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Economia dell’innovazione e delle
nuove tecnologie

LM77 – Lezione 11

Andrea Gentili (Università degli Studi Internazionali di Roma, UnInt),


Lezione 11- Outline

Modelli di crescita endogena


Schumpeter

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Lezione 11- Riferimenti

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Shumpeter ovvero della crescita endogena

• Joseph Schumpeter (1883-1950)

• Austriaco

• Formatosi in UK

• Formazione neoclassica (Leon Warlas «tra i suoi maestri»

• Ministro dell’Economia della Prima Repubblica Austriaca (1919)

• Poi docente di Boon e Harvard

• 1932 si trasferisce negli US

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Modelli di crescita endogena – la critica di Schumpeter ai modelli statici

• Si tratta di modelli nei quali una o più variabili che dipendono dalle scelte/interazioni degli/tra gli agenti
economici determinano (in toto o in parte) l’andamento della crescita economica

• HD è un modello di crescita
Esogena (ben successivo a Schumpeter per altro)

• EEG di Warlas è un Equilibrio Economico Generale


Statico

• Quando valgono le condizioni di equilibrio, il sistema economico si riproduce inalterato nel tempo

• Non sono in grado di spiegare il cambiamento nel tempo - tipicamente endogeno

• Il sistema economico muta nel tempo – come?

• In equilibrio, gli agenti economici non fanno né profitti né perdite, problema degli incentivi

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Schumpeter, dalla statica alla dinamica

Schumpeter cerca quindi da dare un ruolo alla dinamica e agli agenti economici nel
determinare la crescita economica che quindi non è il mero risultato di eventi «esogeni»
ma il risultato delle scelte di specifici agenti che hanno degli obiettivi ben chiari.

In fondo era esattamente quello che analizzava Adam Smith agli albori della
disciplina

Ma chi è o chi sono questi soggetti in grado di mutare la statica del mondo?

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Schumpeter, dalla statica alla dinamica

Il cambiamento è generato dall’esistenza di un agente economico che mira a rompere


l’equilibrio stazionario per conseguire un profitto: ‘l’imprenditore innovatore’

Non si tratta del manager, che mira a organizzare i fattori in maniera efficiente sulla
base di possibilità tecniche date (ovvero in termini solowiani a muovere F)

L’imprenditore ‘rompe’ lo stato stazionario introducendo nuove combinazioni di fattori


produttivi (innovazione) che consentono di ottenere un profitto

Attenzione è un concetto molto molto più articolato rispetto al progresso tecnologico di


cui abbiamo discusso in Solow (sebbene Solow sia successivo)

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Schumpeter, dalla statica alla dinamica

Il cambiamento è generato dall’esistenza di un agente economico che mira a rompere


l’equilibrio stazionario per conseguire un profitto: ‘l’imprenditore innovatore’

Non si tratta del manager, che mira a organizzare i fattori in maniera efficiente sulla
base di possibilità tecniche date (ovvero in termini solowiani a muovere F)

L’imprenditore ‘rompe’ lo stato stazionario introducendo nuove combinazioni di fattori


produttivi (innovazione) che consentono di ottenere un profitto

Attenzione è un concetto molto molto più articolato rispetto al progresso tecnologico di


cui abbiamo discusso in Solow (sebbene Solow sia successivo)

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Schumpeter, l’innovazione di prodotto e di processo

La differenza?

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Schumpeter, l’innovazione di prodotto e di processo

https://www.ilmessaggero.it/video/motori/ber
tha_benz_mercedes_spot-4346218.html

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Schumpeter, il ruolo del profitto

1. Il profitto d’impresa è:
• un reddito residuale (differenza fra ricavi e costi) legato alla capacità di innovare
• una rendita temporanea di monopolio
• per continuare ad ottenere profitto nel tempo è necessario innovare
costantemente

2. L’innovazione è dunque:
• una nuova combinazione di risorse esistenti
• effettuata in un contesto di incertezza
• muovendosi rapidamente, prima dei concorrenti
• contrastando l’inerzia e la resistenza al nuovo

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Schumpeter, e il mondo che cambia

“Di regola, le innovazioni sono incorporate in nuove imprese che entrano nel mercato
accanto alle preesistenti: generalmente, non è il proprietario dei torpedoni che si mette a
costruire una ferrovia”.

Schumpeter, Teoria dello sviluppo economico (1912)

“Se guardiamo ai settori in cui il progresso tecnico è stato più consistente, non troviamo
imprese in libera concorrenza, ma grandi società per azioni”

Schumpeter, “Capitalismo, socialismo, democrazia” (1943)

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Schumpeter, e il mondo che cambia

Schumpeter Mark I
Distruzione creativa
(Teoria sviluppo economico, 1912)

• molte piccole imprese


• centralità dell’imprenditore che contrasta l’inerzia sociale
• libertà di entrata
• facilità di sviluppare nuovi prodotti e nuovi processi
• distruzione delle rendite
• innovatori vincono

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Schumpeter, e il mondo che cambia

Schumpeter Mark II
Accumulazione creativa
(Capitalismo, socialismo e democrazia,1942)
• poche grandi imprese (concentrazione del mercato)
• centralità R&S interna all’impresa
• importanza lavoro di “squadra”
• forti barriere all’entrata
• economie di scala e di scopo
• creazione di rendite
• le grandi vincono

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Schumpeter, e il mondo che cambia

Schumpeter NON si contraddice


Innanzitutto dobbiamo considerare l’enorme transizione strutturale avvenuta tra il 1912
e il 1942.

