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Wolfgang Amadeus Mozart


Le nozze di Figaro

Le nozze di Figaro
Wolfgang Amadeus Mozart
Stagione d’Opera 2015 / 2016

Stagione d’Opera 2015 / 2016


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2015 - 2016

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della Stagione artistica
Le nozze di Figaro
Opera buffa in quattro atti

Libretto di
Lorenzo Da Ponte

Musica di
Wolfgang Amadeus Mozart

Nuova produzione Teatro alla Scala

EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA


Le nozze di Figaro
Opera buffa in quattro atti

Libretto di
Lorenzo Da Ponte

Musica di
Wolfgang Amadeus Mozart

PERSONAGGI

Il Conte di Almaviva basso


La Contessa di Almaviva soprano
Susanna, promessa sposa di soprano
Figaro basso
Cherubino, paggio del Conte soprano
Marcellina soprano
Don Bartolo, medico di Siviglia basso
Don Basilio, maestro di musica tenore
Don Curzio, giudice tenore
Barbarina, figlia di soprano
Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna basso

Coro di contadini e contadine


La scena si rappresenta nel castello del Conte di Almaviva.

Il tempo prescritto dall’uso alle drammatiche rappresentazioni, un certo dato numero di personaggi comunemente
praticato nelle medesime ed alcune altre prudenti viste e convenienze, dovute ai costumi, al loco e agli spettatori,
furono le cagioni per cui non ho fatto una traduzione di questa eccellente commedia, ma una imitazione, piuttosto,
o vogliamo dire un estratto.
Per questo sono costretto a ridurre a undici attori i sedici che la compongono, due de’ quali si possono eseguire da
uno stesso soggetto, e ad omettere oltre un intiero atto di quella, molte graziosissime scene e molti bei motti e
saletti ond’è sparsa; in loco di che ho dovuto sostituire canzonette, arie, cori ed altri pensieri e parole di musica
suscettibili: cose che dalla sola poesia, e non mai dalla prosa si somministrano.
Ad onta, però, di tutto lo studio e di tutta la diligenza e cura avuta dal maestro di Cappella e da me per esser brevi,
l’opera non sarà delle più corte che si sieno esposte sul nostro teatro; al che speriamo che basti di scusa la varietà
delle fila onde è tessuta l’azione di questo dramma, la vastità e grandezza del medesimo, la moltiplicità de’ pezzi
musicali che si son dovuti fare per non tener di soverchio oziosi gli attori, per scemare la noia e monotonia dei
lunghi recitativi, per esprimere a tratto a tratto con diversi colori le diverse passioni che vi campeggiano, e il
desiderio nostro, particolarmente, di offrire un quasi nuovo genere di spettacolo ad un pubblico di gusto sì raffinato
e di sì giudizioso intendimento.

Il Poeta

Prima rappresentazione assoluta:


Vienna, Burgtheater, 1° maggio 1786

(Edizione Bärenreiter. Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)
[Sinfonia] Susanna
(toccandosi la fronte)
ATTO PRIMO La ragione l’ho qui.
Camera non affatto ammobiliata, una sedia Figaro
d’appoggio in mezzo. (facendo lo stesso)
Perché non puoi
far che passi un po’ qui?
Scena prima
Figaro con una misura in mano e Susanna allo Susanna
specchio che si sta mettendo un cappellino or- Perché non voglio.
nato di fiori. Sei tu mio servo o no?
[1. Duettino]
Figaro
Figaro Ma non capisco
(misurando) perché tanto ti spiace
Cinque... dieci... venti... trenta... la più comoda stanza del palazzo.
trentasei... quarantatré...
Susanna
Susanna Perch’io son la Susanna, e tu sei pazzo.
(specchiandosi)
Ora sì ch’io son contenta; Figaro
sembra fatto inver per me. Grazie; non tanti elogi! Guarda un poco
Guarda un po’, mio caro Figaro, se potriasi star meglio in altro loco.
guarda adesso il mio cappello.
(seguitando a guardarsi) [2. Duettino]

Figaro Se a caso madama


Sì, mio core, or è più bello, la notte ti chiama,
sembra fatto inver per te. din din, in due passi
da quella puoi gir.
Susanna e Figaro
Ah il mattino alle nozze vicino Vien poi l’occasione
quanto è dolce al mio/tuo tenero sposo che vuolmi il padrone,
questo bel cappellino vezzoso don don, in tre salti
che Susanna ella stessa si fe’. lo vado a servir.
[Recitativo secco] Susanna
Così se il mattino
Susanna il caro Contino,
Cosa stai misurando, din din, e ti manda
caro il mio Figaretto? tre miglia lontan,
Figaro din din, e a mia porta
Io guardo se quel letto il diavol lo porta,
che ci destina il Conte ed ecco in tre salti...
farà buona figura in questo loco.
Figaro
Susanna Susanna, pian pian!
E in questa stanza?...
Susanna
Figaro Ascolta...
Certo: a noi la cede
generoso il padrone. Figaro
Fa’ presto...
Susanna
Io per me te la dono. Susanna
Se udir brami il resto,
Figaro discaccia i sospetti
E la ragione? che torto mi fan.

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Figaro Figaro
Udir bramo il resto, Me n’era lusingato.
i dubbi, i sospetti
gelare mi fan. Susanna
Ei la destina
[Recitativo secco] per ottener da me certe mezz’ore...
che il diritto feudale...
Susanna
Or bene; ascolta, e taci! Figaro
Come? Ne’ feudi suoi
Figaro non l’ha il Conte abolito?
(inquieto)
Parla; che c’è di nuovo? Susanna
Ebben; ora è pentito, e par che tenti
Susanna riscattarlo da me.
Il signor Conte,
stanco di andar cacciando le straniere Figaro
bellezze forestiere, Bravo! Mi piace:
vuole ancor nel castello che caro signor Conte!
ritentar la sua sorte, Ci vogliam divertir: trovato avete...
né già di sua consorte, bada bene, (si sente suonare un campanello)
appetito gli viene... Chi suona? La Contessa.

Figaro Susanna
E di chi dunque? Addio, addio, Fi... Fi... Figaro bello...

Susanna Figaro
Della tua Susannetta. Coraggio, mio tesoro.

Figaro Susanna
(con sorpresa) E tu, cervello.
Di te? (parte)

Susanna Scena seconda


Di me medesma; ed ha speranza Figaro solo, passeggiando con foco per la ca-
che al nobil suo progetto mera e fregandosi le mani.
utilissima sia tal vicinanza.
Figaro
Figaro Bravo, signor padrone!... Ora incomincio
Bravo! Tiriamo avanti. a capir il mistero... e a veder schietto
Susanna tutto il vostro progetto: a Londra, è vero?
Queste le grazie son, questa la cura Voi ministro, io corriero, e la Susanna...
ch’egli prende di te, della tua sposa. secreta ambasciatrice...
Non sarà, non sarà, Figaro il dice.
Figaro
[3. Cavatina]
Oh guarda un po’ che carità pelosa!
Se vuol ballare,
Susanna signor Contino,
Chètati: or viene il meglio. Don Basilio, il chitarrino
mio maestro di canto, e suo mezzano, le suonerò.
nel darmi la lezione
mi ripete ogni dì questa canzone. Se vuol venire
nella mia scuola,
Figaro la capriola
Chi? Basilio? Oh birbante! le insegnerò.
Susanna Saprò... ma piano...
E tu credevi meglio ogni arcano
che fosse la mia dote dissimulando
merto del tuo bel muso! scoprir potrò!

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L’arte schermendo, Scena quarta
l’arte adoprando, Marcellina, poi Susanna con cuffia da donna,
di qua pungendo, un nastro e un abito da donna.
di là scherzando,
tutte le macchine [Recitativo secco]
rovescierò.
(parte) Marcellina
Tutto ancor non ho perso,
mi resta la speranza:
Scena terza ma Susanna si avanza: io vo’ provarmi...
Bartolo e Marcellina con un contratto in mano. (piano)
fingiam di non vederla.
[Recitativo secco] (forte)
E quella buona perla
Bartolo la vorrebbe sposar!
Ed aspettaste il giorno
fissato alle sue nozze Susanna
per parlarmi di questo? (resta indietro; da sé)
Di me favella.
Marcellina
Io non mi perdo, Marcellina
dottor mio, di coraggio: Ma da Figaro alfine
per romper de’ sponsali non può meglio sperarsi: argent fait tout.
più avanzati di questo
Susanna
bastò più spesso un pretesto; ed egli ha meco,
(da sé)
oltre questo contratto, certi impegni...
Che lingua! manco male
so io... basta... or conviene
la Susanna atterrir. Convien con arte ch’ognun sa quanto vale.
impuntigliarla a rifiutare il Conte. Marcellina
Egli per vendicarsi Brava! questo è giudizio!
prenderà il mio partito, Con quegli occhi modesti,
e Figaro così fia mio marito. con quell’aria pietosa,
Bartolo e poi...
(prende il contratto dalle mani di Marcellina) Susanna
Bene, io tutto farò: senza riserve (da sé)
tutto a me palesate. Meglio è partir.
(da sé)
Avrei pur gusto Marcellina
di dar per moglie la mia serva antica (da sé)
a chi mi fece un dì rapir l’amica. Che cara sposa!
(vanno tutte due per partire e s’incontrano alla
[4. Aria] porta)
La vendetta, oh la vendetta [5. Duettino]
è un piacer serbato ai saggi:
obliar l’onte e gli oltraggi (Marcellina fa una riverenza)
è bassezza, è ognor viltà. Via, resti servita,
madama brillante.
Coll’astuzia... coll’arguzia...
col giudizio... col criterio... Susanna
si potrebbe.... il fatto è serio... (fa una riverenza)
ma, credete, si farà. Non sono sì ardita,
madama piccante.
Se tutto il codice dovessi volgere,
se tutto l’indice dovessi leggere, Marcellina
con un equivoco, con un sinonimo (riverenza)
qualche garbuglio si troverà. No, prima a lei tocca.
Tutta Siviglia conosce Bartolo: Susanna
il birbo Figaro vostro sarà. (riverenza)
(parte) No, no, tocca a lei.

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Marcellina e Susanna Susanna
(riverenza) Son io, cosa volete?
Io so i dover miei,
non fo inciviltà. Cherubino
Ah cor mio, che accidente!
Marcellina
(riverenza) Susanna
La sposa novella! Cor vostro! Cosa avvenne?

Susanna Cherubino
(riverenza) Il Conte ieri
La dama d’onore! perché trovommi sol con Barbarina,
il congedo mi diede;
Marcellina e se la Contessina,
(riverenza) la mia bella comare,
Del Conte la bella! grazia non m’intercede, io vado via,
(con ansietà)
Susanna io non ti vedo più, Susanna mia!
(riverenza)
Di Spagna l’amore! Susanna
Non vedete più me! Bravo! Ma dunque
Marcellina non più per la Contessa
I meriti! secretamente il vostro cor sospira?

Susanna Cherubino
Ah che troppo rispetto ella m’ispira!
L’abito!
Felice te, che puoi
vederla quando vuoi,
Marcellina che la vesti il mattino,
Il posto! che la sera la spogli,
che le metti gli spilloni,
Susanna i merletti...
L’età! (con un sospiro)
Ah se in tuo loco...
Marcellina Cos’hai lì? Dimmi un poco...
(infuriata)
Per Bacco, precipito, Susanna
se ancor resto qua. (imitandolo)
Ah il vago nastro, e la notturna cuffia
Susanna di comare sì bella.
(minchionandola)
Sibilla decrepita, Cherubino
da rider mi fa. (toglie il nastro di mano a Susanna)
(Marcellina parte infuriata) Deh dammelo, sorella,
dammelo, per pietà!
Scena quinta Susanna
Susanna e poi Cherubino. (vuol riprenderglielo)
Presto quel nastro!
[Recitativo secco]
Cherubino
Susanna (si mette a girare intorno la sedia)
Va’ là, vecchia pedante, Oh caro, oh bello, oh fortunato nastro!
dottoressa arrogante, (bacia e ribacia il nastro)
perché hai letto due libri Io non te ’l renderò che con la vita!
e seccata madama in gioventù...
Susanna
Cherubino (seguita a corrergli dietro, ma poi si arresta co-
(esce in fretta) me fosse stanca)
Susannetta, sei tu? Cos’è quest’insolenza?

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Cherubino Conte
Eh via, sta’ cheta! Susanna, tu mi sembri
In ricompensa poi agitata e confusa.
questa mia canzonetta io ti vo’ dare.
Susanna
Susanna Signor... io chiedo scusa...
E che ne debbo fare? ma... se mai... qui sorpresa...
per carità! Partite.
Cherubino Conte
Leggila alla padrona; Un momento, e ti lascio;
leggila tu medesma; odi.
leggila a Barbarina, a Marcellina; (si mette a sedere sulla sedia e prende Susanna
(con trasporti di gioia) per la mano)
leggila ad ogni donna del palazzo!
Susanna
Susanna (si distacca con forza)
Povero Cherubin, siete voi pazzo! Non odo nulla.

[6. Aria] Conte


Due parole. Tu sai
Cherubino che ambasciatore a Londra
Non so più cosa son, cosa faccio, il re mi dichiarò; di condur meco
or di foco, ora sono di ghiaccio, Figaro destinai.
ogni donna cangiar di colore, Susanna
ogni donna mi fa palpitar. (timida)
Solo ai nomi d’amor, di diletto, Signor, se osassi...
mi si turba, mi s’altera il petto
e a parlare mi sforza d’amore Conte
un desio ch’io non posso spiegar. (sorge)
Parla, parla, mia cara, e con quel dritto
Parlo d’amor vegliando, (con tenerezza, e tentando di riprenderle la mano)
parlo d’amor sognando, ch’oggi prendi su me finché tu vivi
all’acque, all’ombra, ai monti, chiedi, imponi, prescrivi.
ai fiori, all’erbe, ai fonti,
all’eco, all’aria, ai venti, Susanna
che il suon de’ vani accenti Lasciatemi, signor; dritti non prendo,
portano via con sé. (con smania)
non ne vo’, non ne intendo... oh me infelice!
E se non ho chi m’oda, Conte
parlo d’amor con me. Ah no, Susanna, io ti vo’ far felice!
(come sopra)
Tu ben sai quanto io t’amo: a te Basilio
Scena sesta tutto già disse: or senti,
Cherubino, Susanna e poi il Conte. se per pochi momenti
meco in giardin sull’imbrunir del giorno...
(Cherubino va per partire, e vedendo il Conte ah per questo favore io pagherei...
da lontano, torna indietro impaurito e si na-
sconde dietro la sedia) Basilio
(dentro la scena)
[Recitativo secco] È uscito poco fa.

Cherubino Conte
Chi parla?
Ah son perduto!
Susanna
Susanna Oh Dei!
Che timor! Il Conte!
(cerca di mascherar Cherubino) Conte
Misera me! Esci, e alcun non entri.

