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Ara Pacis Augustae

Introduzione
Un esempio magnifico d’arte nel periodo
augusteo è la celebre Ara Pacis Augustae,
fatta innalzare dal senato nel Campo Marzio tra
il 13 e il 9 a.C.
Costruzione
La costruzione consiste in un altare per i
sacrifici, innalzato sopra un podio a gradini e
racchiuso in un recinto di forma rettangolare
in marmo bianco che riproduce un recinto di
legno con cui si delimita lo spazio consacrato
alla divinità.
Figure
Le pareti sono ricoperte sia all’interno che
all’esterno da raffinati rilievi figurati. Una
duplice porta sui lati corti permette l’accesso
all’interno dove i rilievi sono semplici e
caratteristici della tradizione religiosa
romana. I rilievi sui lati esterni sono suddivisi in
due fasce sovrapposte, in quella inferiore vi è
un fregio decorativo costituito da foglie
d’acanto intrecciate stando attenti alla perfetta
simmetria.
La fascia superiore è distinta in due parti, sui
lati lunghi viene raffigurata una lunga
processione di personaggi in toga. Fra i
partecipanti si individuano accanto ai
rappresentanti più importanti, magistrati e
sacerdoti guidati da Augusto insieme alla
gens Giulia e la loro presenza costituisce un
messaggio di natura politica e
propagandistica. Ai lati dei due ingressi sono
collocati quattro pannelli con scene legate alle
origini mitiche della città: in una si vede l’eroe
Enea che compie un sacrificio ai Penati,
divinità protettrici, in un altra è raffigurato il
Lupercale ovvero la grotta in cui Marte scopre
i gemelli Romolo e Remo venire allattati dalla
lupa.
Accanto all’ingresso posteriore viene
illustrata la dea Roma, simbolo del potere
militare, e anche la Dea Terra, simbolo della
fine delle guerre civili affiancata da una coppia
di Aure personificazioni dei venti
Modelli e Stili
L’arte augustea utilizzava modelli e stili della
Grecia avendo come principi la purezza e
l’equilibrio delle forme.
Foro di Augusto
Introduzione
Un analogo programma di propaganda fu il
gigantesco Foro di Augusto, votato nel 42 a.C.
ma inaugurato solo nel 2 a.C., per celebrare la
vigilia della Battaglia di Filippi nella quale
Augusto e Marco Antonio riuscirono a
sopraffare le forze dei Cesaricidi Bruto e
Cassio finendo la battaglia con la morte dei
due. Per farlo fece realizzare un maestoso
spazio aperto di forma rettangolare delimitato
da porticati sui lati lunghi e dominato dal
tempio dedicato a Marte Ultore, vendicatore
dell assassinio di Cesare. Non si doveva
trattare di attività pubbliche di carattere
politico e religioso, ma di un monumento per
esaltare l'imperatore.
Costruzione
In una sala era collocata una colossale statua
di Augusto, alta circa 12 metri, mentre nel
muro dei porticati laterali si aprivano due
esedre, (ambiente/stanze di soggiorno) di
forma semicircolare, accogliendo statue di
eroi come Enea e in questo modo l’imperatore
veniva collocato al loro livello.
Lo scopo era quello propagandistico, un
esempio è la statua di Augusto di Prima Porta
in cui Augusto viene raffigurato cinto da una
corazza ornata da rilievi figurati nei quali è
illustrato l’episodio della restituzione delle
insegne militari romane perdute dal generale
Crasso nella battaglia di Carre nel 53 a.C.
La concezione formale della statua allude alla
sua natura eroica, in contrasto con
l’abbigliamento militare, infatti i piedi sono
scalzi come un eroe.
Anfiteatro Flavio o Colosseo
Introduzione
Il regno di Nerone segnò la fine del predominio
della famiglia Giulio-Claudia, con l’arrivo al
potere di Vespasiano iniziò un periodo di
contrassegno politico e di edilizia pubblica
come il Colosseo.
Il maestoso Anfiteatro Flavio è la più grande
arena per i giochi gladiatori del mondo antico,
conosciuto anche come Colosseo per via della
presenza della statua nominata Colosso di
Nerone, costruita per raffigurare l’aspetto del
dio del Sole.
Costruzione
L’arena riusciva a contenere fino a 50000
persone, la cavea (gradinata degli spettatori) si
sviluppava in tre settori sovrapposti, l’ultimo
dei quali era occupato da gradinate in legno. Le
gradinate inferiori erano riservati ai patrizi,
mentre nei livelli superiori per la plebe
lasciando gli ultimi posti agli schiavi posti in
piedi. All’imperatore e alla sua famiglia era
riservata una tribuna affacciata direttamente
sull’arena.
Le gallerie sotterranee consentivano il
passaggio dei gladiatori, che raggiungevano
l’arena direttamente dalla palestra, mentre le
belve feroci, rinchiuse in gabbie, venivano
innalzate tramite dei veri e propri ascensori
funzionanti tramite un sistema di carrucole.
Colonna Traiana
Introduzione
La colonna Traiana fu costruita nel 113 d.C.
per ricordare le due campagne vittoriose
contro i Daci, popolo abitante fra il Danubio ed i
Carpazi Orientali. Dopo la morte
dell’imperatore furono poste le sue ceneri
collocate nel basamento della colonna.
Costruzione
La colonna, alta ben 29 m (senza contare la
base) e formata da 18 blocchi di marmo greco,
In origine la colonna era sormontata dalla
statua di un'aquila e in seguito fu collocata al
suo posto una statua di Traiano.
Al suo interno si trova una scala a chiocciola
che permette l’accesso ad una piattaforma
panoramica nella parte superiore.
Il rilievo racconta due campagne vittoriose di
Traiano contro i Daci: nella metà inferiore della
colonna viene illustrata la prima (101-102)
nella parte superiore la seconda (105-106)
Dalla partenza dal porto di Brindisi fino alla
fine della guerra con il suicidio del capo
Decebalo. Le figure scolpite nel marmo
hanno il carattere di una cronaca, non dando
importanza alla tecnica scultorea, ma al
messaggio che trasmette. Il linguaggio usato
ha caratteristiche metaforiche, non solo nella
rappresentazione degli dei, ma appare anche
il Danubio rappresentato da un anziano e la
cronaca si sviluppa in modo cronologico,
raccontando scene diverse delle campagne
in Dacia come la costruzione di un acquedotto
o l'assedio di una città. Ci sono in totale 2500
figure umane, l’imperatore appare circa 59
volte in modo realistico e non in maniera
sovrumana.

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