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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

Capitolo 5

Applicazione
di lenti a
contatto morbide
Le lenti a contatto morbide continuano a domi-
Punti chiave
nare la maggior parte dei mercati delle lenti a
Punti chiave

Ottimizzare l’applicazione della


lente morbida è una considera- contatto, rappresentando circa il 90% di tutte
zione importante
le applicazioni nel mondo1. La gamma di opzio-
Un’applicazione ideale delle lenti
a contatto morbide deve presen- ni nei materiali, design e frequenza di sostitu-
tare le seguenti caratteristiche:
- Comfort (> 9/10) zione delle lenti a contatto a disposizione conti-
- Visione nitida, chiara e stabile
- Copertura completa della cor- nua ad ampliarsi. Pur restando predominanti le
nea in tutte le direzioni di
sguardo
lenti idrogel, sono in aumento le prescrizioni di
- Corretto allineamento del bor- lenti in silicone idrogel che, globalmente, costi-
do con la congiuntiva
- Adeguata dinamica al push up tuiscono quasi un quarto di tutte le applicazio-
- Adeguato movimento per
il ricambio lacrimale (0.2- ni di lenti morbide. Oltre agli sforzi per miglio-
0.4mm)
rare la soddisfazione dei portatori e il successo
La selezione della lente e della
curva base sono indipendenti del porto prolungato delle lenti a contatto, non
dalle letture cheratometriche
deve, tuttavia, essere ignorata l’attenzione de-
Il test del push-up ha più valore
della diamica post-ammicca- dicata alla scelta e l’ottimizzazione dell’ adat-
mento
tamento. Sebbene vi siano meno parametri di
Adottare un sistema di valuta-
zione di routine, passando dalle cui tenere conto nell’applicazione di lenti mor-
tecniche meno invasive a quelle
più invasive
bide, è certamente ancora importante valutare
accuratamente l’applicazione.

49
Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

P
rescrivere i giusti materiali, dimensioni e modalità di
porto della lente per adattarli alla topografia oculare e
allo stile di vita del portatore, dovrebbe essere l’obiet-
tivo di ogni contattologo professionista. Un’applicazione sub-
ottimale o una scelta inappropriata possono provocare un di-
scomfort associato all’uso delle lenti e/o avere un potenziale
impatto fisiologico che possono contribuire all’interruzione
FIGURA 1 Applicazione della lente in
posizione primaria di sguardo del loro utilizzo2. Le esperienze con le lenti in silicone idrogel
di prima generazione a modulo di elasticità più elevato ci ri-
cordano l’importanza di un’applicazione ottimale.
Si è discusso del fatto che l’abilità nella pratica contattologi-
ca si è spostata dagli aspetti meccanici dell’applicazione del-
le lenti al monitoraggio della fisiologia oculare del portatore.
Nell’applicazione delle lenti morbide dove le opzioni a dispo-
sizione dei professionisti sono spesso limitate ad un design
“one-fit”, ovvero ad una unica applicazione, conseguire un’alta
percentuale di applicazioni accettabili, capire come valutare
ed ottimizzare l’applicazione stessa sono fattori di importan-
za primaria.
Molti miti sull’applicazione e il design delle lenti a contatto
morbide sono stati riassunti in testi specialistici3. Questo ca-
FIGURA 2 Copertura corneale
pitolo offre una panoramica sugli aspetti principali di applica-
insufficiente e staining da essicca zione delle lenti a contatto morbide, senza indicare prodotti
mento ad essa associato specifici. Tutte le regole che vengono seguite nell’applicazio-
ne delle lenti idrogel riguardano anche i materiali in silicone
idrogel.

L’applicazione ideale delle lenti a


contatto morbide
Il giudizio dell’applicazione implica una valutazione sia dei cri-
teri statici sia dei criteri dinamici. L’applicazione ideale delle
lenti a contatto morbide dovrebbe mostrare le seguenti carat-
teristiche:

Copertura corneale
La lente deve coprire la cornea in posizione primaria (Figura
1) ed in tutte le posizioni di sguardo, per evitare l’essiccamen-
to di una cornea esposta, che a sua volta causa lo sviluppo di
staining epiteliale (Figura 2).

