Sei sulla pagina 1di 11

Ritmi di festa

Paolo Apolito
Corso di antropologia Culturale
Impulso
Molteplici sono i casi in cui persone sconosciute si raduno e danno inizio a quelli che noi,
comunemente, chiameremmo festeggiamenti. Parola, quest'ultima, che richiama in noi l'idea di una
comunità radunata nell'atto di festeggiare, appunto, un evento lieto e sentito da tutti i partecipanti.
Allora come spiegare la nascita di un << Noi>>, di una comunità nata improvvisamente ed altrettanto
improvvisamente disgregatasi?
Esempi:
1_ Natale 1914 Questi sono tutti esempi di come, in queste comunità
provvisorie,
2_La cantina di Berlino si riuscisse a creare un impulso inclusivo che permise ad
estranei
3_ La bettola di Salonicco di radunarsi e “festeggiare”, una forza magnetica inspiegabile
attra-
4_ Il bar di Caracas verso le soli ragioni esterne (liberazione, Natale, vittoria
sportiva).
5_ Auschwitz Questa forza magnetica sembra richiamare più un ritmo
coinvolgente
di cui noi tutti siamo dotati e che, inevitabilmente ci guida
anche
durante la nostra vita quotidiana.

In tutti questi casi, ciò che si è venuto a creare è un vera a propria << comunità ritmica>> ossia una
comunità in cui i legami sono legami ritmici.

Ritmo
Questo ritmo diffuso nelle comunità non è una prerogativa dei gruppi sociali, bensì ha origini nel
bambini che, quando nasce fa esperienza, in base alla società in cui vive, di una serie di movimenti
(corporei) che impara a distribuire. È proprio questa capacità di “muoversi a tempo in politromie” che
ci permette di essere attratti dagli impulsi ritmici degli altri individui, è questo ritmo interno che ci
permette di dare forma alle relazioni, soprattutto quando siamo vicini ad altri individui.
Questo ritmo non si palesa in situazioni particolari ed isolate, bensì scandisce l'intero tempo delle
nostre giornate, “ritmando” ogni nostra singola azione. Così come avviene durante un dialogo, nel
quale entrambi gli interlocutori si accordano (implicitamente) circa il “tempo/ritmo” del discorso e,
solitamente, sarà sempre la personalità dominante a determinarlo
Emblematica è l'esperienza di Temple Gardin -progettatrice di attrezzature zootecniche- la quale
riferisce come l'autismo, patologia dalla quale è affetta, la limiti notevolmente durante le sue interazioni
in quanto non riesce a stare a tempo né durante le conversazioni, né in casi più semplici come
l'applaudire e battere le mani.
ENTRAINMENT → Concetto emblematico in questo contesto in quanto è il fenomeno che spiega la
tendenza degli individui a sincronizzarsi su uno stesso ritmo, come accade nei discorsi. La definizione
che possiamo dare a questo fenomeno è : la tendenza, degli esserei umani, a trascinarsi e
sincronizzarsi su uno stesso ritmo.
Dunque, sebbene l'entrainment sia un fenomeno fisico (esempio del pendolo degli orologi) e
fisiologico -come battito cardiaco respirazione ecc..-, nel nostro caso si parla anche di entrainment
psicologico poiché è necessaria una decisione per attivarlo.
Il promo approccio con la musicalità lo abbiamo già dopo qualche minuto di vita, infatti il neonato
comincia sin da subito ad assorbira il ritmo della madre, ricercando un duetto con essa, interiorizzando
il ritmo della voce e associando il suono emesso ai movimenti corporei, solo successivamente il
bambino approccerà al linguaggio dal punto di vista grammaticale.
Dunque il legame costituitosi tra madre e bambino è di tipo ritmico-musicale e questo può instaurarsi
solo tra i mammiferi umani. Ad ogni modo il bambino estenderà il legame creato all'inizio con la madre
ad una cerchia più vasta composta da parenti ed amici, estendendo questi legami rafforzati
maggiormente quando gli individui con cui abbiamo a che fare sono maggiormente empatici.
Una conseguenza del legame parentale è visibile, successivamente, nella relazione ritmica tra
innamorati i quali tendono a diventare l'uno lo specchio dell'altra (e viceversa), per quanto riguarda
gesti, emozioni, sguardi e parole.
L'entrainment, dunque, guida le azioni della nostra vita quotidiana, tuttavia a sua volta può essere
modulato in base alle tradizioni al fine di coinvolgere i componenti di una comunità nelle varie feste.
Ci possono essere comunque delle resistenze rispetto a questo coinvolgimento, nel quale possono
operare i cosiddetti <<operatori di divisione>> ma, nonostante ciò, anche in questo caso possiamo
parlare di un impercettibile entrainment poiché questo “scavalca le intenzioni personali permeando gli
individui a prescindere del significato dei “simboli”.
Ovviamente la potenza dell'entrainment può essere utilizzata per scopi precisi come nel caso di alcuni
aziende che sfruttano la musica ed il ritmo per produrre gioia e vivacità nel contesto lavorativo con il
fine preciso di incrementare il profitto.
Da questo assunto è facile intravedere come la musica non rimandi solamente al piacere ma anche alla
disciplina, Infatti il corpo, fin dall'infanzia, viene addestrato a seguire determinati movimenti, discorsi e
contesti. Il corpo umano, in questo senso, viene addomesticato (emblematica l'associazione del ritmo
all'addestramento militare) poiché l'essere umano ricerca il ritmo, la coesione con il gruppo; ed è
proprio la “musica” a garantire tutto ciò.
Dunque non si parla solo di disciplinamento ma anche di coesione sociale, lo scopo insito all'interno
delle feste istituzionali le quali mirano ad esaltare il Noi della comunità in cui si vive e, eventualmente,
a stabilizzare le gerarchie e le potenze che determinano quell'ordine sociale; tuttavia non tutti i
partecipanti sentono questa musicalità e ne restano fuori. Per questo non tutti riescono a sentirsi parte di
quella comunità ritmica che emerge durante le feste istituzionali o politiche ma quasi nessuno riesce a
sottrarsi all'impulso del festeggiamento, soprattutto quando queste “feste” emergono dal nulla ed
interrompono il corso normale della vita quotidiana, senza alcun fine preciso, queste interruzioni
rafforzano il legame sociale e sono rintracciabili nelle banali espressioni quotidiane che invitano a
condividere quello che noi comunemente chiamiamo “tempo libero”.
Vivendo in un mondo caratterizzato da società capitalistiche, anche il nostro tempo libero viene
strumentalizzato e reificato, venduto. Le stesso compagnie di marketing tendono a proporre i loro
prodotti inserendoli in un contesto comunitario,creando delle vere e proprie “tribù” al fine di proporre
una nuova microsocietà in cui utenti e clienti usufruiscono dei prodotti da loro presentati.

