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Le nozze di Figaro
Wolfgang Amadeus Mozart
Stagione d’Opera 2015 / 2016
Fondatori di Diritto
Stato Italiano
Fondatori Permanenti
Fondatori Sostenitori
Fondatori Emeriti
Stagione
2015 - 2016
con il sostegno di
Sponsor principale
della Stagione artistica
Le nozze di Figaro
Opera buffa in quattro atti
Libretto di
Lorenzo Da Ponte
Musica di
Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di
Lorenzo Da Ponte
Musica di
Wolfgang Amadeus Mozart
PERSONAGGI
Il tempo prescritto dall’uso alle drammatiche rappresentazioni, un certo dato numero di personaggi comunemente
praticato nelle medesime ed alcune altre prudenti viste e convenienze, dovute ai costumi, al loco e agli spettatori,
furono le cagioni per cui non ho fatto una traduzione di questa eccellente commedia, ma una imitazione, piuttosto,
o vogliamo dire un estratto.
Per questo sono costretto a ridurre a undici attori i sedici che la compongono, due de’ quali si possono eseguire da
uno stesso soggetto, e ad omettere oltre un intiero atto di quella, molte graziosissime scene e molti bei motti e
saletti ond’è sparsa; in loco di che ho dovuto sostituire canzonette, arie, cori ed altri pensieri e parole di musica
suscettibili: cose che dalla sola poesia, e non mai dalla prosa si somministrano.
Ad onta, però, di tutto lo studio e di tutta la diligenza e cura avuta dal maestro di Cappella e da me per esser brevi,
l’opera non sarà delle più corte che si sieno esposte sul nostro teatro; al che speriamo che basti di scusa la varietà
delle fila onde è tessuta l’azione di questo dramma, la vastità e grandezza del medesimo, la moltiplicità de’ pezzi
musicali che si son dovuti fare per non tener di soverchio oziosi gli attori, per scemare la noia e monotonia dei
lunghi recitativi, per esprimere a tratto a tratto con diversi colori le diverse passioni che vi campeggiano, e il
desiderio nostro, particolarmente, di offrire un quasi nuovo genere di spettacolo ad un pubblico di gusto sì raffinato
e di sì giudizioso intendimento.
Il Poeta
(Edizione Bärenreiter. Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)
[Sinfonia] Susanna
(toccandosi la fronte)
ATTO PRIMO La ragione l’ho qui.
Camera non affatto ammobiliata, una sedia Figaro
d’appoggio in mezzo. (facendo lo stesso)
Perché non puoi
far che passi un po’ qui?
Scena prima
Figaro con una misura in mano e Susanna allo Susanna
specchio che si sta mettendo un cappellino or- Perché non voglio.
nato di fiori. Sei tu mio servo o no?
[1. Duettino]
Figaro
Figaro Ma non capisco
(misurando) perché tanto ti spiace
Cinque... dieci... venti... trenta... la più comoda stanza del palazzo.
trentasei... quarantatré...
Susanna
Susanna Perch’io son la Susanna, e tu sei pazzo.
(specchiandosi)
Ora sì ch’io son contenta; Figaro
sembra fatto inver per me. Grazie; non tanti elogi! Guarda un poco
Guarda un po’, mio caro Figaro, se potriasi star meglio in altro loco.
guarda adesso il mio cappello.
(seguitando a guardarsi) [2. Duettino]
6
Figaro Figaro
Udir bramo il resto, Me n’era lusingato.
i dubbi, i sospetti
gelare mi fan. Susanna
Ei la destina
[Recitativo secco] per ottener da me certe mezz’ore...
che il diritto feudale...
Susanna
Or bene; ascolta, e taci! Figaro
Come? Ne’ feudi suoi
Figaro non l’ha il Conte abolito?
(inquieto)
Parla; che c’è di nuovo? Susanna
Ebben; ora è pentito, e par che tenti
Susanna riscattarlo da me.
Il signor Conte,
stanco di andar cacciando le straniere Figaro
bellezze forestiere, Bravo! Mi piace:
vuole ancor nel castello che caro signor Conte!
ritentar la sua sorte, Ci vogliam divertir: trovato avete...
né già di sua consorte, bada bene, (si sente suonare un campanello)
appetito gli viene... Chi suona? La Contessa.
Figaro Susanna
E di chi dunque? Addio, addio, Fi... Fi... Figaro bello...
Susanna Figaro
Della tua Susannetta. Coraggio, mio tesoro.
Figaro Susanna
(con sorpresa) E tu, cervello.
Di te? (parte)
7
L’arte schermendo, Scena quarta
l’arte adoprando, Marcellina, poi Susanna con cuffia da donna,
di qua pungendo, un nastro e un abito da donna.
di là scherzando,
tutte le macchine [Recitativo secco]
rovescierò.
(parte) Marcellina
Tutto ancor non ho perso,
mi resta la speranza:
Scena terza ma Susanna si avanza: io vo’ provarmi...
Bartolo e Marcellina con un contratto in mano. (piano)
fingiam di non vederla.
[Recitativo secco] (forte)
E quella buona perla
Bartolo la vorrebbe sposar!
Ed aspettaste il giorno
fissato alle sue nozze Susanna
per parlarmi di questo? (resta indietro; da sé)
Di me favella.
Marcellina
Io non mi perdo, Marcellina
dottor mio, di coraggio: Ma da Figaro alfine
per romper de’ sponsali non può meglio sperarsi: argent fait tout.
più avanzati di questo
Susanna
bastò più spesso un pretesto; ed egli ha meco,
(da sé)
oltre questo contratto, certi impegni...
Che lingua! manco male
so io... basta... or conviene
la Susanna atterrir. Convien con arte ch’ognun sa quanto vale.
impuntigliarla a rifiutare il Conte. Marcellina
Egli per vendicarsi Brava! questo è giudizio!
prenderà il mio partito, Con quegli occhi modesti,
e Figaro così fia mio marito. con quell’aria pietosa,
Bartolo e poi...
(prende il contratto dalle mani di Marcellina) Susanna
Bene, io tutto farò: senza riserve (da sé)
tutto a me palesate. Meglio è partir.
(da sé)
Avrei pur gusto Marcellina
di dar per moglie la mia serva antica (da sé)
a chi mi fece un dì rapir l’amica. Che cara sposa!
(vanno tutte due per partire e s’incontrano alla
[4. Aria] porta)
La vendetta, oh la vendetta [5. Duettino]
è un piacer serbato ai saggi:
obliar l’onte e gli oltraggi (Marcellina fa una riverenza)
è bassezza, è ognor viltà. Via, resti servita,
madama brillante.
Coll’astuzia... coll’arguzia...
col giudizio... col criterio... Susanna
si potrebbe.... il fatto è serio... (fa una riverenza)
ma, credete, si farà. Non sono sì ardita,
madama piccante.
Se tutto il codice dovessi volgere,
se tutto l’indice dovessi leggere, Marcellina
con un equivoco, con un sinonimo (riverenza)
qualche garbuglio si troverà. No, prima a lei tocca.
Tutta Siviglia conosce Bartolo: Susanna
il birbo Figaro vostro sarà. (riverenza)
(parte) No, no, tocca a lei.
8
Marcellina e Susanna Susanna
(riverenza) Son io, cosa volete?
Io so i dover miei,
non fo inciviltà. Cherubino
Ah cor mio, che accidente!
Marcellina
(riverenza) Susanna
La sposa novella! Cor vostro! Cosa avvenne?
Susanna Cherubino
(riverenza) Il Conte ieri
La dama d’onore! perché trovommi sol con Barbarina,
il congedo mi diede;
Marcellina e se la Contessina,
(riverenza) la mia bella comare,
Del Conte la bella! grazia non m’intercede, io vado via,
(con ansietà)
Susanna io non ti vedo più, Susanna mia!
(riverenza)
Di Spagna l’amore! Susanna
Non vedete più me! Bravo! Ma dunque
Marcellina non più per la Contessa
I meriti! secretamente il vostro cor sospira?
Susanna Cherubino
Ah che troppo rispetto ella m’ispira!
L’abito!
Felice te, che puoi
vederla quando vuoi,
Marcellina che la vesti il mattino,
Il posto! che la sera la spogli,
che le metti gli spilloni,
Susanna i merletti...
L’età! (con un sospiro)
Ah se in tuo loco...
Marcellina Cos’hai lì? Dimmi un poco...
(infuriata)
Per Bacco, precipito, Susanna
se ancor resto qua. (imitandolo)
Ah il vago nastro, e la notturna cuffia
Susanna di comare sì bella.
(minchionandola)
Sibilla decrepita, Cherubino
da rider mi fa. (toglie il nastro di mano a Susanna)
(Marcellina parte infuriata) Deh dammelo, sorella,
dammelo, per pietà!
Scena quinta Susanna
Susanna e poi Cherubino. (vuol riprenderglielo)
Presto quel nastro!
[Recitativo secco]
Cherubino
Susanna (si mette a girare intorno la sedia)
Va’ là, vecchia pedante, Oh caro, oh bello, oh fortunato nastro!
dottoressa arrogante, (bacia e ribacia il nastro)
perché hai letto due libri Io non te ’l renderò che con la vita!
e seccata madama in gioventù...
Susanna
Cherubino (seguita a corrergli dietro, ma poi si arresta co-
(esce in fretta) me fosse stanca)
Susannetta, sei tu? Cos’è quest’insolenza?
9
Cherubino Conte
Eh via, sta’ cheta! Susanna, tu mi sembri
In ricompensa poi agitata e confusa.
questa mia canzonetta io ti vo’ dare.
Susanna
Susanna Signor... io chiedo scusa...
E che ne debbo fare? ma... se mai... qui sorpresa...
per carità! Partite.
Cherubino Conte
Leggila alla padrona; Un momento, e ti lascio;
leggila tu medesma; odi.
leggila a Barbarina, a Marcellina; (si mette a sedere sulla sedia e prende Susanna
(con trasporti di gioia) per la mano)
leggila ad ogni donna del palazzo!
Susanna
Susanna (si distacca con forza)
Povero Cherubin, siete voi pazzo! Non odo nulla.
Cherubino Conte
Chi parla?
Ah son perduto!
Susanna
Susanna Oh Dei!
Che timor! Il Conte!
(cerca di mascherar Cherubino) Conte
Misera me! Esci, e alcun non entri.
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Susanna Basilio
(inquietissima) Non c’è alcun male.
Ch’io vi lasci qui solo? Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea
che preferir doveste per amante,
Basilio come fan tutte quante,
(dentro) un signor liberal, prudente, e saggio,
Da madama ei sarà, vado a cercarlo. a un giovinastro, a un paggio...
