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Occidente e Oriente

La costruzione dell’impero islamico


I califfi Omayyadi e l’espansione islamica
L'espansione islamica era cominciata subito dopo la morte del Profeta Maometto (632), che aveva
unificato la penisola arabica diffondendo la religione di Allah tra i beduini (i nomadi del deserto). A
guidarla furono i califfi della dinastia omayyadi, una ricca e potente famiglia mercantile della
Mecca; essi spostarono la capitale della comunità musulmana in Siria, a Damasco. Le loro
conquiste seguirono due direzioni differenti:

 verso est, dove distrussero l'Impero persiano, penetrando in Oriente sino al fiume Indo
 verso nord, dove sottrassero ai bizantini la Siria, l'Egitto, la Cirenaica e la Tripolitania,
affacciandosi sul Mediterraneo e occupando tutta l'Africa settentrionale .

Gli arabi conquistarono la Spagna e la Sicilia


Nel 713, gli arabi strapparono la penisola iberica ai visigoti. Poi si spinsero oltre i Pirenei, ma
furono respinti. Durante il IX secolo sbarcarono in Sicilia, dove introdussero le colture del riso e
degli agrumi e diedero un forte impulso all'economia dell'isola.
Gli arabi si mostrarono tolleranti verso i popoli vinti, concedendo la libertà di culto in cambio di un
tributo. I convertiti ebbero la possibilità di entrare nella èlite dominante, senza alcuna
discriminazione.

Una civiltà aperta al commercio e alla cultura


Mentre in Europa nasceva l’Impero carolingio, i califfi della nuova dinastia abbaside giunsero a
dominare uno spazio immenso e molto popolato. Trasferita la capitale a Baghdad, in
Mesopotamia, fecero del mondo arabo un vivace crocevia di uomini, merci, saperi, idee. Assenza
di dogane, amministrazione efficiente, tolleranza religiosa, unità linguistica, assimilazione delle
altre culture: furono questi i fattori che resero la civiltà islamica assai più avanzata di quella
europea. Tradotti in arabo e commentati dai grandi filosofi musulmani Avicenna e Averroè,
giunsero in Occidente, i classici del pensiero greco, tra cui i testi di Aristotele. Agli scienziati
islamici, inoltre, si devono importanti scoperte nella matematica, nella medicina, nella geografia e
nell'astronomia, oltre a innovazioni tecniche nella nautica e nell'agricoltura.

Viaggiatori per tede e devozione: i pellegrini


Durante i primi secoli del Medioevo i viaggi erano rari e pericolosi. Dopo il Mille, la situazione
migliorò. Oltre ai mercanti, altre persone presero quindi a muoversi sempre più spesso, anche
verso mete lontane. La fede religiosa spingeva infatti molti credenti a mettersi in cammino per
visitare i luoghi santi, cioè quelli legati alla vita e alla passione di Cristo, in particolare
Gerusalemme, la "Terrasanta" Ma anche altri luoghi, come Roma, la città di san Pietro e dei papi, o
Santiago di Compostela dove erano custodite le spoglie di san Giacomo attiravano molti fedeli.

L’arrivo dei turchi selgiuchidi in Terrasanta (crociate)


I turchi, popoli di stirpe mongola dell’Asia centrale, si erano convertiti all’islam. Abili guerrieri,
migrarono in massa verso ovest, penetrando prima in Persia e poi in Mesopotamia.
Impadronitisi del califfato di Baghdad (1055), per il quale avevano combattuto come mercenari,
nel 1071 travolsero l'esercito bizantino a Manzikert, facendo prigioniero l'imperatore Romano IV
Diogene e proseguendo alla conquista dell'Asia Minore, dell'Armenia, della Palestina e di
Gerusalemme. Per secoli i dominatori arabi si erano mostrati ospitali e tolleranti con i pellegrini
cristiani. Dopo la caduta di Gerusalemme nelle mani dei turchi cominciarono invece a giungere in
Europa racconti di eccidi compiuti per motivi religiosi o distruzioni di chiese e comunque non fu
più possibile raggiungere la Terrasanta. Nacque dunque l'esigenza di liberare i luoghi santi dagli
"infedeli".

