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La selva è sempre stata molto bella e piena di animaletti,

grandi, piccoli, veloci, corpulenti ma tutti a modo loro sono


perfetti. Ci sono molti modi per un animaletto di
sopravvivere infatti può cacciare oppure può mangiare i
frutti di madre natura in base a quale razza appartiene.
Insomma hanno una vita abbastanza semplice, purtroppo
ciò non vale per quanto riguarda me, un povero essere
umanoide, o per lo meno e quello che ho sempre pensato
fino ad ora che mi trovo in questa radura a sentire il vento
come non ho mai fatto e a cavalcarlo come non mi sarebbe
mai stato possibile, ma andando per ordine e partendo dal
principio la mia storia inizia così.

-Il sole oggi secondo me ha deciso di andare in


esplorazione dietro le nuvole- dissi a Aukront con fare
tranquillo -senti Lilklitalim ma quando sei diventato così
spiritoso- mi rispose con la sua solita faccia inespressiva
-scusami- in effetti aveva sempre un comportamento molto
serio e composto fin da quando ci eravamo entrati alla
accademia della battaglia tra le montagne di Drodie. Per
adesso ci trovavamo nella sommità della torre della
accademia nel vano tentativo di sfuggire al turno delle
cucine che ci aveva affibbiato “Err il capitano sbavante”
come lo chiamavano i ragazzi dell'accademia anche se il
suo vero nome era Errack dei corridori notturni ma essendo
troppo lungo i ragazzi lo avevano apostrofato con
l’aggettivo “Sbavante”, a velocizzare questo procedimento
c'era stato il fatto che lui fosse un mezzo lupoide.
-Va bene scendiamo ormai uno degli Scrutatori ci ha già
individuati- mi disse Aukront mentre spostava la grande
asse di legno allentata da noi due nelle ultime notti
ovviamente in gran segreto -se restiamo ancora qui ci
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piomberà addosso in un battito di ciglia...letteralmente-
aggiunse – ok allora muoviti che qua sopra si gela – risposi
in modo rapido ma a bassa voce per non farmi sentire da
possibili passanti nel corridoio sottostante
-vai tranquillo se incontriamo qualcuno puoi sempre fare
quella cosa che mi hai fatto vedere ieri sera e poi dire che è
stato un Scrutatore no??-
-assolutamente no! Ti ho già detto che farlo mi stanca
particolarmente- dissi sobbalzando -e poi abbassa la voce se
non vuoi farti sentire da tutti- effettivamente non era molto
facile mutare una parte del corpo per quelli di noi che non
sono nobili, anche se ieri sera avevo scoperto di riuscire a
farmi spuntare dei piccoli artigli dalle dita cosa che
teoricamente anche i nobili riuscivano a fare solo dopo
giorni di pratica e io solo per sbaglio ero riuscito a fare
davanti ad Aukront. Nel mentre, stavamo scendendo le
vecchie scalinate ormai molto malridotte che erano parte
della torre centrale, i vecchi arazzi appesi ai muri erano
sgualciti esattamente come gli altri nel resto dell'accademia
ma non raffiguravano mai le solite scene di guerra presenti
sugli altri arazzi nelle torri secondarie, infatti questi
raffiguravano spesso mutazioni effettuate dai grandi nobili
dell'antichità vi erano un paio di enormi uomini e alcune
donne che si trasformavano in cinghiali e leoni mentre
quelli più mingherlini in falchi o in volpi, tutto questo era
quello a cui prestavo attenzione mentre scendevo i gradini,
fare ciò fu un piccolo-grande errore infatti essendo sceso
per primo dovevo occuparmi di guardare dietro ogni angolo
per verificare se c'era qualcuno di pericoloso in vista e nel
caso segnalare ad Aukront di voltarsi e correre ma ero
distratto e quindi non mi accorsi della possente e sbavante
presenza che si nascondeva con il naso quasi
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completamente attaccato al polveroso pavimento.
Infatti il grosso lupo da caccia, che adesso ci aveva
chiaramente notati e etichettati come prede, emise un basso
e gutturale ringhio poco prima di afferrarmi una caviglia
con la sua enorme bocca piena di denti affilati ed acuminati
che dilaniavano le carni, mentre per la sorpresa strillavo dal
dolore Aukront mi saltò oltre le gambe e atterrò con i piedi
uniti e i talloni protesi sulla testa del grande lupo che
nonostante la botta non mollò la presa ma non appena
intervenni anche io facendo comparire gli artigli e
graffiandogli la cima del muso mollò la presa sia per il
dolore ma anche per lo stordimento della botta
precedentemente presa.
Non appena mi mollò mi rialzai barcollando e imprecando
rivolto al capitano Err, che sapevo essere il padrone del
lupo, mi misi a correre o a barcollare in maniera rapida in
base a come la si volesse vedere nella direzione opposta a
quella della creatura mentre Aukront stava correndo a
perdifiato poco davanti a me senza preoccuparsi della mia
caviglia o di me in generale e il perché lo sapevo, da quel
momento dovevamo pensare ogni uno a se in modo tale che
anche se il lupo avesse deciso di inseguirci avrebbe potuto
seguire le tracce di uno solo di noi
-corri ci vediamo nel terzo cortile – mi gridò lui-la caccia
ora è aperta dobbiamo resistere almeno 1 ora-
Sapevo bene ciò che intendeva era la regola speciale che
Err si ostinava a fare infatti la caccia iniziava non appena
uno studente disubbidiente veniva “trovato” da una delle
sentinelle di Err, infatti da quel momento Err iniziava la
caccia e se ti trovava ti beccavi almeno una settimana nelle
celle incantate ma se riuscivi a sfuggire ai “cacciatori” per
almeno un’ora allora ogni tua colpa veniva perdonata.
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Mentre pensavo a tutto questo mi misi ad arrancare
scendendo le scalinate che mi avrebbero portato al 3 piano
della struttura principale e, quando capii che il lupo doveva
aver scelto me come prenda per il semplice motivo che ero
già ferito, mi misi a correre come non avevo mai corso.

