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Elementi di Cosmologia

Elementi di Cosmologia

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Elementi di Cosmologia

Cosmologia Sperimentale

L’espansione dell’Universo

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Elementi di Cosmologia

Cosmologia Sperimentale

Nascita ed evoluzione dell’Universo

La legge di Hubble
Nel 1929 Hedwin Hubble scopre che le
linee spettrali di galassie lontane sono
spostate verso il rosso. Interepretando
questo spostamento come dovuto all’effetto
Doppler la lunghezza d’onda osservata è
s
1+β
λ0 = λ = λ(1 + z)
1−β

dove z è il redshift z = ∆λ/λ.


Hubble trovò una relazione lineare tra la
veocità e la distanza D o tra il redshift e la
distanza
v = H0 D
dove H0 è il valore attuale della costante di
Hubble

H0 = 72 ± 3kms−1 Mpc −1 .

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Cosmologia Sperimentale

A piccole distanze, per piccoli valori di β


v
λ0 ∼ λ(1 + β) e quindi z=
c
Si osserva quindi una relazione lineare tra il redshift e la distanza.

A questa scala H0 appare


costante e la legge lineare. A
redshift maggiori si osserva invece
una variazione dalla linearità che
inidica che l’espansione sta
accelerando.

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Cosmologia Sperimentale

In terms of general relativity the


observed redshift is not due to any
movement of the cosmic objects
but due to the expansion of the
space between them.
This expansion has no center: an
observer at any point of the
Universe will see the expansion in
the same way with all objects in all
directions receding with radial
velocities given by the same
Hubble law and not limited by the
speed of light: it is the distance
scale in the Universe that is
changing.

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Cosmologia Sperimentale

La legge di Hubble implica una espansione omogeenea ed isotropa. Se H fosse


indipendente dal tempo, implicherebbe la crescita delle dimensioni dell’Universo di un
fattore e in un tempo di Hubble
1
tH = = (13.6 ± 0.5) · 109 anni
H0
Scriviamo la distanza tra due punti al tempo t come
d = a(t)x
dove x è la distanza attuale ed a(t) il fattore di scala che può dipendere dal tempo.
Allora
ḋ = ȧx
Che, moltiplicando e dividendo per a, coincide con la legge di Hubble v = H0 d dove

H0 =
a
Quindi la costante di Hubble in questo modello, è il rate con cui varia la scala di
distanza nell’Universo.
Una pendenza costante nella legge di Hubble implichrebbe che il fattore di scala a(t)
cresce linearmente nel tempo
a(t) = a(t0 ) + ȧ(t − t0 )
cioè
a(t)
= 1 + H0 (t − t0 )
a(t0 )
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Cosmologia Sperimentale

Hubble stesso immaginava che questa fosse solo una approssimazione al primo
ordine ed era convinzione comune che l’espansione sarebbe rallentata sotto l’azione
della gravità. Per questo motivo si introdusse un parametro di decelerazione

äa ä
q0 = − =− 2
ȧ2 H0 a

per cui
a(t) 1
= 1 + H0 (t − t0 ) − q0 H02 (t − t0 )2
a(t0 ) 2
Per determinare q0 servono candele più luminose e più distanti, fornite dalle
supernovae di tipo Ia. Il valore sperimentale di q0 è negativo, il che implica che
l’espansione sta accelerando.

La Dark Energy
Non c’è una spiegazione classica per l’accelerazione dell’espansione. Si ricorre ad una
forma di energia che esercita una pressione che favirisce l’espansione. Dal punto di
vista della relatività generale questa è associata ad un termine Λ chiamato Dark
Energy, a cui, nel quadro attuale, è associato circa il 70% dell’energia dell’Universo

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Cosmologia Sperimentale

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Cosmologia Sperimentale

SNLS : SuperNova Legacy Survey è un progetto dedicato alla rivelazione di


Supernovae di tipo Ia a grande redshift.

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Cosmologia Sperimentale

La Radiazione Cosmica di Fondo (CMB)


La radiazione di fondo venne predetta nel 1948 da Gamow, Alpher ed Herman.
Nel 1965 Penzias and Wilson costruirono un radiometro Dicke che intendevano
utilizzare per la radioastronomia e gli esperimenti di comunicazione via satellite.
Scoprono invece che l’Universo è permeato da una radiazione isotropa e costante nelle
micoonde corrispondente a radiazione di corpo nero ad una temperatura di circa 3 K.

Penzias e Wilson ricevettero il Premio


Nobel per la fisica nel 1978

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Cosmologia Sperimentale

La misura completa dello spettro è stata fatta al di fuori dell’atmosfera che ne assorbe
una parte importante, dal Cosmic Background Explorer (COBE), lanciato nel 1989.

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Cosmologia Sperimentale

La mappa del cielo di COBE

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Cosmologia Sperimentale

Il Big Bang

L’esistenza della CMB era stata predetta da Gamow, Dicke, Alpher, ed Herman
come prodotto del Big Bang. In tale modello l’Universo si raffredda
progressivamente. Nelle fasi iniziali la radiazione è in equilibrio con la materia, e
c’è equilibrio tra la creazione di coppie e la loro annichilazione.
Quando a temperature dell’ordine dei 3000 K (∼ 380000 anni dopo il Big Bang,
molto prima della formazione delle galassie) gli eletroni cominciano a legarsi ai
protoni per formare atomi di idrogeno, i fotoni hanno poca materia con cui
interagire (la sezione d’urto principale è quella Thomson su elettroni liberi), e si
disaccoppiano dalla materia.
Da allora i fotoni si sono propagati senza interagire, conservando l’impronta delle
fluttuazioni di densità della materia nell’Universo primordiale

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Cosmologia Sperimentale

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Cosmologia Sperimentale

Il disaccoppiamento dei fotoni

In prima approssimazione la ricombinazione inizia all’equilibrio della reazione di


ionizzazione degli atomi di idrogeno.

p + e− ↔ H + γ

all’equilibrio le densità di protoni, elettroni ed atomi di idrogeno sono dati dalla


distribuzione di Maxwell-Boltzmann
2
mx kB T 3/2 − mkx cT
 
nx = gx e b
2π~2

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L’equazione di Saha

L’equazione di Saha descrive lo stato di ionizzazione del plasma in funzione della


temperatura, della densità e dell’energia di ionizzazione degli atomi e ha validità solo
per plasmi debolmente ionizzati.
Per un gas composto da una singola specie atomica, l’equazione di Saha assume la
forma:
 
ni+1 ne 2 gi+1 (εi+1 − εi )
= 3 exp −
ni Λ gi kB T
dove:
ni è la densità degli atomi nell’i-simo stato di ionizzazione
gi è il numero degli stati degeneri degli ioni i
εi è l’energia necessaria per rimuovere i elettroni da un atomo neutro
ne è la densità elettronica
Λ è la lunghezza d’onda termica di de Broglie di un elettrone
s
def h2
Λ =
2πme kB T

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Il rapporto nh /(np ne ) può essere approssimato dalla formula di Saha


 − 3
nh me kB T 2 Q
∼ e kB T
np ne 2π~2

dove Q = (mp + me − mh ) ∼ 13.6 eV è l’energia di legame.