Applicazione dinamica
La lente deve permettere il ricambio lacrimale per favorire
l’eliminazione dei residui metabolici corneali. È stato ora am-
piamente dimostrato che il movimento della lente a contat-
to morbida gioca soltanto un ruolo minore nell’ossigenazio-
ne corneale. L’effetto pompa lacrimale è minimo per le lenti
morbide rispetto alle lenti rigide, elemento significativo per la
gestione del portatore di lenti morbide. Il professionista non
deve aumentare il movimento della lente per alleviare i segni
dell’ipossia nel portatore di lenti idrogel.

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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

Allineamento
La lente deve allinearsi alla cornea e alla congiuntiva e non de-
terminare un’indentazione dei vasi congiuntivali, fattore che
sarebbe indicativo di stagnazione lacrimale in questa regione
e di un ridotto apporto di ossigeno al limbus. Analogamente,
la lente non deve neppure mostrare segni di sollevamento o
ondulazione dei bordi, indicativi di un discomfort d’uso.

Centratura della lente


La lente dovrebbe rimanere approssimativamente in posizione
centrale rispetto alla cornea, in tutte le posizioni di sguardo.
In caso contrario possono verificarsi episodi di essiccamento
corneale e stress meccanico sulla cornea periferica.

Risposta del portatore


Una volta soddisfatti i criteri sopra indicati, il portatore deve
ottenere un alto livello di comfort e conseguire una visione
stabile e nitida. La Tabella 1 riassume i requisiti dell’applica-
zione fisica e della performance.

Strumentazione - cheratometria
Scelta della lente di prova
Le letture cheratometriche sono scarse indicazioni dell’appli-
cazione di una lente a contatto morbida. Vari studi, ad esem-
pio quelli compiuti da Gundal4, hanno dimostrato l’assenza di
correlazione fra le letture K centrali o periferiche e la lente a
contatto morbida con la migliore applicazione. Ciononostante,
si continuano a produrre guide all’applicazione in cui le letture
K vengono citate come misure in base alle quali si seleziona la
curva base iniziale. Il motivo per cui le letture K fornite dal
cheratometro non sono predittive di applicazione di una lente
morbida è stato spiegato da Young5. Il rapporto tra la profon-
dità sagittale (SAG) della lente e l’altezza sagittale del segmen-
to anteriore dell’occhio oltre il diametro della lente determina
l’applicazione della lente.
Teoricamente, se la SAG della lente è superiore alla SAG ocula-
re, la lente verrà applicata con un forte inclinazione e viceversa.
Utilizzando un modello matematico per calcolare la SAG ocu-
lare ed in seguito inserendo range di valori normali per ogni
variabile con il modello, Young ha dimostrato che la variabilità
del fattore di forma riscontrata nella popolazione normale eser-
citava un effetto più ampio sulla SAG rispetto al raggio o al
diametro della cornea.

Dati basali
Sebbene la cheratometria non svolga un ruolo nella scelta della
lente di prova iniziale, le letture fornite dal cheratometro devo-
no essere effettuate a scopi comparativi nel tempo.

Valutazione dell’applicazione della lente


La qualità delle mire del cheratometro pre e post-ammicca-
mento possono essere usate per aiutare a giudicare le caratte-
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Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

Requisiti dell’adattamento di lenti morbide

TABELLA 1
P E R F O R M ANCE A P P L ICA Z I O NE F I S ICA

Confortevole Centrata sull’occhio


Visione stabile Copertura corneale completa in tutte le
posizioni di sguardo
Movimento sufficiente
Conforme alla topografia oculare anteriore

FIGURA 3 Cursore di misura


sovrapposto indicante 0.1 mm
ristiche dell’applicazione. Le mire dovrebbero rimanere chiare
(sinistra) e 0.33 mm (destra) in tutte le fasi. Con l’applicazione di una lente stretta, le mire
appariranno sfocate prima di un ammiccamento e nitide dopo
l’ammiccamento. Con lente ad applicazione piatta, si verifiche-
rà la situazione contraria. Pur essendo questo un metodo spesso
citato per la valutazione dell’applicazione delle lenti, gli autori
ritengono che esso abbia un’applicazione limitata nei moderni
design sottili.

