Le avventure di Pinocchio sono un libro così ricco di suggestioni, di suggerimenti, ma
anche di provocazioni, da aprire sempre nuove riflessioni e interpretazioni. Lo è stato sin dalla pubblicazione, nel 1883, e gli effetti di quel "deflagrazione" continuano a vedersi a ogni lettura. Per uomini e donne d'azione, sognatori e visionari quali siamo noi - come chiunque abbia a cuore il successo della propria attività lavorativa, qualunque essa sia - leggere Pinocchio si rivela un grande incoraggia- mento. Specialmente di questi tempi. Infatti, questo burattino birbante segue il suo istinto, accondiscende ai suoi desideri, fa propositi di realizzazione, ma sbaglia. Oh, quanto sbaglia! eppure Pinocchio cade, ricade, si fa anche sonoramente male, ma sempre riparte. Riparte sempre perché dentro di lui c'è il desiderio, che non muore mai, di diventare un bambino. C'è in lui una continua e mai spenta voglia di migliorare, di realizzarsi veramente, che lo spinge verso il superamento delle difficoltà. In lui è evidente che "chi non fa, non sbaglia". Il punto cruciale è: dove Pinocchio trova l'energia per ripartire ogni volta? Questo burattino riparte ogni volta perché ha davanti agli occhi una positività che gli deriva da coloro che gli vogliono bene, che lo stimano, che lo spronano sulla via della realizzazione dei suoi talenti. Per crescere, per risollevarsi, Pinocchio ha bisogno di aggrapparsi ai suoi "maestri" di vita: Geppetto la Fata dai capelli turchini ... E una cosa grande che ognuno di noi possa incontrare sulla sua strada un "maestro", di vita e di professione. Solo così può si diventare avventurieri e "capitani coraggiosi… Pinocchio, insomma - questo vogliamo dire - è una favola adatta a tutti i professionisti di ieri, di oggi e di sempre. Questo libro, infine, dà una solenne spallata al moralismo di chi punta tutto sulla sua coerenza. Pinocchio non è proprio capace di esere coerente, con sé stesso, coi valori, coi propositi. E uno, come ognuno di noi, che vuole essere felice, ma spesso sbaglia strada. Questo ci fa intuire che se è vero che "chi non fa non sbaglia" altrettanto è vero che "chi non sbaglia non fa". Infatti, la storia dell'umanità e la nostra stessa esperienza ci mostrano che la capacità di perdersi, di fallire, di sbagliare, di illudersi fino a "prendere lucciole per lanterne", sono la più grande risorsa per fare, costruire, ri-costruire, migliorare, innovare. La storia di ogni lavoro, quale essa sia, è densa di episodi dove, proprio grazie all'errore, sono sorte grandi innovazioni. Con quel coraggio, come diceva Winston Churchill, che è un "procedere di fallimento in fallimento senza perdere entusiasmo". Pinocchio suscita sicuramente rabbia nei moralisti (possibile che non riesca mai a realizzare un proposito?), ma tanta simpatia in chi è uomo e donna fino in fondo. Pinocchio va avanti tra fallimenti (tanti) e successi (magari pochi). Ma quanta soddisfazione - non è vero? - quando i successi arrivano, quasi senza aspettarseli? Leggere, o rileggere, Pinocchio conviene? Per tutti questi motivi direi di sì. E allora, buona lettura.
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