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Il patrimonio netto(o capitale netto), dato dalla differenza tra le attività e le passività aziendali,
costituisce la ricchezza netta a disposizione dell’impresa in un dato momento. È suddiviso in
diverse poste contabili che rappresentano le cosiddette parti ideali. Al momento della costituzione
di una società di capitali, il legislatore civilistico impone ai soci di conferire almeno un importo
minimo a titolo di dotazione iniziale di capitale netto. Tale dotazione rappresenta il capitale sociale.
Oltre al capitale sociale tra le parti ideali abbiamo anche le riserve che possono essere classificate
in 3 categorie : riserve di utili, riserve di capitale e riserve di rivalutazione. Le riserve di utili
derivano dal ‘’risparmio’’ di utili quando non vengono distribuiti ai soci. Possono essere obbligatorie
quando previste dalla legge (riserva legale) o dallo statuto sociale (riserva statutaria) o facoltative
quando sono costituite volontariamente senza che vi siano specifici obblighi di legge (riserve
libere). Le riserve di capitale derivano da conferimenti dei soci (riserva sovrapprezzo azioni). Le
riserve di rivalutazione sono collegate a incrementi di valore di determinati cespiti dovuti a
rivalutazioni consentite da leggi speciali.
Le riserve hanno diverse funzioni tra cui quella fondamentale è fronteggiare il rischio economico
generale. Infatti, possono essere utilizzate per la copertura delle perdite d’esercizio ma anche per
l’aumento del capitale sociale e la distribuzione ai soci. Rientrano tra le parti ideali del patrimonio
netto anche gli utili e le perdite di esercizi precedenti.
Gli utili di esercizi precedenti rappresentano utili realizzati in passato che non sono stati distribuiti
ai soci e neanche accantonati in modo esplicito a specifiche riserve. Tra questi abbiamo l’avanzo
utili cioè l’utile che residua per effetto degli arrotondamenti. Le perdite di esercizi precedenti
rappresentano invece parti ideali negative del patrimonio netto in attesa di copertura attraverso
l’utilizzo di riserve o in casi particolari attraverso la riduzione del capitale sociale.
Il capitale deve essere interamente sottoscritto dai soci che si impegnano a conferire gli importi
indicati nell’atto costitutivo.
16/02
Azionisti c/sottoscrizione a capitale sociale 800.000
Sottoscritto capitale sociale
Il conto azionisti c/sottoscrizione è un credito della società nei confronti dei soci. È un credito
perché i soci si stanno impegnando a eseguire i conferimenti. Quindi la società ha un credito nei
confronti dei soci a fronte di un capitale sociale di 800.000.
Lo stesso 16/02 si versa, tramite il notaio, il 25% del capitale sottoscritto in denaro in un c/c
vincolato presso la Banca Intesa e si liberano i conferimenti in natura. Quindi una volta che i soci
hanno sottoscritto il capitale la norma prevede che i soci devono versare almeno il 25% dei
conferimenti in denaro e devono effettuare immediatamente i conferimenti in natura. La restante
parte potrà essere versata successivamente in base alle richieste degli amministratori.
500.000*25%= 125000
16/02
Banca intesa c/c vincolato a azionisti c/sottoscrizione 125000
Versato il 25% dei conferimenti
Vincolato perché i soldi non si possono toccare perché la società si sta ancora costituendo. Fino a
quando non si completa non possono essere presi.
16/02
Diversi a azionisti c/sottoscrizione 300.000
Fabbricati 200.000
Crediti 100.000
Andiamo a stornare in avere il conto azionisti c/sottoscrizione per 300.000. In dare abbiamo il
valore dei fabbricati e il valore dei crediti.
Il 7/03 si provvede a svincolare il 25% del capitale sottoscritto in denaro versando alla società la
somma corrispondente, più gli interessi maturati sulla somma rimasta vincolata al tasso annuo del
2% e al netto della ritenuta IRES a titolo di acconto del 26%. Gli interessi saranno calcolati dal
giorno del versamento (16/02) al giorno precedente al prelevamento dal c/c vincolato (6/03).
7/03
Diversi a Diversi 125130,14
Banca Intesa 125096,30
Erario c/ritenute IRES 33,84
Banca Intesa c/c vincolato 125000
Interessi attivi 130,14
Svincolato il 25% dei conferimenti
Il c/c vincolato viene estinto in avere. Avremo in avere anche gli interessi attivi. In dare avremo il
nuovo c/c bancario liberamente disponibile che sarà pari ai 125000 di quello che era vincolato più
gli interessi lordi meno la ritenuta.
