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IMMANUEL KANT

LA RICERCA DEI FONDAMENTI DEL SAPERE


Per Kant non si tratta di dimostrare se la fisica e la
matematica sono scienze, ma di chiedersi come sia
possibile una conoscenza scientifica. Si tratta, in altri
termini, di individuare il fondamento del sapere
scientifico.
Per Kant bisogna allora chiedersi se la metafisica
possa essere scienza. Sono queste le domande alle
quali intende rispondere la Critica della ragion pura:

- Come è possibile la matematica come scienza?


- Come è possibile la fisica come scienza?
- È possibile la metafisica come scienza?
PERCHE’ UNA CRITICA DELLA RAGION PURA
• Kant vuole quindi da un lato analizzare la ragione, capirne la
natura e le funzioni, dall'altro giudicarla come in un tribunale
per valutare se e che cosa è in grado di conoscere. Per questo
motivo a proposito della filosofia di Kant si parla di
«criticismo».
• l'oggetto di questa ricerca sia la ragione «pura», cioè
considerata in sé, indipendentemente dall'esperienza e dalla
sua applicazione concreta alla conoscenza empirica.
• Per Kant la ragione, prima di giudicare i diversi aspetti del
mondo, deve giudicare se stessa.
•Per critica Kant, inoltre, non intende «una critica dei libri e
dei sistemi, ma la critica della facoltà della ragione in
generale riguardo a tutte le conoscenze alle quali essa può
aspirare indipendentemente da ogni esperienza» (Critica
della ragion pura)
GIUDIZIO = SAPERE
•Parlare del sapere equivale a parlare di giudizi.
Ogni conoscenza si traduce in un giudizio sulla
realtà.
• Per comprendere il sapere occorre quindi, in via
preliminare, chiedersi quali tipi di giudizi sono
possibili e, tra questi, quali sono quelli definibili
«scientifici».
I GIUDIZI ANALITICI A PRIORI
•I giudizi analitici a priori sono caratteristici del
Razionalismo ( Cartesio, Spinoza). In essi il predicato
è già implicitamente contenuto nel soggetto e le
operazioni che compiamo servono per rendere
esplicite caratteristiche già presenti nel soggetto
stesso.

•Il concetto di «triangolo» (soggetto) implica già in


sé tre angoli la cui somma è 180° (predicato).

•Questi giudizi si presentano come universali e


necessari, ma non estendono la nostra conoscenza.
I GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI
•I giudizi sintetici a posteriori sono invece usati
dall'empirismo. Mediante l'esperienza scopriamo
caratteristiche dei corpi che non ci erano note,
arricchendo quindi la nostra conoscenza, come
quando affermiamo che «tutti i corpi sono
pesanti»

•Arricchiscono la nostra conoscenza, ma non


possono mai pretendere alla necessità e alla
universalità dei giudizi analitici.
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI
• I giudizi della scienza:
1)Arricchiscono la conoscenza, individuando
mediante l’esperienza e gli esperimenti
caratteristiche non ricavabili dal soggetto
2)Si presentano come Universali e Necessari, come
avviene per tutte le leggi scientifiche.

SINTETICI : arricchiscono la conoscenza


A PRIORI: solo in quanto tali possono essere
universali e necessari
MAPPA
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
• È il soggetto che modella i dati mediante le proprie strutture conoscitive, e
quindi è da esso che occorre partire per comprendere come è costituita la
conoscenza scientifica. Nel soggetto stesso, dunque, si dovranno cercare quegli
elementi a priori che garantiscono l'universalità di un giudizio.

•A questa operazione Kant attribuisce il valore di una nuova «RIVOLUZIONE


COPERNICANA».

•Come Copernico «sposta» il centro dell'universo, così Kant compie un'analoga


rivoluzione per quanto riguarda la conoscenza umana.

•Non è la conoscenza a regolarsi sugli oggetti esterni, a «rispecchiarli», ma sono gli


oggetti che assumono le caratteristiche imposte delle strutture a priori del
soggetto umano.
LA CRITICA DELLA RAGION PURA
E LA SUA ORGANIZZAZIONE
Nell’analisi della conoscenza, Kant distingue tre diverse
facoltà, cui corrispondono diverse sezioni della Critica della
ragion pura.

1) La sensibilità: la facoltà con cui gli oggetti ci sono dati


intuitivamente attraverso i sensi e tramite le forme a priori di
spazio e tempo;
2) L'intelletto: la facoltà attraverso cui pensiamo i dati
sensibili tramite i concetti puri o Categorie;
3) La ragione: la facoltà attraverso cui, procedendo oltre
l'esperienza (in modo, secondo Kant, illegittimo), cerchiamo di
spiegare globalmente la realtà per mezzo di idee;
IL SIGNIFICATO GENERALE DELL'OPERA
•La Critica della ragion pura riguarda quindi l'analisi
delle possibilità e dei limiti della ragione e
soprattutto il fondamento di tali possibilità,
attraverso lo studio degli elementi a priori che la
costituiscono.

