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LA REVISIONE LEGALE

Può essere svolta da:


- una società di revisione
- un revisore persona fisica
- il collegio sindacale ( in tal caso i sindaci devono essere tutti revisori legali iscritti in un apposito
registro del ministero dell’eco e delle finanze)
A seconda delle dimensioni della società.

Le fonti di riferimento:
- per la redazione del bilancio: CC e IAS/IFRS
- per la revisione legale: - D.Lgs. 39/2010 di recepimento della direttiva cee 2006/43
- I principi di revisione ISA (regole internazionali come fare la revisione)

L’obiettivo della revisione contabile:

ACQUISIRE OGNI ELEMENTO PROBATIVO AL FINE DI ESPRIMERE UN GIUDIZIO DI


CONFORMITA’ DEL BILANCIO AL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO CON UNA
RAGIONEVOLE CERTEZZA ED IN TUTTI I SUOI ASPETTI SIGNIFICATIVI.

1. Elementi probativi: sono informazioni utilizzate dal revisore per giungere alle conclusioni su cui
si basa il suo giudizio. Devono essere sufficienti ed appropriati per ridurre al minimo la
probabilità che il revisore esprima un giudizio sul bilancio non corretto. Per poter dimostrare ai
terzi di aver svolto correttamente il proprio lavoro, il revisore necessita di carte di lavoro
contenenti le prove di quanto controllato e valutato.

2. Ragionevole certezza: livello di affidabilità che il revisore deve raggiungere tramite la raccolta
di ogni elemento probativo necessario per accertare la conformità del bilancio alle normative non
in tutti i suoi aspetti, ma in tutti i suoi aspetti significativi. La certezza assoluta circa la conformità
del bilancio alle norme non può essere mai garantita dal revisore in quanto non è possibile
analizzare tutte le voci del bilancio sia per ragioni di tempistica che di costo: anche se si
verificassero tutte le voci, il costo che l’impresa dovrebbe supportare sarebbe molto più elevato del
beneficio tratto e l’attività di revisione risulterebbe essere così antieconomica. Le verifiche del
revisore si limitano ad un campione di voci correndo, così, il rischio di campionamento ovvero il
rischio di non trovare le voci sbagliate se non facenti parte del campione.

3. Significatività: livello di importo sopra il quale la mancanza o l’imprecisa rappresentazione


delle voci potrebbe influenzare le decisioni prese dagli utilizzatori del bilancio. Il revisore, non
avendo tempo ne fondi per poter analizzare ogni voce, si concentra solo sugli aspetti più
significativi (per importo o entità) e sulle voci più rischiose in cui si potrebbero insidiare gli
errori significativi da cui dipende il giudizio e che potrebbero elevare il rischio di revisione.

4. Scetticismo professionale: critica valutazione circa la validità degli elementi probativi acquisiti.
Il revisore non deve prendere per vero ciò di cui viene a conoscenza fino a che non ne trovi le prove
che dimostrino la veridicità. Deve mettere in discussione e verificare con attenzione ogni elemento.

5. Modello del rischio: acquisendo gli incarichi il revisore si accolla il rischio di revisione ovvero il
rischio residuale di esprimere un giudizio non appropriato nel caso in cui il bilancio presenti errori
significativi.
RISCHIO DI REVISIONE

Principio di revisione n 300 : la pianificazione


n 315 : conoscenza dell’impresa, del suo contesto e valutazione dei rischi
n 320 : significatività
n 520 : analisi comparativa

