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Il romanzo inglese

Paolo Bertinetti
1. GLI INIZI
Il drammaturgo William Congreve scriveva che i romances (poemi cavallereschi e narrativa in prosa ad essi
simile) erano caratterizzati dalla presenza di personaggi d’alto rango (eroi, eroine, re, regine), un linguaggio
elevato, eventi miracolosi e imprese impossibili. I novels (romanzi), invece, sono di natura più familiare e
mostrano vicende concrete, eventi singolari ma non del tutto insoliti.

Il primo romanzo di lingua inglese, Oroonoko (1688), fu scritto dall’autrice teatrale Aphra Behn. Suo padre
era stato nominato governatore del Suriname, in Sudamerica, e Aphra lo aveva seguito nel suo viaggio.
Tornata in Inghilterra pubblicò un breve romanzo in cui fece confluire tutti i suoi ricordi di quella terra, dei
maltrattamenti subiti dagli schiavi e dell’ipocrisia dei loro padroni cristiani. Il romanzo si presenta come la
vera storia di Oroonoko, principe africano catturato e deportato in America, dove era già stata deportata la
sua innamorata, che sposerà. A raccontare le sue vicende è una giovane donna inglese che lo aveva
conosciuto e ne aveva apprezzato la nobiltà (un’anticipazione del Buon Selvaggio) e che ne illustra le
imprese coraggiose e la rivolta degli schiavi da lui promossa. Oroonoko verrà catturato e poi giustiziato
ferocemente.

In Inghilterra la nascita del romanzo e l’ascesa della borghesia sono due fenomeni fortemente legati tra
loro. I valori espressi dai romanzieri inglesi del Settecento infatti erano i valori propri della classe borghese,
e il realismo dei loro romanzi ben si accordava con le aspettative di un pubblico di lettori che volentieri
accettava di essere intrattenuto con storie che fossero radicate nella realtà del proprio mondo.

Anche nella letteratura inglese dei secoli precedenti c’erano state forme di narrazione che facevano capo
alla quotidianità, come ad esempio i rogue pamphlets pubblicati tra Cinque e Seicento. In Gargantua e
Pantagruel di Rabelais invece possiamo trovare l’uso di un formidabile linguaggio popolaresco, mentre la
Principessa di Clèves offre una certa riflessione psicologica. Ma nessuna di queste opere può essere
considerata un vero precedente.

Punto di riferimento dei romanzieri inglesi fu invece il Don Chisciotte di Cervantes, poiché costitutiva un
modello del modo in cui una storia poteva essere raccontata (inserimento di altre storie nella storia
principale), ma anche perché dimostrava che il mondo del romance (e cioè le illusioni e gli autoinganni
cavallereschi di Don Chisciotte) era in pieno contrasto con il mondo reale.

Il romanzo è genere letterario contemporaneo per sua natura, che costantemente muta e si rinnova con il
mutare del tempo storico. Non ha un canone come gli altri generi, perché di volta in volta si reinventa e
sempre si àncora alla realtà contemporanea per darsi nuove forme.

2. IL ROMANZO DEL PRIMO SETTECENTO: DEFOE, RICHARDSON E FIELDING (PER NON PARLARE DI SWIFT)
I primi romanzieri inglesi (Defoe, Richardson e Fielding) sottolineano il senso di verità dei loro romanzi
facendo esprimere i propri protagonisti in prima persona. Non sempre, però, romanzo e realismo erano
termini coincidenti. Tutti i primi romanzi si presentavano come histories (di fatti veri) e non stories (di fatti
inventati). Per noi, tre secoli dopo, il problema non si pone: il romanzo è fiction, creazione letteraria a cui il
lettore crede senza crederci. Ciò che leggiamo non è accaduto, ma potrebbe accadere; e a partire dalle
vicende narrate che il romanzo propone, il lettore potrà riflettere sulla propria vita o limitarsi a fantasticare.

Ma chi erano i lettori nell’Inghilterra del primo Settecento? Il prezzo decisamente elevato dei libri fa capire
che solo una parte ristretta della popolazione alfabetizzata poteva comprarli. In quanto ai romanzi, ad
acquistarli e a leggerli erano soprattutto le donne dell’upper middle class, la dama e la sua cameriera
personale, mentre il marito era occupato a leggere i libri contabili, o ad intrattenersi fuori casa. Alle donne
il romanzo presentava un altro motivo di interesse: proprio in quanto ambientato nel presente, non

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richiedeva, per essere apprezzato, quella conoscenza della cultura classica (negata alle donne), che invece
supponevano i romances.

Daniel Defoe fu scrittore e romanziere, spirito borghese nella sua originale versione rivoluzionaria. Era a
favore dell’idea di sovranità popolare (Locke). Diceva che uomini e donne sono uguali e che le differenze tra
loro sono soltanto la conseguenza di imposizioni di natura culturale. Sosteneva che le proteste contro gli
immigrati erano miopi, poiché essi costituivano la forza lavoro e il patrimonio di conoscenze tecniche e
pratiche di cui l’Inghilterra aveva bisogno. Spiegava che i poveri delinquono non perché malvagi, ma perché
vi sono indotti dal bisogno. Diceva inoltre che l’istruzione ha un’importanza fondamentale.
Era un dissenter (dissentiva in maniera teologica e liturgica dalla Chiesa anglicana) e quindi, come tale, gli
erano negati buona parte dei diritti civili. Nell’opuscolo The Shortest Way with Dissenters proponeva
ironicamente la soppressione di dissenso e dissenzienti, ragion per cui fu messo alla gogna dagli stessi
dissenters, che non ne avevano capito l’ironico paradosso. Defoe era londinese, figlio di un macellaio, per
un certo tempo aveva fatto il commerciante e viaggiato in Europa e in Gran Bretagna allo scopo di
raccogliere informazioni politiche per conto dello statista Robert Harley (che lo utilizzò come agente
segreto). Trovò in tutto questo il tempo di scrivere migliaia di pagine sugli argomenti più diversi: saggi
politici e ideologici, trattati di argomento storico, opuscoli giornalistici e una miriade di articoli. Il filo rosso
che percorre la sua produzione è quello di promozione dei valori borghesi. Defoe era apostolo dell’ethos
capitalista e della volontà di abbattere il privilegio di classe per creare un ordine sociale di tipo
meritocratico (alla cui base stava la figura del merchant, impropriamente borghese).
 Robinson Crusoe (1719) è il primo romanzo inglese. Unico sopravvissuto al naufragio della sua nave e
trascinato dalle onde sulle rive di un’isola deserta, è la quintessenza dell’homo oeconomicus, definito
dalle sue proprietà: Robinson fa un elenco dettagliato di tutti gli oggetti che ha recuperato dalla nave
prima che affondasse (comprese 36 sterline che sa bene non potranno servirgli sull’isola deserta), così
come in seguito farà un inventario pignolo di tutti i suoi beni: lo fa perché lui è ciò che possiede. Il
romanzo racconta le “strane e sorprendenti avventure” di Robinson, scritte di suo pugno come se fosse
una storia di fatti reali. Defoe si inspirò in effetti a quanto accaduto a un tal Alexander Selkirk, ma
quello fu soltanto un punto di partenza; il resto è frutto dell’invenzione di Defoe: Robinson rischia di
annegare, è catturato dai pirati, è tenuto in schiavitù, sopravvive su un’idea deserta, lotta contro dei
cannibali e contro i marinai ammutinati di una nave inglese, per diventare infine un ricco proprietario di
piantagioni nel Nuovo Mondo.
Una delle ragioni del successo del romanzo sta nella novità del linguaggio: quello dei predicatori, dei
giornalisti, di chi si rivolgeva a un pubblico di artigiani e commercianti. Nel linguaggio di Defoe
possiamo intuire quello popolaresco e cogliere la vivacità dell’inglese parlato. Il fascino del racconto sta
nel fatto che Robinson per dodici anni è solo sull’isola deserta in condizioni di vita che il lettore
riconosce come civiltà. La sua solitudine è alleviata da forti convincimenti religiosi che matura dopo
essere sopravvissuto a una grave malattia. Defoe offre una versione benevola del rigore calvinista:
Robinson si è ribellato all’autorità paterna e alla legge divina, e quindi merita di essere punito. Ma la
Divina Provvidenza, proprio attraverso la punizione, gli offre la possibilità di salvarsi.
 Moll Flanders (1722) è una povera fanciulla londinese, che vive in un mondo dove la povertà è vista
come un peccato e in cui il denaro è ciò da cui dipende la salvezza. La madre di Moll era stata
condannata per furto ma, poiché incinta, la pena era stata sospesa; in seguito la donna era stata
deportata in America, e costretta quindi a lasciare la figlia di appena sei mesi, che viene affidata a una
“brava donna” che educa le ragazze a diventare domestiche. A contrario della Pamela di Richardson,
Moll non è esempio di mobilità sociale: costretta dalla necessità diventa una ladra e una prostituta, e
ha cinque mariti (uno dei quali suo fratello). L’ingenuità con cui narra le sue sfortune e il suo
pentimento giocano a suo favore, e la sua vita di crimine e peccato si conclude con il premio della
libertà e del benessere. Moll usa il suo corpo come un operaio usa le sue braccia, e la Divina
Provvidenza calviniana salva lei così come aveva salvato Robinson.

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 Roxana, the Fortunate Mistress (1724) non parte dalle miserabili condizioni di Moll. Sposa un uomo
ricco, che sperpera la sua fortuna e l’abbandona. Spinta dalla necessità, diventa una prostituta ma,
raggiunta la sicurezza economica, non rinuncia alle sue arti. Ha infatti imparato a non fidarsi della
correttezza e della generosità degli uomini e ha concluso che deve essere lei a provvedere
generosamente a se stessa, tant’è vero che rifiuta di sposare un ricco aristocratico.
 ricordiamo inoltre: Colonel Jack, Captain Singleton, The Journal of the Plague Year (vero resoconto di
un londinese sulla spaventosa epidemia di peste).
Robinson, Moll e Roxana sono tra i personaggi più radicati nel nostro immaginario, ma in Defoe non c’è
ancora la psicologia del personaggio.

Jonathan Swift era irlandese, vissuto per diversi anni in Inghilterra al servizio di un importante aristocratico,
sperando vanamente di ottenere un incarico governativo. Dopo aver ottenuto un dottorato in Teologia ed
essere diventato sacerdote della Chiesa inglese protestante, gli fu dato l’incarico di decano della cattedrale
di San Patrizio di Dublino. Nella capitale irlandese ebbe modo di rendersi conto di come l’Inghilterra gestiva
il potere su quella che a tutti gli effetti fu la sua prima colonia. Conservatore in politica, Swift lo fu anche in
campo religioso. Scatenava la sua satira contro la società inglese, la politica del primo ministro Walpole, le
diatribe tra cattolici e protestanti, la grottesca amministrazione della giustizia, l’indifferenza nei confronti
della povertà e della miseria più nera (scrisse una “Modesta proposta” in cui suggeriva ai cattolici irlandesi
di dar da mangiare i loro bambini ai ricchi).
 Gulliver’s Travels (1726) non è un romanzo vero e proprio, ma piuttosto la rivisitazione della Storia vera
di Luciano di Samosata, lo scrittore greco del II secolo che in quel suo libro raccontava viaggi
mirabolanti in luoghi ancora più mirabolanti. L’opera di Swift fu notoriamente abbreviata e censurata
per offrire un istruttivo libro di avventure ai ragazzi; la sua versione intera è in realtà una satira feroce,
amara e violenta della società britannica. Il protagonista, chirurgo di bordo, è un uomo onesto, sincero
e non particolarmente perspicace. Nella prima parte egli naufraga a Lilliput, dove è un gigante in mezzo
a uomini alti una quindicina di centimetri, ma che si vedono grandi per importanza – la satira è diretta
alla corte di Giorgio I. Nella seconda parte finisce a Brobdingnag, i cui abitanti sono alti dodici volte più
di lui: sono all’antica e quindi non dispiacciono a Swift che odiava il progresso. Nella terza parte, dopo
essere stato gettato in mare dai pirati, Gulliver si ritrova sull’isola volante di Laputa, dove gli uomini si
dedicano alla speculazione scientifica (Swift non approvava la scienza in generale, in quanto contraria
alla religione). In seguito incontra anche gli Struldbrugs, che sono immortali ma umani, e quindi
invecchiano diventando sempre più decrepiti. Nella quarta parte Gulliver raggiunge la terra degli
Houyhnhnm, che sono dei cavalli, saggi e razionali, che governano su una popolazione umana più che
scimmiesca, gli Yahoo. Quando torna a casa, Gulliver si rifugia nella stalla, con i suoi cavalli, perché
l’odore della moglie e dei suoi figli, simile a quello degli Yahoo, gli fa venire in mente quanto sia
disgustosa la natura umana. Nell’ultimo capitolo Swift si lancia in un durissimo atto d’accusa contro
l’impresa coloniale, causa di ingiustizie e massacri.

Samuel Richardson fu scrittore dal piglio didattico e moralista, efficacie propagandista dei valori della
borghesia. Il suo primo libro fu un manuale di buona condotta destinato agli apprendisti affinché si
accostassero al loro lavoro guidati da serie regole di comportamento e provvisti di sani principi morali. Più
tardi passò alla scrittura creativa, e i suoi romanzi contribuirono all’affermazione internazionale del genere.
 Pamela (1740) è un romanzo epistolare, fatto di lettere e pagine di diario per la maggior parte scritta
dalla protagonista (i corrispondenti sono sei in tutto), una giovane cameriera in teoria facile preda del
suo padrone, Mr B. Invece la ragazza resiste ai suoi tentativi di seduzione e rifiuta l’offerta di diventare
sua amante. Alla fine Mr B la sposa e le pagine conclusive del romanzo ci mostrano Pamela diventata
un esemplare modello di virtù, stimata e ammirata da tutti. Tutto il romanzo è marcato dal moralismo
di Richardson, che vuole raccontare una storia che abbia un serio valore didattico e che metta in luce i
principi morali del lavoro e dell’amore coniugale, contrapposti all’oziosità e alla dissolutezza
dell’aristocrazia.

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Richardson non interviene solo sul piano morale, ma anche su quello sociale, facendosi apostolo di un
principio fondante della rivoluzionaria classe borghese, cioè quello della mobilità sociale: racconta la
vicenda di una persona che appartiene al mondo piccolo-borghese e che sale nientemeno che al livello
della gentry. Trova dunque fine la dottrina medievale secondo la quale ognuno doveva restare per tutta
la vita all’interno della classe sociale in cui era nato. La borghesia, e soprattutto le donne lettrici, si
riconobbero nei principi morali e sociale promossi da Richardson.
La storia di Pamela è un chiaro esempio di virtù premiata. La protagonista non è ipocrita né ingenua: il
modo in cui difende la sua verginità dimostra chiaramente che è consapevole del valore che essa ha.
Pamela respinge le avances di Mr B perché indecenti o perché spera di poter diventare qualcosa di più
della sua amante? Le respinge perché è “moderna” ed è la risposta alle arroganti pretese che
l’aristocrazia e le classi elevate avevano considerato loro prerogativa. Il linguaggio usato da Pamela è
quello della gente comune. Per la verità, non pochi sono i casi in cui le frasi che usa non potrebbero mai
essere state scritte da una cameriera; ma la giustificazione sta nel fatto che Richardson, che ne è il
curatore, ha avvertito il lettore di essere intervenuto per correggere gli errori e le imprecisioni del
linguaggio di tutti i giorni. Con Richardson, comunque, il linguaggio quotidiano entra definitivamente
nel mondo della letteratura.
 Clarissa (in otto volumi tra 1747 e 1749) è il capolavoro di Richardson. Romanzo epistolare di cui un
terzo è costituto dalle lettere tra la giovane gentildonna Clarissa e il suo corteggiatore/persecutore
Lovelace; gli altri due terzi sono occupati da quelle di una ventina di corrispondenti. L’aristocratico
Lovelace, dopo aver cercato di sedurre Clarissa, la sequestra, droga e la violenta. La donna impazzisce,
riacquista poi la ragione ma non la voglia di vivere e si avvia lentamente verso la morte. La sua è una
morte necessaria, perché solo così può imporsi la denuncia della società patriarcale e maschilista a cui
Clarissa appartiene, ma contro la quale si è ribellata. Lovelace, che dopo la morte della protagonista si
era pentito, viene ucciso da un cugino di lei. La sua uccisione è una sentenza di morte nei confronti di
un intero sistema sociale, contro il vecchio contro il quale aveva combattuto la middle class.
Nei testi epistolari di Clarissa, i personaggi mettono per iscritto ciò che accede nel “momento stesso” in
cui avviene, senza nemmeno il tempo di rifletterci: registrano subito, a caldo, le loro sensazioni e
sentimenti, senza un’elaborazione dell’accaduto; e neppure una morale da trarre, cosa che spetterà al
lettore.