Definendo la frazione di ionizzazione
np
X =
np + nh

tenendo conto che la carica totale è nulla (np = ne ) si può scrivere


 − 3
1−X nh me kB T 2 Q
= ∼ np e kB T
X np 2π~2

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Cosmologia Sperimentale

Analogamente la distribuzione di equilibrio dei fotoni è quella di corpo nero per cui
 3
2.4 kB T
nγ ∼
π2 ~c

np nB np
nB = np + nh = =⇒ η = =
X nγ Xnγ
per cui
np = ηXnγ
e sostituendo nell’quazione di Saha, questa si può riscrivere in funzione della
temperatura e del rapporto tra la densità di barioni e quella di fotoni η = nB /nγ .

1−X 3 Q
∝ η (kB T ) 2 e kB T
X2

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Cosmologia Sperimentale

Alla temperatura di disaccoppiamento (Kb T ∼ 13.6 eV) risulta che nγ >> nB . Poichè
dopo il disaccoppiamento fotoni ed adroni evolvono indipendentemente ma entrambi
come a(t)−3 , questo rapporto resta essenzialmente costante.
Attualmente η ∼ 5 ÷ 6 · 10−10 .
Assumendo X = 0.5 ed η = 5.5 × 10−10 si ottiene T ∼ 3700 K.

Questa temperatura è molto maggiore di quella osservata nella CMB. Poichè la


lunghezza d’onda dei fotoni in un universo piatto aumenta di un fattore (1 + z), la
ricombinazione si ha avuto a z ∼ 1300 ÷ 1400.

Stime più precise, che tengono conto che nB ed H evolvono, che l’equazione di Saha
non è valida dopo la ricombinazione dopo che elettroni e fotoni nonsono più in
equilibrio ... danno
zdec ∼ zlss ∼ 1100

A partire da questo istante la probabilità di scattering dei fotoni è estremamente bassa.

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Cosmologia Sperimentale

Le fluttuazioni di temperatura
I satelliti COBE e WMAP hanno misurato le
variazioni di temperatura in regioni diverse
del cielo individuate dalle coordinate
galattiche θ e φ.

δT (θ, φ) T (θ, φ)− < T >


=
<T > <T >
Le osservazioni hanno evidenziato una
componente dipolare dovuta al moto della
terra ed un contributo galattico, sottratto il
quale restano fluttuazioni di temperatura
dell’ordine di 10−5 K.
La misura è stata ripetuta dal Wilkinson
Microwave Anisotropy Probe (WMAP) e da
Planck

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Le fluttuazioni di temperatura sono


espanse in armoniche sferiche
∞ X
l
δT (θ, φ) X

= alm Ylm (θ, φ)
<T >
l=0 m=−l

Le fluttuazioni di temperatura
possono essere espresse in
funzione del momento di multipolo l.
Lo spettro mostra una serie di
picchi. Il primo, ad una scala di circa
1 grado, definisce la scala
dell’orizzonte al momento del last
scattering. Gli altri picchi sono molto
sensibili ai dettagli evolutivi.
L’osservazione di piccole fluttuazioni
a grandi scale (l < 200), maggiori
dell’orizzonte, porta a concludere
che l’Universo debba essere
causalmente connesso e quindi
debba aver attraversato una fase di
espansione esponenziale,
l’inflazione.

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Cosmologia Sperimentale

La nucleosintesi primordiale

Lo studio della nucleosintesi primordiale (Big-Bang nucleosynthesis o BBN) permette


di sondare i primissimi istanti dell’Universo, sulla base del Modello Standard delle
Interazioni Fondamentali. Le predizioni sulle abbondanze di Deuterio,3 He, 4 He e 7 Li
sono in ottimo accordo con quanto si ricava dai dati sperimentali.
La sintesi degli elementi leggeri è sensibile alle condizioni fisiche dell’era dominata
dalla radiazione, a temperature dell’ordine del MeV, ad un’età dell’universo dell’ordine
del secondo.
A temperature elevate, le interazioni deboli erano in equilibrio termico, ed il rapporto
neutroni su protoni era
n
= e−Q/T
p
dove Q = 1.293 MeV è la differenza di massa.
Poichè la rate di conversioni protone-neutrone

Γn↔p ∝ GF2 T 5

diminuisce più rapidamente della velocità di espansione di Hubble H ∝ T 2 , a


temperature di circa 1 MeV il rapporto p/n è restato congelato al valore

e−Q/Tfr ∼ 1/6.

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Dopo il freeze-out, il decadimento beta dei neutroni ha abbassato il rapporto a ∼ 1/7.


Tutti i neutroni finiscono legati nell’elemento leggero più stabile, che è l’elio. Il rapporto
della frazione di elio primordiale
ρ4
Yp = He
ρb
si può stimare da un semplice conteggio: ogni 16 nucleoni (2 neutroni e 14 protoni), 4
di questi (ovvero il 25%) si sono combinati in elio-4.

4(n/2) 2(n/p)
Yp = = ∼ 0.25
n+p 1 + n/p

La densità di barioni
Questa frazione cresce molto lentamente con la densità barionica ρB mentre le frazioni
di 3 He e 2 H (elio 3 e deuterio) diminuiscono rapidamente con ρB .
Il confronto con le osservazioni fissa ρB a

ρB = 4.0 × 10−28 kg/m3 (1)

che corrisponde a circa 0.26 barioni a metro cubo).

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Cosmologia Sperimentale

Questa stima è sensibile a tutte le


interazioni, in quanto Q dipende
dalle interazioni forti e deboli,
metre H dipende da quelle
gravitazionali.

