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La campagna trasudava nebbia gelida e lei da sempre odiava il freddo.

La lettera l’aveva lasciata sul tavolo


della cucina poco prima di uscire, non le piacevano le storie irrisolte. Si era vestita poco, tacco alto e
minigonna in jeans. Forse era il suo unico talento. Quel ponte le ricordava di quando era bambina e ancora la
provincia veneta le sembrava un bel posto in cui vivere. Ci veniva con la nonna paterna e da lì passavano i
pomeriggi a guardare i treni che sfrecciavano sotto, percorrendo la tratta Milano-Venezia. Al tempo se le
immaginava come città esotiche e lontanissime. Chiedeva alla nonna se un giorno sarebbero mai salite su
uno di quei treni per andarci. La nonna rispondeva che erano quasi tutti treni per il trasporto di merci. Non
poteva dirsi infelice, ma sapeva che quello che le mancava non l’avrebbe ottenuto nemmeno con l’anno che
stava per cominciare. Era stufa di aspettare. Mezzanotte si avvicinava e ormai Milano e Venezia erano
diventate due città normali. La strada era buia e deserta, in lontananza, l’eco delle televisioni. 10… 9… 8…
L’aria le tagliava le guance, si infilava tra i suoi punti neri… 6… 5… In piedi sul muretto, allargò le
braccia… 3… 2…
Quell’anno sarebbe stato ricordato nella storia come anno di eventi eccezionali, capaci di sbaragliare persino
le poche certezze che la razza umana pensava di aver conquistato. Coerentemente con la miriade di eventi
straordinari avvenuti da dodici mesi a quella parte, anche l’ultima sera qualcosa andò storto.
…1
Nel momento in cui saltò si sentì come un peso evaporare istantaneamente dal petto. Quanto sarebbe durata
la caduta? Sarebbe morta prima o dopo l’impatto col suolo?
L’evento straordinario aveva deciso di avvenire proprio nel mentre di quel volo. Infatti, in quell’esatto
momento, i campi magnetici terrestri si rimescolarono in modo inaspettato e imprevedibile. Il pianeta aveva,
insomma, perso il suo “centro di gravità permanente” e gli oggetti cominciarono a cadere seguendo
traiettorie prima impossibili.
Così lei improvvisamente vide la terra, verso la quale un attimo prima stava precipitando, cominciare a
scorrere velocemente davanti a sé come i titoli di coda di un film. L’effetto era sorprendente e non capiva se
stesse avendo un’allucinazione o se si trattasse già dell’aldilà. In ogni caso, non aveva più nulla da perdere:
tanto valeva godersi il viaggio. Qualche secondo e si rese conto di star cadendo verso sud. Riconobbe
dall’alto il Po, poi gli Appennini, la città di Roma, il golfo di Napoli, il Mar Tirreno, nero e immenso, la
Sicilia… Si trovava sopra a Palermo quando percepì un brusco rallentamento nella sua folle discesa.
Lui non aveva voglia di festeggiare, queste occasioni gli mettevano solo un po’ di tristezza. Se ne stava
disteso sul divano ad ascoltare musica psichedelica dal suo impianto hi-fi. Si chiedeva come mai tutti gli
imprevisti che gli erano capitati nella vita avessero sempre portato a cose spiacevoli. Perché non poteva
ubriacarsi come tutti gli altri? Forse aveva voglia di masturbarsi. Sentì uno strano rumore provenire dal
soffitto.

L’impatto fu molto doloroso. Entrambi si ritrovarono con una manciata di fratture scomposte e diverse
costole incrinate.
Strano modo di conoscersi.

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