Henry Fielding fu allevato dalla nonna e a dodici anni fu mandato nell’esclusiva public school di Eton, dove
rimase cinque anni. Più tardi, dopo una parentesi londinese, si iscrisse all’Università di Leida, dove si
immerse negli studi classici. La prima fase della sua attività di scrittore fu dedicata al teatro: si affermò
come autore di testi satirici e parodici, che attaccavano la corte e il primo ministro Walpole. Nel 1737 il
Licensing Act, legge che istituiva la censura, mise fine alla sua carriera in teatro. Già male di salute, studiò
legge e divenne avvocato.
 Shamela (1741) era satira diretta contro quella che Fielding riteneva fosse l’ipocrisia di Richardson e
della sua eroina, Pamela, e contro anche la tecnica del “momento stesso”.
 Joseph Andrews (1742) è il fratello di Pamela, servitore di Lady Booby, la zia di Mr B (che qui è
chiamato Square Booby). La donna fa delle esplicite avances a Joseph, che, essendo casto e amando la
fidanzatina Fanny, le respinge. Ragion per cui viene licenziato e cacciato via (senza l’indignazione del
lettore, che vede la difesa di castità da parte di un uomo come qualcosa di comico). Joseph decide così
di tornare a piedi al suo paese; dopo le prime disavventure, si imbatte nel parroco del suo paese,
Adams, e insieme i due si avviano verso casa. A un certo punto Adams salva una fanciulla in pericolo: è
Fanny, che si unisce ai due nel loro viaggio. Cruciale è inoltre l’incontro con un certo Mr Wilson, che
racconta loro del rapimento del suo bambino da parte degli zingari. Finalmente i tre giungono al paese,
dove trovano Pamela, diventata la moglie di Booby. A questo punto Joseph e Fanny possono finalmente
sposarsi.

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Joseph Andrews è un romanzo letterariamente raffinato e divertente, pieno di episodi comici e
sostenuto dalla costante vena ironica con cui sono definiti personaggi e vicende, scritto in terza
persona. Fielding dichiara quindi la sua presenza di narratore, cioè di creatore di un’opera di finzione,
fin dall’inizio; e per tutta la narrazione ricorda ai lettori che stanno leggendo un romanzo. Il lieto fine
non è realistico, ma la fiction lo reclama. Nella Prefazione, l’autore colloca il suo romanzo a fianco dei
generi canonici della letteratura classica, definendolo un “poema eroicomico in prosa”. Un genere
diverso dal romance, in quanto “leggero”, i cui personaggi sono di rango inferiore. Legittima così il
genere romanzesco.
 Tom Jones (1749), capolavoro dell’autore, è la storia di un trovatello che, verso la fine del romanzo,
scopre di essere il nipote del ricco e generoso Squire Allworth, che l’aveva adottato quando era in
fasce. Grazie a ciò Tom potrà sposare Sophia, la donna che ama. Fielding è del tutto estraneo all’idea di
mobilità sociale che consentiva a Richardson di immaginare il matrimonio di una cameriera con un
gentiluomo. Tom è un giovane molto esuberante, uno sfacciato, un rogue (come lo erano Moll e
Roxana). Il rogue non è solo simpatico, ma alla fine la spunta e trionfa con l’approvazione del lettore; è
un furfantello capace di simpatizzare con i dolori degli altri e di gioire della loro felicità. Di Tom si
potrebbe dire che è una specie di picaro, il protagonista del genere narrativo che apparve in Spagna nel
XVI secolo e che raccontava avventure e sventure di un giovane di bassa condizione sociale che dopo
mille peripezie, poiché intrinsecamente buono, veniva premiato dal successo.

Tobias Smollett, chirurgo in una nave da guerra, tradusse dal francese in inglese il Gil Blas de Santillana di
Lesage, esempio di romanzo picaresco europeo.
 Roderick Random (1748), racconto in prima persona in cui si mescolavano tipiche vicende del genere
picaresco con il ricordo delle sue avventure durante il fallito attacco della marina inglese alla città
colombiana di Cartagena.
 Peregrine Pickle (1751) è un secondo romanzo picaresco, scritto in terza persona da narratore
onnisciente.
 Humphrey Clinker (1771), romanzo di genere epistolare e suo capolavoro. Le lettere sono scritte da
cinque corrispondenti, in viaggio verso l’Inghilterra, il Galles e la Scozia; ciascuno di loro offre un diverso
punto di vista su ogni singolo aspetto del viaggio, ma Smollett organizza le diversità di vedute, che
finiscono per annullarsi producendo un effetto di sottile comicità. Sono cinque diversi “viaggi
sentimentali” attraverso la Gran Bretagna e il mondo rurale visto come la sana contrapposizione a
quello frenetico di Londra.

3. NUOVE STRADE ROMANZESCHE: STERNE, IL GOTICO, IL ROMANZO STORICO


Lawrence Sterne fu reverendo, nato in Irlanda da madre irlandese e padre inglese, e vissuto a Tipperary
fino all’età di dieci anni prima di essere mandato in collegio in Inghilterra, dove visse il resto della sua vita.
 The Life and Opinions of Tristram Shandy (1760-67) è un romanzo pieno di humour, malinconia, un
forte gusto per i giochi verbali, e una minore attenzione al realismo in nome del fantastico. Sin dal titolo
Sterne stabilisce una rottura con la convenzione romanzesca appena consolidata: non le avventure, ma
le opinioni del protagonista narratore. L’autore usa un tono simile a quello di Fielding, da conversatore
spiritoso, affabile, cortese, mai predicatorio.
Tristram, l’eroe/narratore, si propone di raccontare la storia della sua vita, decidendo di iniziare, con
ordine, a partire non dalla sua nascita ma addirittura dal suo concepimento, occasione di una delle
pagine più divertenti del romanzo. Tristram scrive seguendo il filo dei suoi pensieri e interrompendo di
continuo l’ordine cronologico della narrazione con le continue digressioni e con il racconto della vita di
persone a lui vicine (il parroco Yorik, lo zio Toby, il suo servitore, il caporale Trim e la vedova Wadman).
Ma mentre scrive il tempo passa ed è sempre più impossibile raggiungere il presente: quando nel terzo
volume giunge a parlare del giorno della sua nascita è passato un anno e ha dunque 365 in più da
raccontare. Il problema è trovare un equilibrio tra il tempo della scrittura, il tempo degli eventi narrati,
nonché quello di lettura.

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L’impresa letteraria di Sterne è rivoluzionaria sia per quanto riguarda la forma che il linguaggio. Ogni
figura retorica o artificio grammaticale e sintattico vengono rivisitati e smontati, alla ricerca dei limiti
della parola. Sterne utilizza una serie di espedienti non verbali – asterischi, spazi, bianchi, ghirigori,
pagine marmorizzate – che con la loro oggettività pongono rimedio all’ambiguità di parola. Una pagina
nera, ad esempio, comunica la morte di Yorick, che chiude gli occhi “per non riaprirli mai più”.
Sterne pone il lettore di fronte al fatto di avere davanti agli occhi un’opera di finzione: non
l’autobiografia di Shandy, ma il prodotto della fantasia di un romanziere. D'altronde, della vita e delle
opinioni di Tristram sappiamo ben poco, o comunque meno di quelle del padre e dello zio. Nel
procedere con la narrazione, l’autobiografia si perde. Questo modo di procedere sembra da un lato
dichiarare l’impossibilità della forza romanzesca, ma dall’altro dimostra la vitalità del nuovo genere e la
sua duttilità, che gli consente di trovare nuove forme a cui affidare l’invenzione letteraria. Sterne
inventa un nuovo tipo di humour, meno feroce di quello di Swift e meno aristocratico di quello di
Fielding – il cosiddetto Shandean humour.
 A Sentimental Journey through France and Italy (1768, postumo), romanzo di viaggio il cui scopo era di
insegnarci ad amare il mondo e il nostro prossimo, grazie al fatto che il narratore, il parroco Yorick, in
nome della sensibility, indugiava su piccoli episodi e dettagli per proporne una lettura sentimentale.
Sensibility è un termine chiave della cultura inglese della seconda metà del Settecento: David Hume
spiegava che l’uomo ha una naturale inclinazione a cercare anche la felicità e il benessere dei propri
simili; da questa simpatia sociale nasce che la benevolenza è una virtù di cruciale importanza, quella
che consente di provare sintonia e somiglianza con gli altri. Chi possiede la sensibility è un man of
feeling. Sterne si sarebbe in realtà divertito a prendere in giro gli aspetti di estrema sensibilità
manifestati dal parroco Yorick, per cui il romanzo nasconderebbe un atteggiamento di satira parodica
nei confronti della filosofia del tempo. Se non è così, si può pensare che nel romanzo si siano fusi
humour e pathos.

Appena si era finito di dichiarare che novel vuol dire storia vera, realismo, mondo inglese contemporaneo,
si affermò un genere, il romanzo gotico, che si muoveva in una dimensione magica, fantastica,
sovrannaturale. Protagonista dei gothic novels è in genere una giovane donna che rischia di cadere nelle
grinfie di uomini malvagi e che nella sua fuga deve affrontare ogni sorta di minacce e pericoli, veri o
immaginari. Nel finale, che è quasi sempre un lieto fine, spesso si scoprirà che i fenomeni soprannaturali
tali non erano, ma che c’era una spiegazione naturale per il loro manifestarsi. Come nella grave poetry
preromantica, il romanzo gotico spesso propone una dimensione in cui il confine tra vita e morte risulta
tutt’altro che definito.

Horace Walpole, figlio del dittatoriale primo ministro Sir Robert, era deputato al Parlamento, fondatore di
una casa editrice che pubblicò le odi di Thomas Grey, nonché appassionato di antiquariato.
 The Castle of Otranto (1764) è presentato come la traduzione di un antico testo italiano. È il primo
romanzo gotico e coniuga il gusto per il pittoresco e il Sublime con una forte predilezione per il mistero
e l’irrazionalità. Per Walpole gotico voleva dire medievale: la vicenda si svolge in un’Italia esotica, dagli
edifici antichi e misteriosi, dotati di sotterranei e anfratti nascosti in cui appaiono fantasmi e fenomeni
inspiegabili.

William Beckford.
 Vathek (1782), scritto prima in francese e poi tradotto in inglese, propone un viaggio nel proibito con
una vicenda ambientata in una dimensione mentale visionaria e allucinata.

M.G. Lewis.
 The Monk (1796), romanzo ambientato nella Spagna della Santa Inquisizione, narra di un assassinio,
stupro e incesto in modi particolarmente sadici. È possibile interpretare le intenzioni di Lewis come un
violento disprezzo nei confronti dell’ipocrisia presente nei rapporti sociali delle classi elevate.

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Ann Radcliffe era una donna di salute cagionevole, schiva, riservata, che scrisse i racconti di terrore più
fantasiosi e più ammirati. Molte delle sue storie sono ambientate in un’Italia piena di luoghi pittoreschi, di
sinistri e misteriosi conventi, o di castelli dalle altrettanto misteriose segrete. La vittima è una fanciulla
emblema di innocenza e purezza, mentre il suo persecutore è un uomo malvagio, spietato e lussurioso.
 The Italian (1797) è una sua opera tipica del genere, nel cui finale si cede il passo al lieto fine
matrimoniale e alla spiegazione in termini razionali degli avvenimenti che erano apparsi come
sovrannaturali.

Walter Scott, nato a Edimburgo, critica il romanzo gotico, o almeno alcuni dei suoi aspetti più strambi. Però
era anche lui in qualche modo debitore di quel gusto antiquario; nel suo caso, contavano soprattutto i
racconti popolari e le leggende dell’antica Scozia su cui la poesia romantica non poco aveva ricamato. I suoi
romanzi scozzesi ci presentano dei prodi guerrieri delle Highlands, sostenitori della casa degli Stuart, che
combattono valorosamente contro le truppe di re Giorgio, causa destinata alla sconfitta. Per questa ragione
si potevano apprezzare le virtù di questi uomini generosi senza che ciò entrasse in contraddizione con la
loro posizione di fedeli sudditi della nazione. Nel periodo romantico, in generale, erano apprezzati
l’omaggio a un nobile passato, la scoperta e la valorizzazione delle sue radici, e il rispetto nei confronti di
uomini umili e semplici ma portatori di un’identità nobile. Si trattava di romanzi realistici, in quanto la loro
fonte era la storia. Scott partiva dal dato storico per poi lanciarsi in un’invenzione narrativa che mescolava
realismo e topoi romantici: nobili gesta, dolci fanciulle, coraggiosi ribelli che combattevano per una grande
causa. I suoi eroi, tuttavia, non sono figure di eccezionale statura, ma corrispondono invece al tipo medio di
gentleman inglese (Lukács): un eroe che è un uomo di indubbia fermezza e dignità morale, ma non
romanticamente eroico. Mentre sono i personaggi con cui loro entrano in contatto ad apparire più veri e
convincenti. I personaggi di Scott traggono la loro vitalità dall’essere membri di un gruppo sociale che
esercita un ruolo importante nella società del proprio tempo, e per questo motivo sono “tipici” e possono
essere riconosciuti come figure reali e realistiche. L’impressione può essere quella di trovarsi di fronte a
personaggi da romances (per di più i romanzi di Scott sono stati ampiamente tagliati e trasformati in
volumetti di letture per ragazzi, rafforzandone le parti leggendarie), ma un lettore attento saprà agganciare
le storie narrate alle trasformazioni di cui è fatta la storia.
 Waverly (1814) è ambientata nella Scozia di settant’anni prima, durante l’insurrezione giacobita del
1745, quando il principe Carlo Edoardo, detto Bonnie Prince Charlie, tentava di reinsediare sul trono la
sua casata degli Stuart. Riuscì a marciare fino a Derby, ma non proseguì verso Londra e tornò indietro.
Successivamente, con la battaglia di Culloden, il suo piccolo esercito subì una disastrosa sconfitta, che
segnò la fine del suo sogno.
 Ivanhoe (1819), ambientato invece nel Medioevo, ripropone il tema del superamento del contrasto tra
due etnie differenti (in questo caso Sassoni e Normanni), per dare vita a un’unica nazione, quella
inglese. La vicenda è collocata verso la fine del XII secolo, al tempo di Riccardo I, il re normanno che
Ivanhoe, di etnia sassone, aveva seguito nella sua Terza Crociata disobbedendo al padre, che sognava
una riscossa contro gli invasori normanni. Il romanzo è del tutto inattendibile dal punto di vista storico,
ma è affascinante per la sua capacità di creare un’immagine fantastica del mondo medievale; ed è
responsabile della mitizzazione di Riccardo I, un re d’Inghilterra fondamentalmente francese, che entrò
nella leggenda come l’inglesissimo Riccardo Cuor di Leone campione della cristianità.
 altri romanzi scozzesi sono: Guy Mannering, Rob Roy e Heart of Midlothian.

4. UNA STANZA TUTTA PER LEI


Jane Austen era la figlia di un reverendo anglicano, che fu anche il suo precettore. L’ambiente in cui crebbe
era sereno e favorevole alla lettura e agli “svaghi innocenti”. La giovanissima Jane si dedicava con
entusiasmo alla scrittura, nascondendo il manoscritto su cui stava lavorando fino a quando, completato,
veniva letto ai famigliari. La famiglia si spostò alla mondana Bath, dove Austen non si trovò particolarmente
a suo agio; come ancor meno si sarebbe trovata a proprio agio a Londra, dove si recò fuggevolmente.
L’ambiente che le si confaceva era quello della campagna inglese, dello Hampshire soprattutto, dove i

