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Franco Del Zotto

IL DELICATO EQUILIBRIO STRUTTURALE DEI DIPINTI SU TELA:


LA STORIA E LE SOLUZIONI ATTUALI VERSO L’AUTOSUFFICIENZA
PROGETTUALE E REALIZZATIVA PER IL RESTAURATORE
Franco Del Zotto, Restauratore diplomato presso Villa Manin di Passariano (UD)
Socio e direttore tecnico Ditta CRAC s.n.c. a Rivignano Teor (UD)
Docente a contratto presso Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Dipartimento di Scienze Pure
e Applicate -DiSPeA, cell. 348 8939088; franco.delzotto@gmail.com

Fig. 1
Abstract
Telaio con ammortizzatori elastici di tensione
e cavi di collegamento. Configurazione geome- In tale contributo si opera un’analisi storica dell’evoluzione dei meccanismi di tensionamento, a
trica e distribuzione dei carichi: grafico di pro- seguire un excursus cronologico sui meccanismi di tensionamento elaborati negli anni costruisce un
getto e realizzazione; particolare di aggancio panorama di casistiche diversificate.
dei tenditori in opposizione. Sezione del telaio
originale, con bordi di scorrimento per le fasce Breve cronistoria sui meccanismi di tensionamento dei telai
rivoltate sul verso. Il concetto di tensionamento dei dipinti su tela comincia a subire un’evoluzione stilistica da metà
XVIII secolo grazie ad una consapevolezza più precisa del valore delle opere, probabilmente dovuta
al diffondersi di un primo collezionismo diffuso. Sperimentazioni di metà ‘700 delineano nuove
caratteristiche per il tensionamento della tela e la costruzione dei telai: essi da leggeri, sottili e ad
angoli fissi, diventano più robusti. Inoltre si avvia la volontà di avere maggiore planarità della tela, e
per fare ciò si cominciano ad adoperare telai ad angoli divaricabili. La tensione della tela un tempo
impostata inizialmente e trascurata nel tempo, ora deve essere mantenuta costante attraverso nuovi
sistemi espansivi a biette o chiavi angolari, metodi che però vanno a creare sovratensionamenti della
Fig. 2 fibra tessile in corrispondenza degli angoli. Il telaio, da leggera struttura elastica creata in una sorta di
Sistema con ammortizzatori elastici di tensione simbiosi olistica con la tela e la policromia, diventa una robusta architettura predisposta ad accogliere
a punto di vincolo fisso ed in basso particolare biette singole o addirittura doppie per ogni angolo.
del tenditore.
Nell’ottocento comincia a non bastare più un telaio a espansione manuale, in cui la tela viene
a: pistoncino filettato con molla in compressione,
rondella e dado posta in tensione solo con l’uso delle zeppe, ma si cominciano a usare anche altri sistemi: si impon-
b: lama di vincolo gono sul mercato dei brevetti che nel tempo evolvono verso sistemi con espansori angolari a vite e
c: bussola di contenimento successivamente a molle.
Fig. 3 d: cilindretto passante con foro filettato. In Italia solo negli anni ’50 con gli studi di Roberto Carità presso l’I.C.R. si avviò un approccio
Telaio flottante autoadattativo con profilato di tipo ingegneristico. Il concetto di elasticità prende piede, il telaio diventa un sistema elastico, ba-
a “C”. Campione reale e campione grafico di sato inizialmente sul concetto di forza peso e poi implementato dall’uso di molle. Tale sistema nasce
progetto esploso. infatti dalla volontà di creare un telaio in cui accogliere degli strappi di affresco che fosse allo stesso
tempo elastico e che avesse la capacità di sostenere un forte peso1.
Sebbene in quegl’anni questi studi non furono sufficientemente supportati dall’Istituto, negli anni
’70, con un programma sostenuto da Giovanni Urbani furono riconsiderati. In tale periodo comincia
a diffondersi anche un ulteriore modello: il Telaio Rigamonti, in cui un meccanismo angolare a molle
e pistone provoca l’espansione in entrambi i sensi ortogonali.
Da rammentare sono anche gli interventi che furono eseguiti successivamente al terremoto del
Friuli nel ’76: la tela veniva rovesciata sul retro e tensionata su di un controtelaio, un sistema molto
simile a quello del Carità. Negli anni ottanta pochi in Italia erano interessati a questa non marginale
questione, forse perché propensi a “non complicare troppo un lavoro garantito da una tradizione
plurisecolare”2 . È proprio nei primi anni ’80 che ho cominciato il mio percorso di studio sulle pro-
blematiche dei dipinti su tela in rapporto al telaio. È sul finire degli anni ’80 che possiamo inoltre
Fig. 5 segnalare le applicazioni di Angelo Pizzolongo. Nel ’90 alcune aziende italiane cominciarono una
Fig. 4 Telaio flottante autoadattativo con profilato a
prima commercializzazione di “telai a molle”, traendo spunto dalle ricerche e pubblicazioni sopra-
Telaio flottante autoadattativo con profilato a “C” ®, con pistoncini tarabili per sezioni di di-
“C”, con pistoncini tarabili per telai di grandi mensioni modeste.
citate, per creare degli standard commerciali al fine di esaudire i bisogni di potenziali restauratori
dimensioni. Disegni e grafico di progetto. Disegno e grafico di progetto. acquirenti. Negli anni ’90 in Italia altri si sono appassionati a tali problematiche, come ad esempio lo
stesso Antonio Iaccarino Idelson e Carlo Serino.

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All’estero, invece, soprattutto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, il complesso studio dei dipinti
su tela non conosce soste dagli anni ’60 con significativi lavori pubblicati. Senza voler essere esausti-
vo ma esemplificativo, fra i più importanti contributi scientifici troviamo quelli di Berger e Russel in
merito al comportamento dei Ciclorama, ed inoltre i lavori di Mecklemburg, Mehra, Hedley,Young
e Roche che analizzavano il problema comportamentale della materia dei dipinti su tela, dalle poli-
cromie ai dipinti tessili.

