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Capitolo 5
Applicazione
di lenti a
contatto morbide
Le lenti a contatto morbide continuano a domi-
Punti chiave
nare la maggior parte dei mercati delle lenti a
Punti chiave
49
Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide
P
rescrivere i giusti materiali, dimensioni e modalità di
porto della lente per adattarli alla topografia oculare e
allo stile di vita del portatore, dovrebbe essere l’obiet-
tivo di ogni contattologo professionista. Un’applicazione sub-
ottimale o una scelta inappropriata possono provocare un di-
scomfort associato all’uso delle lenti e/o avere un potenziale
impatto fisiologico che possono contribuire all’interruzione
FIGURA 1 Applicazione della lente in
posizione primaria di sguardo del loro utilizzo2. Le esperienze con le lenti in silicone idrogel
di prima generazione a modulo di elasticità più elevato ci ri-
cordano l’importanza di un’applicazione ottimale.
Si è discusso del fatto che l’abilità nella pratica contattologi-
ca si è spostata dagli aspetti meccanici dell’applicazione del-
le lenti al monitoraggio della fisiologia oculare del portatore.
Nell’applicazione delle lenti morbide dove le opzioni a dispo-
sizione dei professionisti sono spesso limitate ad un design
“one-fit”, ovvero ad una unica applicazione, conseguire un’alta
percentuale di applicazioni accettabili, capire come valutare
ed ottimizzare l’applicazione stessa sono fattori di importan-
za primaria.
Molti miti sull’applicazione e il design delle lenti a contatto
morbide sono stati riassunti in testi specialistici3. Questo ca-
FIGURA 2 Copertura corneale
pitolo offre una panoramica sugli aspetti principali di applica-
insufficiente e staining da essicca zione delle lenti a contatto morbide, senza indicare prodotti
mento ad essa associato specifici. Tutte le regole che vengono seguite nell’applicazio-
ne delle lenti idrogel riguardano anche i materiali in silicone
idrogel.
Copertura corneale
La lente deve coprire la cornea in posizione primaria (Figura
1) ed in tutte le posizioni di sguardo, per evitare l’essiccamen-
to di una cornea esposta, che a sua volta causa lo sviluppo di
staining epiteliale (Figura 2).
Applicazione dinamica
La lente deve permettere il ricambio lacrimale per favorire
l’eliminazione dei residui metabolici corneali. È stato ora am-
piamente dimostrato che il movimento della lente a contat-
to morbida gioca soltanto un ruolo minore nell’ossigenazio-
ne corneale. L’effetto pompa lacrimale è minimo per le lenti
morbide rispetto alle lenti rigide, elemento significativo per la
gestione del portatore di lenti morbide. Il professionista non
deve aumentare il movimento della lente per alleviare i segni
dell’ipossia nel portatore di lenti idrogel.
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto
Allineamento
La lente deve allinearsi alla cornea e alla congiuntiva e non de-
terminare un’indentazione dei vasi congiuntivali, fattore che
sarebbe indicativo di stagnazione lacrimale in questa regione
e di un ridotto apporto di ossigeno al limbus. Analogamente,
la lente non deve neppure mostrare segni di sollevamento o
ondulazione dei bordi, indicativi di un discomfort d’uso.
Strumentazione - cheratometria
Scelta della lente di prova
Le letture cheratometriche sono scarse indicazioni dell’appli-
cazione di una lente a contatto morbida. Vari studi, ad esem-
pio quelli compiuti da Gundal4, hanno dimostrato l’assenza di
correlazione fra le letture K centrali o periferiche e la lente a
contatto morbida con la migliore applicazione. Ciononostante,
si continuano a produrre guide all’applicazione in cui le letture
K vengono citate come misure in base alle quali si seleziona la
curva base iniziale. Il motivo per cui le letture K fornite dal
cheratometro non sono predittive di applicazione di una lente
morbida è stato spiegato da Young5. Il rapporto tra la profon-
dità sagittale (SAG) della lente e l’altezza sagittale del segmen-
to anteriore dell’occhio oltre il diametro della lente determina
l’applicazione della lente.
Teoricamente, se la SAG della lente è superiore alla SAG ocula-
re, la lente verrà applicata con un forte inclinazione e viceversa.
Utilizzando un modello matematico per calcolare la SAG ocu-
lare ed in seguito inserendo range di valori normali per ogni
variabile con il modello, Young ha dimostrato che la variabilità
del fattore di forma riscontrata nella popolazione normale eser-
citava un effetto più ampio sulla SAG rispetto al raggio o al
diametro della cornea.
Dati basali
Sebbene la cheratometria non svolga un ruolo nella scelta della
lente di prova iniziale, le letture fornite dal cheratometro devo-
no essere effettuate a scopi comparativi nel tempo.
TABELLA 1
P E R F O R M ANCE A P P L ICA Z I O NE F I S ICA
Topografia corneale
La topografia corneale può essere utilizzata per localizzare l’api-
ce corneale. Questo è particolarmente utile perché la lente sarà
centrata sull’apice anziché sul centro geometrico della cornea. Se
l’apice è spostato, la lente si decentrerà. La localizzazione dell’api-
ce consentirà di stabilire la migliore opzione di gestione.