Topografia corneale
La topografia corneale può essere utilizzata per localizzare l’api-
ce corneale. Questo è particolarmente utile perché la lente sarà
centrata sull’apice anziché sul centro geometrico della cornea. Se
l’apice è spostato, la lente si decentrerà. La localizzazione dell’api-
ce consentirà di stabilire la migliore opzione di gestione.

Regola TD
La normale regola TD (diametro totale) può essere applicata per
misurare parametri esterni generali. L’HVID (diametro orizzon-
tale visibile dell’iride) è utile nell’applicazione delle lenti morbide
e fungerà da fattore determinante del diametro totale. L’HVID
deve essere di almeno 1mm inferiore al TD della lente da appli-
care. La misurazione del segmento anteriore con l’utilizzo di un
regolo di questo tipo è un metodo grossolano e si dovrà quindi
impiegare un reticolo applicato sulla lampada a fessura.

Biomiscroscopia
Il biomicroscopio è uno strumento essenziale. Nell’applicazione
delle lenti morbide, il suo scopo primario è quello di consentire
di giudicare, e in seguito di registrare, l’applicazione della lente
sull’occhio. Nell’applicazione delle lenti morbide, oltre a registra-
re le lesioni e le misure del segmento anteriore, il reticolo della
lampada a fessura consente al professionista anche di valutare ac-
curatamente il preciso movimento post-ammiccamento di una
lente a contatto.
Mentre molti testi e guide all’applicazione indicano come len-
te a contatto morbida con applicazione ottimale una lente con
movimento di 1mm, l’effettivo movimento post-ammiccamento
misura solitamente tra 0,2 e 0,4mm. Nella Figura 3, un cursore
è sovrapposto all’occhio proprio per dimostrare quanto appare
‘grande’ 1mm attraverso la lampada a fessura. Una lente che si
sposta tanto quanto il marcatore nella Figura 3a, verrebbe valu-
tata dalla maggior parte dei professionisti come indicativa di un
movimento eccessivo, anche se la misura registrata è di 1mm. In
effetti, l’entità mostrata nella Figura 3b è più vicina a quella tipi-
camente osservata in una lente a contatto morbida e, in questo
caso, è di 0,3mm.
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

La lampada a fessura trova applicazione anche nella valutazione


della tenuta palpebrale, della centratura e della copertura corneale,
dell’applicazione ai bordi e nella visualizzazione dell’applicazione
complessiva della lente utilizzando il push-up test (rapido movimen-
to di riposizionamento in seguito a spinta verso l’alto).

Tecniche
Per le applicazioni di lenti a contatto, è necessario eseguire un esa-
me iniziale volto a giudicare l’idoneità del soggetto e a valutarne le
esigenze.

Lente di prova iniziale –


scelta ed applicazione
La prima lente di prova deve essere scelta sulla base dei criteri di
seguito descritti:
• Potere del vertice posteriore — deve avvicinarsi il più possibile
alla prescrizione del portatore per consentirgli di giudicare corret-
tamente i benefici dell’uso delle lenti a contatto e facilitarne l’adat-
tamento. Ove non sia disponibile il potere esatto, è preferibile che
la lente venga scelta per una condizione di sottocorrezione anziché
di una sovracorrezione, onde evitare il verificarsi di spasmi acco-
modativi che potrebbero influenzare una sovrarefrazione. Ove si
debba tentare la monovisione, deve essere scelta la lente che si av-
vicini il più possibile ai poteri corretti.
• Diametro totale — deve essere superiore all’HVID di circa 2,5mm
per consentire una copertura corneale completa.
• Raggio della zona ottica posteriore — laddove sia disponibile una
scelta di curve base, attenersi alle linee guida fornite dal fabbricante
per quale lente provare per prima. Si dovrà eseguire questa opera-
zione senza considerare i valori delle letture K.