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rapporti sociali erano quelli dettati dalle convenzioni e dai valori della gentry, la classe dei grandi proprietari
terrieri. Nel Settecento il ruolo politico di questa classe era stato di grandissimo rilievo; verso la fine del
secolo, tuttavia, la rivoluzione industriale ne aveva indebolito il peso, a favore dell’emergere di un settore
sociale legato all’industria e ai commerci. Austen coglie questa trasformazione e si fa promotrice dei valori
rurali della sua classe sociale.
La domanda che sta alla base dei suoi romanzi è “Chi sposerà la nostra eroina?” (nonostante la stessa
Austen non si sposò mai). Le sue eroine sono donne giovani e intelligenti, modestamente eleganti,
rispettose dello status quo sia sociale che privato. Le vicende raccontate nei suoi romanzi sono piccole, ma
narrate con eleganza linguistica e padronanza compositiva e capacità di creare personaggi di affascinante
verità che sono proprie del grande romanziere. Austen era guidata da un profondo senso morale e da un
senso del dovere protestante; le sue convinzioni etiche non sono affidate alla voce del narratore, ma al
comportamento e alle riflessioni dei personaggi. Al centro della storia c’è il matrimonio e l’eroina, in
genere, deve scegliere tra un corteggiatore giusto e uno sbagliato, che decisamente non fa per lei (Collins vs
Darcy in Pride and Prejudice). L’amore, condizione necessaria e indispensabile, deve fare i conti con la realtà
e il romantico trasporto amoroso non può essere il fattore decisivo.
Le eroine di Jane Austen, attraverso le piccole vicende che le coinvolgono, seguono un evidente percorso di
crescita e di sviluppo della loro personalità, scaturito dall’analisi dei loro sentimenti e del modo in cui essi
stanno in rapporto con i loro desideri e aspirazioni. Il tutto avviene in un ambiente ristretto e lontano da
noi, in un periodo storico cruciale per la storia inglese (Rivoluzione francese e guerre napoleoniche, di cui
nulla mai traspare nei romanzi, in quanto non toccano le vite dei personaggi). I lettori di oggi, tuttavia,
ritrovano nelle riflessioni delle eroine di Austen qualcosa che tuttora parla alla loro esperienza;
l’ambientazione nella sua epoca scavalca dunque il passare del tempo e ciò che è locale assume un valore
universale.
Jane Austen fu considerata per lungo tempo una buona scrittrice, ma niente di più. Virginia Woolf fu la
prima a sostenere che, in quanto scrittrice donna, la Austen dovesse avere una “stanza tutta per sé” e che
ella fosse una grande scrittrice in quella stanza. Il critico F.R. Leavis, nel secondo dopoguerra, faceva partire
la grande tradizione proprio da Jane Austen. Un’ulteriore spinta alla sua canonizzazione avvenne dalla
critica femminista. La maestria di Jane Austen consiste nella sua sottile e delicata ironia, nella purezza e
precisione della sua prosa e nella sicurezza della sua tecnica narrativa, capace di tessere il racconto delle
vicende in una tela di mirabile equilibrio.
 Sense and Sensibility (1812) contiene la dimostrazione di come non ci si debba abbandonare al
romanticismo dei sentimenti e si debba invece esaminarli alla luce della ragione.
 Pride and Prejudice (1813) spiega come non ci si debba giudicare in base alle apparenze (First
Impressions era il titolo della prima versione del libro) e non si debbano far prevalere emozioni e
sentimenti come il pregiudizio e l’orgoglio (di cui sono colpevoli sia Elizabeth che Darcy). Alla fine i due
giovani si uniranno in un matrimonio basato non solo sull’amore, ma sul rispetto reciproco che si è
affermato una volta esclusi i pregiudizi di ognuno. Darcy è molto ricco e l’autrice lo sottolinea senza
ironia, poiché la sicurezza economica è di fondamentale importanza per il matrimonio (non a caso il
romanzo si apre con la madre di Elizabeth intenta a trovare mariti per le sue cinque figlie).
L’ironia dell’autrice è un tipo di ironia verosimilmente coltivato dai membri più brillanti della gentry; è
l’ironia di chi critica gli eccessi, la mancanza di misura, l’approssimazione, la superficialità di persone
che condividono gli stessi valori e principi. Rispetto a quella di Fielding, l’ironia di Austen è più
sommessa e più nascosta nella narrazione.
 Manfields Park (1814) ci rivela come le ricchezze della gentry discendessero talvolta anche dalle
piantagioni caraibiche coltivate dagli schiavi (nessun commento da parte di Jane Austen: la schiavitù
non era ancora stata abolita). L’eroina, Fanny Price, è convinta della necessità di tener fermi i
comportamenti e valori che caratterizzano la classe sociale a cui appartiene, sebbene in condizione
periferica, in quanto parente povera.

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 Emma (1815) è un personaggio complesso, ricco di sfaccettature, ritratto da Austen quasi con una sorta
di partecipazione affettuosa. Nel ritrarla, l’autrice ottiene il risultato più maturo: la tecnica del libero
discorso indiretto si coniuga perfettamente con il ruolo del narratore onnisciente.
 Northanger Abbey (1818, postumo) narra di una giovinetta che vive e fantastica sotto la pericolosa
influenza delle letture di romanzi gotici, un genere che Austen riteneva letterariamente scadente.

Mary Shelley aveva diciotto anni quando scrisse il romanzo gotico che possiamo definire capolavoro del
genere: si trovava in una bella villa sul lago di Ginevra, insieme al poeta Percy Bysshe Shelley (che aveva
abbandonato la moglie incinta per fuggire con lei) e a Lord Byron. Quest’ultimo, visto il tempo piovosissimo,
propose una gara tra loro e l’amico John Polidori: per passare il tempo avrebbero dovuto cimentarsi nella
scrittura di un racconto gotico. Polidori scrisse una prima versione della storia di Dracula, mentre la
diciottenne Mary scrisse forse la prima storia fantascientifica occidentale.
 Frankenstein, or the Modern Premetheus (1818) è uno scienziato che, sfidando le leggi della natura e
di Dio, come fece Prometeo, dà vita a una figura grottesca e dotata di forza sovraumana. La svolta
decisiva ha luogo quando Frankenstein accetta di fornire una compagna al mostro, il quale vorrebbe
poter amare ed essere amato. Ma subito si pente e la elimina, suscitando così l’odio della creatura, che
ucciderà la moglie dello scienziato. Il creatore decide di ucciderlo a sua volta, e la caccia al mostro si
concluderà nelle regioni artiche, dove Frankenstein troverà la morte, mentre la creatura sparirà tra i
ghiacci.

5. IL ROMANZO VITTORIANO, PARTE PRIMA: DICKENS, THACKERAY E LE SORELLE BRONTË


“Vittoriano” è una parola chiave negli studi inglesi:
- è il periodo legato al regno della regina Vittoria (1837-1901);
- è il periodo di massima espansione coloniale britannica e di grandioso sviluppo dell’industria pesante
(carbone, acciaio e ferro), caratterizzato da una tumultuosa urbanizzazione e una selvaggia
devastazione del territorio, nonché dalle disumane condizioni di lavoro delle masse operaie, che
trovano nelle Trade Unions lo strumento capace di fare introdurre una serie di leggi riformatrici;
- è il periodo coincidente con il trionfo della borghesia, che vide anche la concessione dell’allargamento
di voto. Alle donne tuttavia il voto era ancora negato, nonostante le dure lotte delle Suffragette (il voto
fu loro concesso solo dopo la prima guerra mondiale). Secondo la società borghese vittoriana, la donna
doveva essere “l’angelo del focolare”, in sintonia con un’idea di correttezza morale e comportamentale
che escludeva ogni riferimento alla sessualità.
- è il romanzo prodotto nel lungo periodo coincidente con il regno della regina Vittoria.

Il romanzo vittoriano può essere definito come la voce critica della società britannica dell’Ottocento. I
romanzi di maggior rilievo non sono fedeli cantori del potere, ma danno voce alle forze del cambiamento.
L’autore assume il ruolo sociale che corrisponde alla funzione morale che il romanzo si propone di avere.
Sul piano narrativo questo si concretizza nell’uso di un narratore onnisciente, che fa agire e guida i
personaggi che se fosse Dio: li giudica, premia, punisce, entra nella loro mente e nel loro cuore. E poi si
rivolge al lettore per presentargli le sue osservazioni e riflessioni.
I romanzieri vittoriani si rivolgevano a un pubblico sempre più vasto, grazie alle innovazioni tecnologiche
che abbassarono il costo dei libri. Le circulating libraries erano biblioteche private che garantivano
all’editore l’acquisto di un certo numero di copie, che venivano date in prestito ai lettori dietro pagamento
di una modesta somma. Il costo da pagare era la censura: le biblioteche chiedevano agli editori libri che la
sera il capofamiglia potesse leggere ad alta voce in salotto alle figlie. Una novità altrettanto importante fu la
pubblicazione a puntate su periodici, in genere con cadenza mensile e in venti puntate. Il romanziere aveva
così il vantaggio di poter modificare la storia in base alle reazioni del pubblico; e organizzava la vicenda in
modo da concludere ogni puntata con una situazione di relativa suspense. I romanzi pubblicati in puntate
venivano poi riproposti in volume; spesso nei tre volumi canonici che costituivano il formato più frequente.

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Charles Dickens era figlio di un impiegato finito in prigione per debiti che a undici anni andò a lavorare in
una fabbrica infestata dai topi. Non poté andare regolarmente a scuola e smise di andarci del tutto a
quindici anni. Dickens, prodigiosamente, si istruì da sé e trovò lavoro in un ufficio di avvocati, imparò a
stenografare e divenne corrispondente del Morning Chronicle. A quel punto, ancora giovanissimo,
incominciò a scrivere brevi raccontini per diversi giornali, che furono poi raccolti nel volume Sketches by
Boz (1936). Dickens sposò la primogenita dal suo editore. Iniziò a scrivere vari racconti e poi romanzi, ai
quali fa sempre da sfondo la città di Londra, cresciuta smisuratamente e affollata di decine di migliaia di
disperati costretti a vivere in condizioni disumane. I bambini morivano non solo per malnutrizione, ma per
la diffusione delle malattie favorita dall’assenza assoluta di igiene e di fogne. Dickens scrisse i suoi romanzi
nella convinzione che le storie che raccontava potessero illuminare il lettore e fargli capire quali erano i
mali presenti nella società a cui apparteneva.
 The Pickwick Papers (1836-37), pubblicato inizialmente a puntate, tratta delle avventure di Pickwick e
dei tre soci del suo Circolo. Il personaggio di Sam Weller, servitore di Pickwick, era efficiente, astuto e
spiritoso, e incontrò uno strepitoso favore di pubblico con le sue battute brillanti e la sua parlata
cockney. Nel momento in cui la padrona di casa di Pickwick lo denuncia per non aver mantenuto la sua
formale promessa di matrimonio, la storia assume carattere di romanzo. La vicenda si svolge in un
recente passato, nell’Inghilterra preindustriale delle diligenze e delle locande, anche se Londra è già la
metropoli feroce che Dickens ritrarrà nei successivi romanzi. Il tono di questo primo romanzo è dato
dallo humour spensierato e dall’atteggiamento ironico con cui Dickens ritrae i suoi personaggi, dallo
sguardo divertito con cui vengono osservate le debolezze delle figure positive e dal taglio satirico
riservato a quelle negative.
 Oliver Twist (1837-38) è il romanzo in cui è più forte e radicale la critica alla società inglese. Anch’esso
pubblicato inizialmente a puntate, è la storia di un giovane eroe caratterizzata da clamorose
coincidenze e colpi di scena. Le avventure e sventure di Oliver, soprattutto da quando viene reclutata a
forza in una banda di ladruncoli controllata dallo spregevole vecchio Fagin, consentono a Dickens di
sferrare un durissimo attacco alla legge con cui si era provveduto ad affrontare le condizioni di povertà
(la Poor Law del 1834). Secondo Graham Greene è un romanzo manicheo, in cui a sopravvivere è la
bontà.
 Christmas Carol (1843) vede l’avarissimo Scrooge, vecchio senza cuore, trasformarsi e diventare un
uomo generoso. Nel suo caso perché siamo a Natale; ma una simile illuminazione è spesso presente
nelle opere di Dickens.
 David Copperfield (1849-50) è un Bildungsroman in cui Dickens rinuncia al narratore onnisciente per
passare al racconto in prima persona. È un romanzo autobiografico in cui il protagonista deve molto
all’esperienza di vita dell’autore: la sua infanzia difficile, le caratteristiche della sua educazione
sentimentale, la scelta di diventare scrittore. Il fascino del romanzo sta nel rapporto tra David e gli altri
personaggi, primo fra tutti l’irresistibile Wilkins Micawber (in parte modellato sulla figura del padre di
Dickens), la cui esuberanza verbale lo rende figura comica in un contesto di sfondo drammatico.
 Hard Times (1854) è un industrial novel che denuncia la feroce organizzazione del lavoro e l’avidità dei
capitalisti, trovando invece parole di simpatia e di compassione per i lavoratori. Il cattivo del romanzo è
l’industriale Bounderby, che tratta i suoi operai in modo disumano e che si è costruito una falsa identità
di self-made man per meglio esercitare la sua autorità. Il commerciante Gradgrind, che ha educato i
suoi figli senza dare il minimo spazio alla fantasia, costringe la figlia Louisa a sposarlo, portandoli a un
matrimonio infelice. La fantasia e l’immaginazione hanno spazio solo nel mondo del circo e dei suoi
abitanti, tra cui spicca la piccola Cissy Jupe, che salverà poi i due figli di Gradgrind, sia Louisa che Tom,
con un finale consolatorio non lontano da quello delle fiabe. Quello di Dickens è un messaggio di
speranza, perché era convinto, in fondo, della bontà degli esseri umani.
 Little Dorrit (1855-57) vede come coprotagonista il carcere londinese di Marshalsea destinato ai
debitori, in cui era stato imprigionato il padre di Dickens. Questo è uno dei romanzi in cui il meccanismo
della pubblicazione a puntate è sfruttato con maggior efficacia per tenere sulla corda il lettore. Qui

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troviamo anche alcune delle sue invenzioni umoristiche più brillanti e la coesistenza dei due registri è
decisiva.
 Great Expectations (1860-61) è anch’esso un Bildungsroman in prima persona. L’eroe Pip è un
protagonista anomalo, il cui destino è forgiato da circostanze melodrammatiche e da casualità
impreviste, a volte non lontane da quelle tipiche del romanzo gotico. L’aspetto comico è in questo
romanzo meno presente, tanto che Dickens aveva pensato di non dargli un lieto fine, per poi cambiare
idea su consiglio di un altro romanziere.
 Our Mutual Friend (1864-65) descrive Londra come la città dove “Dio è assente” o, meglio, dove Dio è il
denaro, unico valore riconosciuto in una società materialistica. Londra diventa il luogo di ombre,
inganni, tenebra, e presenta un tono di mistero e irrealtà. Il simbolo dominante è il Tamigi, le cui acque
trascinano via durante la bassa marea le sporcizie e i rifiuti della città, ovvero i suoi misfatti, e
consentono la nuova nascita al protagonista del romanzo.

William Makepeace Thakeray sembrava inizialmente potesse superare Dickens per vendite e popolarità. I
suoi romanzi avevano un taglio molto diverso e si presentavano come la conversazione confidenziale tra
scrittore e lettore. Il suo tratto distintivo era uno humour sferzante e beffardo, come evidenziano i suoi
pezzi pubblicati sulla rivista Punch e poi raccolti nel Book of Snobs.
 The History of Henry Esmond (1852) è un romanzo storico che sembra scritto da un autore del
Settecento.
 The Luck of Barry Lindon (1844) è un romanzo picaresco anch’esso dal gusto settecentesco.
 Vanity Fair (1847-48) è il suo capolavoro. Al centro della storia stanno i destini incrociati di due donne,
la dolce e mite Amelia e la sua amica Becky Sharp, orfana, povera e socialmente ambiziosa. Becky cerca
di farsi sposare dal fratello di Amelia, ma non ci riesce. Diventata governante nella casa dei ricchi
Crowley, seduce prima il capofamiglia e poi il figlio Rawdon, che la sposa. Nel frattempo Amelia sposa
l’ufficiale George Osborne, e l’azione di sposta a Bruxelles, dove l’uomo corteggia un’assai disponibile
Becky. George chiede alla donna di fuggire con lui, per poi morire nella battaglia di Waterloo. Amelia,
che non sa nulla della tresca, riesce a risollevarsi grazie a William Dobbin, che è innamorato di lei.
Intanto Becky deve lasciare l’Inghilterra per sfuggire ai creditori, ad aiutarla sarà Amelia e così, per
ricompensarla, Becky le racconta la verità, liberandola dal ricordo idealizzato di George e
consentendole così di sposare Dobbin. Becky, dopo la morte del marito, riceve dal loro figlio una sorta
di pensione che le consentirà di vivere agiatamente.
Becky è una versione femminile del picaro del romanzo settecentesco. Il narratore onnisciente non
esprime un giudizio a suo proposito, ma la narrazione e il finale la premiano, poiché godrà dei frutti
della sua vita sessualmente spregiudicata. La scrittura di Thickeray è caratterizzata dall’ironia e dallo
scoramento per lo stato di cose presente, accompagnati però dalla constatazione che il cinismo di quel
mondo si traduce in vitalità e progresso.

Le sorelle Charlotte, Emily e Anne Brontë erano figlie di un pastore anglicano di non molti mezzi ma di
molti libri. Vivevano nel villaggio di Haworth, sui primi rilievi del territorio “selvaggio” dei Moors, la
brughiera del North Yorkshire (non lontano dalle fabbriche i cui operai erano stati sostenitori del
movimento cartista). Charlotte ed Emily andarono a Bruxelles a lavorare in un esclusivo collegio femminile
per imparare il francese, con lo scopo di progettare e organizzare poi loro una scuola, in cui le tre sorelle
sarebbero state insegnanti. Volevano una scuola moderna, agli antipodi di quella specie di carcere dove
avevano studiato per un certo periodo. Presto, tuttavia, Emily tornò a casa, mentre Charlotte si innamorò
perdutamente del direttore della scuola; fu un amore infelice. Diventarono infine governanti, uno dei pochi
lavori dignitosi per una donna. I loro capolavori letterari furono pubblicati tutti nel 1847 con lo pseudonimo
maschile di Acton, Currer ed Ellis Bell, sapendo benissimo che per una donna era difficile farsi accettare
come scrittore. Nei loro romanzi offrirono ai lettori figure di donne che sbugiardavano il pregiudizio e
promuovevano una moderna idea di indipendenza femminile.

