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Gli amminoacidi: composti che contengono

un gruppo amminico ed uno carbossilico

carbonio α

catena laterale

Gli amminoacidi che costituiscono le proteine sono tutti


α-amminoacidi
Ciò che differenzia gli amminoacidi è la
catena laterale: alcuni hanno una catena
neutra e poco polare…
…altri hanno una catena laterale polare, ma
non carica…
…altri ancora hanno una catena laterale
contenente gruppi carichi…

+
H
…infine, alcuni amminoacidi hanno una
catena laterale contenente anelli aromatici.
In quasi tutti gli amminoacidi proteici, il
carbonio alfa è chirale

Possibili stereoisomeri di un amminoacido generico

Tutti gli amminoacidi proteici chirali sono L-amminoacidi


Ionizzazione degli amminoacidi: potere
tampone, carica netta e punto isoelettrico

Curve di titolazione di glicina e istidina


Aminoacidi: abbreviazioni

Aminoacido Abbreviazione Abbreviazione


a 3 lettere a 1 lettera

Glicina Gly G
Alanina Ala A
Valina Val V
Leucina Leu L
Isoleucina Ile I
Metionina Met M
Fenilalanina Phe F
Tirosina Tyr Y
Triptofano Trp W
Serina Ser S
Treonina Thr T
Cisteina Cys C
Prolina Pro P
Istidina His H
Arginina Arg R
Lisina Lys K
Ac. Aspartico Asp D
Ac. Glutammico Glu E
Asparagina Asn N
Glutammina Gln Q
Gli aminoacidi si uniscono in catene
formando legami peptidici

Oligopeptidi: catene brevi (fino a 10-20 aa)


Polipeptidi: catene più lunghe
Le proteine sono polipeptidi (in genere, >40-60
aa)

La sequenza proteica si legge nella direzione


NH2COOH
I gruppi O-C-N-Cα α del legame peptidico
giacciono sullo stesso piano
(Pauling e coll., fine degli anni ’30)

Il legame C-N ha un carattere di parziale


doppio legame.

Per motivi sterici i due Cα si trovano


quasi sempre in configurazione trans.
Orientamenti reciproci di due legami
peptidici adiacenti: angoli φ (phi) e ψ (psi)
(

Φ,ψ = 0°, 0° Φ,ψ = 180°,180°

φ ψ
φ ψ
Non tutte le combinazioni di phi e psi
sono consentite:
(Ramachandran, anni ‘60)
Grafico di Ramachandran
per l’alanina (e per la maggior
parte degli amminoacidi)

Grafico di Ramachandran
per la glicina

Grafico di Ramachandran
per la prolina
Struttura tridimensionale delle proteine:
Interazioni non-covalenti tra gli aminoacidi
La struttura secondaria delle proteine
è dettata da legami H tra i gruppi peptidici

L’alfa-elica (Pauling, 1951) è una struttura


secondaria canonica, stabilizzata da
legame H tra aminoacidi che distano di
quattro posizioni
NH3-term

Legame
idrogeno

COOH-
term
L’alfa-elica: caratteristiche

ϕ ≈ -60°
ψ ≈ -50°
-Destrogira
-Catene laterali esterne
-Diametro ≈ 6 Å
-Passo: 5.4 Å /giro
-3.6 aa/giro

L’α
α-elica vista dall’alto Rappresentazioni schematiche
Alfa-elica: l’importanza
della sequenza primaria

Non tutti gli aa hanno


la stessa tendenza a
formare eliche…

Le catene laterali
possono determinare
Interazioni elica-elica

L’α
α-elica; rappresentazione
‘a ruota’
In alcune proteine, l’unica stuttura
secondaria regolare è l’alfa elica

Mioglobina
Il foglietto beta: un’altra struttura
secondaria canonica, stabilizzata da legami
H tra aminoacidi anche molto distanti

Nel foglietto, i singoli tratti di catena assumono una


conformazione a zig-zag (filamento beta)

ϕ ≈ -140° ψ ≈ +130°

Rappresentazione schematica
di un filamento beta
Il foglietto beta può essere costituito da
filamenti paralleli o antiparalleli
Il foglietto beta può essere costituito da
filamenti paralleli o antiparalleli

Filamenti paralleli

Filamenti antiparalleli
In alcune proteine, l’unica stuttura
secondaria regolare è il foglietto beta

Connettivina

Avidina
(una proteina
che lega la
Biotina)
Comunque, la maggior parte delle
proteine contengono
sia eliche che foglietti

Trioso-fosfato isomerasi (un enzima con una


classica struttura a barile alfa-beta)
Cosa tiene insieme la struttura
terziaria delle proteine?

