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Nussbaum

L’intelligenza delle emozioni

- Le emozioni come giudizi di valore


Secondo Nussbaum le emozioni sono una parte costitutiva del ragionamento
etico e non semplici motivazione che spingono l’individuo all’azione. Le
emozioni implicano giudizi su cose importanti e su cui l’individuo investe le
proprie aspettative per il proprio benessere.
L’identità di un’emozione è data dal legame tra un oggetto del mondo e
l’emozione stessa nei confronti di quell’oggetto (attribuzioni di valore).
Le emozioni sono intenzionali, ovvero l’oggetto appare ad esse nel modo in cui
il soggetto emotivo lo interpreta. E’ il modo in cui si guarda l’oggetto a
determinare l’identità dell’emozione. Ciò dipende dal loro carattere
eudaimonistico ( è sempre in gioco il benessere del soggetto).
L’intensità è data dall’importanza e dal valore che il soggetto attribuisce
all’oggetto. L’estrema variabilità di individui culture, modi d’essere nega la
possibilità di omogeneità strutturale dell’emozione. Le emozioni sono
generalmente legate all’immaginazione e alla raffigurazione dell’oggetto
emotivo. Siamo gettati in un mondo che ci disorienta e lo scopo della
cognitività delle emozioni è riorientarci. Si tratta di una costruzione del sé
tramite una cognitività pratico emotiva. Le emozioni sarebbero il
riconoscimento della mancanza di autosufficienza e implicherebbero sempre il
pensiero di un oggetto caricato d’importanza. Nussbaum la definisce teoria
cognitivo valutativa in cui cognitivo indica il ricevere ed elaborare
informazioni, si tratta di una teoria neostoica in quanto i giudizi sono reputati
qualcosa di attivo.

Umani e altri animali


Nussbaum vuole dimostrare l’esperienza di comunanza delle strutture emotive
tra uomini e animali salvaguardando la dimensione razionale delle emozioni e
confutando la posizione riduzionista che rapporta le strutture coscienti a
fenomeni meramente fisiologici (comportamentismo/ componente fisiologica
delle emozioni). Il comportamentismo si basa: a) sull’attività cosciente che
risponde alla dicotomia stimolo reazione. B) Dato il punto a non vi è
intenzione e interpretazione nell’apprendimento e nelle emozioni.
Autori:
- Schachter e singer: lo stato fisiologico resta indistinto e anonimo fin tanto che
non intervenga un atto cognitivo che lo interpreti.
- Seligman: Egli ha studiato soggetti umani e animali sostenendo che sia la
convinzione della propria impotenza (piano delle valutazioni) a produrre
emozioni depressive. L’esperimento che dimostra che l’impotenza appresa
dell’animale è dovuta a rappresentazioni cognitive del mondo che causano
determinate reazioni comportamentali dimostrando dunque una vita cognitiva
dell’animale.
- Lazarus: Le emozioni sono valutazioni in cui l’animale riconosce che qualcosa
di importante per i suoi scopi è in gioco in quel che sta accadendo
nell’ambiente.
Relazionalità ed eudaimonismo risultano per l’animale come criterio
orientativo.
- Damasio: Analizzo il caso Elliot (come il caso Phineas Gage) a causa di un
incidente che comportò danni celebrali mantenne la capacità cognitiva e
percettiva ma perse quella affettiva/euidamonistica causando la perdita di
orientamento dell’azione cioè gli mancava quel tipo di coinvolgimento che gli
avrebbe dato l’idea di cosa fare.

Inoltre le valutazioni cognitive non sono necessariamente oggetti di


autocoscienza riflessa o sempre linguisticamente esprimibili (esempio bambini
e animali). In alcuni casi le forme delle valutazioni cognitive sono traducibili
in simboli non linearmente lingustici come per es nel linguaggio artistico e
pittorico.

Occorre fare delle distinzioni:


- Distinzione emozione- appetito: gli appetiti non sono flessibili ma fissi
nascono da una condizione fisica.
- Distinzione emozione-stato d’animo: lo stato d’animo è privo di oggetto e si
manifesta genericamente.
- Distinzione emozione-desiderio d’azione: le emozioni possono implicare una
motivazione perché sono basate su credenze che non corrispondono a giudizi
inerti ma a giudizi di valore dunque sono separate dal desiderio di azione.

Questa teoria neostoica mostra che le emozioni non esercitano un orientamento


cieco ma intelligente. Le emozioni non sono cieche hanno una componente
cognitiva sono intelligenti.