Periodo di adattamento –
caratteristiche dell’applicazione
Una volta inserite le lenti, l’applicazione deve essere valutata al ter-
mine di un idoneo periodo di assestamento. La perdita d’acqua di
una lente a contatto morbida, subita nel momento stesso in cui viene
posizionata nell’occhio, modificherà i parametri ed eventualmente
le caratteristiche di applicazione, da qui si intuisce l’importanza di
valutare l’applicazione una volta che la lente abbia raggiunto l’equi-
librio con il film lacrimale.
La teoria classica sulle lenti a contatto morbide afferma che prima
di valutare l’applicazione la lente deve assestarsi per un periodo va-
riabile tra i 20 e i 40 minuti. Il recente studio di Brennan et al6, ha
esaminato le variazioni in termini di caratteristiche di applicazione
in lenti a basso ed alto contenuto d’acqua nel corso di un periodo di
porto di otto ore, riscontrando che il movimento della lente diminu-
iva in misura significativa nel corso dei primi 25-30 minuti di porto.
Il tempo minimo per prevedere le caratteristiche dell’applicazione
finale era di cinque minuti dopo l’inserimento della lente. È stato
pertanto proposto di valutare l’applicazione all’inizio, dopo cinque
minuti e, ove riscontrata inaccettabile in tale momento temporale,
di inserire un’altra lente di prova.
53
Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

Periodo di adattamento – caratteristiche


fisiologiche e psicologiche
Cinque minuti sono chiaramente insufficienti per giudicare la
risposta fisiologica alla lente e, per i nuovi portatori, per valu-
tare il comfort nel corso della giornata. Una prova effettuata
‘andando in giro’ per un tempo più prolungato consente al por-
tatore di apprezzare cosa significhi in termini visivi indossare le
lenti a contatto. In ultima analisi, l’aftercare continuo permette
al professionista contattologo di monitorare la risposta fisiolo-
FIGURA 4 LAG della lente
gica alle lenti.
Una volta applicata la lente di prova, la valutazione deve esse-
re effettuata partendo dalla tecnica meno invasiva a quella più
invasiva.

Risposta soggettiva del portatore


• Comfort — la lente deve dare una sensazione virtualmente im-
percettibile sull’occhio, in particolare all’inserimento. L’even-
tuale discomfort avvertito all’inizio a causa delle differenze di
FIGURA 5 SAG della lente osmolarità e pH tra la soluzione di conservazione della lente
e le lacrime del soggetto, deve essere risolto rapidamente. La
sensazione che dà la lente deve essere costante, senza diffe-
renze significative nel movimento oculare laterale o nell’am-
miccamento. Come regola generale, si può affermare che il
comfort riportato deve essere 9/10 o migliore.
• Visione — con la sovrarefrazione appropriatamente inserita,
la visione deve risultare stabile e nitida, i soggetti con difetti
rifrattivi elevati potrebbero notare una distorsione periferica
ed avere inizialmente delle difficoltà nel giudicare le distanze
a causa delle variazioni di ingrandimento che devono tuttavia
essere rapidamente risolte.

Sovrarefrazione ed acuità visiva


Una normale sovrarefrazione deve essere effettuata con un
bilanciamento binoculare. La refrazione deve avere una mes-
sa a fuoco chiara e l’acuità visiva deve essere stabile e nitida.
Eventuali variazioni possono essere indicative di applicazione
scadente e si raccomanda pertanto di utilizzare il retinoscopio
per confermarla.