Il rischio di revisione è il rischio residuale che il revisore esprima un giudizio non appropriato nel
caso in cui il bilancio sia significativamente errato ed è composto dal rischio intrinseco, dal rischio
di controllo e dal rischio di individuazione.
RISCHIO INTRINSECO: rischio che una affermazione contenga un errore significativo
singolarmente o aggregato indipendentemente dalla presenza di controlli interni.
Il rischio intrinseco dipende esclusivamente dall’oggetto del controllo, ovvero, l’impresa e mai dal
revisore/società di revisione. Il rischio intrinseco è tanto più elevato quanto lo è il risch io
dell’impresa il quale dipende da molti fattori tra cui le sue dimensioni, il settore in cui opera,
l’attività svolta. Tanto più l’impresa è articolata, complessa e difficile da controllare, tanto più
aumenta il rischio intrinseco e quindi, di conseguenza, il rischio di revisione. Il revisore, non
potendo incidere direttamente su questo rischio, deve necessariamente conoscere molto bene
l’impresa e la sua attività in modo da valutarne il rischio intrinseco e tenerne conto nel suo operato.
L’obiettivo del revisore circa il rischio intrinseco è quello di capirne l’impatto che potrebbe avere
sul bilancio in quanto il suo fine ultimo è valutare la conformità alle normative in tutti i suoi aspetti
significativi. Nell’individuare che cosa valutare dell’impresa per quantificare il rischio intrinseco, il
revisore può utilizzare come strumento la “Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali
nella revisione delle PMI”. Basandosi su questa fonte il revisore andrà a identificare e valutare i
possibili rischi intrinseci specifici o pervasivi derivanti da:
- i fattori esterni es. natura del settore, nazione in cui si opera
- la natura dell’impresa es. la governance (influisce sulla regolamentazione da seguire)
- i principi contabili
- gli obiettivi e le strategie dell’impresa
- esame del risultato economico
- il sistema di controllo interno
• Per esempio tra le strategie dell’impresa vi potrebbe essere quella di aver introdotto un nuovo
prodotto nel corso dell’esercizio. In questo caso l’impatto di questo fattore sul bilancio e i rischi
intrinseci che ne deriverebbero potrebbero riguardare:
1. possibili errori nell’allocazione dei costi e nella valutazione delle rimanenze configurandosi come
un rischio intrinseco specifico dell’area “rimanenze” del bilancio;
2. possibile difficoltà di rispettare i covenants bancari preesistenti dopo i nuovi finanziamenti,
configurandosi come un rischio intrinseco specifico dell’area dell’informativa sui finanziamenti;
3. la possibile manipolazione del bilancio da parte della direzione per garantire falsamente il
rispetto dei covenants bancari, configurandosi come rischio intrinseco pervasivo.
• L’inadeguatezza del personale contabile derivante dalla natura dell’impresa è un altro esempio di
fattore che può comportare rischi pervasivi ovvero riguardanti diverse voci di bilancio, come il
rischio di commettere errori nel bilancio oppure il rischio che siano commesse frodi.
Per concludere: il revisore deve analizzare le possibili fonti di rischi intrinseci specifici o pervasivi
e valutarne il loro possibile impatto sulla conformità del bilancio alle normative di riferimento.

RISCHIO DI CONTROLLO: è il rischio che un errore significativo considerato singolarmente o


congiuntamente non venga corretto tempestivamente dal sistema di controllo interno dell’impresa.
Il rischio che il sistema di controllo interno non intercetti gli errori e che quindi non li corregga
dipende da come sia stato strutturato e la struttura del sistema di controllo, in base al coso report, si
fonda sull’ambiente di controllo ovvero il sistema informativo ed i collaboratori che vi lavorano. Il
rischio di controllo è più elevato nelle imprese che non adottano un erp ma un sistema operativo
funzionale in cui i processi non sono integrati. Un sistema informativo integrato ed una buona
segregazione dei ruoli rafforzerebbero il sistema dei controlli interno diminuendo, così, il rischio di
controllo. Maggiore è l’efficacia del sistema di controllo interno, minore è il rischio di controllo e
quindi minore sarà l’ampiezza delle verifiche cui il revisore è chiamato ad effettuare. Il revisore, per
quantificare il rischio di controllo, deve valutare come siano gestiti i processi operativi che portano
alla red azione del bilancio individuando eventuali errori nella rilevazione contabile, si concentra,
quindi, sul “sac” ovvero il sistema amministrativo contabile.
Il principio di revisione n° 315 indica il sistema informativo come elemento fondamentale nella
produzione delle informazioni economico finanziarie ed è per questo che il revisore deve
comprenderne il meccanismo inclusi i processi rilevanti per il bilancio e le registrazioni contabili.
I controlli effettuati sul sistema informativo si dividono in controlli specifici che riguardano le
singole rilevazioni ed operazioni e controlli generali IT riguardanti le direttive relative a più
applicazioni. I processi principali analizzati dal revisore sono:
- ciclo acquisti e pagamenti
- ciclo vendite e incassi
- finanziamenti
- rimanenze e magazzino
- personale
- immobilizzazioni materiali
Il limite delle pmi è l’adozione di sistemi interni di controllo molto semplici ma d’altra parte il
controllo diretto del proprietario talvolta compensa tali debolezze nelle procedure.