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 Agnes Grey (1847) è il primo romanzo di Anne. La protagonista è una governante che dal suo punto di
osservazione guarda con occhio duramente critico le convenzioni della borghesia vittoriana, presentata
in tutto il suo egoismo, ipocrisia e superficialità.
 Jane Eyre (1847) è il capolavoro di Charlotte, dedicato a Thackeray. L’eroina trova lavoro come
governante nella sinistra magione di Thornfield Hall, dove deve occuparsi della figlia illegittima del
padrone Edward Rochester, che ha rinchiuso la moglie completamente pazza nell’ultimo piano
dell’edificio. Jane non è bella, ma ha un suo fascino, a cui Rochester non è insensibile. Contro ogni
convenzione, lei gli dichiara il suo amore ma, alla vigilia delle nozze, Jane scopre che ha ancora una
moglie e rifiuta di sposarlo. L’eroina viene accolta in casa da St John Rivers, reverendo che qualche
tempo dopo le propone di sposarlo. Jane, dopo molti dinieghi, sta per acconsentire quando
improvvisamente sente la voce di Rochester che la invoca (topos del romanzo gotico). Jane, che nel
frattempo ha ereditato dallo zio ed è diventata economicamente indipendente, decide di recarsi a
Thornfield Hall, dove scopre che la moglie dell’uomo si è suicidata e ha dato fuoco alla magione;
Edward, nel tentativo di spegnerlo, ha perso la vista e una mano. A quel punto Jane si dichiara e lo
sposa.
Jane è una donna indipendente, padrona dei propri sentimenti e decisa a rivelarli. La sua coraggiosa
affermazione di identità e di indipendenza femminile è quasi al limite della sfida, e anche i lettori
contemporanei possono coglierne la modernità.
 Shirley (1848), il secondo romanzo di Charlotte, è ambientato nel periodo delle rivolte luddiste all’inizio
dell’Ottocento e mostra le sue posizioni, moderatamente avanzate, riguardo le condizioni del lavoro
nelle fabbriche.
 Villette (1853) è il terzo e ultimo romanzo di Charlotte, spesso sottovalutato anche se si indiscutibile
valore letterario, sia per costruzione che per complessità psicologica. Ambientato a Bruxelles, qui
l’autrice ci presenta una figura di donna in cui la distanza dall’immagine dell’angelo del focolare non
potrebbe essere più evidente.
 Wuthering Heights (1847) è il capolavoro di Emily, fitto di echi romantici e spunti legati alla tradizione
gotica ma moderno per tecnica narrativa. Anziché l’io narrante, presente nei romanzi delle sorelle,
questo romanzo vede invece una costruzione a più voci della vicenda, con diversi flashback e frequenti
cambiamenti temporali. I narratori principali sono Mr Lockwood, un gentiluomo trasferitosi non
lontano dalla casa chiamata Wuthering Heights, e Mrs Dean, che una volta era stata domestica degli
Earnshaw, ex proprietari della dimora. Quando Lockwood vede il fantasma di Cathy Earnshaw si
propone di ricostruirne la vicenda, aiutato dalla domestica.
Mr Earnshaw aveva adottato un orfanello, Heathcliff, forse suo figlio illegittimo o figlio di una zingara
(dato il colore scuro della sua pelle). Nel corso degli anni tra Cathy Earnshaw e quel ragazzino irrequieto
e selvaggio si stabilisce un forte legame. Giunta però all’età del matrimonio, Cathy preferisce sposare
Mr Linton, proprietario di una bella casa nella vallata sottostante dolce e benigna (contrariamente al
territorio selvaggio dove si erge Wuthering Heights). Heathcliff, furibondo per la scelta di Cathy,
scompare e torna tre anni dopo, ricco e trasformato in un gentleman. Non ci viene mai detto dove sia
stato, anche forse perché la stessa autrice non conosceva quell’ambiente e non avrebbe potuto
raccontarlo (Eagleton). A questo punto il proposito di Heathcliff è di distruggere i Linton e gli Earnshaw,
e la sua vendetta è diretta soprattutto a Cathy. Al momento della morte, l’eroina esclama “Io sono
Heathcliff”, in quanto aveva condiviso con lui il senso di libertà da convenzioni e obblighi e la forza della
passione da lui incarnati. L’uomo riesce a unirsi a lei solo nella morte, quando alla fine del romanzo un
ragazzo sostiene di aver visto il fantasma di lui con quello di una donna non lontano dalla magione.

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6. IL ROMANZO VITTORIANO, PARTE SECONDA: ELIOT, TROLLOPE, STEVENSON E HARDY
Elizabeth Gaskell, amica di Charlotte Brontë, moglie di un sacerdote unitariano impegnato socialmente,
pubblicò in un primo tempo i suoi romanzi in modo anonimo. In essi denunciava le condizioni di lavoro degli
operai e delle condizioni di vita degli slums sorti intorno alle fabbriche, nonché criticava attraverso i suoi
personaggi femminili le convenzioni e i pregiudizi dell’età vittoriana.
 Mary Barton e North and South le danno fama di autrice di industrial novels.
 Cranford (1851-53) venne pubblicato a puntate sul periodo di Dickens, “Household Worlds”.

Mary Ann Evans, che adottò lo pseudonimo di George Eliot, fu in larga misura autodidatta e divenne una
solidissima intellettuale. Imparò il tedesco ed era diventata traduttrice di testi filosofici (di Feuerbach),
collaborò alla radicale Westminster Review e, cosa per l’epoca scandalosa, andò a vivere con un uomo
sposato, il critico Lewes. Su Dickens esprimeva un giudizio negativo, anche se come lui affollava i propri
romanzi di una grande varietà di personaggi, episodi, avvenimenti: la differenza stava nell’attenzione
dedicata alla psicologia dei personaggi e alla loro interiorità.
 Adam Bede (1859) fu il suo primo romanzo.
 The Mill on the Floss (1860) fu il romanzo che più appassionò i lettori. Ne è protagonista Maggie
Tulliver, uno spirito ribelle limitato dal piccolo mondo provinciale in cui vive. Si innamora del fidanzato
della cugina e con lui scappa via; la loro fuga è innocente, ma la sua reputazione è compromessa e
viene ripudiata dall’amato fratello Tom. Nel corso di una inondazione, Maggie corre al mulino per
salvarlo. Il tentativo fallisce e i due muoiono, ma prima di essere travolti dalle acque riescono a
ritrovare il senso di rispetto reciproco e il sentimento d’amore che una volta li legava.
La storia è ambientata nella provincia, in quella campagna inglese che Eliot ritrae magistralmente
esaltandone la bellezza del paesaggio, ma senza cadere mai in una sua idealizzazione.
 Middlemarch (1871-72) fu scritto dopo la riforma elettorale del 1867, ma narra degli anni della riforma
elettorale precedente, ovvero quella del 1832. Anche se i protagonisti appartengono al passato, Eliot
può stabilire un rapporto di continuità con il presente, lasciando però capire che nel frattempo molte
cose si sono evolute in senso democratico. La sua posizione era quella di un prudente liberalismo:
sebbene si fossero dovuto pagare dei costi non piccoli, c’erano stati dei promettenti miglioramenti
nella vita della popolazione inglese. La parola chiave è amelioration: poiché c’era speranza in un futuro
migliore, i suoi romanzi si chiudevano sempre con un lieto fine.
Il romanzo segue le vicende di diverse coppie, lungo quattro percorsi narrativi diversi, ricondotti a unità
dalla figura della protagonista, Dorothea, donna intelligente, ricca e di forti principi puritani, che sposa
un reverendo. Solo dopo il matrimonio, si rende conto della meschinità del marito, da cui solo la morte
la potrà separare. L’altro personaggio centrale è l’idealista dottor Lydgate, apostolo del progresso
scientifico e marito della sciocca Rosamund. A partire da questi due matrimoni infelici, Eliot sottolinea
l’importanza del dialogo tra coniugi e l’importanza di capire le aspirazioni e i bisogni dell’altro. Dopo la
morte del marito, Dorothea si innamora di un suo cugino, ma per poterlo sposare deve rinunciare ad
ogni diritto sulle proprietà del defunto marito.

Anthony Trollope fu scrittore di massimo successo, più di ogni altro legato al mondo vittoriano. Aveva
un’idea tutto sommato positiva della società del suo tempo: ne criticava le colpe e i difetti, ma riteneva che
fosse possibile porre loro rimedio (e infatti si presentò come candidato alle elezioni). Alla vita politica
dedicò una serie di romanzi, i Palliser Novels (1864-1880), in cui l’ironia ammorbidisce la critica e la
denuncia si accompagna a una sorta di assoluzione finale. Alla vita nelle comunità di provincia dedicò
un’altra serie di romanzi, le Chronicles of Barsershire, in cui ironizzava sulla mediocrità del mondo
provinciale apprezzandone però la serena tranquillità (English way of life).
 The Warden (1855) è il primo di questa seconda serie di romanzi. Il protagonista è il reverendo Harding,
che rinuncia ai suoi privilegi economici affinché la figlia Eleonor possa infine sposarsi. Secondo l’autore
il romanzo aveva il merito di insegnare alle fanciulle come ricevere proposte di matrimonio da parte
degli uomini che le amavano.

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 The Way We Live Now (1874-75) è un romanzo di denuncia contro la corruzione e la disonestà che
regnavano nel mondo della finanza e dintorni. Quando il protagonista, il finanziere Melmotte, si suicida,
il lettore non è affatto invitato a provare una seppur minima pena per lui. È il romanzo che negli ultimi
anni ha ottenuto maggior consenso, grazie anche al ritratto di un mondo finanziario decisamente
attuale.

Jerome K. Jerome scrive il romanzo vittoriano che più incarna lo spirito del tempo.
 Three Men in a Boat (1889) racconta le avventure di tre giovanotti (e un cane) durante il loro viaggio in
barca lungo il Tamigi. Le avventure sono comiche disavventure precedute o seguite da digressioni su
eventi consimili o legati all’argomento in questione accaduti in passato. La risalita del fiume da fuori
Londra verso Oxford si svolge in una specie di Arcadia moderna e il romanzo è spensieratamente
umoristico (e maschilista), risposta della piccola borghesia emergente al disagio derivante dalla propria
collocazione nel contesto fortemente classista del mondo britannico.

Lewis Carroll fu matematico dell’Università di Oxford. Scrisse il suo libro più famoso per divertire le figlie di
un collega.
 Alice in Wonderland (1865) racconta le avventure di una bambina che, inseguendo un coniglio, finisce
in un buco sottoterra ed entra in un mondo fantastico, in cui incontra altrettanto fantastici personaggi
con i quali intavola bizzarri dialoghi fitti di giochi di parole e ragionamento di assoluta illogicità. Il libro è
lontanissimo da quelli destinati ai bambini in età vittoriana, didattici e moraleggianti, e promuove il
libero gioco e il piacere di fantasticare. La piccola eroina si comporta sistematicamente in base alle
regole dell’etichetta che una famiglia borghese come la sua l’aveva costretta ad assorbire. Tali regole
sono sottoposte a una divertita ironia, lasciando intravedere una critica sotterranea alla società
vittoriana.

Robert Stevenson.
 Treasure Island (1883) nacque come un libro per ragazzi, con tutte le caratteristiche del genere
avventuroso ma con un’invenzione decisiva: la storia è raccontata da un ragazzo, Jim, figlio di una
proprietaria di una locanda vicino al mare. Il pericoloso mondo degli adulti è rappresentato dal vecchio
pirata Billy Bones e dai suoi compagni che l’hanno fregato. Jim sviluppa un legame con Long John Silver,
cuoco della nave che si rivela maligno e feroce, e che comunque riveste un ruolo decisivo nella crescita
del ragazzo. Il loro rapporto illustra quello tra la giovinezza e il male che è una componente
fondamentale della formazione dell’adulto. La storia include elementi di mistero (il baule, la mappa del
tesoro, l’oscuro passato dei pirati) che aiutano a mantenere sempre alto il livello di suspense.
 The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde (1886), un romanzo conosciuto anche da chi non l’ha mai
letto. Il dottor Jekyll crea nel suo laboratorio una sostanza che concentra le componenti negative e il
suo abbietto desiderio che una volta assunta lo trasforma nel malvagio Mr Hyde. In una prima fase
riesce senza difficoltà a tornare ad essere il dottor Jekyll, ma quando finisce il farmaco che gli consente
la trasformazione, il dottore preferisce uccidersi, uccidendo anche Mr Hyde.
La vicenda è una variante del motivo del Doppelgënger e può essere letta anche in chiave
psicoanalitica, in quanto Jekyll incarnerebbe i due volti dell’Io nell’individuo alienato sul piano sociale e
represso su quello personale. Ma è anche un’allegoria dei due volti della borghesia vittoriana, in
pubblico ipocritamente attentissima alle forme, in privato tutt’altro che rigorosa. In ogni caso il
romanzo presenta una clamorosa dicotomia tra apparenza e realtà, tra maschera e il volto depravato
che essa nasconde.
 The Master of Ballantrae (1889), romanzo che attraverso più voci narra la storia della rivalità tra due
fratelli, Harry e il crudele, astuto e perfido James, prima in Scozia e poi in America, dove entrambi
moriranno, per essere sepolti nella stessa tomba.
 Stevenson è stato un maestro anche della short story. I suoi ultimi racconti sono ambientati nelle isole
del Pacifico, dove si era trasferito alla ricerca di un clima amico.

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Oscar Wilde originò testi teatrali e poetici, oltre che racconti e brillanti aforismi, che spesso costituivano
una sfida alla correttezza della società vittoriana che criticava senza riserve.
 The Picture of Dorian Gray (1890) narra la vicenda faustiana del protagonista, che vende l’anima per
ottenere in cambio il permanere della gioventù e della bellezza. Mentre Dorian continua ad essere
giovane e bello, il suo ritratto muta magicamente, registrando non solo il passare del tempo, ma anche
i segni della sua malvagità e depravazione. Il romanzo è considerato un’opera decadentista, che illustra
il rapporto tra vita ed arte, e la separazione tra morale e letteratura. è soprattutto un romanzo
inquietante, che rivela il volto nascosto della rispettabilità vittoriana.

Thomas Hardy è l’ultimo grande romanziere dell’età vittoriana, capace di rappresentare la società nella sua
complessità con l’idea che il romanziere potesse carpirla pienamente e giudicarla in base e solide certezze
morali da tutti condivise. Negli anni della sua infanzia l’atteggiamento dominante era l’illimitata fiducia nel
progresso e nel miglioramento generale delle condizioni di vita. Tuttavia la modernità poteva avere effetti
micidiali, come quelli della liberalizzazione del commercio dei cereali del 1846. Il Dorset, terra natia di
Hardy, non potendo competere con i prezzi consentiti dal libero mercato, entrò in una forte crisi economica
di cui l’autore fu testimone diretto e che gli suggerì il pessimismo che caratterizza le sue pagine. Dopo la
pubblicazione del suo ultimo romanzo, il tacito patto tra autore e lettore che sta alla base del romanzo
vittoriano gli parve come qualcosa che non era più in grado di gestire, e decise quindi di dedicarsi
esclusivamente alla poesia.
 Far From the Madding Crowd (1874) è il primo dei suoi grandi romanzi. Ambientato nella cittadina di
Weatherbury, luogo di armonia tra uomo e natura e opposto della città industriale, racconta la storia di
Bathsheba, una giovane donna dallo spirito troppo indipendente per quei tempi, che è amata da tre
uomini molto diversi tra loro: un pastore, un ricco agricoltore e un sergente. Le vicende sono
melodrammatiche, ma la storia si chiude con un lieto fine e la protagonista sposa il pastore, l’uomo che
incarna il legame con la natura.
 The Return of the Native (1878) vede come protagonista una donna molto passionale e per nulla
vittoriana. Fu in parte riscritto in seguito alle forti pressioni del direttore della rivista su cui fu
inizialmente pubblicato.
 The Mayor of Casterbridge (1886) vede come protagonista un uomo segnato da un gesto sciagurato
compiuto in gioventù, quando, ubriaco fradicio a una fiera, aveva venduto moglie e figlia a un marinaio.
Dopo una vita di non pochi successi va incontro a una morte amarissima. Tuttavia la sua carriera sociale
dimostra la sua superiorità di “uomo di carattere” rispetto all’ambiente ipocrita che lo circonda.
 Tess of the d’Urbervilles (1891) è sedotta da Alec, figlio di un parvenu, e rimane incinta, ma il bambino
muore dopo poco la nascita. Il matrimonio con Angel, un uomo buono e generoso, viene annullato
quando la donna gli confessa il suo passato. Quando più tardi Alec si rifà vivo, Tess accetta di diventare
suo amante. Angel tuttavia, pentitosi del suo rifiuto, decide di tornare de lei e Tess, non vedendo come
poter altrimenti uscire dalla situazione, uccide Alec per fuggire con il marito. In seguito i due vengono
scoperti e fuggono a Stonehenge, dove vengono catturati dai poliziotti. Incarcerata e processata, viene
condannata a morte.
 Jude the Obscure (1895) è l’ultimo romanzo di Hardy. Jude è un giovane di umilissime condizioni sociali,
con grande interesse per la cultura classica e grandi doti per lo studio, che sfida per amore le leggi e i
valori tradizionali dell’epoca per sposare Arabella. Quando la moglie lo lascia va a vivere con sua cugina
Sue, con la quale ha due figli (oltre al figlio che l’uomo aveva avuto dalla prima donna, soprannominato
Little Father Time). Jude viene licenziato e le loro condizioni di vita sono difficilissime; alla povertà si
aggiunge l’infelicità, finché il terzo figlio, avendo saputo che la madre era di nuovo incinta, uccide i
fratelli e se stesso. La narrazione affronta una serie di serie tematiche, come l’istruzione delle classi
lavoratrici, il divorzio, il controllo delle nascite. Le povere reazioni suscitate dalla storia convinsero
l’autore che la possibilità di porre i problemi sociali non era concessa ai romanzieri, e decide di non
scrivere più romanzi.