La «ragion pura», cioè considerata


indipendentemente dall'esperienza, è sia l'oggetto
della critica sia il soggetto, perché è essa che critica.
LE «FORME A PRIORI» DELLA CONOSCENZA
• Per Kant, la conoscenza comincia con l’esperienza (empirismo), ma NON
deriva tutta dall’esperienza;
• La conoscenza secondo Kant si compone di due parti: una «materiale» a
posteriori e una «formale» a priori;
• La parte «materiale» è quella empirica (quindi a posteriori); il materiale
della conoscenza è sempre fornito dai sensi;
• Questo materiale fornito dall’esperienza viene ordinato dal soggetto
attraverso delle sue facoltà – Kant le chiama «forme» – che sono innate,
quindi a priori;
• La parte «formale» consiste di queste facoltà a priori del soggetto, che
rappresentano la modalità universale e necessaria con cui tutti gli uomini
percepiscono e conoscono la realtà;
• Come vedremo, per Kant, sono proprio le «forme a priori» che
garantiscono la validità della conoscenza; Kant definisce trascendentale
l’indagine sulle condizioni a priori della conoscenza;
• Parte «materiale» e «formale» sono presenti in entrambi i livelli della
conoscenza: sensibilità e intelletto; Kant, nella CRP, distingue tra le forme a
priori della sensibilità e le forme a priori dell’intelletto.
LE FORME A PRIORI DELLA SENSIBILITÀ
“Estetica trascendentale”
•Le forme a priori della sensibilità sono lo spazio e il tempo e sono studiate nell’Estetica
trascendentale;

•Per Kant, la sensibilità è sia passiva che attiva; passiva perché le sensazioni visive, tattili,
uditive, olfattive, gustative noi le riceviamo dall’esterno (parte «materiale»); attiva perché
queste sensazioni sono automaticamente ordinate da due forme a priori che sono lo
spazio e il tempo (parte «formale»);

•È attraverso lo spazio che percepiamo una certa disposizione degli oggetti (riguarda
soltanto l'esperienza esterna);
•E’ attraverso il tempo che percepiamo una successione di eventi (il tempo si riferisce
direttamente all’esperienza interna e indirettamente - in quanto è un'esperienza
comunque vissuta dal soggetto- a quella esterna);

•Spazio e tempo, dice Kant, non derivano dall’esperienza, ma ne costituiscono il


presupposto: sono le condizioni per cui l’esperienza stessa è possibile;

•Kant afferma quindi che già a livello della sensazione interviene nella conoscenza una
componente «soggettiva», cioè propria del soggetto conoscente, che è costituita dalle
forme a priori «spazio» e «tempo»;

•La sensibilità così concepita (passiva e attiva insieme) Kant la chiama «intuizione
sensibile».
L'ANALITICA TRASCENDENTALE
•Nella logica trascendentale Kant analizza le
strutture conoscitive a priori mediante le quali il
soggetto rielabora e collega i dati della sensibilità.
•La logica trascendentale si divide in due sezioni
principali:
1. L'analitica trascendentale: riguarda l'uso
legittimo dell'intelletto che, mediante i concetti
a priori, ordina i dati dell'esperienza;
2. La dialettica trascendentale: prende invece in
considerazione la ragione, cioè l'intelletto nel
momento in cui pretende di andare oltre i limiti
dell'esperienza.
L'ANALITICA TRASCENDENTALE
•L'analitica, scrive Kant, è la parte della logica
trascendentale «che espone gli elementi della
conoscenza pura dell'intelletto» cioè le categorie. Esse
sono definite da Kant «concetti puri»

-CONCETTI: poiché unificano la molteplicità


dell'esperienza.
-PURI: perché precedono l'esperienza stessa.

Egli non si chiede come funziona la mente umana, ma come è possibile la conoscenza,
cioè che cosa è necessario presupporre se vogliamo ammettere la possibilità della
conoscenza scientifica.
Dato che il sapere è costituito da giudizi (da affermazioni sulla realtà), è sufficiente, secondo
Kant, partire dalla tavola dei giudizi, sulla quale ormai si era stabilita una larga convergenza, e far
corrispondere a ogni giudizio una categoria.
Infatti, dal momento che ogni giudizio è unificazione di soggetto e predicato, deve esistere un
concetto a priori come forma di tale unificazione.
Sviluppando questo presupposto, Kant definisce la seguente:

A DIFFERENZA DI QUELLE ARISTOTELICHE, HANNO UNICAMENTE VALORE GNOSEOLOGICO


•Per Kant l'universalità non è data da una
generalizzazione dell'esperienza (operazione anche
per lui illecita, perché l'esperienza non può mai
esaurire tutti i casi possibili), ma dalla componente a
priori che, non dipendendo dall'esperienza, è
sempre uguale, cioè è universale. In altri termini,
l'universalità riguarda la forma della nostra
conoscenza, che è costante a prescindere dalla
variabilità dei contenuti.
LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE
•La soluzione proposta da Kant pone però nuovi problemi. Le categorie appartengono alla sfera
del pensiero, ma pretendono di valere anche per la realtà. In altri termini, noi riteniamo che la
conoscenza non riguardi soltanto le nostre idee, ma la nostra esperienza.