Fig. 7 Excursus sui meccanismi di tensionamento elaborati negli anni di lavoro


Applicazione dei sistema a rulli a 45°. Per mancanza di spazio focalizzo subito l’attenzione sui sistemi progettati nel tempo (sia per
Campione grafico e campione reale. telai nuovi che recuperati), funzionali a rendere il sistema tela-telaio maggiormente performativo,
nell’ottica di eliminare i vincoli della chiodatura perimetrale e donare al sistema telaio la possibilità
di adattarsi ai movimenti della tela, privilegiando la contrazione del tessile.
Fig. 6
Tra il 1980 e 1983 progettai un telaio con ammortizzatori di tensione a cavi di collegamento,
Bordo di scivolamento in materiale antiattrito a recuperando l’antico telaio3. Qui si adottò la scelta di rivoltare sul rovescio della struttura portante,
sezione circolare. adeguatamente risanata con bordi di scivolamento, la tela, evitando qualsiasi chiodatura perimetrale,
Campione grafico e campione reale. in modo da non frenarne la mobilità trasversale né quella longitudinale. Le fasce di ampliamento,
irrigidite all’estremità, furono collegate in opposizione sul retro, con una serie di cavetti sottili e
tenditori a vite regolabili, seguendo uno schema sulla cui configurazione geometrica si basava la di-
stribuzione adeguata dei carichi (Fig. 1). Proprio per la leggerezza del sistema di tensore, per i cavetti
molto sottili, e specialmente per la sottile sezione del telaio originale, tutto il meccanismo “struttura
portante” diventò elastico (senza l’uso di alcun sistema a molle), al punto da seguire i movimenti
della tela originale, la quale è tutt’oggi in perfetto stato di conservazione e planarità, sebbene inserita
in un ambiente conservativo non idoneo.
Fig. 9
Pochi anni dopo, tra il 1983 ed il 1986, predisposi una variante di tale metodo, in cui gli ammor-
Tenditore esterno con ammortizzatori e cavi di
tizzatori elastici erano vincolati sul retro del telaio ad un punto di vincolo fisso: struttura particolar-
collegamento ®. Spaccato del campione grafico.
mente adatta ai dipinti di forma irregolare (Fig. 2). Qui la flessibilità del sistema fu fornita dalle fasce
di ampliamento rivoltate sul retro, agganciate al telaio su punti fissi, quest’ultimi realizzati con lame
inossidabili avvitati al legno, e tensionate tramite pistoncini a molla regolabili attraverso un dado.
Rilevante fu inoltre la presenza di un freno regolabile di espansione, capace di frenare cedimenti e di
bloccare l’ampliamento, privilegiando il restringimento della tela. Il sistema sopradescritto negli anni
Fig. 8
Sistema a doppio rullo con profilato di unione
seguenti fu migliorato a livello estetico, inserendo la lama di aggancio entro la sezione del telaio rigido
degli elementi di contenimento. in scanalatura la quale facilitò anche il montaggio (Fig. 2). Tutto il meccanismo fu racchiuso in una
Campione grafico. bussola di contenimento, che era avvitata alla lama di vincolo; il perno del pistoncino si agganciava al
sandwich d’irrigidimento in cui i margini della tela erano inseriti, per tramite di un cilindretto passan-
te. In questo modo si ottenne un ulteriore compattezza, un impatto estetico migliore e una maggiore
protezione del sistema: il meccanismo è talmente compatto da potersi usare anche su vecchi telai.
Sempre negli anni ’80-’83 partì lo studio di un nuovo sistema, in cui il meccanismo di tensiona-
mento fu celato nella struttura interna del telaio. Questi modelli furono progettati sia per l’utilizzo
su telai definitivi che interinali e furono tutti accomunati dall’uso di un telaio rigido, di più agevole
costruzione e di minor costo4.
I progetti sopra descritti furono tutti sviluppati come prototipi ed in parte realizzati. Da ciò partì
la ricerca per sviluppare nuovi modelli di telaio, messi in funzione nell’ambito dell’attività di labo-
ratorio su di una serie di dipinti tra il 1983 e il 1985. Questi nuovi telai furono definiti “meccanismi
Fig. 11 flottanti autoadattativi”: flottante perché svincolavano completamente l’intero insieme tela-strati pit-
Fig. 10 Microtraverse elastiche e traverse sottili con in- torici da qualsiasi vincolo rigido, sia ortogonale che tangenziale al suo perimetro, e auto adattativi in
Campione di struttura reticolare. serto di sistema elastico. quanto intervenivano in maniera correlata alle effettive condizioni istantanee della tela.
Il primo di questi modelli fu il telaio con profilato a “T”, in cui nella sezione del telaio fisso fu
inserito un profilato in alluminio a “T” con un bordo stondato in legno, per evitare fenomeni di con-
densa, trattato con film antiattrito, su cui la tela, rivoltata sul retro, poteva agevolmente scivolare5.
La spinta di ampliamento era fornita da un pistoncino regolato da una molla. Questo meccanismo si
rivelò essere una buona soluzione per i dipinti centinati.