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7. FINE SECOLO E BELLA (?) ÉPOQUE
La fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento videro l’affermazione di due generi che non avevano trovato
spazio nelle storie della letteratura: la detective story e l’espionage novel. Il romanzo di spionaggio trattava
in genere la minaccia di invasione che il Nemico (prima la Francia, poi la Germania) stava organizzando ai
danni della Gran Bretagna. Nella sua prima fase non offrì testi di valore letterario, se escludiamo:
 L’agente segreto di Conrad;
 Kim di Kipling;
 The Riddle of the Sands di Erskine Childers (in cui per la prima volta il nemico non è la Francia, ma la
Germania del Kaiser).

Il giallo vede la prima comparsa letteraria di un investigatore con l’ispettore Bucket in Bleak House di
Dickens e il sergente Cuff in The Moonstone (1868), eccellente romanzo di Wilkie Collins. Il primo giallo è
probabilmente The Notting Hill Mistery (1862-63) di Charles Adams, mentre il primo detective donna
appare in The Female Detective (1864) di Andrew Forrester.

Arthur Conan Doyle, nato a Edimburgo, si laureò in medicina all’università della sua città, ed era quindi non
un letterato ma un uomo di scienza. Alla sua fantasia si deve la svolta del romanzo giallo, con la creazione
del detective Sherlock Holmes: egli indaga e risolve i suoi casi utilizzando gli strumenti offerti dalle più
recenti scoperte scientifiche, ed è scientifico anche il suo metodo deduttivo. Gli elementi forniti di volta in
volta nel racconto aiutano a creare la suspense che si risolverà nella rivelazione finale.

È questo il meccanismo che sta alla base della detective story inglese e che, con un maggior rilievo
nell’aspetto psicologico, registrerà un nuovo trionfo con i gialli di Agatha Christie e i suoi investigatori
Poirot e Miss Marple. Il genere ha continuato anche in tempi recenti ad avere come punta di diamante
scrittrici donne, come P.D. James e Ruth Rendell.

La scienza, le nuove scoperte il peso culturale del pensiero scientifico favorirono un altro genere letterario
di grande interesse, quello della fantascienza.

H.G. Wells era figlio di una domestica e trascorse l’infanzia nella magione in cui era in servizio la madre,
imparando quanto umiliante fosse il classismo della società britannica. Grazie a una borsa di studio poté
studiare alla School of Science di Londra e familiarizzarsi con le più recenti scoperte scientifiche. Era
socialista e libero pensatore, con una visione totalmente negativa dei destini dell’umanità, che gli appariva
incapace di capire quali sono gli errori madornali e i catastrofici pericoli da evitare. I suoi ultimi romanzi
possono essere collocati nella corrente letteraria debitrice del Naturalismo francese.
 The Time Machine (1895), in cui uno scienziato viaggiatore nel tempo scopre che il futuro vedrà il
fallimento delle speranze del progresso.
 The Island of Dr Moreau (1896) segna la tendenza a voltare l’utopia in negativo, cioè in distopia, non
tanto per profetizzare sviluppi catastrofici in un futuro più o meno lontano, quando per mettere in
guardia su quegli aspetti negativi del presente che potrebbero esserne il germe.
 The War of the Worlds (1898) è l’archetipica narrazione di un’invasione della Terra da parte degli alieni,
che Wells utilizza per muovere la sua critica agli aspetti più deleteri della società inglese.
 Mr Lewisham, Kipps, Ann Veronica e Tono-Bungay (inizio Novecento): sono autobiografici e ambientati
nel presente, di cui offre un ritratto fortemente critico, lanciandosi contro i nuovi ricchi, che considera
disonesti e cinici.
 The History of Mr Polly (1910) è un romanzo dal taglio comico, in cui la critica sociale è rilegata in brevi
passaggi, ma non per questo è meno puntuale.

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Arnold Bennet, maggior esponente nella corrente letteraria debitrice del Naturalismo francese, fu vittima
di uno sprezzante giudizio da parte di Virginia Woolf, ma è giusto riconoscere che almeno in un paio di casi
seppe essere scrittore di valore:
 Anna of the Five Towns (1902).
 The Old Wives Tales (1909), un romanzo che attraverso il racconto dei diversi destini di due sorelle
comunica magistralmente il senso del passare del tempo.

John Galsworthy fu romanziere e drammaturgo. Gli fu conferito il Nobel per la letteratura nel 1932.
 The Man of Property (1906) è il primo romanzo di una saga che racconta le vicende di Soames Forsyte
e di altri membri della sua famiglia, visti come i rappresentanti di una borghesia votata a trasformare
ogni cosa in merce. L’idea alla base del romanzo è quella di usare le circostanze e gli avvenimenti
riguardanti una singola famiglia per rappresentare la crisi di un'intera classe sociale e dei suoi valori
(come nei Buddenbrook di Thomas Mann). Il successo del primo libro suggerì all'autore di dare un
seguito alle vicende, scrivendo cinque altri romanzi, negli quali però la critica sociale risultò
abbondantemente annacquata (forse la crisi economica degli anni ’20 portò gli scrittori a puntare verso
una letteratura più idealista).

Rudyard Kipling nacque a Bombay, dove trascorse l'infanzia; poi frequentò le scuole in Inghilterra, quindi
tornò in India, per andare a lavorare come giornalista a Lahore. Per caratteristiche ideologiche può essere
definito vittoriano. Scrisse liriche e racconti. L'India era l’argomento principale dei suoi testi, di cui erano
protagonisti inglesi che là vivevano. Molti dei racconti di Kipling sono percorsi da un solido realismo, che
consente all'autore di tracciare un preciso disegno delle contraddizioni insite nell’esperienza coloniale: da
un lato, il timore degli inglesi di lasciarsi sedurre dal mondo indiano, con i suoi aspetti surreali e magici riti;
dall'altro la disciplina e il senso di essere fedeli servitori di una causa giusta. Kipling descrive una realtà in
cui è il mondo indiano a emergere con forza: un mondo che l'uomo bianco non riesce mai a conoscere
davvero, che domina con la forza ma che non capisce (“fardello dell’uomo bianco”). Lo scrittore fu un
acceso patriota; insistette perché il figlio diciassettenne, poi morto quasi subito, si arruolasse in guerra.
 The Jungle Book (1894-95) sfrutta il tema romantico del bambino che, solo e abbandonato, cresce nei
boschi (in questo caso nella giungla). La legge della giungla, che in genere sta ad indicare l'opposto della
convivenza civile, qui invece è presentata come più nobile e moralmente più alta delle leggi degli
uomini.
 Kim (1901) è un viaggio nel ricordo dell'adolescenza indiana del suo autore, ma anche un viaggio
nell'India “gemma dell'impero”. Kim, figlio di un sergente irlandese e di una inglese, rimane orfano
nella prima infanzia e viene cresciuto come un indiano, buono e scaltro, vitalissimo e riflessivo. La
svolta della sua vita è determinata dall’incontro con un prete buddista, giunto dalle montagne
himalayane alla ricerca del fiume sacro in cui purificarsi. Kim ne diventa la guida, lo segue nella sua
ricerca, ne ascolta gli insegnamenti e ne apprezza la visione religiosa; infine lo riaccompagna nella sua
terra, sui monti dove, pensa Kim, vivono gli dei. È un viaggio nella spiritualità e nella materialità del
mondo indiano, ma è anche un gioco nell’avventura, nel Grande Gioco dello spionaggio. È un
Bildungsroman che rende omaggio al fascino e alla ricchezza culturale del mondo indiano. Può essere
inserito nel Naturalismo magico.

Joseph Conrad, nato nell’attuale Ucraina da genitori polacchi, viene assunto prima nella Marina mercantile
francese, poi in quella inglese, senza abbandonare l'ambizione giovanile di fare lo scrittore. I suoi punti di
riferimento erano Maupassant, Flaubert e Henry James; la scuola naturalista gli era nota, ma altri erano i
suoi maestri. Il mare gli offrì una visione del mondo concepita come confronto con le avversità e della forza
del senso di comunità che univa i marinai nell'affrontarle: ognuno aveva una sua responsabilità individuale,
ma graduata rispetto ai compiti gerarchicamente assegnati. Quello della nave era dunque un esemplare
microcosmo. Diventato cittadino britannico, si dedicò tempo pieno alla scrittura, e molti dei suoi romanzi
sono ambientati nelle colonie e nei mari che le collegano; ma il suo atteggiamento nei confronti

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dell’impresa coloniale non è affatto apologetico. Conrad era cattolico, guidato da un rigore morale che
potremmo definire calvinista. Nei confronti dei suoi personaggi è come il Dio della Bibbia che condanna e
punisce. Conrad non ha pietà per le loro debolezze: se sbagliano devono pagare. Con i suoi romanzi esplorò
al tempo stesso la natura della condizione umana e la realtà storica di un’epoca contrassegnata
dall’illusione di onnipotenza e di eternità. Lo fece da un punto di vista solido e fermo e con un tipo di
invenzione romanzesca non lontana da quella degli inizi degli autori vittoriani. Spesso lo fece affidando il
racconto a un secondo narratore, o a un personaggio/narratore non in grado di afferrare appieno il senso
della vicenda narrata.
 Almayer’s Folly (1895), ambientato tra Borneo e mari del Sud.
 Heart of Darkeness (1899), romanzo breve che si svolge quasi interamente nel Congo. Il protagonista
Kurtz è stato mandato in Africa in quanto abile manager e portatore di civiltà. Fallirà su entrambi i
fronti. Il cuore di tenebra e quello dell'uomo europeo, del campione di civiltà che, rimasto solo in quel
mondo primitivo e primordiale, si abbandona alla parte più remotamente ancestrale di sé, istintiva e
selvaggia. La sua sorte ci induce a considerare come tenebra l'impresa coloniale stessa; o più
semplicemente ci dice che Kurtz si perde perché non dovrebbe essere là, in quel luogo altro dove non
ha alcun diritto di trovarsi.
 Lord Jim (1900), un uomo giusto che, in circostanze traumatiche, dopo che il capitano e i macchinisti
hanno abbandonato la nave che sembra condannata a naufragare, li segue anche lui, quasi in trance.
Dopo essere stato condannato, vaga per anni da un luogo all’altro del lontano Oriente alla ricerca di
una prova che possa redimerlo. Alla fine il riscatto lo troverà forse con la morte.
 Typhoon (1902) è la storia di una tremenda tempesta sul mare che il modesto capitano MacWhirr
riesce ad affrontare con esemplare perizia, salvando la sua nave e i suoi uomini. Non riceve nessun
riconoscimento, perché semplicemente ha fatto ciò che doveva essere fatto. Questo è un tema
ricorrente nei romanzi di Conrad, che colloca i suoi protagonisti in una situazione estrema, ponendoli di
fronte a una scelta radicale. Se non la si supera, la conseguenza è la morte.
 The End of the Tether (1902) vede anch’esso un capitano che, seppur spinto dalla più pietosa delle
intenzioni, si colloca in una posizione indifendibile e non gli resta che pagare con la vita la propria
scelta.
 Nostromo (1904) è ambientato in uno Stato immaginario dell’America Latina. Il protagonista, ancora
una volta, cederà alla tentazione e verrà casualmente ucciso, avendo tradito se stesso e la sua
comprovata onestà. Tutto il romanzo propone una serie di tradimenti e cedimenti di fronte alla potenza
del denaro e dell’argento, il vero centro ideologico del libro.
 The Secret Agent (1907) vede l’attenzione dell’autore spostarsi verso l’Europa. Il protagonista, Verloc,
viene sollecitato dal primo segretario dell’ambasciata del paese che lo foraggia a mettere in atto un
attentato dinamitardo all’Osservatorio di Greenwich. La suspense inizia dopo il fallimento dello stesso,
quando l’attentatore viene fatto a pezzi dalla bomba e la polizia scopre che quei resti appartengono a
Stevie, il cognato di Verloc. Il protagonista decide di rivelare al mondo l’operato dell’ambasciata ma
non fa in tempo, venendo ucciso dalla moglie.
Verloc non è malvagio, ma è indifferente e tradisce e inganna il prossimo; si preoccupa solo del piccolo
mondo, della moglie che lo ha sposato perché facesse da padre al fratello minorato, e delle angosce di
quest’ultimo. Coprotagonista del romanzo è Londra, città mostruosa e facciata di civile convivenza che
maschera l’esistenza di una realtà del tutto diversa, sinistra.
 Under Western Eyes (1911) presenta un acuto quadro psicologico dei personaggi dei rivoluzionari, esuli
dalla Russia zarista. Propone un'interessante contrapposizione tra l'anima impetuose barbara
dell'Europa orientale e quella composta e inerte dell’Occidente. I personaggi vanno incontro a un
inevitabile fallimento.
 The Shadow Line (1917), romanzo in cui il protagonista supera la prova di cui sopra, si salva ed è
salvato.

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Edward Morgan Forster offre un ritratto decisamente diverso del mondo edoardiano. Forster era
omosessuale e si legò negli ultimi decenni della sua vita a un poliziotto. L'idea di Forster era che il romanzo
“tells a story” e deve quindi procedere verso una conclusione che la coroni, terminando non con una
chiusura, bensì con un’apertura ai possibili sviluppi che le circostanze del finale autorizzavano. Forster era
appassionato di Proust, che lo aveva affascinato per il modo in cui sottolineava l'importanza del subconscio
(“the modern subconscious way”), ma non è un autore ancora propriamente modernista.
 Where Angels Fear to Tread (1905) e A Room with a View (1908) sono i suoi primi due romanzi.
Vedono il contrasto tra la rigidità vittoriana, la freddezza, l'autorepressione da un lato, e la vitalità
mediterranea, generosa e passionale dall’altro.
 Howards End (1910) può essere considerato un romanzo sullo “stato della nazione”. La protagonista
Margaret esprime la speranza che un giorno sia possibile riconciliare i due mondi che campeggiano
nella vicenda, il mondo borghese degli affari e del potere, conformista e materialista, e il mondo
borghese della cultura liberal, illuminato, tollerante, aperto agli altri e alle ragioni del cuore. Le vicende
famigliari in esso narrate consentono a Forster di indagare con grande sottigliezza sulle caratteristiche
degli uomini e delle donne della borghesia inglese. Ancora più originale è il ritratto della piccola
borghesia che emerge attraverso il personaggio del patetico impiegatuccio Leonard Bast (il quale mette
incinta la sorella di Margaret), che Forster cesella con straordinario acume psicologico e sociologico,
facendone uno dei personaggi più belli di tutto il romanzo inglese del Novecento. Il titolo del romanzo
fa riferimento alla bella casa di famiglia nella campagna inglese, solida testimonianza dell’antica in
Inghilterra, ma che ormai rischia di essere fagocitata dalla nuova Inghilterra industriale. Nel finale forse
sarà il figlio di Helen ad ereditarla, dopo l'uccisione del povero Leonard.
 A Passage to India (1924), ovvero “viaggio” e non “passaggio” In India. Un’anziana signora e Adela, una
giovane donna che si reca in India dove è di stanza l'ufficiale britannico che deve sposare, prendono un
transatlantico per compiere il viaggio dall’Inghilterra al subcontinente indiano. È un breve viaggio di
Adela alle grotte di Marabar a segnare la svolta della storia: la accompagna un giovane medico locale,
Aziz, il quale, dopo che Adela è uscita dalla grotta frastornata e sconvolta, è accusato di averla toccata.
Dopo una quasi sommossa, il processo e l'assoluzione di Aziz, il viaggio in India della giovane si conclude
in un vero disastro; e il matrimonio con l'ufficiale, ovviamente, non si farà più. Aziz stabilisce un forte
rapporto di amicizia con l'inglese Fielding, che, colpevole di averlo difeso, viene messo al bando dalla
comunità britannica locale. Dopo quanto è accaduto, non è più possibile ritrovare l'intensa amicizia che
prima li aveva legati. Nel finale del romanzo Forster immagina i due personaggi che, anni dopo,
sembrano poter essere ancora amici, ma solo quando i colonialisti inglesi se ne saranno andati per
sempre.