Conte Susanna
(addita la sedia) (con ansietà)
Qui dietro mi porrò. A Cherubino!
Susanna Basilio
Non vi celate. A Cherubino! A Cherubin d’amore
Conte ch’oggi sul far del giorno
Taci, e cerca ch’ei parta. passeggiava qui d’intorno,
(il Conte vuol nascondersi dietro il sedile; Susan- per entrar...
na si frappone tra il paggio e lui; il Conte la
spinge dolcemente. Ella rincula, intanto il pag- Susanna
gio passa al davanti del sedile, si mette dentro (con forza)
in piedi, Susanna lo ricopre colla vestaglia) Uom maligno,
un’impostura è questa.
Susanna
Ohimè! che fate? Basilio
È un maligno con voi chi ha gli occhi in testa.
E quella canzonetta?
Scena settima Ditemi in confidenza; io sono amico,
Detti e Basilio. ed altrui nulla dico;
è per voi, per madama...
Basilio
Susanna, il ciel vi salvi: avreste a caso Susanna
veduto il Conte? (mostra dello smarrimento)
(Chi diavol gliel’ha detto?)
Susanna
E cosa Basilio
deve far meco il Conte? Animo, uscite. A proposito, figlia,
instruitelo meglio;
Basilio egli la guarda a tavola sì spesso,
Aspettate, sentite. e con tale immodestia,
Figaro di lui cerca. che se il Conte s’accorge... che su tal punto,
Susanna sapete, egli è una bestia.
(da sé)
(Oh cieli!) Susanna
Ei cerca Scellerato!
chi dopo voi più l’odia. E perché andate voi
tai menzogne spargendo?
Conte
(da sé) Basilio
Veggiam come mi serve. Io! Che ingiustizia! Quel che compro io vendo.
A quel che tutti dicono
Basilio io non ci aggiungo un pelo.
Io non ho mai nella moral sentito
ch’uno ch’ama la moglie odi il marito. Conte
Per dir che il Conte v’ama... (sortendo)
Come, che dicon tutti!
Susanna
(con risentimento) Basilio
Sortite, vil ministro Oh bella!
dell’altrui sfrenatezza: io non ho d’uopo
della vostra morale, Susanna
del Conte, del suo amor... Oh cielo!
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[7. Terzetto] Basilio
Che!
Conte
(a Basilio) Conte
Cosa sento! Tosto andate, Da tua cugina
e scacciate il seduttor. l’uscio ier trovai rinchiuso;
picchio, m’apre Barbarina
Basilio paurosa fuor dell’uso.
In mal punto son qui giunto, Io dal muso insospettito,
perdonate, oh mio signor. guardo, cerco in ogni sito,
ed alzando pian pianino
Susanna il tappeto al tavolino
Che ruina, me meschina! vedo il paggio...
(quasi svenuta) (imita il gesto colla vestaglia e scopre il paggio;
Son oppressa dal dolor. con sorpresa)
Ah! Cosa veggio!
Basilio e Conte
(sostenendola) Susanna
Ah già svien la poverina! (con timore)
Come, oh Dio! le batte il cor! Ah! Crude stelle!
Basilio Basilio
(approssimandosi al sedile in atto farla sedere) (con riso)
Pian pianin su questo seggio. Ah! Meglio ancora!
Susanna Conte
(rinviene) Onestissima signora!
Dove sono! cosa veggio! Or capisco come va.
(staccandosi da tutti due) Susanna
Che insolenza, andate fuor. Accader non può di peggio,
Basilio giusti Dei! Che mai sarà!
(con malignità) Basilio
Siamo qui per aiutarvi, Così fan tutte le belle:
è sicuro il vostro onor. non c’è alcuna novità.
Conte
[Recitativo secco]
Siamo qui per aiutarti,
non turbarti, oh mio tesor. Conte
Basilio, in traccia tosto
Basilio di Figaro volate:
(al Conte) (addita Cherubino che non si muove di loco)
Ah del paggio quel che ho detto io vo’ ch’ei veda...
era solo un mio sospetto.
Susanna
Susanna (con vivezza)
È un’insidia, una perfidia, Ed io che senta: andate.
non credete all’impostor.
Conte
Conte Restate: che baldanza! E quale scusa
Parta, parta il damerino! se la colpa è evidente?
Susanna e Basilio Susanna
Poverino! Non ha d’uopo di scusa un’innocente.
Conte Conte
(ironicamente) Ma costui quando venne?
Poverino!
Ma da me sorpreso ancor. Susanna
Egli era meco
Susanna quando voi qui giungeste, e mi chiedea
Come! d’impegnar la padrona
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a intercedergli grazia: il vostro arrivo Figaro
in scompiglio lo pose, (piano a Susanna)
ed allor in quel loco si nascose. Eccoci in danza:
secondami, cor mio.
Conte
Ma s’io stesso m’assisi Susanna
quando in camera entrai! (da sé)
Non ci ho speranza.
Cherubino
(timidamente) Figaro
Ed allora di dietro io mi celai. Signor, non isdegnate
questo del nostro affetto
Conte meritato tributo: or che aboliste
E quando io là mi posi? un diritto sì ingrato a chi ben ama...
Conte
Cherubino
Quel dritto or non v’è più; cosa si brama?
Allor io pian mi volsi, e qui m’ascosi.
Figaro
Conte Della vostra saggezza il primo frutto
(a Susanna) oggi noi coglierem: le nostre nozze
Oh cielo! Dunque ha sentito si son già stabilite: or a voi tocca
quello ch’io ti dicea! costei che un vostro dono
illibata serbò, coprir di questa,
Cherubino simbolo d’onestà, candida vesta.
Feci per non sentir quanto potea.
Conte
Conte (da sé)
Oh perfidia! (Diabolica astuzia!
Ma fingere convien.) Son grato, amici,
Basilio ad un senso sì onesto!
Frenatevi: vien gente. Ma non merto per questo
né tributi, né lodi; e un dritto ingiusto
Conte ne’ miei feudi abolendo,
(lo tira giù dalla sedia) a natura, al dover lor dritti io rendo.
E voi restate qui, picciol serpente!
Tutti
Evviva, evviva, evviva!
Scena ottava
Figaro, contadine e contadini, i suddetti. Susanna
Figaro con bianca veste in mano. Coro di conta- (malignamente)
dine e di contadini vestiti di bianco che spargono Che virtù!
fiori, raccolti in piccioli panieri, davanti al Conte e
cantano il seguente Figaro
Che giustizia!
[8. Coro] Conte
(a Figaro e Susanna)
Coro A voi prometto
Giovani liete, compier la cerimonia:
fiori spargete chiedo sol breve indugio; io voglio in faccia
davanti il nobile de’ miei più fidi, e con più ricca pompa
nostro signor. rendervi appien felici.
Il suo gran core (da sé)
vi serba intatto (Marcellina si trovi.)
d’un più bel fiore Andate, amici.
l’almo candor.
[9. Coro]
[Recitativo secco]
Coro
Conte (spargendo il resto dei fiori)
(a Figaro, con sorpresa) Giovani liete,
Cos’è questa commedia? fiori spargete
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davanti il nobile Conte
nostro signor. No, parta tosto.
Il suo gran core
vi serba intatto Cherubino
d’un più bel fiore (con passione e sospirando)
l’almo candor. A ubbidirvi, signor, son già disposto.
(partono)
Conte
[Recitativo secco]
Via, per l’ultima volta
Figaro la Susanna abbracciate.
Evviva! (Cherubino abbraccia la Susanna che rimane
confusa)
Susanna (Inaspettato è il colpo.)
Evviva!
Figaro
Basilio Ehi, capitano,
Evviva! a me pure la mano;
(piano a Cherubino)
Figaro (io vo’ parlarti
(a Cherubino) pria che tu parta).
E voi non applaudite? (con finta gioia)
Addio,
Susanna picciolo Cherubino;
È afflitto, poveretto,
perché il padron lo scaccia dal castello! come cangia in un punto il tuo destino.
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ATTO SECONDO indi segretamente
ricuperar vorria
Camera ricca con alcova e tre porte. il diritto feudale.
Possibile è la cosa, e naturale.
Susanna Susanna
Oh il signor Conte Ed hai coraggio di trattar scherzando
non fa tai complimenti un negozio sì serio?
colle donne mie pari;
egli venne a contratto di danari. Figaro
Non vi basta
Contessa che scherzando io ci pensi? Ecco il progetto:
Ah il crudel più non m’ama! per Basilio un biglietto
io gli fo capitar che l’avvertisca
Susanna di certo appuntamento
E come poi (alla Contessa)
è geloso di voi? che per l’ora del ballo
a un amante voi deste...
Contessa
Come lo sono Contessa
i moderni mariti: per sistema Oh ciel! Che sento!
infedeli, per genio capricciosi, Ad un uom sì geloso!...
e per orgoglio poi tutti gelosi.
Ma se Figaro t’ama... ei sol potria... Figaro
Ancora meglio.
Figaro Così potrem più presto imbarazzarlo,
(cantando entro la scena) confonderlo, imbrogliarlo,
La la la... rovesciargli i progetti,
Susanna empierlo di sospetti, e porgli in testa
Eccolo: vieni, amico. che la moderna festa
Madama impaziente... ch’ei di fare a me tenta altri a lui faccia;
onde qua perda il tempo, ivi la traccia.
Figaro Così quasi ex abrupto, e senza ch’abbia
(con ilare disinvoltura) fatto per frastornarci alcun disegno,
A voi non tocca vien l’ora delle nozze,
stare in pena per questo. (segnando la Contessa)
Alfin di che si tratta? Al signor Conte e in faccia a lei
piace la sposa mia, non fia ch’osi d’opporsi ai voti miei.
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Susanna Susanna
È ver, ma in di lui vece Eccola: appunto
s’opporrà Marcellina. facciam che ce la canti...
Zitto: vien gente: è desso.
Figaro (a Cherubino)
Aspetta: al Conte Avanti, avanti,
farai subito dir che verso sera signor uffiziale.
attèndati in giardino:
il picciol Cherubino Cherubino
per mio consiglio non ancor partito, Ah, non chiamarmi
da femmina vestito, con nome sì fatale! Ei mi rammenta
faremo che in tua vece ivi sen vada! che abbandonar degg’io
Questa è l’unica strada comare tanto buona...
onde monsù sorpreso da madama
sia costretto a far poi quel che si brama. Susanna
E tanto bella!
Contessa
(a Susanna) Cherubino
Che ti par? (sospirando)
Ah sì... certo...
Susanna
Non c’è mal. Susanna
(imitandolo)
Contessa Ah sì... certo... Ipocritone!
Nel nostro caso... Via, presto la canzone
che stamane a me deste
Susanna a madama cantate.