Ponti H (ancora,
ma stavolta solo tra
catene laterali)

Interazioni tra gruppi


carichi (“ponti salini”)

Legami disolfuro
(covalenti, formati per
ossidazione di due
residui adiacenti di
cisteina, di solito si
trovano in proteine
extracitoplasmatiche)
Interazioni tra residui apolari e formazione
di un ‘nocciolo’ idrofobico

Effetto idrofobico: le
catene laterali apolari di
una proteina tendono a
stringersi le une alle
altre.

L’effetto rispecchia solo in minima parte una


attrazione reciproca, ed è dovuto principalmente ad
una repulsione da parte della ‘rete’ di legami
idrogeno formati dalle molecole del solvente (H2O).

Le regioni di proteina ricche in aa idrofobici possono


minimizzare i contatti con l’acqua riunendosi in un
nocciolo (‘core’) idrofobico lontano dalla superficie
della molecola.
Come si forma la struttura compatta di una
proteina? L’esperimento di Anfinsen

La ribonucleasi ritrova da sola la sua struttura


terziaria corretta.

Christian Anfinsen
Perchè il folding spontaneo delle proteine
dovrebbe essere impossibile:
il paradosso di Levinthal
Proteina denaturata
(‘unfolded’):
10 possibili conformazioni
100
Proteina nativa: compatta,
unica struttura terziaria,
termodinamicamente stabile

1018 anni (esplorando


1014 conformazioni al
secondo)

In realtà, molte proteine impiegano solo frazioni di secondo per


‘foldarsi’…
Come evitare il paradosso di Levinthal:
collasso idrofobico e intermedi di folding
Nelle cellule, il folding dei polipeptidi
nascenti è aiutato anche da molecole note
come ‘chaperoni’
Una catena polipeptidica lunga può
avvolgersi formando più domini
(regioni indipendenti dal punto di vista
strutturale e di folding)

Dominio di legame della


Gliceraldeide 3-fosfato)

Dominio di legame del


NAD

Gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi (un


enzima contenente due domini)
Più proteine singole (‘monomeri’)
possono assemblarsi mediante
interazioni non-covalenti, formando
una struttura quaternaria

Monomero
Tetramero

Dimero di trioso fosfato isomerasi


Spesso, la struttura quaternaria
mostra una disposizione simmetrica
dei monomeri

Struttura eptamerica
di una chaperonina
umana
L’emoglobina (la proteina rossa del
sangue) è un tetramero formato da due
tipi distinti (ma simili) di subunità

α2
β1

β2
α1

Mioglobina Anello dell’eme


La mioglobina è una globina
monomerica. Lega l’O2 grazie al suo
cofattore eme

(istidina prossimale)
La mioglobina mostra una curva di
legame iperbolica per l’O2

YO2=frazione di
saturazione dell’eme

pO2
YO2=
pO2 + K

Una pO2= 3 torr è molto inferiore alla


pressione parziale di ossigeno atmosferica
L’emoglobina (globina tetramerica)
mostra strutture quaternarie diverse in
presenza e in assenza di O2
Nell’emoglobina, il cambio di struttura
quaternaria comporta la formazione di
interazioni diverse all’interfaccia fra
subunità
L’emoglobina mostra una curva di
legame cooperativa per l’O2

Legame cooperativo: significa che l’affinità per il ligando varia


in base alla concentrazione del ligando già legato.

La cooperatività è un caso speciale di allosteria. Il legame


cooperativo richiede che la macromolecola abbia più di un sito di
legame, dal momento che la cooperatività dipende proprio dalla
comunicazione diretta o indiretta tra questi siti.
Cooperatività e funzione fisiologica
dell’emoglobina
Due modelli classici per spiegare la
cooperatività dell’emoglobina

L
L
L L L L
L L L
L
L

Il modello sequenziale (KNF)

Il modello
concertato
(MWC)
L’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno
dipende dal pH:
l’ “effetto Bohr”

H H
N N
+
H
N
+ N
H

CH2 CH2
pKa≈7
CH CH
L’effetto Bohr e la funzione fisiologica
dell’emoglobina
L’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno è
regolata anche
dal 2,3-bisfosfoglicerato
Il 2,3-BPG si lega al centro del tetramero,
solo nella forma T

Stato R (ossi) Stato T (deossi)


L’emoglobina S: una forma patologica
di emoglobina

Anemia falciforme

Mutazione sulla catena


beta: Glu6->Val
In individui eterozigoti, il gene per
l’emoglobina S sembra dare qualche
resistenza contro la malaria

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