Figure: The primordial abundances of 4 He, D,


3
He, and 7 Li as predicted by the stan-
dard model of Big-Bang nucleosyn-
thesis—the bands show the 95% CL
range. Boxes indicate the observed
light element abundances. The nar-
row vertical band indicates the CMB
measure of the cosmic baryon den-
sity, while the wider band indicates
the BBN concordance range (both at
95% CL)

La densità di barioni
Le stime dipendono dal rapporto
tra la densità di barioni e quella di
fotoni, fornendo, dal confronto con
le osservazioni, una stima della
densità barionica dell’Universo.
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Cosmologia Sperimentale

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Cosmologia Sperimentale

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Fondamenti teorici

Fondamenti teorici

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Fondamenti teorici

Elementi di Cosmologia

Testi di riferimento

1 De Angelis - Introduction to Particle and Astroparticle Physics - Cap. 8


2 Perkins - Particle Astrophysics - Cap. 2 e 5
3 Elementi di Cosmologia
4 Review del Particle Data Group

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Fondamenti teorici

La distanza tra due punti

Superficie piana 2D

dl 2 = dx 2 + dy 2 ⇐⇒ dl 2 = gµν dx µ dy ν (2)
con  
1 0
gµν =
0 1

Metrica di Minkowsky
ds2 = c 2 t 2 − dl 2 (3)
dove in coordinate cartesiane

dl 2 = dx 2 + dy 2 + dz 2

In questo caso se x 0 = ct mentre in coordinate sferiche



1 0 0 0
 dl 2 = dρ2 + ρ2 dΩ2
0 −1 0 0 
gµν =   dove Ω è l’angolo solido e
0 0 −1 0 
0 0 0 −1 dΩ2 = dθ2 + sin2 θdφ2
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Fondamenti teorici

Distanza su una sfera

dl 2 = a2 dθ2 + a2 sin2 θdφ2


con
a2
 
0
gµν =
0 a2 sin2 θ
Questa metrica può essere riscritta definendo la variabile adimensionale r = sin θ
!
dr 2
dl 2 = a2 + r 2
dφ 2
1 − Kr 2

con K=1. Il raggio della sfera è a.


Per K=0 si ottiene
dl 2 = a2 (dr 2 + r 2 dφ)
che coincide con la 2. K=-1 corrisponde ad una superficie aperta

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Fondamenti teorici

Il caso 3D
Per uno spazio omogeneo e isotropo si può generalizzare e si ottiene
" #
2 2 dr 2 2 2 2 2
dl = a + r (dθ + sin θdφ )
1 − Kr 2

che in funzione dell’angolo solido si scrive


!
dr 2
dl 2 = a2 (t) + r 2
dΩ2
)
1 − Kr 2

Lo SpazioTempo 4D
Vale la metrica di Robertson–Walker (Friedman - Lamaitre - Robertson - Walker
(FLRW) nel caso più generale con curvature negative)
!
dr 2
ds2 = dt 2 − a2 (t) + r 2
dΩ2
) (4)
1 − Kr 2

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Fondamenti teorici

La distanza propria tra due punti si ottiene integrando sulla variabile radiale
Z r
dr
d(t) = a(t) p = a(t)f (r )
0 1 − Kr 2

dove 
 arcsin r K =1
f (r ) = r K =0 ∼ r + O(r 3 )
arcsinh r K = −1

L’espansione di Taylor è vera in tutti e tre i casi. Quindi poichè f (r ) = d/a


ḋ(t) = ȧ(t)f (r ) = d(t)
a
che indica una proporzionalità diretta fra la velocità dell’oggetto e la sua distanza.
In realtà stiamo bluffando: la distanza propria è calcolata a tempo costante, ed è una
astrazione matematica (la legge di Hubble sarebbe vera esattamente se i fotoni si
propagassero istantaneamente). In realtà bisogna tener conto del tempo di
propagazione.

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Fondamenti teorici

Le equazioni di Einstein

Matematicamente, la relatività generale descrive lo spazio-tempo come uno spazio a 4


dimensioni; l’equazione di campo lega la curvatura in un punto dello spazio-tempo al
tensore energia impulso che descrive la densità e il flusso di materia e di energia.
L’equazione descrive quindi in che modo la materia deforma lo spazio-tempo e ne
determina la geometria. La forma esplicita dell’equazione di campo è:

1 8πG
Rµν −
gµν R + Λgµν = 4 Tµν .
2 c
Tutti i membri dell’equazione sono tensori simmetrici di dimensione 4x4, contenenti 10
componenti indipendenti. L’equazione esprime la proporzionalità della geometria dello
spazio-tempo alla coordinata spazio-temporale x alla densità e il flusso di materia e
energia presente al secondo membro.
Rµν è il tensore di curvatura di Ricci,
R è la curvatura scalare (la traccia del tensore di Ricci) R = g µν Rµν
gµν è il tensore metrico,
Λ è la costante cosmologica,
Tµν è il tensore energia impulso (densità e pressione nel caso di un fluido
perfetto)

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Fondamenti teorici

L’equazione di campo è una equazione differenziale con incognita il tensore


metrico gµν che descrive completamente la metrica dello spazio-tempo.
Il tensore metrico ha 10 componenti indipendenti, ma i gradi di libertà di questo
sistema sono sei.
L’equazione di campo derivata da Einstein è l’unica possibile di secondo ordine
nelle derivate e che rispetta la covarianza generale.

La costante cosmologica
Tale equazione contiene un termine numerico Λ, chiamato costante cosmologica, che
Einstein introdusse per permettere un universo statico.
Nella decina di anni successiva, osservazioni di Hubble mostrarono che l’universo è in
espansione e il termine cosmologico venne rimosso dalle equazioni.
L’idea di Einstein di introdurre la costante cosmologica venne però riconsiderata non
più per garantire un universo statico ma per spiegare l’espansione accelerata
dell’universo. Nel 1998, l’osservazione dello spostamento verso il rosso di supernove
lontane, ha costretto a impiegare una costante cosmologica positiva per spiegare
l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.

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Fondamenti teorici

Il tensore di Einstein

1
Gµν = Rµν −
gµν R
2
è simmetrico ed ha divergenza zero. In assenza di termine cosmologico

8πG
Gµν = − Tµν
c4
che sono 16 equazioni, che si riducono a 10 per la simmetria di Gµν di cui 6
indipendenti.

