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CHI SONO GLI IMMIGRANTI AL CONFINE CON LA POLONIA?

MARZO 2021, la Bielorussia ha iniziato ad accogliere e spingere i migranti provenienti dal Medio-oriente
(siriani, irakeni ed afgani), verso il territorio polacco e Paesi baltici (intrappolandoli, perché da una parte ci
sono i poliziotti di Minsk che non consentono a queste persone di tornare indietro e dall’altra parte ci sono i
polacchi che impediscono il passaggio).
MOTIVO dell'azione della Bielorussia sarebbe quello di mettere in difficoltà l’Unione Europea, considerata
avversario politico del regime autoritario bielorusso di Lukashenko, sfruttando l’ostilità dei Paesi
dell’Europa orientale per i migranti. In quanto numerosi sono i tentativi di ingresso della Bielorussia nell’Ue.
Gli stessi migranti hanno affermato che il loro viaggio è stato incoraggiato dal governo bielorusso. Pertanto
sembrerebbe che Lukashenko stia facendo una vero e proprio traffico di esseri umani, infatti è stata rilevata
una telefonata tra la Merkel e Lukashenko, nella quale diceva “Ue: Nessun negoziato".
Queste persone vengono prelevate all’aeroporto e portate con i pulmini al confine, dove devono
attraversare a piedi una zona boscosa.

LA POSIZIONE DELLA POLONIA

A Novembre ci furono dei tentativi di forzare il confine polacco da parte dei migranti: attaccarono gli
ufficiali polacchi con pietre e cercarono di distruggere la recinzione. Per fermarle, la Polonia sta usando gas
lacrimogeni e cannoni ad acqua. La Polonia inoltre ha annunciato che a Dicembre avrebbe incominciato a
COSTRUIRE UN MURO AL CONFINE CON LA BIELORUSSIA. Decisione permessa dai trattati dell’Ue, anche se
Bruxelles ha affermato che non ci sarà alcun finanziamento europeo all’opera, perché verso queste
persone l’Ue ha dei doveri, poiché i trattati internazionali dispongono che chi ha bisogno di protezione deve
poter avere accesso nel territorio dell’Ue.
LA POLONIA USA QUESTA OCCASIONE PER ALZARE UN IL TIRO VERSO L’UE.

COSA STA SUCCEDENDO TRA L’UE E LA POLONIA ?

Recentemente Ursula von der Leyen (attuale presidente Commissione UE) ha dichiarato che i trattati
dell’Ue sono molto chiari, infatti, tutte le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti
gli Stati membri. Il DIRITTO DELL’UE HA IL PRIMATO SUL DIRITTO NAZIONALE.
Nelle capitali dell’Unione e a Bruxelles, il caso polacco apre uno scontro grave, in quanto è stata emessa
una sentenza dalla Polonia che contesta 2 articoli fondamentali del Trattato Ue: il 1° costitutivo
dell’Unione e il 19° che regola la Corte di giustizia e il suo rapporto con le giurisprudenze nazionali.

CONFLITTO PER LA PREVALENZA DEL DIRITTO UNITARIO SU QUELLO NAZIONALE

La sentenza emessa dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ci fa intendere che la Polonia NON
riconosce più la supremazia delle leggi europee su quelle polacche, cioè uno dei principi fondamentali
dell’Unione Europea.
Nonostante questa possa sembrare una volontà di uscita dall’Ue, il governo polacco sostiene che non si
tratta di una POLEXIT e che nessuno ha l'intenzione di uscire dall'Unione Europea. La Polonia sta
effettuando ciò per difendere la riforma polacca della giustizia che secondo Bruxelles minaccia
l’indipendenza dei giudici. Infatti possiamo dedurre che la Polonia ha aperto la strada a un altro tipo di EXIT
dall’Ue, ossia uscita dal diritto dell'Unione Europea.

ALTRE PROBLEMATICHE TRA UE E POLONIA


La Polonia, inoltre, ha molti altri DOSSIER aperti con l’Ue:
 Oltre alla mancanza di rispetto dello STATO DI DIRITTO;

 ISTITUITE zone “LGBT FREE”, zone libere dagli LGBT, dove è lo stesso Stato a promuovere l’omofobia.
Obiettivo è discriminare queste persone. Purtroppo molti attivisti sono stati addirittura minacciati di
morte per l’organizzazione di cortei o marce dell’uguaglianza.
Per cercare di porre un freno a tutto questo, a dicembre il Parlamento europeo ha emanato una
risoluzione chiedendo alla Commissione europea di «condannare tutti gli atti pubblici di discriminazione
nelle zone LGBT» in Polonia. Risoluzione però ha solo la portata di una raccomandazione e quindi non è
un atto vincolante.

 LEGGE SULL’ABORTO: In Polonia è entrata in vigore la norma che vieta l’aborto anche in caso di
malformazione del feto, rendendo l’interruzione di gravidanza pressoché illegale, in quanto si trova in
contrasto con la Costituzione polacca che prevede la “tutela della vita in ogni caso”. Quindi
l’interruzione della gravidanza è consentita sono in caso di stupro o incesto e nel caso la vita della
madre fosse in pericolo.
Inoltre, in molti ospedali i medici praticano l’obiezione di coscienza, rendendo ancora più difficile, per le
donne polacche, abortire in sicurezza.

QUALI OPZIONI HA L’UE PER RISPONDERE?

La Commissione Europea sta valutando tutta una serie di risposte. La prima potrebbe essere quella di aprire
una procedura d'infrazione, chiedere una multa alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, aggiornare la
procedura dell'articolo 7. Però tutte queste procedure richiedono dei tempi molto lunghi.
Per cui lo strumento che finora la Commissione ha più forte da utilizzare contro la Polonia è quello del
PIANO DI RECOVERY. La commissione ha la possibilità di bloccare i 36 miliardi di euro.
Inoltre le diverse sentenze, precedentemente emesse dal tribunale costituzionale polacco, ha portato in
Europa una certa tensione: c’è chi si dimostra dialogante come la Merkel che ha chiesto di continuare a
coltivare il dialogo tra i paesi membri, ma per il resto gli altri paesi membri stanno perdendo la pazienza.

I TENTATIVI DI MEDIAZIONE

L’ultimo tentativo di mediazione, è avvenuto tra la Merkel che ha sentito il presidente bielorusso
Lukashenko. Durante il colloquio si è concordato che la questione migranti dovrebbe essere portata a
livello bielorusso-Ue e che saranno organizzati ulteriori contatti per risolvere la situazione.

Nel frattempo a tutela degli immigranti, l’Ue ha mandato 12000 militari, per proteggere coloro che si
trovano sul confine polacco e che avrebbero diritto di accedere sul territorio polacco in quanto quel
territorio è Europeo, e la Polonia per entrare nell’Ue ha sottoscritto la CONVENZIONE DI GINEVRA, la quale
dispone il PRINCIPIO DEL NON RESPINGIMENTO e dunque è un impegno anche della Polonia (che sta
violando).

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