RISCHIO DI INDIVIDUAZIONE: rischio che il revisore non individui un errore contenuto in


una asserzione che potrebbe essere significativo singolarmente o congiuntamente.
Il rischio di individuazione è inversamente proporzionale agli altri due: se il rischio intrinseco e di
controllo sono alti, il revisore dovrà fare tanti controlli in modo da portare il rischio di
individuazione ad un livello molto basso. Al contrario, se il rischio di individuazione e di controllo
sono molto bassi, il revisore si potrà permettere di correre un rischio di individuazione più alto
effettuando pochi controlli, abbassando il livello di significatività ma mantenendo comunque un
livello di rischio di revisione complessivo accettabile.
Durante la pianificazione della revisione il revisore valuterà il suo approccio al rischio, ovvero
valuterà la quantità di verifiche e controlli da effettuare in base al livello del rischio intrinseco e di
controllo al fine di correre un livello di rischio di individuazione tale da raggiungere un
complessivo rischio di revisione accettabile.
LA PIANIFICAZIONE DELLA REVISIONE nelle PMI

Principio di revisione n 300 : la pianificazione


n 315 : conoscenza dell’impresa, del suo contesto e valutazione dei rischi
n 320 : significatività
n 520 : analisi comparativa

Gli obiettivi della pianificazione sono i seguenti:


- ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabile
- svolgere procedure di controllo coerenti con il costo della revisione
- consentire al revisore di completare il lavoro ed esprimere il giudizio sul bilancio nei tempi
previsti

Le fasi della pianificazione:


0) aprile-settembre : conferimento dell’incarico e verifiche periodiche correttezza scritture contabili
1) settembre-dicembre : FASE DI INTERIM - valutazione del rischio di revisione
test di conformità - audit program
2) (metà)dicembre-aprile : FASE DI FINAL - verifiche sulle voci di bilancio
test di sostanza

Nella fase preliminare di interim il revisore deve quantificare il proprio rischio di revisione
composto dal rischio intrinseco, di controllo e di individuazione.

1. Il rischio intrinseco è valutato tramite la conoscenza del cliente indagando sulle problematiche
dell’impresa con strumenti come i questionari e l’analisi comparativa ovvero un’analisi di bilancio
evoluta finalizzata ad individuare le voci più significative da sottoporre a controllo. Il rischio
intrinseco deve essere valutato sia a livello generale di tutto il bilancio che di singola voce: in base
ai fattori da cui dipende, il rischio intrinseco sarà più elevato per alcune voci e meno per altre. Dopo
aver individuato i rischi intrinseci significativi ed i fattori (controlli interni) mitiganti tale rischio si
individua il rischio residuo per singola voce ed asserzione di bilancio;
2. Il rischio di controllo è valutato tramite la valutazione del sistema di controllo interno: il
revisore analizza i processi e qualora non fossero scritti potrebbe decidere di redigere i flow chart
necessari per individuare i controlli posti in essere dall’impresa sul processo che porta alla
redazione del bilancio al fine di valutarne l’affidabilità e il rischio. Un elemento molto importante di
cui il revisore tiene conto nella sua valutazione è il grado di segregazione dei ruoli.
3. Dopo aver valutato il rischio intrinseco e di controllo è necessario determinare la significatività:
ovvero la soglia sopra la quale un errore è considerato significativo e sotto la quale l’errore non
viene preso in considerazione perché il suo ammontare è tale da non potersi considerare influente
sulle decisioni prese dai terzi.
4. Di conseguenza il revisore individua il proprio rischio di individuazione
5. Il revisore è a conoscenza delle voci da controllare e del numero di controlli da effettuare su
ogni voce. Nel caso in cui nel corso delle verifiche riscontrasse errori significativi, questi dovranno
essere presentati alla direzione e con essa discussi. Il giudizio non avrà rilievi nel caso in cui
l’errore significativo venisse rimosso apportando le dovute modifiche al bilancio o se la
motivazione fornita della direzione fosse corretta.
LA SIGNIFICATIVITA’

E’ il valore monetario che costituisce la soglia sopra la quale il revisore ritiene che gli eventuali
errori siano in grado di influenzare le decisioni che i terzi prendono sulla base del bilancio.
Sopra tale soglia gli errori intercettati devono essere presi in considerazione e discussi con la
direzione dell’impresa oggetto della revisione altrimenti, se l’errore fosse di importo inferiore alla
soglia, non viene preso in considerazione. La significatività viene utilizzata nella fase di
pianificazione della revisione, durante le procedure stesse e nella fase di reporting.
La significatività è calcolata in sede di pianificazione e dipende dal giudizio del revisore.

L’ISA Italia 320 non fornisce delle indicazioni pratiche quantitative circa la determinazione della
significatività poiché secondo i principi professionali, il calcolo della significatività implica
l’esercizio del giudizio professionale. Tuttavia il principio di revisione sottolinea che, spesso,
nella best practice dei revisori nazionali e internazionali, il punto di partenza per la sua
quantificazione si basa su percentuali minime e massime applicate a determinati valori di bilancio
quali il totale attivo, il patrimonio netto, i ricavi, il reddito operativo ed il reddito ante imposte.
Il revisore non può utilizzare tutte le percentuali ma deve scegliere: solitamente, i primi anni di
revisione di una impresa il revisore sceglie di utilizzare le percentuali minime per una ulteriore
cautela, passando a quelle massime dopo anni di conoscenza dell’impresa revisionata e spesso
quando la società è di piccole/medie dimensioni e si ha a disposizione anche il conto economico è
usuale utilizzare una media tra le percentuali dei ricavi e del patrimonio netto.