- Emozioni e società umane


In questo capitolo Nussbaum analizza l’emozione che accompagna il lutto e ne
evidenzia tre esperienze diverse:
a) Nel descrivere la reazione a un lutto nel mondo occidentale e nella società
americana parla della propria esperienza personale in seguito alla morte
della madre. ( La modalità americana del self help reprime il dolore
cercando di continuare ad abnegarsi negli impegni)
b) Descrive il lutto dopo la morte di un bambino nella cultura Ifaluk. ( la
modalità ifaluk in maniera estremamente drammatica sfoga il dolore
attraverso disperazione e strazio)
c) Il lutto vissuto da una ragazza balinese in seguito alla morte del proprio
compagno. (La modalità balinese in maniera serena per non intrappolare
l’anima del defunto attraverso i sentimenti negativi da forze maligne).

Queste 3 sono tutte differenti tuttavia non bisogna dubitare delle


universalità delle emozioni ma comprendere come le norme sociali
intervengono nell’esperienza interiore ed esteriore della persona. Nussbaum
evidenzia l’insufficienza dei due grandi schieramenti ideologici della teoria
delle emozioni: a) da una parte gli antropologi per i quali l’esperienze
emotive sono il risultato del costrutto sociale. B) dall’altra gli psicologi
evoluzionisti per i quali invece la vita emotiva è qualcosa di universale.
Nussbaum prende una posizione intermedia attraverso la propria teoria
cognitivo-valutativa per la quale è necessario analizzare le credenze
sottostanti le emozioni, dunque gli aspetti fondamentali dell’esperienza
emotiva dell’uomo sarebbero: a) Il pensiero temporale b) il pensiero causale
c) l’empatia d) teorie del mondo ( come tu concepisce il mondo influenza le
tue esperienza) e) una logica delle emozioni ovvero una capacità riflessiva (
la capacità di riflettere sull’emozione stessa influenza il vissuto
dell’emozione).
Esistono però emozioni funzionali universali che possono essere vissute
differentemente nelle varie società, le cause sono:
a) Condizioni materiali
b) Credenze metafisiche
c) Pratiche di vita
d) La lingua
e) Le norme sociali

- Emozioni e infanzia
Tutte le emozioni presenti sono connesse con il passato e soprattutto
influenzate dai primi ricordi di vita. Per il bambino rivestono grande
importanza le cure adattive della madre. Il neonato è consapevole della propria
impotenza e ciò origina un bisogno di protezione e rassicurazione. La
successiva presa di coscienza della continua soddisfazione dei bisogni da parte
di individuo esterno genera un sentimento di onnipotenza. In seguito alla non
più totale attenzione il bambino sperimenta la compresenza di sentimenti
positivi e negativi nei confronti dell’individuo amato con successivo senso di
colpa e desiderio di “riparazione” comprendendo che oltre a lui anche gli altri
hanno bisogni da soddisfare.

- Compassione e situazioni tragiche


Cos’è la compassione? Secondo Nussbaum sarebbe la dolorosa emozione
occasionata dalla immeritata disgrazia di un’altra persona per questo si
distingue dall’empatia la quale è la ricostruzione immaginativa dell’esperienza
altrui positiva o negativa che sia non implicando che le pene altrui siano
necessariamente un male. L’empatia dunque non è un giudizio.
Nussbaum affronta la concezione aristotelica di compassione per la quale essa
è basata su:
a) la serietà dell’esperienza
b) sulla non colpa
c) il giudizio delle analoghe possibilità ovvero il fatto che anche io potrei
trovarmi nelle medesime condizioni.
Ma per Nussbaum l’elemento fondamentale e necessario per la
compassione è il giudizio euidamonistico. (La persona deve essere vista
come una parte importante del proprio complesso di scopi).
Tuttavia per Nussbaum possiamo avere compassione per un altro senza
avere nulla da temere per noi stessi, anche se negli imperfetti esseri umani
questo nesso si dimostrerà psicologicamente utile per promuovere
l’interesse verso l’altro.
Infatti cosa ci spinge ad agire? Secondo Nussbaum c’è la necessità di
sviluppare una teoria normativa dell’interesse appropriato, delle situazioni
di difficoltà, del merito e delle responsabilità.

- Arte e il drammi inducono alla compassione spingendo a contemplare la


propria vulnerabilità e a immaginare quella altrui.

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