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Susanna Basilio
(inquietissima) Non c’è alcun male.
Ch’io vi lasci qui solo? Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea
che preferir doveste per amante,
Basilio come fan tutte quante,
(dentro) un signor liberal, prudente, e saggio,
Da madama ei sarà, vado a cercarlo. a un giovinastro, a un paggio...
Conte Susanna
(addita la sedia) (con ansietà)
Qui dietro mi porrò. A Cherubino!
Susanna Basilio
Non vi celate. A Cherubino! A Cherubin d’amore
Conte ch’oggi sul far del giorno
Taci, e cerca ch’ei parta. passeggiava qui d’intorno,
(il Conte vuol nascondersi dietro il sedile; Susan- per entrar...
na si frappone tra il paggio e lui; il Conte la
spinge dolcemente. Ella rincula, intanto il pag- Susanna
gio passa al davanti del sedile, si mette dentro (con forza)
in piedi, Susanna lo ricopre colla vestaglia) Uom maligno,
un’impostura è questa.
Susanna
Ohimè! che fate? Basilio
È un maligno con voi chi ha gli occhi in testa.
E quella canzonetta?
Scena settima Ditemi in confidenza; io sono amico,
Detti e Basilio. ed altrui nulla dico;
è per voi, per madama...
Basilio
Susanna, il ciel vi salvi: avreste a caso Susanna
veduto il Conte? (mostra dello smarrimento)
(Chi diavol gliel’ha detto?)
Susanna
E cosa Basilio
deve far meco il Conte? Animo, uscite. A proposito, figlia,
instruitelo meglio;
Basilio egli la guarda a tavola sì spesso,
Aspettate, sentite. e con tale immodestia,
Figaro di lui cerca. che se il Conte s’accorge... che su tal punto,
Susanna sapete, egli è una bestia.
(da sé)
(Oh cieli!) Susanna
Ei cerca Scellerato!
chi dopo voi più l’odia. E perché andate voi
tai menzogne spargendo?
Conte
(da sé) Basilio
Veggiam come mi serve. Io! Che ingiustizia! Quel che compro io vendo.
A quel che tutti dicono
Basilio io non ci aggiungo un pelo.
Io non ho mai nella moral sentito
ch’uno ch’ama la moglie odi il marito. Conte
Per dir che il Conte v’ama... (sortendo)
Come, che dicon tutti!
Susanna
(con risentimento) Basilio
Sortite, vil ministro Oh bella!
dell’altrui sfrenatezza: io non ho d’uopo
della vostra morale, Susanna
del Conte, del suo amor... Oh cielo!

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[7. Terzetto] Basilio
Che!
Conte
(a Basilio) Conte
Cosa sento! Tosto andate, Da tua cugina
e scacciate il seduttor. l’uscio ier trovai rinchiuso;
picchio, m’apre Barbarina
Basilio paurosa fuor dell’uso.
In mal punto son qui giunto, Io dal muso insospettito,
perdonate, oh mio signor. guardo, cerco in ogni sito,
ed alzando pian pianino
Susanna il tappeto al tavolino
Che ruina, me meschina! vedo il paggio...
(quasi svenuta) (imita il gesto colla vestaglia e scopre il paggio;
Son oppressa dal dolor. con sorpresa)
Ah! Cosa veggio!
Basilio e Conte
(sostenendola) Susanna
Ah già svien la poverina! (con timore)
Come, oh Dio! le batte il cor! Ah! Crude stelle!

Basilio Basilio
(approssimandosi al sedile in atto farla sedere) (con riso)
Pian pianin su questo seggio. Ah! Meglio ancora!

Susanna Conte
(rinviene) Onestissima signora!
Dove sono! cosa veggio! Or capisco come va.
(staccandosi da tutti due) Susanna
Che insolenza, andate fuor. Accader non può di peggio,
Basilio giusti Dei! Che mai sarà!
(con malignità) Basilio
Siamo qui per aiutarvi, Così fan tutte le belle:
è sicuro il vostro onor. non c’è alcuna novità.
Conte
[Recitativo secco]
Siamo qui per aiutarti,
non turbarti, oh mio tesor. Conte
Basilio, in traccia tosto
Basilio di Figaro volate:
(al Conte) (addita Cherubino che non si muove di loco)
Ah del paggio quel che ho detto io vo’ ch’ei veda...
era solo un mio sospetto.
Susanna
Susanna (con vivezza)
È un’insidia, una perfidia, Ed io che senta: andate.
non credete all’impostor.
Conte
Conte Restate: che baldanza! E quale scusa
Parta, parta il damerino! se la colpa è evidente?
Susanna e Basilio Susanna
Poverino! Non ha d’uopo di scusa un’innocente.
Conte Conte
(ironicamente) Ma costui quando venne?
Poverino!
Ma da me sorpreso ancor. Susanna
Egli era meco
Susanna quando voi qui giungeste, e mi chiedea
Come! d’impegnar la padrona

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a intercedergli grazia: il vostro arrivo Figaro
in scompiglio lo pose, (piano a Susanna)
ed allor in quel loco si nascose. Eccoci in danza:
secondami, cor mio.
Conte
Ma s’io stesso m’assisi Susanna
quando in camera entrai! (da sé)
Non ci ho speranza.
Cherubino
(timidamente) Figaro
Ed allora di dietro io mi celai. Signor, non isdegnate
questo del nostro affetto
Conte meritato tributo: or che aboliste
E quando io là mi posi? un diritto sì ingrato a chi ben ama...
Conte
Cherubino
Quel dritto or non v’è più; cosa si brama?
Allor io pian mi volsi, e qui m’ascosi.
Figaro
Conte Della vostra saggezza il primo frutto
(a Susanna) oggi noi coglierem: le nostre nozze
Oh cielo! Dunque ha sentito si son già stabilite: or a voi tocca
quello ch’io ti dicea! costei che un vostro dono
illibata serbò, coprir di questa,
Cherubino simbolo d’onestà, candida vesta.
Feci per non sentir quanto potea.
Conte
Conte (da sé)
Oh perfidia! (Diabolica astuzia!
Ma fingere convien.) Son grato, amici,
Basilio ad un senso sì onesto!
Frenatevi: vien gente. Ma non merto per questo
né tributi, né lodi; e un dritto ingiusto
Conte ne’ miei feudi abolendo,
(lo tira giù dalla sedia) a natura, al dover lor dritti io rendo.
E voi restate qui, picciol serpente!
Tutti
Evviva, evviva, evviva!
Scena ottava
Figaro, contadine e contadini, i suddetti. Susanna
Figaro con bianca veste in mano. Coro di conta- (malignamente)
dine e di contadini vestiti di bianco che spargono Che virtù!
fiori, raccolti in piccioli panieri, davanti al Conte e
cantano il seguente Figaro
Che giustizia!
[8. Coro] Conte
(a Figaro e Susanna)
Coro A voi prometto
Giovani liete, compier la cerimonia:
fiori spargete chiedo sol breve indugio; io voglio in faccia
davanti il nobile de’ miei più fidi, e con più ricca pompa
nostro signor. rendervi appien felici.
Il suo gran core (da sé)
vi serba intatto (Marcellina si trovi.)
d’un più bel fiore Andate, amici.
l’almo candor.
[9. Coro]
[Recitativo secco]
Coro
Conte (spargendo il resto dei fiori)
(a Figaro, con sorpresa) Giovani liete,
Cos’è questa commedia? fiori spargete

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davanti il nobile Conte
nostro signor. No, parta tosto.
Il suo gran core
vi serba intatto Cherubino
d’un più bel fiore (con passione e sospirando)
l’almo candor. A ubbidirvi, signor, son già disposto.
(partono)
Conte
[Recitativo secco]
Via, per l’ultima volta
Figaro la Susanna abbracciate.
Evviva! (Cherubino abbraccia la Susanna che rimane
confusa)
Susanna (Inaspettato è il colpo.)
Evviva!
Figaro
Basilio Ehi, capitano,
Evviva! a me pure la mano;
(piano a Cherubino)
Figaro (io vo’ parlarti
(a Cherubino) pria che tu parta).
E voi non applaudite? (con finta gioia)
Addio,
Susanna picciolo Cherubino;
È afflitto, poveretto,
perché il padron lo scaccia dal castello! come cangia in un punto il tuo destino.

Figaro [10. Aria]


Ah in un giorno sì bello!
(a Cherubino)
Susanna Non più andrai farfallone amoroso
In un giorno di nozze! notte e giorno d’intorno girando,
delle belle turbando il riposo,
Figaro Narcisetto, Adoncino d’amor.
Quando ognuno v’ammira!
Non più avrai questi bei pennacchini,
Cherubino quel cappello leggero e galante,
(s’inginocchia) quella chioma, quell’aria brillante,
Perdono, mio signor... quel vermiglio donnesco color.

Conte Tra guerrieri, poffar Bacco!


Nol meritate. gran mustacchi, stretto sacco,
schioppo in spalla, sciabla al fianco,
Susanna collo dritto, muso franco,
Egli è ancora fanciullo! un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante!
Conte
Men di quel che tu credi. Ed invece del fandango
una marcia per il fango,
Cherubino per montagne, per valloni,
È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine... con le nevi e i sollioni
al concerto di tromboni,
Conte di bombarde, di cannoni
(lo alza)
Ben ben; io vi perdono. che le palle in tutti i tuoni
Anzi farò di più; vacante è un posto all’orecchio fan fischiar.
d’uffizial nel reggimento mio;
io scelgo voi: partite tosto: addio. Cherubino alla vittoria,
(il Conte vuol partire, Susanna e Figaro l’arrestano) alla gloria militar.
(partono tutti alla militare.)
Susanna e Figaro
Ah fin domani sol... Fine dell’Atto primo.

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ATTO SECONDO indi segretamente
ricuperar vorria
Camera ricca con alcova e tre porte. il diritto feudale.
Possibile è la cosa, e naturale.

Scena prima Contessa


La Contessa; poi Susanna e poi Figaro. Possibil!

[11. Cavatina] Susanna


Natural!
Contessa
Porgi, amor, qualche ristoro Figaro
al mio duolo, a’ miei sospir. Naturalissima.
O mi rendi il mio tesoro, E se Susanna vuol, possibilissima.
o mi lascia almen morir.
Susanna
[Recitativo secco] Finiscila una volta.
Figaro
(Susanna entra)
Vieni, cara Susanna, Ho già finito.
finiscimi l’istoria. Quindi prese il partito
di sceglier me corriero, e la Susanna
Susanna consigliera segreta d’ambasciata:
È già finita. e perch’ella ostinata ognor rifiuta
il diploma d’onor ch’ei le destina,
Contessa minaccia di protegger Marcellina.
Dunque volle sedurti? Questo è tutto l’affare.

Susanna Susanna
Oh il signor Conte Ed hai coraggio di trattar scherzando
non fa tai complimenti un negozio sì serio?
colle donne mie pari;
egli venne a contratto di danari. Figaro
Non vi basta
Contessa che scherzando io ci pensi? Ecco il progetto:
Ah il crudel più non m’ama! per Basilio un biglietto
io gli fo capitar che l’avvertisca
Susanna di certo appuntamento
E come poi (alla Contessa)
è geloso di voi? che per l’ora del ballo
a un amante voi deste...
Contessa
Come lo sono Contessa
i moderni mariti: per sistema Oh ciel! Che sento!
infedeli, per genio capricciosi, Ad un uom sì geloso!...
e per orgoglio poi tutti gelosi.
Ma se Figaro t’ama... ei sol potria... Figaro
Ancora meglio.
Figaro Così potrem più presto imbarazzarlo,
(cantando entro la scena) confonderlo, imbrogliarlo,
La la la... rovesciargli i progetti,
Susanna empierlo di sospetti, e porgli in testa
Eccolo: vieni, amico. che la moderna festa
Madama impaziente... ch’ei di fare a me tenta altri a lui faccia;
onde qua perda il tempo, ivi la traccia.
Figaro Così quasi ex abrupto, e senza ch’abbia
(con ilare disinvoltura) fatto per frastornarci alcun disegno,
A voi non tocca vien l’ora delle nozze,
stare in pena per questo. (segnando la Contessa)
Alfin di che si tratta? Al signor Conte e in faccia a lei
piace la sposa mia, non fia ch’osi d’opporsi ai voti miei.

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Susanna Susanna
È ver, ma in di lui vece Eccola: appunto
s’opporrà Marcellina. facciam che ce la canti...
Zitto: vien gente: è desso.
Figaro (a Cherubino)
Aspetta: al Conte Avanti, avanti,
farai subito dir che verso sera signor uffiziale.
attèndati in giardino:
il picciol Cherubino Cherubino
per mio consiglio non ancor partito, Ah, non chiamarmi
da femmina vestito, con nome sì fatale! Ei mi rammenta
faremo che in tua vece ivi sen vada! che abbandonar degg’io
Questa è l’unica strada comare tanto buona...
onde monsù sorpreso da madama
sia costretto a far poi quel che si brama. Susanna
E tanto bella!
Contessa
(a Susanna) Cherubino
Che ti par? (sospirando)
Ah sì... certo...
Susanna
Non c’è mal. Susanna
(imitandolo)
Contessa Ah sì... certo... Ipocritone!
Nel nostro caso... Via, presto la canzone
che stamane a me deste
Susanna a madama cantate.
Quand’egli è persuaso... e dove è il tempo?
Contessa
Figaro Chi n’è l’autor?
Ito è il Conte alla caccia; e per qualch’ora
non sarà di ritorno: Susanna
(sempre in atto di partire) (additando Cherubino)
io vado e tosto Guardate: egli ha due braccia
Cherubino vi mando; lascio a voi di rossor sulla faccia.
la cura di vestirlo.
Contessa
Contessa Prendi la mia chitarra, e l’accompagna.
E poi?...
Cherubino
Figaro Io sono sì tremante...
E poi... ma se madama vuole...
(cantando)
Se vuol ballare, Susanna
signor Contino, Lo vuole, sì, lo vuol. Manco parole.
il chitarrino
le suonerò. [12. Arietta]
(parte)
(la Susanna fa il ritornello sul chitarrino)

Scena seconda Cherubino


La Contessa, Susanna, poi Cherubino. Voi che sapete
che cosa è amor,
Contessa donne, vedete
Quanto duolmi, Susanna, s’io l’ho nel cor.
che questo giovinetto abbia del Conte
le stravaganze udite! Ah tu non sai!... Quello ch’io provo
Ma per qual causa mai vi ridirò,
da me stessa ei non venne?... è per me nuovo,
Dov’è la canzonetta? capir nol so.