I ) SIGNIFICATIVITA’ COMPLESSIVA : grandezza massima dell'errore accettabile a giudizio


del revisore che non altererebbe le decisioni economiche degli stakeholder formulate sulla base del
bilancio d'esercizio della società.

II ) SIGNIFICATIVITA’ OPERATIVA : grandezza massima di errore o somma di errori presenti


in una singola voce di bilancio, 60%-85% della soglia complessiva.

III ) ERRORI TRASCURABILI : grandezza massima di errore che il revisore non considera
perché ha stabilito che non impatti sulla significatività del bilancio, 5%-15% della significatività
operativa.
L’ANALISI COMPARATIVA

E’ un’analisi di bilancio evoluta effettuata dal revisore al fine di individuare le aree di rischio del
bilancio da sottoporre a controllo. L’analisi comparativa viene effettuata su più livelli: in riferimento
al bilancio complessivamente ed in riferimento alle sue singole voci.
Le aree e le voci di bilancio possono essere ritenute rischiose in base a tre caratteristiche: il loro
importo, la loro tipologia oppure un loro eventuale incremento significativo.
Nell’analisi sono effettuati dei confronti tra i dati: dall’impresa con il settore di appartenenza,
dell’impresa con i dati di anni precedenti, con i dati previsti a budget e gli indici e i margini di
bilancio.
1. conoscenza dell’impresa e valutazione dell’impatto che potrebbero avere le sue caratteristiche sul
lavoro di revisione. es. crisi economica – verifico incasso dei crediti,
riduzione compravendita – verifica le rimanenze di magazzino
affidamento gestione del rischio ad esperti esterni – rafforzamento sci
governance padronale
strategie dell’impresa – verifico corretta capitalizzazione dei costituisce
2. identificazione dei rischi: operazioni a favore soci e non società – rischio medio/alto
rischio frodi per mancata convocazione preventiva – rischio alto
materiale subisce un deprezzamento=obsolescenza magazzino – rischio medio/alto
vendite all’estero con cambio forward=fisso – rischio basso
3 . analisi comparativa globale: tra settembre e dicembre, analizzo le partecipazioni in controllate, i
crediti, gli scostamenti significativi;
- struttura rigida (immob): impatto circa la politica di amm.menti, rischio di capitalizzazioni errate,
verificare la presenza di perdite durevoli di gestione;
- partecipazioni: correttezza valutazione
- rimanenze magazzino: correttezza valutazione
- crediti: rischio intrinseco elevato, il peso è significativo, valutare gli scaduti
- fondi rischi e oneri: circolarizzare consulenti legali e fiscali
4. valutazione sci: si analizza l’ambiente di controllo
es. l’ad autorizza e verifica i pagamenti quindi rischio frodi basso
es. una terza persona si occupa degli ordini quindi buona segregazione dei ruoli
es. personale non qualificato, rischio medio/alto di operazioni non correttamente contabilizzate
es. no backup periodici, rischio integrità compromessa
Individuo i rischi significativi e il relativo processo da eseguire
es. rischio rimanenze, debiti commerciali, costi d’acquisto: verifico processo acquisti, pagamenti,
gestione scorte, valutazione rimanenze obsolete
Soluzioni es. verifiche trimestrali migliorerebbero la robustezza del sac
5. calcolo la significatività
6. calcolo il rischio di individuazione
POLITICHE DI BILANCIO: utilizzare elementi e scelte a proprio favore al fine di mitigare le
conseguenze negative sul bilancio e massimizzare il reddito, gli indici e i margini.
1. ridurre la componente di costo degli ammortamenti aumentando gli anni di ammortamento.
Pratica spesso utilizzata da imprese quotate in borsa, con esposizione bancaria (rispetto di covenants
bancari) quindi necessità di convincere gli utilizzatori del bilancio circa la solidità patr e eco.
2. mortificazione del bilancio riducendo il patrimonio netto, pratica spesso utilizzata dalle imprese
padronali (no finanziamenti no terzi da convincere) per ridurre le imposte

LA REVISIONE DEL CICLO ATTIVO (operazioni che permettono all’impresa di


vendere i propri prodotti)

1. determino le asserzioni (sub obiettivi)


2. definisco le relative procedure di revisione da effettuare
3. ottengo elementi probativi

1. ASSERZIONI: 1) esistenza
ISA ITALIA 315 2) diritti e obblighi
3) completezza
4) valutazione e classificazione

Esistenza: attivo, passività e pn esistono

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