Legame
La tendenza all'entrainment è collegata anche, e soprattutto, ad un bisogno, tipicamente umano, di
socialità, di creazione di legami senza i quali non riusciremmo a sopravvivere, tuttavia questa tendenza
è comune anche ad altri primati, come le scimmie bonobo → sono inclini ad abbracciarsi e baciarsi e
curano molto le relazioni sociali (esempio della reclusione per 8 giorni e della seguente liberazione in
un nuovo ambiente).
La socialità, nelle scimmie come nell'essere umano, è necessaria per una migliore sopravvivenza in
quanto garantisce un benessere maggiore e, dunque, una migliore qualità di vita. → grooming tra gli
scimpanzé che raffroza il legame sociale oltre ad essere una pratica igienica, è soprattutto un modo per
stare insieme.
→ accanto all'aspetto più tenero si staglia anche quello più conflittuale poichè ormai è abbastanza noto
che gli scimpanzé non siano propriamente degli animali docili e teneri, infatti capita spesso che entrino
in conflitto tra loro (come tutti gli animali sociali, compreso l'uomo) per poi riappacificarsi senza
necessariamente ricorrere alla violenza bruta. Infatti il conflitto è necessario alla stabilità sociale al
riequilibrio (spunto politico, tipo Machiavelli), la riappacificazione dopo un litigio soddisfa tutta la
comunità che ne è interessata.
Sebbene sia un argomento discusso, sembra che anche gli scimpanzé siano empatici, ulteriore
caratteristica, questa, che sembra tracciare un ponte tra noi e alcuni primati. Tuttavia l'essere umano è
molto più complesso e ciò che ci contraddistingue è, appunto, il ritmo, l'entrainment, di cui qualsiasi
altro animale sembra non godere.