Ford Madox Ford creò e diresse delle riviste in cui promosse diversi scrittori appartenenti al movimento
modernista. Negli anni edoardiani pubblicò una trilogia di romanzi storici.
 The Good Soldier (1915) è il suo capolavoro, che racconta gli intrighi di due coppie alto-borghesi,
affidandoli alla ricostruzione del marito tradito, l'americano John Dowell. È un romanzo premodernista:
la narrazione di Dowell, spesso incapace di comprendere i fatti al limite della stupidità (e anche per
questo inattendibile), procede non secondo una linea cronologica, bensì come sull'onda dei ricordi.
Tematicamente, è un romanzo sulla società borghese della “belle époque”, con i suoi riti mondani, i
suoi lussi sfrenati e la sua preoccupazione di rispettabilità in campo sessuale. Il protagonista è il
capitano Ashburnham, impenitente don Giovanni, seduttore delle mogli dei suoi colleghi ufficiali.
L’uomo dilapida la sua fortuna, violenta una giovane cameriera e per nove anni è amante di Florence, la
moglie del suo amico John Dowell. Quando le sue attenzioni si rivolgono verso Nancy, pupilla della
moglie, Florence si uccide. Alla fine, Nancy parte per l'India e Ashburnham si uccide, tagliandosi la gola.
La trama, ridotta al suo sviluppo lineare, non brillerebbe più di tanto per originalità. Ford frantuma la
linearità del racconto in nome della ricostruzione a memoria di Dowell ed esplora la psicologia dei

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personaggi con acutezza. Secondo Greene, è il primo romanzo adulto della letteratura inglese in
materia di più di matrimonio.
 Parade’s End (1924-1928) sono quattro romanzi, che costituiscono una sorta di saga costruita intorno
alla figura di Christopher Tietjens, alto funzionario statale esperto di statistica, ricco gentiluomo che
incarna le virtù tipiche della vecchia Inghilterra e marito felice di una moglie che lo tradisce
apertamente. Durante la Grande Guerra il protagonista è alle prese con l’imbecillità degli alti ufficiali e
gli intrighi della moglie. Al fronte assiste con orrore ai massacri che falcidiano i soldati a decine di
migliaia alla volta e nel suo comportamento tra le trincee sembra quasi cercare la morte, ma
sopravviverà. Alla fine della guerra si dedicherà all’antiquariato e andrà a vivere con Valentine,
suffragetta lontanissima dalle sue idee tradizionaliste. Ford si fa storico del proprio tempo, ricostruendo
con grande efficacia il processo di epocale cambiamento nei valori, nei comportamenti personali e
sessuali, nei rapporti sociali e di classe che travolsero la società inglese.

8. IL MODERNISMO
L’illusione del periodo edoardiano e della belle époque del primo Novecento fu distrutta per sempre dalla
prima guerra mondiale. Il Modernismo fu un movimento culturale che già negli anni precedenti allo
scoppio della guerra distrusse ciò che impediva la creazione del nuovo, ovvero i soffocanti e discutibili valori
del vecchio mondo ottocentesco. Alcuni scrittori si resero conto che i cambiamenti avvenuti alla fine
dell’Ottocento e culminati con gli orrori della guerra avevano fatto crollare la comunanza di pensiero e di
sentimento che prima consentiva lo scrittore di ritrarre la realtà avendo in mano dei criteri sicuri per
ordinarla. Ciò da un lato implicava la rinuncia a rappresentare la vita nella sua completezza, con la scelta di
limitare il tempo della narrazione a poche ore o giorni; dall'altro comportava la scelta di dissolvere la realtà,
frantumata in aspetti e significati molteplici. Nella narrativa questo comportava il ricorso al rivoluzionario
flusso di coscienza di Joyce, o alla rinuncia del punto di vista del narratore per l'adozione di una molteplicità
di punti di vista, come in Virginia Woolf. È significativo che, già prima, sia Conrad che Ford, pur senza
adottare tali tecniche, avessero elaborato scelte narrative che registravano la difficoltà di raccontare nella
maniera tradizionale. Allo stesso tempo, la convinzione della possibilità di rappresentare dimensioni
inesplorate e nuove dimensioni della realtà si tradusse nella straordinaria fioritura letteraria degli anni
Venti.

Il Bloomsbury Group era formato dal saggista e biografo Lytton Strachey, dal critico d'arte Roger Fry,
dall’economista John Maynard Keynes e infine da Leonard Woolf e dallo storico dell'arte Clive Bell, che
sposarono le figlie dell’influente critico letterario Leslie Stephen. A partire dai primi anni del Novecento
avvennero gli incontri del gruppo, a cui si unirono poi Forster, Elliot e Bertrand Russell. Le posizioni del
gruppo erano coraggiosamente liberali e in campo sessuale addirittura rivoluzionarie rispetto alle ipocrite
convenzioni vittoriane. Rivendicavano, ad esempio, la piena dignità e assoluta autonomia della scrittura
femminile.

James Joyce, dublinese e cattolico, studiò allo University College di Dublino. Dopo essersi laureato lasciò
l’Irlanda, prima per Parigi e poi per Trieste. A causa della guerra, si trasferì a Zurigo e poi di nuovo a Parigi,
dove terminò il suo romanzo più celebre. La scelta di lasciare l’Irlanda e quella dell’esilio furono per l’autore
una scelta di libertà.
 Dubliners (1914) è una raccolta di racconti disposti in modo da presentare la vita di Dublino nei quattro
aspetti dell’infanzia, dell’adolescenza, della maturità e della vita pubblica. Il taglio della narrazione si
presenta come naturalistico, ma in realtà ciò che detta il senso del racconto è l’epifania: il singolo
momento che rivela il significato generale di un ambiente, di una vita, di un intero mondo.
 Portrait of the Artist as a Young Man (1916) è il suo primo romanzo, con aspetti decisamente
autobiografici che presentano l’esilio come sinonimo di condizione dell’artista.

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 Ulysses (1922) è forse il romanzo più citato e discusso del Novecento. Rispetto al poema omerico, il
protagonista e giovane artista Stephen Dedalus è Telemaco, mentre il padre Ulisse compare più tardi
sotto le spoglie di Leopold Bloom, ebreo errante che lavora per un giornale cattolico. Al posto della
fedelissima Penelope, c’è la consorte di Bloom, Molly, cantante lirica e moglie infedele. Bloom, che non
ha figli, assume il ruolo di figura paterna di Stephen nel corso delle vicende raccontate nel romanzo,
che occupano un solo giorno, quello del 16 giugno 1904. Da un lato c’è il taglio parodico ed eroicomico,
che contrappone alla grandezza del mondo antico la piccolezza e la meschinità del presente; dall’altro
c’è anche l’idea che il modesto materiale offerto dal presente possa essere elaborato in maniera epica.
T.S. Eliot recensì favorevolmente il “metodo mitico” di Joyce, che chiamò la sua opera una “epopea di
due razze” (Israele-Irlanda). Aggiunse che era anche una specie di epica del corpo umano, in quanto
rappresentava esplicitamente diverse funzioni del corpo (cosa che gli procurò la censura per diversi
anni). Si tratta di un romanzo che aspira ad essere una summa di tutto l’universo attraverso il fitto
intreccio di temi, riferimenti letterari e contenuti simbolici. In esso trionfa l’invenzione linguistica più
dirompente: i giochi di parole, le acrobazie verbali, gli echi letterari, i prestiti da altre lingue, gli
accostamenti più imprevedibili. Il vertice è dato dal ricorso allo stream of consciousness: il mescolarsi di
pensieri, ricordi, desideri, immagini che a un certo punto scivolano nell’inconscio.
 Finnegans Wake (1939) non racconta una storia. Il tutto si svolge come all’interno del sogno e dei
pensieri del gestore di un pub fuori Dublino, e del suo rapporto con la moglie e i figli, ma le loro vicende
raffigurano l’intera avventura umana. Le deformazioni di vocaboli e le bizzarrie verbali hanno qui una
giustificazione onirica. L’influenza di Freud è verosimilmente cruciale.

Virginia Woolf fu attivissima componente del Bloomsbury Group e brillante protagonista del dibattito
culturale nell’Inghilterra di inizio Novecento. Dopo due primi romanzi non troppo lontani dal taglio
tradizionalista, diventa punta di diamante del romanzo modernista e della scrittura femminile. Cedendo alla
depressione che l’aveva tormentata tutta la vita, l’autrice si suicidò annegandosi.
 Mrs Dalloway (1925) propone i pensieri e le riflessioni della protagonista, Clarissa Dalloway, attraverso
il discorso indiretto libero; moltiplica inoltre il numero di punti di vista attraverso i quali procede la
storia. Mrs Dalloway e il marito Richard, deputato Tory, appartengono alla upper class e sono
decisamente conservatori. La protagonista e l’autrice sono entrambe reduci da una seria malattia e con
qualche fatica cercano di ritrovare la normalità; per il personaggio ciò significa organizzare una festa
nella sua elegante casa londinese. Come nell’Ulysses di Joyce, la storia si svolge in un solo giorno e in
una sola città, questa volta Londra, descritta puntualmente e nei minimi dettagli. Nel corso della
giornata le vicende si intrecciano con quella di Septimus, giovane distrutto dalla guerra che, in preda a
incubi e allucinazioni, si uccide verso la fine del libro. La cosa che colpisce è che Clarissa, appresa la
notizia della sua morte, si sente molto più vicina al ragazzo che non al marito, al suo antico innamorato
Peter Walsh o alla migliore amica (con cui ha condiviso un bacio). Il ritratto psicologico di Woolf ci offre
il senso profondo del sentire dei personaggi: quello di Mrs Dalloway, della mente sconvolta di
Septimus, quello di Peter Walsh (tra il patriottismo e il disincanto per l’impresa coloniale) e anche
quello di Richard, che a un certo punto si scopre determinato di dire alla moglie che l’ama, per poi non
farlo mai.
 To the Lighthouse (1927) valorizza l’esperienza interiore in modo ancora più marcato. L’esperienza
nella prima parte del romanzo è quella di Mrs Ramsay, intrecciata a quella dei suoi famigliari in
un’atmosfera ancora vittoriana; nella seconda parte è quella della pittrice Lilly Briscoe e del suo
travaglio creativo, che trova poi una felice conclusione. Tra le due parti è collocato un intermezzo che
copre i dieci anni che le separano. I grandi avvenimenti (le guerre, la morte di Mrs Ramsey e quella al
fronte del figlio maggiore) non hanno un ruolo decisivo quanto le improvvise illuminazioni e i momenti
di visione che Woolf affida al monologo interiore.
 Orlando (1928) è una biografia fantastica dell’amica Victoria Sackville-West raccontata attraverso un
personaggio uomo e donna la cui vita si sviluppa lungo quattro secoli di storia.

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 The Waves (1931), il cui narratore si preoccupa di trasferire sulla pagina il fluire delle voci, delle
sensazioni, dei pensieri dei personaggi, evocando “isole di luce” che spiccano nella corrente di vita.
 Between the Acts (1941, postumo) si svolge tutto in un solo giorno, nell’estate del 1939, poco prima
dello scoppio della guerra, nella casa di campagna degli Oliver. Miss LaTrobe ha scritto il testo di un
tradizionale spettacolo in costume che in tre atti illustra, ironicamente, tre momenti della storia
d’Inghilterra. Tra un atto e l’altro emergono le tensioni tra i membri della famiglia: Ida, la moglie
insoddisfatta e poetica, e Giles Oliver, inquieto e noioso. Essendo inglese, la donna alla fine sceglierà
comunque il marito.

Samuel Beckett era irlandese e appassionato di James Joyce. Si laureò al Trinity College studiando francese
e italiano, per poi stabilirsi a Parigi. Dopo la guerra e aver collaborato con la Resistenza, decise di adottare
come lingua letteraria il francese, con il quale elaborò uno stile nitido, astratto, estraneo a ogni tentazione
retorica.
 More Pricks than Kicks (1934) è una raccolta di racconti, sotterranea e rispettosa parodia di Dubliners.
 Murphy (1938) è un romanzo che prende in prestito le tecniche e forme della scrittura realista, per
farne una beffarda parodia. Narra la storia di un giovane il cui scopo nella vita è riuscire a non fare
assolutamente niente, ma che per amore di una prostituta accetta di lavorare come infermiere in un
manicomio. È l’anticipazione di quella che sarà l’antipsichiatria.
 Molloy, Molone Dies e The Unnamable formano la sua trilogia francese.

Malcolm Lowry buttò alle ortiche la sua appartenenza alla buona borghesia britannica per condurre una
vita avventurosa e vagabonda, per lungo trascorsa in Canada.
 Under the Volcano (1947) racconta la storia di Geoffrey Firmin, ebreo, alcolizzato, console britannico
nella città messicana di Cuernavaca, che viene ucciso da un gruppo di poliziotti razzisti e fascisti. Tutto il
racconto si svolge un anno prima, il 2 novembre 1938. Sottendono il romanzo tre grandi icone: la
dannazione faustiana, la Commedia di Dante e la cacciata dal Paradiso terrestre. La scrittura riprende
molti aspetti del Modernismo, come la molteplicità dei punti di vista, il monologo interiore, il flusso di
coscienza. Ma con una differenza: mentre Joyce mirava a un’espressione letteraria oggettiva, Lowry
giunge invece a una scrittura soggettiva, personale, autobiografica (altri suoi punti di riferimento erano
infatti Conrad e Melville). L’ultimo giorno della vita del protagonista si svolge poco dopo l’invasione
dell’Austria da parte di Hitler e la sua fine è allegoria storica del suo tempo.

9. AL DI FUORI DEL MODERNISMO


David Herbert Lawrence era il figlio di una maestra e di un minatore. Fu uno scrittore modernissimo, grazie
alla profondità psicologica dei suoi personaggi, ma non può essere annoverato tra i modernisti.
 The White Peacock (1911) fu il suo primo romanzo, pubblicato grazie all’intervento di Madox Ford.
 Sons and Lovers (1913), un’opera di solido realismo e una modernissima indagine del rapporto tra
coniugi e tra genitori e figli (in particolare quello edipico). Il romanzo è chiaramente autobiografico, con
il protagonista Paul Morel che cerca di liberarsi dal soffocante legame con la madre attraverso il
rapporto con la riservata e timida Miriam e con la più disinvolta e carnale Clara. Alla morte della madre,
Paul è un uomo distrutto (come lo fu l’autore alla morte della sua), ma trova comunque una
determinazione a non arrendersi e a vivere la propria vita.
 The Rainbow (1915) è un romanzo che racconta la saga di tre generazioni della famiglia Brangwan, da
metà Ottocento ai primi anni del Novecento. In esso l’autore denuncia la distruzione della civiltà
contadina naturale operata dall’avanzare della civiltà industriale. L’idealizzazione della “vita vera” era
ormai scomparsa dal suolo inglese. Il romanzo subì un processo per oscenità e fu censurato per 11 anni.

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 Women in Love (1921) ribadisce il recupero dell’integrità vitale attraverso l’esperienza sessuale, che
Lawrence vede come qualcosa di sacrale. Il linguaggio sottolinea la sessualità sotterranea; la
speculazione e riflessione filosofica dei personaggi un po’ appesantisce lo scorrere del racconto. Nel
romanzo è facile scorgere un duro attacco all’intellettualità inglese (Bloomsbury Group compreso), che
agli occhi dell’autore appariva malata di estetismo e incapace di affrontare la tragicità del presente.
 Lady Chatterley’s Lover (1928) vede il marito della protagonista relegato su una sedia a rotelle a causa
delle ferite riportate in guerra; è paralizzato e impotente (come lo fu Lawrence in quegli anni).
L’amante è Mellors, guardiacaccia e figlio di un minatore, “naturale” per estrazione sociale e per
mestiere. Alla sessualità è affidata la possibilità di riscatto, della realizzazione di sé. Il finale è aperto, tra
pessimismo e speranza.

William Somerset Maugham, drammaturgo, romanziere e autore di racconti. La sua scrittura, splendida
per correttezza linguistica e purezza stilistica, si accompagnava a un’attenta e a volte cinica osservazione
della realtà. Fu agente dei servizi segreti durante la prima guerra mondiale, prima in Svizzera poi in Russia.
 Liza of Lambeth (1897), romanzo naturalista.
 Of Human Bondage (1915) è un Bildungsroman alla David Copperfield. A differenza di questi, il suo
protagonista non trova una realizzazione artistica e la sua esperienza formativa passa non attraverso
l’amore, ma il sesso: il suo riscatto giungerà solo quando riuscirà a liberarsi della donna frivola e volgare
che per anni lo ha umiliato.
 Ashenden. The British Agent (1928) è un libro di spionaggio. Come nei primi romanzi del genere,
troviamo segreti, telegrammi in codice e morti ammazzati, ma il protagonista non ha nulla di eroico o
misterioso. È il primo agente che possiamo definire un antieroe; e Maugham è il primo autore a ritrarre
il mondo dello spionaggio in modo realistico.

Arthur St John, ribattezzato Evelyn Waugh (nome da donna usato talvolta anche dagli uomini), si convertì al
cristianesimo e fu uno degli scrittori più eleganti del Novecento, insieme a Greene. Aveva un atteggiamento
di nostalgia per la vecchia Inghilterra e di disprezzo per l’Inghilterra contemporanea, colpevole di
dimenticare il rispetto dovuto ai superiori e di porre il denaro al di sopra ogni tipo di valore. Si sposò con
l’aristocratica Evelyn Gardner, ma divorziarono dopo un paio d’anni a causa dei tradimenti di lei. Si arruolò
nel 1939, dopo la notizia del patto tra Hitler e Stalin. Nel 1943 era a Creta, dove assistette alla ritirata
ingloriosa dell’esercito britannico.
 A Handful of Dust (1934) ripercorre le vicende di Tony Last, un gentleman perduto nelle sue
fantasticherie di un mondo scomparso, incapace di muoversi nella realtà moderna. Il taglio è ironico e
grottesco.
 Brideshead Revisited (1945) ripercorre le trasformazioni sociali dell’Inghilterra tra le due guerre. Il
protagonista è un giovane medio-borghese, che si rapporta con una famiglia aristocratica e cattolica,
proprietaria di una sontuosa magione. Tutto viene travolto dal tempo e dalla guerra. L’immagina finale
è quella di una fiammella che continua ad ardere in una cappella, indicante che la possibilità di salvezza
risiede solo negli antichi valori.
 The Loved One (1948) costituisce un atto di accusa contro il consumismo della società americana, fatto
a partire dalle vicende di una ditta di pompe funebri. Un romanzo grottesco, sprezzante nei confronti
degli yankees.
 Sword of Honour (1952-61) è una trilogia che ripercorre gli anni della guerra e che rivela una
straordinaria capacità di cogliere aspetti di comicità persino all’interno della tragedia.

