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REGOLE PER LA STESURA DELLA TESI DI LAUREA

1. Nozioni generali
La tesi triennale è una ricerca approfondita su un argomento concordato con il relatore. Quasi mai
può essere un contributo innovativo, di solito è un approfondimento dell’argomento dato, basato
sulla consultazione di una bibliografia appropriata (Fonti). Per questo la ricerca della bibliografia è
la cosa più importante ed ciò che deve essere fatto per prima cosa. La bibliografia va via via
sistemata in ordine alfabetico per cognome dell’autore (del libro o dell’articolo o anche della voce
di enciclopedia o altro) secondo le regole indicate nelle pp. che seguono.
Una volta letti gli articoli o i libri ritenuti utili si redige un indice della tesi, con la divisione in
capitoli. I capitoli devono avere un titolo e una numerazione. I capitoli vanno poi divisi in
sottocapitoli anch’essi titolati e numerati. E’ probabile che la divisione in capitoli o sottocapitoli
cambi nel corso della stesura. Ma l’importante è iniziare a scrivere avendo in mente un indice (poi
lo si potrà modificare).
Alla fine si scriverà una Prefazione, per spiegare e illustrare il lavoro svolto e se serve una
Conclusione.
Tutto compreso dovrebbe essere almeno 50 pp., ma dipende molto dall’argomento.

2. Indicazioni principali
I libri e gli articoli altrui NON si copiano così come sono. Neppure una frase intera. GUAI.
Si riportano idee, conclusioni, considerazioni, notizie tratte dalle fonti, parafrasandole,
riassumendole, ma INDICANDO sempre in NOTA da dove si sono prese, sempre inizando dal
cognome dell’autore, poi il titolo del volume, articolo o altro, poi luogo e data di edizione, poi la
pagina (p.) o le pagine (pp.) da cui si sta citando. Se un testo lo si deve citare più volte, bisogna
fornire tutte le indicazioni la prima volta, poi basta scrivere il cognome dell’autore seguito da op.
cit. e il numero della p. o pp. Ma anche di ciò, vedi più avanti.
Se si vogliono citare le parole precise da un testo, bisogna metterle tra “virgolette” e in nota indicare
da dove si sono prese, sempre con il nome dell’autore per prima cosa.
La tesi non deve essere più breve di 50 pp. compreso.

3. Formattazione
1. I testi devono essere redatti utilizzando il font Times New Roman (oppure Arial, Cambria,
Calibri, Garmond, Tahoma, Verdana)
2. Il corpo del carattere deve essere di 12 o 13 punti (le note vanno in corpo 10)
3. La misura dei margini destro-sinistro devono essere di 3 cm, superiore-inferiore di 2,5 cm.
4. L’interlinea deve essere 1,5 
 
4. Regole per la citazione in nota e dei testi consultati:

Libri
· N. Cognome, dell’autore/i (il nome puntato, il cognome per esteso; se gli autori sono due o tre, i
nomi vanno separati da una virgola; se più di tre, vanno omessi e la citazione inizia col titolo
dell'edizione)
· [se ci sono uno o due curatori: N. Cognome, del curatore/i (a cura di); in caso di più di due
curatori, si cita il primo seguito dalla formula et al.],
· Titolo e Sottotitolo dell'opera, (in corsivo!)
· [eventuale numero del volume dell’opera consultato: vol. seguito da cifra romana],
. Editore [si può omettere per i testi stranieri]
· Luogo di edizione [se nel libro non è indicato scrivere: s.l.],
· Anno di edizione [se nel libro non è indicato scrivere: s.d.],
· indicazione della/e pagina/e consultate: p./ pp.
Esempi:

W. Giusti, Due secoli di pensiero politico russo, Sansoni, Firenze 1943, p. (o pp.)

M. Colucci, Introduzione a I.S. Turgenev, Nido di nobili, Padri e figli, Utet, Torino 1981, p. (o pp.)

C. Segre e C. Ossola (a cura di), Antologia della poesia italiana. Vol. V: Seicento, Einaudi, Torino
2001, p. 21 o pp. 27-28.

Articoli di riviste, quotidiani e altri periodici, opuscoli


· N. Cognome dell’autore/i,
· Titolo e Sottotitolo dell’articolo (in corsivo),
· Titolo della rivista/quotidiano/periodico/opuscolo (tra virgolette cosiddette a caporale «...», oppure
anche “…”),
· numero del volume (annata, in numero romano), anno, numero di fascicolo, se indicato (in numero
arabo)
· indicazione della/e pagina/e consultate: p./ pp.
Esempi:

G. Cordibella, Verso un classicismo europeo. Carducci e le origini della ricezione italiana di


Hölderlin, in «Studi e problemi di critica testuale», LXXV, 2007, pp. 97-117.