Mimesi
Come dimostrano le innumerevoli documentazioni sui primi incontri tra gli europei ed i popoli indigeni
dell'America, una peculiare caratteristica dell'essere umano è la capacità di imitazione, la quale ha
permesso a molti coloni di approcciare in maniera pacifica con le popolazioni autoctone americane (→
peculiare l'esempio di Magellano con il “gigante che danzava”) o di corroborare l'ipotesi della loro
superiorità in quanto era molto frequente che fossero proprio gli indigeni ad imitarli.
Tuttavia in questo senso parliamo di un'imitazione volontaria che è importante distinguere da quella
involontaria quale la mimesi → ponte tra gli esseri umani che permette di stringere legami più forti e,
come nel caso della mimesi simbiotica, di attivare dei meccanismi di salvaguardia della specie.
Tuttavia occorre apporre una netta separazione tra l'aspetto puramente biologico, come nel caso degli
animali, e quell'intreccio tra cultura, esperienze e biologia, poichè gli esseri umani apprendono ed
imitano in baso al contesto culturale, è vero, ma modellano ed interpretano le loro esperienze, sono
attivi, dunque il nesso percezione-movimento non è così limitante nell'essere umano ma non ne siamo
completamente avulsi proprio perchè l'attività mimetica emerge nelle relazioni ritmiche, soprattutto se
due persone si trovano in prossimità. É così che si comincia ad assumere gli stessi atteggiamenti di chi
ci si trova vicino, lo stesso ritmo del discorso, le stesse espressioni ecc.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la mimesi non è solo il risultato del contagio di alcune
emozioni bensì potrebbe esserne la causa. Infatti, grazie all'innumerevole quantità di muscoli facciali,
di cui siamo dotati, ci risulta molto facile assumere diverse espressioni e, così facendo potremmo anche
risalire all'emozione annessa
Emozione → Espressione → Emozione → Espressione... ecc... Dunque l'ipotesi
derivante da questa teoria risulta essere la comunicazione di un'emozione, non tanto l'esperessione in sé
e per sé.
É possibile mimare grazie all'intero corpo, non è un caso che davanti ad espressioni gioiose si tenda a
“rispondere” con espressioni facciali corrispondenti!
La mimesi ritmica, unica a quella neuronale (neuroni-specchio) precede la la volontà umana e valica i
confini culturali che dividono le varie società, soprattutto nei contesti giocosi e festivi, in cui ci
sentiamo inspiegabilmente attratti dagli “altri”, condividiamo le loro emozioni, mimiamo i loro gesti.

Sentimento
Per quanto complesso, il sentimento che soggiace agli eventi festivi può essere analizzato in base a 4
caratteristiche principali.
1. Effervescenza emotiva → una gioia assorbita mimeticamente dagli altri individui che si diffonde di
corpo in corpo. Durante un festeggiamento è pressoché impossibile astenersi da questo contagio
a meno che non ci si concentri sulle emozioni opposte o non ci si senta estraniati dall'intero
gruppo.
2. È facile che in alcuni casi di movimenti di massa la gioia possa essere accompagnata da rabbia e
disprezzo (come nel caso delle insurrezioni popolari), nostalgia e melanconia (Natale in trincea)
o altri svariati sentimenti.
3. Caduta dei confini del sé → viviamo in una società che si fonda sull'individualismo, in cui i confini
del sé sono delimitati, tuttavia nei contesti festivi e massificati queste barriere cadono e spesso
si presentano situazioni in cui persone sconosciute si abbracciano e si baciano ( vittoria di
Obama).
4. Alcuni eventi , come per esempio i concerti, suscitano emozioni contrastanti come attrazione e
repulsione, palesata nei casi di mosh-pit, in cui gli spettatori si aggregano e si separano spesso
ricorrendo a gesti violenti.
5. << Noi>> → contemporaneamente conseguenza ed effetto delle prime due, appare come sentimento
di appartenenza, riconoscimento di una grande comunità composta principalmente da persone
fino a prima sconosciute, con le quali tuttavia si condividono le stesse emozioni.
6. Abbondanza di umanità → intesa come un piacere di stare con gli altri che, tuttavia, può celarsi
dietro diverse forme.
7. 4(a) Abbondanza di beni → nelle antiche feste contadine il surplus alimentare, derivante dal
miglioramento dei mezzi di produzione, veniva condiviso con gli altri partecipanti, al fine di
rafforzare il legame sociale, anche se poi diventò un modo per sottolineare la propria superiorità
e la propria ricchezza.
8. In ogni caso è la necessità di condivisione che sta alla base della festa, e questa condivisione è
possibile solo attraverso il riconoscimento di un'umanità comune.
I festeggiamenti conciliano i due lati dell'umano in contrasto tra loro:
• bisogno degli altri
• bisogno di risorsi
Un piccolo appunto andrebbe fatto circa la concezione del <<Noi>>, che sembrerebbe rimandare ad
un'umanità vasta e generalizzata. Tuttavia quel << Noi>> preso in considerazione in realtà comprende
solamente i partecipanti a quel determinato festeggiamento, o coloro i quali sono inseriti in quel
determinato contesto sociale, per questo risultano sorprendenti le situazioni in cui quel <<Noi>> si
estende oltre la cerchia esclusiva di un determinato gruppo, comprendendo una più vasta umanità.
Nella maggior parte dei casi, però, la comunità che si viene a creare durante la festa rimane sempre
esclusiva, festeggia l'esclusione dell'altro come si evince quando si fa-la-festa a qualcuno, molto spesso
usata come strategia d'attacco dai coloni per trarre in inganno gli indigeni. → paradossale umanità che
si crea per festeggiare la sconfitta del nemico ed il suo massacro.