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Il secondo modello fu altresì un telaio con bordi perimetrali mobili. Si trattò di un telaio rigido in elementi in materiale antiattrito, e cioè un rullo (che può essere frazionato), ed un elemento che lo
cui una cornice di legno fungeva da sostegno a barre di profilato di alluminio a sezione H, le quali si conteneva. Questo sistema può essere applicato a vecchi telai grazie a delle fresature perimetrali13.
incastravano lungo il perimetro senza però esservi vincolate, mantenendo la capacità di scorrere in Furono create diverse ipotesi applicative utilizzando i moduli in diverse combinazioni. Il primo fu
tutte le direzioni del piano. Sul lato esterno del profilato era infilato a scorrere un listello, realizzato l’inserimento di due rulli collocati a 45° sugli spigoli esterni del telaio. I rulli così posizionati, oltre a
in materiale rigido, frazionato in moduli, il quale consentiva alla tela di scivolare in senso trasversale favorire la riduzione delle forze di attrito tra tela e telaio, fungevano anche da elemento distanziatore
o, insieme agli elementi stessi, in senso longitudinale6. dal telaio stesso (Fig. 7).
Il modello di cui sopra fu poi modificato: il profilato a sezione ad “H” diventò ribassato a forma Descrivendo ora l’immagine, si osservano due rulli e i relativi elementi di contenimento in mate-
di “C”: il listello di scivolamento, prima frazionato, era ora continuo ed applicato sul profilato in al- riale antiattrito, bloccati sul telaio tramite un profilato che li raccorda e che si avvita al telaio stesso
luminio (Fig. 3). Lo scorrimento trasversale e longitudinale della tela era agevolato dall’applicazione (Fig. 8). La forza della tela che riveste il meccanismo è di per sé sufficiente a bloccarlo contro il telaio.
lungo il perimetro di una sequenza di elementi a clip in materiale autolubrificante, inseriti a pressione In un altro sistema14 gli elementi di contenimento dei rulli a 45° essi sono vincolati al telaio con
sul listello. La tela o le fasce di ampliamento erano sempre rivoltate sul retro e vincolate al telaio di colla e un incastro a taglio di sega. Come anticipato, il “sistema a rullo” consente diverse soluzioni
legno con un sistema a incastro; qui la tela era bloccata all’interno di un alloggiamento, ricavato nella per lo scivolamento della tela e, di conseguenza, considerevoli vantaggi per l’equilibrata distribuzio-
sezione del telaio per mezzo di un tubolare in materiale aggrappante7. ne delle forze all’interno del sistema “supporto tessile-strati policromi”.
Per affrontare inoltre il problema della protezione sul retro furono elaborati dei nuovi sistemi, Tornano ora a riconsiderare gli studi condotti negli anni ’80 sui tenditori esterni con ammortizzatori e
come in quest’ultimo caso, in cui lo stesso sistema di vincolo della tela poté trovare favorevole ap- cavi di collegamento, fu sviluppato un tenditore a prestazioni elastiche. Il sistema incluse al suo interno
plicazione per fissare anche la membrana di protezione sul retro (Fig. 3). Questo sistema facilitava un meccanismo elastico in cui si possono agganciare fili o barre di acciaio molto sottili, che permetteva-
notevolmente le operazioni d’ispezione della tela, senza doverla necessariamente togliere dal telaio. no al sistema di usufruirlo come tenditore elastico. A questo tenditore era possibile applicare una forza
L’ultimo modello presentato ebbe due importanti varianti utili a facilitare la taratura, le qua- calcolata e conoscere sempre il valore della forza attraverso le tacche di riferimento sul pistone. Inoltre
li diedero la possibilità di modificare la forza applicata dalle molle anche dopo il montaggio del c’era un blocco di espansione che andava a privilegiare i movimenti di restringimento della tela15 (Fig. 9).
dipinto sul telaio. Va ricordato che il calcolo delle forze da applicare alla tela va sempre deciso in Il meccanismo descritto trasformava il sistema di tensionamento in maniera flottante autoadatta-
fase progettuale, ed anche la MST8 va definita a priori, oltre alla tipologia e alle caratteristiche delle tiva. Ancora una volta troviamo qui delle varianti, nate e progettate a seconda delle casistiche, come
molle (materiale, lunghezza, diametro, deflessione, carico). La prima variante facilitò la taratura e le modifiche negli agganci per collegarsi, da un lato all’estremità dei bordi della tela e dall’altra al
consentì al restauratore di poter usare le stesse molle lavorando con carichi diversi, anche a tela già telaio per mezzo di un supporto cubico. Tuttavia si rimanda al capitolo delle applicazioni pratiche in
montata (Fig. 4). Per le proprietà delle bussole tale sistema era adatto per opere di grandi dimensioni. cui viene mostrato l’utilizzo nel concreto. Sicuramente un sistema flottante autoadattativo, calcolato
Rilevante fu anche la variante del sistema di aggancio della tela di protezione, incastrando, come in sulle reali esigente della struttura tela-strati policromi, può favorire la conservazione di un dipinto,
