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A dura vita,
a dura disciplina
Storia del Reggimento austro-lodigiano
dell’Esercito dell’Impero d’Austria
A DURA VITA,
A DURA DISCIPLINA
STORIA DEL REGGIMENTO AUSTRO -LODIGIANO
DELL’ESERCITO DELL’IMPERO D’AUSTRIA
M atti oli 1 8 8 5
Titolo
A dura vita,
a dura disciplina
Autore
Angelo Cerizza
Angelo Cerizza ha lavorato nel settore della comunicazione aziendale e
culturale, attualmente collabora alle riviste “Archivio Storico Lodigiano” e
“Bollettino Storico Piacentino”
www.mattioli1885.com
Marco Pizzo
Museo Centrale del Risorgimento di Roma
4
I
IL REGGIMENTO AUSTRO-LODIGIANO
A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA,
MUTI, DERISI, SOLITARI STANNO1
4
Alberto Costantini, I Soldati dell ’Imperatore, Roberto Chiaramonte Editore, Collegno
(To), 2004, pagg. 34 - 35; 52 - 53; Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento, gli
Italiani al servizio imperiale, Gaspari Editore, Udine, 2010, pag. 18. In totale l’Armata
imperiale contava 339.574 uomini (50% Slavi; 22,6% Ungheresi; 16,1% Tedeschi;
8,7% Italiani; 5,4% Rumeni).
In questo breve saggio si tratterà del periodo 1815 - 1849, con particolare riferimento
agli anni 1847 - 1849. Ovviamente Italiani avevano già servito sotto bandiera austriaca.
L’Italienisches - Linien - Infanterie - Regiment Nr. 48 venne istituto con la Patente
sovrana del 27 settembre 1721 ed inquadrò truppe provenienti dai reggimenti spagnoli
«Ahumada» e «Alcaudete» che si trovano nel Ducato di Milano e nel Milanese il
Reggimento ebbe il suo distretto di arruolamento. Inquadrò 15 compagnie di fucilieri
e 2 di granatieri per un totale di circa 1600 uomini. Nel 1769 fu di guarnigione a Lodi
e Pavia. L’unità venne sciolta nel 1796 ed era allora denominata «FML Schmidtfeld».
Il numero 48 venne assegnato a un reggimento ungherese. Cfr. Alphons von Wrede,
Geschichte der k. und k. Wehrmacht – Die Regimenter, Corps, Branchen und Anstalten von
1618 bis Ende des XIX Jahrhundert, Verlag von L. W. Seidel & Sohn, Wien 1898, II.
Band, pag. 222; Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento, cit. pagg. 176 - 177.
Nel 1744 venne costituito il K K Infanterie Regiment Nr. 44 «Feldzeugmeister Clerici»
su 15 compagnie di fucilieri e due di granatieri per un totale di 1600 uomini. Come si
vedrà il Reggimento era ancora in servizio nel 1848 con il nome di «FM EH Albrecht»
(Arciduca Alberto); reclutò nel Milanese e non furono pochi i Lodigiani che servirono
nelle sue compagnie. Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento, cit., pagg. 107 - 126.
5
Alberto Costantini, I Soldati dell’ Imperatore.,cit., pagg. 34 - 35; 52 - 53.
8 6
Con l’eccezione del n. 44, vedi nota 4.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
7
Feldmaresciallo; comandante d’armata/gruppo d’armate.
8
Per le vicende dell’Esercito del Regno d’Italia vedi Piero Crociani, Virgilio Ilari, Ciro
Paoletti, Storia militare del Regno Italico (1802 – 1814), Stato Maggiore dell’Esercito
– Ufficio Storico, Roma 2004, Volume I, Tomo I, dove a pag. 103 è pubblicata la
lettera di Bellegarde. Il Feldmarschall riprendeva di fatto un’intuizione di Francesco
Melzi d’Eril che mirava costituire uno stato unitario nell’Italia settentrionale sotto la
sovranità di un fratello dell’Imperatore d’Austria, divenuto da granduca di Toscana
grande elettore di Salisburgo. La nuova compagine statale, neutralizzata, sarebbe stata
sottratta al conflitto austro-francese. (cfr. Angelo Ara, Fra nazione e impero, Garzanti,
Milano, 2009, pag. 21).
9
Dieci giorni dopo l’armistizio del 23 aprile 1814 gli ex soldati dell’Esercito italico
erano stati riorganizzati in quattro reggimenti di fanteria di linea (cui furono assegnati
i numeri di quattro reggimenti austriaci disciolti dopo la disfatta del 1809), quattro
battaglioni di fanteria leggera e un reggimento di Chevaux-legérs. 9
nel Lodigiano (oltre che nel Milanese e nel Pavese). E ancora
i Lodigiani, poi, potevano essere arruolati nell’VIII e nell’XI
Battaglione Lombardisch-Venezianisches Jäger (che traeva i pro-
pri soldati, oltre che dal distretto del 23°, anche da quello del
44°) e nel VI Battaglione di guarnigione10. Nel 1851, venne
costituito un altro Reggimento austro-italiano: l’Infanterie -
Regiment «Friederich Freiherr Bianchi Duca di Casa Lanza»
Nr. 55 con Rechnungskanzlei in Monza che riprendeva il nu-
mero di un reggimento disciolto nel 180911.
Tra il 1849 e il 1851 i reggimenti Chevaux-legérs Nr. 1, 2,
3, 5, 6, 7 furono trasformati nei reggimenti ulani Nr. 6, 7, 8, 9,
10, 11 mentre il Chevaux-legérs Nr. 4 confluì nel neo-istituito
7° Dragoni. In questo quadro il 7º «Kress» divenne, quindi,
l’Uhlanen-Regiment «Alexander, Czesarevitsch, Grossfürst und
Thronfolger von Russland» Nr. 11. Nel 1854 venne costi-
tuito il Dragoner-Regiment «Ferdinand Salvator, Erzherzog,
Erb-Grossherzog von Toscana, Oberst» Nr. 8 e anche questo
Reggimento ebbe reclute lodigiane. In fine, va da sé che
reclute lodigiane potevano essere destinate a tutti i corpi
dell’Armata, in funzione delle necessità.
Il 23° venne formato a Brescia il primo luglio 1814 con i
soldati del 2° Volontari e del 2° e 3° Reggimento di linea dell’ex
Armata d’Italia12. Secondo la prassi austriaca (risalente alla
Guerra dei Trent’anni) ogni reggimento prendeva il nome dal
suo Inhaber13; così il 23° Lombardisches Infanterie - Regiment,
10
Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento., cit., pag. 158.
11
Nella storia ufficiale del 23º - Geschichte des k. und k. Infanterieregiments Markgraf von
Baden N. 23., Budapest, Im selbstverlage des Regiments, 1911, II. Band, pag. 108 -
un III Bataillon Bianchi (55) è citato nell’ordine di battaglia della Brigata Sartori nel
1849.
12
Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento., cit. pag. 74. Il Reggimento riprendeva il
numero dal Galizisches Linien-Infanterie Regiment Nr . 23 «Ferdinand, Grossherzog von
Würzburg, FM», un vecchio reggimento costituito nel 1672 con il nome di «Wopping,
Ferdinand Ludwig Freiherr von, Obrist». Sciolto nel 1809, aveva negli anni tratto le sue
reclute da varie regioni dell’Impero: fu via via, perciò, svevo, austriaco, galiziano.
Cfr. Alphons von Wrede, Geschichte der k. und k. Wehrmacht., cit., pagg. 232-236.
13
Colonnello titolare. La Inhaberswirtschaft era vecchia quanto l’Esercito austriaco. Il
10 sistema ebbe origine nel XVII secolo quando si consentì a ricchi contribuenti, in
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
La leva austriaca
22
La deputazione all’amministrazione comunale di Codogno al Reverendissimo parroco di
Codogno, Codogno 24 febbraio 1819, Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart.
14 95 fasc.1.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
23
La deputazione all ’amministrazione comunale di Codogno al Reverendissimo parroco di
Codogno, Codogno 29 novembre 1845, Archivio Storico della Collegiata di Codogno,
Cart. 95 fasc.1.
24
La chiamata alle armi era regolata dalla Regia patente 17 settembre 1820, pubblicata
nel dicembre del 1820 (Cfr. Raccolta degli atti del Governo e delle disposizioni generali
emanate dalle diverse autorità in oggetti sì amministrativi che giudiziari divisa in due parti,
vol. II, Milano dall’Imperial Regia Stamperia, 1820) e dai successivi decreti e disposi-
zioni.
In sintesi, nel 1847, erano esenti i dipendenti pubblici (nelle categorie previste dalle
leggi), i religiosi (secondo le disposizioni di legge), i professori e maestri delle scuole
pubbliche e delle accademie, i seminaristi e gli studenti di teologia, gli allievi delle ac-
cademie segnalatisi per il profitto o che proseguissero gli studi all'estero a spese dello
Stato e i marinai della marina mercantile, i pescatori, gli addetti alle costruzioni navali
(solo per la leva di terra). Erano altresì esentati i figli unici di padre (o madre vedova)
e i nipoti di nonno (o nonna vedova) settuagenari e privi di mezzi di sussistenza.
Temporanea esenzione godevano alcune categorie di coscritti particolarmente disagia-
te: questi coscritti erano iscritti nella V lista, erano arruolati solo in caso di necessità e
erano trattenuti sotto le armi solo per il tempo stettamente indispensabile. 15
nelle liste e coloro che avevano simulato infermità. Comunque
alla fine il peso della leva gravava in massima parte sui giovani
della IV lista, teoricamente gli «ultimi a marciare».
Le liste, dopo essere state rese pubbliche per eventuali
reclami o ricorsi, venivano trasmesse, per le operazioni dette
di Rettifica, alla Commissione Distrettuale presieduta dal
Commissario: in questa sede i giovani dovevano sostenere i
propri titoli. I lavori erano pubblici «onde [gli altri coscritti]
abbiano a viemeglio convincersi della rettitudine ed esattezza
delle operazioni, per somministrare all’Autorità le cognizioni
che influire possono sui giudizi della medesima e per fare
personalmente le osservazioni opportune sui titoli che dai primi
si addurranno»25. Sede successiva d’esame era la Commissione
Provinciale di leva alla quale: «alle ore 9 antimeridiane
precise si dovranno […] presentare tutti que’ Coscritti sul
conto dei quali non si fosse definitivamente pronunciato
l’atto della Rettificazione Distrettuale o che avessero allegate
fisiche imperfezioni sulle quali è riservato il giudizio all’I.R.
Delegazione Provinciale […] questi coscritti dovranno
indefettibilmente essere accompagnati da un Membro della
rispettiva Deputazione Comunale, il quale dovrà pienamente
informarsi delle circostanze famigliari ed economiche de’
medesimi e garantire l’identità delle loro persone»26.
Ora è bene ricordare che i giovani sudditi dell’Impero, di
lingua, religione, usi e costumi diversi, su un punto erano
d’accordo: poter se possibile starsene a casa oppure limitare
al massimo il rischio di partire. Meglio se legalmente; e il
primo passo non poteva che essere l’esenzione o quantomeno
l’iscrizione alla quinta lista. La prima lista, infatti, prevedeva
precisi requisiti di legge e, a meno di evidenti infrazioni, era
piuttosto difficile esservi inclusi27. Più facile, relativamente,
25
Provincia di Lodi e Crema, Distretto VI di Codogno, Rettificazione delle liste coscrizionali
per la leva militare 1842, manifesto a stampa, Archivio Storico della Collegiata di
Codogno, Cart. 86 fasc. 7.
26
I. R. Delegazione Provinciale di Lodi e Crema, Avviso, Lodi 14 maggio 1840.
Manifesto a stampa. Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart. 95, fasc. 1.
16 27
La nobiltà italiana non era esentata dal servizio militare. Carl Schönhals, Memorie della
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
__________________
Programma (su licenza dello Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico), 1993;
Enrico Casartelli, La pratica della sostituzione nell ’Esercito napoleonico in «Storia in
Lombardia», 3, 1993, pagg. 37 - 65.
34
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
Così nel 1846 un supplente di Caravaggio che aveva sostituito un coscritto di Lodi
avanzava istanza per incassare il deposito a lui intestato nel lontano 1838:
All’I.R Delegazione Provinciale
L’umile sottoscritto Beretta Francesco supplente del coscritto Michele Angelo
Pigna di Lodi avendo terminata la sua capitolazione porge preghiera a codesta
Magistratura acciò gli venga rilasciato il deposito di sua spettanza, unisce il proprio
congedo nonché il certificato del eseguito versamento del nominato deposito. Lodi,
24 settembre 1846 - L’umile supplicante Beretta Francesco.
Allegato - Modello N° 19 - N° 4 Leva dell’Anno 1838 - Provincia di Lodi e
Crema - L’Imp. Regia Delegazione Provinciale - Certifica che il Coscritto
Pigna Michel Ang. requisito pel Comune di Lodi Distretto di Lodi ha
quest’oggi consegnato il confesso rilasciatogli dall’I. R. Cassa di Finanza di Lodi
in data 13 giugno 1838 n°150 descritto al n° 4 del registro dei supplenti (Modello
20) pel deposito di aust. Lire 350 eseguito a senso del § 43 della Sovrana Patente
17 settembre 1820 onde venga ammesso il suo supplente nominato Beretta
Francesco nativo del Comune di Caravaggio Distretto di Caravaggio Provincia di
Bergamo che ritrovato idoneo fu accettato in tale qualità al servigio militare.