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Christopher Isherwood si colloca sul versante ideologico opposto a quello di Waugh. Omosessuale, da
giovane visse in una Berlino prenazista, che era ancora luogo di tolleranza. Nel 1939 si esiliò in America. Dal
suo osservatorio l’autore registrava il procedere verso la catastrofe e la sua esperienza tedesca fa tutt’uno
con la Storia. Della tragedia Isherwood sceglie di comunicare i particolari illuminanti (i personaggi, le
situazioni quotidiane, le vicende ai margini della Storia), come un grande fotografo. Il racconto e la
responsabilità della morale sono lasciati alla voce dei personaggi (come faceva Conrad con il suo
personaggio narratore).
 Mr Norris Changes Train (1935).
 Goodbye to Berlin (1939), sei pezzi di romanzi raccolti in un unico volume.
 Prater Violet (1945) è ambientato nella Londra del 1933, dove un regista ebreo viennese deve dirigere
una sorta di operetta cinematografica e profetizza i disastri del nazismo.
 A Single Man (1964) è ambientato due anni prima, nel 1962. Per osservazione casuali, si ritrae il mondo
che verrà (l’uccisione di Kennedy e lo scoppio della guerra in Vietnam).

George Orwell si schierò a favore delle forze repubblicane spagnole e andò in Spagna a combattere.
 Homage to Catalonia (1938) è forse il più bel libro sulla guerra civile spagnola pubblicato in Inghilterra.
 Keep the Aspidistra Flying (1936) e Coming Up For Air (1939) registravano la condizione di impotenza
della piccola e media borghesia inglese di fronte allo strapotere del denaro.
 Burmese Days (1934), un romanzo suggerito dai cinque anni trascorsi in Birmania come ufficiale della
polizia imperiale britannica a difesa degli interessi dell’impero (che non gli sembravano molto
difendibili).
 The Road to Wigan Pier (1937) è un libro inchiesta sui minatori dell’Inghilterra del Nord che costituisce
uno degli esempi più alti di reportage giornalistico.
 Animal Farm (1945) è una fiaba, con il taglio del racconto per bambini. Nella fattoria gli animali si
ribellano, cacciano il padrone e stabiliscono uno Stato in cui tutti sono uguali. Poi però ne prendono il
controllo i maiali, bravissimi sul piano organizzativo, fino a portare alla dittatura e al dominio assoluto
del loro capo. La vicenda è una satira dello stalinismo ineccepibile nella sostanza e magistralmente
ironica nella forma.
 1984 (1950) è il suo ultimo romanzo, scritto febbrilmente prima della sua morte. Risponde al timore di
un progresso tecnologico nemico anziché amico dell'uomo. In esso è centrale la visione politica di un
Occidente dominato dal totalitarismo. Quando Orwell stava scrivendo un romanzo forti infatti erano i
timori di una vittoria del nazismo.

Agatha Christie fu la regina della detective story, che si sviluppò enormemente negli anni Trenta.
 Murder on the Orient Express (1934) è un gioiellino anche dal punto di vista narrativo.
 The Mousetrap (1952), un giallo teatrale.

P.G. Wodehouse trasformò il mondo del cinico esercizio del potere dello sfruttamento delle colonie da
parte della Gran Bretagna in un mondo idilliaco, popolato da personaggi che corrispondevano all'immagine
che gli inglesi volevano dare di sé al mondo. Quello descritto dall'autore era un mondo governato da una
classe dominante di comica inefficienza (faceva eccezione solo il maggiordomo Jeeves), descritto con un
linguaggio ipnotico e umoristico.

Eric Ambler era un attore che si muoveva in un ambito vicino a quello del giallo, quello del romanzo di
spionaggio. La sua produzione vastissima proponeva eroici cacciatore di spie protagonisti di avventurose
vicende a volte da un alone romantico. La conclusione della vicenda, per quanto positiva, non si risolveva in
un qualche clamoroso successo, per il singolo o per la patria: il protagonista anzi riusciva in qualche modo a
portare a termine il suo lavoro, ma in modo anonimo. Il tema centrale non era tanto quello del salvataggio
della nazione dalla minaccia nemica, quanto quello della lotta contro gli agenti della reazione: mercanti di
armi, emissari dell’Italia fascista, artefici di tentati o riusciti colpi di Stato.

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 The Mask of Dimitrios (1939) vede come protagonista uno scrittore di thriller che si mette alla ricerca
del misterioso criminale Dimitrios. Le sue delittuose imprese delineano il ritratto di un mondo, quello
dell’Europa malata in corsa verso la guerra. Lo spionaggio è al centro dell'azione narrativa ma non è
romantico; è una necessità per tutti gli Stati europei, un lavoro rischioso e per nulla fascinoso. L'autore
racconta con uno stile sobrio ed elegante storie di personaggi psicologicamente veri che si muovono nel
mondo reale dovendo affrontare le trappole, gli inganni e i pericoli della vicenda che li coinvolge.

10. IL ROMANZO DEL SECONDO NOVECENTO


Alla fine della guerra i laburisti vinsero le elezioni e attuarono una rivoluzionaria politica di riforme. Uno
degli effetti più eclatanti fu che una generazione di giovani che mai avrebbero potuto accedere agli studi
universitari ne ebbe invece la possibilità. Questa nuova realtà fa da sfondo agli autori che si affermano negli
anni Cinquanta; e che scelsero come ambiente della loro narrativa quello proletario e piccolo- borghese
della provincia. Non ne uscì nessun capolavoro assoluto, ma ne emerse una produzione che nel suo insieme
portò una ventata di aria nuova nella cultura britannica.

Alan Sillitoe scrisse romanzi che presentano ormai un interesse più sociologico che letterario. I suoi
protagonisti erano giovani ribelli, alla fine domati.
 Saturday Night and Sunday Morning (1958) e The Loneliness of the Long Distance Runner (1959)
vedono come protagonista un giovane operaio che lavora sodo e vuole godersi la vita con birra e
donne. Il romanzo traccia la sua parabola da grande amatore anarchico a marito ravveduto e cittadino
rassegnato.

Kingsley Amis è uno scrittore dotato di indiscutibile talento letterario, capace di un'ampia varietà di
registri.
 Lucky Jim (1954) è un giovane ricercatore di un’università di provincia, incompatibile con i valori delle
classi alte e della cultura alta. È portatore invece dei valori delle classi meno abbienti del mondo
provinciale, cosa che lo porta a svelare la vanità e la falsità di molti principi delle upper classes. A causa
del troppo alcol dice un giorno ai cattedratici cosa pensa di loro, e questo lo porta ad essere licenziato.
In seguito, gli viene offerto un posto importante nella City, entrando a far parte dell’establishment che
inizialmente criticava.

Graham Greene aveva lavorato come giornalista, e come agente segreto durante la guerra. Nel dopoguerra
lavorò come inviato speciale, poi si fece cronista di una Gran Bretagna ancora grande potenza in un mondo
segnato dalla Depressione e dalla contrapposizione tra le due superpotenze, USA e URSS, che dettava le
situazioni in Indocina, in Sudamerica e in Sudafrica. La sua tecnica narrativa utilizza uno sguardo
giornalistico nella descrizione dei fatti; attinge ai meccanismi del thriller per costruire formidabili trame
percorse da una forte suspense; così come attinge al linguaggio cinematografico per trasferire sulla pagina
la tecnica del primo piano e della carrellata. Basilare è inoltre per lui la convinzione della misericordia
divina, che nessuno, neppure la Chiesa, può conoscere. I suoi romanzi ci presentano personaggi capaci
soprattutto di peccare, che spesso vivono nella consapevolezza della colpa, ma che non possono fare a
meno di errare. Sono spesso degli uomini comuni, dimessi, incapaci di grandi slanci. Ma questi uomini
vengono a trovarsi di fronte a scelte decisive, che non consentono scappatoie: anche se ambigui, essi
finiscono con l’agire secondo quello che riconoscono come un principio irrinunciabile, pagando con il
proprio sacrificio il rispetto della dignità umana. In breve, sono degli antieroi.
Greene sosteneva di essere “dalla parte delle vittime”; fu per tutta la vita animato da un’appassionata
tensione morale, dalla parte degli oppressi e contro gli oppressori. Per molti il suo tratto distintivo sta nella
qualità della prosa; ma ciò che qualifica il romanzo di Greene non è l’atmosfera, bensì il fatto di usare forme
popolari tipiche della modernità (thriller e cinema) e con esse affrontare i temi cruciali dell’età moderna.
 A Gun for Sale (1936) racconta l’industria degli armamenti.
 The Power of the Glory (1940), il cui protagonista è un whisky priest.
 The Ministry of Fear (1943), il cui protagonista è uno smemorato.

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 The Heart of the Matter (1948), il cui protagonista è un poliziotto.
 The Quiet American (1955), il cui protagonista è un giornalista inglese a Saigon.
 Our Man in Havana (1958), il cui protagonista è una comica spia.
 The Comedians (1966), il cui protagonista è un albergatore dell’Haiti del dittatore Duvalier.
 Travels with My Aunt (1969).
 The Honorary Consul (1973), il cui protagonista è un medico.
 The Human Factor (1978) è un romanzo di spionaggio. Il protagonista è un agente segreto inglese che
diventa double agent al servizio dei russi. Non lo fa per ideologia o per denaro, ma perché i servizi
segreti sovietici avevano fatto in modo che la donna che amava, sudafricana di colore, potesse fuggire
in Inghilterra.

William Golding è uno degli scrittori inglesi del dopoguerra nella cui opera è centrale la dimensione etica, la
riflessione morale sui dilemmi dell’età contemporanea. Vinse il Premio Nobel.
 Lord of the Flies (1954), uno dei nomi del diavolo, è la versione post seconda guerra mondiale degli
ottocenteschi libri per ragazzi di avventure sui mari. Alcuni giovanissimi naufraghi si trasformano in una
selvaggia tribù primitiva: Simon, che si rifiuta di indossare una testa di porco come gli altri, viene ucciso;
Ralph fa quasi la stessa fine prima che il gruppo venga salvato dall’arrivo dei marinai che riporterà i
ragazzi nel mondo civile. Il bagno nell’animalità e nel Mare, però, è stato compiuto. Il sacrificio di Simon
può essere visto come un’illusione al massacro degli ebrei nei campi di concentramento; così come la
degenerazione dei naufraghi piò alludere a quella della civilissima Germania che si abbandonò alla
brutalità feroce del nazismo.
 Darkeness Visible (1979) esplora invece la presenza del male nella Londra del dopoguerra, utilizzando
un tipo di scrittura piuttosto lontana da quello tradizionale.

Doris Lessing nacque in Persia, visse in Africa fino a trent’anni e giunse a Londra nel 1949 animata da forti
convinzioni politiche di sinistra. Le fu conferito il Premio Nobel.
 The Children of Violence (1952-69), ciclo di cinque libri. I primi tre furono scritti prima di The Golden
Notebook e si muovono nell’ambito della tradizione realista, mentre il quarto è più sperimentale, e il
quinto si sposta su un terreno tra il fantastico e il fantascientifico e distopico. Sono ambientati in Africa,
che dà i primi segni della fine ineluttabile del colonialismo.
 The Golden Notebook (1962) è un metaromanzo che mette in discussione la forma romanzesca e le sue
possibilità espressive. La protagonista è una scrittrice che lavora a un romanzo che s’incrocia con le
osservazioni che nel frattempo annota su diversi taccuini. L’autrice cerca di scoprire quali sono le
possibili forme che la narrativa può darsi per rendere conto della realtà confusa e contraddittoria; la
risposta è il romanzo stesso, che dimostra la capacità dello scrittore contemporaneo di parlare
dell’oggi.
 Memoirs of Survivor (1974) è un romanzo distopico.
 The Diaries of Jane Somers (1985) si posa prevalentemente sulle figure femminili, donne di mezza età o
anziane, e sulla solidarietà che tra loro si stabilisce.
 The Fifth Child (1988) è ambientato negli anni Sessanta. Harriet e David si innamorano e si sposano, con
l’idea di avere tanti figli. In poco tempo ne nascoso quattro, ma il quinto è problematico: è brutto,
massiccio, forte e violento. Viene messo in un ospizio specializzato, dove, scopre poi Harriet, i soggetti
difficili vengono di fatto eliminati. La madre si riporta a casa il figlio, che però mantiene le sue
caratteristiche mostruose e alla fine se ne va di casa, dopo aver distrutto emotivamente la famiglia.

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Muriel Spark, nata a Edimburgo, dopo le nozze si trasferisce nell’attuale Zimbabwe. In seguito tornò in
Gran Bretagna e lavorò per i servizi segreti; si convertì al cattolicesimo e infine trovò una strada nell’attività
letteraria.
 The Prime of Miss Brodie (1961) è il suo capolavoro. La protagonista è un’insegnante in una scuola per
ragazze di Edimburgo che si distingue per i suoi metodi didattici poco ortodossi. Stabilisce un intenso
rapporto formativo con un gruppo di studentesse particolarmente brave, diventandone una guida
assertiva e prepotentemente affascinante. La donna è vista con sospetto dalla direttrice, che riesce a
sbarazzarsene quando una delle ragazzine fa la spia, svelando che aveva convinto un’allieva a unirsi alle
truppe franchiste. La narrazione procede per salti avanti e indietro nel tempo (persino nel corso dello
stesso paragrafo) e sovrappone passato e presente. Temi del libro sono le prime scoperte sessuali e
l’auto-formazione.

Beryl Bainbridge scrisse storie di uomini e donne della piccolissima borghesia e della classe operai inglese.
Fu più volte finalista del Booker Price, ma non lo vinse mai.
 The Dressmaker (1973) è un romanzo drammatico pieno di black humour, unico adatto a commentare
le fatiche delle protagoniste senza la minima concessione al sentimentalismo. Le donne che si occupano
di una modesta casa di Liverpool nell’anno della guerra 1944 sono tre: Nellie, sarta severa e
tradizionalista; Margo, sua sorella vedova; e Rita, timida diciassettenne, che è la figlia di una sorella
defunta di Jack, un macellaio. Parola chiave del libro è “dopo”. Rita si innamora di un soldato
americano, ma respinge le sue avances, per cui l’uomo rivolge le sue attenzioni alla più disponibile
Margo. Nellie li scopre in camera da letto e, furibonda, taglia la gola all’uomo con un coltello. Jack viene
chiamato per provvedere a sistemare il cadavere, e le tre donne vanno a dormire. Il tono è diretto,
fattuale, distaccato.

Angela Carter è stata una scrittrice di scrittura fantastica ed esuberante. La sua fonte di ispirazione furono
le fiabe, Kafka e Poe, la narrativa popolare. Le fiabe le riscrisse, individuando il non detto che nascondono o
esasperandone i tratti inquietanti, mescolando realtà e fantasia (realismo magico). Carter morì di cancro
agli inizi degli anni Novanta.
 The Passion of the New Eve (1977) è un romanzo distopico.
 Nights at the Circus (1984) è un romanzo la cui protagonista è Fevvers, una donna con le ali, popolana
londinese capace di eseguire il triplo salto mortale senza rete. Il circo va in turnée in Russia e si
susseguono un tentato omicidio dell’eroina, un viaggio in Transiberiana, un rapimento da parte di
banditi e un gran finale, in cui la protagonista e il giornalista che l’ha accompagnata nelle sue peripezie
capiscono di amarsi. Fevvers è il simbolo della nuova donna (siamo nel 1899), non più succube
dell’uomo.
 Wise Children (1991) incomincia un giorno di aprile, compleanno di Shakespeare delle gemelle Dora e
Nora, protagonista della storia, un tempo ballerine di music hall e figlie illegittime di un famoso attore
shakesperiano. La narratrice è Dora, voce irriverente e brillante, che mescola linguaggio colto e
riferimenti culturali popolareschi. Il libro è diviso non a caso in cinque capitoli, ricordando i cinque atti
di un testo teatrale classico.

Jeanette Winterson tratta i temi della sessualità e omosessualità femminile.


 Oranges Are Not the Only Fruits (1984) è in parte autobiografico. La scoperta dell’identità lesbica di
una ragazzina è raccontata con un taglio ironico di squisita intelligenza che si sviluppa in una realtà
molto bigotta.
 Written on the Body (1992) racconta una storia d’amore in prima persona, da parte di un narratore che
riesce a non svelare mai la sua identità sessuale.
 The Stone Gods (2007) è una distopia postmodernista.
 The Daylight Gate (2012) ricostruisce uno dei più infami processi alle streghe della storia d’Inghilterra.
Il tono è secco, freddo e la suspense non viene mai da meno.