precedenza, la stessa all’interno di una scanalatura a sezione circolare ricavata nel telaio, in cui il come anche evitare vincoli perimetrali creando uno strato cuscinetto sul retro del telaio.
precedente tubolare di gomma diventava ora una fila di clip a pressione9. Inizialmente i telai non possedevano alcuna espansione angolare e, se ben preparati e conservati,
La seconda variante previde una riduzione dell’involucro in cui era contenuto il meccanismo di potevano mantenere un ottimo comportamento nel tempo. Ai nostri giorni molti di questi telai sono
spinta (Fig. 5). La bussola di contenimento della molla aveva una svasatura che consentiva, in fase di stati giudicati troppo deboli, e spesso sostituiti o rinforzati con sistemi più robusti strutturalmente,
caricamento, il suo autobloccaggio sul telaio. La taratura era data da un pistoncino cavo con filettatura cambiando la morfologia stessa del telaio. Questa apparente debolezza era precisamente calcolata fin
esterna, con un terminale a testa esagonale che facilitava le operazioni di regolazione. Tale sistema, dalle origini: creare un sistema di supporto “flessibile”, per permettere una certa elasticità e supplire
grazie alle ridotte dimensioni, si è reso adatto soprattutto per telai di medio formato con sezioni ridotte in tal modo alle eccessive tensioni che si potevano produrre. Un vero e proprio sistema di supporto
e adattabile anche per sistemi di tensionamento con recupero del telaio originale10. parzialmente elastico, soprattutto in fase di restringimento.
L’aggancio della tela con policromia e della membrana protettiva in questo sistema si vincola- Da queste ultime considerazioni nasce l’idea di semplificare i sistemi flottanti prendendo spunto
vano in un’unica sede. Per facilitare la realizzazione del telaio ligneo, si progettò una fresatura per dalla costruzione degli antichi telai, realizzando dei telai reticolari16. Questi sistemi includono un’in-
un profilato con alloggiamento concavo in materiale autolubrificante (Peek11). All’interno di questo deformabilità strutturale, e contemporaneamente un’elasticità intrinseca, usando sezioni lignee delle
alloggiamento, prima venne bloccata con le clip la tela dipinta, successivamente, con un tubolare parti (aste) costitutive molto ridotte, e aumentando il loro numero all’interno di uno studio geometri-
di gomma aggrappante venne vincolata sopra la membrana di protezione. Per quanto riguarda lo co ben preciso. Tali accorgimenti si possono adottare soprattutto nei telai di nuova fattura ma anche
“scivolamento” del tessile lungo il perimetro del telaio, questo si è reso possibile da una serie di nell’adeguamento di telai antichi.
accorgimenti che, negli anni sono stati progressivamente migliorati. Parecchi anni fa ho preparato una tela campione e l’ho montata su di un telaio molto leggero, di
Risalgono al 1982 i bordi di scivolamento a sezione circolare (con funzione distanziatrice) per il dimensioni 100x80 cm. Per mancanza di materiale riciclai ciò che possedevo in laboratorio, usando
riutilizzo del telaio antico, come quelli a sezione a “H” e “C” che permettevano uno scivolamento aste in legno con una sezione di spessore di 1 cm per le traverse centrali, e di 1,5 cm per le assi peri-
perimetrale e longitudinale con attrito radente ed una distribuzione delle forze omogenea. metrali del telaio, dandogli una certa resistenza attraverso un sistema semireticolare, ad angoli rigidi.
Negli anni ’90 per ottimizzare lo scorrimento della tela lungo il perimetro, presi spunto dal telaio Il tensionamento della tela di cotone dopo il lavaggio, fu fatto con l’uso delle sole mani e inchiodan-
elaborato negli anni ’80 a “U” rovesciata e perfezionai i bordi di scivolamento12. In questo campione, dola tradizionalmente al perimetro del telaio. Sulla tela fu stesa una preparazione, successivamente
il bordo era costituto da un tondino in materiale antiattrito con un taglio a fessura, infilato sull’estre- dipinta con colori ad olio. L’opera negli anni è stata spostata in diversi luoghi, talvolta poco rispettosi
mità del profilato. Lo scivolamento della tela era favorito da una guaina di scorrimento, frazionata in dei parametri conservativi, addirittura posizionandola all’esterno. Dopo 38 anni ci troviamo ancora
pezzi, agganciati con un sistema a clip a rivestire il tondino stesso (Fig. 6). Tale accorgimento può oggi una tela con stato di conservazione perfetto, senza alcuna gibbosità né cedimenti, neppure agli
essere usato anche per il recupero del telaio preesistente. angoli. Pur non avendo mai dato un rinnovo di tensione la fibra tessile è perfetta. Le traverse centrali,
Sulla base invece del mero attrito volvente, e non della fusione di attrito volvente e radente come molto leggere, hanno agito da sistema elastico: mentre il perimetro del telaio è perfettamente piano,
quello appena sopra esposto, elaborai un “sistema a rullo” il cui modulo base era costituito da due le traverse nella parte centrale sono flesse distanziandosi dalla tela, per seguire i movimenti del dipin-