M. Ferrazzi, Tramonto del realismo e crisi del romanzo. La sperimentazione turgeneviana nel
campo delle piccole forme, in “Europa Orientalis”, VII, 1988, pp. 78-96.

Capitoli di libri, saggi in miscellanee


· N. Cognome, dell’autore/i ( se gli autori sono due o tre, i nomi vanno separati da virgola; se più di
tre, vanno omessi e la citazione inizia col titolo dell'edizione),
· Titolo e Sottotitolo della capitolo o saggio,
· in
· N. Cognome, dell’autore/i dell’opera collettiva (il nome è puntato; se gli autori sono due o tre, i
nomi vanno separati da virgola; se più di tre vanno omessi e la citazione iniza col titolo
dell'edizione) [se ci sono uno o due curatori: N. e Cognome del curatore/i (a cura di); in caso di più
di due curatori, si cita il primo seguito dalla formula et al.],
· Titolo e Sottotitolo della miscellanea,
· [eventuale numero del volume dell’opera consultato: vol. seguito da cifra romana],
. Editore
· Luogo di edizione [se nel libro non è indicato scrivere: s.l.],
· Anno di edizione [se nel libro non è indicato scrivere: s.d.],
· indicazione della/e pagina/e consultate: p./ pp..

Esempi:

G. Cordibella, Carducci e la cultura tedesca, in A. Pasquini, V. Roda (a cura di), Carducci nel suo
e nel nostro tempo, Bononia University Press, Bologna 2009, pp. 355-383.

G. Raspi, Riflessioni su Turgenev: divagazioni sul tema Amleto e Don Chisciotte, in Studi in onore
di Ettore Lo Gatto, a cura di A. D’Amelia, Bulzoni, Roma 1980, pp. 235-247. oppure:
G. Raspi, Riflessioni su Turgenev: divagazioni sul tema Amleto e Don Chisciotte, in A. D’Amelia (a
cura di), Studi in onore di Ettore Lo Gatto, Bulzoni, Roma 1980, pp. 235-247.
 
5. Modalità relative alla scrittura delle note: citazione di un’opera in nota

· citata per la prima volta: valgono le Regole per la citazione in nota dei testi consultati
· se l’opera è già stata citata in precedenza:
- Nome (solo l’iniziale puntata) e Cognome (per esteso)  dell’autore/i (nel caso, separati da una
virgola)
- [se c’è un curatore, o ci sono curatori: Nome (iniziale) e Cognome (per esteso) del curatore/i (a
cura di)],
- op. cit.,
- indicazione della/e pagina/e consultate: p./ pp.
Esempio: G. Cordibella, op. cit., p. 360.
· citata immediatamente dopo una nota con la medesima opera:
- nello stesso luogo ma in p./pp. diversa/e: Ivi, p./pp.
- nello stesso luogo e nella/e stessa/e p./pp.: Ibidem
- se si cita lo stesso autore della nota precedente (con opera diversa): Idem / Id. [per l'autore] o
Eadem / Ead. [per l'autrice]

6. Abbreviazioni più consuete da usare in nota o nel testo

Anon.          Anonimo


art.              articolo (per articoli di Legge)
c.                carta (plurale: cc.)
cap.            capitolo (plurale: capp.)
cfr.             confrontare, vedere anche, riferirsi a
cit.              opera già citata in precedenza (se dell’autore/i si citano altre opere)
ed.             edizione
fig.              figura (plurale: figg)
infra.           vedi sotto
supra          vedi sopra
loc. cit.       luogo citato
MS             manoscritto (plurale: MSS)
N.B.              nota bene
n.s.             nuova serie
n.                numero (plurale: nn.)
op. cit.       opera già citata in precedenza
passim      qua e là (quando non ci si riferisce a un luogo preciso del testo)
p.               pagina (plurale: pp.)
par.            paragrafo (plurale: parr.); anche: §
r                 recto
s.d.            senza data (di edizione)
s.l.             senza luogo (di edizione)
seg.           seguente
sez.           sezione
sic             così (scritto così proprio dall’autore che viene citato)
NdA           nota dell’autore (di solito tra parentesi quadre)
NdT           nota del traduttore (di solito tra parentesi quadre)
NdC           nota del curatore (di solito tra parentesi quadre)
NdR           nota del redattore
tab.            tabella
tav.             tavola
trad.           traduzione (anche: tr.)
v                 verso
vol.             volume (plurale: voll.)
 