Lodi il 13 Giugno 1838 – L’I. R. Consigliere Regio Delegato Provinciale.
35
Elenco delle cauzioni di supplenza investite in seguito alla leva 1841 presso il fondo di
ammortizzazione del Monte Lombardo-Veneto di ragione dei supplenti qui sotto descritti,
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart.128. Nell'elenco del 1835
tra i coscritti che si sono fatti sostituire compare anche il nome di Rocco Vertua sosti-
tuito da certoVallarani Carlo. Rocco Vertua è il padre della scrittrice Anna Vertua Gen-
tile. Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 128. 21
Casalpusterlengo Zampieri Giuseppe Grassi Davide
Cassino d’Alberi Monico Bartolomeo Vigorelli Angelo Ago.
Castiglione Grazioli Gio. Maria Tironi Giuseppe
Chioso di Pta. Adda Pavan Luigi Passerini Gaetano
Codogno Volpini Domenico Tosi Pietro
Codogno Santa Catterina Ant. Majocchi Gaetano
Credera Fermi Gaetano Moretti Gio Batta
Crema Costa Luigi Vimercati Felice
Crema Pagliari Francesco Tensini Luigi Fran.co
Crema Bazzini Angelo M. Segalini Mario Ant.
Crema Ruggeri Alessandro Severgnini Vincenzo
Lodi Magni Carlo Omatti Giuseppe
Lodi Nocenti Gio. Innoc. Boggiali Giovanni
Lodi Galmozzi Camillo Negri Francesco
Lodivecchio Lupatini Antonio Bersani Pacifico Luigi.
Massalengo Bellotti Gioacchino Turconi Leopoldo
Paullo Tintori Giuseppe Ferrari Luigi
Quartiano Beltramini Luigi Grassi Gio. Pro.
S. Colombano Magnani Gio Pietro Cornaggia Ambrogio
Tribiano Grigoli Gio. Battista Redaelli Angelo
36
L’I. R. Commissario Distrettuale del Distretto VI alla Delegazione Provinciale di Lodi,
22 Codogno, 26 maggio 1847, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
37
Sunto delle istruzioni per la nuova legge 29 settembre 1858 sul completamento dell ’Armata
paragrafo 56 e 57, Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart. 95, fasc. 1.
38
Per la prima classe d’età; per le classi superiori doveva essere di almeno 61 pollici
viennesi.
39
Sunto delle istruzioni per la nuova legge 29 settembre 1858 sul completamento dell ’Armata
paragrafo 64, Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart. 95, fasc. 1.
40
Sunto delle istruzioni per la nuova legge 29 settembre 1858 sul completamento dell ’Armata
paragrafo 72, Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart. 95, fasc. 1. 23
che ormai da anni servivano nell’Armata. La tabella sotto,
ricavata dai Prospetti di riparto comunale del contingente
di leva assegnato alla Provincia di Lodi e Crema41, indica la
consistenza del reclutamento dei coscritti negli anni 1839 -
1846.
________________________
41
Elaborazione dai Prospetti riassuntivi degli Stati di riporto comunale del contingente
da requisirsi nella Provincia per gli anni 1839, 1840, 1841, 1842, 1843, 1844, 1845,
1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 129. In Appendice (Doc.
1) è riportato il prospetto dettagliato delle singole quote comunali per l’anno 1846.
42
Fino al 1842, poi distretto di Paullo.
43
Elaborazione dai Prospetti riassuntivi degli Stati di riporto comunale del contingente
da requisirsi nella Provincia per gli anni 1839, 1840, 1841, 1842, 1843, 1844, 1845,
24 1846 Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 129.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Volontari 39 40 41 42 43 44 45 46 Tot.
I di Lodi 2 2 1 2 1 2 1 11
II di Zelobuonp.
III di Sant’Angelo
IV di Borghetto 1 1 2
V di Casalp. 1 1
VI di Codogno 2 1 3
Totale Lodigiano 3 4 2 2 1 2 2 1 17
VII di Pandino 1 1 2
VIII di Crema 1 1
IX di Crema
Totale Cremasco 1 1 1 3
Totale 3 4 3 3 1 2 2 2 20
Forzati
I di Lodi 1 2 2 5 2 12
II di Zelobuonp.
III di Sant’Angelo 1 1 2
IV di Borghetto
V di Casalp. 1 1 1 3
VI di Codogno 2 1 3
Totale Lodigiano 2 6 2 7 3 20
VII di Pandino 2 3 5
VIII di Crema 1 1
IX di Crema 3 3
Totale Cremasco 1 2 6 9
Totale 2 1 8 2 13 3 29
26 44
Rosario Romeo, Vita di Cavour, Laterza, Bari, 1984, pagg. 90 - 91.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
45
Budávar. Negli Schematismus e nei documenti austriaci indicata con il nome
tedesco, Ofen. Il Reggimento, precedentemente, era stato di guarnigione a Praga
(1815), in Italia settentrionale (1821), a Buda (1824), a Zagabria (1830), a
Petervaradino (1831); dal 1835 era stanziato nella Fortezza di Buda.
46
Mario Zannoni, Massimo Fiorentino, L’Esercito austriaco nel 1859, Editrice
militare italiana, Milano 1983, pag. 52. Tradizione vuole che l’immagine della SS.
Vergine fosse stata posta sulle insegne asburgiche ai tempi della battaglia della
Montagna Bianca (8 novembre 1620) dal Tilly, che alla Madonna era
particolarmente devoto. L’Imperatore Ferdinando III alla SS. Vergine consacrò, nel
1637, i suoi Stati. ( Jean Bérenger, Storia dell ’Impero Asburgico, 1700 – 1918, Il
Mulino, Bologna, 2003, XVII).
47
Il reggimento poi era inquadrato nella brigata, composta di due reggimenti
di fanteria, di uno di Jäger e di una batteria. Più brigate formavano una divi-
sione; più divisioni formavano un corpo d’armata e più corpi d’armata formavano
un’armata. 27
Gli effettivi del I e del II Battaglione erano di circa 700
fucilieri in tempo di pace (circa 1000 in tempo di guerra)
ordinati in sei compagnie di circa 120 uomini (200 in tempo
di guerra); il III Battaglione era su 4 compagnie. Se la truppa
era in genere lodigiano - cremasca o quantomeno lombarda,
diverso discorso vale per i quadri di comando dove la presenza
italiana è valutabile intorno al 30%48.
Se la vita di un ufficiale almeno fino al grado di capitano
non era brillante (soprattutto dal punto di vista economico
vista la lentezza delle carriere e gli obblighi di status)49, la vita
della truppa era durissima. Comunque, se non altro, la recluta
giunta al III Battaglione per la prima istruzione, spesso trovava
commilitoni del suo stesso paese o quantomeno della sua stessa
provincia.
Nei rapporti quotidiani e per le consuete incombenze di
servizio era ammesso l’italiano (Regimentsprache), ma forse
ancor più frequentemente i nostri soldati si esprimevano fra
loro in dialetto. Gli ordini erano però impartiti in tedesco
(Kommandosprache)50 e in tedesco il soldato semplice doveva
presentarsi all’ufficiale; ma, finita la presentazione, era diritto del
subordinato passare ad esprimersi nella lingua del Reggimento.
Ciò rendeva spesso indispensabile la presenza di un interprete
(in genere sottufficiale o un giovane ufficiale)51.
Al coscritto era poi fornita l’uniforme: pantaloni azzurri
con filettatura bianca, Shako nero, e la classica giubba bianca
a code (Rock) con colletto rigido, passamani e mostrine, per
48
Alan Sked, Radetzky., cit., pagg. 104 - 105. Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento.
cit. pag. 18. Per l’esattezza la percentuale indica i cognomi con grafia italiana.
49
Per la formazione, la carriera e il trattamento economico di un ufficiale austriaco
vedi Alan Sked, Radetzky cit.; Gunther Rothenberg., L’Esercito di Francesco Giuseppe cit.
50
La lingua di comando era composta di 70 - 80 parole sufficienti per impartire gli
ordini alla truppa. Alan Sked, Grandezza e caduta dell ’Impero Asburgico, 1815 - 1918,
Laterza, Bari, 1992, pag. 197.
51
Alberto Costantini, I Soldati dell ‘Imperatore., cit. pag. 150. In teoria gli ufficiali erano
tenuti a conoscere la lingua del reggimento. Per i rapporti tra le unità dell’esercito e
le istituzioni si utilizzava ancora il tedesco (Dienstsprache). Perciò la conoscenza del
Tedesco oltre le elementari locuzioni del linguaggio di comando era fondamentale per
28 chi intendesse fare anche una minima carriera, come graduato o sottufficiale.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
52
Isabella Dal Fabbro, Il Contro Risorgimento.,cit., pag. 74.
53
Perfezionamento dell’acciarino a canale (zünder) messo a punto dall’armaiolo
milanese Giuseppe Console nel 1830 che a sua volta aveva perfezionato l’acciarino
ideato dall’inglese A. Manton nel 1820.
54
Moschetto camerato M. 1842/1844 a canna rigata calibro mm 18,1, in dotazione
anche ai sottufficiali. La distribuzione dei fucili rigati sistema Lorenz (calibro mm.
13,9 con 4 righe, peso 4,270 Kg.) fu completata solo nel luglio 1859. Cfr. Mario
Zannoni, Massimo Fiorentino, L’Esercito austriaco., cit., pag. 56. 29
spada e a distinzione dei gradi vennero adottate le stellette a
sei punte sul colletto della giubba. Nel reggimento ci sarebbero
stati semplicemente Hauptmann55 di 1ª e 2ª classe invece dei
gradi di Hauptmann e di Capitän-Lieutenant56. Il grado di
Unterlieutenant57 venne suddiviso in Unterlieutenant di 1ª e 2ª
classe e venne riformata la categoria Cadeten con abolizione
dei cadetti imperiali. Anche l’organizzazione reggimentale
venne modificata: il reggimento sarebbe stato composto di una
divisione granatieri (ogni compagnia composta di 2 Feldwebel,
13 Korporale, 2 Tamboure, 2 Zimmerleute, 1 Fourierschütze,
3 Privatediener, 150 Grenadiere), 3 battaglioni di fucilieri,
ognuno su sei compagnie (ogni compagnia composta di 2
Feldwebel, 12 Korporale, 12 Gefreite, 3 Tamboure, 2 Zimmerleute 3
Privatediener, 160 Gemeine)58 e una divisione di riserva (poi di
deposito). Tutto il reggimento avrebbe avuto in forza 4678
uomini
Vita da soldato
conservazione de’soldati, disposizioni che debbono entrare in vigore col 1.mo Febbraio
p.v., ha interessato il Governo acciò le dipendenti Autorità civili abbiano ad assistere i
Comandi di Città, Fortezza e Stazione, rispettivamente incaricati della compilazione
degli ordinati nuovi computi per la determinazione del soprasoldo di carezza, pel
quale sopra soldo si deve intendere quel di più che sarà a concedersi ai militari per la
preparazione del loro ordinario ne’ casi di straordinaria carezza di viveri.
Questo nuovo sistema di conteggio vien modulato in due distinti prospetti:
a) del costo medio dei singoli articoli occorrenti alla preparazione dell’ordinario ossia
rancio giusta gli ultimi prezzi mercuriali risultanti da appositi certificati legali legal
bestätigte Marktpreisen = “Certificato”
b) del costo medio di una porzione o razione giornaliera di rancio e del soprasoldo di
carezza che ne risulta per un intero mese.
Quello che importa all’Autorità civile di conoscere di tutto ciò è la sostituzione di nuovi
certificati legali di prezzi locali per cui nel minuto commercio si vendono gli articoli
occorrenti alla preparazione dell’ordinario ossia rancio alle mercuriali attualmente in
uso compilate sulla base delle contrattazioni all’ingrosso, finora prese per base di siffatti
conteggi.
Resta quindi autorizzata codesta Delegazione Prov.le a fronte alle autorità Militari
quegli schiarimenti e certificati, che riescono loro necessari al sopraindicato scopo.
Spaur.
61
Alan Sked, Radestzky., cit., pag. 80. 31
impiccagione) era possibile anche per chi si addormentava o
si ubriacava in servizio e per chi si abbandonava a violenze
anche se in territorio nemico. Chi appiccava incendi senza un
ordine o senza motivo era passibile di impiccagione, come il
ladro, se la refurtiva superava i cento Fiorini austriaci. Anche
il saccheggio era severamente perseguito: il saccheggiatore
che non rientrava immediatamente nei ranghi poteva essere
abbattuto sul posto62.
La cattolicissima Austria condannava severamente i reati
contro la religione; ma in un impero multietnico era duramente
punito anche chi «eccitasse l’odio religioso».
Per i reati e le circostanze in cui non era applicabile o
si riteneva di non applicare la pena estrema, le punizioni
prevedevano la bastonatura semplice (da venticinque a cinquanta
colpi di bastone) e la corsa nel «corridoio» (passaggio a torso
nudo attraverso due ali di commilitoni che dovevano colpire il
poveretto con verghe di betulla); la bastonatura poteva essere
comminata direttamente dagli ufficiali, dal capitano in su (per
25 colpi di bastone bastava un capitano, per quaranta occorreva
un maggiore, per cinquanta il colonnello). Per il «corridoio»
occorreva la corte marziale ed era generalmente comminato
per i reati di furto o diserzione (che come si è visto in tempo di
guerra comportavano anche la pena di morte).