Esame al biomicroscopio
Successivamente alla sovrarefrazione, l’applicazione della len-
te deve essere valutata in lampada a fessura. Un’illuminazione
diretta diffusa ed un ingrandimento medio-alto devono essere
impiegati per osservare la lente sull’occhio. Devono essere com-
piute le seguenti valutazioni:
• Copertura corneale — con l’occhio in posizione primaria, la
lente deve mostrare una copertura corneale completa prima,
dopo e durante l’ammiccamento (Figura 1) e intorno a 1mm
della congiuntiva superiore.
• Centratura — la lente deve essere centrata rispetto alla cor-
nea in posizione primaria di sguardo e mantenere la copertura
corneale completa dello sguardo in escursione (LAG) (Figura
4) e dello sguardo in alto (SAG) (Figura 5). Sebbene i test e le
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

guide all’applicazione raccomandino di valutare entrambe le a


variabili per giudicare l’applicazione di una lente, studi indi-
cano il loro scarso valore predittivo al momento di decidere
se l’applicazione della lente sia o meno stata effettuata con
successo.
• Movimento post-ammiccamento nella posizione primaria di
sguardo — deve essere giudicato o, idealmente, registrato
con un reticolo. Può essere ottenuto osservando la lente du-
rante l’ammiccamento o, laddove la palpebra inferiore copra
FIGURA 6a Il push-up test - dito in
il bordo della lente inferiore, da ore 4 o a ore 8. In alcuni casi, posizione
può essere necessario spostare con le dita la palpebra inferiore
prima di compiere la valutazione.
b
Il movimento ideale della lente, come misurato, deve variare
tra 0,2 e 0,4mm. Nei design sottili, ad alto contenuto d’acqua
e a basso modulo di elasticità delle attuali lenti a contatto, il
movimento osservato è spesso minore rispetto a quello riscon-
trato nei design più vecchi, più spessi e a più basso contenuto
d’acqua. A volte, può essere difficile giudicare l’applicazione
soltanto in base al movimento ed una migliore valutazione
della dinamica delle lenti può essere compiuta al push-up
test. FIGURA 6b Il push-up test - lente
spostata verso l’alto
• Push-up test — la valutazione della “tenuta” della lente è una
misura del rapporto di applicazione della lente con l’occhio. È
il sistema più efficace di giudicare l’applicazione dinamica del-
la lente. Il professionista sposta la lente verticalmente, tramite
la pressione esercitata sulla palpebra inferiore utilizzando il
dito. La lente può essere ricentrata mentre viene osservata dal
professionista (Figura 6).
Il professionista valuta la relativa facilità con la quale la lente
viene spostata e la velocità con la quale riassume la sua posi-
zione originale. È stata proposta una valutazione in percen-
tuale in cui 100% rappresenta una lente impossibile da spo-
stare e 0% indica una lente che scivola via dalla cornea senza
supporto palpebrale. Una lente con un’applicazione ottimale
verrebbe registrata come 50%7.
Il significato del push-up test è stato descritto da Martin et al
8,9
. Martin ha dimostrato che il movimento del fluido sotto una
lente morbida è determinato dalla pressione di schiacciamen-
to, o la forza tra la superficie anteriore dell’occhio e la super-
ficie posteriore della lente. Con l’aumentare della pressione di
schiacciamento, l’entità dello scambio del fluido diminuisce.
Il movimento della lente a contatto morbida mostra una scar-
sa correlazione con la pressione di schiacciamento, che agisce
da fattore limitante, al di sopra del quale una lente non mostra
alcun movimento.
Questa correlazione è evidenziata nella Figura 7, un adatta-
mento da Martin et al che dimostra che le lenti possono avere
una pressione di schiacciamento abbastanza bassa da consen-
tire lo scambio del fluido senza tuttavia evidenziare alcun mo-
vimento. In confronto, la tenuta, come misurata al push-up
test, ha dato prova di un rapporto lineare con la pressione di
schiacciamento (Figura 8) e deve pertanto essere considerata
l’elemento che nel giudicare l’applicazione di una lente ha per
così dire il ruolo da “arbitro”.
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Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

