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Antropologia – Antonio Fiorino

“Educare alla musica dal vivo”


La fruzione musicale odierna è incapace di innalzare il livello
della coscienza degli uomini

1 – L’ascolto della musica oggi disincentiva le esibizioni dal


vivo

La musica, espressione artistica comune a tutte le culture, ha


accompagnato e continua ad accompagnare la storia degli esseri umani.
Agli albori si trasmise esclusivamente per via orale, tramite il canto e il
suono di strumenti, poi intorno al XI secolo una parte di essa trova
espressione nella forma scritta e a partire dalla fine del 1800 la musica
divenne fruibile e riproducibile attraverso l’utilizzo di supporti fisici.

Tra il XIX e il XX secolo, si assiste ad un’enorme evoluzione e


trasformazione dei riproduttori musicali che hanno portato ad una
rivoluzione non solo in ambito squisitamente sonoro, ma anche in altri più
generali, complessi e articolati.

Oramai si dà per scontata la possibilità di avere tutta la musica a “portata


di palmo” e risulta difficile pensare di non poter scegliere tra migliaia e
migliaia di brani musicali. Servizi in internet di streaming musicale come
Youtube e Spotify hanno definito la musica liquida: un’entità immateriale e
vasta a tal punto da non poter essere afferata e goduta appieno.

Per questo la modalità con cui oggi le persone vivono l’esperienza dello
spettacolo musicale è cambiata. La disposizione perlopiù gratuita di infiniti
prodotti musicali da ogni dove ed epoca, sta gradualmente logorando la
sensibilità ai concerti, eventi che così non vengono incentivati o finanziati
diventando manifestazioni rare e inaspettate. Un mutamento che rischia di
avere serie ripercussioni sugli equilibri sociali e che con l’attuale
pandemia, si è accellerato in maniera preoccupante.

Infatti l’esibizioni musicali sono fondamentali per lo sviluppo libero di una


comune coscienza civile. John Blacking con i suoi studi nel “Come è
musicale l’uomo”, ci suggerisce che l’interazione tra esecutori e pubblico,
nel rapporto musica/corpo e musica/danza, è il momento più concreto in
cui la forma musicale riesce a esprimere l’impeto dell’esperienza
individuale alla collettività. Ci dice inoltre che “Sentire” col corpo,
comunicare ballando, è probabilmente il modo migliore per entrare in
risonanza con un’altra persona.

In questo senso limitare il potenziale movimento corporeo della musica


non fa altro che disincentivare un'umanità armoniosamente organizzata,
ossia fermare uno degli espedienti per innalzare il livello di coscienza
degli uomini. E ancora, nell’interazione cooperativa fra corpi umani si
realizza la comprensione dell’altro, si rafforza, si circoscrive o allarga la
consapevolezza dei sentimenti che si provano e di conseguenza potrebbero
emergere le criticità o le inezie che affligono gli individui di una stessa
comunità e società.

2 – L’illusione dei benefici della cosidetta musica “liquida”


I grandi vantaggi dovuti dalla versatilità delle piattaforme digitali sono
indubbi. Ascoltare qualsiasi tipo di musica in qualsiasi luogo ci si trovi è
diventato possibile. Sembra incredibile, ma nel giro di brevissimo tempo
possiamo espandere notevolmente il nostro bagaglio conoscitivo. Eppure,
brano dopo brano, matura una consapevolezza di non avere più una vera e
propria esperienza di ascolto.

Questo perché spesso non siamo noi a scegliere, ci vengono suggeriti dai


servizi streaming una serie di opzioni musicali in base a dati raccolti dagli
algoritmi sulle preferenze della totalità degli utenti. Ci si impigrisce. I
nostri impulsi di ricerca si affievoliscono, si è sempre meno attenti alle
cose che si ascoltano, si lascia scorrere distrattamente quanto viene
proposto e non si è incoraggiati a sviluppare un proprio gusto musicale.
Così l’idea di aprire la mente a nuove forme musicali, perché disponibili, è
solamente un’illusione, non si fa che cambiare il sottofondo musicale delle
nostre giornate. Si perde la funzione essenziale della musica: dare maggior
vigore ad esperienze che rivestono un particolare significato nella vita
sociale o mettere la gente in più stretta relazione con esse.

Se invece ci focalizassimo di più sulla musica dal vivo, di qualsiasi tipo,


ovvieremo a questo smarrimento. Entreremmo nella struttura profonda
delle composizioni perché il suono della musica è utile ed efficace
soprattutto all’interno delle relazioni sociali, poichè essa non è altro che
una rievocazione di uno stato di coscienza acquisito in altri particolari
processi di esperienza sociale. Dopotutto l’altra funzione della musica, che
osserva l’antropologo inglese, è quella di coinvolgere le persone in
un’esperienza comunitaria nell’ambito della loro vita culturale.
3 – Educare è sempre la chiave
È un po’ utopico pensare di abbandonare completamente i riproduttori di
musica d’oggi a favore di concerti e spettacoli. Ma sarebbe necessario
integrare nei sistemi educativi primari progetti di ascolto creativo utili a
formare l’espressione di una reale solidarietà di gruppo. Quando la gente si
riunisce produce strutture sonore che costituiscono dei segni della loro
appartenenza al gruppo. Quindi un’esperienza sonora condivisa sin
dall’infanzia potrebbe preparare gli individui ad amarsi e condividere in
maniera indiscriminata e senza pregiudizi i propri sentimenti.

Non è un caso che da sempre la musica svolga un ruolo pedagogico e


formativo molto importante. D’altronde essa è strettamente legata sfera
psico fisiologica dell’uomo, perciò cresce e si plasma con lui.

Bibliografia e Sitografia

 Come è musicale l’uomo? – John Blacking


 https://www.treccani.it/enciclopedia/la-musica-nell-era-digitale_
%28XXI-Secolo%29/
 https://www.treccani.it/enciclopedia/fruizione-musicale_
%28Enciclopedia-Italiana%29/
 https://www.vice.com/it/article/evwkvj/spotify-10-anni-anniversario-
odio-streaming-musica
 https://www.scuola.net/news/378/l-importanza-della-musica-per-l-
educazione-delle-nuove-generazioni

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