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Sarah Waters scrisse la tesi di dottorato sulla narrativa vittoriana e i suoi primi valori sono proprio una
reinvenzione del romanzo vittoriano.
 Tipping the Velvet (1998) vede come tema centrale quello della passione tra donne.
 Fingersmith (2002) fa riferimento al sensationalism tipico dei romanzi degli anni Sessanta
dell’Ottocento. L’autrice pensa a una narrazione alternativa di The Woman in White di Wilkie Collins.
 The Night Watch (2006), ambientato invece nella seconda guerra mondiale.
 The Paying Guests (2014), ambientato nella Londra degli anni Venti, quando la crisi economica aveva
indotto alcune famiglie a dare in affitto parte della casa in cui abitavano.

Lawrence Durrell, nato in India, era vissuto quasi sempre lontano dall’Inghilterra, quasi per nulla inglese dal
punto di vista delle coordinate letterarie. Si mosse sul terreno dell’innovazione formale e linguistica.
 Black Book (1938) conquistò enorme notorietà negli anni Sessanta con i quattro romanzi che
formavano il cosiddetto Alexandria Quartet.
 Justine (1957), Balthazar, Mountovile (1958) e Clea (1960) elaboravano il materiale scaturito dagli anni
trascorsi in Egitto dall’autore durante la guerra. Quattro narratori diversi raccontavano un’unica storia
che vuole essere una riflessione sulla figura dell’artista e sulla sessualità.

Anthony Burgess esordì come scrittore realista con tre romanzi che compongono la “Trilogia malese”,
un’ironica e acuta testimonianza sulla fine dell’età coloniale. Poi, coerentemente con la sua ammirazione
per Joyce, si spostò sul terreno della sperimentazione strutturale.
 A Clockwork Orange (1962) è ambientato in un prossimo futuro, in cui lo stato esercita sui cittadini un
potere liberticida. Alex fa parte di una banda di teppisti che tortura un mite letterato e ne stupra la
moglie. Alex è incarcerato in una prigione in cui viene sottoposto a una rieducazione realizzata con una
sorta di tortura psicologica. L'episodio è basato su un’esperienza drammatica vissuta dall'autore.
 Eartlhy Powers (1980) offre un panorama letterario e sociale dell'intero Novecento, visto attraverso gli
occhi di un vecchio omosessuale, il cui messaggio è che se dalla vita si toglie la religione non resta
molto che la renda significativa.
 A Dead Man in Deptford (1993) è un brillante pastiche dedicato alla vita di Cristopher Marlowe,
drammaturgo omosessuale e agente segreto.

John Fowles, laureato a Oxford in francese, aveva fatto l’insegnante, prima in Grecia e poi in patria.
 The Collector (1963) usa la narrazione in prima persona e le pagine di diario di Miranda, una ragazza
che è stata sequestrata dal protagonista, lo psicopatico Frederick Clegg, collezionista di farfalle e
voyeur.
 The Magus (1977) rielabora l'esperienza dell'autore di insegnante nell’isola greca di Spetses.
 The French Lietenant’s Woman (1969) è un romanzo vittoriano di ambientazione, il cui protagonista è
una figura ribelle. La vicenda è condotta a conclusione a metà libro, ma a quel punto il narratore entra
nella finzione, la svela esplicitando il suo ruolo di autore e prosegue nella ricerca del destino dei
personaggi da lui creati, offrendo ai lettori altri due finali.

J.G. Ballard era un autore di fantascienza, che credeva fosse la forma più adatta per parlare del presente, in
quanto più vicina alla realtà rispetto al romanzo realista. Preferiva però una nuova fantascienza, che doveva
tendere verso lo spazio psicologico.
 Crash (1973) costruisce un’inquietante e allucinata allegoria della società dell'automobile, in cui l'auto è
oggetto di amore e di morte e in cui le superstrade sono un campo di battaglia di auto lanciate a folle
velocità.
 High Rise (1975) fa vedere come in un complesso di un migliaio di alloggi la convivenza in quelle
circostanze porti a un ritorno allo stato selvaggio, a comportamenti violenti che trasformano la casa
ideale in un deposito di immondizia e cadaveri.

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 Empire of the Sun (1984), scritto con un taglio pienamente realistico, ricostruisce l'esperienza
dell'autore in un campo di concentramento nella Shanghai occupata dalle truppe giapponesi durante la
guerra.
 Super-Cannes (2000) è un romanzo il cui racconto ruota intorno all’uccisione di sette persone in un
enorme complesso abitativo. Siamo alla vigilia del 2000 e la violenza gratuita potrebbe essere la vera
espressione poetica del nuovo millennio.
 Kingdom Come (2006) è una distopia ambientata nel presente, in cui protagonista del romanzo è il
gigantesco centro commerciale di una cittadina vicino all'aeroporto di Londra. Questo tempio del
consumo diventa una specie di piccolo regno autonomo, quasi uno Stato nello Stato, che solo un banale
imprevisto riesce a distruggere.

11. I ROMANZIERI DI OGGI


John le Carré, nato negli anni Trenta, ha come punti di riferimento altri due scrittori inglesi: Maugham, da
cui apprese la necessità di imporre un fermo ordine al racconto e l’idea di presentare i fatti dal punto di
vista parziale di un protagonista; e Greene, i cui protagonisti sono uomini ordinari, degli antieroi. Carré
ritrae il mondo contemporaneo da un punto di vista profondamente pessimista, che si accompagna all’idea
di declino del mondo britannico. Dopo la caduta del muro molti pensarono che l’autore non avrebbe più
saputo di che cosa scrivere, ma non è stato così. La sua attenzione si spostò verso Occidente e le sue
malefatte (quelle dei colossi farmaceutici, delle banche truffaldine, delle multinazionali).
 The Spy Who Came in from the Cold (1963) ritrae la Gran Bretagna indebolita potenza nel mondo
spaccato in due dalla Guerra Fredda. Nelle scelte del protagonista, Leamas, hanno un ruolo decisivo i
sentimenti, in particolare l’amore. La storia non è vera, ma è credibile.
 A Perfect Spy (1986) ripropone il tema cruciale dello stato della nazione britannica. Il protagonista è
Magnus Pym, agente dei servizi segreti alla fine della sua carriera. A un certo punto scompare e si
nasconde in una pensioncina a scrivere le sue memorie, la sua storia di agente e di double agent. Il
narratore scrive la storia di Magnus che scrive la sua storia, gli si affianca nella narrazione e ne corregge
le informazioni imprecise. Di fatto si tratta di un metaromanzo, in cui la storia precede andando avanti
e indietro nel tempo. È un romanzo sullo spionaggio, sul rapporto tra padri e figli, ma anche sulla
società inglese tra gli anni Trenta e Sessanta; il ritratto è particolarmente efficace perché nasce
soprattutto dalle sfumature di linguaggio e da illusioni e sottointesi.

Ian McEwan, scozzese e nato alla fine degli anni Quaranta, esordì con due raccolte di racconti che si
imposero per la scrittura fredda e il distacco con cui veniva illustrata una certa materia macabra (stupri,
incesti, pedofilia, violenza gratuita, spesso ad opera di ragazzini).
 The Cement Garden (1978) è stato spesso collegato a Lord of the Flies. Quattro fratelli, rimasti orfani
del padre e poi della madre, per non finire in orfanotrofio ne nascondono la morte e la seppelliscono in
cantina coprendola di cemento. A quel punto realizzano un’anomala comune hippy e si costruiscono
una vita segreta, in cui trionfa la morbosità dei rapporti.
 The Child in Time (1987) sposta l’attenzione dai figli ai padri e mette in discussione la nostra visione del
tempo come lineare. Contiene inoltre un atto di denuncia contro l’Inghilterra della Thatcher.
 The Innocent (1990) e Black Dog (1992) affrontano I grandi nodi dell’Europa moderna: l’Olocausto, la
guerra fredda, la caduta dei regimi dell’Europa orientale.
 Enduring Love (1997) è l’analisi del rapporto che si stabilisce tra due uomini, Joe e Jed, e di come Jed
venga travolto da un sentimento di ossessione amorosa, conducendo l’altro alla follia e a idee omicide.
Il libro termina con un saggio scientifico sulla “ossessione omoerotica”, in realtà inventato dall’autore.
 Saturday (2005) parla della guerra in Iraq, con un protagonista neurochirurgo.
 Solar (2010) affronta il tema del riscaldamento globale.
 The Children Act (2014) riguarda il rifiuto delle cure per ragioni religiose.
 Atonement (2001) è forse il suo libro più riuscito, riflessione sul ruolo dello scrittore e sui pregiudizi di
classe, nonché sulla banalità dell’orrore della guerra.

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Graham Swift, nato anch’egli alla fine degli anni Quaranta.
 Waterland (1983) vede come protagonista un insegnante di storia, Tom Crick, che per uscire dalla crisi
che lo assilla risale al suo passato. Lo storico dà rilievo ai fatti quanto ai miti e alle storie di fantasia.
 ricordiamo inoltre: Tomorrow (2007) e Last Orders (1995), ispirato a Faulkner.

Martin Amis, nato alla fine degli anni Quaranta e figlio di Kingsley Amis, è considerato esponente della
narrativa postmoderna inglese. Ha voluto affrontare i grandi tempi (la guerra nucleare, la rivoluzione
femminista, l’Olocausto, lo stalinismo e l’11 settembre), stando tra il saggio e la fiction.
 Time’s Arrow (1991) è la storia di un medico tedesco complice dell’Olocausto, narrata andando a
ritroso, con il protagonista che è sempre più giovane con il procedere della vicenda.
 Money. A Suicide Note (1984) è un romanzo senza trama, che segue la voce del protagonista John Self,
un pubblicitario che crede di essere padrone del proprio destino, ma che si ritrova sull’orla del baratro.
A questo punto l’autore stesso entra nel racconto, con tanto di nome e cognome, per salvarlo.
 London Fields (1989) presenta una realtà disastrata, osservata con un distacco sprezzante.

Julian Barnes, nato negli anni Quaranta, è il romanziere inglese più vicino alla cultura francese. Ha studiato
francese a Oxford e ha vissuto a Parigi, per poi tornare in Inghilterra.
 Metroland (1980) è ambientato nella Parigi degli anni Sessanta. Il protagonista, come l’autore, è
costretto a tornare in Inghilterra.
 Duffy (1980) è un romanzo giallo, scritto probabilmente per via dell’immensa fioritura del genere in
Francia negli anni Settanta. Si trattava del genere neo-polar: duro, spesso violento, ambientato nei
quartieri periferici. Il protagonista è un poliziotto bisessuale.
 Flaubert’s Parrot (1984) è un romanzo che incrocia fiction, saggistica e curiosità letterarie, omaggiando
il romanziere francese. Il protagonista è un medico di una certa età, vedovo, in missione letteraria in
Normandia, che procede inanellando una serie di osservazioni apparentemente slegate che in realtà
l’autore confeziona sul modello sei saggi di Montaigne.
 The Porcupine (1992) racconta il processo a un immaginario ex leader di un paese dell’Est europeo che
in realtà è, grosso modo, il capo del partito comunista bulgaro Todor Zivkov. Il libro è caratterizzato da
un atteggiamento critico volutamente oggettivo.
 The Noise of Time (2016) ha come soggetto il compositore russo Sostakovic, prima celebrato, poi
censurato, poi nuovamente accettato dal regime sovietico. Il narratore gli attribuisce un black humour
con cui sopportare sventure, minacce e umiliazioni.
 The Sense of an Ending (2011) è diviso in due parti. Il narratore, Toby, nella prima parte ricorda gli anni
della sua gioventù, l’amicizia con un gruppo di compagni di scuola, gli studi all’università. Veronica, la
ragazza di Tony, dopo la loro separazione diventa la fidanzata di Adrian, suo amico di gioventù che lo
informa della cosa per lettera. Più avanti Adrian si suicida, lasciando uno scritto in cui spiega il suo
gesto. Nella seconda parte il libro costituisce il ripensamento di ciò che è accaduto.

Jonathan Coe, nato negli anni Sessanta, spesso combina la costruzione del romanzo vittoriana con le
soluzioni metaromanzesche del postmoderno.
 What a Carve Up! (1994) racconta la realtà scandalosa dell’Inghilterra di Thatcher.
 Expo 58 (2013) è un romanzo di spionaggio in versione comica, il cui protagonista è un Englishman
abroad che si ritrova in mezzo ad agenti segreti inglese, spie russe e belle ragazze durante lo
svolgimento dell’Esposizione Universale a Bruxelles.
 Number 11 (2015) racconta invece le realtà incerta del nuovo millennio.

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12. I ROMANZIERI DIVERSAMENTE INGLESI
James Kelman, scozzese nato negli anni Quaranta, non manca mai di sottolineare di non essere inglese.
 How Late it Was, How Late (1994) vinse il Booker Price, nonostante non fosse piaciuto a metà della
critica. Il protagonista è Sammy, brutto, sporco, ma non cattivo, che si risveglia dopo una sbronza in un
vicolo e litiga con dei poliziotti in borghese che lo picchiano selvaggiamente, al punto di fargli perdere la
vista. Nella sua apparente casualità, il romanzo è costruito con sicura padronanza della narrazione e di
restituisce una galleria di personaggio di inquietante verità.

John Banville, irlandese e nato negli anni Quaranta, è autore di una ventina di romanzi che sono molto
diversi tra loro. In comune hanno la raffinatezza della scrittura, una ricchezza linguistica tenuta insieme da
rigore ed economicità.
 The Sea (2005) vinse il Booker Price. Max, un uomo anziano da poco vedovo, va a trascorrere alcuni
giorni una località balneare dove aveva conosciuto da ragazzo i membri di una ricca famiglia inglese,
rimanendo affascinato soprattutto da madre e figlia. Un giorno interpreta erroneamente ciò che era
successo, che verrà svelato solo nel finale.
 scrisse inoltre un libro di spionaggio e una trilogia di Keplero, Copernico e Newton.

Hanif Kureishi, nato negli anni Cinquanta in Inghilterra da padre pakistano.


 The Buddha of Suburbia (1990) propone personaggi e situazioni che nascono dall’incontro e dallo
scontro tra i modi di vita, i valori, i pregiudizi della quotidianità londinese e le tradizioni e la mentalità
degli immigrati del subcontinente indiano.

Kazuo Ishiguro, nato negli anni Cinquanta in Giappone e cresciuto in Inghilterra.


 i suoi primi due romanzi sono legati alla condizione del Giappone, reduce della sua guerra imperialista
della tragedia della bomba atomica.
 The Remains of the Day (1989) coglie la presenza nel mondo inglese dell’atteggiamento di considerare
il proprio sistema di valori come un’indiscutibile legge di natura. Nel romanzo questa idea è
estremizzata nella figura del protagonista, il maggiordomo Stevens, che eleva le regole con
sovrintendono il suo lavoro quasi a tavole della legge.

Segnaliamo Andrea Levy, Helen Adu, Monica Ali e Zadie Smith come le maggiori esponenti della letteraria
Black Britain.

Salman Rushdie, nato negli anni Quaranta a Bombay da famiglia mussulmana, giunse in Inghilterra all’età di
quattordici anni e venne educato nelle migliori scuole private e università inglesi. Il maggior pregio di
Rushdie è di scardinare i criteri della verosimiglianza ponendo allo stesso piano realtà e sogno, narrazione
realistica e racconto favolistico. Egli stabilisce con il lettore un contatto costante, strizzandogli l’occhio e
rendendolo complice della narrazione. È un maestro della suspense, che anticipa particolari di ciò che verrà
raccontato inseguito, nonché dello humour e dell’ironia.
 Two Years Eight Months and Twenty-Eight Nights (2015) è un romanzo distopico che si conclude in
utopia (con riserva) attraverso una vicenda che mescola un lontano futuro con un presente quasi
realistico a New York e un presente extraterreno popolato da geni della tradizione favolistica orientale.
 Midnight’s Children (1981) copre il periodo che va dal 1915 al 1977. Il protagonista, Saleem, distorce i
fatti storici perché scrivendo la propria vita vuole trovarne il significato adattando ad essa gli
avvenimenti; più che un processo cosciente, è il frutto della distorsione della memoria.
 Shame (1983) è fittamente intrecciato con la storia del Pakistan, ma presenta anch’esso accadimento
surreali.
 The Moor’s Last Sigh (1995) spazia dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
 Shalimar the Clown (2005) mescola la seconda guerra mondiale e la Resistenza con la sanguinosa storia
del Kashmir e il terrorismo islamista.

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 The Ground Beneath Her Feet (1999) distorce la realtà quando il terremoto del Messico (realmente
avvenuto nel 1985) si svolge invece nel 1989, in modo da poter coincidere con la morte di Khomeini.
 The Satanic Verses (1988) vede la rivisitazione romanzesca di alcuni nodi della cultura islamica che si
possono ricondurre tutti al tema del rapporto tra laicità e religiosità.

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