Il tensore di energia-impulso
per un universo di particelle non interagenti è

dxik
piµ (t) δ 3 (r − ri (t)) piµ (t)
X X
T µ0 = T µk = δ 3 (r − ri (t))
dt
i i

La componente T µ0 può essere assimilata ad una carica, quelle T µk a correnti. Vale


l’equivalente dell’equazione di continuità

∂ µ0 ∂
T + ∇i T µi = 0 ⇐⇒ T µν = 0
∂x 0 ∂x ν

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Fondamenti teorici

Se si analizza l’Universo su una scala molto maggiore della separazione tipica


degli ammassi, la materia appare distribuita in maniera uniforme e può essere
trattata come un fluido (Postulato di Weil).
Il substrato cosmico è un sistema autogravitante che va descritto con la relatività
generale
Si tratta di determinare la metrica gµν (x) che rispecchia il campo prodotto dal
substrato.
La descrizione cosmologica è formulata rispetto ad un osservatore fondamentale
(solidale con il substrato cosmico)

La conoscenza della metrica permette di calcolare l’elemento di linea


spazio-temporale ds2 = gµν dx µ dx ν = ct 2 − dl 2 .
Esiste quindi un tempo universale t, parametro naturale per descrivere
l’evoluzione cosmologica
L’ipersuperficie t = cost e’ l’ordinario spazio tridimensionale
Le coordinate comoventi x 1 , x 2 , x 3 hanno gli stessi valori a qualunque istante

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Fondamenti teorici

La soluzione delle equazioni è in genere complicata. Esistono soluzioni esatte per casi
molto particolari. Le soluzioni più conosciute utilizzate in cosmologia sono
la metrica di Minkowsky per un universo vuoto,
la metrica di Robertson - Walker
la metrica FLRW, un ampliamento della precedente
Vi sono poi quelle utilizzate per lo studio teorico dei buchi neri, derivate ponendo Λ = 0
e Tik = 0:
a = 0, Q = 0 (corpo dotato di massa, non rotante, scarico): soluzione di
Schwarzschild.
a 6= 0, Q = 0 (corpo dotato di massa, rotante, scarico): soluzione di Kerr.
a = 0, Q 6= 0 (corpo dotato di massa, non rotante, carico): soluzione di
Reissner-Nordstrøm.
a 6= 0, Q 6= 0 (corpo dotato di massa, rotante, carico): soluzione di
Kerr-Newmann.
Una volta ricavata la metrica di Kerr-Newmann, si possano ricavare tutte le altre per
semplificazione, ponendo di volta in volta i vari parametri a zero.

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Fondamenti teorici

La metrica di Schwarzschild

L’elemento di linea per la metrica di Schwarzschild è


 rs  2 2  rs −1 2  
ds2 = c 2 dτ 2 = 1 − c dt − 1 − dr − r 2 dθ2 + sin2 θ dϕ2
r r
dove
quando dτ 2 è positivo τ è il tempo proprio (misurato da un orologio solidale alla
particella di test)
t è il tempo misurato da un orologio stazionario infinitamente lontano dalla massa
rs è il raggio di Schwarzschild rs = 2GM/c 2
È possibile scrivere la metrica in forma matriciale:

1 − rrs
  
0 0 0
 0 − 1 rs 0 0 
gµν = 
 (1− r ) 

 0 0 −r 2 0 
0 0 0 −r 2 sen2 θ

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Fondamenti teorici

I buchi neri
Se poniamo dr = dθ = dφ = 0 si ha che
 rs  2 2
ds2 = c 2 dτ 2 = 1 − c dt
r
e quindi r r
2GM rs
dτ = 1− dt = 1− dt
rc 2 r
quindi l’orologio nel campo gravitazionale rallenta, e dτ = 0 ad r = rs .
Una massa che si muove nel campo partendo da ferma a distanza infinita avrà
un’energia cinetica a distanza r data da

1 mM 2GM
mv 2 = G 2 =⇒ v 2 =
2 r r
Invertendo il percorso v si può interpretare come la velocità di fuga alla distanza r .
Di conseguenza alla distanza rs la velocità di fuga è c e nessuna particella può
allontanarsi.
Un oggetto di raggio R e massa M è un buco nero se

c2 R
M>
G 2

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Il principio cosmologico

In linea di principio si possono risolvere le equazioni di Einstein dello spazio-tempo per


definire l’evoluzione dell’Universo. La necessità di semplificare le equazioni da un lato,
e l’evidenza osservativa dall’altro portano all’ipotesi di un Universo Omogeneo ed
Isotropo.
In questa ipotesi l’unica possibile evoluzione è una espansione o contrazione globale
(ossia una variazione del fattore di scala della metrica).

Date due galassie a distanze r (t) ed R(r ),


una espansione isotropa implica che il
rapporto χ = r (t)/R(t) sia costante, per
cui r (t) = χR(t). Allora


ṙ = χṘ = r = H(t) r (5)
R
dove H è il parametro di Hubble.

La costante di Hubble
è il valore attuale H0 di H(t)

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Dalla meccanica di Newton alle equazioni di Friedmann

La soluzione rigorosa richiederebbe applicare le equazioni della relatività generale ad


un universo omogeneo ed isotropo. Questo approccio porterebbe essenzialmente alle
stesse equazioni che si ottengono dalla gravità newtoniana.