Performer
Il sentimento festoso, la mimesi, il ritmo, l'entrainment sono tutte caratteristiche appartenenti al solo
essere umano, tuttavia non avrebbero modo di emergere se non ci fosse la figura del performer a
trascinare tutti gli individui, a determinare la melodia ed il ritmo da seguire, rimarrebbero
semplicemente degli istinti isolati.
Nel caso delle feste istituzionali, essendo tutto già precedentemente organizzato, i performer sono già
determinati, molto spesso professionisti, contrariamente a quanto avviene in caso di feste improvvisate,
durante le quali è necessario che uno o più performer si facciano aventi per proporre una loro
performance in grado di suscitare entrainment e, quindi, di coinvolgere l'intero gruppo. Ovviamente
questo per il performer comporta un rischio, ossia quello di non ricevere un feed-back positivo e non
suscitare, quindi, l'apprezzamento ed il conseguente coinvolgimento del gruppo. → nel caso del Natale
1914 il rischio era duplice in quanto il fallimento avrebbe comportato anche la perdita della propria
vita. ←
Quella del performer che agisce e dell'individuo che fruisce è un'esperienza estetica, infatti il performer
usufruisce del proprio corpo stimolando la sensibilità degli individui, suscitando curiosità e gusto e, se
una volta riuscito a catturare l'attenzione dei presenti, riesce a trascinarli con la propria melodia, la
propria armonia, allora quella del perfomer potrà esser definita una performance efficacie.
Come già detto, il sentimento festoso rafforza il legame sociale ed il sentimento di appartenenza ad una
determinata comunità, per questo è importante che il performance rispetti le aspettative del gruppo,
affinché quest'ultimo rilevi quel senso di appartenenza e di comunione e possa lasciarsi trascinare.
Tuttavia seguire minuziosamente il rituale potrebbe affievolire il sentimento festoso, per questo il
tradimento delle aspettative, le variazioni, suscita un piacere maggiore, Ovviamente è necessario che il
performer sia in grado di improvvisare, capacità che apprende dopo ripetute esposizioni a quel contesto
culturale e le sua improvvisazioni, attraverso la finzione, devono suscitare incertezza, che poi si
risolverà nel corso della performance lasciando un senso di sollievo tra gli spettatori.
I performer possono essere molteplici, tuttavia ne basta anche solamente uno affinché sia dia melodia
ma, nel primo caso, è possibile che nascano delle sfide tra performer la cui vittoria sarà determinata da
colui/ei che riuscirà a suscitare entrainment.
Il conflitto ed il rovesciamento della realtà durante le feste sono delle efficaci azioni politiche e sociali
che molto spesso servono per cambiare e rovesciare la realtà sociale in cui si vive (-→ caso delle donne
durante il carnevale di Trinidad-Tobago.). Dunque la festa è un modo per cambiare la società, per
quanto possa essere strumentalizzata rimane uno strumento per reinterpretare e modulare la realtà
politica e sociale in cui si vive e questo viene espresso dal conflitto tra performer i quali, comunque, si
muovono sempre all'interno di un ordine simbolico ed estetico. Tuttavia c'è il rischio che il simbolico
ecceda la festa e tramuti degli eventi festoti in rivolte, per questo spesso è necessaria la presenza di un'
auctoritas, la quale tende ad imporre un determinato ordine simbolico oltre il quale non è consentito
andare, in modo da ridurre drasticamente il rischio di eccedenze; ovviamente non sono escluse
resistenze (performance decentrate).
Solitamente il conflitto tra performer delinea due direzioni in cui muoverà la festa:
1. la proibizione di ogni sfida interna al gruppo → quindi <<Noi>> esclusivo – modello hitleriano:
disciplinante ed esclusivo;
2. conflitto interno che impedisce di concentrarsi sull'esclusione dell'altro- modello bruegeliano.