La giornata ufficiale di un soldato prevedeva tre ore di
istruzione teorica, durante le quali un sottufficiale impartiva
lezioni sui regolamenti e gli articoli di guerra e cercava di
insegnare a leggere e scrivere63: un’alfabetizzazione però limitata
allo scopo di ottenere dai soldati una completa subordinazione
e di permettere la corretta esecuzione degli ordini.
Poi c’era l’addestramento alle armi, le esercitazioni e
le manovre sul campo. Spesso le truppe venivano lasciate
62
Il saccheggio era pericoloso per la sicurezza dei reparti. In numerosi casi e in diversi
eserciti una vittoria già conseguita era stata compromessa dal fatto che un improvviso
ritorno nemico aveva sorpreso le truppe sparpagliate disordinatamente a saccheggiare
case e casolari.
63
In realtà il compito sarebbe stato proprio degli ufficiali, ma questi erano per lo più
32 incapaci di comunicare con i propri subordinati, e non solo per motivi linguistici.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
64
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
Circolare non datata e priva di documento di accompagnamento che recita:
«La relazione della commissione medica statale residente in Verona fa presente l’abuso
di alcuni medici civili nella cura dei malati militari di prescrivere medicamenti costosi
quando si potrebbe ottenere egualmente bene lo scopo della guarigione con farmaci di
assai minore dispendio e chiede che siano dati gli opportuni ordini affinché sia di fatto
cessare l’accennato abuso».
Milano 22 nov. 1852.
65
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 264:
All’I.R. Delegazione Provinciale Lodi
Dopo che colla rispettata vostra 27 nov. 1850 N 4005-681 veniva incaricato quest’ufficio
a trasmettere a codesto I. R Comando del Deposito prov. di Coscrizione prima del
primo di maggio e del primo di novembre d’ogni anno ogni istanza di soldati invalidi
che godono di soldo erariale per concorso ai posti di portiere o altri impieghi civili
inferiori, cesso la periodica notificazione dei militari pensionati assunti ad impiego
civile […] però si significa che da quell’epoca al presente non furono presentate istanze
per parte di soldati invalidi, né alcuno di essi fu assunto ad impiego civile ciò in esito
del rispettato Decreto 17 and. N. 7036/945.
Borghetto li 19 novembre 1852.
Il commissario distr. alla Delegazione prov.
66
Elaborazione da gli elenchi dei soldati della Provincia di Lodi e Crema morti in
servizio nell’anno 1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 230. 33
Gli elenchi tra le altre informazioni (ospedale in cui era
avvenuto il decesso, nome del sacerdote che aveva impartito
l’estremo sacramento, luogo di sepoltura) indicano anche le
cause della morte: atassia, tisi polmonare, emotisi e le febbri
sono le cause più frequenti. Per quanto riguarda le professioni
i prospetti registrano un oste, un cavallante, un contadino, un
sarto, un fornaio (prestinaio). Gli altri sono indicati come privi
di professione.
classe comune arr. morto il a
Ceccopieri
Elia Pietro Suardi 1822 Gugnano 1845 19/7/ 1846 Gugnano (I)
Kress
Wimpffen
Permessi e licenze
Ma la risposta è negativa:
All’inclita I. R.
Delegazione Provinciale di
Lodi
Ad evasione alla pregiata di Lei nota 23 Dicembre 1846 […] lo
scrivente Comando si pregia di riscontrarle che L’I. R. Comando di
Regg.to Conte Ceccopieri fant. N. 23 con una sua nota corrente mese
N.22 ha ritornato a quest’ufficio la qui unita istanza colli atti diretta
ad ottenere un permesso possibilmente lungo a favore del coscritto
Luigi Brugnani di S. Colombano […] che non può prendere in nes-
suna considerazione il medesimo, avendo il suaccennato Comando di
Regg.to i più rigorosi ordini della Superiorità militare di sottoporre
quanto prima tutti i coscritti al attual servizio militare, e che sarà
anche in questa primavera richiamato dal permesso atteso al su rife-
rito motivo – ma che però sarà preso in considerazione tosto che le
circostanze di servizio lo permetteranno.
Dall’I R Comando il Deposito militare di Coscrizione.
Lodi lì 21 gennaio 184769
67
L’I. R. Commissario del Distretto IV (Borghetto) alla I. R. Delegazione Provinciale di
Lodi, 18 dicembre 1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
68
I. R. Delegazione Provinciale di Lodi al Comando il Deposito Coscrizionale di Lodi, 23
dicembre 1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura Cart. 60.
69
Dall ’I. R. Comando il Deposito militare di Coscrizione alla I. R. Delegazione Provinciale
36 di Lodi, 21 gennaio 1847, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
70
La Delegazione Provinciale di Lodi, 12 aprile 1847 minuta di lettera senza indicazione del
destinatario, [presumibilmente il Comando del Deposito Coscrizionale di Lodi] Archivio
Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura Cart. 60.
71
L’I. R. Delegato provinciale al I. R Comando del Reggiment «Barone Kress» Cavalleggeri 7°
Kecskemét, 7 maggio 1846, minuta di lettera, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sotto-
prefettura, Cart. 60. 37
Ma dal Reggimento si risponde:
74
Dall ’I.R. Comando di Deposito Coscrizionale alla I. R. Delegazione Provinciale di Lodi,
20 gennaio 1847, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60. 39
l’atto di assenso dell’autorità militare al matrimonio che si vuole con-
trarre […]
I. R. Delegato Provinciale.75
75
La Delegazione Provinciale al Commissario distrettuale di Codogno, Lodi 6 novembre
1845, minuta di lettera, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
76
Dalla I.R. Delegazione Provinciale di Lodi al I. R. Comando il Deposito di Circoscrizione,
Lodi 10 dicembre 1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
77
Il Comando di Coscrizione militare di Lodi all ’Inclita I.R. Delegazione Provinciale di
Lodi, 13 dicembre 1846, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
78
La Congregazione municipale di Lodi alla Delegazione Provinciale, Lodi 29 gennaio
40 1847, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Il disertore
79
Franco Della Peruta, La diserzione nell ’Armata del Regno d ’Italia, in «Storia in
Lombardia», 2/87, pp. 1 - 47.
80
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 149.
81
Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 253. Circolare datata Mi-
lano, 22 gennaio 1851. 41
di miserabilità» della famiglia non economicamente in grado di
provvedere al rimborso.
Nell’aprile del 1847, l’Oberstlieutenant82 comandante il
VI Battaglione di guarnigione (a Mantova) scriveva alla
Delegazione Provinciale di Lodi
82
Tenente colonnello.
83
Il Comandante del VI Battaglione di fanteria alla Delegazione Provinciale di Lodi,
Mantova16 aprile 1847, Archivio Storico Comunale di Lodi, Sottoprefettura, Cart. 60.
84
Distinta di diserzione del sold. Giuseppe Schiavi, Archivio Storico Comunale di Lodi
42 Sottoprefettura, Cart. 60.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Fiorini Carantani
1 Czaco/1paio pantaloni/1 camicia/
1 paio muttande/1 cravatta 16 4
Somma 28 39
44
II
IL“QUARANTOTTO”
IL III «CECCOPIERI» IN I T A L I A
87
Alan Sked, Radetzki, cit., pag. 190. 47
razionalità e senza stupidi pregiudizi. Sempre nel già citato
rapporto allo Hofkriegsrat invitava i responsabili di Vienna a:
90
Per le vicende del 1848 a Lodi Cfr. Tiberio Abbiati, Le impressioni a Lodi delle Cinque
Giornate di Milano e della Guerra d ’Indipendenza del 1848 nei ricordi del cronista
del Collegio S.Francesco di Lodi, in «Archivio Storico per la città e i comuni del
circondario e della diocesi di Lodi», XLIX (1930), pagg. 183 - 191; P. Andreoli,
Fatti di Lodi interessanti la Storia del Risorgimento Nazionale, in «Archivio Storico
per la città e i comuni del circondario e della diocesi di Lodi», 1931, L (1931) pagg.
53 - 54; Il 1848 a Lodi e nel Lodigiano, commemorazione centenaria, in «Archivio
Storico per la città e i comuni dell’ex circondario e della diocesi di Lodi», LXVII,
(1948), 1 - 2. Nel fascicolo è incluso un contributo sul ’48 nella città di Crema;
Giuseppe Agnelli, Lodi e i Lodigiani nel 1848, Tipografia Editrice G. Biancardi, Lodi,
1949; Ercole Ongaro, Le condizioni sociali nella Lodi del Quarantotto, in «Archivio
Storico Lodigiano», 2003, pagg. 63 - 72; Angelo Stroppa, Il fuoco di carta – le vicende
del Quarantotto nelle cronache delle gazzette di Lodi e Crema, in «Archivio Storico
Lodigiano», 2003, pagg. 73 - 93.
91
Così nel racconto di Carl Schönhals, : [Radetzky lasciò Milano] «Coperto sui
fianchi dalle Brigate Strassoldo e Clam, continuò la sua marcia per Lodi.Qui pure eran
nate scene di disordine ed erasi formato un governo provvisorio. Intanto l’Arciduca
Ernesto, che colà si trovava come generale di brigata, aveva conservato la sua posizione
e mantenuto in suo potere il ponte sull’Adda. La popolazione mostrò da principio un
ostile contegno, ma la notizia sparsasi in un baleno la sorte toccata a Melegnano la fece
mutar pensiero. Il Feldmaresciallo entrò senza incontrare il più piccolo ostacolo, pose le
truppe a campo sull’altra sponda dell’Adda e la città fu occupata da alcuni battaglioni.
In quella occasione il Feldmaresciallo avrebbe potuto aspettare rinforzi di sei settemila
uomini che con varie batterie in pochi giorni gli sarebbero pervenuti. Le guarnigioni
di Pavia, Piacenza, Brescia e Cremona erano in cammino a quella volta […]» Carl
Schönhals, Memorie della Guerra d ’Italia . cit,. Vol. I pagg. 142 - 143. 49
Anzi, quando giunse notizia che a Crema il 19 marzo era
stato innalzato il Tricolore (negli scontri erano stati feriti
un tenente e tre Jäger), una divisione del «Geppert» con due
cannoni accorse e contribuì al disarmo della popolazione92. Ma
a Pizzighettone la d i v i s i o n e del «Geppert» là distaccata
si comportò in modo opposto:
99
Dizionario del Risorgimento Italiano., vol. I, I fatti, cit. pag. 210.
100
Colonnello; comandante di reggimento.
101
Tenente.
52
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
[…] assaliti dai corpi franchi bresciani, che dal conto loro non
si credettero in obbligo di rispettare la convenzione di Cremona,
«Legione Ceccopieri» lasciò Cremona per Milano il 6 aprile 1848 (Cfr. Dizionario del
Risorgimento Italiano, vol. I, I fatti, cit. pag. 210); nella capitale lombarda un
testimone d’eccezione la vide sfilare e se ne ricordò nel suo indirizzo che incitava i
bresciani all’unità: «Ho sentito ieri, vedendo sfilare i soldati del Reggimento
«Ceccopieri» tornati alla bandiera della patria, un bisogno prepotente d’abbracciare
con amore il mio primo nemico […] (Giuseppe Mazzini, Scritti editi e inediti, edizione
nazionale a cura di Mario Meneghini, 94 voll., Imola, Galeati, 1906 - 1943, LXXVII,
1938, pag. 331. Mazzini si riferisce a Carlo Alberto) e, sempre Mazzini, ancora la
ricordò in una lettera a un’amica inglese: «To Emilie Hawkes – London - Milan, 11th
April, 1848 From Milan! It has been impossible, dear Emilie, to write a word before. I
have been these forty-eight hours continually surrounded by people of all descriptions.
I send a paper containing some account of my reception here; it was such that I wished
you all here, because I knew you would have felt happier than I did. I had felt far more
in the morning in seeing some 2,000 of our Italian soldiers belonging to the Ceccopieri
Legion, who had left the Austrian flag en masse at Cremona, passing under my
windows in the midst of the people frantic with joy, then themselves looking intoxicated
with the feeling of being for once in their life loved by their countrymen» (Giuseppe
Mazzini, Scritti editi e inediti, edizione nazionale a cura di Mario Meneghini, 94 voll.,
Imola, Galeati, 1906 - 1943, XXXV, 1922, pagg. 106 - 107). La «Legione Ceccopieri»
partecipò al blocco di Mantova. In questo reparto presumibilmente si trovava Biagio
Palazzina, che il Libro d ’oro del Comune di Codogno riferisce di stanza a Cremona
nell’Esercito austriaco senza specificare il reggimento. Palazzina, riferisce sempre il
Libro d ’oro, disertò e fu al blocco di Mantova. (Libro d ’oro del Comune di Codogno n.
193). Alla «Legione» la città di Cremona ha dedicato una via cittadina.
104
L’elenco degli ufficiali rimasti fedeli all’Impero e l’elenco degli ufficiali che aderirono
ai moti rivoluzionari sono pubblicati in Appendice (Documento 3).
54 .
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
56 108
Archivio Storico della Collegiata di Codogno, Cart. 93 fasc. 9.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
appiedi pubblicato l’Elenco dei giovani che trovansi lungi dal loro
legale domicilio, diffidandoli che se si trasferissero o trovassero già
all’estero per formar parte del servizio militare senza far ritorno a
questo Stato nel termine di sei settimane a contare dal 27 Dicembre
anno 1848 dovrebbero attribuire a sé stessi venendo arrestati di essere
sottoposti alle misure espresse nel proclama 27 detto mese ed anno
[…]109.