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to (Fig. 10). Lo stesso concetto di struttura reticolare può quindi essere applicato anche al recupero 7
Id.; F. Del Zotto, Bastidores y pinturas sobre lienzo. Equilibrio de las tensiones y propuestas operativas (primera
dei telai originali. Se realmente tali strutture per essere rifunzionalizzate necessitano, oltre alle manu- parte), in “PH47 - Boletin del Instituto Andaluz del Patrimonio Historico”, XLVII, Febrero MMIV, pp. 106-119; F.
Del Zotto, Bastidores y pinturas sobre lienzo. Equilibrio de las tensiones y propuestas operativas (secunda parte),
tenzioni di prassi, di essere rafforzate strutturalmente, si possono adoperare delle traverse molto leg- in “PH57 - Boletin del Instituto Andaluz del Patrimonio Historico”, LVII, Febrero MMVI, pp. 82-96; F. Del Zotto,
gere e poco invasive, che lavorino congiuntamente al telaio medesimo. Molte volte basta appoggiare Minimo intervento e prassi della conservazione: dipinti su tavola, scultura lignea e dipinti su tela, sta in Atti del Se-
al telaio originale delle strutture reticolari elastiche, preparate a parte con dei vincoli all’originale condo Incontro biennale Cesmar7 Colore e Conservazione – Minimo intervento conservativo nel restauro dei dipinti,
reversibili, oppure delle semplici traverse elastiche (Fig. 11), in cui delle traverse-puntoni con un Thiene (Vicenza), 29-30 Ottobre 2004.
semplice taglio centrale danno flessibilità al sistema. Similmente anche traverse con dei meccanismi
8
Massima Tensione Sostenibile. Vedasi: W. H. Russel-G. A. Berger, The behavior of canvas as a structural support
for painting: preliminary report, in IIC Preprints Science and Technology, Washington D.C. 1982, pp.139-145; G.
a molla possono offrire le stesse proprietà. Molte volte questi accorgimenti permettono non solo il A. Berger-W. H. Russel, Some Conservation treatments in the light of the latest stress measurements (preliminary
recupero del telaio ma evitano anche la schiodatura della tela dal telaio originale. report), in ICOM Committe for Conservation, 8th Triennal Meeting, Working Group 2 - Structural Restoration of
Paintings on Canvas, Sydney Australia 1987, pp.127-136; G.A.Berger-W.H.Russell, An evaluation of the prepara-
Conclusioni tion of canvas paintings using stress measurements, IIC Studies in Conservation 33, 1988, pp. 187-204.
Il tensionamento delle opere su tela prevede diverse ipotesi d’intervento, variabili a seconda della
9
Vedasi nota n. 5.
10
Vedere nota n. 7.
casistica dei danni, della forma e delle dimensioni dell’opera. Dalle ricerche pubblicate e fino ad 11
PEEK®Polyetheretherketone, www.goodfellow.com
oggi condotte in vari istituti, si può ragionevolmente concludere che il valore della tensione non sia 12
Vedasi nota n. 3; F. Del Zotto, Il telaio come strumento di conservazione preventiva: recenti soluzioni per l’equi-
un assoluto generalizzabile, ma deve essere posto in relazione al reale coefficiente di elasticità del librio delle forze e il mantenimento delle strutture di supporto originali, in Lo stato dell’arte, Atti del I Congresso
“sistema tela-strati policromi”. Nazionale IGIIC, Torino 2003, pp. 396-408.
13
Id.; M. Nimmo - M. Paris - L. Rissotto - F. Bonetti - P. Cappa, Tensioning Gilded and Painted Leather, in ICOM
La panoramica di prototipi e meccanismi esposta sopra ne è un esempio, ma non vuole essere
Committe for Conservation, 11th Triennal Meeting, Working Group B10- Conservation of lethercraft and related
una dimostrazione esaustiva né meramente dimostrativa: la volontà è far comprendere che non esiste objects, Edinburg 1996, pp. 751-758.
un telaio, un metodo ed una teoria di tensionamento universale. Risulta doveroso che il restauratore 14
Id.
debba saper progettare, dimensionare e calcolare il proprio intervento senza demandare per forza le 15
Id.
scelte ad un “telaista”. Fondamentale è anche procede nell’istanza conservativa del non rilassamento,
16
Il Telaio reticolare è un insieme strutturale composto da una serie di aste vincolate le une alle altre, parti di esse
lavorano a trazione ed altre lavorano a compressione. Attraverso il diagramma Cremoniano è possibile calcolare gli
piuttosto che nella ricerca della perfetta planarità. In altri termini si dovrebbe esclusivamente cercare sforzi interni e quindi dimensionare la struttura.
di inattivare processi di stress meccanici senza forzare un ritorno all’integrità primaria. Quanto detto
fa subitamente pensare al giusto concetto interpretativo di minimo intervento, che, se analizzato in ______________________
termini ancora più contemporanei si va a incarnare in un altro principio: la sostenibilità conservativa.
BIBLIOGRAFIA
Efficace è inoltre la sostituzione del concetto di reversibilità con un più ampio principio di compa-
tibilità: porre attenzione ai comportamenti meccanici e termici (UR) dei materiali da applicare, evitare R. CARITÀ, Considerazioni sui telai per affreschi trasportati su tela, Bollettino ICR 19-20, 1955.
ove possibile stravolgimenti stilistici e strutturali del retro, evitare la foderatura di prassi, accettandola W. H. RUSSEL - G. A. BERGER, The behavior of canvas as a structural support for painting: preliminary report,
solo in caso di prevedibile perdita dell’opera. In altre parole accettare la debolezza intrinseca dell’opera. IIC Preprints Science and Technology, Washington D.C. 1982.
Non meno importante è la difesa passiva del degrado conservativo: protezioni sul retro, riutilizzo F. DEL ZOTTO, Un dipinto di Francesco Floreani: la Trasfigurazione, Tesi di diploma, Scuola di Restauro Re-
dello stesso telaio originale, ove possibile, con piccole modifiche o accorgimenti aggiuntivi. Infine gione Autonoma Friuli Venezia Giulia , Villa Manin di Passariano, Codroipo (Udine) 1983.
non va dimenticato che anche il restauratore è una specie che va protetta, e va difeso attivamente,
G. A. BERGER - W. H. RUSSEL, Some Conservation treatments in the light of the latest stress measurements
scegliendo materiali e strumenti più economici e reperibili, usando sistemi semplici da tarare e da (preliminary report), ICOM Committe for Conservation, 8th Triennal Meeting, Working Group 2 - Structural
montare in autonomia, possibilmente “economicamente sostenibili”. Restoration of Paintings on Canvas, Sydney Australia 1987.
G.A.BERGER - W.H.RUSSELL, An evaluation of the preparation of canvas paintings using stress measurements,
______________________ IIC Studies in Conservation 33, 1988.
F. DEL ZOTTO, Preservation of canvas paintings. Structural solutions in relation to environmental changes, in
NOTE
ICOM Preprints, Dresda 1990.
1
R. Carità, Considerazioni sui telai per affreschi trasportati su tela, Bollettino ICR 19-20, 1955. F. DEL ZOTTO, Tensionamento dei dipinti su tela: contributo per una ricerca metodologica applicata, in “Ker-
2
In questo periodo l’intervento strutturale si basava principalmente sul concetto di rinforzo della tela piuttosto che mes”, IX, MCMXC.
intervenire sul telaio, la foderatura in questo senso era una prassi molto diffusa anche se si cominciava mettere in
F. DEL ZOTTO, Preservation of canvas paintings. Structural solutions in relation to environmental changes.
dubbio la correttezza di un tale intervento.
Preliminary report, in Science Technology and European Cultural heritage, in Proceedings of the European
3
F. Del Zotto, Un dipinto di Francesco Floreani: la Trasfigurazione, Tesi di diploma, Scuola di Restauro Regione
Symposium Science, Technology and European Cultural Heritage, Bologna, 13-16 June 1989, Brussels-
Autonoma Friuli Venezia Giulia , Villa Manin di Passariano, Codroipo (Udine) 1983.
Luxembourg 1991.
4
F. Del Zotto, Preservation of canvas paintings. Structural solutions in relation to environmental changes. Preli-
minary report, in Science Technology and European Cultural heritage, in Proceedings of the European Symposium M. NIMMO - M. PARIS - L. RISSOTTO - F. BONETTI - P. CAPPA, Tensioning Gilded and Painted Leather, in ICOM
Science, Technology and European Cultural Heritage, Bologna, 13-16 June 1989, Brussels-Luxembourg 1991, pp. Committe for Conservation, 11th Triennal Meeting, Working Group B10- Conservation of lethercraft and
717-721; F. Del Zotto, Preservation of canvas paintings. Structural solutions in relation to environmental changes, in related objects, Edinburg 1996.
ICOM Preprints, Dresda 1990, pp. 113-118; F. Del Zotto, Tensionamento dei dipinti su tela: contributo per una ricerca
F. DEL ZOTTO, Il telaio come strumento di conservazione preventiva: recenti soluzioni per l’equilibrio delle
metodologica applicata, in “Kermes”, IX, MCMXC, pp. 3-10.
forze e il mantenimento delle strutture di supporto originali, in Lo stato dell’arte, Atti del I Congresso Na-
5
Id.
zionale IGIIC, Torino 2003.
6
Id.; F. Del Zotto, Telai e dipinti su tela. Equilibrio delle tensioni e proposte, in “Progetto Restauro”, XXV, MMIII,
pp. 24-46. F. DEL ZOTTO, Telai e dipinti su tela. Equilibrio delle tensioni e proposte, in “Progetto Restauro”, XXV, MMIII.