Capitolo 2
Il fiume era piuttosto limpido per essere solo un fiume di
bassa montagna, l’acqua scorreva placida tra due grandi
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rocce formando una piccola cascatella, i miei piedi nudi
erano esattamente tra questi due grandi roccioni ed io ero in
attesa…di…beh penso di una creatura ma non so se
definirla così sia corretto perché potrebbe benissimo essere
qualcosa oltre la mia portata ma oramai sono in ballo e
quindi ho deciso di ballare la miglior danza ballabile alle
mie attuali capacità.
Attendo…attendo e ancora attendo fino a che la gola non
mi fa male a furia di salmodiare questa stupida formula, ma
ancora non demordo, al calar del sole finalmente l’acqua si
increspa e un ombra che non mi appartiene inizia ad
intravedersi tra i flutti
-chi mi chiama-
Sembra quasi un ringhio
-dimmi il tuo nome evocatore e determinerò se vale la
pena servirti-
-Il mio nome è a te ignoto e così deve rimanere bestia…ma
un nome lo conosco molto bene, il tuo, non è vero Tiarihk-
-sembri interessante giovane ma dimmi, prima che me
ne vada, perché mi hai chiamato qui-
-per distruggere una misera roccaforte e per poter “ritrovare
tra le sue macerie” una certa tiara che mi permetterà di
accrescere il potere del casato ed il mio-
- e pensavi davvero che ti avrei aiutato- la sua voce si
altera sempre più-a me non interessa nulla degli affari di
voi sciocche creature del mondo planare-
-lo so bene Tiarihk ma so che ti interessa molto della
dinastia dei Niugemti-
Non so leggergli l’espressione facciale perché l’immagine è
troppo sbiadita dalle onde del fiume ma potrei giurare che
la sua attenzione sia pienamente mia ora
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-e so anche che due persone con questo sangue si trovano
in questa roccaforte-
-spiegami i dettagli di questa roccaforte-
Con un arcigno sorriso inizio a spiegargli…

