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Racconto Masha - Rachele

Dove? Sul terrazzo della tenuta di Sorin


A chi? Nina
Quando? Pomeriggio, il giorno prima del suicidio di Kostja
Perché? Perché Masha si è accorta del turbamento di Kostja e sa che la causa è Nina
Obiettivo? Far sì che Nina si renda conto di quanto Kostja l’ami e agisca in modo da evitare il peggio
(poiché è l’unica a poterlo fare)
Sai, non l’ho capito subito che tu e Kostja… insomma… Ahahaha! Che stupida! Eppure ripensandoci era
tutto così evidente! Sì, era chiaro che voi due foste fatti l’uno per l’altra. Ma io sono sempre stata così
ingenua, non ho mai avuto occhio per certe cose… o forse ero semplicemente distratta. Sai come l’ho
scoperto? Forse non te lo dovrei dire in verità. Non pensare chissà che cosa ora però! Per carità… è solo un
episodio come un altro, ma ci tengo che Kostja non lo venga a sapere, tutto qua.
Era il suo compleanno… ormai di due anni fa. Ricordo che qualche mese prima, ad un mercatino delle pulci
in cui eravamo andati insieme alle nostre famiglie, Kostja aveva adocchiato un libro. Si trattava di
un’edizione commentata e con testo a fronte dell’Amleto di Shakespeare. Io non me ne intendo molto di
libri, ma pareva un vero gioiellino. Dovevi vedere il nostro Kostja: nemmeno avesse trovato il Sacro Graal!
Purtroppo non era stato il primo a scovarlo e un altro acquirente, che aveva già prenotato e pagato il volume,
sarebbe venuto a ritirarlo di lì a breve. Non c’è stato verso di corrompere il venditore, così tornammo a casa
a mani vuote. Fortuna ha voluto che un paio di settimane prima del compleanno di Kostja trovassi quella
stessa edizione nella libreria dove di solito mi reco a comprare i libri che uso per studiare. Avevo qualche
soldo messo da parte perché volevo prendermi delle scarpe nuove… ma non indugiai a lungo e comprai il
libro per Kostja. A quel punto volevo fargli una bella sorpresa per il compleanno. Incartai il volume con cura
e scrissi un bel bigliettino di auguri.
Arrivò il giorno del suo compleanno: sapevo che avrebbe passato il pranzo e il primo pomeriggio a
festeggiare con alcuni parenti in città. Colsi l’occasione per intrufolarmi in camera sua. Volevo fargli trovare
il libro e il mio biglietto proprio sulla sua scrivania. Senonché proprio su quella scrivania vidi il suo taccuino
nero. Non me lo aspettavo, di solito lo porta sempre con sé. È sempre stato gelosissimo di quel taccuino:
ogni tanto mi leggeva qualche suo verso che vi scriveva, ma guai se anima viva avesse osato sbriciare al suo
interno! La tentazione era forte, e alla fine ho ceduto. Sfogliai avidamente quelle pagine, vi trovai di tutto:
poesie, riflessioni, schizzi, piccoli spartiti… Quanta passione, quanto tormento! Una cosa in particolare
ricordo di aver notato: da un certo punto in poi quasi ogni componimento portava una dedica: a Nina.
Dio… Quelle parole erano così… Alcune le ricordo ancora precisamente: “Spesso mi capita che un mare di
dubbi e incertezze prenda il sopravvento. Io mi ci abbandono, le onde diventano sempre più grandi, sempre
più nere… e, proprio quando sento che sto finalmente per annegare, mi ricordo dei suoi occhi, dei suoi
capelli, del suo sorriso. E riemergo alla vita. E anche la mia arte sembra meno insulsa. Nina è vita e arte
insieme. Non riesco neanche più ad immaginare un’ora senza il suo amore”. Sciocchezze giovanili… Ho
trovato anche tua una fotografia conservata dentro il taccuino. Dietro c’era una dedica, scritta di tuo pugno
stavolta: “Al mio amato Kostja, che dice di vedere la luce nei miei occhi. Tua, Nina”. Scusami… forse
davvero non te lo dovevo raccontare. Kostja non sta bene in questi giorni, è inquieto, taciturno. Ho un brutto
presentimento, Nina.
Perdonami, non intendevo spaventarti. Devo andare adesso.

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