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CASI PRATICI
Franco Del Zotto, Restauratore

I tenditori esterni a prestazioni elastiche impiegati nel tensionameto dei dipinti su tela, possono
anche essere usati per il tensionamento del cuoio. Un esempio di tensionamento elastico è il pannello
del Paliotto in cuoio di Strognano, restauro eseguito dalla restauratrice Federica Romagnoli nel 2008.
Il supporto presentava tagli, strappi, mancanze di supporto, evidenti segni di attacco biologico sul
retro, toppe, sedimenti di materiali quali cere o colle. Sul recto, in relazione alla perdita di elasticità
dei tessuti collagenici, si rilevavano danni della grana, raggrinzimenti, crettature, fino ad avere zone di
Fig. 1 Fig. 2
distacchi dello strato da quello del sottostante corio. Negli strati superiori (foglia metallica e colore ad
Recto del Paliotto in cuoio di Strognano, Lan- Verso del Paliotto in cuoio di Strognano, Lan-
olio) vi erano sollevamenti, difetti di adesione e cadute di colore (Fig. 1, 2). La restauratrice ha privile-
ghirano (PR), Secolo XVIII, prima dell’inter- ghirano (PR), Secolo XVIII, prima dell’inter-
giato un trattamento conservativo, e dopo gli interventi di restauro sulla policromia e sulla membrana,
vento di restauro. vento di restauro.
ha predisposto delle fasce perimetrali in tela per poter installare l’opera su di un telaio provvisorio per
il tensionamento elastico. Una volta appianata naturalmente la pelle attraverso un lento e controllato
tensionamento ed un controllo microclimatico, il cuoio è stato montato su di un telaio flottante auto-
adattativo. Il telaio ligneo prevedeva un bordo perimetrale sagomato su cui l’opera poteva girare sul
retro grazie alle fasce di ampliamento. La tela era tensionata mediante i tenditori a prestazioni elasti-
che. Questi principalmente permettevano il restringimento dimensionale lungo tutto il perimetro nel
momento in cui il cuoio, per calo di umidità, ritira, mettendosi in tensione. (Fig. 3, 4, 5).
Un’altro rilevante sistema, sempre per i cuoi, è invece il microtelaio elastico, recentemente conce-
pito per risolvere un problema di conservazione e fruizione di frammenti di cuoio in teche microcli-
matiche all’interno di un museo. I frammenti di cuoio dipinto, molto deformati e di dimensioni e for-
me diverse, erano mal vincolati ad un pannello in stoffa con degli spilli. L’intervento doveva quindi
supplire a più fattori: dare supporto al cuoio con un sistema meno invasivo possibile (possibilmente
Fig. 3 Fig. 4 non visibile), permettere al cuoio di stendersi ed appianare le gibbosità, non interferire con il materia-
Recto del Paliotto in cuoio di Strognano, Lan- Verso del Paliotto in cuoio di Strognano, Lan- le originale, permettere la movimentazione anche nell’eventualità di inserimenti in deposito (essere
ghirano (PR), Secolo XVIII, dopo l’intervento ghirano (PR), Secolo XVIII, dopo l’intervento autoportante), seguire perfettamente la forma del frammento senza richiedere alcuna trasformazione,
di restauro. di restauro con l’allestimento del nuovo telaio poter controllare il retro in qualsiasi momento, dare al frammento possibilità di assecondare i natu-
flottante autoadattativo. rali movimenti della pelle attraverso un sistema flottante. Per fare ciò sono stati quindi progettati dei
micro telaietti in policarbonato di 4 mm di spessore, composti da un’anima centrale rigida e da un
perimetro che ricalcava esattamente la forma originale, reso elastico da dei micro pistoncini a molla
a compressione inseriti nello spessore del microtelaio. L’Aggancio avveniva con delle micro fasce
di ampliamento molto leggere che ruotate sul retro, venivano fissate al pannello centrale (Fig. 6, 7).
Altro rilevante caso è l’attuale restauro della grande tela di circa 400 x 700 cm di Gian Battista
Tiepolo proveniente dal Duomo di Este, raffigurante Santa Tecla (Fig. 8). Una tela di grandi dimen-
sioni, sorretta da una struttura verticale concava. L’opera in questione doveva essere esposta per
la mostra su Tiepolo a Villa Manin di Passariano (UD) nel 2012, e per tale motivo è stato fatto un
intervento propedeutico alla mostra e solo successivamente è stato continuato il restauro completo
dell’opera. Per brevità mi soffermerò solo sulle diverse fasi operative affrontate pre e post mostra,
Fig. 5 considerando esclusivamente i sistemi di tensionamento strutturali1, tenendo conto che le operazioni
Particolare del retro in cui si posso osservare i Fig. 6 di restauro sono a tutt’oggi ancora in corso.
bordi di ampliamento, distribuzione e modalità Microtelaio elastico in policarbonato per fram- L’opera dal 1893 e per tutto il secolo successivo subì diversi interventi di restauro alquanto ag-
di aggancio dei tensori. menti di cuoio. grassivi e sostanziali modifiche strutturali; in primo luogo la tela venne schiodata dal tavolato conca-
vo originale per essere ricollocata in un massiccio telaio piano. Nel ’24 l’opera fu poi riportata su di
un telaio concavo. L’appesantimento strutturale apportato dalle antiche foderature2, l’aumento della
sensibilità alle variazioni igrometriche, il cattivo tensionamento e il facile cambiamento dimensiona-
le della tela, crearono uno sfibramento ed un relativo allungamento delle fibre tessili (Fig. 9).
Il dipinto, portato in laboratorio per l’intervento pre mostra, è stato collocato su di un grande tavo-
lo. Il tavolo è stato progettato per avere anche la funzione di supporto interinale, considerate le grandi
Fig. 7 dimensioni della pala e l’impossibilità di restaurarla in posizione verticale (Fig. 10, 11).
Microtelaio elastico in policarbonato appoggiato sul ri- In tale sede è stato possibile constatare la deformazione che il tempo ha causato sulla fibra tessile:
spettivo frammento di cuoio con la medesima sagoma del- la lunghezza dei lati perimetrali dell’opera, infatti, è superiore alle dimensioni assiali della tela. Questa
lo stesso. condizione è la causa delle ondulazioni presenti lungo tutto il perimetro e, per cercare di appianarle, i
bordi della tela sono stati vincolati in maniera flottante3 al tavolo usando un sistema di tensori a pinze,