Consideriamo un volume sferico di


universo di raggio tale da poterlo
considerare omogeneo (R>100 Mpc) ed
una massa m al suo limite. La distanza R
può essere scritta come:

R(t) = ra(t)

dove r è la distanza misurata nel sistema di


coordinate comoventi mentre a(t) è il fattore
di scala. Come visto, r è una costante
indipendente dal tempo mentre a dipende
solo dal tempo.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Se ρ è la densità di massa media, la massa dentro il volume è

4
M= πR 3 ρ
3
e l’energia potenziale gravitazionale è

GmM 4π
V =− =− GmR 2 ρ
R 3
L’energia totale della galassia di test è
!
1 4π 1 Ṙ 2 8π
E= mṘ 2 − GmR 2 ρ = mR 2 − Gρ = const
2 3 2 R2 3

che si può riscrivere (ponendo cost = −mk /2) come:


!2
Ṙ K 8π
+ = Gρ (6)
R R2 3

che è l’equazione di Friedmann che corrisponde a scrivere T − E = −V cioè la


conservazione dell’energia per la galassia.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Partendo dalla conservazione dell’energia in un volumetto di fluido cosmico (Perkins


paragrafo 5.4), è possibile ricavare un’altra equazione indipendente dalla precedente.
In ambito non relativistico e supponendo che il fluido cosmico sia perfetto (ossia senza
anisotropie, quindi senza gradienti di pressione o temperatura), questo dovrà essere
soggetto a trasformazioni adiabatiche, pertanto:

dE + PdV = 0 V ∝ R 3 E ∝ ρc 2 R 3 ⇒ d(ρc 2 R 3 ) + PdR 3 = 0

 
P
d(ρc 2 R 3 ) + PdR 3 = c 2 R 3 dρ + ρc 2 dR 3 + PdR 3 = 0 R 3 dρ +
ρ + 2 dR 3 = 0
⇒ ⇒
c
   
P Ṙ P
⇒ ρ̇R 3 + ρ + 2 3R 2 Ṙ = 0 ⇒ ρ̇ = −3 ρ+ 2
c R c
che è la seconda equazione di Friedmann (Equazionde del fluido)
 
Ṙ P
ρ̇ = −3 ρ+ 2
R c

Una forma più esplicita della seconda equazione può essere ricavata differenziando
l’eq 6 e sostituendo ρ̇; si ottiene l’equazione:
 
R̈ 4πG 3P
=− ρ+
R 3 c2

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

In sostanza
!2
Ṙ K 8π
+ = Gρ
R R2 3

 
R̈ 4πG 3P
=− ρ+
R 3 c2

La seconda si può scrivere anche nella forma


 
Ṙ P
ρ̇ = −3 ρ+ 2
R c

Sostituendo il valore di R(t) = ra(t) il fattore costante r si elimina e si ottengono le


equazioni per il fattore di scala.
Si hanno dunque due equazioni indipendenti in tre incognite: il fattore di scala a, la
pressione P e la desità ρ.
Serve inoltre una equazione di stato che metta in relazione densità e pressione.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Le Equazioni di Friedmann nella relatività generale


Nel caso generale le equazioni di Friedmann si ricavano inserendo la metrica FLRW
(eq. 4) nelle equazioni di Einstein, e si ottiene
!2
Ṙ K 8π Λ
+ 2 = Gρ +
R R 3 3

R̈ 4πG Λ
=− (ρ + 3P) +
R 3 3
Che sono analoghe a quelle ricavate nel cas newtoniano, con tre differenze
1 Dal punto di vista relativistico ρ è la densità di energia e non solo la densità di
massa
2 K assume il significato di parametro di curvatura

3 R assume il significato di fattore di scala

4 Il termine addizionale con la costante cosmologica Λ

In linea di principio Λ può essere assobita in ρ definendo la densità di energia del vuoto
(associata all’energia delle coppie virtuali particella-antiparticella) come
Λ
ρΛ =
8πG
Questa energia è quella responsabile ad esempio dell’effetto Casimir, per cui due
armature di un condesatore scarico si attraggono.
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Un Universo Statico
Le equazioni per un universo statico (Ṙ = R̈ = 0) diventano

K 8π Λ
= Gρ +
R2 3 3
e
4πG(ρ + 3P) = Λ
che lega la costante cosmologica Λ ad una nuova forma di energia.
La costante cosmologica è stata originariamente introdotta da Einstein proprio per
cercare di descrivere un universo che si aspettava fosse stazionario.

L’Universo di de Sitter
In un universo dominato dalla costante cosmologica

Ṙ 2 K Λ
+ 2 =
R2 R 3
per K = 0, ρΛ = cost
R(t) ∝ eHt
p
con H = Λ/3.
L’Universo di de Sitter ha una espansione esponenziale mantenedo costante la densità
di energia. L’idea è alla base degli scenari inflazionari
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

L’equazione di stato

Dobbiamo ancora specificare l’equazione di stato del fluido cosmico. Un fluido perfetto
è caratterizzato soltanto da densità di energia e pressione isotropa. Dobbiamo quindi
assumere che: P = P(ρ).
Un fluido di questo tipo è detto barotropico.
In genere si può supporre che questa relazione sia lineare: P = wρc 2 .
Sostituendo nella seconda equazione di Friedmann:

Ṙ ρ̇ Ṙ
ρ̇ = −3(1 + w) ρ ⇒ = −3(1 + w)
R ρ R
per cui

ρ ∝ R −3(1+w)

In genere ρ è determinata dal contributo di diverse componenti

ρ = ρm + ρrad + ρΛ (7)

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Valore di w

Cerchiamo ora di calcolare la costante w introdotta precedentemente. Possiamo


scrivere l’equazione di stato del ”gas” galattico nella forma

kT 2
P = nG kT = ρ c (8)
µc 2

dove nG è il numero di galassie per unità di volume e µ la massa media di ogni


galassia. Confrontando con la formula P = wρc 2 , otteniamo

kT
w= (9)
µc 2

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Dalla termodinamica sappiamo che

kT 1
= v2 (10)
µ 3

con v 2 la velocità quadratica media relativa delle galassie. Dunque

1 v2 1
w= = β2 (11)
3 c2 3

Valori limite di v

1 A velocità non relativistiche abbiamo β ≈ 0, dunque w = 0.


1
2 A velocità relativistiche abbiamo β ≈ 1, dunque w = .
3

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

L’equazione di stato

Può essere ricavata per via termodinamica a partire dal primo principio
   
∂U ∂U
dU = TdS − PdV = dS + dV
∂S V ∂V s

per cui  
∂U
P=− .
∂V s
L’entropia è semplicemente il logaritmo del numero di micostati Ω che può essere
approssimato dal numero di microstati in configurazione di equilibrio t[f (p)]

S = ln Ω ∼ ln t[f (p)]

Per cui per mantenere l’entropia costante bisogna mantenere costante la distribuzione
f (p) quando si varia il volume.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