• Tale pretesa, però, deve essere giustificata o, come dice Kant usando un termine giuridico,
«dedotta». In tribunale, la deduzione consiste nel dimostrare la legittimità di una questione di
fatto ( ad esempio di essere i proprietari dell'auto che stavamo guidando, che potremmo anche
aver rubato).

•Allo stesso modo, occorre giustificare l'uso delle categorie per organizzare i dati
dell'esperienza, dato che esse sono indipendenti dall'esperienza stessa, o, con le parole di Kant,
«per la legittimità di un tal uso non sono sufficienti le prove ricavate dall'esperienza; ma è
necessario sapere altresì come questi concetti possano riferirsi ad oggetti, mentre non traggono
punto la loro legittimità dall'esperienza» (Critica della ragion pura).

•La condizione necessaria perché ciò possa avvenire, afferma Kant, è l'esistenza di uno spazio
unitario in cui le categorie convergono.

•In altri termini, è necessario presupporre che la conoscenza sia conoscenza di qualcuno, di un
soggetto che ha presenti contemporaneamente tutte le categorie e sintetizza i dati che esse
forniscono.
•Kant definisce questo soggetto che unifica l'esperienza «Io penso», intendendo riferirsi
con questa espressione non a singoli individui, ma al soggetto in generale
•L'Io penso è coscienza di conoscere cioè autocoscienza. (Approfondimento pag. 170)

•Vi è l’esistenza dunque un io, che opera la sintesi della conoscenza e ne costituisce il
fondamento stabile, che mi fa dire: «io conosco». (Approfondimento pag. 171)

•In quanto funzione dell'intelletto, l'Io penso non è una sostanza. Esiste, per così dire, solo
nel processo conoscitivo. «Questa è la mia conoscenza» lo posso dire quando conosco
qualcosa, non posso dirlo se non conosco nulla.

•l'Io penso non deve essere inteso neppure come la coscienza individuale, ma come la
condizione generale della conoscenza, presente nello stesso modo in tutti gli uomini e per
questo impersonale e universale.
L'ESPERIENZA E IL PENSIERO

•Le intuizioni pure unificano la sensibilità mediante


le intuizioni pure dello spazio e del tempo; esse
vengono rielaborate dall'intelletto mediante le
categorie e riunificate in una conoscenza unitaria
dall'Io penso.
LO SCHEMATISMO TRASCENDENTALE
Una volta giustificata l'unità dell'esperienza mediante l'Io penso, rimane
aperta un'altra questione. Se le categorie sono concetti puri, cioè
indipendenti dall'esperienza
1. Come possono unificarla, manipolarla, plasmarla?
2. Come possono «dialogare» due realtà del tutto eterogenee, cioè i dati
sensibili da un lato e i concetti puri dell'intelletto dall'altro?

Il pensiero non può dare forma direttamente all'esperienza: deve


esistere una mediazione, qualcosa che, per così dire, dia forma
sensibile ai concetti e una dimensione formale ai dati empirici. (Es.
schema del cane)

Questa struttura intermedia è lo SCHEMA TRASCENDENTALE.


• Gli schemi trascendentali sono di conseguenza organizzati secondo il
tempo quindi il tempo condiziona ogni esperienza possibile.
FENOMENO E NOUMENO
PERCHE’ DELL’ISOLA?
•Kant paragona la conoscenza a un'isola, che possiamo
esplorare in ogni angolo, ma che è circondata da un vasto
mare nel quale non possiamo avventurarci. L'isola
rappresenta la conoscenza fenomenica, il mondo
dell'esperienza, così come ci appare e come è rielaborato
dalle nostre strutture a priori.

•Il mare inesplorato è invece la cosa-in-sé, o noumeno,


che è al di là dell'esperienza e dunque è inconoscibile, ma
deve comunque essere presupposto, poiché i dati
sensoriali devono pur derivare da qualcosa di distinto da
noi.
PERCHE’ LA COLOMBA?
•Kant illustra con un'altra celebre immagine i limiti
della conoscenza e la problematica del noumeno. La
colomba, scrive, volando sente la resistenza
dell'aria e pensa che potrebbe volare con meno
sforzo se l'aria non ci fosse; ma in realtà, senza l'aria
sarebbe impossibile il volo.
•Allo stesso modo, l'intelletto potrebbe ritenere che
la conoscenza sarebbe più agevole e sicura senza gli
impedimenti dell'esperienza, ma in questo caso non
sarebbe invece possibile nessuna conoscenza.

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