Regola TD
La normale regola TD (diametro totale) può essere applicata per
misurare parametri esterni generali. L’HVID (diametro orizzon-
tale visibile dell’iride) è utile nell’applicazione delle lenti morbide
e fungerà da fattore determinante del diametro totale. L’HVID
deve essere di almeno 1mm inferiore al TD della lente da appli-
care. La misurazione del segmento anteriore con l’utilizzo di un
regolo di questo tipo è un metodo grossolano e si dovrà quindi
impiegare un reticolo applicato sulla lampada a fessura.
Biomiscroscopia
Il biomicroscopio è uno strumento essenziale. Nell’applicazione
delle lenti morbide, il suo scopo primario è quello di consentire
di giudicare, e in seguito di registrare, l’applicazione della lente
sull’occhio. Nell’applicazione delle lenti morbide, oltre a registra-
re le lesioni e le misure del segmento anteriore, il reticolo della
lampada a fessura consente al professionista anche di valutare ac-
curatamente il preciso movimento post-ammiccamento di una
lente a contatto.
Mentre molti testi e guide all’applicazione indicano come len-
te a contatto morbida con applicazione ottimale una lente con
movimento di 1mm, l’effettivo movimento post-ammiccamento
misura solitamente tra 0,2 e 0,4mm. Nella Figura 3, un cursore
è sovrapposto all’occhio proprio per dimostrare quanto appare
‘grande’ 1mm attraverso la lampada a fessura. Una lente che si
sposta tanto quanto il marcatore nella Figura 3a, verrebbe valu-
tata dalla maggior parte dei professionisti come indicativa di un
movimento eccessivo, anche se la misura registrata è di 1mm. In
effetti, l’entità mostrata nella Figura 3b è più vicina a quella tipi-
camente osservata in una lente a contatto morbida e, in questo
caso, è di 0,3mm.
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto
Tecniche
Per le applicazioni di lenti a contatto, è necessario eseguire un esa-
me iniziale volto a giudicare l’idoneità del soggetto e a valutarne le
esigenze.
Periodo di adattamento –
caratteristiche dell’applicazione
Una volta inserite le lenti, l’applicazione deve essere valutata al ter-
mine di un idoneo periodo di assestamento. La perdita d’acqua di
una lente a contatto morbida, subita nel momento stesso in cui viene
posizionata nell’occhio, modificherà i parametri ed eventualmente
le caratteristiche di applicazione, da qui si intuisce l’importanza di
valutare l’applicazione una volta che la lente abbia raggiunto l’equi-
librio con il film lacrimale.
La teoria classica sulle lenti a contatto morbide afferma che prima
di valutare l’applicazione la lente deve assestarsi per un periodo va-
riabile tra i 20 e i 40 minuti. Il recente studio di Brennan et al6, ha
esaminato le variazioni in termini di caratteristiche di applicazione
in lenti a basso ed alto contenuto d’acqua nel corso di un periodo di
porto di otto ore, riscontrando che il movimento della lente diminu-
iva in misura significativa nel corso dei primi 25-30 minuti di porto.
Il tempo minimo per prevedere le caratteristiche dell’applicazione
finale era di cinque minuti dopo l’inserimento della lente. È stato
pertanto proposto di valutare l’applicazione all’inizio, dopo cinque
minuti e, ove riscontrata inaccettabile in tale momento temporale,
di inserire un’altra lente di prova.
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Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide
Esame al biomicroscopio
Successivamente alla sovrarefrazione, l’applicazione della len-
te deve essere valutata in lampada a fessura. Un’illuminazione
diretta diffusa ed un ingrandimento medio-alto devono essere
impiegati per osservare la lente sull’occhio. Devono essere com-
piute le seguenti valutazioni:
• Copertura corneale — con l’occhio in posizione primaria, la
lente deve mostrare una copertura corneale completa prima,
dopo e durante l’ammiccamento (Figura 1) e intorno a 1mm
della congiuntiva superiore.
• Centratura — la lente deve essere centrata rispetto alla cor-
nea in posizione primaria di sguardo e mantenere la copertura
corneale completa dello sguardo in escursione (LAG) (Figura
4) e dello sguardo in alto (SAG) (Figura 5). Sebbene i test e le
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto
1.5 100
90
80
70
60
1 50
40
30
20
10
0 0
-20 -15 -10 -5 -20 -15 -10 -5
Pressione di schiacciamento Pressione di schiacciamento
FIGURA 7 Relazione tra un movimento della lente FIGURA 8 Relazione tra la valutazione clinica
in vivo e la pressione di schiacciamento misurata dell’applicazione della lente e la pressione di
sull’occhio che funge da modello (secondo Martin schiacciamento misurata sull’occhio che funge da
et al8) modello (secondo Martin et al8)
25
8.2
8.2 8.6
20
8.6 9
9 n = 70
N. occhio 15
n
10
0
Movimento della lente 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1
Movimento post-ammiccamento (mm)
FIGURA 9a L’effetto, comune, falsamente previsto Figure 9b L’effetto reale di un BOZR variabile sul
di BOZR (raggio di curvatura della zona ottica movimento post-ammiccamento di una lente morbida
posteriore) variabile sul movimento della lente (secondo Young et al3)
(secondo Young et al3)
I risultati
Coerentemente con la buona pratica clinica in ambito optome-
trico, un’osservazione particolare non deve essere vista isolata.