L’energia totale è Z
U= Ef (p)d 3 p

e quindi la pressione
  Z
∂U ∂E
P=− =− f (p)d 3 p.
∂V s ∂V
La derivata di E rispertto al volume V = l 3 è
∂E ∂p
∂E ∂E ∂p ∂p ∂l
= = ∂V
∂V ∂p ∂V ∂l
p
∂V
Poichè ∂l
= 3l 2 ed E = p2 + m2 si ha
∂E 1 2 −1/2 p
= p + m2 2p = .
∂p 2 E
Poichè la condizione di annullare la funzione d’onda ψ(x) = eip·x al contorno di un
volume V richiede che lel componenti del momento della particella possa assumere
solo i valori

pi = ni
l
e quindi
∂p p
p ∝ l −1 ⇒ ∝ l −2 ∝
∂l l
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Di conseguenza
∂E ∂p
−p2
 
∂E ∂p ∂l p −p 1
= ∂V
= 2
=
∂V ∂l
E l 3l 3EV
Per cui
1 p2
Z Z
∂E
P=− f (p)d 3 p = f (p)d 3 p.
∂V 3V E
Poichè U = Ef (p)d 3 p e ρ = U/V si ricava l’espressione valida per particelle
R
relativistiche ρ
P= .
3
Nel limite non relativistico P = nT e la densità ρ = nm, per cui a temperature per cui
T << m si ha che P << ρ ed il termine di pressione nelle equazioni di Friedmann può
essere approssimato a zero.
Λ
Infine nel caso di energia del vuoto ρV = 8πG
per cui ρV = U/V è costante e
   
∂U ∂(ρV V ) U
P=− =− = −ρV = −
∂V S ∂V S V

e quindi l’energia di vuoto produce una pressione negativa.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Consideriamo qualche caso per K = 0

w = (1/3)β 2 ∼ 0 :
In questo caso P = 0, ossia la pressione è nulla o comunque trascurabile rispetto alla
densità di energia; questo è il caso di un universo composto da particelle non
relativistiche (infatti p = nmv 2 << nmc 2 = ρ).
Allora dall’equazione del fluido
ρ̇ Ṙ
= −3
ρ R
quindi ρ ∝ R −3 , e pertanto la massa (o meglio il numero di particelle) è conservata.
Dalla prima eq. di Friedmann
!2
Ṙ 8π 1
= Gρ ∝ R −3 =⇒ Ṙ 2 ∝ =⇒ Ṙ ∝ R 1/2
R 3 R
Z Z
R 1/2 dR ∝ dt =⇒ R 3/2 ∝ t

R ∝ t 2/3

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Consideriamo qualche caso per K = 0

w=1/3:
In questo caso P = ρc 2 /3 è la "pressione di radiazione" e questo è il caso relativo ad
un universo composto da sola radiazione. P è dunque la pressione esercitata da
particelle ultrarelativistiche.
Inoltre ρ ∝ R −4 (infatti la densità di fotoni è proporzionale a R −3 , mentre l’energia di
un singolo fotone è proporzionale alla sua frequenza, ossia ad R −1 ): nel caso di un
universo composto di sola radiazione l’energia non è conservata (infatti ρR 3 non è
costante).
Integrando la prima eq. di Friedmann si ottiene

R ∝ t 1/2

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Consideriamo qualche caso

w=1:
In questo caso P = ρc 2 ed è il caso rappresentativo della "materia incomprimibile"
(che ha pochissimo interesse in cosmologia).
In questo caso ρ ∝ R −6 .

w=-1:
Allora la pressione è negativa P = −ρc 2 . Si tratta del caso relativo a un universo
composto da energia oscura e l’espansione è esponenziale.
In questo caso ρ è costante mentre in tutti gli altri casi ρ ∝ R −3(1+w) , e decresce nel
tempo.
Pertanto, essendo la componente relativa alla costante cosmologica l’unica a non
diminuire nel tempo, sarà quella che dominerà asintoticamente la composizione
dell’universo.
Insomma, se in un universo c’è energia oscura questo è destinato ad esserne riempito.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Universo a più componenti

Possiamo descrivere in generale la densità di energia come

ρ = ρ0 R −3(1+w)

e nel caso l’Universo sia piatto, dominato da una sola componente


2 −1 2
R(t) ∝ t 3 (1+w) = t 3(1+w)

L’equazione di Friedmann si può quindi scrivere, immaginando un universo che


contenga materia non relativistica e radiazione, come

Ṙ 2 8πG  ρ0m ρ0r ρ0k 


H 2 (t) = = + +
R2 3c 2 R3 R4 R2
A questa equazione, si può aggiungere qualsiasi altra componente, una volta nota la
relazione tra fattore di scala e densità di energia.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Alcune caratteristiche delle soluzioni, quindi i possibili scenari evolutivi si possono


ricavare qualitativamente.
L’equazione newtoniana (6)
Ṙ 2 K 8π
+ 2 = Gρ
R2 R 3
si può riscrivere in funzione del parametro di Hubble (eq. 5) come
8π K
H2 = Gρ − 2 .
3 R
Ci si può chiedere se l’espansione può essere rallentata dall’attrazione gravitazonale, il
che corrisponderebbe a far diminuire H fino a zero.
Dallo spostamento verso il rosso osservato si ricava che H attualmente è positivo.
Si possono avere tre casi:
1 - K < 0 Tutti i termini a secondo membro sono postivi. H non può andare a zero e
l’Universo è aperto. Ad esempio nel caso di materia non relativistica ρ ∝ 1/R 3 ,
quindi il termine in ρ diventa trascurabile e la eq. 6 diventa

Ṙ 2 K
=− 2
R2 R
e cioè Ṙ costante e quindi R cresce linearmente col tempo.
2 - K > 0 Poichè la densità decresce, al secondo membro ad un certo punto i due termini si
cancellano cioè l’espansione si ferma ed inizia una fase di contrazione. L’Universo
è chiuso
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

3 - K = 0 L’universo in questo caso è piatto. Questo avviene quando


 

K = R2 Gρ − H 2 = 0
3
ossia quando la densità è uguale alla densità critica
3H 2
ρc =
8πG

Definendo ρ
Ω=
ρc
si ha che l’Universo è

aperto se Ω < 1
piatto se Ω = 1
chiuso se Ω > 1

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Le densità di energia normalizzate alla densità critica di materia, radiazione e vuoto


sono
ρi 8πG
Ωi = = ρi
ρc 3H 2
Se definiamo densità di energia di curvatura

K K
ΩK = − =−
H 2R2 Ṙ 2
possiamo riscrivere la prima eq. di Friedmann come

8πG K
ρ− 2 2 =1
3H 2 H R
o anche
Ωm + Ωr + ΩΛ + ΩK = 1 (12)
e tenendo conto della eq. 7
 