Ritmi di festa
Paolo Apolito
Corso di antropologia Culturale
Impulso
Molteplici sono i casi in cui persone sconosciute si raduno e danno inizio a quelli che noi,
comunemente, chiameremmo festeggiamenti. Parola, quest'ultima, che richiama in noi l'idea di una
comunità radunata nell'atto di festeggiare, appunto, un evento lieto e sentito da tutti i partecipanti.
Allora come spiegare la nascita di un << Noi>>, di una comunità nata improvvisamente ed altrettanto
improvvisamente disgregatasi?
Esempi:
1_ Natale 1914 Questi sono tutti esempi di come, in queste comunità
provvisorie,
2_La cantina di Berlino si riuscisse a creare un impulso inclusivo che permise ad
estranei
3_ La bettola di Salonicco di radunarsi e “festeggiare”, una forza amgnetica inspiegabile
attra-
4_ Il bar di Caracas verso le soli ragioni esterne (liberazione, Natale, vittoria
sportiva).
5_ Auschwitz Questa forza magnetica sembra richiamare più un ritmo
coinvolgente
di cui noi tutti siamo dotati e che, inevitabilmente ci guida
anche
durante la nostra vita quotidiana.

In tutti questi casi, ciò che si è venuto a creare è un vera a propria << comunità ritmica>> ossia una
comunità in cui i legami sono legami ritmici.

Ritmo
Questo ritmo diffuso nelle comunità non è una prerogativa dei gruppi sociali, bensì ha origini nel
bambini che, quando nasce fa esperienza, in base alla società in cui vive, di una serie di movimenti
(corporei) che impara a distribuire. È proprio questa capacità di “muoversi a tempo in politromie” che
ci permette di essere attratti dagli impulsi ritmici degli altri individui, è questo ritmo interno che ci
permette di dare forma alle relazioni, soprattutto quando siamo vicini ad altri individui.
Questo ritmo non si palesa in situazioni particolari ed isolate, bensì scandisce l'intero tempo delle
nostre giornate, “ritmando” ogni nostra singola azione. Così come avviene durante un dialogo, nel
quale entrambi gli interlocutori si accordano (implicitamente) circa il “tempo/ritmo” del discorso e,
solitamente, sarà sempre la personalità dominante a determinarlo
Emblematica è l'esperienza di Temple Gardin -progettatrice di attrezzature zootecniche- la quale
riferisce come l'autismo, patologia dalla quale è affetta, la limiti notevolmente durante le sue interazioni
in quanto non riesce a stare a tempo né durante le conversazioni, né in casi più semplici come
l'applaudire e battere le mani.
ENTRAINMENT → Concetto emblematico in questo contesto in quanto è il fenomeno che spiega la
tendenza degli individui a sincronizzarsi su uno stesso ritmo, come accade nei discorsi. La definizione
che possiamo dare a questo fenomeno è : la tendenza, degli esserei umani, a trascinarsi e
sincronizzarsi su uno stesso ritmo.
Dunque, sebbene l'entrainment sia un fenomeno fisico (esempio del pendolo degli orologi) e
fisiologico -come battito cardiaco respirazione ecc..-, nel nostro caso si parla anche di entrainment
psicologico poiché è necessaria una decisione per attivarlo.
Il promo approccio con la musicalità lo abbiamo già dopo qualche minuto di vita, infatti il neonato
comincia sin da subito ad assorbira il ritmo della madre, ricercando un duetto con essa, interiorizzando
il ritmo della voce e associando il suono emesso ai movimenti corporei, solo successivamente il
bambino approccerà al linguaggio dal punto di vista grammaticale.
Dunque il legame costituitosi tra madre e bambino è di tipo ritmico-musicale e questo può instaurarsi
solo tra i mammiferi umani. Ad ogni modo il bambino estenderà il legame creato all'inizio con la madre
ad una cerchia più vasta composta da parenti ed amici, estendendo questi legami rafforzati
maggiormente quando gli individui con cui abbiamo a che fare sono maggiormente empatici.
Una conseguenza del legame parentale è visibile, successivamente, nella relazione ritmica tra
innamorati i quali tendono a diventare l'uno lo specchio dell'altra (e viceversa), per quanto riguarda
gesti, emozioni, sguardi e parole.
L'entrainment, dunque, guida le azioni della nostra vita quotidiana, tuttavia a sua volta può essere
modulato in base alle tradizioni al fine di coinvolgere i componenti di una comunità nelle varie feste.
Ci possono essere comunque delle resistenze rispetto a questo coinvolgimento, nel quale possono
operare i cosiddetti <<operatori di divisione>> ma, nonostante ciò, anche in questo caso possiamo
parlare di un impercettibile entrainment poiché questo “scavalca le intenzioni personali permeando gli
individui a prescindere del significato dei “simboli”.
Ovviamente la potenza dell'entrainment può essere utilizzata per scopi precisi come nel caso di alcuni
aziende che sfruttano la musica ed il ritmo per produrre gioia e vivacità nel contesto lavorativo con il
fine preciso di incrementare il profitto.
Da questo assunto è facile intravedere come la musica non rimandi solamente al piacere ma anche alla
disciplina, Infatti il corpo, fin dall'infazia, viene addestrato a seguire determinati movimenti, discorsi e
contesti. Il corpo umano, in questo senso, viene addomesticato (emblematica l'associazione del ritmo
all'addestramento militare) poiché l'essere umano ricerca il ritmo, la coesione con il gruppo; ed è
proprio la “musica” a garantire tutto ciò.
Dunque non si parla solo di disciplinamento ma anche di coesione sociale, lo scopo insito all'interno
delle feste istituzionali le quali mirano ad esaltare il Noi della comunità in cui si vive e, eventualmente,
a stabilizzare le gerarchie e le potenze che determinano quell'ordine sociale; tuttavia non tutti i
partecipanti sentono questa musicalità e ne restano fuori. Per questo non tutti riescono a sentirsi parte di
quella comunità ritmica che emerge durante le feste istituzionali o politiche ma quasi nessuno riesce a
sottrarsi all'impulso del festeggiamento, soprattutto quando queste “feste” emergono dal nulla ed
interrompono il corso normale della vita quotidiana, senza alcun fine preciso, queste interruzioni
rafforzano il legame sociale e sono rintracciabili nelle banali espressioni quotidiane che invitano a
condividere quello che noi comunemente chiamiamo “tempo libero”.
Vivendo in un mondo caratterizzato da società capitalistiche, anche il nostro tempo libero viene
strumentalizzato e reificato, venduto. Le stesso compagnie di marketing tendono a proporre i loro
prodotti inserendoli in un contesto comunitario,creando delle vere e proprie “tribù” al fine di proporre
una nuova microsocietà in cui utenti e clienti usufruiscono dei prodotti da loro presentati.