Diversi soldati del Battaglione furono decorati per l’azione di Brescia. Vedi Appendice
113
(Documento 4). 59
I E II «CECCOPIERI» A BUDA E A P EST
sulta alcun cadetto con il nome di Gustavo Massoneri (vedi Appendice Documento 2).
La pubblicazione, però, presentava l’organigramma del Reggimento ai primi mesi
dell’anno 1848; il cadetto potrebbe essere giunto al 23° nei mesi successivi. «Cadetto
con grado di sergente» è il grado che il Massoneri stesso si attribuisce nel
frontespizio delle sue memorie, nelle quali tra l’altro asserisce d’essere già all’epoca in
contatto con patrioti ungheresi.
122
Gustavo Massoneri, Cenni storici., cit., pag 17. 65
missione d’inchiesta, presieduta dal Ministro dell’Interno.
Forse non è il caso di accettare completamente la tesi del
Massoneri di un agguato deliberatamente ordito dal Comando
imperiale (che come detto avrebbe volutamente impiegato truppe
rumene – i granatieri – particolarmente ostili agli Ungheresi)123.
Parrebbe comunque che il cadetto, invece d’esser punito, come
si aspettava, per aver «infranto la consegna», fosse lodato dal
comandante del Reggimento, l’Oberst Schifman e dal generale
Boineburg124. In ogni caso sembrerebbe proprio che i soldati
del «Ceccopieri», quella famosa notte, avessero avuto la mano "leg-
gera" e l’opinione pubblica di Pest non mancò di rilevarlo: «I soldati
italiani – scrissero i giornali – si sono distinti come popolo di cuore
e amante dell’ordine; loro non uccidono la gente come l’ungherese
e il tedesco»125.
Vista da parte imperiale la benevola disposizione dei cittadini di
Pest nei confronti del «Ceccopieri» non era che il frutto, pericoloso,
della costante e continua pressione di «agitatori» sui soldati. Era,
infatti, naturale in quella situazione che gli Ungheresi, e in partico-
lare i giovani liberal-radicali, operassero affinché dalla simpatia le
truppe italiane passassero a un concreto appoggio alla causa nazio-
nale magiara. Esponenti politici iniziarono a frequentare le caserme
incitando i soldati a fraternizzare con il popolo. In ciò non facevano
che inserirsi in una tradizione politica che risaliva a Mazzini, il quale
già negli anni Trenta aveva auspicato un’alleanza tra i popoli unghe-
rese e italiano in funzione anti asburgica, e che nel 1848 personaggi
come Terenzio Mamiani intendevano rilanciare126.
123
Gustavo Massoneri, Cenni storici.,cit., pag. 16.
124
Gustavo Massoneri, Cenni storici., cit., pag. 18.
125
Lázló Pete, Il colonnello Monti e la Legione italiana nella lotta per la libertà
ungherese. Rubettino Editore, Soveria Mannelli (Catanzaro), 2003, pagg. 30, 79 – 80.
126
Lázló Pete, Il colonnello Monti cit., pagg. 26 - 30; Pasquale Fornaro, Testimonianze
italiane sulla rivoluzione ungherese del 1848 - 1849, in «Rassegna Storica del
Risorgimento Italiano», supplemento al fascicolo IV, 1998, cit. pagg. 81 – 83.
Terenzio Mamiani, dal maggio all’agosto 1848 Ministro degli Interni e dal novembre
al dicembre 1848, Ministro degli Esteri di Pio IX, propose di inviare ambasciatori in
Ungheria in accordo con il Regno di Sardegna, che aveva aderito all’iniziativa, e Lajos
Splény, vecchio amico del Mamiani si era recato a Torino per iniziare, seppur non
66 ufficialmente, trattative con il Ministro degli Esteri sardo. Il quadro politico individuato
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
prevedeva un’alleanza anti austriaca tra Italiani, Ungheresi, Croati e Serbi. Non era però
tempo: l’Ungheria non desiderava abbandonare l’Impero, nel cui quadro intendeva la
propria autonomia nazionale (e stava trattando in parlamento il «soccorso italiano» a
Radetzky); il Comando piemontese, per parte sua, distribuiva volantini ai soldati croati
incitandoli ad abbandonare l’Esercito austriaco per tornare in Croazia, minacciata dal
nazionalismo ungherese. Era, però, noto l’atteggiamento di molti soldati ungheresi
nei confronti della rivoluzione italiana. Nella primavera del 1848 nel Lombardo-
Veneto le truppe ungheresi assommavano a cinque reggimenti di fanteria, un
battaglione di granatieri e due reggimenti di ussari: molti fra questi soldati avevano
manifestato il loro appoggio, o quantomeno la loro comprensione, per i «ribelli»
italiani. Il 5 aprile Carlo Cattaneo e Pompeo Litta, a nome del Governo provvisorio
lombardo, comunicarono al Parlamento magiaro l’intenzione di riconsegnare alla
Madrepatria tutti gli Ungheresi catturati durante l’insurrezione. All’annuncio del
generoso proposito risposero gli Ungheresi da Pest «aver essi eccitato i Ministri a
richiamare i loro reggimenti; alla lettura del nostro indirizzo aver esclamato non potersi
più tollerare l’iniqua guerra; aver proclamato a nome del popolo ungarico non esser
figlio di quella libera terra chi combattesse contro la libertà». Carlo Cattaneo,
L’insurrezione di Milano nel 1848, Feltrinelli, Milano, 2011, pagg. 98 – 101.
Quando nel luglio nella Dieta d’Ungheria fu votato il soccorso italiano, Sándor Petőfi
gridò: « L’Italia non ci ha fatto male alcuno/ E vuole come noi la Libertà/ Vogliono su
di lei scagliarci? Di noi, là /Su quel confine, non andrà nessuno». Come già detto la
votazione fu in realtà solo un mezzo per prendere tempo.
127
Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit., pag.75 .
128
Ivi, pag.77. Cfr. anche Jean Bérenger, Storia dell ’Impero Asburgico., cit., dove l’autore
a pag. 243 scrive a proposito dei fatti del 15 marzo: «Poiché la guarnigione, composta 67
In un resoconto anonimo di un soldato dello «Zanini» si
racconta:
Pentecoste di sangue
di soldati italiani, non era sicura, il Consiglio di Luogotenenza capitolò di fronte alla
folla».
129
I tre ufficiali risultano nello Schematismus del 1848, pag 194.
130
Pasquale Fornaro, Testimonianze italiane sulla rivoluzione ungherese del 1848 - 1849,
cit., pag. 86.
131
Vedi Appendice (Documento 6).
68 132
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 41.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
133
Molti ufficiali italiani avevano lasciato i reggimenti per tornare in Italia; notò un
cavalleggero del «Kress»: «appena si sentì che in Italia volevano sventolare la bandiera
tricolore, subito d’unanime consenso quei pochi ufficiali italiani, il fiore del Reggimento,
adducendo valevoli scuse, quittarono e se ne partirono, lasciando al Reggimento intero
il più gran cordoglio e rincrescimento, e quel che più, infesto solamente di Ufficiali
Croati e Tedeschi. Innegabile si è che essi partirono per soccorrere la patria, e per
illustrarsi di nobil gesta; ma lasciarono i propri figli viepiù stretti nel duro giogo della
schiavitù, e privi di coloro che potevano far rinascere a questo reggimento il desiderio
e la brama di battere e scuotere la propria tirannia» - Dalla relazione «Operazioni
della cavalleria in Transilvania», dalle carte Bianchi depositate presso l’Archivio di Stato
di Torino, pubblicata in Emilio Bettini, Danubio 1848, Hefti Edizioni, Milano 1993,
pagg. 159 – 167. In alcuni casi gli ufficiali italiani furono trasferiti o esautorati.
134
Geschichte des k. und k . Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 42. 69
la risposta: «No!». Dopo un rapido conciliabolo, si decise che
il comandante del Reggimento, Joseph Schifman, avrebbe letto
la formula tradizionale. Allora i soldati, benché non ancora
del tutto convinti, giurarono. Secondo la storia ufficiale nes-
suno s’accorse dello scambio di formule (ma ciò non è certo);
comunque i «no» si erano uditi e provocarono contestazioni da
parte del pubblico.
Il caso era clamoroso ed ebbe risonanza sulla stampa di Pest
e di Vienna con code polemiche e interpretazioni a dir poco
curiose. A chiarimento definitivo, l’Oberstlieutenant Johann
Sana, in quel momento comandante ad interim del 23°, inviò
una “confutazione” pubblicata sul n. 166 della Wiener Zeitung
del 16 giugno 1848:
136
Poi «Károly» 71
l’Unterlieutenant Karl von Fabrizii raccolse un gruppo di soldati
e riuscì ad aprirsi un varco nella folla; il Capitän-Lieutenant
Rudolf von Kottulinsky raggiunse la sua compagnia passando
dai tetti. Negli scontri persero la vita due ufficiali di un altro
reggimento che in abiti civili stavano raggiungendo i propri
alloggi nella Caserma e non c’entravano nulla. A questo punto
gli assalitori rivolsero la loro attenzione all’ospedale posto in
un’ala del palazzo. Qui l’ufficiale comandante, l’Oberlieutenant
von Hack, aveva già armato gli infermieri e fatto rinchiudere
nelle corsie gli honvéd ricoverati, circa cento; poi l’ufficiale
uscì dal cancello dell’ingresso dell’ospedale con la sciabola
sguainata, si diresse verso quello che sembrava guidare la folla,
un giovane, probabilmente uno studente, e gli puntò l’arma sul
petto: «Andate via, se no ti ammazzo!» Forse gli occhi dei due
uomini s’incrociarono e forse vi fu un lampo di buon senso.
Fatto sta che lo studente riuscì a convincere la turba a lasciar
perdere l’ospedale. A mezzanotte il Ministro della Guerra, il
solito Mészáros, si presentò alla caserma e intimò a quelli del
«Ceccopieri» di cedere le armi: ne ottenne un netto rifiuto. Iniziò
allora una sorta di armistizio e la folla cominciò a disperdersi. La
caserma comunque rimase bloccata e le compagnie, asserragliate
nelle camerate, tennero le armi alla mano. Il mattino dopo il
Ministro della Guerra chiese di nuovo la resa e minacciò l’uso
della forza, ma anche questa volta non ottenne che un secco
rifiuto.
Solo l’intervento del Conte Palatino, l’Arciduca Stefano, riuscì
alla fine a sbloccare la situazione: l’Arciduca convinse i soldati
ad imbarcarsi su dei battelli che li attendevano sul Danubio
per portarli lontani dalla città. Così le quattro compagnie del
II «Ceccopieri» lasciarono il Palazzo degli invalidi: Arciduca in
testa e con gli ufficiali a sciabola sguainata137.
137
Le fonti ungheresi tracciano un quadro simile, ma con non poche differenze. Così
secondo gli Ungheresi.
Il 5 giugno alcuni giovani ingiuriarono gli Italiani, fatti segno anche di un nutrito
lancio di sassi; i soldati reagirono e la folla si disperse. Pochi giorni dopo, l’11 giugno,
Domenica di Pentecoste, nella taverna della Caserma degli Invalidi, di nuovo honvéd e
72 soldati italiani si azzuffarono e questa volta nella rissa ci scappò il morto. Testimonianze
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
74 138
Bratislava.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
142
Tenente Feldmaresciallo; comandante di divisione/corpo d’armata.
143
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 41. 77
VIVA L ’IMPERATORE!
145
Cfr Rüstow, W.,Geschichte des ungarischen Insurrectionskriegs in den Jahren l848 und
l849, Zurich, l860; Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23, II. Band., cit.,
pag. 57.
146
Una curiosità: le truppe imperiali portavano una fascia bianca sullo Shako, per
distinguersi dai nemici che ancora indossavano la stessa divisa austriaca.
147
Komorn.
148
Cfr. Conte F. Bettoni – Cazzago, Gli Italiani nella Guerra d ’Ungheria 1848 – 1849,
Storia e documenti, Fratelli Treves Editori, Milano, 1887, pag. 98. In realtà secondo 79
riprendere Pest, ma il 26 - 27 febbraio a Kápolna furono battuti.
Ma Kápolna non era stata battaglia decisiva: l’armata ungherese
era stata sconfitta ma non distrutta. Mentre le forze imperiali
assediavano ancora invano la Fortezza di Komárom minacciosa
spina nel fianco dell’Esercito imperiale fermo sul Tibisco,
gli Ungheresi potevano pensare alla rivincita. Nel marzo
lanciarono una poderosa offensiva che culminò, il 6 aprile 1849,
con la vittoria delle armi magiare a Isaszeg. Windisch-Grätz
venne esonerato dal comando.
Una novità per il «Ceccopieri»: il 27 gennaio 1849, l’Oberst
Joseph Schifman, dal 1845 comandante il Reggimento, fu
promosso General-Major e l’11 aprile fu comunicato il nome
del nuovo comandante, l'Oberst Alois Alnoch von Edelstadt149.
Protagonisti ne furono gli Italiani del «Ceccopieri» che combattevano sotto bandiera
151
ungherese e che erano nella guarnigione di Lipót. Vedi infra pagg. 106 - 108. 81
31 che venne rappresentato siccome un esame tattico. Giusta altri
rapporti codesto assalto fu una dimostrazione della follia, l’impresa
di un orgoglio mentecatto, un saggio della più crudele inumanità.