L’interpretazione dei risultati è facilitata dal professionista che
segue una routine strutturata (Tabella 2).
La Tabella 3 riassume le valutazioni chiave di una procedura
di applicazione di lenti a contatto morbide e mostra le carat-
teristiche di un’applicazione ideale. La tabella illustra anche
le risposte sub-ottimali che è possibile osservare e suggerisce
le azioni da intraprendere per porvi rimedio. In questa sezio-
ne, analizzeremo i fattori che influiscono sull’applicazione e le
azioni correttive che è possible attuare.
Le indicazioni di un’applicazione stretta o piatta sono riassunte
nella Tabella 4 ed illustrate nelle Figure 10 e 11.
TABELLA 2
Sintomo
- Comfort
- Visivo
Risultato sub-ottimale
Esame delle lampade a fessura
- Copertura corneale
- Allineamento dei bordi
- Movimento in posizione
- Centratura
- Push-up test
Valutazione dell’applicazione
iniziale
• Morfologia delle lacrime — sia il pH sia la pressione osmotica FIGURA 10 “Fluting” (ondulazione)
possono cambiare i parametri delle lenti ed influire sulla loro del bordo per applicazione di una
applicazione. Una riduzione del pH porta ad una variazione lente piatta
dei parametri delle lenti a contatto ioniche ed uno studio10 ha
dimostrato che sia le lenti ioniche sia quelle non ioniche sono
più aderenti nell’applicazione via via che la tonicità del film
lacrimale si riduce. Questo dato è clinicamente significativo
poiché se non si ottiene un’applicazione soddisfacente con un
materiale si può cambiare la ionicità o il contenuto d’acqua in
un altro materiale.
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto
Sovrarefrazione precisa Visione variabile dopo Lente piatta Modificare: stringere applicazione
l’ammiccamento
Sovrarefrazione variabile Lente piatta Modifica: stringere applicazione
Centratura Copertura corneale Copertura della congiuntiva Lente troppo grande Ridurre il diametro totale
completa (oltre 1 - 2 mm) maggiore di 2mm Lente troppo piccola Aumentare il diametro totale
Esposizione corneale Centratura scadente Stringere applicazione
Centrata in tutte le Esposizione corneale alle Lente piatta Stringere l’applicazione prima di
posizioni di sguardo estremità dello sguardo Palpebre strette aumentare il diametro totale
Provare una lente più sottile
Allineamento Regolare allineamento Sollevamento o Lente piatta Stringere applicazione
bordi rispetto alla congiuntiva deformazione dei bordi Design periferico della Provare un design diverso
lente
Indentazione congiuntivale Lente stretta Appiattire lente
Design periferico della Provare un design diverso
lente
Movimento Movimento compreso tra Inferiore a 0,25mm Lente stretta Appiattire lente
in posizione 0,25 e 0,50mm Lacrime ipotoniche Provare un materiale diverso
primaria di stringere applicazione
sguardo
Superiore a 0,50mm Lente piatta Controllare per escludere la presenza
di corpo estraneo
Lacrimazione Lasciare un tempo di assestamento
eccessiva più lungo
Push up test Morbido recupero dal Resistenza al movimento Lente stretta Appiattire lente
push-up Lacrime ipotoniche Provare un materiale diverso
Movimento eccessivo e Lente piatta Stringere applicazione
ritorno in posizione errato Lacrimazione Controllare per esclusione la
eccessiva presenza di un corpo esterno
Lasciare un tempo di assestamento
più lungo
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Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide
Conclusioni
Ringr aziamenti
Sebbene i professionisti al momento di decidere l’applicazione Si ringraziano David Ruston per
ottimale per una lente a contatto morbida abbiano un minor le Figure 2, 6, 10 e 11, e Graeme
numero di parametri da scegliere rispetto a quelli disponibili Young per la sua consulenza.
per le lenti rigide, è ancora importante che vengano valutati in
modo accurato per assicurare un porto confortevole della len-
te. Essendo le lenti idrogel diventate più sottili, con moduli di
elasticità inferiori, ed essendo migliorato il design delle lenti,
il numero di parametri necessari per applicare le lenti ad una
popolazione normale si è ridotto. Con l’introduzione sul mer-
cato di materiali in silicone idrogel ad alti moduli, ottimizzare
l’applicazione è importante ai fini di un esito di successo.
B I B L I O G R A F IA
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The Vision Care Institute™ è un marchio registrato di Johnson & Johnson Medical Holding S.p.A.
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