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Rachele Pesce

PAROLE AL VENTUNESIMO SECOLO


Nera nella neve, un neo
Neon mi ricordano in quanti
Non volevano andare via
No. I sogni sono solo segni
Sulle suole dei giganti
Sento svariate vite aggrovigliate
In un viscoso vociare
Bla bla b la borsa rossa è più pesante,

Piena a metà di schermi scarni in sconto

UN AFFARE ! ! !

Cosa li guardo a fare?


Non lo so
Perché si mostra mostro il diverso
(In verso di animale tanto vale
trasformare
un verso di poesia)
Anche sotto il cielo di Parigi
Ancora si rischia l'equilibrio
verso l'era in cui erano i libri
a(v)venire bruciati
Visi emaciati
E solchi (sulla pelle) tracciati
Da fili spinati e figli sperati

spàrati

Rughe ghetti strisce (di Gaza?) scivolano su scie di violenza


l'infanzia
è un dono dimenticato

A casa propria

Dove c’è chi dice


Che nel deserto non ci sta nulla
(Appunto per questo, invece
ci stanno tante cose)

***

Un po' ci piace
Che l'oscurità si veda anche
con poca luce
E che la luce si distingua solo
con molta oscurità.
Rachele Pesce

ALLA FINE

Il luccichio del mare


Avrebbe voluto correre e andare al prenderlo
L'odore
Ricordava quella primavera in spiaggia a Chioggia
A fare l'amore sul tetto di una palazzina
Abbandonata
Le lacrime non scendevano
Asciugate dal vento freddo di marzo

Tranne una

Sulla guancia destra

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