1.5 100
90

Movimento della lente (mm)


Movimento della lente (mm)

80
70
60
1 50
40
30
20
10
0 0
-20 -15 -10 -5 -20 -15 -10 -5
Pressione di schiacciamento Pressione di schiacciamento

FIGURA 7 Relazione tra un movimento della lente FIGURA 8 Relazione tra la valutazione clinica
in vivo e la pressione di schiacciamento misurata dell’applicazione della lente e la pressione di
sull’occhio che funge da modello (secondo Martin schiacciamento misurata sull’occhio che funge da
et al8) modello (secondo Martin et al8)
25
8.2
8.2 8.6
20
8.6 9
9 n = 70

N. occhio 15
n

10

0
Movimento della lente 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1
Movimento post-ammiccamento (mm)

FIGURA 9a L’effetto, comune, falsamente previsto Figure 9b L’effetto reale di un BOZR variabile sul
di BOZR (raggio di curvatura della zona ottica movimento post-ammiccamento di una lente morbida
posteriore) variabile sul movimento della lente (secondo Young et al3)
(secondo Young et al3)

I risultati
Coerentemente con la buona pratica clinica in ambito optome-
trico, un’osservazione particolare non deve essere vista isolata.
L’interpretazione dei risultati è facilitata dal professionista che
segue una routine strutturata (Tabella 2).
La Tabella 3 riassume le valutazioni chiave di una procedura
di applicazione di lenti a contatto morbide e mostra le carat-
teristiche di un’applicazione ideale. La tabella illustra anche
le risposte sub-ottimali che è possibile osservare e suggerisce
le azioni da intraprendere per porvi rimedio. In questa sezio-
ne, analizzeremo i fattori che influiscono sull’applicazione e le
azioni correttive che è possible attuare.
Le indicazioni di un’applicazione stretta o piatta sono riassunte
nella Tabella 4 ed illustrate nelle Figure 10 e 11.

Fattori oculari che influiscono sull’appli-


cazione di una lente
• SAG oculare — si tratta di una funzione di fattore di forma
corneale, diametro e raggio, nonché raggio della sclera e fatto-
re di forma5. Senza essere in grado di valutare accuratamente
le variabili che influiscono sul SAG oculare, un approccio di
sperimentazione con uso di lenti di prova è l’unico modo per
valutare l’effetto del SAG sull’applicazione della lente.

• Apice corneale — un apice corneale spostato porterà ad avere


una lente decentrata. Aumentando il diametro totale si am-
plierà la copertura corneale se diventa esposta, mentre cam-
biamenti a livello della curva base avranno un effetto modesto
sulla centratura.
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Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

Diagramma di flusso schematico delle procedure


di applicazione delle LAC morbide
Inserimento della lente di prova

TABELLA 2
Sintomo
- Comfort
- Visivo

Risultato sub-ottimale
Esame delle lampade a fessura
- Copertura corneale
- Allineamento dei bordi
- Movimento in posizione
- Centratura
- Push-up test

Valutazione dell’applicazione
iniziale

Valutazione della visione


- Acuità visiva
- Sovrarefrazione

• Pressione della palpebra — palpebre strette spesso portano


ad avere come risultato una lente molto libera e, possibil-
mente, un movimento della lente eccessivo. L’utilizzo di un
design sottile e/o l’aumento del diametro della lente sono tra
le opzioni di gestione. Le palpebre lasse in genere esercitano
un effetto minore sull’applicazione delle lenti, nonostante un
movimento insufficiente delle lenti possa essere una possibile
conseguenza.