L’espansione dell’Europa sotto il vessillo della croce


La fede religiosa fu dunque una delle spinte al controverso fenomeno delle crociate, destinato a
incrinare per lungo tempo le relazioni tra l'Europa e l'islam. In meno di due secoli, tra il 1095 e il
1270, ne furono organizzate otto. Attraverso appositi bandi, i papi incitarono sovrani, cavalieri e
popolani alla lotta armata per la riconquista di Gerusalemme, promettendo loro l'indulgenza
plenaria, cioè la remissione dei peccati. Il vessillo adottato da tutti i volontari era la croce, simbolo
del cristianesimo. Da qui, la definizione di "crociati". A incoraggiare queste spedizioni militari
concorsero però molteplici fattori: oltre all'esigenza di rendere sicure le mete dei pellegrinaggi
cristiani, c'erano anche le ambizioni della piccola nobiltà, interessata a conquistare nuovi feudi, e
le mire del papato, deciso ad affermare la propria supremazia politica sulla cristianità. Le crociate
furono perciò una conseguenza dell'espansione demografica, economica e commerciale
dell'Occidente. Nello stesso periodo, infatti, feudatari, contadini e monaci tedeschi colonizzarono
anche ampie zone dell'Europa orientale.

Tutti in Palestina: papa Urbano II e la prima crociate


A lanciare il primo appello per la liberazione del Santo sepolcro fu papa Urbano II. Lo fece nel 1095
dalla Francia, durante il concilio di Clermont-Ferrand. In verità, il pontefice invitava i fedeli a
compiere un pellegrinaggio di penitenza in Palestina e a soccorrere, se necessario anche con le
armi, la Chiesa d'Oriente, minacciata dall'arrivo dei turchi. Era occorso del tempo perché le
richieste d'aiuto provenienti da Bisanzio fossero ascoltate, perché il Grande Scisma del 1054 aveva
sancito la separazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Il bando del papa intendeva incanalare verso una finalità religiosa l'indole guerriera dei cavalieri
feudali, spesso dediti a violenze gratuite e saccheggi, che diffondevano panico e insicurezza tra la
popolazione. Contro quegli eccessi si erano levate le voci di molti uomini di Chiesa, i quali
invocavano la "pace di Dio.

15 luglio 1099: Goffredo di Buglione conquista Gerusalemme


L'appello di Urbano II, però, non fu raccolto solo dai nobili, ma anche da pellegrini, servi desiderosi
di libertà, mercanti attratti dalla prospettiva di ampliare il loro giro d'affari. Nel 1096 circa 100 mila
guerrieri provenienti da tutta l'Europa cristiana si mossero alla volta della Terrasanta con una
croce dipinta sugli scudi, sugli abiti sulle bandiere. Capitanati da Goffredo di Buglione, conte di
Anversa, e da Raimondo IV di Saint Gilles, conte di Tolosa, dopo alcune vittorie riportate sui turchi
in Asia Minore i crociati strinsero d'assedio Gerusalemme, espugnandola il 15 luglio 1099. Entrati
in città si diedero però al massacro di musulmani e di ebrei, gettando un'ombra di disonore
sull'esito dell'impresa. Nel frattempo, era partita anche la cosiddetta "crociata dei poveri" formata
da mendicanti, contadini, vagabondi e fanatici. Privi di armi idonee e mal guidati, ma infiammati
dai discorsi di Pietro l'Eremita, un predicatore che li incitava, essi finirono per saccheggiare varie
città e compiere terribili violenze ai danni delle comunità ebraiche che vivevano nella regione del
Reno. Arrivati a destinazione, furono dispersi e uccisi dai turchi.