Quand’egli è persuaso... e dove è il tempo?
Contessa
Figaro Chi n’è l’autor?
Ito è il Conte alla caccia; e per qualch’ora
non sarà di ritorno: Susanna
(sempre in atto di partire) (additando Cherubino)
io vado e tosto Guardate: egli ha due braccia
Cherubino vi mando; lascio a voi di rossor sulla faccia.
la cura di vestirlo.
Contessa
Contessa Prendi la mia chitarra, e l’accompagna.
E poi?...
Cherubino
Figaro Io sono sì tremante...
E poi... ma se madama vuole...
(cantando)
Se vuol ballare, Susanna
signor Contino, Lo vuole, sì, lo vuol. Manco parole.
il chitarrino
le suonerò. [12. Arietta]
(parte)
(la Susanna fa il ritornello sul chitarrino)
16
Sento un affetto Contessa
pien di desir Una mia cuffia
ch’ora è diletto, prendi nel gabinetto.
ch’ora è martir. Presto: che carta è quella?
(Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia;
Gelo e poi sento Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia
l’alma avvampar, veder la patente che terrà in petto; la Contessa
e in un momento la prende, l’apre, e vede che manca il sigillo)
torno a gelar.
Cherubino
Ricerco un bene La patente.
fuori di me,
non so chi ’l tiene, Contessa
non so cos’è. Che sollecita gente!
Sospiro e gemo
senza voler, Cherubino
palpito e tremo L’ebbi or or da Basilio.
senza saper.
Non trovo pace Contessa
notte né dì, (gliela rende)
ma pur mi piace Dalla fretta obbliato hanno il sigillo.
languir così.
Susanna
Voi che sapete ecc. (sorte)
Il sigillo di che?
[Recitativo secco]
Contessa
Contessa Della patente.
Bravo! che bella voce! Io non sapea
che cantaste sì bene. Susanna
Susanna Cospetto! Che premura!
Oh in verità Ecco la cuffia.
egli fa tutto ben quello ch’ei fa.
Presto a noi, bel soldato: Contessa
Figaro v’informò... Spicciati: va bene:
miserabili noi, se il Conte viene.
Cherubino
Tutto mi disse. [13. Aria]
Susanna Susanna
(si misura con Cherubino) (prende Cherubino e se lo fa inginocchiare da-
Lasciatemi veder: andrà benissimo: vanti poco discosto dalla Contessa che siede)
siam d’uguale statura... Venite, inginocchiatevi:
(gli cava il manto) restate fermo lì.
Giù quel manto. (lo pettina da un lato, poi lo prende pel mento
e lo volge a suo piacere)
Contessa Pian piano or via giratevi:
Che fai? bravo, va ben così.
(Cherubino mentre Susanna lo sta acconciando
Susanna guarda la Contessa teneramente)
Niente paura.
La faccia ora volgetemi:
Contessa olà! Quegli occhi a me.
E se qualcuno entrasse? (seguita ad acconciarlo e a porgli la cuffia)
Drittissimo: guardatemi.
Susanna Madama qui non è.
Entri, che mal facciamo? Più alto quel colletto...
La porta chiuderò. quel ciglio un po’ più basso...
(chiude la porta) le mani sotto il petto...
Ma come poi vedremo poscia il passo
acconciargli i capelli? quando sarete in pie’.
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(piano alla Contessa) (guarda un poco il suo nastro)
Mirate il bricconcello! inver... per il colore
Mirate quanto è bello! mi spiacea di privarmene.
Che furba guardatura!
Che vezzo, che figura! Susanna
(entra e le dà il taffetà e le forbici)
Se l’amano le femmine Tenete,
han certo il lor perché. e da legargli il braccio?
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Contessa Contessa
Il mio sposo, oh Dei! Son morta! Io non intesi niente.
Voi qui: senza mantello!
In quello stato! Un ricevuto foglio... Conte
la sua gran gelosia! Convien che abbiate i gran pensieri in mente.
Conte Contessa
(con più forza) Di che?
Cosa indugiate?
Conte
Contessa Là v’è qualcuno.
(confusa)
Son sola... anzi... son sola... Contessa
Conte Chi volete che sia?
E a chi parlate?
Conte
Contessa Lo chiedo a voi.
A voi... certo... a voi stesso... Io vengo in questo punto.
Cherubino Contessa
Dopo quel ch’è successo, il suo furore... Ah sì, Susanna... appunto...
non trovo altro consiglio!
(entra nel gabinetto e chiude) Conte
Che passò, mi diceste, alla sua stanza!...
Contessa
(prende la chiave) Contessa
Ah mi difenda il cielo in tal periglio! Alla sua stanza, o qui – non vidi bene...
Conte
Scena terza Susanna! E donde viene
La Contessa ed il Conte da cacciatore. che siete sì turbata?
Conte
Che novità! Non fu mai vostra usanza Contessa
di rinchiudervi in stanza! (con un risolino sforzato)
Per la mia cameriera?
Contessa
È ver; ma io... Conte
io stava qui mettendo... Io non so nulla:
ma turbata senz’altro.
Conte
Via, mettendo... Contessa
Ah questa serva
Contessa più che non turba me, turba voi stesso.
Certe robe... era meco la Susanna...
che in sua camera è andata. Conte
È vero, è vero: e lo vedrete adesso.
Conte (la Susanna entra per la porta ond’è uscita, e si
Ad ogni modo ferma vedendo il Conte, che dalla porta del ga-
voi non siete tranquilla: binetto sta favellando)
guardate questo foglio.
Contessa [14. Terzetto]
(Numi! È il foglio
che Figaro gli scrisse...) Susanna, or via sortite;
(Cherubino fa cadere un tavolino ed una sedia sortite, io così vo’.
in gabinetto, con molto strepito)
Contessa
Conte (al Conte, affannata)
Cos’è codesto strepito? In gabinetto Fermatevi... sentite...
qualche cosa è caduta. sortire ella non può.
19
Susanna Conte
Cos’è codesta lite! È vero, io sbaglio:
Il paggio dove andò! posso senza rumore,
senza scandalo alcun di nostra gente,
Conte andar io stesso a prender l’occorrente.
E chi vietarlo or osa? Chi? Attendete pur qui... ma perché in tutto
sia il mio dubbio distrutto,
Contessa anco le porte io prima chiuderò.
Lo vieta l’onestà. (chiude a chiave la porta che conduce alle stan-
Un abito da sposa ze delle cameriere)
provando ella si sta.
Conte Contessa
Chiarissima è la cosa: (a parte)
l’amante qui sarà. (Che imprudenza!)
Contessa Conte
Bruttissima è la cosa: Voi la condiscendenza
chi sa cosa sarà. di venir meco avrete.
(con affettata ilarità)
Susanna Madama, eccovi il braccio, andiamo.
Capisco qualche cosa:
veggiamo come va. Contessa
(con ribrezzo)
Conte Andiamo.
Dunque parlate almeno,
Susanna, se qui siete... Conte
(accenna il gabinetto)
Contessa Susanna starà qui finché torniamo.
Nemmen nemmen nemmeno, (partono)
io v’ordino, tacete.
(Susanna si nasconde entro l’alcova)
Susanna Susanna
Oh cielo, un precipizio, (uscendo dall’alcova in fretta, alla porta del ga-
un scandalo, un disordine binetto)
qui certo nascerà. Aprite, presto aprite;
aprite, è la Susanna:
[Recitativo secco] sortite, via sortite,
andate via di qua.
Conte (Cherubino esce)
Dunque voi non aprite?
Cherubino
Contessa
(confuso e senza fiato)
E perché deggio
le mie camere aprir? Ohimè, che scena orribile!
che gran fatalità!
Conte (accostandosi or ad una, or ad un’altra porta)
Ebben, lasciate,
l’aprirem senza chiavi: ehi gente... Susanna
Di qua, di qua, di là.
Contessa
Come? Susanna e Cherubino
Porreste a repentaglio Le porte son serrate,
d’una dama l’onore? che mai sarà, che mai sarà!
20
Cherubino Conte
Qui perdersi non giova. Tutto è come il lasciai: volete dunque
aprir voi stessa, o deggio...
Susanna (in atto di aprire a forza la porta)
V’uccide se vi trova.
Contessa
Cherubino Ahimè, fermate;
M’uccide se mi trova. e ascoltatemi un poco.
(il Conte getta il martello e la tenaglia sopra
Cherubino una sedia)
(affacciandosi alla finestra) Mi credete capace
di mancar al dover?
Veggiamo un po’ qui fuori,
(facendo moto di saltar giù) Conte
dà proprio nel giardino. Come vi piace.
Entro quel gabinetto
Susanna chi v’è chiuso vedrò.
(trattenendolo)
Fermate, Cherubino! Contessa
fermate per pietà! (timida e tremante)
Sì, lo vedrete...
Cherubino ma uditemi tranquillo.
(tornando a guardare)
Un vaso o due di fiori, Conte
più mal non avverrà. (alterato)
Non è dunque Susanna!
Susanna
(trattenendolo sempre) Contessa
(come sopra)
Tropp’alto per un salto,
No: ma invece un oggetto
fermate per pietà!
che ragion di sospetto
non vi deve lasciar: per questa sera...
Cherubino una burla innocente...
(cercando di sciogliersi) di far si disponeva... ed io vi giuro...
Lasciami: pria di nuocerle che l’onor... l’onestà...
nel fuoco volerei.
(si scioglie) Conte
Abbraccio te per lei, Chi è dunque! Dite...
addio: così si fa. (più alterato)
(salta fuori) l’ucciderò.
Susanna Contessa
Ei va a perire, oh Dei! (come sopra)
fermate per pietà; fermate! Sentite.
(mette un alto grido, siede un momento, poi va Ah non ho cor!
al balcone)
Conte
[Recitativo secco] Parlate.
21
ritrovar questo paggio in ogni loco! Conte
(forte) Non so niente.
Come? Non è partito? Scellerati! Va’ lontan dagl’occhi miei:
Ecco i dubbi spiegati: ecco l’imbroglio, un’infida, un’empia sei,
ecco il raggiro, onde m’avverte il foglio. e mi cerchi d’infamar.
Scena sesta Contessa
Il Conte, la Contessa, poi Susanna nel gabinetto. Vado... sì... ma...
Contessa Susanna
(dandogli la chiave) (da sé)
Egli è innocente. Confusa han la testa,
Voi sapete... non san come va.
22
Conte Conte
(a Susanna) Quell’ira, Susanna,
Sei sola? m’aita a calmar.
Susanna Susanna
(al Conte) Così si condanna
Guardate: chi può sospettar.
qui ascoso sarà.