16
Sento un affetto Contessa
pien di desir Una mia cuffia
ch’ora è diletto, prendi nel gabinetto.
ch’ora è martir. Presto: che carta è quella?
(Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia;
Gelo e poi sento Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia
l’alma avvampar, veder la patente che terrà in petto; la Contessa
e in un momento la prende, l’apre, e vede che manca il sigillo)
torno a gelar.
Cherubino
Ricerco un bene La patente.
fuori di me,
non so chi ’l tiene, Contessa
non so cos’è. Che sollecita gente!
Sospiro e gemo
senza voler, Cherubino
palpito e tremo L’ebbi or or da Basilio.
senza saper.
Non trovo pace Contessa
notte né dì, (gliela rende)
ma pur mi piace Dalla fretta obbliato hanno il sigillo.
languir così.
Susanna
Voi che sapete ecc. (sorte)
Il sigillo di che?
[Recitativo secco]
Contessa
Contessa Della patente.
Bravo! che bella voce! Io non sapea
che cantaste sì bene. Susanna
Susanna Cospetto! Che premura!
Oh in verità Ecco la cuffia.
egli fa tutto ben quello ch’ei fa.
Presto a noi, bel soldato: Contessa
Figaro v’informò... Spicciati: va bene:
miserabili noi, se il Conte viene.
Cherubino
Tutto mi disse. [13. Aria]

Susanna Susanna
(si misura con Cherubino) (prende Cherubino e se lo fa inginocchiare da-
Lasciatemi veder: andrà benissimo: vanti poco discosto dalla Contessa che siede)
siam d’uguale statura... Venite, inginocchiatevi:
(gli cava il manto) restate fermo lì.
Giù quel manto. (lo pettina da un lato, poi lo prende pel mento
e lo volge a suo piacere)
Contessa Pian piano or via giratevi:
Che fai? bravo, va ben così.
(Cherubino mentre Susanna lo sta acconciando
Susanna guarda la Contessa teneramente)
Niente paura.
La faccia ora volgetemi:
Contessa olà! Quegli occhi a me.
E se qualcuno entrasse? (seguita ad acconciarlo e a porgli la cuffia)
Drittissimo: guardatemi.
Susanna Madama qui non è.
Entri, che mal facciamo? Più alto quel colletto...
La porta chiuderò. quel ciglio un po’ più basso...
(chiude la porta) le mani sotto il petto...
Ma come poi vedremo poscia il passo
acconciargli i capelli? quando sarete in pie’.

17
(piano alla Contessa) (guarda un poco il suo nastro)
Mirate il bricconcello! inver... per il colore
Mirate quanto è bello! mi spiacea di privarmene.
Che furba guardatura!
Che vezzo, che figura! Susanna
(entra e le dà il taffetà e le forbici)
Se l’amano le femmine Tenete,
han certo il lor perché. e da legargli il braccio?

[Recitativo secco] Contessa


Un altro nastro
Contessa prendi insiem col mio vestito.
Quante buffonerie! (Susanna parte per la porta ch’è in fondo e por-
ta seco il mantello di Cherubino)
Susanna
Ma se ne sono Cherubino
io medesma gelosa. Ah più presto m’avria quello guarito!
(prende pel mento Cherubino)
Ehi, serpentello, Contessa
volete tralasciar d’esser sì bello? Perché? Questo è migliore!
Contessa
Cherubino
Finiam le ragazzate:
Allor che un nastro...
or quelle maniche
oltre il gomito gli alza, legò la chioma... ovver toccò la pelle...
onde più agiatamente d’oggetto...
l’abito gli si adatti.
Contessa
Susanna (interrompendolo)
(eseguisce) Forastiero,
Ecco. è buon per le ferite! Non è vero?
Guardate qualità ch’io non sapea!
Contessa
Più indietro. Cherubino
Così: Madama scherza: ed io frattanto parto.
(scoprendo un nastro, onde ha fasciato il braccio)
che nastro è quello? Contessa
Poverin! Che sventura!
Susanna
È quel ch’esso involommi. Cherubino
Oh me infelice!
Contessa
E questo sangue? Contessa
(con affanno e commozione)
Cherubino
Or piange...
Quel sangue... io non so come...
poco pria sdrucciolando...
Cherubino
in un sasso... la pelle io mi graffiai...
e la piaga col nastro io mi fasciai. Oh ciel! Perché morir non lice!
Forse vicino all’ultimo momento...
Susanna questa bocca oseria!...
Mostrate: non c’è mal: cospetto! Ha il braccio
più candido del mio! Qualche ragazza... Contessa
(gli asciuga gli occhi col fazzoletto)
Contessa Siate saggio: cos’è questa follia?
E segui a far la pazza? (si sente picchiare alla porta)
Va’ nel mio gabinetto e prendi un poco Chi picchia alla mia porta?
d’inglese taffetà, ch’è sullo scrigno:
(Susanna parte in fretta; Cherubino inginocchia- Conte
to osserva attentamente la Contessa) (fuori della porta)
in quanto al nastro... Perché chiusa?

18
Contessa Contessa
Il mio sposo, oh Dei! Son morta! Io non intesi niente.
Voi qui: senza mantello!
In quello stato! Un ricevuto foglio... Conte
la sua gran gelosia! Convien che abbiate i gran pensieri in mente.
Conte Contessa
(con più forza) Di che?
Cosa indugiate?
Conte
Contessa Là v’è qualcuno.
(confusa)
Son sola... anzi... son sola... Contessa
Conte Chi volete che sia?
E a chi parlate?
Conte
Contessa Lo chiedo a voi.
A voi... certo... a voi stesso... Io vengo in questo punto.

Cherubino Contessa
Dopo quel ch’è successo, il suo furore... Ah sì, Susanna... appunto...
non trovo altro consiglio!
(entra nel gabinetto e chiude) Conte
Che passò, mi diceste, alla sua stanza!...
Contessa
(prende la chiave) Contessa
Ah mi difenda il cielo in tal periglio! Alla sua stanza, o qui – non vidi bene...

Conte
Scena terza Susanna! E donde viene
La Contessa ed il Conte da cacciatore. che siete sì turbata?
Conte
Che novità! Non fu mai vostra usanza Contessa
di rinchiudervi in stanza! (con un risolino sforzato)
Per la mia cameriera?
Contessa
È ver; ma io... Conte
io stava qui mettendo... Io non so nulla:
ma turbata senz’altro.
Conte
Via, mettendo... Contessa
Ah questa serva
Contessa più che non turba me, turba voi stesso.
Certe robe... era meco la Susanna...
che in sua camera è andata. Conte
È vero, è vero: e lo vedrete adesso.
Conte (la Susanna entra per la porta ond’è uscita, e si
Ad ogni modo ferma vedendo il Conte, che dalla porta del ga-
voi non siete tranquilla: binetto sta favellando)
guardate questo foglio.
Contessa [14. Terzetto]
(Numi! È il foglio
che Figaro gli scrisse...) Susanna, or via sortite;
(Cherubino fa cadere un tavolino ed una sedia sortite, io così vo’.
in gabinetto, con molto strepito)
Contessa
Conte (al Conte, affannata)
Cos’è codesto strepito? In gabinetto Fermatevi... sentite...
qualche cosa è caduta. sortire ella non può.

19
Susanna Conte
Cos’è codesta lite! È vero, io sbaglio:
Il paggio dove andò! posso senza rumore,
senza scandalo alcun di nostra gente,
Conte andar io stesso a prender l’occorrente.
E chi vietarlo or osa? Chi? Attendete pur qui... ma perché in tutto
sia il mio dubbio distrutto,
Contessa anco le porte io prima chiuderò.
Lo vieta l’onestà. (chiude a chiave la porta che conduce alle stan-
Un abito da sposa ze delle cameriere)
provando ella si sta.

Conte Contessa
Chiarissima è la cosa: (a parte)
l’amante qui sarà. (Che imprudenza!)

Contessa Conte
Bruttissima è la cosa: Voi la condiscendenza
chi sa cosa sarà. di venir meco avrete.
(con affettata ilarità)
Susanna Madama, eccovi il braccio, andiamo.
Capisco qualche cosa:
veggiamo come va. Contessa
(con ribrezzo)
Conte Andiamo.
Dunque parlate almeno,
Susanna, se qui siete... Conte
(accenna il gabinetto)
Contessa Susanna starà qui finché torniamo.
Nemmen nemmen nemmeno, (partono)
io v’ordino, tacete.
(Susanna si nasconde entro l’alcova)

Conte e Contessa Scena quarta


Consorte mia/o, giudizio, Susanna, poi Cherubino.
un scandalo, un disordine
schiviam per carità. [15. Duettino]

Susanna Susanna
Oh cielo, un precipizio, (uscendo dall’alcova in fretta, alla porta del ga-
un scandalo, un disordine binetto)
qui certo nascerà. Aprite, presto aprite;
aprite, è la Susanna:
[Recitativo secco] sortite, via sortite,
andate via di qua.
Conte (Cherubino esce)
Dunque voi non aprite?
Cherubino
Contessa
(confuso e senza fiato)
E perché deggio
le mie camere aprir? Ohimè, che scena orribile!
che gran fatalità!
Conte (accostandosi or ad una, or ad un’altra porta)
Ebben, lasciate,
l’aprirem senza chiavi: ehi gente... Susanna
Di qua, di qua, di là.
Contessa
Come? Susanna e Cherubino
Porreste a repentaglio Le porte son serrate,
d’una dama l’onore? che mai sarà, che mai sarà!

20
Cherubino Conte
Qui perdersi non giova. Tutto è come il lasciai: volete dunque
aprir voi stessa, o deggio...
Susanna (in atto di aprire a forza la porta)
V’uccide se vi trova.
Contessa
Cherubino Ahimè, fermate;
M’uccide se mi trova. e ascoltatemi un poco.
(il Conte getta il martello e la tenaglia sopra
Cherubino una sedia)
(affacciandosi alla finestra) Mi credete capace
di mancar al dover?
Veggiamo un po’ qui fuori,
(facendo moto di saltar giù) Conte
dà proprio nel giardino. Come vi piace.
Entro quel gabinetto
Susanna chi v’è chiuso vedrò.
(trattenendolo)
Fermate, Cherubino! Contessa
fermate per pietà! (timida e tremante)
Sì, lo vedrete...
Cherubino ma uditemi tranquillo.
(tornando a guardare)
Un vaso o due di fiori, Conte
più mal non avverrà. (alterato)
Non è dunque Susanna!
Susanna
(trattenendolo sempre) Contessa
(come sopra)
Tropp’alto per un salto,
No: ma invece un oggetto
fermate per pietà!
che ragion di sospetto
non vi deve lasciar: per questa sera...
Cherubino una burla innocente...
(cercando di sciogliersi) di far si disponeva... ed io vi giuro...
Lasciami: pria di nuocerle che l’onor... l’onestà...
nel fuoco volerei.
(si scioglie) Conte
Abbraccio te per lei, Chi è dunque! Dite...
addio: così si fa. (più alterato)
(salta fuori) l’ucciderò.

Susanna Contessa
Ei va a perire, oh Dei! (come sopra)
fermate per pietà; fermate! Sentite.
(mette un alto grido, siede un momento, poi va Ah non ho cor!
al balcone)
Conte
[Recitativo secco] Parlate.

Oh guarda il demonietto! Come fugge! Contessa


È già un miglio lontano. È un fanciullo...
Ma non perdiamci invano: Conte
entriam in gabinetto: Un fanciul!...
venga poi lo smargiasso, io qui l’aspetto.
(entra in gabinetto e si chiude dietro la porta) Contessa
Sì... Cherubino...
Scena quinta Conte
La Contessa, il Conte (con martello e tenaglia in (da sé)
mano; al suo arrivo esamina tutte le porte). E mi farà il destino

21
ritrovar questo paggio in ogni loco! Conte
(forte) Non so niente.
Come? Non è partito? Scellerati! Va’ lontan dagl’occhi miei:
Ecco i dubbi spiegati: ecco l’imbroglio, un’infida, un’empia sei,
ecco il raggiro, onde m’avverte il foglio. e mi cerchi d’infamar.
Scena sesta Contessa
Il Conte, la Contessa, poi Susanna nel gabinetto. Vado... sì... ma...

[16. Finale] Conte


Non ascolto.
Conte
(alla porta del gabinetto, con impeto) Contessa
Esci omai, garzon malnato, Non son rea...
sciagurato, non tardar.
Conte
Contessa Vel leggo in volto!
(ritirandolo a forza dal gabinetto) Mora, mora e più non sia
Ah signore, quel furore ria cagion del mio penar.
per lui fammi il cor tremar.
Contessa
Conte Ah la cieca gelosia
E d’opporvi ancor osate? qualche eccesso gli fa far.
(il Conte apre il gabinetto e Susanna esce sulla
Contessa porta tutta grave, ed ivi si ferma)
No, sentite.
Conte Scena settima
Via, parlate. I suddetti e la Susanna ch’esce dal gabinetto.
Contessa Conte
Giuro al ciel ch’ogni sospetto... (con maraviglia)
(tremante e sbigottita) Susanna!
e lo stato in che il trovate...
sciolto il collo... nudo il petto... Contessa
(con maraviglia)
Conte Susanna!
Sciolto il collo!
Nudo il petto! Seguitate! Susanna
Signore,
Contessa cos’è quel stupore?
Per vestir femminee spoglie... (con ironia)
Il brando prendete,
Conte il paggio uccidete,
Ah comprendo, indegna moglie, quel paggio malnato,
mi vo’ tosto vendicar. vedetelo qua.
(s’appressa al gabinetto)
Conte
Contessa (da sé)
(con forza) Che scola! la testa
Mi fa torto quel trasporto, girando mi va.
m’oltraggiate a dubitar.
Contessa
Conte (da sé)
(tornando indietro) Che storia è mai questa;
Qua la chiave. Susanna v’è là.

Contessa Susanna
(dandogli la chiave) (da sé)
Egli è innocente. Confusa han la testa,
Voi sapete... non san come va.

22
Conte Conte
(a Susanna) Quell’ira, Susanna,
Sei sola? m’aita a calmar.
Susanna Susanna
(al Conte) Così si condanna
Guardate: chi può sospettar.
qui ascoso sarà.
Contessa
Conte
Guardiamo, guardiamo, (con risentimento)
qui ascoso sarà. Adunque la fede
(il Conte entra nel gabinetto) d’un’anima amante
sì fiera mercede
doveva sperar?
Scena ottava Conte
Susanna, la Contessa e poi il Conte. Quell’ira, Susanna,
m’aita a calmar.
Contessa
Susanna, son morta: Susanna
il fiato mi manca. (in atto di preghiera)
Signora!
Susanna
(allegrissima, addita alla Contessa la finestra on- Conte
de è saltato Cherubino) (in atto di preghiera)
Più lieta, più franca! Rosina...
In salvo è di già.
Contessa
Conte (al Conte)
(esce confuso dal gabinetto) Crudele!
Che sbaglio mai presi! Più quella non sono;
Appena lo credo; ma il misero oggetto
se a torto v’offesi del vostro abbandono
perdono vi chiedo; che avete diletto
ma far burla simile di far disperar.
è poi crudeltà.
Conte e Susanna
Susanna e Contessa Confuso, pentito
(la Contessa col fazzoletto alla bocca per celar il
è/son troppo punito,
disordine di spirito)
abbiate pietà.
Le vostre follie
non mertan pietà.
Contessa
Conte Crudele!
Io v’amo! soffrir sì gran torto
quest’alma non sa.
Contessa
(rinvenendo dalla confusione a poco a poco) Conte
Nol dite! Ma il paggio rinchiuso?

Conte Contessa
Vel giuro! Fu sol per provarvi.

Contessa Conte
Mentite! Ma i tremiti, i palpiti?
(con forza e collera)
Son l’empia, l’infida Contessa
che ognora v’inganna. Fu sol per burlarvi.

