è irrilevante
ρm = 4.5 · 1031 kg/m3 =⇒ Ωm = 5 · 10−5
Dark Energy: Dagli effetti di curvatura del plot di Hubble a grande redhift si stima
una Dark Energy con
ΩΛ = 0.76 ± 0.05
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
Un universo piatto
Dalle osservazioni quindi si deduce che la materia visibile contribuisce per solo circa il
5% all’ energia dell’universo, che c’e’ una frazione considerevole di massa non visibile
e che il contributo dominante è quello dell’energia oscura.
Ω = Ωm + Ωr + ΩΛ = 1.000 ± 0.004
In generale Ω deve essere funzione del tempo, quindi questa non sembra essere una
coincidenza e si è portati a credere che Ω sia identicamente uguale ad uno e dalla eq.
12 risulta quindi che ΩK = 0 e quindi K = 0 ossia l’universo è piatto.
Ovviamente questa non è al momento l’unica soluzione possibile, per quanto sia la
favorita. Poichè le evoluzioni temporali delle densità di energia sono diverse, ci si
aspetta che l’universo abbia attraversato delle “ere” dominate da una sola componente.
Fondamenti teorici
La scala di Planck
Consideriamo da un lato il raggio di Schwarzschild per una massa m
2mG
RS =
c2
che rappresenta la distanza a cui gli effetti di curvatura dello spazio-tempo diventano
evidenti, e dall’altro la lunghezza d’onda Compton per la stessa particella
h
λC =
mc
che rappresenta la scala a cui gli effetti quantistici diventano importanti.
La scala di Planck è defnita dalla condizione
λC R ~ mG
= S ⇐⇒ = 2
2π 2 mc c
da cui ricavando la massa si ha
r
~c
mPl = ∼ 1.22 · 1019 GeV /c 2
G
Non è possibile speculare su tempi antecedenti 10−43 secondi, che corrispondono alla
scala di Planck.
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Elementi di Cosmologia
Fondamenti teorici
T ∝ R −1
Fondamenti teorici
10−45 s Alla scala di Planck (1019 GeV termina la nostra capacità previsionale
10−39 s La temperatura è scesa a 1016 GeV (the ‘GUT scale’), a cui le interazioni forti si
disaccoppiano da quelle elettrodeboli. Avviene la transizione di fase del campo di
Higgs associato alla GUT, il campo assume un valore di aspettazione diverso da
zero per rottura spontanea della simmetria (SSB). I bosoni X ed Y acquistano una
massa dell’ordine della scala GUT, per cui da questo momento i processi con
violazione del numero barionico sono soppressi. La rottura di simmetria di questo
campo può essere responsabile di una fase di espansione esponenziale
(inflazione)
10−11 s La temperatura è alla scala elettrodebole (100 GeV). Qui avviene una nuova
transizione di fase, in cui i bosoni W e Z acquistano massa e le interazioni deboli
si disaccoppiano da quelle elettromagnetichie.
10−5 s A temperature di circa 0.2 GeV (the ‘QCD scale’), la costante di accoppiamento
αs delle interazioni forti è diventata grande. Quark e gluoni vengono confinati
negli adroni. L’accelerazione di ioni pesanti cerca di ricostruire le proprietà del
‘quark–gluon plasma’ tipico di questa epoca.
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
L’Inflazione
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
MX
mMon ∼ ∼ 1017 GeV
αU
Fondamenti teorici
Fondamenti teorici
Per un campo lentamente variabile nel tempo e nello spazio, le derivate sono piccole
ed il termine dominante è l’ultimo, quindi
ρ ∼ −P ∼ V (Φ)
Nel 1981 Alan Guth propose che il campo scalare associato alle teorie di Grande
Unificazione, con caratteristiche analoghe al campo di Higgs potesse essere
responsabile dell’Inflazione.
A Φ = 0 il potenziale ha un minimo, il che corrisponde ad uno stato classicamente
stabile, in cui la densità di energia è per quanto visto ρ ∼ V (Φ = 0). In questa
configurazione il fattore di scala ha una espansione esponenziale.
Se per effetto tunnel il campo passa al vero minimo con V = 0, l’energia di vuoto
non dominerà più sulle altre, e l’espansione sarà legata agli altri contributi alla
densità.
L’energia associata al minimo locale V (0) viene convertita in particelle. Questa
fase è la fase “calda” del Big Bang.
Fondamenti teorici
The inflaton
Fondamenti teorici
K
Ω−1=
Ṙ 2
Ω − 1 ∼ e−2Ht
ossia
Ω tende esponenzialmente ad uno
Fondamenti teorici
La asimmetria Barioni-Antibarioni