Segni più consueti da usare nel testo e in nota
[...]              segnalazione di ellissi (omissione o taglio) attuata all’interno del testo che si intende
citare. Se questo segno compare all’interno del testo, vuol dire che lo scrivente ha riportato brani da
un testo originale apportandovi delle ellissi
«…»          virgolette caporali: devono essere usate:
a) segnalare una citazione all’interno del testo; b) indicare il Nome della
rivista/quotidiano/periodico/opuscolo
“…”            virgolette alte doppie: devono essere usate: a) segnalare l’uso del discorso diretto; b)
quando si desidera enfatizzare un termine o una frase; c) per citare titoli e sottotitoli di testi
contenuti in opere collettive; d) per citare internamente a frasi già incluse in virgolette caporali
(«..."..."...»); e) indicare il Nome della rivista/quotidiano/periodico/opuscolo

‘…’             virgolette alte singole: vanno usate al posto delle virgolette doppie quando si trovano in
un testo che è già racchiuso tra virgolette doppie
[ ]                parentesi quadre: per segnalare all’interno di un testo non originale (cioè citato) una
qualsiasi intromissione dello scrivente
corsivo         da utilizzare nel momento in cui compaiono nel testo termini stranieri (rispetto
all’italiano) o in latino/greco, nonché quando sono citati 
 

BIBLIOGRAFIA

La Bibliografia va redatta in ordine alfabetico per cognome dell’autore / per titolo di


miscellanea. Se ci sono più edizioni dello stesso autore esse vanno indicate in ordine
cronologico dalla più vecchia alla più recente.
Per gli articoli in rivista, alla fine vanno indicate le pagine dell’articolo sulla rivista (non le pp.
utilizzate).
Per i titoli dei testi in cirillico, meglio se si traslitterano, secondo la traslitterazione
internazionale in uso in Italia (MAI quella inglese) ma si possono lasciare anche in cirillico.
Il nome dell’autore è meglio traslitterarlo sempre.
Esempi:

Manciocco, C., Manciocco L., L’Incanto e l’Arcano. Per una Antropologia della Befana., Roma,
2006
Mikhailov, N., Mitologia slava. Studi sulla mitologia dei popoli slavi, Pisa 1995
Nicolai, G.M., Le parole russe, Roma, Bulzoni, 1982
Osimo B., Manuale del traduttore, Milano, Hoepli, 2004.
Ožegov S.I., N.J. Švedova, Толковый Словарь Русского Языка, Moskva, 1992
Perego E., La Traduzione Audiovisiva, Roma, 2005
Perego E., Caimi, A., La Sottotitolazione: lo Stato dell'Arte., in "Rassegna Italiana di Linguistica
Applicata.", vol.34, Milano, 2002, pp. 52-76
Oppure:
PETRUŠEVSKAJA L., Il Mistero della Casa, Armando Editore, Roma, 1998.
PETRUŠEVSKAJA L., O Puškine in Literaturnaja matrica. Učebnik, napisannyj pisateljami, Limbus
Press, San Pietroburgo, 2010, vol. I , pp. 39-64.
RANZATO I., La Traduzione Audiovisiva. Analisi degli Elementi Culturospecifici, Roma, 2010
Oppure:
Imposti G.,
Ljudmila Petruševskaja. Tra leggenda e parodia, Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900
Italian Literature, 2002-2003.

Ivanova I.,
Recenzija o “Literaturnoj Matrice”, in “TimeOut”, 29 Ottobre 2010,
http://www.timeout.ru/books/event/216847/.

Karponova V., Petruševskaja L.,


O sebe: pišu, risuju, poju, Meždunarodnaja Associacija “Živaja Klassika”, 2008,
http://www.liveclassics.ru/projects/petr-knigi/02.html .

Lasorsa Siedina C.,


Le traduzioni italiane di Puškin nell’Ottocento, in Buoncristiano P. (a cura di), Puškin, la sua epoca
e l’Italia, Roma, 1988, pp. 57-87.

Fonti Web
Oltre alla bibliografia la tesi può contenere una sitografia: si tratta di un elenco di indirizzi Web
consultati, da disporre in ordine alfabetico.
Nella tesi le citazioni dal Web possono essere di vario genere:
1. Si può citare semplicemente un sito di riferimento, ad esempio http://www.archive.org/index.php
2. Si può citare un articolo preso da un sito Web:
Maurizio Boscarol, “Che cos’è l’usabilità dei siti Web”, 30/11/2000,
http://www.usabile.it/012000.htm
3. Occorre inserire la data di ultima consultazione della risorsa (ultima consultazione: gg.mm.aaaa)

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