23
Conte (prendendo Susanna sotto il braccio)
Ma un foglio sì barbaro?... corriamo, voliamo
le nozze a compir.
Susanna e Contessa
Di Figaro è il foglio Conte
e a voi per Basilio... (trattenendolo)
Pian piano, men fretta.
Conte
Ah perfidi! Io voglio!... Figaro
La turba m’aspetta.
Susanna e Contessa
Perdono non merta Conte
chi agli altri nol dà. Pian piano, men fretta;
un dubbio toglietemi
Conte in pria di partir.
(con tenerezza)
Ebben se vi piace Susanna, Contessa e Figaro
comune è la pace; La cosa è scabrosa:
Rosina inflessibile com’ha da finir!
con me non sarà.

Contessa Conte
Ah quanto, Susanna, Con arte le carte
son dolce di core! convien qui scoprir.
Di donne il furore (a Figaro, mostrandogli il foglio)
chi più crederà! Conoscete, signor Figaro,
questo foglio chi vergò?
Susanna
Cogl’uomin, signora, Figaro
girate, volgete, (fingendo d’esaminarlo)
vedrete che ognora Nol conosco...
si cade poi là.
Susanna, Contessa e Conte
Conte (a Figaro)
(con tenerezza) Nol conosci?
Guardatemi!
Figaro
Contessa No, no, no!
Ingrato!
Susanna
Conte E nol desti a Don Basilio...
(bacia e ribacia la mano della Contessa)
Ho torto: e mi pento.
Contessa
Contessa, Susanna e Conte Per recarlo...
Da questo momento
quest’alma a conoscermi/la/vi Conte
apprender potrà. Tu c’intendi...

Figaro
Scena nona Oibò, oibò.
I suddetti e Figaro.
Susanna
Figaro E non sai del damerino...
Signori, di fuori
son già i suonatori: Contessa
le trombe sentite, Che stasera nel giardino...
i pifferi udite;
tra canti, tra balli Conte
de’ nostri vassalli Già capisci...

24
Figaro Conte
Io non lo so. (con ansietà)
Cosa è stato?
Conte
Cerchi invan difesa e scusa; Antonio
il tuo ceffo già t’accusa: Che insolenza! Chi ’l fece! Chi fu!
veggo ben che vuoi mentir.
Susanna, Contessa, Conte e Figaro
Figaro Cosa dici, cos’hai, cosa è nato?
(al Conte) Antonio
Mente il ceffo, io già non mento. (come sopra)
Ascoltate...
Susanna e Contessa
(a Figaro) Susanna, Contessa, Conte e Figaro
Il talento aguzzi invano; Via, parla, di’ su.
palesato abbiam l’arcano,
non v’è nulla da ridir. Antonio
Dal balcone che guarda in giardino
Conte mille cose ogni dì gittar veggio,
Che rispondi? e poc’anzi, può darsi di peggio?
vidi un uom, signor mio, gittar giù.
Figaro
Niente, niente. Conte
(con vivacità)
Conte Dal balcone?
Dunque accordi?
Antonio
Figaro (mostrandogli il vaso)
Non accordo. Vedete i garofani.
Susanna e Contessa Conte
(a Figaro) In giardino?
Eh via, chètati, balordo,
la burletta ha da finir. Antonio
Sì.
Figaro
Per finirla lietamente Susanna e Contessa
e all’usanza teatrale, (piano a Figaro)
(prendendo Susanna sotto il braccio) Figaro, all’erta!
un’azion matrimoniale
le faremo ora seguir. Conte
Cosa sento!
Susanna, Contessa e Figaro
(al Conte) Susanna, Contessa e Figaro
Deh signor, nol contrastate: (come sopra)
consolate i miei/lor desir. Costui ci sconcerta:
(forte)
Conte quel briaco che viene a far qui?
(da sé)
Marcellina, Marcellina! Conte
quanto tardi a comparir! (ad Antonio, con fuoco)
Dunque un uom... ma dov’è? Dov’è gito?

Scena decima Antonio


I suddetti, Antonio giardiniere infuriato con un Ratto ratto il birbone è fuggito
vaso di garofani schiacciato. e ad un tratto di vista m’uscì.

Antonio Susanna
(infuriato) (piano a Figaro)
Ah signor... signor... Sai che il paggio...

25
Figaro Antonio
(piano a Susanna) (a Figaro)
So tutto, lo vidi. Chi? Voi stesso?
(ride forte)
Ah ah ah ah! Conte
Già creder nol posso.
Conte
Antonio
Taci là.
(a Figaro)
Come mai diventaste sì grosso?
Antonio Dopo il salto non foste così.
(a Figaro)
Cosa ridi? Figaro
A chi salta succede così.
Figaro
(ad Antonio) Antonio
Tu sei cotto dal sorger del dì. Chi ’l direbbe?
Conte Susanna e Contessa
(ad Antonio) (a Figaro)
Or ripetimi: un uom dal balcone? Ed insiste quel pazzo!

Antonio Conte
Dal balcone... (ad Antonio)
Tu che dici?
Conte
In giardino... Antonio
E a me parve il ragazzo.
Antonio
In giardino... Conte
(con fuoco)
Susanna, Contessa e Figaro Cherubin!
Ma, signore, se in lui parla il vino!
Susanna e Contessa
Conte Maledetto!
(ad Antonio)
Segui pure: né in volto il vedesti? Figaro
Esso appunto
Antonio (ironicamente)
No, nol vidi. da Siviglia a cavallo qui giunto,
da Siviglia ov’ei forse sarà.
Susanna e Contessa
(piano a Figaro) Antonio
Olà, Figaro, ascolta! (con rozza simplicità)
Questo no, questo no, ché il cavallo
Figaro io non vidi saltare di là.
(ad Antonio) Conte
Via, piangione, sta’ zitto una volta, Che pazienza! finiam questo ballo!
(toccando con disprezzo i garofani)
per tre soldi far tanto tumulto: Susanna e Contessa
giacché il fatto non può star occulto, Come mai, giusto ciel! finirà?
sono io stesso saltato di lì.
Conte
Conte (a Figaro)
Chi? Voi stesso? Dunque tu...
Susanna e Contessa Figaro
Che testa! che ingegno! (con disinvoltura)
Saltai giù.
Figaro
(al Conte) Conte
Che stupor! Ma perché?

26
Figaro Figaro
Il timor... Vanne, vanne, non temo di te.
(Antonio parte; il Conte riapre la carta e poi to-
Conte sto la chiude)
Che timor?
Conte
Figaro (a Figaro)
(additando la camera delle serve) Dunque...
Là rinchiuso
aspettando quel caro visetto... Contessa
tippe tappe un sussurro fuor d’uso... (piano a Susanna)
voi gridaste... lo scritto biglietto... O ciel! La patente del paggio!
saltai giù dal terrore confuso...
(fingendo d’aversi stroppiato il piede) Susanna
e stravolto m’ho un nervo del pie’! (piano a Figaro)
Giusti Dei! La patente!...
Antonio
(porgendo a Figaro alcune carte chiuse) Conte
Vostre dunque saran queste carte (a Figaro ironicamente)
che perdeste... Coraggio!

Conte Figaro
(togliendogliele) (fingendo di risovvenirsi)
Olà, porgile a me. Uh che testa! Questa è la patente
che poc’anzi il fanciullo mi diè.
Figaro
(piano alla Contessa e Susanna) Conte
Sono in trappola. Per che fare?

Susanna e Contessa Figaro


(piano a Figaro) (imbrogliato)
Figaro, all’erta! Vi manca...

Conte Conte
Vi manca?
(apre il foglio e lo chiude tosto)
Dite un po’, questo foglio cos’è? Contessa
(piano a Susanna)
Figaro Il suggello.
(cavando di tasca alcune carte, per guardare)
Tosto... tosto... n’ho tanti... aspettate. Susanna
(piano a Figaro)
Antonio Il suggello.
Sarà forse il sommario de’ debiti.
Conte
Figaro Rispondi.
No, la lista degl’osti.
Figaro
Conte (finge di pensare)
(a Figaro) È l’usanza...
Parlate:
Conte
(ad Antonio) Su via, ti confondi?
e tu lascialo.
Figaro
Susanna, Contessa e Figaro È l’usanza di porvi il suggello.
(ad Antonio)
Lascialo/mi, e parti... Conte
(guarda e vede che manca il suggello; guasta il
Antonio foglio e con somma collera lo getta)
Parto, sì: ma se torno a trovarti... (da sé)

27
Questo birbo mi toglie il cervello, Susanna, Contessa e Figaro
tutto tutto è un mistero per me. È un birbante!...

Susanna e Contessa Conte


(da sé) Olà, silenzio:
Se mi salvo da questa tempesta, io son qui per giudicar.
più non avvi naufragio per me.
Basilio
Figaro Io com’uom al mondo cognito
(da sé) vengo qui per testimonio
Sbuffa invano e la terra calpesta; del promesso matrimonio
poverino, ne sa men di me. con prestanza di danar.

Susanna, Contessa e Figaro


Scena undicesima Son tre matti.
I suddetti, Marcellina, Bartolo e Basilio.
Conte
Marcellina, Basilio e Bartolo Olà, silenzio!
(al Conte) Lo vedremo,
Voi, signor, che giusto siete, il contratto leggeremo,
ci dovete or ascoltar. tutto in ordin deve andar.
Conte Susanna, Contessa e Figaro
(da sé) Son confusa/o, son stordita/o,
Son venuti a vendicarmi, disperata/o, sbalordita/o.
io mi sento consolar. Certo un diavol dell’inferno
qui li ha fatti capitar.
Contessa, Figaro e Susanna
(da sé) Marcellina, Basilio, Bartolo e Conte
Son venuti a sconcertarmi, Che bel colpo, che bel caso!
qual rimedio ritrovar? È cresciuto a tutti il naso,
qualche nume a noi propizio
Figaro qui li/ci ha fatti capitar.
(al Conte)
Son tre stolidi, tre pazzi, Fine dell’Atto secondo.
cosa mai vengono a far?
Conte
Pian pianin senza schiamazzi
dica ognun quel che gli par.
Marcellina
Un impegno nuzïale
ha costui con me contratto:
e pretendo che il contratto
deva meco effettuar.
Susanna, Contessa e Figaro
Come! Come!
Conte
Olà, silenzio:
io son qui per giudicar.
Bartolo
Io da lei scelto avvocato
vengo a far le sue difese,
le legittime pretese
io qui vengo a palesar.

28
ATTO TERZO Conte
(c. s.)
Sala ricca con due troni e preparata a festa nu- E Susanna? Chi sa ch’ella tradito
ziale. abbia il segreto mio... oh se ha parlato,
gli fo sposar la vecchia.

Scena prima Susanna


Il Conte, solo. (s’avanza)
(Marcellina!) Signor...
[Recitativo secco]
Conte
Conte (serio)
(passeggia) Cosa bramate?
Che imbarazzo è mai questo! un foglio
[anonimo... Susanna
la cameriera in gabinetto chiusa... Mi par che siate in collera!
la padrona confusa... un uom che salta
dal balcone in giardino... un altro appresso Conte
che dice esser quel desso... Volete qualche cosa?
Non so cosa pensar. Potrebbe forse
qualcun de’ miei vassalli... a simil razza Susanna
è comune l’ardir, ma la contessa... Signor... la vostra sposa
ah che un dubbio l’offende... ella rispetta ha i soliti vapori,
troppo se stessa: e l’onor mio... l’onore... e vi chiede il fiaschetto degli odori.
dove diamin l’ha posto umano errore!
Conte
Prendete.
Scena seconda
Susanna
Il suddetto, la Contessa e Susanna.
Or vel riporto.
(s’arrestano in fondo alla scena, non vedute dal
Conte) Conte
Eh no: potete
Contessa ritenerlo per voi.
Via, fatti core: digli
che ti attenda in giardino. Susanna
Per me?
Conte Questi non son mali
(a parte) da donne triviali.
Saprò se Cherubino
era giunto a Siviglia: a tale oggetto Conte
ho mandato Basilio... Un’amante, che perde il caro sposo
sul punto d’ottenerlo...
Susanna
Oh cielo! e Figaro? Susanna
Pagando Marcellina
Contessa colla dote che voi mi prometteste...
A lui non dêi dir nulla: in vece tua
voglio andarci io medesma. Conte
Ch’io vi promisi, quando?
Conte
(c. s.) Susanna
Avanti sera Credea d’averlo inteso.
dovrebbe ritornar.
Conte
Susanna Sì, se voluto aveste
Oh Dio... non oso! intender me voi stessa.

Contessa Susanna
Pensa ch’è in tua mano il mio riposo. È mio dovere:
(si nasconde) e quel di sua Eccellenza è il mio volere.

29
[17. Duettino] Susanna
(si ritira)
Conte Vien gente.
Crudel! perché finora
farmi languir così? Conte
(È mia senz’altro.)
Susanna
Signor, la donna ognora
Susanna
tempo ha di dir di sì.
(Forbitevi la bocca, o signor scaltro.)
Conte
Dunque in giardin verrai?
Scena terza
Susanna Figaro, Susanna, e subito il Conte.
Se piace a voi, verrò.
Figaro
Conte Ehi, Susanna, ove vai?
E non mi mancherai?
Susanna
Susanna Taci: senza avvocato
No, non vi mancherò. hai già vinto la causa.
(parte)
Conte
Mi sento dal contento Figaro
pieno di gioia il cor. Cos’è nato?
(la segue)
Susanna
Scusatemi se mento,
voi che intendete amor.
Scena quarta
[Recitativo secco] Il Conte solo.

Conte [18. Recitativo accompagnato ...]


E perché fosti meco
stamattina sì austera? Conte
Hai già vinto la causa! Cosa sento!
Susanna In qual laccio io cadea? Perfidi!
Col paggio ch’ivi c’era... Io voglio... io voglio
di tal modo punirvi... a piacer mio
Conte la sentenza sarà... Ma s’ei pagasse
Ed a Basilio la vecchia pretendente?
che per me ti parlò? Pagarla! In qual maniera! E poi v’è Antonio,
che a un incognito Figaro ricusa
Susanna di dare una nipote in matrimonio.
Ma qual bisogno Coltivando l’orgoglio
abbiam noi che un Basilio... di questo mentecatto...
tutto giova a un raggiro... il colpo è fatto.
Conte
È vero, è vero,
e mi prometti poi... [... ed Aria]
se tu manchi, oh cor mio... ma la contessa
attenderà il fiaschetto. Vedrò, mentr’io sospiro,
felice un servo mio!
Susanna E un ben, che invan desio,
Eh fu un pretesto: ei posseder dovrà?
parlato io non avrei senza di questo.
Vedrò per man d’amore
Conte unita a un vile oggetto
(le prende la mano) chi in me destò un affetto
Carissima! che per me poi non ha?