Contessa
Conte
Guardiamo, guardiamo, (con risentimento)
qui ascoso sarà. Adunque la fede
(il Conte entra nel gabinetto) d’un’anima amante
sì fiera mercede
doveva sperar?
Scena ottava Conte
Susanna, la Contessa e poi il Conte. Quell’ira, Susanna,
m’aita a calmar.
Contessa
Susanna, son morta: Susanna
il fiato mi manca. (in atto di preghiera)
Signora!
Susanna
(allegrissima, addita alla Contessa la finestra on- Conte
de è saltato Cherubino) (in atto di preghiera)
Più lieta, più franca! Rosina...
In salvo è di già.
Contessa
Conte (al Conte)
(esce confuso dal gabinetto) Crudele!
Che sbaglio mai presi! Più quella non sono;
Appena lo credo; ma il misero oggetto
se a torto v’offesi del vostro abbandono
perdono vi chiedo; che avete diletto
ma far burla simile di far disperar.
è poi crudeltà.
Conte e Susanna
Susanna e Contessa Confuso, pentito
(la Contessa col fazzoletto alla bocca per celar il
è/son troppo punito,
disordine di spirito)
abbiate pietà.
Le vostre follie
non mertan pietà.
Contessa
Conte Crudele!
Io v’amo! soffrir sì gran torto
quest’alma non sa.
Contessa
(rinvenendo dalla confusione a poco a poco) Conte
Nol dite! Ma il paggio rinchiuso?
Conte Contessa
Vel giuro! Fu sol per provarvi.
Contessa Conte
Mentite! Ma i tremiti, i palpiti?
(con forza e collera)
Son l’empia, l’infida Contessa
che ognora v’inganna. Fu sol per burlarvi.
23
Conte (prendendo Susanna sotto il braccio)
Ma un foglio sì barbaro?... corriamo, voliamo
le nozze a compir.
Susanna e Contessa
Di Figaro è il foglio Conte
e a voi per Basilio... (trattenendolo)
Pian piano, men fretta.
Conte
Ah perfidi! Io voglio!... Figaro
La turba m’aspetta.
Susanna e Contessa
Perdono non merta Conte
chi agli altri nol dà. Pian piano, men fretta;
un dubbio toglietemi
Conte in pria di partir.
(con tenerezza)
Ebben se vi piace Susanna, Contessa e Figaro
comune è la pace; La cosa è scabrosa:
Rosina inflessibile com’ha da finir!
con me non sarà.
Contessa Conte
Ah quanto, Susanna, Con arte le carte
son dolce di core! convien qui scoprir.
Di donne il furore (a Figaro, mostrandogli il foglio)
chi più crederà! Conoscete, signor Figaro,
questo foglio chi vergò?
Susanna
Cogl’uomin, signora, Figaro
girate, volgete, (fingendo d’esaminarlo)
vedrete che ognora Nol conosco...
si cade poi là.
Susanna, Contessa e Conte
Conte (a Figaro)
(con tenerezza) Nol conosci?
Guardatemi!
Figaro
Contessa No, no, no!
Ingrato!
Susanna
Conte E nol desti a Don Basilio...
(bacia e ribacia la mano della Contessa)
Ho torto: e mi pento.
Contessa
Contessa, Susanna e Conte Per recarlo...
Da questo momento
quest’alma a conoscermi/la/vi Conte
apprender potrà. Tu c’intendi...
Figaro
Scena nona Oibò, oibò.
I suddetti e Figaro.
Susanna
Figaro E non sai del damerino...
Signori, di fuori
son già i suonatori: Contessa
le trombe sentite, Che stasera nel giardino...
i pifferi udite;
tra canti, tra balli Conte
de’ nostri vassalli Già capisci...
24
Figaro Conte
Io non lo so. (con ansietà)
Cosa è stato?
Conte
Cerchi invan difesa e scusa; Antonio
il tuo ceffo già t’accusa: Che insolenza! Chi ’l fece! Chi fu!
veggo ben che vuoi mentir.
Susanna, Contessa, Conte e Figaro
Figaro Cosa dici, cos’hai, cosa è nato?
(al Conte) Antonio
Mente il ceffo, io già non mento. (come sopra)
Ascoltate...
Susanna e Contessa
(a Figaro) Susanna, Contessa, Conte e Figaro
Il talento aguzzi invano; Via, parla, di’ su.
palesato abbiam l’arcano,
non v’è nulla da ridir. Antonio
Dal balcone che guarda in giardino
Conte mille cose ogni dì gittar veggio,
Che rispondi? e poc’anzi, può darsi di peggio?
vidi un uom, signor mio, gittar giù.
Figaro
Niente, niente. Conte
(con vivacità)
Conte Dal balcone?
Dunque accordi?
Antonio
Figaro (mostrandogli il vaso)
Non accordo. Vedete i garofani.
Susanna e Contessa Conte
(a Figaro) In giardino?
Eh via, chètati, balordo,
la burletta ha da finir. Antonio
Sì.
Figaro
Per finirla lietamente Susanna e Contessa
e all’usanza teatrale, (piano a Figaro)
(prendendo Susanna sotto il braccio) Figaro, all’erta!
un’azion matrimoniale
le faremo ora seguir. Conte
Cosa sento!
Susanna, Contessa e Figaro
(al Conte) Susanna, Contessa e Figaro
Deh signor, nol contrastate: (come sopra)
consolate i miei/lor desir. Costui ci sconcerta:
(forte)
Conte quel briaco che viene a far qui?
(da sé)
Marcellina, Marcellina! Conte
quanto tardi a comparir! (ad Antonio, con fuoco)
Dunque un uom... ma dov’è? Dov’è gito?
Antonio Susanna
(infuriato) (piano a Figaro)
Ah signor... signor... Sai che il paggio...
25
Figaro Antonio
(piano a Susanna) (a Figaro)
So tutto, lo vidi. Chi? Voi stesso?
(ride forte)
Ah ah ah ah! Conte
Già creder nol posso.
Conte
Antonio
Taci là.
(a Figaro)
Come mai diventaste sì grosso?
Antonio Dopo il salto non foste così.
(a Figaro)
Cosa ridi? Figaro
A chi salta succede così.
Figaro
(ad Antonio) Antonio
Tu sei cotto dal sorger del dì. Chi ’l direbbe?
Conte Susanna e Contessa
(ad Antonio) (a Figaro)
Or ripetimi: un uom dal balcone? Ed insiste quel pazzo!
Antonio Conte
Dal balcone... (ad Antonio)
Tu che dici?
Conte
In giardino... Antonio
E a me parve il ragazzo.
Antonio
In giardino... Conte
(con fuoco)
Susanna, Contessa e Figaro Cherubin!
Ma, signore, se in lui parla il vino!
Susanna e Contessa
Conte Maledetto!
(ad Antonio)
Segui pure: né in volto il vedesti? Figaro
Esso appunto
Antonio (ironicamente)
No, nol vidi. da Siviglia a cavallo qui giunto,
da Siviglia ov’ei forse sarà.
Susanna e Contessa
(piano a Figaro) Antonio
Olà, Figaro, ascolta! (con rozza simplicità)
Questo no, questo no, ché il cavallo
Figaro io non vidi saltare di là.
(ad Antonio) Conte
Via, piangione, sta’ zitto una volta, Che pazienza! finiam questo ballo!
(toccando con disprezzo i garofani)
per tre soldi far tanto tumulto: Susanna e Contessa
giacché il fatto non può star occulto, Come mai, giusto ciel! finirà?
sono io stesso saltato di lì.
Conte
Conte (a Figaro)
Chi? Voi stesso? Dunque tu...
Susanna e Contessa Figaro
Che testa! che ingegno! (con disinvoltura)
Saltai giù.
Figaro
(al Conte) Conte
Che stupor! Ma perché?
26
Figaro Figaro
Il timor... Vanne, vanne, non temo di te.
(Antonio parte; il Conte riapre la carta e poi to-
Conte sto la chiude)
Che timor?
Conte
Figaro (a Figaro)
(additando la camera delle serve) Dunque...
Là rinchiuso
aspettando quel caro visetto... Contessa
tippe tappe un sussurro fuor d’uso... (piano a Susanna)
voi gridaste... lo scritto biglietto... O ciel! La patente del paggio!
saltai giù dal terrore confuso...
(fingendo d’aversi stroppiato il piede) Susanna
e stravolto m’ho un nervo del pie’! (piano a Figaro)
Giusti Dei! La patente!...
Antonio
(porgendo a Figaro alcune carte chiuse) Conte
Vostre dunque saran queste carte (a Figaro ironicamente)
che perdeste... Coraggio!
Conte Figaro
(togliendogliele) (fingendo di risovvenirsi)
Olà, porgile a me. Uh che testa! Questa è la patente
che poc’anzi il fanciullo mi diè.
Figaro
(piano alla Contessa e Susanna) Conte
Sono in trappola. Per che fare?
Conte Conte
Vi manca?
(apre il foglio e lo chiude tosto)
Dite un po’, questo foglio cos’è? Contessa
(piano a Susanna)
Figaro Il suggello.
(cavando di tasca alcune carte, per guardare)
Tosto... tosto... n’ho tanti... aspettate. Susanna
(piano a Figaro)
Antonio Il suggello.
Sarà forse il sommario de’ debiti.
Conte
Figaro Rispondi.
No, la lista degl’osti.
Figaro
Conte (finge di pensare)
(a Figaro) È l’usanza...
Parlate:
Conte
(ad Antonio) Su via, ti confondi?
e tu lascialo.
Figaro
Susanna, Contessa e Figaro È l’usanza di porvi il suggello.
(ad Antonio)
Lascialo/mi, e parti... Conte
(guarda e vede che manca il suggello; guasta il
Antonio foglio e con somma collera lo getta)
Parto, sì: ma se torno a trovarti... (da sé)
27
Questo birbo mi toglie il cervello, Susanna, Contessa e Figaro
tutto tutto è un mistero per me. È un birbante!...
28
ATTO TERZO Conte
(c. s.)
Sala ricca con due troni e preparata a festa nu- E Susanna? Chi sa ch’ella tradito
ziale. abbia il segreto mio... oh se ha parlato,
gli fo sposar la vecchia.
Contessa Susanna
Pensa ch’è in tua mano il mio riposo. È mio dovere:
(si nasconde) e quel di sua Eccellenza è il mio volere.
29
[17. Duettino] Susanna
(si ritira)
Conte Vien gente.
Crudel! perché finora
farmi languir così? Conte
(È mia senz’altro.)
Susanna
Signor, la donna ognora
Susanna
tempo ha di dir di sì.
(Forbitevi la bocca, o signor scaltro.)
Conte
Dunque in giardin verrai?
Scena terza
Susanna Figaro, Susanna, e subito il Conte.