Welden fé montare per tre volte i suoi soldati all’assalto: tre volte l’una
dopo l’altra furono spinte contro i bastioni le colonne dei cacciatori
di cui la terza parte non trovò più la via di ritornare; la quarta volta
venne comandato l’assalto alle truppe italiane, ma queste rifiutarono
di andare incontro a certa morte. Welden fé allora schierare alle loro
spalle i dragoni per dare loro la caccia. Truppe austriache che facevano
fuoco le une sulle altre a vicenda e rotavano le loro spade le une contro
le altre. Welden che non vedevasi più sicuro della sua vita nel pro-
prio campo, fu reduce a Vienna […]152
83
Disegno schematico del perimetro della Fortezza di Buda
84 con indicazione semplificata della dislocazione delle truppe.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
153
Ufficiale di stato maggiore.
154
Con il Battaglione italiano (6 compagnie) rimanevano a difesa della Fortezza:
il III Battaglione del 12° Galizisches-Infanterie-Regiment «Erzherzog Wilhelm»
(6 compagnie), il III Battaglione del 6° Warasdiner St. Georger Mil. Gränz – I.R. (6
compagnie), il III Battaglione del 10° Banal Mil. Gränz-Infanterie-Regiment (Erstes
Banal – 4 compagnie), il I Squadrone del 9° Dragoner «Erzherzog Johann»; il parco
d’artiglieria era composto di 20 cannoni da campagna e 65 pezzi da fortezza (mortai,
cannoni, obici) con i relativi artiglieri. Le truppe tecniche (pionieri, zappatori)
completavano la guarnigione. 85
nel punto di maggior ampiezza), era tracciato da tre linee
difensive (Fronti) ognuna delle quali aveva, dal punto di vista
militare, specifiche caratteristiche. Il Fronte orientale era una
linea spezzata che correva lungo il Danubio; il suo andamento
consentiva un efficace fuoco di fiancheggiamento che avrebbe
preso l’assediante di infilata. Era il lato più forte dell’intera
Fortezza. Il Fronte occidentale consisteva in quattro rondelle
collegate da cortine in un’unica linea di difesa che consentiva il
fuoco incrociato sull’antistante terreno pianeggiante; il pendio
su cui insistevano le sue mura era piuttosto alto e ripido. In sé la
linea era molto forte, ma poteva essere facilmente bombardata
da batterie piazzate sui colli che a una certa distanza correvano
ad essa paralleli; era una linea che presentava difficoltà sia per
la difesa sia per l’attacco.
Il Fronte Est e il Fronte Ovest erano fra loro collegati da
una linea difensiva (Fronte Nord) che correva con andamento
ad arco dalla IV rondella, d’angolo con il Fronte Ovest, fino
al VII Bastione (Josephibastion), in comune con il Fronte Est.
Il muro, che insisteva su una lieve scarpata, presentava il suo
punto debole nella parte ad Ovest che poteva essere facilmente
bombardata con artiglierie piazzate sui colli antistanti.
La parte a Sud della linea tra le due porte, più piccola e stret-
ta, di forma grosso modo di triangolo isoscele, era occupata dal
Palazzo Reale (Burg), con gli annessi giardini, che occupavano
il vertice meridionale ed erano protetti da una grande rondella
(XIII); proseguendo verso Nord, lungo il lato ovest, si incon-
trava un tratto di terreno a terrazze, poi il muro che fiancheg-
giava il nuovo maneggio reale. Questo tratto delle difese, come
si vedrà tenuto da reparti del I «Ceccopieri», non permetteva
il piazzamento di artiglieria e i soldati potevano contare su
qualche lancia granate e, soprattutto, sulle armi individuali,
comprese le granate a mano155.
Due acquedotti assicuravano alla guarnigione l’indispensabile
155
Josef Némedy, Die Belagerungen der Festung Ofen in den Jahren 1686 und 1849, Pest,
1853, Selbstverlag des Herausgebers, pagg. 50 – 55; Lázló Pete, Il colonnello Monti, cit.
86 pag. 133.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
157
Arturo Görgei, La mia vita e le mie opere in Ungheria negli anni 1848 e 1849.,
Stabilimento Tipografico Fontana, Torino, 1852, Vol. 3, pag. 102.
158
Arturo Görgei, La mia vita e le mie opere in Ungheria negli anni 1848 e 1849., cit.,
pag. 103.
Insistere nell’assedio e lasciare contemporaneamente ripiegare indisturbata l’Armata
88 imperiale verso le sue basi da dove sarebbe ripartita alla riscossa fu errore poi
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
160
Il pezzo da 18 risultò poi già inchiodato e quindi inservibile.
161
A sinistra della batteria da breccia era operativa anche un’altra nuova batteria con
cannoni da 6 libbre.
162
Arturo Görgei, La mia vita e le mie opere in Ungheria negli anni 1848 e 1849., cit.,
90 pagg. 117 - 118.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
165
L o Hauptmann Benigni, gravemente ferito, venne accolto dalla signora von Kranz,
la cui abitazione durante l’intero assedio di Buda fu adibita ad ospedale. L’ufficiale
fu insignito del Ritterkreuz dell’Ordine di Leopoldo e alla fine della guerra sposò la
signora von Kranz.
166
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23,II. Band., cit., pag. 85. La postazione di
lancia-granate era posta secondo la Storia ufficiale del 23º tra la I e la II Rondella.
167
Josef Némedy, Die Belagerungen der Festung Ofen in den Jahren 1686 und 1849, cit.,
pag.132.
L’episodio fu notato anche dal comandante in capo ungherese: «..sventolava sopra una
delle traverse del ramparo di Weissenburgo una bandiera bianca improvvisato segno di
resa. Lo sventolare di quella bandiera non impediva tuttavia nullamente ai difensori
92 del rondello di Weissenburgo di continuare, per quanto lo permetteva la loro operosità,
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
[…] un fuoco assai micidiale contro gli scalatori del 1° corpo della muraglia a terrazze;
[…] Dopo un certo lasso di tempo s’avvicinò però d’improvviso un uomo alla traversa,
afferrò la bandiera e la portò, con passo malfermo, verso il rondello di Weissenburgo.
Giunto colà, la piantò sul parapetto. Alcuni difensori di quel punto trovarono in questo
fatto un pretesto gradito per rinunziare alla resistenza. La maggior parte continuò a
fare fuoco. Si mostrò anzi di là a poco sul rondello un ufficiale, ne strappò quel segno di
resa e lo getto al suolo. Ma appena si fu allontanato, sventolava nuovamente la bandiera
bianca sul parapetto. Sembrò allora che l’idea della resa s’impossessasse della maggior
parte dei difensori […]». Arturo Görgei, La mia vita e le mie opere in Ungheria negli anni
1848 e 1849., cit., pagg. 126 - 127.
168
Secondo la Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 98,
pare abbia avuto ancora la forza di gridare «Forza, ragazzi buttateli fuori». 93
aver perduto gli ufficiali che lo comandavano, finì col depor-
re le armi. Poi cadde anche il Wasserrentranchement.
L’Oberst Alnoch, dopo aver invano tentato di rientrare nella
Fortezza, prese con sé due compagnie di Grenzer e raggiunse il
Ponte delle Catene; di qui inviò l’aiutante di Battaglione con
la bandiera bianca ad offrire la resa a condizioni onorevoli, ma
l’aiutante venne immediatamente fatto prigioniero. Alnoch,
allora, si avviò verso le mine apprestate sul Ponte e accese le
micce, dopo aver freddato con un colpo di pistola un honvéd
che avanzava a fucile spianato. Una forte detonazione scosse
l’intera Fortezza e quando la nuvola di polvere sollevata dalla
deflagrazione si posò si vide il corpo martoriato del comandante
del «Ceccopieri» sul Ponte rimasto intatto, là a poca distanza da
dove giaceva l’honvéd ucciso dal colpo di pistola169. Il General-
Major Hentzi von Arthurm, giorni prima, aveva fatto togliere
le casse piene di pietre e l’esplosione ne era risultata indebolita.
Alla presa della Fortezza seguirono, secondo la storia
ufficiale del 23°170, scene raccapriccianti, ma purtroppo non
insolite: in tutte le case e cantine si diede la caccia ai soldati
imperiali molti dei quali, nonostante avessero cedute le armi,
vennero uccisi a sangue freddo; i corpi dei caduti vennero
spogliati, derubati e oltraggiati. Poi una folla, da Pest, irruppe
nella Fortezza: un gruppo di fanatici si precipitò nello
Schulhaus dove giaceva, ormai in agonia, il General-Major Hentzi.
L’ufficiale venne buttato su una carretta e trascinato per le vie
dell’abitato, mentre un’orchestrina suonava musica zigana; poi
finalmente, per intervento di alcuni ufficiali honvéd, venne
portato al Comando generale.
169
Secondo Josef Némedy, (Die Belagerungen der Festung Ofen in den Jahren 1686
und 1849., cit., pagg. 133 - 134), l’Oberst Alnoch raggiunse le mine poste all’inizio
dell’assedio sul Ponte delle Catene, per adempiere la minaccia fatta a suo tempo da
Hentzi. Chiamò uno zappatore e gli ordinò: «Accendi!» e, poiché nemmeno con un
secondo invito l’ordine venne eseguito, l’Oberst Alnoch impugnò la sua pistola e con
un colpo provocò l’esplosione del barile di polvere. Secondo un’altra versione il Ponte
venne salvato da Adam Clark, direttore dei lavori di costruzione dell’opera, che fece
inondare le camere di ancoraggio dove era stato piazzato l’esplosivo.
94 170
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 101.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
172
Arturo Görgei, La mia vita e le mie opere in Ungheria negli anni 1848 e 1849, cit., pag.
133. Il generale forse in questo modo indiretto pensava di aiutare molti ufficiali honvéd
ancora nel 1852 nelle prigioni austriache. Secondo Josef Némedy, (Die Belagerungen der
Festung Ofen in den Jahren 1686 und 1849., cit., pagg. 137 - 138) gli ufficiali ungheresi
cui venne consegnato Hentzi lo affidarono ai medici militari. Görgey in persona si
recò a visitarlo e si offrì di esaudire un suo ultimo desiderio ricevendo in risposta uno
sprezzante silenzio. Dei prigionieri solo i nativi ungheresi furono in qualche modo
perseguiti (come traditori e deferiti alla giustizia militare).
173
Generale Hentzi / con lui / Colonnello Alnoch / insieme a / 418 valorosi / morirono
qui / in estremo sacrificio / per / l’Imperatore / e / la Patria / 1849. Il 25 luglio 1899
il monumento dalla Piazza di San Giorgio venne spostato nel cortile della scuola dei
Cadetti di Buda. I poveri resti dei caduti nella difesa, esumati dalla fossa comune,
vennero deposti sotto il monumento sulle cui lapidi laterali erano incisi i loro nomi;
non fu possibile indicare per ogni soldato il reggimento di appartenenza. Certo però
che non pochi cognomi là scolpiti suonano ancora oggi comuni nella Provincia di Lodi:
Arrigoni, Avelli, Bassi, Bernabé, Bozzi, Clerici, Dall’Aglio, Denti, Donda, Esposti,
Esposto, Gardoni, Gavina, Gidini, Leoni, Manfredi, Manzoni, Marazzoni, Mondini,
Moroni, Orzi, Parmeggiani, Pesenti, Piazza, Polenghi, Pozzini, Quadri, Rosa, Rensi,
96 Rubini, Salvadelli, Sarti, Sartori, Soresini, Stroppa, Toscani, Uboldi, Valenti.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
174
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 101.
175
Piero Ceccopieri Maruffi, La rivoluzione del 1848 - 49 in Austria – Ungheria nella
corrispondenza del Conte Ferdinando Ceccopieri in «Deputazione di Storia patria per le
antiche provincie modenesi – Atti e Memorie 1999» ser.XI, XXI, Aedes Muratoriana,
Modena 1999, pag. 491.
176
Nello Schematismus del 1848, pag. 259, nel 10° Banal, risulta un Oberlieutenant
Conrad v. Bennich. Come detto, il III del 10°era a Buda con il I«Ceccopieri». 97
Plût au ciel que ce brave capitaine eût eu la berlue, quand il croyait
remarquer ces infamies. Allons croire que l’héroique défense de
Bude ne fut point souillée par quelque trahison, et que les soldats
du régiment Ceccopieri eussent suivi le noble exemple de leurs
compatriotes à Santa Lucia près de Verone, qui se jetèrent la baïonette
croisée dans le camp ennemi177.
177
Le ban Jellacic et les évenéments en Croatie depuis l ’an 1848, par le Lieutenant-
feldmaréchal Joseph baron Neustaedter, Bibliotèque de l’Institut Français de Zagreb,
première série - Tome II, Institut Français de Zagreb, 1942, pagg. 264 - 266.
178
Josef Némedy, Die Belagerungen der Festung Ofen in den Jahren 1686 und 1849., cit.,
pag. 102; la convinzione, poi, che gli Italiani non avrebbero combattuto si basava sulla
interpretazione del manifesto pubblicato il 26 luglio 1848 dal Governo provvisorio di
Milano e dalle dicerie riportate in un rapporto del capo della polizia di Pest. Lázló Pete,
Il colonnello Monti., cit., pag. 134.