30
Ah no, lasciarti in pace, Don Curzio
non vo’ questo contento. O pagarla, o sposarla. Lei t’ha prestati
Tu non nascesti, audace, duemila pezzi duri.
per dare a me tormento,
e forse ancor per ridere Figaro
di mia infelicità. Son gentiluomo, e senza
l’assenso de’ miei nobili parenti...
Già la speranza sola
delle vendette mie Conte
quest’anima consola, Dove sono? Chi sono?
e giubilar mi fa.
(vuol partire e s’incontra in Don Curzio) Figaro
Lasciate ancor cercarli:
dopo dieci anni io spero di trovarli.
Scena quinta
Il Conte, Marcellina, Don Curzio, Figaro e Barto- Bartolo
lo, poi Susanna. Qualche bambin trovato?
[Recitativo secco] Figaro
No, perduto, dottor, anzi rubato.
Don Curzio
(tartagliando) Conte
È decisa la lite. Come?
O pagarla, o sposarla; ora ammutite.
Marcellina
Marcellina Cosa?
Io respiro.
Bartolo
Figaro La prova?
Ed io moro.
Don Curzio
Marcellina Il testimonio?
(da sé)
Alfin sposa io sarò d’un uom ch’adoro. Figaro
L’oro, le gemme e i ricamati panni,
Figaro che ne’ più teneri anni
Eccellenza, m’appello... mi ritrovaro addosso i masnadieri,
sono gl’indizi veri
Conte di mia nascita illustre: e sopra tutto
È giusta la sentenza. questo al mio braccio impresso geroglifico...
O pagar, o sposar; bravo Don Curzio.
Marcellina
Don Curzio Una spatola impressa al braccio destro...
Bontà di sua Eccellenza.
Figaro
Bartolo E a voi chi ’l disse?
Che superba sentenza!
Marcellina
Figaro Oh Dio,
In che superba? è egli...

Bartolo Figaro
Siam tutti vendicati... È ver, son io.

Figaro Don Curzio


Io non la sposerò. Chi?

Bartolo Conte
La sposerai. Chi?

31
Bartolo Susanna
Chi? (arrestando il Conte)
Alto alto, signor Conte,
Marcellina mille doppie son qui pronte,
Raffaello. a pagar vengo per Figaro
ed a porlo in libertà.
Bartolo
E i ladri ti rapir... Conte e Don Curzio
Figaro Non sappiam com’è la cosa,
Presso un castello. osservate un poco là.

Bartolo Susanna
Ecco tua madre. (si volge vedendo Figaro che abbraccia Marcelli-
na)
Figaro Già d’accordo colla sposa;
Balia... giusti Dei, che infedeltà!
(vuol partire)
Bartolo
Lascia, iniquo!
No, tua madre.
Don Curzio e Conte Figaro
Sua madre! (trattiene Susanna)
No, t’arresta!
Figaro senti, oh cara!
Cosa sento!
Susanna
Marcellina (dà uno schiaffo a Figaro)
Ecco tuo padre. Senti questa!
[19. Sestetto] Marcellina, Bartolo e Figaro
È un effetto di buon core,
(abbracciando Figaro) tutto amore è quel che fa.
Riconosci in questo amplesso
una madre, amato figlio! Conte e Don Curzio
Figaro Fremo/e, smanio/a dal furore,
(a Bartolo) il destino a me la/gliela fa.
Padre mio, fate lo stesso,
non mi fate più arrossir. Susanna
Fremo, smanio dal furore,
Bartolo una vecchia a me la fa.
(abbracciando Figaro)
Resistenza la coscienza Marcellina
far non lascia al tuo desir. (corre ad abbracciar Susanna)
(restano così fino al verso “Lascia, iniquo!”) Lo sdegno calmate,
mia cara figliuola,
Bartolo e Marcellina sua madre abbracciate,
Figlio amato! che or vostra sarà.
Figaro
Parenti amati! Susanna
(a Bartolo, al Conte, a Don Curzio, a Marcellina)
Don Curzio Sua madre?
Ei suo padre, ella sua madre,
l’imeneo non può seguir. Tutti
Sua madre!
Conte
Son smarrito, son stordito, Figaro
meglio è assai di qua partir. (a Susanna)
(vuol partire; Susanna entra con una borsa in E quello è mio padre
mano) che a te lo dirà.

32
Susanna Susanna
(come sopra) Voliamo ad informar d’ogni avventura
Suo padre? madama e nostro zio.
Chi al par di me contenta!
Tutti
Suo padre! Figaro
Io!
Figaro Bartolo
(a Susanna) Io!
E quella è mia madre
che a te lo dirà. Marcellina
(corrono tutti quattro ad abbracciarsi) Io!

Conte e Don Curzio Susanna, Marcellina, Bartolo e Figaro


Al fiero tormento E schiatti il signor Conte al gusto mio.
di questo momento, (partendo abbracciati)
quest’/quell’anima appena
resistere or sa. Scena settima
Barbarina e Cherubino.
Marcellina, Bartolo, Susanna e Figaro
Al dolce contento Barbarina
di questo momento, Andiam, andiam, bel paggio, in casa mia
quest’anima appena tutte ritroverai
resistere or sa. le più belle ragazze del castello,
(il Conte e Don Curzio partono) di tutte sarai tu certo il più bello.
Cherubino
Scena sesta Ah, se il Conte mi trova,
Susanna, Marcellina, Figaro e Bartolo. misero me, tu sai
che partito ei mi crede per Siviglia.
[Recitativo secco] Barbarina
Oh ve’ che maraviglia, e se ti trova
Marcellina non sarà cosa nuova...
(a Bartolo) odi... vogliam vestirti come noi:
Eccovi, oh caro amico, il dolce frutto tutte insiem andrem poi
dell’antico amor nostro... a presentar de’ fiori a madamina;
fìdati, oh Cherubin, di Barbarina.
Bartolo (partono)
Or non parliamo
di fatti sì rimoti, egli è mio figlio,
mia consorte voi siete; Scena ottava
e le nozze farem quando volete. La Contessa sola.

Marcellina [20. Recitativo accompagnato... ]


Oggi, e doppie saranno:
Contessa
(dà il biglietto a Figaro) E Susanna non vien! Sono ansiosa
prendi, questo è il biglietto di saper come il Conte
del denar che a me devi, ed è tua dote. accolse la proposta. Alquanto ardito
il progetto mi par, e ad uno sposo
Susanna sì vivace, e geloso!
(getta per terra una borsa di danari) Ma che mal c’è? Cangiando i miei vestiti
Prendi ancor questa borsa. con quelli di Susanna, e i suoi co’ miei...
al favor della notte... oh cielo, a quale
Bartolo umil stato fatale io son ridotta
(fa lo stesso) da un consorte crudel, che dopo avermi
E questa ancora. con un misto inaudito
d’infedeltà, di gelosia, di sdegni,
Figaro prima amata, indi offesa, e alfin tradita,
Bravi, gittate pur ch’io piglio ognora. fammi or cercar da una mia serva aita!

33
[... ed Aria] Susanna
In giardino.
Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer? Contessa
Dove andaro i giuramenti Fissiamgli un loco. Scrivi.
di quel labbro menzogner?
Perché mai se in pianti e in pene Susanna
per me tutto si cangiò, Ch’io scriva... ma signora...
la memoria di quel bene
dal mio sen non trapassò? Contessa
Eh scrivi, dico; e tutto
Ah! Se almen la mia costanza (Susanna siede e scrive)
nel languire amando ognor, io prendo su me stessa.
mi portasse una speranza (dettando)
di cangiar l’ingrato cor! Canzonetta sull’aria...
(parte)
[21. Duettino]
Scena nona Susanna
Il Conte ed Antonio. (scrivendo)
Sull’aria...
[Recitativo secco]
Contessa
Antonio (dettando)
(con cappello in mano) Che soave zeffiretto...
Io vi dico, signor, che Cherubino
è ancora nel castello, Susanna
e vedete per prova il suo cappello. ... zeffiretto...
Conte Contessa
Ma come se a quest’ora Questa sera spirerà...
esser giunto a Siviglia egli dovria.
Susanna
Antonio ... questa sera spirerà...
Scusate, oggi Siviglia è a casa mia,
là vestissi da donna, e là lasciati Contessa
ha gl’altri abiti suoi. ... sotto i pini del boschetto...
Conte Susanna
Perfidi! ... sotto i pini del boschetto...
Antonio
Contessa
Andiam, e li vedrete voi.
Ei già il resto capirà.
(partono)
Susanna
Scena decima Certo, certo il capirà.
La Contessa e Susanna. (leggono insieme lo scritto)

Contessa [Recitativo secco]


Cosa mi narri, e che ne disse il Conte?
(piega la lettera)
Susanna Piegato è il foglio... or come si sigilla?
Gli si leggeva in fronte
il dispetto e la rabbia. Contessa
(si cava una spilla e gliela dà)
Contessa Ecco... prendi una spilla:
Piano: che meglio or lo porremo in gabbia. servirà di sigillo: attendi... scrivi
Dov’è l’appuntamento sul riverso del foglio:
che tu gli proponesti? rimandate il sigillo.

34
Susanna Scena dodicesima
È più bizzarro I detti, il Conte ed Antonio.
di quel della patente.
(Antonio ha il cappello di Cherubino: entra in
Contessa scena pian piano, gli cava la cuffia di donna e
Presto, nascondi: io sento venir gente. gli mette in testa il cappello stesso)
(Susanna si pone il biglietto in seno) Antonio
Ehi! Cospettaccio! È questi l’uffiziale.
Scena undicesima Contessa
Cherubino vestito da contadinella, Barbarina e Oh stelle!
alcune altre contadinelle vestite nel medesimo
modo con mazzetti di fiori, e dette. Susanna
(Malandrino!)
[22. Coro]
Conte
Coro Ebben, madama!
Ricevete, oh padroncina,
queste rose e questi fior, Contessa
che abbiam colti stamattina Io sono, oh signor mio,
irritata e sorpresa al par di voi.
per mostrarvi il nostro amor.
Conte
Siamo tante contadine, Ma stamane...
e siam tutte poverine,
ma quel poco che rechiamo Contessa
ve lo diamo di buon cor. Stamane...
per l’odierna festa
[Recitativo secco] volevam travestirlo al modo stesso
che l’han vestito adesso.
Barbarina
Queste sono, madama, Conte
le ragazze del loco (a Cherubino)
E perché non partiste?
che il poco ch’han vi vengono ad offrire,
e vi chiedon perdon del loro ardire. Cherubino
(cavandosi il cappello bruscamente)
Contessa Signor!
Oh brave, vi ringrazio.
Conte
Susanna Saprò punire
Come sono vezzose. la sua disubbidienza.
Contessa Barbarina
E chi è, narratemi, Eccellenza, Eccellenza,
quell’amabil fanciulla voi mi dite sì spesso,
ch’ha l’aria sì modesta? qual volta m’abbracciate, e mi baciate:
Barbarina, se m’ami,
Barbarina ti darò quel che brami...
Ell’è una mia cugina, e per le nozze
è venuta ier sera. Conte
Io dissi questo?
Contessa Barbarina
Onoriamo la bella forestiera: Voi.
venite qui... datemi i vostri fiori. Or datemi, padrone,
(prende i fiori di Cherubino e lo bacia in fronte) in sposo Cherubino,
Come arrossì... Susanna, e non ti pare... e v’amerò, com’amo il mio gattino.
che somigli ad alcuno?
Contessa
Susanna (al Conte)
Al naturale... Ebbene: or tocca a voi.

35
Antonio Figaro
Brava figliuola, Certamente,
hai buon maestro, che ti fa la scuola. che razza di domande!

Conte Antonio
(da sé) (a Susanna che fa de’ motti a Figaro)
Non so qual uom, qual demone, qual Dio Via, non fargli più motti, ei non t’intende.
rivolga tutto quanto a torto mio. (prende per mano Cherubino e lo presenta a Fi-
garo)
Ed ecco chi pretende
Scena tredicesima che sia un bugiardo il mio signor nipote.
I detti e Figaro.
Figaro
Figaro Cherubino?
Signor... se trattenete
tutte queste ragazze, Antonio
addio festa... addio danza... Or ci sei.

Conte Figaro
E che, vorresti (al Conte)
ballar col pie’ stravolto? Che diamin canta?

Figaro Conte
(finge di drizzarsi la gamba e poi si prova a bal- Non canta, no, ma dice
lare) ch’egli saltò stamane in sui garofani...
Eh, non mi duol più molto.
Andiam, belle fanciulle. Figaro
(chiama tutte le giovani; vuol partire, il Conte lo Ei lo dice! Sarà... se ho saltato io,
richiama) si può dare ch’anch’esso
abbia fatto lo stesso.
Contessa
(a Susanna) Conte
Come si caverà dall’imbarazzo? Anch’esso?
Susanna Figaro
(alla Contessa) Perché no?
Lasciate fare a lui. Io non impugno mai quel che non so.
Conte [23. Finale]
Per buona sorte
i vasi eran di creta. (s’ode una marcia da lontano e seguita il Recita-
Figaro tivo nella marcia)
Senza fallo. Ecco la marcia, andiamo;
(come sopra) ai vostri posti, oh belle, ai vostri posti.
Susanna, dammi il braccio.
Andiamo dunque, andiamo.
(prende per un braccio Susanna)
Antonio
(lo richiama) Susanna
Ed intanto, a cavallo, Eccolo!
di galoppo a Siviglia andava il paggio. (partono tutti, eccettuati il Conte e la Contessa)

Figaro Conte
Di galoppo, o di passo... buon viaggio. Temerari!
(come sopra)
Venite, oh belle giovani. Contessa
Io son di ghiaccio!
Conte (la marcia aumenta a poco a poco)
(torna a ricondurlo in mezzo)
E a te la sua patente Conte
era in tasca rimasta... Contessa...

36
Contessa Figaro
Or non parliamo. (vede tutto e dice a Susanna)
Ecco qui le due nozze, Un biglietto amoroso
riceverle dobbiam, alfin si tratta che gli die’ nel passar qualche galante,
d’una vostra protetta. ed era sigillato d’una spilla,
Seggiam. ond’ei si punse il dito;
(il Conte legge, bacia il biglietto, cerca la spilla,
Conte la trova e se la mette alla manica del saio)
Seggiamo, il Narciso or la cerca; oh che stordito!
(da sé)
(e meditiam vendetta.) Conte
(siedono; la marcia s’avvicina) Andate, amici! e sia per questa sera
disposto l’apparato nuziale
colla più ricca pompa; io vo’ che sia
Scena quattordicesima magnifica la festa, e canti e fuochi,
I suddetti, Figaro, Susanna, Marcellina, Bartolo, e gran cena, e gran ballo: e ognuno impari
Antonio, Barbarina, cacciatori con fucile in spal- com’io tratto color che a me son cari.
la, gente del foro. Contadini e contadine.
Due giovinette che portano il cappello verginale Coro
con piume bianche, due altre un bianco velo, Amanti costanti ecc.
due altre i guanti e il mazzetto di fiori. Figaro (tutti partono)
con Marcellina. Due altre giovinette, che porta-
no un simile cappello per Susanna ecc. Bartolo Fine dell’Atto terzo.
con Susanna. Due giovinette incominciano il co-
ro che termina in ripieno; Bartolo conduce la
Susanna al Conte e s’inginocchia per ricever da
lui il cappello ecc. Figaro conduce Marcellina al-
la Contessa e fa la stessa funzione.

