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COGNOME Montevecchi NOME Arianna MATRICOLA 494737

Esame di GEOPOLITICA

Prof. Riccardo Redaelli

Appello del 22.06.2021

COMPITO:

Rispondete alla seguente domanda. Non vi sono limiti di spazio. Avete 60 minuti di tempo per fare l’upload
a partire dalla pubblicazione delle domande del compito, quindi entro le 16.15.

Indicate nel file il vostro cognome e numero di matricola.

Domanda:

Nel corso della storia della disciplina, diversi geopolitologi hanno proposto una divisione del mondo in
macro-regioni.
 Scegliere almeno due di questi autori (uno di epoca classica, uno della fase successiva)
 Descriverne la rappresentazione del mondo e la divisione proposta
 Confrontarne criticamente le posizioni,
Attenzione: la risposta sarà considerata positiva solo se vi sarà uno sforzo di analisi e di correlazione
personale. Non basta quindi descrivere il loro pensiero

Uno degli autori classici che divide il mondo secondo macroregioni è Haushofer, massimo esponente della
scuola tedesca. Egli parte dall’affermare che esistano delle Pan-idee, una serie di comportamenti e pensieri
che contraddistinguono i popoli. Queste Pan-idee si concretizzano in Pan sistemi. Questi sono quindi la
rappresentazione geografica delle Pan-idee. I Pan-sistemi a loro volta sono perni di Pan-regioni, macroaree
che si estendono verticalmente sul globo (ad esempio la Germania è il perno di Europa e Africa). Per
l’autore queste sono quattro: quella euro-africana, quella slava, quella americana e quella asiatica. Il
secondo invece è Cohen, il quale, essendo un esponente della geopolitica della guerra fredda, divide il
mondo secondo l’equilibrio bipolare che si era venuto a creare dopo la Seconda Guerra Mondiale. Egli,
infatti, riporta molto l’attenzione sulle shutterbelts, linee di frattura il cui vengono scaricate le tensioni dei
due blocchi. In quei territori, infatti si può notare come la guerra tradizionale continui, anche se la
tecnologia bellica si era sviluppata. È la logica della deterrenza: è una strategia al negativo, le armi vengono
costruite per non essere usate, per prevenire una guerra, che essendo nucleare non porterebbe benefici a
nessuna delle due parti. Se osserviamo attentamente le due teorie ci rendiamo conto di come una delle
premesse fondamentali della geopolitica sia assolutamente reale: ogni autore è figlio della propria epoca.
Haushofer, come anche altri autori tedeschi, aveva adottato la visione della Germania (e come tutti gli altri
stati) come organismo, con una visione hobbesiana e darwinista dell’arena internazionale. Questo lo
spingeva a pensare alla Germania come perno ideale della propria area (Pan-regione) dato che era
considerata bacino della scienza, e quindi, secondo le 7 leggi di espansione di Ratzel, autorizzata ad essere
influente sui territori circostanti. È una visione estremamente semplicistica e ideologica della divisione del
mondo ed è estremamente influenzata dal sentimento nazionalista della Germania di quell’ epoca, ed era
anche determinata dalla consapevolezza di essere uno stato svantaggiato, intercluso ed in perenne lotta
con la Francia per l’acquisizione dello spazio vitale. Ciò che fa Cohen, invece, è semplicemente analizzare lo
schema bipolare e artificiale della Guerra Fredda da un punto di vista più neutrale, e cercando di spiegare la
logica di quel tipo di guerra che mai era apparso nella storia. La divisione del mondo in macroaree è sempre
esistita nella geopolitica, soprattutto quella classica, basti pensare alle teorie più importanti. Mahan
sviluppa la teoria del Sea Power, Mackinder quella dello Heartland e Spykman quella del Rimland. La
tendenza a dividere il mondo è funzionale alla ricerca del perno geostorico per il dominio globale, che serve
alle élite politiche per compiere le scelte migliori per il proprio stato e permette di sviluppare la strategia
più appropriata. Questo non ebbe esito, per esempio, con Hitler. Haushofer sostenne sempre la necessità
di un’alleanza con l’URSS per compattare la zona euroasiatica, ma con la fine del patto Molotov-Ribbentrop
iniziò la fine della Germania. Dalla sua sconfitta in poi, infatti, si parla di ‘’morte della Germania’’, poiché
rimase divisa dal 1945 al 1991.

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