• Morfologia delle lacrime — sia il pH sia la pressione osmotica FIGURA 10 “Fluting” (ondulazione)
possono cambiare i parametri delle lenti ed influire sulla loro del bordo per applicazione di una
applicazione. Una riduzione del pH porta ad una variazione lente piatta
dei parametri delle lenti a contatto ioniche ed uno studio10 ha
dimostrato che sia le lenti ioniche sia quelle non ioniche sono
più aderenti nell’applicazione via via che la tonicità del film
lacrimale si riduce. Questo dato è clinicamente significativo
poiché se non si ottiene un’applicazione soddisfacente con un
materiale si può cambiare la ionicità o il contenuto d’acqua in
un altro materiale.

Variabili delle lenti che influiscono sulla


loro applicazione FIGURA 11 “Nipping” (rottura) dei
vasi limbali per applicazione di una
• Diametro totale — aumentando il diametro totale si amplie- lente stretta
rà la SAG della lente e si renderà l’applicazione più aderente
laddove riducendolo si otterrà l’effetto opposto. Il diametro
totale potrebbe venire aumentato anche per migliorare la co-
pertura corneale in una lente applicata su cornea con apice
spostato. Le variazioni apportate al diametro della lente eser-
citano sull’applicazione un impatto maggiore rispetto alle va-
riazioni apportate al BOZR (raggio zona ottica posteriore).
57
Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

• Raggio di curvatura della zona ottica posteriore — la teoria di


applicazione delle lenti a contatto morbide tradizionale affer-
ma che, con l’aumentare del BOZR, le lenti si spostano mag-
giormente e che, quando esso diminuisce, le lenti si muovono
in misura minore (Figura 9). La maggior parte dei professioni-
sti ha sperimentato situazioni in cui un BOZR che cambia ha,
ove vi sia, un effetto di minima entità sull’applicazione delle
lenti a contatto, condizione per altro supportata da vari studi.
Numerosi ricercatori3,11, hanno dimostrato che il BOZR non
ha alcun valore predittivo sul movimento della lente. Il grup-
po di Roseman ha dimostrato anche che una diminuzione del
BOZR potrebbe migliorare la centratura senza compromet-
tere l’applicazione dinamica della lente. Questo non vuol dire
che cambiando la curva base non si influirà sul movimento,
soltanto che potrebbe non avere l’effetto previsto.

• Design periferico della lente — Il design periferico di una len-


te, il rapporto tra le curve periferiche anteriore e posteriore,
ha un effetto marcato sull’applicazione della lente, come di-
mostrato da Young et al 12. Oltre alle caratteristiche dell’ap-
plicazione, anche il design periferico influisce sulle caratteri-
stiche di manipolazione della lente e sul suo comfort d’uso. Il
professionista, in genere, non è in grado di modificare questi
parametri, e, in effetti, sono stati pubblicati pochissimi lavori
per dimostrare il valore delle modifiche. In termini pratici,
i professionisti devono essere consapevoli del fatto che cam-
biare il design di una lente passando ad un altro design con
i medesimi BOZR e diametro totale, non garantirà la stessa
applicazione.

58
Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto

Valutazioni chiave effettuate durante la procedura di


TABELLA 3 applicazione delle lenti a contatto morbide
P ro c e d u r a r i s u ltat o i d e a l e va r i a z i o n i d e ll a n orm a poss i b i l e c a u s a rimedio
Comfort Lente confortevole >9/10 Discomfort continuo Corpo estraneo Togliere e sostituire la lente
Nessuna o minima Lente spessa Riapplicare con una lente più sottile
sensazione della lente Discomfort peggiore Lente piatta Modificare: stringere applicazione
all’ammiccamento
Sollevamento bordi Cambiare il design
Visione Visione nitida, chiara e Visione offuscata Potere non corretto Effettuare una sovrarefrazione
stabile