Due giovinette
Amanti costanti,
seguaci d’onor,
cantate, lodate
sì saggio signor.

A un dritto cedendo,
che oltraggia, che offende,
ei caste vi rende
ai vostri amator.

Coro
Cantiamo, lodiamo
sì saggio signor!

(i figuranti ballano. Susanna, essendo in ginoc-


chio durante il duo, tira il Conte per l’abito, gli
mostra il bigliettino, dopo passa la mano dal la-
to degli spettatori alla testa, dove pare che il
Conte le aggiusti il cappello, e gli dà il biglietto.
Il Conte se lo mette furtivamente in seno, Su-
sanna s’alza, e gli fa una riverenza. Figaro viene
a riceverla e si balla il fandango. Marcellina s’al-
za un po’ più tardi. Bartolo viene a riceverla dal-
le mani della Contessa. Il Conte cava il biglietto,
e nell’aprirlo si punge il dito)

Conte
Eh già, solita usanza!
le donne ficcan gli aghi in ogni loco:
ah ah, capisco il gioco.

37
ATTO QUARTO Barbarina
E perché chiedi a me quando sai tutto?
Gabinetto.
Figaro
Avea gusto d’udir come il padrone
Scena prima ti die’ la commissione.
Barbarina sola.
Barbarina
[24. Cavatina] Che miracoli!
“Tieni, fanciulla, reca questa spilla
Barbarina alla bella Susanna: e dille: questo
(cercando qualche cosa per terra) è il sigillo de’ pini.”
L’ho perduta... me meschina...
ah chi sa dove sarà? Figaro
Non la trovo...
non la trovo... Ah ah, de’ pini!
E mia cugina...
e il padron... cosa dirà? Barbarina
È ver ch’ei mi soggiunse:
“Guarda che alcun non veda”;
Scena seconda ma tu già tacerai.
Barbarina, Figaro e Marcellina.
Figaro
[Recitativo secco] Sicuramente.
Figaro Barbarina
Barbarina, cos’hai? A te già niente preme.
Barbarina
L’ho perduta, cugino. Figaro
Oh niente, niente.
Figaro
Cosa? Barbarina
Addio, mio bel cugino;
Marcellina vo da Susanna e poi da Cherubino.
Cosa? (parte saltando)
Barbarina
La spilla, Scena terza
che a me diede il padrone Marcellina e Figaro.
per recar a Susanna.
Figaro Figaro
A Susanna... la spilla? (quasi stupido)
(in collera) Madre!
E così tenerella
il mestiero già sai... Marcellina
(si calma) Figlio!
di far tutto sì ben quel che tu fai?
Figaro
Barbarina Son morto.
Cos’è, vai meco in collera?
Marcellina
Figaro Calmati, figlio mio.
E non vedi ch’io scherzo?
(cerca un momento per terra, dopo aver destra-
mente cavata una spilla dall’abito o dalla cuffia Figaro
di Marcellina e la dà a Barbarina) Son morto, dico.
Osserva... questa
è la spilla che il Conte Marcellina
da recare ti diede alla Susanna, Flemma, flemma, e poi flemma: il fatto è serio;
e servia di sigillo a un bigliettino: e pensarci convien: ma pensa un poco
vedi s’io sono instrutto? che ancor non sai di chi si prenda gioco.

38
Figaro [Recitativo secco]
Ah quella spilla, oh madre, è quella stessa
che poc’anzi ei raccolse. Barbarina
(con alcune frutta e ciambelle)
Marcellina “Nel padiglione a manca”: ei così disse:
È ver, ma questo è questo... è questo... e poi se non venisse!
al più ti porge un dritto Oh, ve’, che brava gente! A stento darmi
di stare in guardia, e vivere in sospetto: un arancio, una pera, e una ciambella.
ma non sai se in effetto... “Per chi, madamigella?”
“Oh per qualcun, signori!”
“Già lo sappiam.” Ebbene:
Figaro
il padron l’odia, ed io gli voglio bene,
All’erta dunque: il loco del congresso
però costommi un bacio, e cosa importa?
so dov’è stabilito... Forse qualcun mel renderà...
(fugge impaurita ed entra nella nicchia a manca)
Marcellina Son morta!
Dove vai, figlio mio?

Figaro Scena sesta


A vendicar tutti i mariti: addio. Figaro solo, poi Basilio, Bartolo e truppa di lavo-
(parte infuriato) ratori.
Figaro
Scena quarta (con mantello e lanternino notturno)
Marcellina sola. È Barbarina... chi va là?

Marcellina Basilio
Presto avvertiam Susanna: Son quelli
io la credo innocente: quella faccia, che invitasti a venir.
quell’aria di modestia... è caso ancora Bartolo
ch’ella non fosse... ah quando il cor non ci arma Che brutto ceffo!
personale interesse, sembri un cospirator: che diamin sono
ogni donna è portata alla difesa quegli infausti apparati?
del suo povero sesso,
da questi uomini ingrati a torto oppresso. Figaro
Lo vedrete tra poco.
[25. Aria] In questo stesso loco
celebrerem la festa
Il capro e la capretta della mia sposa onesta
son sempre in amistà, e del feudal signor...
l’agnello all’agnelletta
la guerra mai non fa. Basilio
Ah buono buono,
Le più feroci belve capisco come egli è.
per selve e per campagne (da sé)
lascian le lor compagne Accordati si son senza di me.
in pace e libertà.
Figaro
Sol noi, povere femmine, Voi da questi contorni
che tanto amiam questi uomini, non vi scostate; intanto
trattate siam dai perfidi io vado a dar certi ordini,
ognor con crudeltà. e torno in pochi istanti:
(parte) a un fischio mio correte tutti quanti.
(partono tutti, eccettuati Bartolo e Basilio)
Folto giardino con due nicchie parallele pratica-
bili. Scena settima
Basilio e Bartolo.
Scena quinta Basilio
Barbarina sola. Ha i diavoli nel corpo.

39
Bartolo Scena ottava
Ma cosa nacque? Figaro solo.

Basilio [27. Recitativo accompagnato ...]


Nulla.
Susanna piace al Conte: ella d’accordo Figaro
gli die’ un appuntamento Tutto è disposto: l’ora
che a Figaro non piace. dovrebbe esser vicina: io sento gente.
È dessa... non è alcun... buia è la notte...
Bartolo ed io comincio omai
E che? Dunque dovria soffrirlo in pace? a fare il scimunito
mestiero di marito.
Basilio Ingrata! Nel momento
Quel che soffrono tanti della mia cerimonia
ei soffrir non potrebbe? E poi sentite, ei godeva leggendo: e nel vederlo
che guadagno può far? Nel mondo, amico, io rideva di me senza saperlo.
l’accozzarla co’ grandi Oh Susanna, Susanna,
fu pericolo ognora: quanta pena mi costi,
dan novanta per cento e han vinto ancora. con quell’ingenua faccia...
con quegli occhi innocenti...
[26. Aria] chi creduto l’avria?
Ah che il fidarsi a donna è ognor follia.
In quegl’anni in cui val poco
la mal pratica ragion, [... ed Aria]
ebbi anch’io lo stesso foco,
fui quel pazzo ch’or non son. Aprite un po’ quegl’occhi,
uomini incauti e sciocchi,
Che col tempo e coi perigli guardate queste femmine,
donna flemma capitò; guardate cosa son.
e i capricci, ed i puntigli
dalla testa mi cavò. Queste chiamate Dee
dagli ingannati sensi,
Presso un piccolo abituro a cui tributa incensi
seco lei mi trasse un giorno, la debole ragion,
e togliendo giù dal muro
del pacifico soggiorno son streghe che incantano
una pelle di somaro: per farci penar,
Prendi, disse, oh figlio caro! sirene che cantano
Poi disparve, e mi lasciò. per farci affogar,

Mentre ancor tacito guardo quel dono, civette che allettano


il ciel s’annuvola, rimbomba il tuono, per trarci le piume,
mista alla grandine scroscia la piova, comete che brillano
ecco le membra coprir mi giova per toglierci il lume;
col manto d’asino che mi donò.
son rose spinose,
Finisce il turbine, né fo due passi, son volpi vezzose,
che fiera orribile dianzi a me fassi; son orse benigne,
già già mi tocca l’ingorda bocca, colombe maligne,
già di difendermi speme non ho.
maestre d’inganni,
Ma il fiuto ignobile del mio vestito amiche d’affanni
tolse alla belva sì l’appetito, che fingono, mentono,
che disprezzandomi si rinselvò. amore non senton,
non senton pietà.
Così conoscere mi fe’ la sorte,
ch’onte, pericoli, vergogna, e morte Il resto nol dico,
col cuoio d’asino fuggir si può. già ognuno lo sa.
(Basilio e Bartolo partono) (si ritira)

40
Scena nona Oh come par che all’amoroso foco
Susanna, la Contessa travestite; Marcellina. l’amenità del loco,
la terra e il ciel risponda,
[Recitativo secco] come la notte i furti miei seconda!

Susanna [... ed Aria]


Signora, ella mi disse
che Figaro verravvi. Deh vieni, non tardar, oh gioia bella,
vieni ove amore per goder t’appella,
Marcellina finché non splende in ciel notturna face,
Anzi è venuto: finché l’aria è ancor bruna e il mondo tace.
abbassa un po’ la voce.
Qui mormora il ruscel, qui scherza l’aura,
Susanna che col dolce sussurro il cor ristaura,
Dunque un ci ascolta: e l’altro qui ridono i fioretti e l’erba è fresca,
dee venir a cercarmi: ai piaceri d’amor qui tutto adesca.
incominciam.
Vieni, ben mio, tra queste piante ascose,
Marcellina ti vo’ la fronte incoronar di rose.
Io voglio qui celarmi.
(entra dove entrò Barbarina)
Scena undicesima
I suddetti e poi Cherubino.
Scena decima
I suddetti, Figaro in disparte. [Recitativo secco]

Susanna Figaro
Madama, voi tremate: avrete freddo? Perfida, e in quella forma
meco mentia? Non so s’io veglio, o dormo.
Contessa
Parmi umida la notte; io mi ritiro. Cherubino
(cantando)
Figaro La la la la lera...
(da sé)
Contessa
Eccoci della crisi al grande istante.
Il picciol paggio.
Susanna Cherubino
Io sotto queste piante, Io sento gente, entriamo
se madama il permette, ove entrò Barbarina.
resto a prendere il fresco una mezz’ora. Oh vedo qui una donna.
Figaro Contessa
(Il fresco, il fresco!) Ahi me meschina!
Contessa Cherubino
Restaci in buon’ora. M’inganno, a quel cappello,
(si nasconde) che nell’ombra vegg’io, parmi Susanna.
Susanna Contessa
(sotto voce) E se il Conte ora vien, sorte tiranna!
Il birbo è in sentinella:
divertiamci anche noi: [29. Finale]
diamogli la mercè de’ dubbi suoi.
Cherubino
[28. Recitativo accompagnato ...] Pian pianin le andrò più presso,
tempo perso non sarà.
Giunse alfin il momento
che godrò senz’affanno Contessa
in braccio all’idol mio. Timide cure, (da sé)
uscite dal mio petto, Ah, se il Conte arriva adesso,
a turbar non venite il mio diletto! qualche imbroglio accaderà!

41
Cherubino Susanna, Contessa, Conte e Figaro
(alla Contessa) (come sopra)
Susannetta... non risponde... (Se il ribaldo ancor sta saldo,
colla mano il volto asconde... la faccenda guasterà.)
or la burlo in verità.
(le prende la mano e l’accarezza) Cherubino
(volendo dare un bacio alla Contessa)
Contessa Prendi intanto...
(cerca liberarsi alterando la voce a tempo) (il Conte, mettendosi in mezzo tra la Contessa e
Arditello, sfacciatello, il paggio, riceve il bacio)
ite presto via di qua! Contessa e Cherubino
Oh cielo! il Conte!
Cherubino (Cherubino entra da Barbarina)
Smorfiosa, maliziosa,
io già so perché sei qua. Figaro
(appressandosi al Conte)
Vo’ veder cosa fan là.
Scena dodicesima
I suddetti, il Conte. Conte
(crede di dar uno schiaffo al paggio e lo dà a Fi-
Conte garo)
(da lontano) Perché voi nol ripetete,
Ecco qui la mia Susanna! ricevete questo qua!

Susanna e Figaro Figaro


(da lontano) (Ah ci ho fatto un bel guadagno
Ecco qui l’uccellatore. colla mia curiosità!)
(si ritira)
Cherubino Contessa, Susanna e Conte
Non far meco la tiranna. (ridono)
Ah ci ha fatto un bel guadagno
Susanna, Conte e Figaro con la sua temerità!
Ah nel sen mi batte il core!
Un altr’uom con lei si sta. Conte
(alla Contessa)
Contessa Partito è alfin l’audace,
Via, partite, o chiamo gente! accostati, ben mio!

Cherubino Contessa
Giacché così vi piace,
(sempre tenendola per la mano)
eccomi qui, signor.
Dammi un bacio, o non fai niente.
Figaro
Susanna, Conte e Figaro Che compiacente femmina!
Alla voce è quegli il paggio. che sposa di buon cor!

Contessa Conte
Anche un bacio, che coraggio! Porgimi la manina!

Cherubino Contessa
E perché far io non posso, Io ve la do.
quel che il Conte ognor farà?
Conte e Figaro
Carina!
Susanna, Conte, Figaro e Contessa
(Temerario!) Conte
Che dita tenerelle,
Cherubino che delicata pelle,
Oh ve’ che smorfie! mi pizzica, mi stuzzica,
Sai ch’io fui dietro il sofà. m’empie d’un nuovo ardor.

42
Figaro, Susanna e Contessa Contessa
La cieca prevenzione È Figaro: men vo!
delude la ragione,
inganna i sensi ognor. Conte
Andate, andate: io poi verrò.
Conte (si disperde pel bosco; la Contessa entra a man
Oltre la dote, oh cara, destra)
ricevi anco un brillante
che a te porge un amante
in pegno del suo amor. Scena tredicesima
(le dà un anello) Figaro e Susanna.

Figaro
Contessa Tutto è tranquillo e placido;
Tutto Susanna piglia entrò la bella Venere;
dal suo benefattor. col vago Marte prendere,
nuovo Vulcan del secolo,
Susanna, Conte e Figaro in rete la potrò!
Va tutto a maraviglia,
ma il meglio manca ancor. Susanna
(cangiando la voce)
Contessa Ehi, Figaro: tacete.
(al Conte)
Signor, d’accese fiaccole Figaro
io veggio il balenar. Oh questa è la Contessa...
A tempo qui giungete...
Vedrete là voi stessa:
Conte
il Conte e la mia sposa...
Entriam, mia bella Venere, Di propria man la cosa
andiamoci a celar! toccar io vi farò.
Figaro e Susanna Susanna
Mariti scimuniti, (si dimentica di alterar la voce)
venite ad imparar! Parlate un po’ più basso,
di qua non muovo il passo,
Contessa ma vendicar mi vo’.
Al buio, signor mio?
Figaro
Conte (da sé)
È quello che vogl’io: Susanna!
tu sai che là per leggere (a Susanna)
io non desio d’entrar. Vendicarsi?
Susanna
Figaro Sì.
La perfida lo sèguita,
è vano il dubitar. Figaro
Come potria farsi?
Susanna e Contessa
I furbi sono in trappola, Susanna
comincia ben l’affar. (L’iniquo io vo’ sorprendere,
(Figaro passa) poi so quel che farò.)
Figaro
Conte (La volpe vuol sorprendermi,
(con voce alterata) e secondar la vo’.)
Chi passa? (con comica affettazione)
Ah se madama il vuole.
Figaro
(con rabbia) Susanna
Passa gente! Su via, manco parole.