179
Lázló Pete, Il colonnello Monti,, cit., pag. 135.
98 180
Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit., pag. 135.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Non ci sono dubbi riguardo alla fedeltà dimostrata fino alla fine
dal Reggimento sia dagli ufficiali che dai soldati; tutti con tenacia
e grande coraggio hanno difeso la fortezza. Con il loro prodigioso
comportamento hanno sconfitto i soldati introdottisi attraverso una
breccia: la forza soverchiante è riuscita ad ottenere la vittoria solo a
prezzo di pesanti perdite d’ufficiali e soldati. Nella difesa di Buda
sono caduti 406 uomini: il I Battaglione di fanteria Ceccopieri ha
perso 7 ufficiali e 95 soldati. Il Ministero della Guerra annota, con
sincera soddisfazione, di poter smentire le false notizie tanto a lungo
diffuse per offendere la dignità del Reggimento più volte nominato
ed afferma ufficialmente che all’eroica difesa di Buda questo reparto
ha partecipato, come tutti gli altri del presidio, con identico coraggio
e fedeltà184.
188
La Fortezza di Temesvár (Timişoara) tenuta ostinatamente dalla guarnigione
imperiale era assediata dall’ aprile 1849 da truppe ungheresi dell’Armata del generale
Jozsef Bem, comandate dal Peretzi. Venne liberata il 9 agosto dall’Armata di Haynau:
tra le truppe imperiali della guarnigione figuravano quattro compagnie dello «Zanini»
che nel gennaio del 1849 erano tornate sotto le bandiere imperiali abbandonando
l’Esercito ungherese. Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit., pag.107; Georg Baron von
Rukavina, nel Giornale dell ’assedio di Temesvár, Tipografia Carlo Vimenti, Modena,
102 1851, pag. 83, scrive di tre compagnie, il numero dei soldati è però identico: 320.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
COMUNQUE UN T R I COLORE
La truppa «Frangipane»
189
Geschichte des k. und k. Infanterieregiments N. 23., II. Band., cit., pag. 50. 103
fu la truppa fuori dalla cinta, fu fatta schierare in quadrato
e l’Oberst comunicò gli ordini ricevuti con un discorso in
cui richiamava i soldati alla fede giurata all’Imperatore. Ma i
patrioti, che avevano seguito il Reggimento, si avvicinarono ai
soldati tentando con i più appassionati discorsi di trattenerli190.
Tra questi si distinse l’ingegnere ferroviario, triestino, ma
fiumano di origine, Giovanni Baldini, che, in quei luoghi per
lavoro, aveva sposato la causa ungherese191. Comunque sia il
Reggimento, nella sua marcia verso le truppe del Bano, varcò
la Morava e si accampò presso il villaggio di Marchegg, dove
si andavano concentrando altre truppe imperiali. Massoneri,
a suo dire, iniziò la sua campagna patriottica aiutato da
«bassi ufficiali uno per nome Lovarina Giuseppe di Lodi e
l’altro Nicolini Giovanni di Soresina (Cremona)». Secondo
Massoneri tutta la «bassa forza» sarebbe stata pronta alla
diserzione. Ma una spia avrebbe informato il Comando del
tentativo di fuga in massa sicché molti, braccati e inseguiti dai
Grenzer e dalla cavalleria, furono catturati; altri si dispersero in
cerca di scampo. Solo Massoneri, Nicolini e Lovarina, con circa
150 uomini sarebbero riusciti a raggiungere le linee ungheresi
dopo una rocambolesca fuga nelle paludi della Morava192. Il
190
Gustavo Massoneri, Cenni Storici., cit., pag. 23.
191
Secondo il Manoscritto di Torino il Colonnello Schifman esortò i soldati a obbedire
agli ordini imperiali e fece incolonnare il Reggimento: comparve a questo punto un
cavaliere, Giovanni Baldini, che galoppando lungo la colonna avrebbe incitato i soldati
a non abbandonare la causa ungherese.
192
Gustavo Massoneri, Cenni Storici., cit., pagg. 26 – 32; Lázló Pete, Il colonnello
Monti., cit., pag. 89; Vedi Appendice (Documento 6). Negli elenchi non compare
alcun Lovarina; compare per contro un Nicolini Francesco carrettiere classe 1821 di
Soncino. Nel Manoscritto di Torino Lovarina sarebbe originario di Bergamo. Secondo
il Manoscritto di Torino il malcontento serpeggiava tra le truppe: era stato infatti
comunicato il ripristino delle punizioni corporali e l’abolizione del soprassoldo di 4
kreuzer deciso a suo tempo dal Governo ungherese. Incitati dal Cadetto Massoneri, 75
uomini, (sui 250 che avrebbero aderito al progetto di fuga) sarebbero riusciti, eludendo
la sorveglianza, ad abbandonare il Reggimento e a tornare a Presburgo.
Secondo Katrhin Stitzler 600 soldati del «Ceccopieri» avrebbero abbandonato il
Reggimento raggiungendo le linee ungheresi. All’inizio d’ottobre la maggior parte
dei soldati e tutti gli ufficiali (più di 400 uomini) sarebbero poi ritornati sotto le
104 bandiere imperiali. Kathrin Sitzler, Die Italienische Legion., cit., pagg. 36 - 37.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA
195
Trnava.
196
Gustavo Massoneri, Cenni Storici, cit., pag. 68. Al comando della «Truppa
Frangipane» troviamo Gustavo Massoneri, promosso capitano poi che Giovanni
Baldini era stato catturato dagli Austriaci durante una missione (Giovanni Baldini
verrà fucilato nel marzo del 1849). Massoneri probabilmente sopravaluta il contingente
italiano.
197
Si parlò di sabotaggio organizzato da un ufficiale imperiale di nazionalità magiara,
ma la voce è ritenuta assolutamente infondata. 107
Non rimase che la resa, ma il comandante del Forte nei termini
della capitolazione si “dimenticò” di tutelare, come aveva
promesso, gli Italiani. Lo Hauptmann Linke, ufficiale del II
«Ceccopieri»198 ora in forza alle truppe del Simunich, individuò
14 ufficiali e sottufficiali, tra i quali i sergenti Lovarina e
Nicolini, che, accusati d’aver istigato i soldati alla diserzione,
furono consegnati alla corte marziale. I soldati furono arruolati
senza tanti complimenti nelle truppe imperiali199. Anche
Massoneri fu catturato, processato e condannato a morte, ma
riuscì a fuggire e lo ritroveremo, sempre a fianco degli Ungheresi.
La Legione italiana
198
Vedi Appendice (Documento 2)
199
L’episodio è ampiamente rammentato nel Manoscritto di Torino. Il capitano
Massoneri si sarebbe fermamente opposto alla resa, fino a stracciare la bandiera bianca
fatta esporre dal comandante la Fortezza, maggiore Ordódy, che venne poi sospettato
di tradimento. In effetti Ordódy venne condannato a soli tre anni di prigione, mentre
due ufficiali honvéd il tenente Filőp Gruber, comandante delle fortificazioni, e László
Mednyánsky, direttore della artiglieria, che si erano decisamente opposti insieme agli
Italiani alla resa, furono condannati a morte: la condanna venne sospesa, ma fu poi
eseguita per ordine di Haynau. Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit., pag. 98; Daniél
Irány, Charles-Louis Chassin Histoire Politique de la Rèvolution de Hongrie 1847 – 1849,
Pagnerre, Libraire- Editeur, Paris, 1860, Seconde partie, La guerre, pagg. 229 - 230.
In circostanze simili ma nella località di Gorgai (Györg?) almeno secondo il Libro
d ’oro del Comune di Codogno, venne catturato il codognese Francesco Mondani, che,
riconosciuto, fu riarruolato e inviato all’assedio di Venezia. Qui disertò di nuovo e
passò dalla parte dei difensori della città lagunare. Cfr. Libro d ’oro del Comune di
108 Codogno n. 173.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
206
In realtà ebbe difficoltà con i soldati che chiedevano che la Legione fosse composta di
soli Italiani e comandata da ufficiali italiani.
207
Lázló Pete, Il colonnello Monti cit., pagg. 155 - 156. 111
Ungheria ultimo atto
216
Alessandro Monti stesso era considerato un disertore: nel marzo del 1848 a Brescia,
infatti, aveva abbandonato il proprio Reggimento, per prendere parte all’insurrezione
contro gli Austriaci. «Dopo la battaglia di Novara s’imbarcò a Genova alla testa di
una legione italiana per l’Ungheria dove continuò la sua operosità nell’alto
tradimento», scrisse di suo pugno Radetzky da Verona il 18 gennaio 1853 al maresciallo
conte Mazzucchelli. Conte F. Bettoni- Cazzago, Gli Italiani nella Guerra d ’Ungheria.,
cit., pag. 162.
217
Vedi Appendice (Documento 6). 115
furono avviati ai vecchi reggimenti; gli altri poterono tornare a
casa senza particolari problemi.Trentadue Lodigiani e Cremaschi
accettarono il perdono imperiale218. Il sergente Leonardo Ferri,
di Codogno,219 fu il più acceso sostenitore del ritorno sotto
l’Impero (e per questo fu bastonato e cacciato dal campo) 220.
Monti, per sé e per chi intendeva seguirlo fino in fondo, aveva
chiesto di tornare in Piemonte e d’essere arruolato nell’Esercito
Sardo, ma ciò poneva non pochi problemi. Il comandante della
Legione Italiana, un tempo ufficiale austriaco, come i suoi
compagni era un disertore e come tale, secondo gli accordi in
vigore, avrebbe dovuto essere consegnato agli Austriaci. Monti
e i suoi legionari rimasti, in ottobre, vennero avviati a Gallipoli
in attesa di rimpatrio. Attesero fino a gennaio del 1850, quando
il Governo sardo accordò loro tramite il Governo turco il
permesso di rimpatrio senza inviare però né navi né soccorsi
in denaro. Generosamente la Porta mise a disposizione una
fregata, la Jasy-Allah, che il 14 marzo fece vela verso Malta e la
Sardegna. Il 5 maggio i nostri legionari sbarcarono a Cagliari.
Tra di essi vi erano dieci Lodigiani e Cremaschi.
218
Vedi Appendice (Documento 6)
219
Vedi Appendice (Documento 6). Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit., pag. 203 e nota.
116 220
Lázló Pete, Il colonnello Monti., cit. . pag. 203 e nota.