Se piace a voi, verrò.
Figaro
Conte Ehi, Susanna, ove vai?
E non mi mancherai?
Susanna
Susanna Taci: senza avvocato
No, non vi mancherò. hai già vinto la causa.
(parte)
Conte
Mi sento dal contento Figaro
pieno di gioia il cor. Cos’è nato?
(la segue)
Susanna
Scusatemi se mento,
voi che intendete amor.
Scena quarta
[Recitativo secco] Il Conte solo.
30
Ah no, lasciarti in pace, Don Curzio
non vo’ questo contento. O pagarla, o sposarla. Lei t’ha prestati
Tu non nascesti, audace, duemila pezzi duri.
per dare a me tormento,
e forse ancor per ridere Figaro
di mia infelicità. Son gentiluomo, e senza
l’assenso de’ miei nobili parenti...
Già la speranza sola
delle vendette mie Conte
quest’anima consola, Dove sono? Chi sono?
e giubilar mi fa.
(vuol partire e s’incontra in Don Curzio) Figaro
Lasciate ancor cercarli:
dopo dieci anni io spero di trovarli.
Scena quinta
Il Conte, Marcellina, Don Curzio, Figaro e Barto- Bartolo
lo, poi Susanna. Qualche bambin trovato?
[Recitativo secco] Figaro
No, perduto, dottor, anzi rubato.
Don Curzio
(tartagliando) Conte
È decisa la lite. Come?
O pagarla, o sposarla; ora ammutite.
Marcellina
Marcellina Cosa?
Io respiro.
Bartolo
Figaro La prova?
Ed io moro.
Don Curzio
Marcellina Il testimonio?
(da sé)
Alfin sposa io sarò d’un uom ch’adoro. Figaro
L’oro, le gemme e i ricamati panni,
Figaro che ne’ più teneri anni
Eccellenza, m’appello... mi ritrovaro addosso i masnadieri,
sono gl’indizi veri
Conte di mia nascita illustre: e sopra tutto
È giusta la sentenza. questo al mio braccio impresso geroglifico...
O pagar, o sposar; bravo Don Curzio.
Marcellina
Don Curzio Una spatola impressa al braccio destro...
Bontà di sua Eccellenza.
Figaro
Bartolo E a voi chi ’l disse?
Che superba sentenza!
Marcellina
Figaro Oh Dio,
In che superba? è egli...
Bartolo Figaro
Siam tutti vendicati... È ver, son io.
Bartolo Conte
La sposerai. Chi?
31
Bartolo Susanna
Chi? (arrestando il Conte)
Alto alto, signor Conte,
Marcellina mille doppie son qui pronte,
Raffaello. a pagar vengo per Figaro
ed a porlo in libertà.
Bartolo
E i ladri ti rapir... Conte e Don Curzio
Figaro Non sappiam com’è la cosa,
Presso un castello. osservate un poco là.
Bartolo Susanna
Ecco tua madre. (si volge vedendo Figaro che abbraccia Marcelli-
na)
Figaro Già d’accordo colla sposa;
Balia... giusti Dei, che infedeltà!
(vuol partire)
Bartolo
Lascia, iniquo!
No, tua madre.
Don Curzio e Conte Figaro
Sua madre! (trattiene Susanna)
No, t’arresta!
Figaro senti, oh cara!
Cosa sento!
Susanna
Marcellina (dà uno schiaffo a Figaro)
Ecco tuo padre. Senti questa!
[19. Sestetto] Marcellina, Bartolo e Figaro
È un effetto di buon core,
(abbracciando Figaro) tutto amore è quel che fa.
Riconosci in questo amplesso
una madre, amato figlio! Conte e Don Curzio
Figaro Fremo/e, smanio/a dal furore,
(a Bartolo) il destino a me la/gliela fa.
Padre mio, fate lo stesso,
non mi fate più arrossir. Susanna
Fremo, smanio dal furore,
Bartolo una vecchia a me la fa.
(abbracciando Figaro)
Resistenza la coscienza Marcellina
far non lascia al tuo desir. (corre ad abbracciar Susanna)
(restano così fino al verso “Lascia, iniquo!”) Lo sdegno calmate,
mia cara figliuola,
Bartolo e Marcellina sua madre abbracciate,
Figlio amato! che or vostra sarà.
Figaro
Parenti amati! Susanna
(a Bartolo, al Conte, a Don Curzio, a Marcellina)
Don Curzio Sua madre?
Ei suo padre, ella sua madre,
l’imeneo non può seguir. Tutti
Sua madre!
Conte
Son smarrito, son stordito, Figaro
meglio è assai di qua partir. (a Susanna)
(vuol partire; Susanna entra con una borsa in E quello è mio padre
mano) che a te lo dirà.
32
Susanna Susanna
(come sopra) Voliamo ad informar d’ogni avventura
Suo padre? madama e nostro zio.
Chi al par di me contenta!
Tutti
Suo padre! Figaro
Io!
Figaro Bartolo
(a Susanna) Io!
E quella è mia madre
che a te lo dirà. Marcellina
(corrono tutti quattro ad abbracciarsi) Io!
33
[... ed Aria] Susanna
In giardino.
Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer? Contessa
Dove andaro i giuramenti Fissiamgli un loco. Scrivi.
di quel labbro menzogner?
Perché mai se in pianti e in pene Susanna
per me tutto si cangiò, Ch’io scriva... ma signora...
la memoria di quel bene
dal mio sen non trapassò? Contessa
Eh scrivi, dico; e tutto
Ah! Se almen la mia costanza (Susanna siede e scrive)
nel languire amando ognor, io prendo su me stessa.
mi portasse una speranza (dettando)
di cangiar l’ingrato cor! Canzonetta sull’aria...
(parte)
[21. Duettino]
Scena nona Susanna
Il Conte ed Antonio. (scrivendo)
Sull’aria...
[Recitativo secco]
Contessa
Antonio (dettando)
(con cappello in mano) Che soave zeffiretto...
Io vi dico, signor, che Cherubino
è ancora nel castello, Susanna
e vedete per prova il suo cappello. ... zeffiretto...
Conte Contessa
Ma come se a quest’ora Questa sera spirerà...
esser giunto a Siviglia egli dovria.
Susanna
Antonio ... questa sera spirerà...
Scusate, oggi Siviglia è a casa mia,
là vestissi da donna, e là lasciati Contessa
ha gl’altri abiti suoi. ... sotto i pini del boschetto...
Conte Susanna
Perfidi! ... sotto i pini del boschetto...
Antonio
Contessa
Andiam, e li vedrete voi.
Ei già il resto capirà.
(partono)
Susanna
Scena decima Certo, certo il capirà.
La Contessa e Susanna. (leggono insieme lo scritto)
34
Susanna Scena dodicesima
È più bizzarro I detti, il Conte ed Antonio.
di quel della patente.
(Antonio ha il cappello di Cherubino: entra in
Contessa scena pian piano, gli cava la cuffia di donna e
Presto, nascondi: io sento venir gente. gli mette in testa il cappello stesso)
(Susanna si pone il biglietto in seno) Antonio
Ehi! Cospettaccio! È questi l’uffiziale.
Scena undicesima Contessa
Cherubino vestito da contadinella, Barbarina e Oh stelle!
alcune altre contadinelle vestite nel medesimo
modo con mazzetti di fiori, e dette. Susanna
(Malandrino!)
[22. Coro]
Conte
Coro Ebben, madama!
Ricevete, oh padroncina,
queste rose e questi fior, Contessa
che abbiam colti stamattina Io sono, oh signor mio,
irritata e sorpresa al par di voi.
per mostrarvi il nostro amor.
Conte
Siamo tante contadine, Ma stamane...
e siam tutte poverine,
ma quel poco che rechiamo Contessa
ve lo diamo di buon cor. Stamane...
per l’odierna festa
[Recitativo secco] volevam travestirlo al modo stesso
che l’han vestito adesso.
Barbarina
Queste sono, madama, Conte
le ragazze del loco (a Cherubino)
E perché non partiste?
che il poco ch’han vi vengono ad offrire,
e vi chiedon perdon del loro ardire. Cherubino
(cavandosi il cappello bruscamente)
Contessa Signor!
Oh brave, vi ringrazio.
Conte
Susanna Saprò punire
Come sono vezzose. la sua disubbidienza.
Contessa Barbarina
E chi è, narratemi, Eccellenza, Eccellenza,
quell’amabil fanciulla voi mi dite sì spesso,
ch’ha l’aria sì modesta? qual volta m’abbracciate, e mi baciate:
Barbarina, se m’ami,
Barbarina ti darò quel che brami...
Ell’è una mia cugina, e per le nozze
è venuta ier sera. Conte
Io dissi questo?
Contessa Barbarina
Onoriamo la bella forestiera: Voi.
venite qui... datemi i vostri fiori. Or datemi, padrone,
(prende i fiori di Cherubino e lo bacia in fronte) in sposo Cherubino,
Come arrossì... Susanna, e non ti pare... e v’amerò, com’amo il mio gattino.
che somigli ad alcuno?
Contessa
Susanna (al Conte)
Al naturale... Ebbene: or tocca a voi.
35
Antonio Figaro
Brava figliuola, Certamente,
hai buon maestro, che ti fa la scuola. che razza di domande!
Conte Antonio
(da sé) (a Susanna che fa de’ motti a Figaro)
Non so qual uom, qual demone, qual Dio Via, non fargli più motti, ei non t’intende.
rivolga tutto quanto a torto mio. (prende per mano Cherubino e lo presenta a Fi-
garo)
Ed ecco chi pretende
Scena tredicesima che sia un bugiardo il mio signor nipote.
I detti e Figaro.
Figaro
Figaro Cherubino?
Signor... se trattenete
tutte queste ragazze, Antonio
addio festa... addio danza... Or ci sei.
Conte Figaro
E che, vorresti (al Conte)
ballar col pie’ stravolto? Che diamin canta?
Figaro Conte
(finge di drizzarsi la gamba e poi si prova a bal- Non canta, no, ma dice
lare) ch’egli saltò stamane in sui garofani...
Eh, non mi duol più molto.
Andiam, belle fanciulle. Figaro
(chiama tutte le giovani; vuol partire, il Conte lo Ei lo dice! Sarà... se ho saltato io,
richiama) si può dare ch’anch’esso
abbia fatto lo stesso.
Contessa
(a Susanna) Conte
Come si caverà dall’imbarazzo? Anch’esso?
Susanna Figaro
(alla Contessa) Perché no?
Lasciate fare a lui. Io non impugno mai quel che non so.
