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RECENSIONE DEL LIBRO “IO E TE” DI NICCOLÒ AMMANITI.

Autore: Niccolò Ammaniti


Categoria: Narrativa Italiana
Anno di pubblicazione: 2010
Casa editrice: Einaudi

Opera ingiustamente ritenuta da molti come minore nella produzione letteraria di


Niccolò Ammaniti, più per la quantità di pagine (poco più di cento) che per la
qualità intrinseca, Io e te è un romanzo che si legge in un giorno, imperniato su
pochi ma solidi elementi: una cantina, una bugia, il desiderio di libertà, l’arrivo
improvviso di una sconosciuta, ma soprattutto l’incontro di due solitudini.

Fondante e fondamentale la breve intro che apre il libro: “Il mimetismo batesiano
si verifica quando una specie animale innocua sfrutta la sua somiglianza con una
specie tossica o velenosa che vive nello stesso territorio, arrivando a imitarne
colorazione e comportamenti. In questo modo, nella mente dei predatori, la specie
imitatrice viene associata a quella pericolosa aumentandone le possibilità di
sopravvivenza”. Il protagonista Lorenzo è, secondo la nota definizione di
Aristotele, un animale poco sociale, incerto sul suo posto nel mondo, desideroso di
essere come gli altri, ma così introverso e poco empatico da avere grosse
difficoltà nell’instaurare rapporti. Il romanzo, anche per via della passione che
Lorenzo ha per gli animali mimetici, gioca molto su quest’idea della “imitazione”
come “sopravvivenza” nella società, come via per essere accettati anche se
necessita di una bugia a lunga scadenza. Così succede che finge di andare in
settimana bianca con gli amici, mentre in realtà si chiude in cantina per starsene
in santa pace. Lorenzo è solo tanto quanto lo è Olivia, sorellastra dimenticata
dalla famiglia, che si è rovinata con la droga. L’incontro tra i due, dopo una
serie di attriti iniziali, è una benedizione per entrambi, scoprendo che si può
stare con gli altri essendo perfettamente se stessi, senza maschere né menzogne o
sotterfugi dalle gambe corte.

Io e te lo si legge velocissimamente, ma ciò che ci lascia dentro rimane molto più


a lungo. Certo, è una storiellina in confronto agli altri romanzi di Ammaniti, ma
non per questo va screditato. Anzi va giudicato senza ricorrere al mezzuccio e alla
tentazione di metterlo in concorrenza con gli altri libri dello scrittore romano.

Con una manciata di ingredienti, all’apparenza fragili, Ammaniti confeziona una


storia tanto semplice quanto profonda, un racconto lungo che sa perfettamente dove
colpirci, anche se finge una studiata ingenuità.

LA RECENSIONE DI UNA RAGAZZA DI TERZA SUPERIORE

Questo libro è un romanzo breve redatto dallo scrittore italiano Niccolò Ammaniti.
L’autore narra le vicende di un ragazzo quattordicenne di nome Lorenzo che tende a
mettersi da parte rifiutandosi di stare con le altre persone nonostante i genitori
cerchino di insistere che sia meglio frequentare glia altri. Un giorno sente alcuni
compagni della sua classe organizzare una settimana bianca a Cortina e gli viene in
mente di mentire ai suoi genitori riferendogli che ci andrà anche lui. Nel
frattempo organizza la sua settimana da solo in cantina con il necessario per
vivere come vorrebbe lui, lontano da tutti e facendo credere ai genitori che
finalmente abbia trovato delle amicizie. La mattina della partenza si fa
accompagnare dalla madre e la prega di lasciarlo scendere prima dalla macchina
perché vuole arrivare da solo all’appuntamento perché i compagni di classe lo
prenderebbero in giro se lo vedessero arrivare con la madre. Scende dalla macchina
e si dirige alla fermata dell’auto per tornare verso casa dove lo aspetta la sua
settimana ideale nella cantina della sua famiglia. Poi un giorno il ragazzo viene
svegliato dal rumore della chiave che girava nella serratura e cerca di nascondersi
sotto a un tavolino, ma viene scoperto da Olivia, la sorellastra che cerca i soldi
lasciati in un vecchio libro.
Solo successivamente scoprirà che con quei soldi Olivia doveva comprare le sue dosi
di droga e i due si ritroveranno a convivere per una settimana, nella quale
impareranno l’uno dall’altra, parlando della propria vita e delle loro paure. Alla
fine si fanno delle promesse che purtroppo non verranno mantenute perché lei casca
di nuovo nel giro della droga e muore di overdose e così i due non si
rincontreranno come avevano desiderato quando si erano lasciati.
Questo libro ci insegna quanto sia importante il rapporto con gli altri, lo scambio
di idee e il colloquio con altre persone per cercare di risolvere situazioni
problematiche. Soprattutto ci fa capire che il destino del nostro futuro è nelle
nostre mani e siamo noi a decidere cosa fare con o senza l’aiuto degli altri.
L’adolescenza è il tema principale del romanzo che ci dimostra quanto sia delicata
questa età di sviluppo sia fisico che mentale che ci porterà a formare il nostro
carattere.
Questo libro mi è piaciuto molto perché affronta le difficoltà alle quali i ragazzi
possono andare incontro, come l’isolamento per paura di non essere all’altezza dei
propri coetanei e la droga che la sorellastra del protagonista usa come via di fuga
per la mente ma dalla quale è difficile uscire.
Valentina Cervoni 3AL

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