Sei sulla pagina 1di 1

Beni archeologici

I beni culturali si dividono in molteplici sottocategorie, in base all’ambito di cui fanno parte, come
per esempio l’arte o la letteratura, o in base alla materia che li studia, come in questo caso
l’archeologia.

Un bene archeologico è un oggetto, mobile oppure immobile, risalente ad una cultura o un popolo
passato, e arrivato a noi nel presente tramite una ricerca e uno studio di esso; gli esempi possono
variare da manufatti, vasi o sculture, come nel caso dei Bronzi di Riace, fino ad architetture e resti di
edifici passati, come nel caso degli edifici civili rinvenuti degli scavi di Pompei, o alternativamente
edifici monumentali come può essere il Colosseo.

Lo studio di questi beni viene diviso in più sezioni, in base al periodo di appartenenza, quindi si ha
l’archeologia classica o quella industriale, oppure in base al materiale oggetto dei nostri studi, come
testi scritti sono nell’ambito dell’epigrafia.

Il nome dato a questi reperti ha un’etimologia che deriva dal periodo classico, più precisamente in
Grecia, per quanto con un’accezione leggermente diversa: inizialmente per i greci questo termine
indicava semplicemente un “discorso sul passato”; il termine si è avvicinato maggiormente al
significato che conosciamo oggi durante l’Umanesimo, movimento avvenuto nel periodo successivo
al Medioevo, età rinominata con l’appellativo “secoli bui”, per cercare un’ispirazione positiva, un
modello da seguire, nel periodo classico: quindi sempre più studiosi si interessarono, oltre ai reperti
scritti tramandati col tempo, a visitare i luoghi oggetto delle loro ricerche, sempre più convinti
dell’importanza di quei reperti, fino ad arrivare ai giorni nostri con varie leggi che proteggono e
tutelano tali beni archeologici.

Restauro
Uno dei principali metodi per la tutela di questi beni è il restauro, utile alla manutenzione e al
recupero di oggetti o opere segnate dal tempo. Il termine deriva dal latino re, a indicare “di nuovo”,
e dal termine staurare, “rendere solido”, quindi col significato di rigenerare e conservare un oggetto.
La definizione data da Cesare Brandi, storico e critico d’arte, descrive tale procedura come “il
riconoscimento dell'opera d'arte, nella sua consistenza fisica e nella suo significato estetico e storico,
in vista della trasmissione al futuro”; pone quindi come obiettivo del restauro come dell’archeologia
in sé quello di studiare, comprendere e infine trasmettere una conoscenza importante per l’umanità
intera.

Potrebbero piacerti anche