Conte [23. Finale]
Per buona sorte
i vasi eran di creta. (s’ode una marcia da lontano e seguita il Recita-
Figaro tivo nella marcia)
Senza fallo. Ecco la marcia, andiamo;
(come sopra) ai vostri posti, oh belle, ai vostri posti.
Susanna, dammi il braccio.
Andiamo dunque, andiamo.
(prende per un braccio Susanna)
Antonio
(lo richiama) Susanna
Ed intanto, a cavallo, Eccolo!
di galoppo a Siviglia andava il paggio. (partono tutti, eccettuati il Conte e la Contessa)
Figaro Conte
Di galoppo, o di passo... buon viaggio. Temerari!
(come sopra)
Venite, oh belle giovani. Contessa
Io son di ghiaccio!
Conte (la marcia aumenta a poco a poco)
(torna a ricondurlo in mezzo)
E a te la sua patente Conte
era in tasca rimasta... Contessa...
36
Contessa Figaro
Or non parliamo. (vede tutto e dice a Susanna)
Ecco qui le due nozze, Un biglietto amoroso
riceverle dobbiam, alfin si tratta che gli die’ nel passar qualche galante,
d’una vostra protetta. ed era sigillato d’una spilla,
Seggiam. ond’ei si punse il dito;
(il Conte legge, bacia il biglietto, cerca la spilla,
Conte la trova e se la mette alla manica del saio)
Seggiamo, il Narciso or la cerca; oh che stordito!
(da sé)
(e meditiam vendetta.) Conte
(siedono; la marcia s’avvicina) Andate, amici! e sia per questa sera
disposto l’apparato nuziale
colla più ricca pompa; io vo’ che sia
Scena quattordicesima magnifica la festa, e canti e fuochi,
I suddetti, Figaro, Susanna, Marcellina, Bartolo, e gran cena, e gran ballo: e ognuno impari
Antonio, Barbarina, cacciatori con fucile in spal- com’io tratto color che a me son cari.
la, gente del foro. Contadini e contadine.
Due giovinette che portano il cappello verginale Coro
con piume bianche, due altre un bianco velo, Amanti costanti ecc.
due altre i guanti e il mazzetto di fiori. Figaro (tutti partono)
con Marcellina. Due altre giovinette, che porta-
no un simile cappello per Susanna ecc. Bartolo Fine dell’Atto terzo.
con Susanna. Due giovinette incominciano il co-
ro che termina in ripieno; Bartolo conduce la
Susanna al Conte e s’inginocchia per ricever da
lui il cappello ecc. Figaro conduce Marcellina al-
la Contessa e fa la stessa funzione.
Due giovinette
Amanti costanti,
seguaci d’onor,
cantate, lodate
sì saggio signor.
A un dritto cedendo,
che oltraggia, che offende,
ei caste vi rende
ai vostri amator.
Coro
Cantiamo, lodiamo
sì saggio signor!
Conte
Eh già, solita usanza!
le donne ficcan gli aghi in ogni loco:
ah ah, capisco il gioco.
37
ATTO QUARTO Barbarina
E perché chiedi a me quando sai tutto?
Gabinetto.
Figaro
Avea gusto d’udir come il padrone
Scena prima ti die’ la commissione.
Barbarina sola.
Barbarina
[24. Cavatina] Che miracoli!
“Tieni, fanciulla, reca questa spilla
Barbarina alla bella Susanna: e dille: questo
(cercando qualche cosa per terra) è il sigillo de’ pini.”
L’ho perduta... me meschina...
ah chi sa dove sarà? Figaro
Non la trovo...
non la trovo... Ah ah, de’ pini!
E mia cugina...
e il padron... cosa dirà? Barbarina
È ver ch’ei mi soggiunse:
“Guarda che alcun non veda”;
Scena seconda ma tu già tacerai.
Barbarina, Figaro e Marcellina.
Figaro
[Recitativo secco] Sicuramente.
Figaro Barbarina
Barbarina, cos’hai? A te già niente preme.
Barbarina
L’ho perduta, cugino. Figaro
Oh niente, niente.
Figaro
Cosa? Barbarina
Addio, mio bel cugino;
Marcellina vo da Susanna e poi da Cherubino.
Cosa? (parte saltando)
Barbarina
La spilla, Scena terza
che a me diede il padrone Marcellina e Figaro.
per recar a Susanna.
Figaro Figaro
A Susanna... la spilla? (quasi stupido)
(in collera) Madre!
E così tenerella
il mestiero già sai... Marcellina
(si calma) Figlio!
di far tutto sì ben quel che tu fai?
Figaro
Barbarina Son morto.
Cos’è, vai meco in collera?
Marcellina
Figaro Calmati, figlio mio.
E non vedi ch’io scherzo?
(cerca un momento per terra, dopo aver destra-
mente cavata una spilla dall’abito o dalla cuffia Figaro
di Marcellina e la dà a Barbarina) Son morto, dico.
Osserva... questa
è la spilla che il Conte Marcellina
da recare ti diede alla Susanna, Flemma, flemma, e poi flemma: il fatto è serio;
e servia di sigillo a un bigliettino: e pensarci convien: ma pensa un poco
vedi s’io sono instrutto? che ancor non sai di chi si prenda gioco.
38
Figaro [Recitativo secco]
Ah quella spilla, oh madre, è quella stessa
che poc’anzi ei raccolse. Barbarina
(con alcune frutta e ciambelle)
Marcellina “Nel padiglione a manca”: ei così disse:
È ver, ma questo è questo... è questo... e poi se non venisse!
al più ti porge un dritto Oh, ve’, che brava gente! A stento darmi
di stare in guardia, e vivere in sospetto: un arancio, una pera, e una ciambella.
ma non sai se in effetto... “Per chi, madamigella?”
“Oh per qualcun, signori!”
“Già lo sappiam.” Ebbene:
Figaro
il padron l’odia, ed io gli voglio bene,
All’erta dunque: il loco del congresso
però costommi un bacio, e cosa importa?
so dov’è stabilito... Forse qualcun mel renderà...
(fugge impaurita ed entra nella nicchia a manca)
Marcellina Son morta!
Dove vai, figlio mio?
Marcellina Basilio
Presto avvertiam Susanna: Son quelli
io la credo innocente: quella faccia, che invitasti a venir.
quell’aria di modestia... è caso ancora Bartolo
ch’ella non fosse... ah quando il cor non ci arma Che brutto ceffo!
personale interesse, sembri un cospirator: che diamin sono
ogni donna è portata alla difesa quegli infausti apparati?
del suo povero sesso,
da questi uomini ingrati a torto oppresso. Figaro
Lo vedrete tra poco.
[25. Aria] In questo stesso loco
celebrerem la festa
Il capro e la capretta della mia sposa onesta
son sempre in amistà, e del feudal signor...
l’agnello all’agnelletta
la guerra mai non fa. Basilio
Ah buono buono,
Le più feroci belve capisco come egli è.
per selve e per campagne (da sé)
lascian le lor compagne Accordati si son senza di me.
in pace e libertà.
Figaro
Sol noi, povere femmine, Voi da questi contorni
che tanto amiam questi uomini, non vi scostate; intanto
trattate siam dai perfidi io vado a dar certi ordini,
ognor con crudeltà. e torno in pochi istanti:
(parte) a un fischio mio correte tutti quanti.
(partono tutti, eccettuati Bartolo e Basilio)
Folto giardino con due nicchie parallele pratica-
bili. Scena settima
Basilio e Bartolo.
Scena quinta Basilio
Barbarina sola. Ha i diavoli nel corpo.
39
Bartolo Scena ottava
Ma cosa nacque? Figaro solo.
40
Scena nona Oh come par che all’amoroso foco
Susanna, la Contessa travestite; Marcellina. l’amenità del loco,
la terra e il ciel risponda,
[Recitativo secco] come la notte i furti miei seconda!
Susanna Figaro
Madama, voi tremate: avrete freddo? Perfida, e in quella forma
meco mentia? Non so s’io veglio, o dormo.
Contessa
Parmi umida la notte; io mi ritiro. Cherubino
(cantando)
Figaro La la la la lera...
(da sé)
Contessa
Eccoci della crisi al grande istante.
Il picciol paggio.
Susanna Cherubino
Io sotto queste piante, Io sento gente, entriamo
se madama il permette, ove entrò Barbarina.
resto a prendere il fresco una mezz’ora. Oh vedo qui una donna.
Figaro Contessa
(Il fresco, il fresco!) Ahi me meschina!
Contessa Cherubino
Restaci in buon’ora. M’inganno, a quel cappello,
(si nasconde) che nell’ombra vegg’io, parmi Susanna.
Susanna Contessa
(sotto voce) E se il Conte ora vien, sorte tiranna!
Il birbo è in sentinella:
divertiamci anche noi: [29. Finale]
diamogli la mercè de’ dubbi suoi.
Cherubino
[28. Recitativo accompagnato ...] Pian pianin le andrò più presso,
tempo perso non sarà.
Giunse alfin il momento
che godrò senz’affanno Contessa
in braccio all’idol mio. Timide cure, (da sé)
uscite dal mio petto, Ah, se il Conte arriva adesso,
a turbar non venite il mio diletto! qualche imbroglio accaderà!
41
Cherubino Susanna, Contessa, Conte e Figaro
(alla Contessa) (come sopra)
Susannetta... non risponde... (Se il ribaldo ancor sta saldo,
colla mano il volto asconde... la faccenda guasterà.)
or la burlo in verità.
(le prende la mano e l’accarezza) Cherubino
(volendo dare un bacio alla Contessa)
Contessa Prendi intanto...
(cerca liberarsi alterando la voce a tempo) (il Conte, mettendosi in mezzo tra la Contessa e
Arditello, sfacciatello, il paggio, riceve il bacio)
ite presto via di qua! Contessa e Cherubino
Oh cielo! il Conte!
Cherubino (Cherubino entra da Barbarina)
Smorfiosa, maliziosa,
io già so perché sei qua. Figaro
(appressandosi al Conte)
Vo’ veder cosa fan là.
Scena dodicesima
I suddetti, il Conte. Conte
(crede di dar uno schiaffo al paggio e lo dà a Fi-
Conte garo)
(da lontano) Perché voi nol ripetete,
Ecco qui la mia Susanna! ricevete questo qua!
Cherubino Contessa
Giacché così vi piace,
(sempre tenendola per la mano)
eccomi qui, signor.
Dammi un bacio, o non fai niente.
Figaro
Susanna, Conte e Figaro Che compiacente femmina!
Alla voce è quegli il paggio. che sposa di buon cor!
Contessa Conte
Anche un bacio, che coraggio! Porgimi la manina!
Cherubino Contessa
E perché far io non posso, Io ve la do.
quel che il Conte ognor farà?
Conte e Figaro
Carina!