Un importante storico che ha espresso un parere su questa situazione è Jack legof


La breve stagione dei regni cristiani in Medio Oriente
In seguito alla cacciata dei turchi e alla vittoria dei crociati in Palestina, si formarono alcuni "Stati
latini", che vennero assegnati ai principali condottieri della spedizione e suddivisi in feudi secondo
il modello europeo. Quello più importante, ossia il Regno di Gerusalemme, fu posto sotto il
governo del Papa. Una parte dei territori sottratti ai bizantini dai turchi selgiuchidi fu invece
restituita all'Impero d'Oriente. I regni cristiani ebbero però una vita molto breve. A meno di un
secolo dalla sua liberazione, Gerusalemme cadde di nuovo nelle mani degli "infedeli"(1187) per
opera di un sultano turco Saladino.

L'esito fallimentare delle altre crociate


Nessuna delle crociate successive ebbe il successo della prima. Le forze "cristiane" non sarebbero
mai più riuscite a impossessarsi della Terrasanta, malgrado il sostegno e la partecipazione di molti
sovrani europei.

 Alla seconda crociata (1147-49) aderirono il re di Francia Luigi VII e l'imperatore Corrado III.
 La terza crociata (1189-92) fu condotta, invece, dal sovrano francese Filippo Augusto, dal
re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone e dall'imperatore Federico I Barbarossa, il quale
morì annegando in un fiume.
 Durante la quarta crociata (1202- 04). Venezia, divenuta una grande potenza navale, decise
infatti di modificare l'itinerario delle truppe cristiane, facendole approdare a Costantinopoli
(1204). Anziché battersi contro gli "infedeli", i crociati saccheggiarono la città e deposero
l'imperatore d'Oriente. Nel 1291 i turchi ripresero San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo
cristiano in Palestina.

L’offensiva cristiana per la conquista della Spagna


L’offensiva cristiana contro il mondo islamico s’indirizzo anche verso la penisola iberica. La
Riconquista della Spagna si concluse nel 1492 con la caduta del regno musulmano di Granada.
Tra il 1050 e il 1250 si costituirono e si ampliarono i quattro principali regni iberici “cristiani”: Leòn,
Castiglia, Aragona e Portogallo. Le motivazioni religiose coincisero con gli obbiettivi politici delle
monarchie feudali.

L’Europa e l’Oriente: l’Impero Mongolo


Bisanzio raccoglie l’eredità imperiale dell’antica Roma
Nel V secolo, mentre l'Impero romano d'Occidente crollava per effetto delle Invasioni barbariche,
I'Impero d'Oriente aveva mantenuto un forte apparato militare, una flotta potente e una solida
struttura politica e amministrativa, Grazie a una burocrazia fedele ed efficiente, le casse dello stato
venivano regolarmente rifornite dagli introiti dei prelievi fiscali. Le monete coniate dalla zecca
imperiale garantivano l'esistenza di una florida economia di mercato, dando impulso all'artigianato
e ai commerci. Costantinopoli era ancora il principale punto di incontro degli scambi fra l'Asia e il
Mediterraneo.
L'Impero d'Oriente nella morsa di arabi, bulgari e slavi
Un decennale conflitto con i persiani aveva logorato l'Impero bizantino per il quale cominciò un
lungo periodo di decadenza. Pressato ai confini da altri popoli, l'Impero d'Oriente dovette col
tempo rinunciare a una parte dei propri territori:

 a nord e a est per le incursioni dei bulgari e degli slavi


 a sud per l'avanzata degli arabi
Verso la metà del IX secolo, il dominio bizantino comprendeva soltanto l'odierna Turchia, la
Grecia, le isole egee e la Tracia. A quel punto, anche i legami con l'Occidente e l'Italia si
allentarono. L'impero accentuò i propri tratti orientali: la lingua greca sostituì quella latina;
l'imperatore divenne un monarca assoluto, detentore di un potere a cui era attribuita origine
divina; i cerimoniali di corte si fecero complessi e sofisticati; la Chiesa bizantina, sempre più
sottomessa all'autorità imperiale. inasprì le divergenze con la Chiesa di Roma, attorno alla quale si
riconosceva ormai tutta la cristianità occidentale.