Il notaio che ha curato la costituzione della società richiede un compenso per l’attività
professionale prestata. All’atto del pagamento della parcella si dovrà effettuare la ritenuta
d’acconto del 20%, calcolata sul compenso escluso il rimborso spese. Tale ritenuta costituisce un
debito della società nei confronti dell’erario e dovrà essere versata allo stesso entro il giorno 16 del
mese successivo all’effettuazione.
Il 29/03 si riceve e si paga tramite assegno bancario, effettuando la ritenuta d’acconto del 20%, la
parcella del notaio Grassi comprensiva di onorari €2400+IVA 22% e di rimborsi spese (imposta di
registro ed altre spese anticipate) per 9800€.
Parcella notarile :
Onorario 2400+
Rimborsi spese 9800+
Iva 22%(su 2400) 528=
Debito v/notaio 12728 -
Ritenuta del 20% 480 =
(su 2400)
Netto da pagare 12248
29/03
Diversi a Fornitori 12728
Costi di impianto 12200(2400+9800)
Iva a credito 528
Ricevuta fattura del notaio Grassi
Utilizziamo il conto costi di impianto perché rappresenta un costo pluriennale perché sono costi
che servono per costituire l’impresa. Per impiantare la società. Sono pluriennali perché l’impresa è
destinata a perdurare nel tempo. Dovrebbero riguardare l’intera vita dell’impresa. Noi effettueremo
l’ammortamento di questo costo in un periodo limitato di tempo (massimo 5 anni).
29/03
Fornitori a Diversi 12728
Erario c/ritenute 480
Banca Intesa 12248
Pagata fattura del notaio Grassi
L’11/04 gli amministratori provvedono a richiamare il restante 75% del capitale, da versare entro il
30/04. Successivamente si rileva il versamento sul c/c Banca Intesa.
Potrebbero richiamare anche meno ma in questo caso chiedono il residuo ciò che rimane dopo
aver già versato il 25%.
L’impresa ha un credito nei confronti degli azionisti che è espresso dal conto azionisti
c/sottoscrizione. Questo conto segnala un credito della società che è senza scadenza. Solo
quando gli amministratori richiedono il versamento di ulteriori somme, allora diventa un credito a
scadenza determinata.
Quindi chiudiamo il conto azionisti c/sottoscrizione e trasferiamo il credito in un conto chiamato
azionisti c/versamenti richiamati.
500.000*75%= 375000
11/04
Azionisti c/versamenti richiamati a azionisti c/sottoscrizione 375000
Richiamato il residuo del capitale sociale
30/04
Banca c/c a azionisti c/versamenti richiamati 375000
Versato il capitale richiamato
Il 30/04 i soci versano tutte le somme quindi chiudiamo il conto azionisti c/versamenti richiamati e
in dare abbiamo l’incremento del c/c bancario per le disponibilità che la società si ritrova sul c/c
bancario.
L’aumento a pagamento del capitale sociale ->. Si parla di aumento a pagamento quando viene
aumentato il capitale sociale e contestualmente aumenta il capitale netto nel suo complesso. Cioè
se i soci eseguono dei conferimenti in denaro aumenta il capitale sociale e contestualmente anche
l’intero capitale netto. Quindi si ha un aumento a pagamento quando i soci eseguono dei nuovi
conferimenti in aggiunta a quelli inizialmente effettuati.
Esempio
La Jolly S.P.A. (capitale sociale €500.000 diviso in n.100.000 azioni da €5 ciascuna) ha deliberato
di aumentare il capitale sociale portandolo a €750.000. Si emettono 50.000 nuove azioni da offrire
in opzione ai soci, ad un prezzo di €6,10, di cui €0,10 a titolo di rimborso spese(spese di
emissione, certificati azionari, spese notarili, ecc.) da portare in riduzione dai costi ampliamento
sostenuti dalla società. Si provveda a rilevare il PD la sottoscrizione dell’aumento del capitale
sociale e il versamento minimo previsto dalla legge effettuato sul c/c Banca Intesa.
Le azioni non possono mai essere emesse sotto la pari perché ci sarebbe meno capitale di quello
dichiarato. Quindi avrei un cosiddetto annacquamento di capitale.
Abbiamo in avere i costi di ampliamento perché vanno a ridurre l’incidenza dei costi di
ampliamento. In dare abbiamo la sottoscrizione dei soci che si stanno impegnando a versare
305000€ quindi è un credito per l’impresa.
Per legge occorre versare presso le casse sociali o una banca incaricata, almeno il 25% dei
conferimenti in denaro + l’intera riserva sovrapprezzo azioni. Se c’è anche il rimborso spese.
250.000*25%=62500
62500+50.000+5000= 117500
Le somme restanti cioè il 75% verranno versate successivamente sulla base delle richieste degli
amministratori.