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Franco Del Zotto Il delicato equilibrio strutturale dei dipinti su tela: la storia e le soluzioni attuali

che permettesse di agganciare la tela senza alcun collante o fasce (Fig. 12). Il sistema ideato ha permes-
so di vincolare i bordi in maniera elastica e flottante, consentendo di tenere in tensione il dipinto e di
conoscere sempre la forza di carico applicata. La struttura di vincolo elastico perimetrale ha dato subito
risultati positivi: la minima forza applicata ha infatti rapidamente determinato una certa distensione del
“sandwich” delle quattro tele sovrapposte, permettendo di procedere anche con le fasi successive.
Per l’esposizione del dipinto in mostra si è scelto di non rinchiodare la tela sul telaio curvo del
’24, ma di fissarla al medesimo con un provvisorio sistema flottante, privo di vincoli rigidi, al fine
di garantire comunque una buona distribuzione delle forze alla tela nel periodo d’esposizione (Fig.
13). Si è quindi realizzato un meccanismo con cui è possibile vincolare la tela al telaio in maniera
flottante, privilegiando la tensione verticale e potendo misurare anche la tensione laterale della tela in
maniera millimetrica. Per rendere possibile tutto ciò sono state preparate, attorno al perimetro della
tela delle fasce di ampliamento in tessuto sintetico sottile ma molto resistente, che girano sul retro
del telaio. All’estremità delle fasce è stata realizzata un’asola, necessaria ad inserire un profilato di
alluminio, utile per metterle in tensione attraverso tenditori provvisori (Fig. 14), coadiuvati nella loro
azione flottante e di scivolamento da un profilo perimetrale in legno a bordi arrotondati.
Ultimata la mostra l’opera è stata riportata sul tavolo interinale per le operazioni definitive. È in
tale fase che viene studiato un sistema di tensionamento calibrato e controllato per tenere vincolata la
tela durante le fasi di lavoro (riutilizzando le fasce di ampliamento già esistenti), e contestualmente
permettere un suo naturale riappianamento (Fig. 15). Saltando le scelte metodologiche che verranno
applicate, una volta ultimato l’intervento di conservazione sulla fibra tessile, verrà affrontato il pro-
blema del supporto definitivo della tela.
La tela ha bisogno di una tensione verticale, che eviti la formazione di insaccature, ed orizzontale,
Fig. 9 che contrasti la formazione delle fenditure perpendicolari a cresta. Si può affermare, in sintesi, che
Particolare dell’opera di Gian Battista Tiepo- tensionando l’opera in maniera tradizionale, pur con una tensione corretta, la tela nella parte centrale
lo: gibbosità presenti nella parte inferiore della tenderebbe parzialmente a raddrizzarsi, assumendo una forma trapezoidale decrescente dal centro
Fig. 8 tela. verso i lati, per l’effetto Poisson3 (Fig. 16).
Collocazione della Pala d’Altare di Gian Batti- Si dovrà considerare quindi sia il riutilizzo del telaio esistente con opportune modifiche, sia la
sta Tiepolo, Santa Tecla intercede dalla libera- sostituzione con uno nuovo5. Sicuramente sarà essenziale applicare un sistema di aggancio flottante,
zione di Este dalla pestilenza, 1759, Duomo di senza vincoli rigidi. È necessario quindi privilegiare un tensionamento verticale con un sistema nella
Este (Padova). parte superiore e inferiore. A tal fine si possono adottare aste perimetrali che si dilatino (Fig. 17).
Verticalmente le fasce perimetrali girate sul retro e agganciate a dei tiranti regolabili permetterebbero
un vincolo più elastico in senso trasversale e più scorrevole in senso longitudinale. Come agganci
potrebbero essere adottati dei tenditori (Fig. 18). La tensione descritta sarà tuttavia insufficiente a
mantenere perfettamente in piano la pala, nonostante agisca in verticale e solo parzialmente in tra-
zione orizzontale, poiché creerà automaticamente un parziale raddrizzamento della tela al centro.
Per evitare questo movimento è necessario applicare una forza ortogonale alla fibra, se pur minima,
che la tenga aderente alla forma concava della nicchia6. L’utilizzo di un campo magnetico basato sul
principio del neodimio7, potrebbe risolvere il problema. In questo modo infatti si può ottenere una
forza ortogonale alla tela, distribuita su tutta la superficie e calcolabile precisamente. Per fare ciò
sarà necessario costruire un nuovo telaio, costituito da un insieme di centine che seguiranno tutta
la superficie in altezza, a formare un’intelaiatura reticolare molto leggera, indeformabile ed elastica
(Fig. 19). I margini esterni verticali verranno arrotondati per permettere lo scorrimento laterale delle
fasce perimetrali. La centina perimetrale superiore e inferiore verranno irrobustite e affiancate da un
Fig. 10 profilo rigido di espansione che permetterà l’ampliamento del telaio stesso. Nel verso della concavità
Elaborazione grafica del supporto interinale per (dove poggerà la tela originale), tutta la superficie verrà rivestita con uno strato di materiale inerte (ad
tensionare la tela nelle fasi di lavoro. esempio Kevlar o Goretex), oppure con un compensato molto leggero.
Sul retro del telaio si ipotizza di disporre dei piccoli magneti al neodimio, i quali verranno inseriti
in contenitori di silicone collocati sul retro del telaio. Ciò darà al magnete la possibilità di compiere
micromovimenti sulla superficie, o meglio, permetterà lo “scivolamento” degli stessi sulla superficie,
Fig. 11
continuando a garantire il costante tensionamento ortogonale della tela. Il retro del dipinto, per operare
Il tavolo funziona sia da tavolo interinale per il tensiona-
con la struttura di supporto, dovrà essere trattato in maniera specifica, ad esempio operandolo con dei
mento della tela che da struttura lavorativa assieme ad un micro-ragnetti in materiale magnetizzabile con delle “zampe” di aggancio che diano forma a dei mo-
carrello mobile che consente di lavorare nelle zone interne duli, capaci di formare strutture estese, simili a dei reticoli alveolari. Quest’ultimi verranno collocati in
del dipinto. maniera puntiforme sulla tela di rifodero. In alternativa si possono ipotizzare dei gel magnetici, utiliz-
zando le odierne tecnologie serigrafiche, da stendere in maniera puntiforme su di una tela di sacrificio.