Sovrarefrazione precisa Visione variabile dopo Lente piatta Modificare: stringere applicazione
l’ammiccamento
Sovrarefrazione variabile Lente piatta Modifica: stringere applicazione
Centratura Copertura corneale Copertura della congiuntiva Lente troppo grande Ridurre il diametro totale
completa (oltre 1 - 2 mm) maggiore di 2mm Lente troppo piccola Aumentare il diametro totale
Esposizione corneale Centratura scadente Stringere applicazione
Centrata in tutte le Esposizione corneale alle Lente piatta Stringere l’applicazione prima di
posizioni di sguardo estremità dello sguardo Palpebre strette aumentare il diametro totale
Provare una lente più sottile
Allineamento Regolare allineamento Sollevamento o Lente piatta Stringere applicazione
bordi rispetto alla congiuntiva deformazione dei bordi Design periferico della Provare un design diverso
lente
Indentazione congiuntivale Lente stretta Appiattire lente
Design periferico della Provare un design diverso
lente
Movimento Movimento compreso tra Inferiore a 0,25mm Lente stretta Appiattire lente
in posizione 0,25 e 0,50mm Lacrime ipotoniche Provare un materiale diverso
primaria di stringere applicazione
sguardo
Superiore a 0,50mm Lente piatta Controllare per escludere la presenza
di corpo estraneo
Lacrimazione Lasciare un tempo di assestamento
eccessiva più lungo
Push up test Morbido recupero dal Resistenza al movimento Lente stretta Appiattire lente
push-up Lacrime ipotoniche Provare un materiale diverso
Movimento eccessivo e Lente piatta Stringere applicazione
ritorno in posizione errato Lacrimazione Controllare per esclusione la
eccessiva presenza di un corpo esterno
Lasciare un tempo di assestamento
più lungo

Indicazioni di un’applicazione piatta


Eccessivo movimento della lente
TABELLA 4

Centratura insufficiente nella posizione primaria


di sguardo (solitamente LAG inferiore)
Buckling (Deformazione) del bordo della lente
Consapevolezza della lente
Visione variabile - soprattutto dopo
l’ammiccamento

Indicazioni di un’applicazione stretta


Nessun movimento (immobile)
“Nipping” (rottura) da costrizione dei vasi limbari
Indentazione congiuntivale
Arrossamento congiuntivale
Basso grado di infiammazione
La visione migliora immediatamente dopo
l’ammiccamento

59
Cap. 5 - Applicazione di lenti a contatto morbide

Conclusioni
Ringr aziamenti
Sebbene i professionisti al momento di decidere l’applicazione Si ringraziano David Ruston per
ottimale per una lente a contatto morbida abbiano un minor le Figure 2, 6, 10 e 11, e Graeme
numero di parametri da scegliere rispetto a quelli disponibili Young per la sua consulenza.
per le lenti rigide, è ancora importante che vengano valutati in
modo accurato per assicurare un porto confortevole della len-
te. Essendo le lenti idrogel diventate più sottili, con moduli di
elasticità inferiori, ed essendo migliorato il design delle lenti,
il numero di parametri necessari per applicare le lenti ad una
popolazione normale si è ridotto. Con l’introduzione sul mer-
cato di materiali in silicone idrogel ad alti moduli, ottimizzare
l’applicazione è importante ai fini di un esito di successo.

I testi sulle lenti a contatto e le guide all’applicazione delle lenti


a contatto rilasciate dai produttori non sono stati tenuti aggior-
nati con la conoscenza delle dinamiche e la valutazione dell’ap-
plicazione di lenti morbide. Con questo capitolo si è cercato di
offrire una guida pratica sugli aspetti chiave dell’applicazione
delle moderne lenti a contatto morbide.

Naturalmente la procedura per valutare l’applicazione delle len-


ti morbide non termina dopo la valutazione iniziale. Gli effetti
esercitati da fattori quali tempo di porto, condizioni ambien-
tali e fisiologia oculare devono essere monitorati costantemen-
te. Un aftercare continuo si rivela determinante ai fini di un
successo continuativo nell’uso delle lenti a contatto.

B I B L I O G R A F IA

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