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Analisi del Coro di crociati e pellegrini di G. Verdi – M.E.

Caramella

“I Lombardi alla prima crociata” è la quarta opera di Giuseppe Verdi, composta su libretto di
Temistocle Solera (librettista di Nabucco). La scelta del soggetto ricade su un poemetto epico,
quello di Tommaso Grossi, che tratta un tema storico,la prima crociata contro gli infedeli del 1095.
Vi è l’evoluzione di un personaggio prima malvagio uccisore e infine eremita perdonato,il conflitto
tra amore passionale e fede religiosa e una cornice storica verosimile.
Siamo a Milano tra il 1097 ed il 1099, Pagano va a riconciliarsi con il fratello Arvino,che aveva
tentato di uccidere a causa di una donna amata da entrambi, Viclinda. Ella ha avuto nel frattempo
un figlio con Arvino,di cui è diventata moglie. La riconciliazione sembra possibile, fino a quando
Pagano , ancora innamorato, prova a rapire Viclinda e a uccidere nuovamente Arvino. Fallisce in
questi malevoli tentativi,anzi per sbaglio uccide il padre. Gli altri 3 atti dell’opera si svolgono in
Terra Santa, in parte ad Antiochia e in parte a Gerusalemme,Giselda è rapita da Acciano, tiranno di
Antiochia. Di lei si innamora il figlio di quest’ ultimo,Oronte. Quando i crociati arrivano in Terra
Santa per liberare il Santo Sepolcro, Acciano e Oronte muoiono. Pagano,nel frattempo, corroso
dai sensi di colpa per l’uxoricidio, è diventato eremita e decide di combattere a fianco dei cristiani
contro gli infedeli, con Giselda ormai sola, che indica ai combattenti una fonte miracolosa (le
acque del Siloe )che li aiuta a vincere la battaglia. Pagano muore in battaglia, tra le braccia del
fratello,che lo perdona e lo saluta quasi come un santo.
Il “Coro di crociati e pellegrini” (formato da Crociati, Pellegrini e Donne) appartiene alla scena III
del quarto e ultimo atto: Il Santo Sepolcro. A Giselda appare in sogno Oronte che annuncia ai
cristiani che le acque del Siloe placheranno la siccità che li ha colpiti. Intanto, i Lombardi pregano il
Signore cantando “O Signore, dal tetto natìo”. Giselda, Pagano e Arvino annunciano che hanno
trovato le acque del Siloe. Mentre i cristiani esultano, Pagano, in punto di morte, rivela ad Arvino
che egli non è un semplice eremita ma anche suo fratello, e invoca il suo perdono. Arvino lo
benedice mentre Gerusalemme cade in mano ai crociati.
Qui i Lombardi pregano il Signore, ricordano l'aria fresca, la natura e la pace della terra lombarda :
i ruscelletti, i prati, l’aria fresca , i “purissimi” laghi, i vigneti illuminati dalla luce dorata del Sole. E’
un momento lirico, che ha qualche analogia con “Va pensiero”, il coro degli schiavi ebrei, in quanto
espressione di una stessa condizione di nostalgia ed esilio. “O Signore, dal tetto natio” rappresenta
un momento di sospensione prima del finale: i crociati, i pellegrini e le donne sono allo stremo
delle forze a causa della siccità e intonano una preghiera rivolta a ciò che hanno abbandonato in
patria. Il tono è sommesso, l’inizio è infatti in pp sottovoce, il coro si illumina lentamente ,
accompagnato dagli archi e dagli strumenti a fiato, assottigliandosi in un sospiro che esplode
inaspettatamente assieme all’orchestra solo nel finale.
All’interno del melodramma ,questo è un intervento che si può classificare come una romanza
corale ,dove la coralità agisce come personaggio collettivo ed esprime i propri valori
La partitura in questione è una trascrizione per pianoforte e coro (Soprani,Contralti,Tenori e Bassi).
Dopo l’introduzione strumentale (bb 1-10), segue una prima sezione A ( bb 10-26) che si basa su
quanto esposto da fiati ed archi, B(26-38),A’ (38-49)

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