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Franco Del Zotto Il delicato equilibrio strutturale dei dipinti su tela: la storia e le soluzioni attuali

Fig. 18
Pistoncino flottante pen-
sato per le operazioni
di ritensionamento sulla
struttura definitiva.

Fig. 17
Sistema di tensionamento flottante in senso
Fig. 12 Fig. 13 longitudinale: 1 perimetro della struttura por-
Sistema di tensionamento a pinze applicato sul Sistema flottante provvisorio adottato per tante; 2 fasce perimetrali rovesciate; 3 profilo
supporto interinale e spaccato del meccanismo: l’esposizione in mostra (fase di montaggio). di dilatazione con bordi di scivolamento; 4
1 tensore flottante, 2 tensore rigido. pistone flottante con sistema di taratura delle
forze; 5 stop di sicurezza regolabile.

Fig. 19
Elaborazione grafica semplificata della nuova struttura
portante per la tela che si addosserà al tavolato esistente:
1 vista del recto; 2 vista del verso.

Un’altra ipotesi potrebbe essere creare un nuovo tessuto, con trattamento in gel ferroso seguen-
do uno specifico disegno, da posare a contatto sulla tela di rifodero, creando dei vincoli minimi, ad
esempio utilizzando un adesione per punti molto radi, similmente al metodo nap bond system8.
Questi meccanismi, ora in fase di collaudo, avranno lo scopo di tenere sempre aderente la tela al
telaio concavo sottostante. Il sistema di tensione perimetrale sarà quindi coadiuvato dal sistema di
Fig. 14 tensione generato dai campi magnetici su tutta la superficie, che applicheranno una forza ortogonale
Particolare del meccanismo usato per il sistema alla fibra in modo omogeneo e costante.
flottante provvisorio adottato per l’esposizione
in mostra. Si ringrazia per la collaborazione l’Ingegner Agostino Bruschi, la restauratrice Vera Fedrigo, la
funzionaria ministeriale Elisabetta Francescutti e la restauratrice Federica Romagnoli.

______________________

NOTE
1
E. Francescutti- F. Del Zotto, A noi tutti sarebbe obbligo sacrosanto di tramandare quest’opera che tanto ci onora
intatta ai più tardi nepoti”. Conservazione e conservatori della Pala di Este dall’Ottocento ai giorni nostri, in Gianbat-
tista Tiepolo “il miglior pittore di Venezia”, G. Bergamini-A. Craievich-F. Pedrocco (a cura di), Catalogo della Mostra
Gian Battista Tiepolo, 15 Dicembre 2012 - 7 Aprile 2013, Villa Manin di Passariano, Codroipo 2012, pp. 297-320.
2
Il dipinto presenta tre strati di foderature diverse.
3
Vedere nota n. 1.
4
Il modulo Poisson è una caratteristica propria di ciascun materiale che misura, in presenza di una sollecitazione
monodirezionale longitudinale, il grado in cui il campione di materiale si restringe o si dilata trasversalmente.
Fig. 16 5
Vedere nota n. 1.
Grafico raffigurante la deformazione della tela 6
Vedere nota n. 1.
in riferimento al tensionamento perimetrale 7
Il neodimio è un metallo argenteo e lucente appartenente al gruppo delle "terre rare", o lantanidi, presente nella
Fig. 15 dell’attuale telaio curvo. La zona celeste indica lega chiamata mischmetal fino al 18%. Il neodimio viene utilizzato per produrre magneti permanenti ad elevata forza
Sistema di tensionamento flottante, elastico e ca- la crescente variazione di raggio di curvatura coercitiva ed è meno costoso dei magneti al samario-cobalto.
librato adottato per il tensionamento post mostra. della fibra tessile verso il centro dell’opera. 8
V.M. Mehra, Foderatura a freddo. I testi fondamentali per la metodologia e la pratica, Nardini, Firenze 2004, pp.
19-31; 35-79; 89-109.

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