43
Figaro io conobbi la voce che adoro
(come sopra) e che impressa ognor serbo nel cor.
Eccomi a’ vostri piedi...
ho pieno il cor di foco... Susanna
esaminate il loco... (ridendo e con sorpresa)
pensate al traditor. La mia voce?
Susanna Figaro
(da sé) La voce che adoro.
Come la man mi pizzica!
Che smania! che furor! Susanna e Figaro
Pace, pace, mio dolce tesoro,
Figaro
pace, pace, mio tenero amor.
(da sé)
Come il polmon mi s’altera! Conte
Che smania! che calor!
Non la trovo e girai tutto il bosco.
Susanna
(alterando un poco la voce) Susanna e Figaro
E senz’alcun affetto?... Questi è il Conte, alla voce il conosco.

Figaro Conte
Suppliscavi il dispetto. (parlando verso la nicchia, dove entrò madama,
Non perdiam tempo invano, cui apre egli stesso)
(si frega le mani) Ehi Susanna... sei sorda... sei muta?
datemi un po’ la mano...
Susanna
Susanna Bella bella! Non l’ha conosciuta!
(in voce naturale, gli dà uno schiaffo)
Servitevi, signor. Figaro
Chi?
Figaro
Che schiaffo! Susanna
Madama.
Susanna
E ancor questo Figaro
e questo, e poi quest’altro... Madama?

Figaro Susanna
Non batter così presto. Madama!

Susanna Susanna e Figaro


E questo, signor scaltro, La commedia, idol mio, terminiamo,
e qui quest’altro ancor. consoliamo il bizzarro amator!

Figaro Figaro
Oh schiaffi graziosissimi! (si mette ai piedi di Susanna)
oh mio felice amor! Sì, madama, voi siete il ben mio!

Susanna Conte
Impara, impara, oh perfido, La mia sposa... Ah senz’arme son io.
a fare il seduttor!
Figaro
Un ristoro al mio cor concedete.
Scena quattordicesima
I suddetti, poi il Conte. Susanna
Io son qui, faccio quel che volete.
Figaro
(si mette in ginocchio) Conte
Pace, pace, mio dolce tesoro, Ah ribaldi!

44
Susanna e Figaro Conte
Ah corriamo, corriamo mio bene, Scoperta è la trama,
e le pene compensi il piacer. la perfida è qua.
(vanno verso la nicchia a mano manca)
Susanna
(s’inginocchia ai piedi del Conte)
Perdono! perdono!
Scena ultima
I suddetti, Antonio, Basilio, [Don Curzio e Barto- Conte
lo], servitori con fiaccole accese; poi Susanna, No, no, non sperarlo.
Marcellina, Cherubino, Barbarina; indi la Con-
tessa. Figaro
(s’inginocchia)
Conte Perdono! perdono!
(arresta Figaro)
Gente, gente, all’armi, all’armi. Conte
No, no, non vo’ darlo.
Figaro
(finge eccessiva paura) Tutti
Il padrone! Son perduto! (s’inginocchiano)
Perdono! perdono!
Conte
Conte
Gente, gente, aiuto, aiuto! (con più forza)
No! no, no, no, no!
Basilio, Antonio, [Don Curzio e Bartolo]
Cosa avvenne? Contessa
(esce dall’altra nicchia e vuole inginocchiarsi, il
Conte Conte nol permette)
Il scellerato Almeno io per loro
m’ha tradito, m’ha infamato perdono otterrò.
e con chi, state a veder!
Basilio, Conte, Antonio, [Don Curzio e
Basilio, Antonio, [Don Curzio e Bartolo] Bartolo]
Son stordito, sbalordito, (Oh cielo, che veggio!
non mi par che ciò sia ver. Deliro! Vaneggio!
Che creder non so!)
Figaro
Son storditi, sbalorditi: Conte
(in tono supplichevole)
oh che scena! che piacer!
Contessa, perdono!
Conte Contessa
(tira pel braccio Cherubino; dopo Barbarina, Più docile io sono,
Marcellina e Susanna) e dico di sì.
Invan resistete,
uscite, madama, Tutti
il premio or avrete Ah tutti contenti
di vostra onestà! saremo così.
Il paggio!
Questo giorno di tormenti,
Antonio di capricci, e di follia,
in contenti e in allegria
Mia figlia! solo amor può terminar.
Figaro Sposi, amici, al ballo, al gioco,
Mia madre! alle mine date foco!
Ed al suon di lieta marcia
Basilio, Antonio, Figaro, [Don Curzio e corriam tutti a festeggiar!
Bartolo]
Madama! Fine dell’opera.

45
Il soggetto
Emilio Sala*

Atto primo

Camera non affatto ammobiliata.


Il mattino del suo giorno di nozze, Figaro misura la stanza che il Conte di Almavi-
va ha messo “generosamente” a disposizione dei giovani sposi. Susanna però si
dimostra molto meno riconoscente del futuro marito: il Conte la sta infatti insi-
diando e la sua generosità è tutt’altro che disinteressata. Messo al corrente delle
brame del Conte su Susanna – brame che Don Basilio, il maestro di musica, cerca
di caldeggiare a ogni occasione – Figaro non si dà per vinto: se il “signor Conti-
no” vuol ballare, troverà pane per i suoi denti. Anche la non più giovane Marcelli-
na è intenzionata a mandare all’aria i progetti di matrimonio di Figaro; essa recla-
ma con Don Bartolo il diritto di sposare Figaro in virtù di un prestito concessogli in
passato e mai restituito. Bartolo gode all’idea di vendicarsi del valletto del Conte.
Entra il paggio Cherubino per chiedere a Susanna di intercedere in suo favore
presso la Contessa: il giorno prima il Conte, trovandolo solo con Barbarina (la fi-
glia appena dodicenne del giardiniere Antonio), lo ha cacciato dal palazzo. L’arrivo
improvviso del Conte lo costringe però a nascondersi e ad assistere suo malgrado
alle proposte galanti che quest’ultimo rivolge alla cameriera. Ma anche il Conte
deve celarsi a Don Basilio, il quale sopraggiunge per raccontare a Susanna le at-
tenzioni rivolte dal paggio alla Contessa. Spinto dalla gelosia, il Conte esce dal suo
nascondiglio e nel parapiglia che ne segue scopre il paggio, montando su tutte le
furie. Entra il coro dei contadini che, istruito da Figaro, ringrazia il Conte per aver
abolito il famigerato ius primae noctis. Il Conte, con un banale pretesto, rimanda il
giorno delle nozze e ordina la partenza immediata di Cherubino per Siviglia, dove
dovrà arruolarsi come ufficiale del suo reggimento.

Atto secondo

Camera ricca con alcova.


Susanna rivela all’addolorata Contessa le impertinenze del Conte nei suoi con-
fronti. Entra Figaro e racconta il suo piano di battaglia. Intanto, per confondere il
Conte, Figaro gli ha fatto pervenire un biglietto anonimo in cui si afferma che la
Contessa ha dato un appuntamento a un suo ammiratore per quella sera. Quindi
propone che Susanna finga di accettare di incontrare il Conte: Cherubino (che
non è ancora partito) andrà al posto di lei vestito da donna, la Contessa smasche-
rerà il marito, cogliendolo in fallo, e gli interessi di tutti verranno soddisfatti. Tutta-
via, mentre il travestimento del paggio è in corso, il Conte sopraggiunge e, inso-
spettito da alcuni rumori provenienti dalla stanza attigua (dove la Contessa ha rin-
chiuso Cherubino), decide di forzarne la porta: ma Susanna riesce a far fuggire
Cherubino dalla finestra e a prenderne il posto. Quando dal guardaroba esce Su-
sanna invece di Cherubino, il Conte è costretto a chiedere perdono alla moglie.
Entra Figaro, che spera di poter ora affrettare la cerimonia nuziale. Irrompe però
anche Antonio, che dice di aver visto qualcuno saltare dalla finestra della camera
della Contessa. Figaro cerca di parare il colpo sostenendo di essere stato lui a
compiere il salto. Ma lo stato di confusione raggiunge il culmine quando arriva
Marcellina per reclamare i suoi diritti: la donna è ormai in possesso di tutti i docu-
menti necessari per costringere Figaro a sposarla.

46
Atto terzo

Sala ricca con due troni.


La Contessa spinge Susanna a concedere un appuntamento galante al Conte, il
quale però si accorge dell’inganno e promette di vendicarsi. Don Curzio, l’avvoca-
to, entra con le parti contendenti e dispone che Figaro debba o restituire il suo de-
bito o sposare Marcellina. Ma da un segno che Figaro porta impresso sul braccio
si scopre inopinatamente che egli è il frutto di una vecchia relazione tra Marcellina
e Bartolo. Madre e figlio si abbracciano. La Contessa intanto esprime il suo dolore
e la sua determinazione a riconquistare il cuore del marito. Poi detta a Susanna un
bigliettino con l’appuntamento notturno da far avere al Conte, bigliettino che vie-
ne chiuso con una spilla. Le due donne, agendo da sole, hanno deciso di perfezio-
nare il piano di Figaro: sarà la stessa Contessa e non Cherubino a incontrare il
Conte al posto di Susanna. Mentre il coro delle giovani contadine entra recando
ghirlande per la Contessa, Susanna consegna il biglietto galante al Conte, che si
punge il dito con la spilla. Figaro è divertito: non ha visto, infatti, chi ha dato il bi-
gliettino al Conte. Quindi si festeggiano le due coppie di sposi: Susanna e Figaro,
Marcellina e Bartolo.

Atto quarto

Folto giardino.
È ormai notte e nell’oscurità Barbarina sta cercando la spilla che il Conte le ha
detto di restituire a Susanna. Figaro capisce che il biglietto ricevuto dal Conte
nella scena precedente gli era stato consegnato dalla sua promessa sposa. Cre-
dendosi tradito, si nasconde nel giardino per sorprendere i due amanti. Susan-
na, che ha sentito non vista le rampogne di Figaro, si sente offesa dalla sua
mancanza di fiducia e decide di farlo stare sulle spine. Ha dunque inizio il finale.
Entra il Conte con colei che crede essere Susanna e che invece è la Contessa
travestita. Tutti si perdono nell’oscurità. Anche Cherubino importuna la Contes-
sa credendo di avere a che fare con Susanna. Il Conte poi s’infuria credendo di
vedere Figaro corteggiare sua moglie, ovvero Susanna travestita da Contessa.
Alla fine si scopre l’equivoco: Figaro chiede scusa a Susanna per aver dubitato
della sua fedeltà e il Conte implora il perdono della Contessa. Le nozze tra Figa-
ro e Susanna possono finalmente avere luogo e la “folle giornata” si chiude
con il giubilo generale.

* Emilio Sala (1959) è professore associato di Drammaturgia e Storiografia musicali presso l’Univer-
sità degli Studi di Milano, membro della Fondazione Pergolesi Spontini e di quello dell’Edizione na-
zionale Giacomo Puccini, e anche direttore dei progetti di ricerca della Fondazione Rossini di Pesa-
ro. Si occupa dei rapporti tra la musica e le varie forme di spettacolo, con una particolare attenzio-
ne all’Ottocento romantico-popolare. È autore di numerose pubblicazioni e il suo libro Il valzer del-
le camelie. Echi di Parigi nella Traviata è stato pubblicato anche in inglese. Dal 2012 al 2015 è sta-
to direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.

47
Synopsis

Act I

An unfurnished room.
On the morning of his wedding day, Figaro is measuring the room which
Count Almaviva has “generously” placed at the disposal of the young bridal
pair. Susanna however appears much less grateful than her betrothed, be-
cause the Count has been making advances to her. His generosity is therefore
by no means disinterested. Warned of the Count’s designs on Susanna, which
Don Basilio, the music master, goes out of his way to encourage, Figaro does
not lose heart: if the “signor Contino” wishes to dance, then he will dance to
Figaro’s tune. The no longer young Marcellina is also keen to upset Figaro’s
wedding plans, having in fact protested to Don Bartolo that she herself is enti-
tled to marry Figaro, under the terms of a loan made to him in the past which
he never repaid. Bartolo relishes the idea of revenge on the Count’s valet. The
page Cherubino now enters to ask Susanna to intercede on his behalf with
the Countess. The Count, having yesterday caught him alone with Barbarina
(the twelve-year-old daughter of the gardener Antonio), has dismissed him
from his service. But the sudden entry of the Count forces him to hide and to
witness against his will the gallantries addressed by the Count to the maid. But
then the Count, too, has to hide from Don Basilio, who has appeared unex-
pectedly to tell Susanna of the page’s flirtations with the Countess. Driven by
jealousy, the Count emerges from his hiding-place and in the ensuing turmoil
discovers the page and flies into a rage. At this point a chorus of peasants ap-
proaches and, on Figaro’s instructions, thanks the Count for having abolished
the notorious privilege of ius primae noctis. On a trivial pretext, the Count
postpones the wedding day and orders Cherubino to leave at once for Seville,
to enrol as an officer in his own regiment.

Act II

A sumptuous bedroom with alcove.


Susanna tells the sorrowful Countess of the impertinence that she has been
receiving from the Count. Figaro enters and outlines his plan of action.
Meanwhile, to confuse the Count, he has sent him an anonymous note, in-
forming him that the Countess has arranged a secret meeting that evening
with an admirer. He now proposes that Susanna pretend to agree to meet
the Count, but Cherubino (who has not yet left) will go in her place, dressed
as a woman; the Countess will unmask her husband and catch him in the
act, and the interests of all will be satisfied. While the page is preparing his
disguise, however, the Count suddenly enters. His suspicions are aroused by
noises from the next room (into which the Countess has shut Cherubino), so
he decides to break open the door. But Susanna manages to let Cherubino
escape through the window and to take his place just in time. When Susan-
na comes out of the cupboard instead of Cherubino, the Count is forced to
beg forgiveness from his wife. Figaro enters, hoping by now to hasten his

50
wedding ceremony. But Antonio also bursts in, saying he has just seen
someone jump out of the Countess’s bedroom window. Figaro tries to parry
this blow by saying it was he who jumped. But to crown the confusion, Mar-
cellina enters to claim her rights, since she is now in possession of all the
necessary documents to compel Figaro to marry her.

Act III

A splendid hall with two thrones.