EPILOGO
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Documento 1
Legenda
Pop=Popolazione complessiva; leva=totale giovani delle 5 classi soggette
a leva (1825-1824-1823-1822-1821); quota=assegnata al Comune; v=n
volontari da sottrarre alla quota assegnata; f=n forzati da sottrarre alla quota
assegnata; q.dep= quota depurata dal numero dei volontari e dei forzati;
deb.p=debito con l’anno precedente; cred.p= credito con l’anno precedente;
q.def=quota definitiva; ar.ti=arruolati; deb.s=debito con l’anno successivo;
cred.s=credito con l’anno successivo
125
126
Distretto I di Lodi
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb. p cred,p. q.def. ar.ti deb.s cred.s
Lodi 18156 303 25,1829 1 2 22,1829 0,3754 21,8075 22 0,1925
Chiosi di porta Adda 975 38 1,3524 1,3524 0,4656 1,818 2 0,182
Vigadore 423 0,5867 0,5867 0,2338 0,3529 0,3529
Chiosi di porta Regale
e Torre dei Dardanoni 2152 69 2,9849 2,9849 0,3456 3,3305 3 0,3305
Chiosi di P.ta Cremona 1383 50 1,9183 1,9183 0,101 2,0193 2 0,0193
Cornegliano 348 6 0,4827 0,4827 0,0025 0,4802 1 0,5198
Pezzolo de’ Codazzi 338 11 0,4688 0,4688 0,2143 0,6831 1 0,3169
Campolungo con
Andreola 700 23 0,9709 0,9709 0,2814 0,6895 1 0,3105
Ca de’ Zecchi 350 11 0,4855 0,4855 0,2769 0,7624 1 0,2376
Bottedo 280 0,3884 0,3884 0,2334 0,155 0,155
Lodi Vecchio con
S. Maria 3208 106 4,4496 4,4496 0,0682 4,3814 4 0,3814
Santa Maria in Prato 311 0,4314 0,4314 0,433 0,0016
Pezzolo di Tavazzano
e Bagnolo 461 18 0,6394 0,6394 0,0037 0,6431 1 0,3569
Salerano 1015 1,4078 1,4078 0,0905 0,3173 0,3173
San Zenone 795 35 1,1027 1,1027 0,2413 1,344 1 0,344
Villarossa e Mairano 485 0,6727 0,6727 0,4085 0,2642 0,2642
Casaletto 272 0,3773 0,3773 0,4791 0,1018
Gugnano 342 0,4744 0,4744 0,1192 0,3552 0,3552
TOTALE
DISTRETTO 31994 670 44,3768 1 2 41,3768 1,6484 2,725 39,4036 39 2,5198 2,2196
Distretto II Paullo
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Tribiano 631 14 0,8752 0,8752 0,343 0,5322 1 0,4678
Paullo c. Villa Ambrera 1610 43 2,2331 2,2331 0,0401 2,2732 2 0,2732
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
Merlino c. Marzano e
Vaiano 917 12 1,2719 1,2719 0,1704 1,1015 1 0,1015
Comazzo c.Gardinoe
Lavagna 979 11 1,3579 1,3579 0,4682 1,8261 2 0,1739
Quartiano 824 12 1,1429 1,1429 0,0027 1,1402 1 0,1492
Cervignano 728 8 1,0098 1,0098 0,0774 1,0872 1 0,0872
Galgagnano 462 5 0,6408 0,6408 0,2655 0,9063 1 0,0937
Cologno 874 12 1,2123 1,2123 0,2155 1,4278 1 0,4278
Dresano 422 2 0,5853 0,5853 0,1168 0,7021 1 0,2979
Sordio 364 7 0,5049 0,5049 0,0022 0,5027 1 0,4973
127
128
Mignete c. Muzzano 521 4 0,7226 0,7226 0,2539 0,9765 1 0,0235
Villa Pompeana 214 0,2968 0,2968 0,0772 0,2196 0,2196
Modignano 699 5 0,9695 0,9695 0,298 0,6715 1 0,3285
Tavazzano 264 1 0,3662 0,3662 0,2909 0,0753 0,0753
Mulazzano c. Virolo 913 15 1,2664 1,2664 0,3164 0,95 1 0,05
Cassino d’Alberi 406 10 0,5631 0,5631 0,2952 0,2679 0,2679
Isola Balba 383 0,5312 0,5312 0,137 0,6682 1 0,3318
Zelo Buon Persico
c.Bisnate 961 11 1,333 1,333 0,087 1,246 1 0,246
Casolate 198 8 0,2746 0,2746 0,1656 0,109 0,109
Montanaso 586 3 0,8128 0,8128 0,1071 0,9199 1 0,0801
Arcagna 279 5 0,387 0,387 0,0783 0,3087 0,3087
TOTALE
DISTRETTO 13235 188 18,3573 18,3573 1,6815 2,1269 17,9119 18 2,2654 2,3445
Distretto III Sant’Angelo
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Sant’Angelo 7738 345 10,7328 10,7328 0,1392 10,5936 11 0,4064
Vidardo 544 19 0,7545 0,7545 0,4655 0,289 0,289
Castiraga 323 8 0,448 0,448 0,4688 0,0208
Villanova 940 23 1,3038 1,3038 0,1636 1,4674 2 0,5326
Massalengo 760 34 1,0541 1,0541 0,2199 0,8342 1 0,1658
Valera 862 29 1,1956 1,1956 0,0251 1,2207 1 0,2207
Caselle 1087 38 1,5077 1,5077 0,3123 1,82 2 0,18
Marudo 763 35 1,0583 1,0583 0,2484 0,8099 1 0,1901
Cazzimano 587 22 0,8142 0,8142 0,1423 0,9565 1 0,0435
Ca dell’Acqua 540 16 0,749 0,749 0,4777 1,2267 1 0,2267
Guazzina 153 8 0,2122 0,2122 0,2029 0,4151 0,4151
Triulzina 197 6 0,2732 0,2732 0,1539 0,1193 0,1193
Orgnaga c.Fissiraga e
Bonora 744 19 1,032 1,032 0,1041 0,9279 1 0,0721
Bargano 626 17 0,8683 0,8683 0,5134 1,3817 1 0,3817
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
129
130
San Colombano 6102 146 8,4636 8,4636 0,1807 8,2829 8 0,2829
Cavenago 1198 49 1,6617 1,6617 0,2744 1,3873 1 0,3873
Mairago 1771 71 2,4564 2,4564 0,3585 2,0979 2 0,0979
Grazzanello 232 4 0,3218 0,3218 0,1027 0,4245 0,4245
Caviaga c.Muzza
Piacentina 730 34 1,0126 1,0126 0,0754 0,9372 1 0,0628
Soltarico 234 9 0,3246 0,3246 0,0452 0,2794 0,2794
Ossago c.Brusada e
Grazzano 1283 61 1,7796 1,7796 0,0981 0,1223
1,8777 2
Cepeda 162 3 0,2247 0,2247 0,303 0,0783
Motta Vigana c.
Lanfroia 570 19 0,7906 0,7906 0,0453 0,7453 1 0,2547
San Martino in Strada 1518 79 2,1055 2,1055 0,0962 2,2017 2 0,2017
Sesto 165 7 0,2289 0,2289 0,036 0,1929 0,1929
Ca de’ Bolli
c.Pompola 346 15 0,4799 0,4799 0,1559 0,6358 1 0,3642
TOTALE
DISTRETTO
20976 693 29,0944 29,0944 0,4529 1,7117 27,9139 27 2,0825 1,2469
Distretto V di Casalpust.
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Casalpust.c. Pizz.Vitt.
e Zorlesco 8360 48 11,5955 11,5955 0,1876 11,4079 11 0,4079
Castiglione 3407 47 4,7256 4,7256 0,0733 4,7989 5 0,2011
Terranova c. C.Passerini,
Rov. 1545 3 2,143 2,143 0,1816 2,3246 2 0,3246
Bertonico 1790 11 2,4828 2,4828 0,0336 2,4492 2 0,4492
Brembio c. C. del Bosco 2887 41 4,0043 4,0043 0,0255 4,0298 4 0,0298
Livraga c. Ca de Mazzi 3184 18 4,4163 4,4163 0,242 4,1743 4 0,1743
Melegnanello 744 9 1,0319 1,0319 0,467 1,4989 2 0,5011
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
131
132
Distretto VI di Codogno
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Caselle Landi 2418 65 3,3538 3,3538 0,3133 3,0405 3 0,0405
Castelnuovo Bocca
D’Adda 2136 47 2,9627 2,9627 0,0194 2,9433 3 0,0567
Meleti 1024 43 1,4203 1,4203 0,0088 1,4291 1 0,4291
Maccastorna 372 15 0,516 0,516 0,3697 0,8857 1 0,1143
Cavacurta 1301 21 1,8045 1,8045 0,2263 1,5782 2 0,4218
Codogno 9730 126 13,4958 13,4958 0,2634 13,2324 13 0,2324
Triulza 576 3 0,7989 0,7989 0,4193 1,2182 1 0,2182
Gattera Majocca 489 5 0,6783 0,6783 0,0084 0,6699 1 0,3301
Corno Giovine 1357 43 1,8822 1,8822 0,2825 1,5997 2 0,4003
Corno Vecchio 465 5 0,645 0,645 0,2342 0,8792 1 0,1208
Lardera 185 0,2566 0,2566 0,2027 0,0539 0,0539
Fombio 1297 6 1,799 1,799 0,502 2,301 2 0,301
Regina Fittarezza 145 1 0,2011 0,2011 0,0095 0,2106 0,2106
Guardamiglio 2050 43 2,8434 2,8434 0,1278 2,9712 3 0,0288
Maleo 3881 53 5,3831 5,3831 0,219 5,1641 5 0,1641
Mezzano Noceto 264 22 0,3662 0,3662 0,3898 0,0236
Mezzano Passone 487 26 0,6755 0,6755 0,2363 0,4392 0,4392
San Fiorano 1578 47 2,1887 2,1887 0,5056 2,6943 3 0,3057
San Rocco al Porto 2256 56 3,1291 3,1291 0,2804 3,4095 3 0,4095
St. Stefano 2560 61 3,5508 3,5508 0,0501 3,5007 4 0,4993
Corte Sant’Andrea 366 5 0,5077 0,5077 0,2062 0,3015 0,3015
Somaglia c Mirabello e
Senna 4654 118 6,4552 6,4552 0,0769 6,3783 6 0,3783
TOTALE
DISTRETTO 39591 811 54,9139 54,9139 2,4573 2,4943 54,9005 54 3,1783 2,3014
Distretto VII di Pandino
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
133
134
Pandino 1756 81 2,4356 2,4356 0,0641 2,3715 2 0,3715
Gradella 252 14 0,3495 0,3495 0,2027 0,5522 1 0,4478
Nosadello 217 8 0,301 0,301 0,0577 0,3587 0,3587
Rivolta 3653 182 5,0668 5,0668 0,3808 4,686 5 0,314
Vailate 2254 110 3,1264 3,1264 0,0988 3,2252 3 0,2252
TOTALE
DISTRETTO 16341 814 22,6653 22,6653 1,5037 1,5562 22,6128 24 1,2022 2,5894
Distretto VIII di Crema
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Crema 8392 241 11,6399 1 10,6399 0,0549 10,585 11 0,415
Capergnanica 1215 73 1,6852 1,6852 0,3155 1,3697 1 0,3697
Chieve 1019 49 1,4134 1,4134 0,4413 1,8547 2 0,1453
Casaletto Ceredano 1069 50 1,4827 1,4827 0,4221 1,0606 1 0,0606
Credera 943 40 1,308 1,308 0,4004 1,7084 2 0,2916
Izzano 1319 58 1,8295 1,8295 0,0506 1,7789 2 0,2211
Salvirola 254 8 0,3523 0,3523 0,1288 0,2235 0,2235
Madignano 1156 39 1,6034 1,6034 0,3781 1,9815 2 0,0185
Montodine 2446 118 3,3927 3,3927 0,4833 3,876 4 0,124
Moscazzano 906 43 1,2566 1,2566 0,3037 0,9529 1 0,0471
Rovereto 501 20 0,6949 0,6949 0,0221 0,717 1 0,283
Ombriano 1503 57 2,0847 2,0847 0,0781 2,0066 2 0,0066
S. Michele 772 26 1,0708 1,0708 0,2848 1,3556 1 0,3556
Passerera 475 13 0,6588 0,6588 0,1021 0,5567 1 0,4433
Rubbiano 566 18 0,7851 0,7851 0,1233 0,9084 1 0,0916
Porta Ombriano 1109 60 1,5382 1,5382 0,2574 1,7956 2 0,2044
Vairano 648 22 0,8988 0,8988 0,4503 1,3491 1 0,3491
Ripalta Arpina 933 55 1,2941 1,2941 0,1992 1,0949 1 0,0949
Ripalta Nuova 905 46 1,2553 1,2553 0,088 1,1673 1 0,1673
Ripalta Vecchia 228 7 0,3162 0,3162 0,2279 0,0883 0,0883
Ripalta Guerrina 494 17 0,6852 0,6852 0,227 0,9122 1 0,0878
S. Bernardino 1483 60 2,057 2,057 0,4672 1,5898 2 0,4102
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
135
136
Distretto IX di Crema
Comune pop. leva quota v f. q.dep. deb.p cred.p q.def. ar.ti deb.s cred.s
Capralba con
Campisico 577 29 0,8003 0,8003 0,0015 0,7988 1 0,2012
Farinate 330 20 0,4577 0,4577 0,4134 0,0443 0,0443
Offanengo 2197 108 3,0473 3,0473 0,319 3,3663 3 0,3663
Ricengo 521 31 0,7226 0,7226 0,2666 0,456 0,456
Bottaiano con Portico 461 23 0,6394 0,6394 0,1462 0,4932 1 0,5068
Pieranica 510 26 0,7073 0,7073 0,3991 1,1064 1 0,1064
Torlino con Azzano 567 37 0,7864 0,7864 0,3013 0,4851 1 0,5149
Casaletto Vaprio 578 29 0,8017 0,8017 0,248 1,0497 1 0,0497
Quintano 318 17 0,4411 0,4411 0,2255 0,6666 1 0,3334
Sergnano 1109 62 1,5382 1,5382 0,4378 1,1004 1 0,1004
Pianengo 756 38 1,0486 1,0486 0,4557 1,5043 2 0,4957
Trezolasco 133 11 0,1845 0,1845 0,3904 0,5749 1 0,4251
Camisano 898 39 1,2456 1,2456 0,248 0,9976 1 0,0024
Casale 378 19 0,5243 0,5243 0,2614 0,2629 0,2629
Gabbiano 321 14 0,4452 0,4452 0,3452 0,7904 1 0,2096
Vidolasco 439 28 0,6089 0,6089 0,1406 0,4683 1 0,5317
Trescorre 1076 53 1,4924 1,4924 0,4066 1,899 2 0,101
Scannabue 709 26 0,9834 0,9834 0,1493 0,8341 1 0,1659
Palazzo 428 22 0,5936 0,5936 0,4197 0,1739 0,1739
Monte 421 13 0,5839 0,5839 0,266 0,8499 1 0,1501
Cassine Gandini e Capri 392 27 0,5437 0,5437 0,0981 0,4456 0,4456
Vaiano 1539 72 2,1346 2,1346 0,2918 1,8428 2 0,1572
Bagnolo 1998 90 2,7713 2,7713 0,4498 3,2211 3 0,2211
Cremosano 580 24 0,8045 0,8045 0,1586 0,9631 1 0,0369
Campagnola 292 10 0,405 0,405 0,243 0,648 1 0,352
TOTALE
DISTRETTO 17528 868 24,3115 24,3115 3,9069 3,1757 25,0427 27 2,2266 4,1839
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
137
Documento 2
1848
23
Lombardisches Infanterie-Regiment.
Stabs – Officiere
Oberst u. Regts.-Comdt. Schifman, Joseph
Obstlts. Sana, Johann, EKO-R. 3.
Hartmann, Georg (General–
Commando
Adjutant in Inner
Oesterreich)
Majors Schivny St. Aulaire, Carl Edl. v. (Indigena von
Ungarn)
Geropoldi, Liberale, EKO-R. 3.