La dinastia macedone rilancia la potenza bizantina


La luce di Bisanzio, per quanto offuscata, non era affatto spenta. Dall'867, infatti, con l'ascesa al
trono di Basilio I, l'Impero d'Oriente tornò a espandersi e a progredire. La riforma agraria
promossa da Basilio II rese più stabile e coesa la società bizantina. In pratica, i latifondi vennero
frazionati e furono distribuite terre coltivabili ai piccoli proprietari, creando un ceto di contadini-
soldati simile a quello che aveva sostenuto le conquiste dell'antica Roma. Le truppe imperiali
riconquistarono territori sia in Asia, sia in Italia (Calabria e Puglia) e Bisanzio tornò a essere la
splendida capitale dei tempi di Giustiniano.

Cirillo e Metodio convertono gli slavi al cristianesimo


All’espansione militare corrisponde anche un’espansione culturale. Missionari bizantini, in
particolare i fratelli i monaci Cirillo e Metodio, si recarono tra le popolazioni slave per diffondere il
cristianesimo, entrando in competizione con il clero tedesco. Tra l’864 e l’867 l’opera di
conversione si spinse più a sud, tra i bulgari e gli slavi meridionali. Per facilitare i contatti con
questi popoli, Cirillo inventò un alfabeto scritto che prese il suo nome e in uso ancora oggi in
Europa orientale.

Nuovi regni cristiani nell'Europa orientale


In concomitanza con la diffusione della fede cristiana, sorsero nelle regioni dell'Est europeo alcuni
regni slavi che ebbero un ruolo importante anche in età successiva. All'unificazione e alla
conversione della Polonia provvide re Miecislao, che si batté contro i veleti e i sassoni stipulando
poi un'alleanza con Ottone I, sovrano del Sacro romano impero. Prima di morire, affidò il suo
regno al papa.
Il regno d'Ungheria, invece, nacque nell'XI secolo per merito di Stefano I. La Boemia divenne in
parte uno stato autonomo dopo la disgregazione della Grande Moravia. Durante il X secolo, anche
i bulgari formarono un regno esteso a quasi tutta la penisola balcanica, ma nel 1014 dovettero
soccombere al ritorno dei bizantini guidati da Basilio II.
L'influenza bizantina sul Principato di Kiev
Ancora più a est i rus (cioè gli svedesi) erano riusciti a formare un principato unitario intorno alle
due città mercantili di Novgorod e di Kiev, imponendo il loro dominio sulla popolazione slava. Il
nuovo stato subì l'influsso dell'Impero d'Oriente, tanto che il principe Vladimir Sviatoslavic si fece
battezzare nel 988 da monaci bizantini; poco dopo anche gli abitanti di Kiev ricevettero il
battesimo. Oltre alla fede cristiana, Bisanzio trasmise ai russi le prime leggi scritte (Codice russo),
l'idea di un impero universale e di un sovrano (zar) dotato anche del potere religioso.

il Grande Scisma d'Oriente: la cristianità si divide


Le tensioni latenti tra la chiesa di Roma e quella di Costantinopoli esplosero nel 1054: il papa di
Roma e il patriarca di Costantinopoli si scomunicarono a vicenda, dando luogo allo Scisma
d'Oriente, cioè alla divisione della comunità cristiana dovuta a molte divergenze teologiche e
dottrinarie. Le due Chiese dissentivano anche sul matrimonio dei preti, proibito da Roma e
permesso da Costantinopoli, e sul primato del papa nei riguardi degli altri vescovi, riconosciuto in
Occidente e negato in Oriente. Il rapporto tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa non è stato
finora ricucito, malgrado i tentativi di riconciliazione compiuti in passato e in questi ultimi anni.