H 2 = H02 Ω0Λ + Ω0K R −2 + Ω0m R −3 + Ω0r R −4

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Contributi a Ω
Materia Luminosa: Le osservazioni di luminosità e distribuzione delle galassie
consentono di stimare la densità di materia barionica luminosa.
ρ∗ = 9 · 10−29 kg/m3 =⇒ Ω∗ ∼ 0.01
Materia Barionica: E’ dedotta dalla nucleosintesi primordiale. Nelle prime fasi
evolutive, a temperature di ∼ 109 K. Le abbondanze previste dal modello di
nucleosintesi dipendono da ρB che risulta quindi fissato a circa 0.26 barioni/m3
(eq. ??).
ρB = 4.0 · 1028 kg/m3 =⇒ ΩB = 0.042 ± 0.004
Materia Totale: Una serie di osservazioni sperimentali, che analizzeremo in
seguito, pora a concludere che l’Universo è dominato dagli effetti gravitazionali di
materia non visibile con
ρm = 2.2 · 1027 kg/m3 =⇒ Ωm = 0.24 ± 0.03
Radiazione: Il contributo di della CMB alla densità cosmica è irrilevante
ρm = 4.5 · 1031 kg/m3 =⇒ Ωm = 5 · 10−5
Dark Energy: Dagli effetti di curvatura del plot di Hubble a grande redhift si stima
una Dark Energy con
ΩΛ = 0.76 ± 0.05
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Un universo piatto
Dalle osservazioni quindi si deduce che la materia visibile contribuisce per solo circa il
5% all’ energia dell’universo, che c’e’ una frazione considerevole di massa non visibile
e che il contributo dominante è quello dell’energia oscura.

Ω = Ωm + Ωr + ΩΛ = 1.000 ± 0.004

In generale Ω deve essere funzione del tempo, quindi questa non sembra essere una
coincidenza e si è portati a credere che Ω sia identicamente uguale ad uno e dalla eq.
12 risulta quindi che ΩK = 0 e quindi K = 0 ossia l’universo è piatto.

Ovviamente questa non è al momento l’unica soluzione possibile, per quanto sia la
favorita. Poichè le evoluzioni temporali delle densità di energia sono diverse, ci si
aspetta che l’universo abbia attraversato delle “ere” dominate da una sola componente.

All’inizio ha dominato la radiazione,


dopodichè ci si aspetta che ci sia stata na lunga epoca caratterizzata dalla
dominanza di materia e radiazione,
nella fase attuale, domina la Dark Energy.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

La scala di Planck
Consideriamo da un lato il raggio di Schwarzschild per una massa m

2mG
RS =
c2
che rappresenta la distanza a cui gli effetti di curvatura dello spazio-tempo diventano
evidenti, e dall’altro la lunghezza d’onda Compton per la stessa particella

h
λC =
mc
che rappresenta la scala a cui gli effetti quantistici diventano importanti.
La scala di Planck è defnita dalla condizione
λC R ~ mG
= S ⇐⇒ = 2
2π 2 mc c
da cui ricavando la massa si ha
r
~c
mPl = ∼ 1.22 · 1019 GeV /c 2
G

Non è possibile speculare su tempi antecedenti 10−43 secondi, che corrispondono alla
scala di Planck.
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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Relazione tra Temperatura e fattore di Scala

Le distanze crescono con R. La lunghezza d’onda di de Broglie di una particella è


λ = h/p, per cui il momento diminuisce come 1/R.
Per i fotoni E = p, e quindi la loro energia diminuisce come 1/R. All’equilibrio, la
temperatura è una misura dell’energia media dei fotoni per cui

T ∝ R −1

La relazione vale finchè la variazione di temperatura è solo legata all’espansione, cosa


che in realtà non è valida. Un trattamento termodinamico che tiene conto dei gradi di
libertà nelle varie fasi dà stime più precise

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

10−45 s Alla scala di Planck (1019 GeV termina la nostra capacità previsionale
10−39 s La temperatura è scesa a 1016 GeV (the ‘GUT scale’), a cui le interazioni forti si
disaccoppiano da quelle elettrodeboli. Avviene la transizione di fase del campo di
Higgs associato alla GUT, il campo assume un valore di aspettazione diverso da
zero per rottura spontanea della simmetria (SSB). I bosoni X ed Y acquistano una
massa dell’ordine della scala GUT, per cui da questo momento i processi con
violazione del numero barionico sono soppressi. La rottura di simmetria di questo
campo può essere responsabile di una fase di espansione esponenziale
(inflazione)
10−11 s La temperatura è alla scala elettrodebole (100 GeV). Qui avviene una nuova
transizione di fase, in cui i bosoni W e Z acquistano massa e le interazioni deboli
si disaccoppiano da quelle elettromagnetichie.
10−5 s A temperature di circa 0.2 GeV (the ‘QCD scale’), la costante di accoppiamento
αs delle interazioni forti è diventata grande. Quark e gluoni vengono confinati
negli adroni. L’accelerazione di ioni pesanti cerca di ricostruire le proprietà del
‘quark–gluon plasma’ tipico di questa epoca.

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Fondamenti teorici

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

L’Inflazione

Il Modello Standard della Cosmologia descrive molto bene le abbondanze


primordiali dei nuclei, l’espansione omogenea ed isotropa dell’Universo e
l’esistenza della radiazione di fondo.
Tuttavia l’alto livello di isotropia della CMB ed il fatto che la densità osservata sia
estremamente vicina a quella critica, sono difficilmente spiegabili. Inoltre le teorie
di Grande Unificazione, ormai generalmente accettate, prevedono l’esistenza di
particelle stabili come i Monopoli Magnetici, che non sono mai state osservate.
Questi problemi possono essere risolti assumendo che a qualche istante la
densità di energia sia stata dominata da energia del vuoto, il che avrebbe portato
ad una fase di espansione esponenziale.
Queste teorie sono tra le prime applicazioni della fisica delle particelle elementari
alla cosmologia.