Susanna, Conte, Figaro e Contessa
(Temerario!) Conte
Che dita tenerelle,
Cherubino che delicata pelle,
Oh ve’ che smorfie! mi pizzica, mi stuzzica,
Sai ch’io fui dietro il sofà. m’empie d’un nuovo ardor.
42
Figaro, Susanna e Contessa Contessa
La cieca prevenzione È Figaro: men vo!
delude la ragione,
inganna i sensi ognor. Conte
Andate, andate: io poi verrò.
Conte (si disperde pel bosco; la Contessa entra a man
Oltre la dote, oh cara, destra)
ricevi anco un brillante
che a te porge un amante
in pegno del suo amor. Scena tredicesima
(le dà un anello) Figaro e Susanna.
Figaro
Contessa Tutto è tranquillo e placido;
Tutto Susanna piglia entrò la bella Venere;
dal suo benefattor. col vago Marte prendere,
nuovo Vulcan del secolo,
Susanna, Conte e Figaro in rete la potrò!
Va tutto a maraviglia,
ma il meglio manca ancor. Susanna
(cangiando la voce)
Contessa Ehi, Figaro: tacete.
(al Conte)
Signor, d’accese fiaccole Figaro
io veggio il balenar. Oh questa è la Contessa...
A tempo qui giungete...
Vedrete là voi stessa:
Conte
il Conte e la mia sposa...
Entriam, mia bella Venere, Di propria man la cosa
andiamoci a celar! toccar io vi farò.
Figaro e Susanna Susanna
Mariti scimuniti, (si dimentica di alterar la voce)
venite ad imparar! Parlate un po’ più basso,
di qua non muovo il passo,
Contessa ma vendicar mi vo’.
Al buio, signor mio?
Figaro
Conte (da sé)
È quello che vogl’io: Susanna!
tu sai che là per leggere (a Susanna)
io non desio d’entrar. Vendicarsi?
Susanna
Figaro Sì.
La perfida lo sèguita,
è vano il dubitar. Figaro
Come potria farsi?
Susanna e Contessa
I furbi sono in trappola, Susanna
comincia ben l’affar. (L’iniquo io vo’ sorprendere,
(Figaro passa) poi so quel che farò.)
Figaro
Conte (La volpe vuol sorprendermi,
(con voce alterata) e secondar la vo’.)
Chi passa? (con comica affettazione)
Ah se madama il vuole.
Figaro
(con rabbia) Susanna
Passa gente! Su via, manco parole.
43
Figaro io conobbi la voce che adoro
(come sopra) e che impressa ognor serbo nel cor.
Eccomi a’ vostri piedi...
ho pieno il cor di foco... Susanna
esaminate il loco... (ridendo e con sorpresa)
pensate al traditor. La mia voce?
Susanna Figaro
(da sé) La voce che adoro.
Come la man mi pizzica!
Che smania! che furor! Susanna e Figaro
Pace, pace, mio dolce tesoro,
Figaro
pace, pace, mio tenero amor.
(da sé)
Come il polmon mi s’altera! Conte
Che smania! che calor!
Non la trovo e girai tutto il bosco.
Susanna
(alterando un poco la voce) Susanna e Figaro
E senz’alcun affetto?... Questi è il Conte, alla voce il conosco.
Figaro Conte
Suppliscavi il dispetto. (parlando verso la nicchia, dove entrò madama,
Non perdiam tempo invano, cui apre egli stesso)
(si frega le mani) Ehi Susanna... sei sorda... sei muta?
datemi un po’ la mano...
Susanna
Susanna Bella bella! Non l’ha conosciuta!
(in voce naturale, gli dà uno schiaffo)
Servitevi, signor. Figaro
Chi?
Figaro
Che schiaffo! Susanna
Madama.
Susanna
E ancor questo Figaro
e questo, e poi quest’altro... Madama?
Figaro Susanna
Non batter così presto. Madama!
Figaro Figaro
Oh schiaffi graziosissimi! (si mette ai piedi di Susanna)
oh mio felice amor! Sì, madama, voi siete il ben mio!
Susanna Conte
Impara, impara, oh perfido, La mia sposa... Ah senz’arme son io.
a fare il seduttor!
Figaro
Un ristoro al mio cor concedete.
Scena quattordicesima
I suddetti, poi il Conte. Susanna
Io son qui, faccio quel che volete.
Figaro
(si mette in ginocchio) Conte
Pace, pace, mio dolce tesoro, Ah ribaldi!
44
Susanna e Figaro Conte
Ah corriamo, corriamo mio bene, Scoperta è la trama,
e le pene compensi il piacer. la perfida è qua.
(vanno verso la nicchia a mano manca)
Susanna
(s’inginocchia ai piedi del Conte)
Perdono! perdono!
Scena ultima
I suddetti, Antonio, Basilio, [Don Curzio e Barto- Conte
lo], servitori con fiaccole accese; poi Susanna, No, no, non sperarlo.
Marcellina, Cherubino, Barbarina; indi la Con-
tessa. Figaro
(s’inginocchia)
Conte Perdono! perdono!
(arresta Figaro)
Gente, gente, all’armi, all’armi. Conte
No, no, non vo’ darlo.
Figaro
(finge eccessiva paura) Tutti
Il padrone! Son perduto! (s’inginocchiano)
Perdono! perdono!
Conte
Conte
Gente, gente, aiuto, aiuto! (con più forza)
No! no, no, no, no!
Basilio, Antonio, [Don Curzio e Bartolo]
Cosa avvenne? Contessa
(esce dall’altra nicchia e vuole inginocchiarsi, il
Conte Conte nol permette)
Il scellerato Almeno io per loro
m’ha tradito, m’ha infamato perdono otterrò.
e con chi, state a veder!
Basilio, Conte, Antonio, [Don Curzio e
Basilio, Antonio, [Don Curzio e Bartolo] Bartolo]
Son stordito, sbalordito, (Oh cielo, che veggio!
non mi par che ciò sia ver. Deliro! Vaneggio!
Che creder non so!)
Figaro
Son storditi, sbalorditi: Conte
(in tono supplichevole)
oh che scena! che piacer!
Contessa, perdono!
Conte Contessa
(tira pel braccio Cherubino; dopo Barbarina, Più docile io sono,
Marcellina e Susanna) e dico di sì.
Invan resistete,
uscite, madama, Tutti
il premio or avrete Ah tutti contenti
di vostra onestà! saremo così.
Il paggio!
Questo giorno di tormenti,
Antonio di capricci, e di follia,
in contenti e in allegria
Mia figlia! solo amor può terminar.
Figaro Sposi, amici, al ballo, al gioco,
Mia madre! alle mine date foco!
Ed al suon di lieta marcia
Basilio, Antonio, Figaro, [Don Curzio e corriam tutti a festeggiar!
Bartolo]
Madama! Fine dell’opera.
45
Il soggetto
Emilio Sala*
Atto primo
Atto secondo
46
Atto terzo
Atto quarto
Folto giardino.
È ormai notte e nell’oscurità Barbarina sta cercando la spilla che il Conte le ha
detto di restituire a Susanna. Figaro capisce che il biglietto ricevuto dal Conte
nella scena precedente gli era stato consegnato dalla sua promessa sposa. Cre-
dendosi tradito, si nasconde nel giardino per sorprendere i due amanti. Susan-
na, che ha sentito non vista le rampogne di Figaro, si sente offesa dalla sua
mancanza di fiducia e decide di farlo stare sulle spine. Ha dunque inizio il finale.
Entra il Conte con colei che crede essere Susanna e che invece è la Contessa
travestita. Tutti si perdono nell’oscurità. Anche Cherubino importuna la Contes-
sa credendo di avere a che fare con Susanna. Il Conte poi s’infuria credendo di
vedere Figaro corteggiare sua moglie, ovvero Susanna travestita da Contessa.
Alla fine si scopre l’equivoco: Figaro chiede scusa a Susanna per aver dubitato
della sua fedeltà e il Conte implora il perdono della Contessa. Le nozze tra Figa-
ro e Susanna possono finalmente avere luogo e la “folle giornata” si chiude
con il giubilo generale.
* Emilio Sala (1959) è professore associato di Drammaturgia e Storiografia musicali presso l’Univer-
sità degli Studi di Milano, membro della Fondazione Pergolesi Spontini e di quello dell’Edizione na-
zionale Giacomo Puccini, e anche direttore dei progetti di ricerca della Fondazione Rossini di Pesa-
ro. Si occupa dei rapporti tra la musica e le varie forme di spettacolo, con una particolare attenzio-
ne all’Ottocento romantico-popolare. È autore di numerose pubblicazioni e il suo libro Il valzer del-
le camelie. Echi di Parigi nella Traviata è stato pubblicato anche in inglese. Dal 2012 al 2015 è sta-
to direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.
47
Synopsis
Act I
An unfurnished room.
On the morning of his wedding day, Figaro is measuring the room which
Count Almaviva has “generously” placed at the disposal of the young bridal
pair. Susanna however appears much less grateful than her betrothed, be-
cause the Count has been making advances to her. His generosity is therefore
by no means disinterested. Warned of the Count’s designs on Susanna, which
Don Basilio, the music master, goes out of his way to encourage, Figaro does
not lose heart: if the “signor Contino” wishes to dance, then he will dance to
Figaro’s tune. The no longer young Marcellina is also keen to upset Figaro’s
wedding plans, having in fact protested to Don Bartolo that she herself is enti-
tled to marry Figaro, under the terms of a loan made to him in the past which
he never repaid. Bartolo relishes the idea of revenge on the Count’s valet. The
page Cherubino now enters to ask Susanna to intercede on his behalf with
the Countess. The Count, having yesterday caught him alone with Barbarina
(the twelve-year-old daughter of the gardener Antonio), has dismissed him
from his service. But the sudden entry of the Count forces him to hide and to
witness against his will the gallantries addressed by the Count to the maid. But
then the Count, too, has to hide from Don Basilio, who has appeared unex-
pectedly to tell Susanna of the page’s flirtations with the Countess. Driven by
jealousy, the Count emerges from his hiding-place and in the ensuing turmoil
discovers the page and flies into a rage. At this point a chorus of peasants ap-
proaches and, on Figaro’s instructions, thanks the Count for having abolished
the notorious privilege of ius primae noctis. On a trivial pretext, the Count
postpones the wedding day and orders Cherubino to leave at once for Seville,
to enrol as an officer in his own regiment.
Act II
50
wedding ceremony. But Antonio also bursts in, saying he has just seen
someone jump out of the Countess’s bedroom window. Figaro tries to parry
this blow by saying it was he who jumped. But to crown the confusion, Mar-
cellina enters to claim her rights, since she is now in possession of all the
necessary documents to compel Figaro to marry her.