The Countess urges Susanna to accept a rendezvous with the Count, but the
latter realises he has been tricked and promises revenge. Don Curzio, the
lawyer, enters and declares that Figaro must either repay his debt or marry
Marcellina. But a birthmark on the young man’s arm reveals the incredible
truth: that Figaro is the fruit of a former liaison between Marcellina and Bar-
tolo. Mother and son embrace. The Countess expresses her sorrow and vows
to recapture her husband’s heart. Accordingly she dictates to Susanna a note,
to be delivered to the Count, in which she arranges a nocturnal rendezvous
with him, fastening it with a pin. Acting alone, the two women have decided
to perfect Figaro’s plan. The Countess in person, and not Cherubino, will
meet the Count instead of Susanna. While the chorus of peasants enters
bearing garlands for the Countess, Susanna hands the amorous note to the
Count, who pricks his finger on the pin. Figaro is amused, having not in fact
seen who gave the note to the Count. Now the two bridal couples celebrate:
Susanna and Figaro, Marcellina and Bartolo.

Act IV

A luxuriant garden.
Night has fallen and in the darkness Barbarina is looking for the pin which
the Count told her to return to Susanna. Figaro realises that the note re-
ceived by the Count in the previous scene had been delivered to him by his
own future bride. Thinking he has been betrayed, he hides in the garden to
surprise the lovers. Meanwhile Susanna, unseen, has heard Figaro’s rebukes
and is hurt by his lack of trust in her. She decides to keep him on tenter-
hooks. So begins the finale. Enter the Count, with the woman whom he be-
lieves to be Susanna but who is actually the Countess in disguise. They all
get lost in the darkness. Even Cherubino pesters the Countess, believing her
to be Susanna. The Count loses his temper when he thinks he has seen Fi-
garo courting his own wife, or rather, Susanna disguised as the Countess. In
the end the muddle is unravelled. Figaro apologizes to Susanna for having
doubted her faithfulness to him, and the Count implores forgiveness from
his wife. At last the marriage between Figaro and Susanna can go ahead
and the “day of folly” ends in jubilation.
.
(Traduzione di Rodney Stringer)

51
L’opera in breve
Emilio Sala

Quando Mozart e Da Ponte decisero, nel 1785, di scrivere Le nozze di


Figaro, gli echi dell’enorme scalpore suscitato dalla commedia di Beaumar-
chais (Le mariage de Figaro), andata in scena a Parigi l’anno precedente, non
si erano ancora spenti. Il contenuto satirico-licenzioso e (ancor più) la temati-
ca politico-sociale della pièce avevano incontrato la ferma opposizione del re
che, subito dopo averne conosciuto il testo nel 1781, secondo un aneddoto
famoso, avrebbe così sbottato: “Questa commedia non si rappresenterà: bi-
sognerebbe distruggere la Bastiglia perché la sua approvazione sulla scena
non fosse una pericolosa incoerenza”. La commedia sarebbe stata rappre-
sentata tre anni dopo e la Bastiglia distrutta nel 1789. Mozart, che possede-
va tra i propri libri una copia della traduzione tedesca del Mariage, poté assi-
stere nel gennaio 1785 alle prove della commedia di Beaumarchais che do-
veva essere rappresentata a Vienna dalla compagnia di Kumpf e di Schikane-
der. Il 2 febbraio 1785, venne annunciata dal “Wienerblättchen” la prima
rappresentazione della discussa pièce per il giorno 4, ma l’imperatore Giu-
seppe II la proibì all’ultimo momento. Poi concesse appunto la stampa della
traduzione tedesca del lavoro e la possibilità di accettare una versione operi-
stica del Mariage. Mozart trovò finalmente il soggetto che cercava. Dopo il
successo di Die Entführung aus dem Serail (1782), il compositore si era get-
tato a capofitto alla ricerca di una nuova pièce che facesse al caso suo. “Ho
scorso 100 libretti e più, ma non ne ho trovato alcuno del quale possa di-
chiararmi soddisfatto”, scriveva al padre il 5 febbraio 1783.
Ad attirare Mozart verso la commedia di Beaumarchais fu certo la forza vita-
listico-libertaria in essa contenuta (Le nozze di Figaro sono l’unica opera ma-
tura di Wolfgang senza “figura paterna”, senza “istanza superiore”: nessun
Nettuno o Bassa Selim o Commendatore o Don Alfonso o Sarastro o Tito),
ma anche, e forse ancor più, la vis ludico-parodica che da essa si sprigiona
quasi incontenibile. Il meccanismo a orologeria della folle journée segue un
movimento inarrestabile, pieno di travestimenti, colpi di scena, false piste,
oggetti-feticcio (come dice Jean Starobinski): la romance di Chérubin, il na-
stro, il brevetto da ufficiale, il biglietto dettato da Suzanne alla Contessa, la
spilla... Il tutto smontando e rimontando congegni arcinoti. La commedia di
Beaumarchais non nasce ex nihilo ma sfrutta tutta una serie di temi, situazio-
ni e personaggi ipercodificati se non inflazionati. Esilarante il gioco in contro-
piede con lo schema topico dell’agnizione nel terzo Atto della pièce (scena
XVI). Figaro è un trovatello con un geroglifico impresso al braccio destro, er-
go egli si aspetta (e noi con lui) – secondo il ben noto cliché narrativo – di
essere un “enfant perdu”, figlio di “nobles parents”. Niente affatto: nello
stesso istante viene riconosciuto come figlio di Bartholo e Marceline. Quando
il medico indica nella sua vecchia governante la madre del barbiere, quest’ul-
timo spera di aver capito male: “Figaro: Nourrice? Bartholo: Ta propre
mère!” (in Mozart-Da Ponte: “Bartolo: Ecco tua madre. Figaro: Balia... Barto-
lo: No, tua madre”). Il cantante Michael Kelly (il primo interprete di Don Ba-

62
silio e Don Curzio) racconta che il brano delle Nozze preferito da Mozart era
il sestetto che segue a questa paradossale agnizione: “Riconosci in questo
amplesso”. Ora, è significativo che questo pezzo sia costruito strutturalmen-
te come una sorta di forma sonata priva di sviluppo (la ripresa coincide con
le parole di Marcellina rivolte a Susanna: “Lo sdegno calmate, / Mia cara fi-
gliuola”), seguendo cioè una logica tematica e tonale rigorosa, desunta dalla
tradizione strumentale dello “stile classico”. La vis ludico-parodica di Beau-
marchais è in questo caso perfino rincarata da Mozart-Da Ponte. Per dirla
con Francesco Degrada, la situazione topica “viene fermata e oggettivata at-
traverso un processo di straniamento che ne sottolinea ulteriormente – ri-
spetto all’originale di Beaumarchais – le componenti ironiche e paradossali,
attirando l’attenzione dello spettatore sull’artificio della finzione teatrale e
sui suoi meccanismi”.
Ma non va dimenticato, anche, il senso di sfida implicito nella scelta mozar-
tiana. Come emerge nella prefazione del libretto pubblicato per la prima
rappresentazione, Mozart e Da Ponte erano perfettamente consapevoli “di
offrire [al pubblico] un quasi nuovo genere di spettacolo”, ovvero di creare
una nuova forma operistica in cui il dinamismo scenico di Beaumarchais sa-
rebbe stato tradotto in termini musicali secondo modalità del tutto inedite.
Basti pensare a che cosa diventa, nelle mani di Mozart, il tipico “finale a ca-
tena” dell’opera buffa italiana, riformulato nelle 939 battute del suo debor-
dante e travolgente finale del secondo Atto. La sfida venne dunque lanciata
al modello dell’opera buffa italiana incarnata allora soprattutto da Paisiello.
Nel 1784 aveva avuto infatti molto successo, a Vienna, Il re Teodoro in Vene-
zia di Giovanni Battista Casti per la musica, appunto, di Giovanni Paisiello;
un soggetto nuovo e attuale, ispirato al Candide di Voltaire. Orbene, non si
può non ricordare che lo stesso Paisiello era l’autore di un fortunatissimo
Barbiere di Siviglia (primo volet del trittico di Beaumarchais), composto per il
teatro di San Pietroburgo nel 1782 e rappresentato a Vienna l’anno successi-
vo. È evidente dunque che scegliendo Le nozze di Figaro (secondo volet del-
lo stesso trittico) Mozart volle misurarsi col collega italiano e con il genere
italianissimo dell’ opera buffa. Ne uscì quel “nuovo genere di spettacolo”
che scosse dalle fondamenta il teatro musicale di fine Settecento.

63
La musica
Elisabetta Fava*

Come sempre nel teatro mozartiano, l’opera comincia prima dell’opera, cioè
con l’ouverture, che in questo caso non anticipa singoli temi, ma condensa
nella sua corsa rapida e leggera il tono complessivo della vicenda, la frenesia
e insieme l’ariosità che la animano tutta. Anche al levarsi del sipario siamo
già come dentro una vicenda avviata, con il singolare duetto di Figaro e di
Susanna che cercano ognuno di richiamare su di sé l’attenzione dell’altro,
senza riuscirci. Fin d’ora si avvia una costruzione architettonicamente perfet-
ta, che avrà il suo culmine nel grande finale dell’Atto II e che al tempo stesso
mescola il tragico, il buffo, il pastorale e il religioso con la naturalezza che è
solo dei grandi drammaturghi, mettendo su tutto il lievito di un eros che di-
namizza ogni scena. La stizza di Figaro sbotta nella cavatina “Se vuol balla-
re”, in cui si prepara a combattere il Conte sul suo stesso terreno e per de-
notarlo usa l’andamento di minuetto, ossia la danza aristocratica. La parola
passa adesso alla controparte, con Bartolo (voce di basso) che deliba i piaceri
della vendetta lasciandosi trasportare a una sillabazione di rapidità sempre
più vertiginosa. Dopo un battibecco con Marcellina, Susanna resta sola con
Cherubino (soprano in panni maschili), che le parla dei suoi turbamenti di
adolescente in un’aria tutta fremiti e ondeggiamenti; l’ingresso prima di Ba-
silio e poi del Conte porta al terzetto “Cosa sento”, esempio magistrale di
forma musicale coniugata al procedere dell’azione e anche all’analisi psicolo-
gica. L’atto si conclude con un’aria solistica fra le più celebri, “Non più an-
drai”, scherzosa parodia delle marce, con uso di ritmi militareschi e strumen-
ti bandistici come le trombe.
L’Atto II invece viene aperto da un personaggio importantissimo, che finora
non si è ancora visto: la Contessa, portatrice, dentro l’opera buffa, di un ele-
mento lirico che rimanda piuttosto all’opera seria, in qualche caso persino al-
lo stile liturgico. La sua cavatina (ossia un’aria breve e senza virtuosismi) è
tutta raccoglimento e nostalgia, segnalate in orchestra anche dal clarinetto,
che in Mozart è sempre lo strumento degli affetti più profondi e sofferti; tut-
ta azione, invece, è l’aria seguente, cantata da Susanna mentre veste Cheru-
bino e parla ora a lui, ora alla Contessa. Questo dinamismo, inoculato a sor-
presa dentro una forma tradizionalmente statica come l’aria, prepara allo
straordinario finale, mai così incalzante, con il continuo scivolamento di una
scena nell’altra secondo gli spostamenti dei personaggi e le sorprese dell’a-
zione: dalla trepidazione della Contessa ai rabbuffi del Conte, dalle goffaggi-
ni del giardiniere al furbo argomentare di Figaro; e, in mezzo, momenti quasi
di commozione, come “Deh signor, nol contrastate”, da cui traspare la verità
del sentimento che anima i personaggi al di là di finzioni e scaramucce.
L’Atto III si apre con un dialogo parlato, da cui si sprigiona il duetto fra il
Conte e Susanna; riprendere la musica dopo gli stacchi recitati è sempre sta-
to considerato un problema, che qui Mozart risolve, ancora una volta, attac-
cando il brano come se già fosse cominciato. Questo ennesimo duetto è un
capolavoro di schermaglie, con Susanna che mente con la miglior buona

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grazia del mondo, ma a un certo punto se ne dimentica e risponde a spro-
posito, disorientando di nuovo il Conte. Poco dopo è il momento dell’aria
solistica del Conte, che finora era mancata e che attinge ai parametri dell’o-
pera seria: recitativo introduttivo, accompagnato da tutta l’orchestra come si
addice ai personaggi di lignaggio alto; poi aria di collera, in cui si sente ribol-
lire tutto il risentimento del Conte; e sezione conclusiva più mossa, che san-
ziona con stentorei unisoni la volontà di agire (“Tu non nascesti, audace!”).
Ma i piani del Conte vanno a monte, per il momento, per via dell’inattesa
agnizione: Figaro si scopre essere figlio di Marcellina e di Bartolo. Segue un
sestetto, movimentato dall’intervento di Susanna, prima furibonda, poi
(compresa la situazione) divertita: memorabili le ripetizioni “Sua madre?”,
“Suo padre?” che contagiano tutto il piccolo gruppo, anticipando, quel che
sarà, in contesto serio, il “Sein Weib?” di una scena culminante del Fidelio di
Beethoven. Torniamo nelle stanze della Contessa, a cui spetta una seconda
aria, di nuovo tutta interiore, ma questa volta ampia e articolata, con una se-
zione finale più mossa e aperta alla speranza. Dopo il duettino in cui la Con-
tessa detta a Susanna una finta lettera per il Conte (nel dolce ritmo pastorale
di 6/8), entriamo nel finale d’atto, con il coro pastorale dei contadini e infine
il fandango generale, che festeggia le nozze di Figaro e Susanna.
L’Atto IV ci porta in esterno e di notte; ad aprirlo è un personaggio seconda-
rio, una bimba, Barbarina, a cui Mozart regala un minuto di musica in cui
condensa e sublima tutto il patetismo dello stile galante. Subito dopo, l’ira di
Figaro, che si sente tradito prima ancora di essere sposo, esplode in un’aria
contro le donne, con i corni che intervengono ammiccanti e derisori. Ma ec-
co la notte intervenire a svelare gli arcani; prima è Susanna, a cantare tutto il
suo amore, ben sapendo che il geloso Figaro la sta ascoltando; e il desiderio
emoziona la voce, facendola scendere a un registro contraltile su “notturna
face” e poi risalire come in estasi sull’immagine finale “ti vo’ la fronte inco-
ronar”. Comincia qui la notte degli inganni, che in realtà diventa la notte dei
disvelamenti, lasciandosi alle spalle la commedia di imbrogli e già intuendo e
realizzando il mistero della notte romantica; la verità delle voci, con il loro
timbro inconfondibile, prevale sulla finzione del travestimento e ai toni mor-
daci si sostituisce la tenerezza, prima nel duetto di Figaro con Susanna (“Pa-
ce, pace, mio dolce tesoro”) e poi nel perdono della Contessa, che sigilla l’o-
pera con accenti di religioso stupore.

* Elisabetta Fava, musicologa diplomata in pianoforte e laureata alla scuola di Giorgio Pestelli, in-
segna Storia della musica all’Università di Torino. Esperta del Lied tedesco, ha pubblicato libri su
Hugo Wolf, Carl Loewe e il saggio sull’opera romantica tedesca Ondine, vampiri e cavalieri.

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