Fausto Guarino Università di Napoli Fisica Astroparticellare April 22, 2018 70 / 78


Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

The Horizon Problem

La CMB, si è disaccoppiata dalla materia alla superficie di Last Scattering a


t ∼ 380000 anni.
Assumendo qualunque composizione dell’universo in termini di densità di energia
R ∝ t 1/2 per un universo dominato dalla radiazione
R ∝ t 2/3 per uno dominato dalla materia
la massima distanza tra punti dell’universo all’epoca del last scattering
corrisponderebbe a distanza inferiori a 1.4 gradi nel cielo attuale.
Direzioni a distanze angolari maggiori erano causalmente disconnesse all’epoca
del last scattering. Quindi non ci aspetta l’uniformità osservata della CMB.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

The Flatness Problem


La densità di energia totale dell’Universo attuale è molto simile a quella critica Ω = 1
con una precisione di meno del percento.
dall’equazione 12
Ωm + Ωr + ΩΛ + ΩK = 1
si ricava
K
Ω − 1 = −ΩK =
Ṙ 2
dove Ω = Ωm + Ωr + ΩΛ .
Ora per un universo dominato dalla materia R ∝ t 2/3 , quindi Ṙ ∝ t 1/3 e R Ṙ 2 è
costante, per cui
Ω − 1 ∝ KR ∝ Kt 2/3
Al tempo di Plank (tempo a cui sono importanti gli effetti quantistici del campo
elettromagnetico) Ω − 1 ∼ 10−59 , il che ovviamente fa pensare che ci sia una
ragione per cui Ω = 1.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

The Monopole Problem


A temperature tipiche della scala di energia delle GUT, Tc ∼ EGUT ∼ 1016 eV, c’è stata
una transizione di fase alla quale un campo di Higgs, attraverso un meccanismo di
rottura spontanea della simmetria ha dato massa ai bosoni X ed Y che mediano
interazioni che accoppiano quark e leptoni.
Il processo parte contemporaneamente in zone diverse, ed i campi si orientano
concordemente in domini diversi. Al confine tra questi domini si formano dei difetti
topologici. Nelle teorie di Grande Unificazione questi difetti hanno una carica
magnetica, e si comportano come Monopoli Magnetici stabili, di massa

MX
mMon ∼ ∼ 1017 GeV
αU

La densità di monopoli sarebbe in contraddizione con la mancata osservazione e con il


fatto che la densità di energia ad essi associata avrebbe fatto ricollassare l’universo.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Abbiamo visto come il termine cosmologico nell’equazione di Friedmann comporti una


espansione esponenziale. Dalla seconda eq. di Friedman (quella dell’accelerazione)
R̈ 4πG
=− (ρ + 3P)
R 3
si vede che l’espansione è accelerata R̈ > 0 quando (ρ + 3P) < 0. Se l’equazione di
stato è P = wρ l’espansione è accelerata quando w < −1/3. in unità c=1
Nella teoria quantistica dei campi si può dimostrare che dato un campo scalare Φ(x, t)
densità di energia e pressione associati al campo sono
1 2 1
ρ=Φ̇ + (∇Φ)2 + V (Φ)
2 2
1 2 1
P = Φ̇ − (∇Φ)2 − V (Φ)
2 6
Il potenziale V dipende dalla teoria. Ad esempio per il campo di Higgs del modello
elettrodebole e quello invocato in origine come responsabile della fase inflazionaria
hanno gli andamenti riportati rispettivamente a sinistra e destra

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

Per un campo lentamente variabile nel tempo e nello spazio, le derivate sono piccole
ed il termine dominante è l’ultimo, quindi

ρ ∼ −P ∼ V (Φ)

e quindi l’equazione di stato ha w ∼ −1 < −1/3.

Nel 1981 Alan Guth propose che il campo scalare associato alle teorie di Grande
Unificazione, con caratteristiche analoghe al campo di Higgs potesse essere
responsabile dell’Inflazione.
A Φ = 0 il potenziale ha un minimo, il che corrisponde ad uno stato classicamente
stabile, in cui la densità di energia è per quanto visto ρ ∼ V (Φ = 0). In questa
configurazione il fattore di scala ha una espansione esponenziale.
Se per effetto tunnel il campo passa al vero minimo con V = 0, l’energia di vuoto
non dominerà più sulle altre, e l’espansione sarà legata agli altri contributi alla
densità.
L’energia associata al minimo locale V (0) viene convertita in particelle. Questa
fase è la fase “calda” del Big Bang.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

The inflaton

I dettagli dei modelli di inflazione


possono essere diversi, a seconda
della caratteristica del campo φ.
In particolare, modelli in cui non
c’è un minimo a Φ = 0, ma una
decrescita dolce verso il vero
minimo, risolvono problemi legati
alla fine dell’era di inflazione, che
in linea di principio può essere
diversa in punti diversi.

As the quantum-mechanical tunneling is a random process, inflation should end at


slightly different times in different places. Therefore, some places will undergo inflation
for longer than others. And because these regions continue to inflate, their contribution
to the total volume of the universe remains significant. Effectively, inflation would never
end.

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

In ogni caso, la crescita esponenziale fa sì che

tutto l’universo osservabile sia stato in contatto causale all’origine


che i monopoli siano stati diluiti dall’inflazione, in modo che la loro densità sia
adesso trascurabile.
Inoltre dall’equazione di Friedmann nella forma

K
Ω−1=
Ṙ 2

poichè nella fase di inflazione R ∝ eHT , si trova che

Ω − 1 ∼ e−2Ht

ossia
Ω tende esponenzialmente ad uno

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Elementi di Cosmologia

Fondamenti teorici

La asimmetria Barioni-Antibarioni

L’Universo appare completamente dominato dalla materia, non ci sono indicazioni


sperimentali della presenza di antimateria, se non un piccolo contributo di antiprotoni e
positroni nei raggi cosmici, compatibile con l’ipotesi che questi siano generati nel
processo di propagazione.
Nel 1967 Sakharov dimostrò che affinchè l’universo potesse
evolvere in una configurazione con numero barionico B 6= 0
servono tre condizioni
1 Processi che violano il numero barionico
2 Processi che violano le simmetrie C e CP
3 Allontanamento dall’equilibrio termodinamico
Processi che violano CP sono predetti nelle GUT, ma non è
chiaro come una asimmetria abbia potuto superare una fase
inflazionistica.
I processi di violazione di CP del modello standard
elettrodebole, sembrano essere troppo deboli.
E’ una indicazione dalla cosmologia che il modello standard
è incompleto e che devono esistere altre particelle ed
interazioni

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