La potenza marittima e commerciale di Venezia


Nel frattempo Venezia era un nuovo importante soggetto della storia medievale: fondata alla fine
del V secolo da barcaioli e pescatori che operavano sulle isole della laguna, la città accolse in
seguito gli abitanti della terraferma messi in fuga dall'arrivo dei longobardi.
Col tempo i veneziani si specializzarono soprattutto nelle attività mercantili. Con i loro barconi
trasportavano lungo il Po il sale ed i prodotti che giungevano a Venezia in nave da Bisanzio,
rivendendoli nei borghi e nei villaggi della pianura padana. Il governo della città, che rimase a
lungo un ducato bizantino, era affidato al doge (duca), un magistrato scelto tra le famiglie più
nobili. Nel 1082 Venezia ottenne dall'imperatore d'Oriente Alessio I un trattato commerciale il
crisobollo (sigillo con bollo d'oro), che riconosceva ai mercanti veneziani libertà di commercio ed
esenzioni fiscali in tutti i porti bizantini. Da allora pose sotto il proprio controllo numerosi scali
costruendosi un piccolo impero marittimo. Le fortune di Venezia, favorite sia dagli ottimi rapporti
con l'Impero d'Oriente dalla tolleranza dei califfi arabi, crebbero grazie anche alle plusvalenze
ricavate dalla compravendita delle merci. I veneziani, infatti, acquistavano i prodotti europei con
monete d'argento per rivenderli a bizantini e arabi in cambio di monete d'oro, molto più pregiate.

L'immenso Impero mongolo di Gengis Khan


Nel corso del XIII secolo il capo mongolo Temugin, sottomise tutta l'Asia, dando vita a un impero
sterminato che spaziava dalla Cina alla Mesopotamia. I mongoli praticavano la pastorizia
transumante, spostandosi insieme alle loro greggi. Cavalieri e arcieri abilissimi, sapevano scoccare
le frecce al galoppo e sottoponevano i nemici ad attacchi improvvisi, dando l'impressione di
apparire dal nulla. Dopo essersi impadroniti della Cina settentrionale, si diressero verso ovest,
giungendo sino al mar Caspio.
Gli europei vissero inizialmente con terrore l'espansione dei mongoli, tanto da rappresentarli
come demoni. Presto, però, si accorsero che con questi "demoni" si poteva dialogare e
commerciare. Grazie alla conquista mongola fu possibile percorrere in tutta sicurezza gli antichi
itinerari terrestri che collegavano l’Occidente e l'Oriente, come la "via della seta", pista
carovaniera tracciata tra il Mediterraneo, l'Asia Minore e la Cina. Furono i mercanti veneziani e
genovesi a intraprendere i primi viaggi verso est, che alimentarono un fiorente scambio di uomini,
merci e culture.

Il Khanato dell'Orda d'Oro


Morto Gengis Khan, l'avanzata dei mongoli proseguì lungo le grandi pianure dell'Est europeo.
Arrivati in Friuli nel 1241, furono costretti a retrocedere per la morte improvvisa del loro khan
Ogodei. Una loro comunità si stabilì in Russia, creando il "Khanato dell'Orda d'oro", durato fino alla
fine del XV secolo. Nel mondo arabo, solo il Sultanato d'Egitto riuscì a resistere all'onda d'urto dei
mongoli.

Apice e declino della potenza mongola


L'Impero mongolo non era un regno unitario, ma una federazione di regni tenuti insieme da una
fitta rete di rapporti economici e politici. La civiltà mongola raggiunse il massimo splendore
durante il regno di Kublay Khan che conquistò tutta la Cina nel 1279. Kublay stabilì la corte a
Cambaluc (Pechino) e adottò per la propria dinastia il nome cinese di Yüan.
Dopo la scomparsa di Kublay (1294) per il dominio mongolo, che si divise in molti piccoli regni,
iniziò il periodo della decadenza. Anche il tentativo di ricomposizione promosso da Tamerlano falli.
Proclamatosi erede di Gengis Khan nel 1365, egli conquistò vasti territori, ma con la sua morte
(1405) il sogno di un grande Impero mongolo tramontò per sempre.

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