Act III
Act IV
A luxuriant garden.
Night has fallen and in the darkness Barbarina is looking for the pin which
the Count told her to return to Susanna. Figaro realises that the note re-
ceived by the Count in the previous scene had been delivered to him by his
own future bride. Thinking he has been betrayed, he hides in the garden to
surprise the lovers. Meanwhile Susanna, unseen, has heard Figaro’s rebukes
and is hurt by his lack of trust in her. She decides to keep him on tenter-
hooks. So begins the finale. Enter the Count, with the woman whom he be-
lieves to be Susanna but who is actually the Countess in disguise. They all
get lost in the darkness. Even Cherubino pesters the Countess, believing her
to be Susanna. The Count loses his temper when he thinks he has seen Fi-
garo courting his own wife, or rather, Susanna disguised as the Countess. In
the end the muddle is unravelled. Figaro apologizes to Susanna for having
doubted her faithfulness to him, and the Count implores forgiveness from
his wife. At last the marriage between Figaro and Susanna can go ahead
and the “day of folly” ends in jubilation.
.
(Traduzione di Rodney Stringer)
51
L’opera in breve
Emilio Sala
62
silio e Don Curzio) racconta che il brano delle Nozze preferito da Mozart era
il sestetto che segue a questa paradossale agnizione: “Riconosci in questo
amplesso”. Ora, è significativo che questo pezzo sia costruito strutturalmen-
te come una sorta di forma sonata priva di sviluppo (la ripresa coincide con
le parole di Marcellina rivolte a Susanna: “Lo sdegno calmate, / Mia cara fi-
gliuola”), seguendo cioè una logica tematica e tonale rigorosa, desunta dalla
tradizione strumentale dello “stile classico”. La vis ludico-parodica di Beau-
marchais è in questo caso perfino rincarata da Mozart-Da Ponte. Per dirla
con Francesco Degrada, la situazione topica “viene fermata e oggettivata at-
traverso un processo di straniamento che ne sottolinea ulteriormente – ri-
spetto all’originale di Beaumarchais – le componenti ironiche e paradossali,
attirando l’attenzione dello spettatore sull’artificio della finzione teatrale e
sui suoi meccanismi”.
Ma non va dimenticato, anche, il senso di sfida implicito nella scelta mozar-
tiana. Come emerge nella prefazione del libretto pubblicato per la prima
rappresentazione, Mozart e Da Ponte erano perfettamente consapevoli “di
offrire [al pubblico] un quasi nuovo genere di spettacolo”, ovvero di creare
una nuova forma operistica in cui il dinamismo scenico di Beaumarchais sa-
rebbe stato tradotto in termini musicali secondo modalità del tutto inedite.
Basti pensare a che cosa diventa, nelle mani di Mozart, il tipico “finale a ca-
tena” dell’opera buffa italiana, riformulato nelle 939 battute del suo debor-
dante e travolgente finale del secondo Atto. La sfida venne dunque lanciata
al modello dell’opera buffa italiana incarnata allora soprattutto da Paisiello.
Nel 1784 aveva avuto infatti molto successo, a Vienna, Il re Teodoro in Vene-
zia di Giovanni Battista Casti per la musica, appunto, di Giovanni Paisiello;
un soggetto nuovo e attuale, ispirato al Candide di Voltaire. Orbene, non si
può non ricordare che lo stesso Paisiello era l’autore di un fortunatissimo
Barbiere di Siviglia (primo volet del trittico di Beaumarchais), composto per il
teatro di San Pietroburgo nel 1782 e rappresentato a Vienna l’anno successi-
vo. È evidente dunque che scegliendo Le nozze di Figaro (secondo volet del-
lo stesso trittico) Mozart volle misurarsi col collega italiano e con il genere
italianissimo dell’ opera buffa. Ne uscì quel “nuovo genere di spettacolo”
che scosse dalle fondamenta il teatro musicale di fine Settecento.
63
La musica
Elisabetta Fava*
Come sempre nel teatro mozartiano, l’opera comincia prima dell’opera, cioè
con l’ouverture, che in questo caso non anticipa singoli temi, ma condensa
nella sua corsa rapida e leggera il tono complessivo della vicenda, la frenesia
e insieme l’ariosità che la animano tutta. Anche al levarsi del sipario siamo
già come dentro una vicenda avviata, con il singolare duetto di Figaro e di
Susanna che cercano ognuno di richiamare su di sé l’attenzione dell’altro,
senza riuscirci. Fin d’ora si avvia una costruzione architettonicamente perfet-
ta, che avrà il suo culmine nel grande finale dell’Atto II e che al tempo stesso
mescola il tragico, il buffo, il pastorale e il religioso con la naturalezza che è
solo dei grandi drammaturghi, mettendo su tutto il lievito di un eros che di-
namizza ogni scena. La stizza di Figaro sbotta nella cavatina “Se vuol balla-
re”, in cui si prepara a combattere il Conte sul suo stesso terreno e per de-
notarlo usa l’andamento di minuetto, ossia la danza aristocratica. La parola
passa adesso alla controparte, con Bartolo (voce di basso) che deliba i piaceri
della vendetta lasciandosi trasportare a una sillabazione di rapidità sempre
più vertiginosa. Dopo un battibecco con Marcellina, Susanna resta sola con
Cherubino (soprano in panni maschili), che le parla dei suoi turbamenti di
adolescente in un’aria tutta fremiti e ondeggiamenti; l’ingresso prima di Ba-
silio e poi del Conte porta al terzetto “Cosa sento”, esempio magistrale di
forma musicale coniugata al procedere dell’azione e anche all’analisi psicolo-
gica. L’atto si conclude con un’aria solistica fra le più celebri, “Non più an-
drai”, scherzosa parodia delle marce, con uso di ritmi militareschi e strumen-
ti bandistici come le trombe.
L’Atto II invece viene aperto da un personaggio importantissimo, che finora
non si è ancora visto: la Contessa, portatrice, dentro l’opera buffa, di un ele-
mento lirico che rimanda piuttosto all’opera seria, in qualche caso persino al-
lo stile liturgico. La sua cavatina (ossia un’aria breve e senza virtuosismi) è
tutta raccoglimento e nostalgia, segnalate in orchestra anche dal clarinetto,
che in Mozart è sempre lo strumento degli affetti più profondi e sofferti; tut-
ta azione, invece, è l’aria seguente, cantata da Susanna mentre veste Cheru-
bino e parla ora a lui, ora alla Contessa. Questo dinamismo, inoculato a sor-
presa dentro una forma tradizionalmente statica come l’aria, prepara allo
straordinario finale, mai così incalzante, con il continuo scivolamento di una
scena nell’altra secondo gli spostamenti dei personaggi e le sorprese dell’a-
zione: dalla trepidazione della Contessa ai rabbuffi del Conte, dalle goffaggi-
ni del giardiniere al furbo argomentare di Figaro; e, in mezzo, momenti quasi
di commozione, come “Deh signor, nol contrastate”, da cui traspare la verità
del sentimento che anima i personaggi al di là di finzioni e scaramucce.
L’Atto III si apre con un dialogo parlato, da cui si sprigiona il duetto fra il
Conte e Susanna; riprendere la musica dopo gli stacchi recitati è sempre sta-
to considerato un problema, che qui Mozart risolve, ancora una volta, attac-
cando il brano come se già fosse cominciato. Questo ennesimo duetto è un
capolavoro di schermaglie, con Susanna che mente con la miglior buona
64
grazia del mondo, ma a un certo punto se ne dimentica e risponde a spro-
posito, disorientando di nuovo il Conte. Poco dopo è il momento dell’aria
solistica del Conte, che finora era mancata e che attinge ai parametri dell’o-
pera seria: recitativo introduttivo, accompagnato da tutta l’orchestra come si
addice ai personaggi di lignaggio alto; poi aria di collera, in cui si sente ribol-
lire tutto il risentimento del Conte; e sezione conclusiva più mossa, che san-
ziona con stentorei unisoni la volontà di agire (“Tu non nascesti, audace!”).
Ma i piani del Conte vanno a monte, per il momento, per via dell’inattesa
agnizione: Figaro si scopre essere figlio di Marcellina e di Bartolo. Segue un
sestetto, movimentato dall’intervento di Susanna, prima furibonda, poi
(compresa la situazione) divertita: memorabili le ripetizioni “Sua madre?”,
“Suo padre?” che contagiano tutto il piccolo gruppo, anticipando, quel che
sarà, in contesto serio, il “Sein Weib?” di una scena culminante del Fidelio di
Beethoven. Torniamo nelle stanze della Contessa, a cui spetta una seconda
aria, di nuovo tutta interiore, ma questa volta ampia e articolata, con una se-
zione finale più mossa e aperta alla speranza. Dopo il duettino in cui la Con-
tessa detta a Susanna una finta lettera per il Conte (nel dolce ritmo pastorale
di 6/8), entriamo nel finale d’atto, con il coro pastorale dei contadini e infine
il fandango generale, che festeggia le nozze di Figaro e Susanna.
L’Atto IV ci porta in esterno e di notte; ad aprirlo è un personaggio seconda-
rio, una bimba, Barbarina, a cui Mozart regala un minuto di musica in cui
condensa e sublima tutto il patetismo dello stile galante. Subito dopo, l’ira di
Figaro, che si sente tradito prima ancora di essere sposo, esplode in un’aria
contro le donne, con i corni che intervengono ammiccanti e derisori. Ma ec-
co la notte intervenire a svelare gli arcani; prima è Susanna, a cantare tutto il
suo amore, ben sapendo che il geloso Figaro la sta ascoltando; e il desiderio
emoziona la voce, facendola scendere a un registro contraltile su “notturna
face” e poi risalire come in estasi sull’immagine finale “ti vo’ la fronte inco-
ronar”. Comincia qui la notte degli inganni, che in realtà diventa la notte dei
disvelamenti, lasciandosi alle spalle la commedia di imbrogli e già intuendo e
realizzando il mistero della notte romantica; la verità delle voci, con il loro
timbro inconfondibile, prevale sulla finzione del travestimento e ai toni mor-
daci si sostituisce la tenerezza, prima nel duetto di Figaro con Susanna (“Pa-
ce, pace, mio dolce tesoro”) e poi nel perdono della Contessa, che sigilla l’o-
pera con accenti di religioso stupore.
* Elisabetta Fava, musicologa diplomata in pianoforte e laureata alla scuola di Giorgio Pestelli, in-
segna Storia della musica all’Università di Torino. Esperta del Lied tedesco, ha pubblicato libri su
Hugo Wolf, Carl Loewe e il saggio sull’opera romantica tedesca Ondine, vampiri e cavalieri.
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