Capitolo 3
Devo continuare a scendere queste maledette rampe anche
se la caviglia non la vuole smettere di pulsare, dopo essere
arrivato al 3 piano mi sono fiondato sulle scale che
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portavano al 2 anche perché al terzo piano mi aspettava
un'altra di quelle bestiacce e quindi ora ne ho ben due alle
calcagna.
Le scale non sono larghe è questo va a mio favore perché i
due lupi dovrebbero rallentare e non poco per poter passare
entrambi e quindi sono obbligati a correre uno dietro
all’altro so bene che questo stratagemma non mi sarà utile
ancora per molto ed è per questo che non appena arrivo al
secondo piano invece di continuare a scendere apro la porta
e mi ci fiondo dentro nella speranza di arrivare fino
all’armeria dove potrò trovare gli strumenti di morte che
cerco, non appena arrivo davanti alla porta dell’armeria uno
dei 2 lupi che mi ritrovo alle calcagna decide di spiccare un
balzo procurandomi un taglio non troppo profondo sulla
schiena ma abbastanza grosso da farmi imprecare,
percepisco chiaramente gli artigli della bestia dilaniarmi la
casacca e arrivare alla pelle ma me ne curo poco e continuo
ad andare.
Imprecando e correndo riesco ad arrivare a quella che è una
semplice porta di legno ornamentata con una targhetta di
bronzo con sopra intagliato a caratteri cubitali
“ARMERIA” la ho sempre trovata troppo semplice per
essere la porta dell’armeria ma non ci posso fare molto
comunque dopo aver spalancato la porta con una spallata
mi introduco in questo ampio salone rettangolare che
all’interno interno è abbellito solo da qualche rastrelliera a
parete e qualche armatura sopra ad alcuni manichini da
allenamento.
Corro verso le rastrelliere per impugnare i mie amatissime
daghe ma poco prima che ci arrivi uno dei lupi mi salta
nuovamente addosso e questa volta buttandomi a terra sotto
il suo peso…la prima cosa che mi dico e che non è il
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momento di pensare, con una testata dritta al muso della
bestia che mi lascia mezzo intorpidito mi libero
dall’oppressore e raggiungo finalmente le mie daghe, un
qual cosa che mi ricorda una scossa mi scorre lungo la
spina dorsale è una sensazione particolare è quasi
primordiale e mi ricorda la sensazione che provo quando
faccio fuoriuscire gli artigli, non ci faccio caso e mi metto
in posizione di combattimento verso i 2 lupi che in questo
momento sono pronti a balzarmi addosso. Non appena il
primo dei 2 si decide a saltare io con una stilettata del
pugnale destro lo respingo, so bene che non puntano ad
uccidermi e quindi non verrebbe considerata auto difesa
dagli insegnanti se ne uccidessi 1 quindi il mio attacco gli
provoca un leggero e a malapena fastidioso taglio sul
muso…troppo piano, avrei dovuto imprimere più forza nel
colpo…mentre rimugino sulla prossima mossa l’altro
segugio si riprende dalla testata e tenta di azzannarmi la
caviglia ma io con un balzo che stupisce anche me scarto a
sinistra e, sempre con un energia che mi lascia di stucco, lo
spingo a circa 5 metri da me con un calcio… va tutto bene
sono io che mi sto immaginando tutto vero…dopo di che
mi lancio con un salto oltre la porta nonostante io fossi a
più di 4 metri da essa… ok effettivamente non va tutto
bene…e di nuovo mi assale questo brivido dall’aspetto
quasi primordiale e ferino che mi proviene dal profondo ma
questa volta in vece di reprimerlo mi ritrovo ad osservarlo
da vicino quasi osservassi una enorme bestia che fino ad
ora era rimasta in letargo e che ora, sentendo la mia paura e
la presenza del pericolo, si stà pian piano svegliando…di
nuovo il brivido mi assale e questa volta un basso ringhio
proveniente dalla parte più profonda di me, lo
accompagna…cosa mi sta accadendo…faccio sempre più
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fatica a ragionare…”d-devo and-dar-r-rrmene” di qua,
questo ultimo pensiero e seguito da un vero e proprio
ringhio e da una scossa che mi viene dalle interiora dopo di
che le cose che ricordo sono solo un rapidissimo e
frammentato combattimento contro i 2 lupi seguito
dall’immagine di 2 enormi pozze di sangue, dalla vista di
una porta e da un attacco d’ira.
Sopraggiunge il buio ma la mia coscienza mi manda delle
ultime sensazioni prima di mettermi totalmente a dormire:
adrenalina aria sul…volto seguita da una sensazione di
terrore e da altra adrenalina, una sensazione di enorme
affaticamento poi il buio più profondo…

La prima cosa che sentii era la sensazione di bagnato sulla


faccia, la seconda sensazione fu la luce che premeva sulle
palpebre semi chiuse, la terza sensazione fu quella del
pungente odore del sangue che…aspetta un attimo…
sangue?!...aprii gli occhi di scatto e mi misi seduto ma una
fitta lancinante mi percosse tutta la schiena passando per il
bacino fino ad arrivare alla nuca subito seguita da un forte
calore –stai fermo questo è una situazione abbastanza
delicata-

Mi disse una voce femminile e per niente familiare.


Restai cosciente forse per altri 2 o tre secondi che furono
sufficienti per notare delle rovine sopra a un colle vicino,
circondate da una trentina di figure nere, forse avevano un
cappuccio? Non so e non ho potuto approfondire quasi
niente di più se non la presenza di una cascante fronda di
capelli leggermente ondulati e dall’insolito colore, un
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colore simile sì a quello di un rubino ma con sfumature
azzurre nel mezzo poi l’oscurità sopraggiunse nuovamente.

Riapri gli occhi nuovamente mentre ero sotto un grosso


albero in riva a un piccolo ruscello a malapena definibile un
fiume di montagna ma comunque abbastanza limpido e
pulito. Tentai di mettermi a sedere e questa volta nessuna
fitta ne scossa mi serpeggiarono lungo la schiena,
constatato ciò mi appoggiai al grosso tronco…perché mi
sento ancora esausto...mi trovo al limitare di un piccolo
bosco che si affaccia su una zona erbosa spianata e,
sembrerebbe, incontaminata.
Il ricordo delle rovine mi ritorna alla mente e mentre le
cerco nel vano tentativo di identificarle e magari di capire
dove mi trovo, dopo circa 2 minuti abbondanti credo di
averle trovate in lontananza su un colle più in giù sul fiume
ma credo di sbagliarmi poiché quelle rovine mi sono
decisamente familiari…aspetta un secondo…quelle sono
chiaramente le rovine dell’accademia ciò vuole dire che
l’accademia è stata distrutta e le macerie ora stanno
bruciando?!?!

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