Non c’è contraddizione perché, per Schumpeter, la concorrenza non è concorrenza di


prezzo ma un processo dinamico di distruzione creatrice:
• Le imprese che innovano riescono ad ottenere potere di mercato in ogni periodo
• Ma sono continuamente soggette alla possibilità di entrata di altre imprese

La concorrenza perfetta (di prezzo), anche se raggiungibile, non è necessariamente


desiderabile dal punto di vista sociale
• Essa infatti annulla l’incentivo al miglioramento

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Schumpeter, la curva di diffusione delle innovazioni

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Schumpeter, la curva di diffusione delle innovazioni

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Schumpeter, la curva di diffusione delle innovazioni

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Schumpeter, la curva di diffusione delle innovazioni

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Schumpeter, lo sciame

Il successo degli imitatori (e l’extra-profitto che possono ottenere) dipende dalla capacità
di applicare miglioramenti all’innovazione originaria

La diffusione può essere parte del processo creativo

I processi di innovazione (e diffusione) avvengono in sciami…

• …tendono a concentrarsi in settori (IT, Medicina, Chimica) e luoghi specifici (UK,


Germania, Stati Uniti)…
• …il che può spiegare l’esistenza di cicli economici di crescita e successiva stagnazione

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I modelli di crescita endogena

Nel modello solowiano, il tasso di crescita di lungo periodo è esogenamente determinato


assumendo un certo tasso di risparmio e un dato tasso di progresso tecnologico
• NON SPIEGA LE ORIGINI DELLA CRESCITA

capitale umano per spiegare la produttività del fattore lavoro


• Conoscenza
• competenze (le cosiddette skills)
• grado di qualificazione

il capitale umano di ciascun lavoratore si accumula in proporzione all’investimento

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I modelli di crescita endogena

Se il capitale umano si accumula, anche la valutazione dei rendimenti marginali e di scala


dei fattori cambia

• I fattori continuano ad avere rendimenti marginali decrescenti

• i rendimenti di scala sono costanti o addirittura crescenti


• effetto di spillover

• i rendimenti marginali del capitale non sono decrescenti ma costanti e non tendono a
zero, a livello aggregato
• a livello di impresa i rendimenti sono decrescenti
• a livello aggregato divengono costanti

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I rendimenti di scala

Spillover, Cluster
Concorrenza imperfetta
• Motivi di mercato
• Motivi di regolamentazione (brevetti)
• Varietà dei beni (mercati diffrenziati per varietà)
• Qualità dei beni (segmentazione per qualità)
• Accumulazione del capitale tramite Learning by doing

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I principali approcci

modelli di concorrenza imperfetta, che esplicitamente cercano di incorporare modelli a


due settori con un settore di R&S separato e composto da imprese che massimizzano il
profitto

modelli di concorrenza perfetta nei quali differenze nelle politiche economiche o nelle
preferenze si traducono in differenze permanenti nei tassi di crescita: questo secondo
filone contrasta con i modelli di crescita esogena ove le differenze nelle preferenze si
possono tradurre in differenze nei livelli di reddito ma non nei tassi di crescita del reddito
stesso

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I principali approcci: modelli di concorrenza imperfetta

• gli agenti economici esplicitamente prendono decisioni riguardo ad attività di


R&S
• attività rischiose per le quali l’innovatore di successo ottiene un certo
monopolio
• Incentivo all’innovazione
• il progresso tecnologico è la fonte principale di aumenti sostenuti del prodotto
• a creazione della conoscenza sottostante il “progresso tecnologico” è il
risultato degli sforzi di R&S intrapresi da individui e imprese
• non aiutano però a comprendere perché l’intero globo non sia ricco
• i paesi più poveri non investono in R&S, è anche vero che non devono
farlo (Giappone/Nord Corea/Cina, Ma gli altri???)

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I principali approcci: modelli di concorrenza perfetta

• accumulazione di capitale
• Tangibile (riproducibile) presenta rendimenti NON decrescenti a livello aggregato
• Intangibile

• le differenze tra paesi nelle politiche o nelle preferenze portano a differenze


permanenti nei tassi di crescita del prodotto pro-capite

• modelli di “adozione di tecnologie”, dacché l’adozione di una specifica tecnologia


piuttosto che un’altra rappresenta l’accumulazione di capitale intangibile

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I principali approcci: modelli di concorrenza perfetta

• non tengono conto di vari fatti chiave che hanno caratterizzato lo sviluppo economico
nella storia
• l’evoluzione della distribuzione del reddito mondiale
• le differenze tra paesi nei tassi di crescita del prodotto sono state enormi
• non si può dire che tali differenze siano permanenti, anzi
• I paesi + poveri crescono allo stesso tasso dei paesi ricchi
• Alcuni paesi poveri crescono molto + velocemente dei paesi ricchi
• Potenziale di crescita maggiore
• non possono spiegare il fatto che gli esempi di “miracoli dello sviluppo”
• non riescono a spiegare che i paesi ritardatari della crescita sono capaci di raddoppiare
il loro reddito in un arco di tempo molto più breve dei paesi che si sono sviluppati per
primi

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