138 Zaghen, Jacob.
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
Hauptleute
Rapaié v. Ruhmwerth, Georg. / Bassarich v. Ivos, Pet./ Volpini
Joh. / Enk von der Burg, August./ Merkl, Franz Ritt. v. /
Linke, Jos. / Verzola, Alois., / Terzaghi, Carl Fabius. / Marten,
Peter. / Kublang v. Seltenhof Rob. / Benigni Edl. v. und zu
Mildenberg, Heinr. Ritt. (görzisch. Herr und Landmann) /
Skodnik, Franz Ign .
Capitän-Lieutenants
Kottulisky, Rud. Gr. / Facco, Ant. / Lego, Joh./ Confalonieri,
Anton / Baronchelli, Attil.
Oberlieutenants
Monterverde, Franz. / Saussaye, Carl. / Forian, Carl. /
Majocchi, Fort. / Baselli, Jos. Freih. / Facco, Carl. / Linke,
Johann. / Villata v. Villatburg, Joh. Ritter. / Fabrici, Jos./
Steffensen, Johann. / Berlekovic, Jos. / Brzesina v. Birkenhain,
Franz. / Mejatsch, John. / Belegishanin, Joh. / Csebaz, Emil v.
/ Larisch, Nicol. / Kirschy, Karl Freih. (Div. – Adj). / Petainek,
Jos / Maillart v . Landrevile, Carl Gr / Mayer, Mich.
Unterlieutenants
Lovák, Eduard. / Guckler, Ferdin. Edler v. (Brig.-Adj.).
/ Schennet, Anton. / Govorcsin, Constant. (Bat.-Adj.) /
Vitali, Carl v. / Schuster, Hermann. / Cattalinich, Dragimir.
/ Vander-Stadts, Adolf v. / Müller v. Mühlwerth, Franz. /
Rosenzweig, Johann (Bat.-Adj.). / Riedler, Ferd. / Bosisio,
Achilles. / Stoikovich, Wasa. / Greskovits, Alex. / Wescher
Edl. v. Piberau, Carl (Bat.-Adj.). / Kurelecz, Anton. / Terzaghi,
David. / Kochen, Gustav Edler v. Patteri, Alphons Marq. /
Gröller, Albin Edl. v. (Herr u. Landmann in Tirol) / Geyso,
Aug. Freih. v /.
Cadeten
(k. k.) Cottomboni, Anton. / Oreskovich, Johann. / Kögeln,
Wenzel. / Fidler, Carl. / (Reg.) Baggi, Albert Fulvius Anton.
/ Bosisio, Ernst. / Bourcard, Franz. / Colombi Dellabianca,
Andreas Carl de. / Della Torre, Guido nobile. / Kölgen,
Gustav. / Lorenzi, Gust. de. / Lukinich, Joh. v. / Majneri,
Anton nobile / Marenzi, Ferd. Freih. v. / Pelley, Joseph. /
Petrovich , Johann / Pinter, Carl v. / Raskay, Ludwig v. / Dei
Conti Sarti, Jos../ Skodnik, Rudolph. / Stefanelli, Anton
Stephan de. / Tommasich, Joseph v.
Vom Stabe
Reg. Caplan. Denti, Anton
- Auditor Leuzendorf, Ludw. Ritt. v. (Herr und Landmann
in Steiermark, GTB, Hptm.)
- Arzt. Quiquerez, Ferdin., Dr.
- Rechnungsf. Haupt, Stephan, Obrlt
- Adjutant Břzesina v. Birkenhain, Franz, Obrlt.
Bataillons- Adjutanten. (Sind in der Rangliste bezeichnet.)
Regiment-Agent. Spitzer, Alois, Dr. (in Wien)
R weiss, A. und Kr. carmoisinroth (wie Nr. 43); P lichtblau,
w. Kn
140
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
1850
23
Lombardisches Infanterie-Regiment.
Haupt-Werbbezirks-Station: Lodi
Stabs – Officiere
Oberst u. Regts.-Comdt. Hartung, Ernest, ÖEKO-R. 3, MVK
Obstlt. (Vacat)
Majors. Terzaghi Carl
Sternegg, Friedr Freih. v.
Hauptleute 1. Classe
Verzola, Alois. / Kublang v. Seltenhof, Rob / Kottulinsky,
Rud. Gr/ Lego, Joh./ Delser , Jos., ÖEKO-R. 3, MVK ,
CGO- R1 ./ Baronchelli, Attil./ Monteverde Franz./ Saussaye,
Carl./ Baselli, Joseph Freiherr. / Berlekovich, Jos. / Brzesina
v. Birkenhain, Franz / Belegishanin, Joh. / Csebaz, Emil v.
/ Kirschy, Carl Freih. (s.n) / Petainek, Jos., MVK (s.n.) /
Drassenovich v. Posertve, Adalbert.
Hauptleute 2. Classe
Mayer, Mich./ Guckler, Ferd. Edler v./ Schennet, Anton /
Govorcsin, Constant / Vitali, Carl v./ Schuster, Hermann,
MVK . (beim GQM Stabe, s.n.) / Vander-Stadts, Adolph von
/ Rosenzweig, Johann (s.n.)
Alla morte del conte Ferdinando Ceccopieri, proprio nell’anno 1850, il Reggimento,
225
come detto, ebbe un nuovo Inhaber nella persona del Feldzeugmeister Paul von Ajroldi . 141
Oberlieutenants.
Riedler, Ferd:/ Bosisio, Achilles./ Wescher Edl. v. Piberau,
Carl / Kochen, Gustav Edler v. / Patteri, Alphons Marq /
Boniperti, Johann v. / Gröller, Albin Edl. v. / Geyso, Aug.
Freih. v. / Roch, Heinr. / Prato, Victor Napoleon Gr. / Ballacs,
Constant / Preveden, Adolph / Fabrizii, Carl v. / Schivny
St. Aulaire, Ludw. Edel. v. / Parisini, Geminian / Hack auf
Bornimbs, Emanuel Ritter v. / Uslar-Gleichen, Otto Ulrich
Freih. / Cottomboni, Anton / Galassi,Peter (s.n) / Aschieri, Jos
/ Oreskovich, Johann MVK / Henning, Frieder. (s.n)
Unterlieutenants 1. Classe
Veigl, Franz. / Popovich, Georg. / Hild, Gustav, MKV / Pisani,
Hieronimus. / Schivny de St. Aulaire, Franz. / Wazlawiczek
Franz (Bat.- Adj.) Izerfy, Joseph, O². / Gerelli, Carl. /
Ballentovich, Ludwig (Bat. Adj.) / Stehlik, Eduard / Jemrich,
Eduard / Bogschütz, Johann. / Sivkovich, Thomas (Bat – Adj.)
/ Aleidinger, Jos. / Cisotti, Franz. / Schöfflein, John. / Airoldi,
Girolamo Ritter v. / Mairon, Leonhard / Bourcard, Franz. /
Pelley, Jos. / Strohall, John. / Ballentovich, Franz. / Boticelli,
Jos. / Maculan, Stephan. / Kerniaic, Paul (s.n.).
Unterlieutenants 2. Classe
Petainek, Stephan. / Pleskott, Georg. / Ostini, Franz Freih.
/ Bonistabile Heinrich. / Biegler, Eduard. / Schivny de St.
Aulaire, Emil. / Grillowtzer, Wilh./ Pinter, Carl. / Tyrowycz,
Michael. / Gaál, Sigm. O² / Parsche, Jos. / Doré, Franz. /
Raimond, Gustav v. / Schubert, Franz. / Wallner, Franz. /
Grognet d’Orleans, Felix. / Jäger, Mathias.
Cadeten
(k. k.) (Vacat.) / (Reg.) Lenhardt, Alfr.
Vom Stabe
142
Reg. Caplan. Denti, Anton
ANGELO CERIZZA - A DURA VITA, A DURA DISCIPLINA
143
Documento 3
145
Documento 4
229
Giuseppe Carminotti non partecipò direttamente alla battaglia. Fu premiato per la
sua fedeltà alla bandiera (vedi pag. 121).
230
Giovanni Colombini, Feldwebel a riposo, morì l’8 luglio 1897 a Bátaszék in Ungheria
all’età di 85 anni. Il figlio, Oberst Carlo Colombini, fu decorato con l’Ordine della
146 Corona di Ferro di II classe.
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
148
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
Documento 5
151
Documento 6
152
Città Cognome Nome Classe Prof. Reggimento Grado Entrato Sorte
Alberghetto1 Salvaderi Carlo 1824
Arcagna Sbarra Leopoldo 1818 Ceccopieri caporale
Bagnolo Bonomi Francesco 1821 Ceccopieri soldato
Borghetto Madé Giuseppe Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Capralba Moro G.Battista 1824 Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Casalp. Bramini Cristoforo Kress soldato prigioniero amnistiato
Casalp. Fraschini Luigi Kress soldato prigioniero amnistiato
Casalp. Parenti Giovanni 1822 recluta soldato
Casalp. Prechi Luigi 1825 carrettiere soldato
Casalp. Sarri Giovanni 1819 ortolano sergente
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
153
154
Codogno Bertuzzi Francesco Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Codogno Bocoti Francesco Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Codogno Ferri Leonardo Wipffen sergente prigioniero amnistiato
Codogno Ganelli Giovanni 1821 muratore Ceccopieri soldato
Codogno Pezzi Luigi 1815 garzone Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Codogno Ravera Giuseppe 1822 Ceccopieri caporale
Codogno Storla Luigi Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Codogno Stringhetti Angelo 1823 calzolaio soldato
Codogno Zuccotti Giuseppe Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Crema Malio Francesco villico Karoly Ferd. caporale prigioniero Cagliari
Crema Ortori Giuseppe 1820 caporale
Crema Ottaviani Antonio Ceccopieri soldato prigioniero Cagliari
Crema Piacentini Giovanni 1826 Ceccopieri soldato
Crema Suardi Giacomo 1824 sarto
Crema Tressini Luigi soldato amnistiato
Crespiatica Milanesi Giuseppe 1823
Dovera Costa Angelo 1819 Ceccopieri tenente prigioniero Cagliari
Livraga Sfondrini Luigi 1827 sarto soldato
Lodi Anelli Giuseppe Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Lodi Biella Angelo caffettiere Ceccopieri soldato prigioniero Cagliari
Lodi Bonelli Giuseppe 1828 muratore Ceccopieri soldato
Lodi Calzolani Bassano 1822 droghiere soldato
Lodi Dosi Carlo 1824 Ceccopieri soldato
Lodi Fedeli Giovanni Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Lodi Gastoldi Domenico Ceccopieri caporale disertore amnistiato
Lodi Giulini Luigi 1823 calzolaio Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Lodi Ingeloni Francesco Ceccopieri caporale prigioniero amnistiato
Lodi Lungarini Angelo 1826 orefice Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Lodi Malacarne Gaetano Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Lodi Marinardi Angelo 1819 vetturale? Ceccopieri soldato
Lodi Mariscotti Salvatore 1826 panettiere Ceccopieri soldato
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
155
156
Maleo Cornali Santo Ceccopieri tamburino prigioniero amnistiato
Merlino Pavesi Angelo 1825 tessitore Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Modignano Sala Domenico 1824 soldato
Moscazzano Tomella Giovanni 1823 Ceccopieri soldato
Offanengo Ferrari Giuseppe 1820 villico Ceccopieri tenente I prigioniero amnistiato
Ombriano Spinelli Antonio muratore Ceccopieri caporale prigioniero Cagliari
Orio Aleazzi Giorgio 1821 Ceccopieri soldato
Ossago Travi Giovanni 1829 soldato
Pandino Assandri Antonio muratore Ceccopieri soldato prigioniero Cagliari
Pandino Barziga Luigi Ceccopieri sergente prigioniero amnistiato
Pandino Milliavacca Alberto Ceccopieri caporale prigioniero amnistiato
Paullo Ceribini Domenico carrettiere Ceccopieri soldato prigioniero
Paullo Cipolla Giovanni 1824 mugnaio Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Paullo Boerchi Carlo Ceccopieri zappatore prigioniero amnistiato
Ripalta Bragotti Luigi 1825 soldato
Rivolta Esposto Luigi 1820 Ceccopieri caporale
Robecco Fonfoni Pietro Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Robecco Gilberti Giacomo Ceccopieri prigioniero amnistiato
Robecco Magnifici Luigi 1825 Ceccopieri soldato
Robecco Purini Angelo muratore Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Robecco Savi Natale carrettiere Kress soldato prigioniero Cagliari
Robecco Strina Lazzaro Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Roncadello Storti Alessando muratore
S. Angelo Arrigoni Bernardo 1819 tessitore Ceccopieri soldato prigioniero Cagliari
S. Angelo Grignani Giovanni Kress soldato prigioniero amnistiato
S. Angelo Pozzoli Angelo Zanini soldato prigioniero amnistiato
S. Bernardino Pigola Giovanni 1817 Ceccopieri soldato
S. Fiorano Froletti Luigi 1824 Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
S. Stefano Bolzoni Giuseppe 1823 barbiere soldato
S. Stefano Fregoni Gerolamo 1822 cuoco soldato
Senna Capelletti Domenico 1821 Ceccopieri soldato prigioniero amnistiato
Angelo Cerizza - A dura vita, a dura disciplina
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Indice
Presentazione Pag. 3
Marco Pizzo
Museo Centrale del Risorgimento di Roma
II Il “Quarantotto” Pag. 45
Il III «Ceccopieri» in Italia Pag. 47
I e II «Ceccopieri» a Buda e a Pest Pag. 60
Viva l’Imperatore Pag. 78
Comunque un Tricolore Pag. 103