Legame
La tendenza all'entrainment è collegata anche, e soprattutto, ad un bisogno, tipicamente umano, di
socialità, di creazione di legami senza i quali non riusciremmo a sopravvivere, tuttavia questa tendenza
è comune anche ad altri primati, come le scimmie bonobo → sono inclini ad abbracciarsi e baciarsi e
curano molto le relazioni sociali (esempio della reclusione per 8 giorni e della seguente liberazione in
un nuovo ambiente).
La socialità, nelle scimmie come nell'essere umano, è necessaria per una migliore sopravvivenza in
quanto garantisce un benessere maggiore e, dunque, una migliore qualità di vita. → grooming tra gli
scimpanzé che raffroza il legame sociale oltre ad essere una pratica igienica, è soprattutto un modo per
stare insieme.
→ accanto all'aspetto più tenero si staglia anche quello più conflittuale poichè ormai è abbastanza noto
che gli scimpanzé non siano propriamente degli animali docili e teneri, infatti capita spesso che entrino
in conflitto tra loro (come tutti gli animali sociali, compreso l'uomo) per poi riappacificarsi senza
necessariamente ricorrere alla violenza bruta. Infatti il conflitto è necessario alla stabilità sociale
(spunto politico, tipo Machiavelli), la riappacificazione dopo un litigio soddisfa tutta la comunità che
ne è interessata.
Sebbene sia un argomento discusso, sembra che anche gli scimpanzé siano empatici, ulteriore
caratteristica, questa, che sembra tracciare un ponte tra noi e alcuni primati. Tuttavia l'essere umano è
molto più complesso e ciò che ci contraddistingue è, appunto, il ritmo, l'entrainment, di cui qualsiasi
altro animale sembra non godere.

Mimesi
Come dimostrano le innumerevoli documentazioni sui primi incontri tra gli europei ed i popoli indigeni
dell'America, una peculiare caratteristica dell'essere umano è la capacità di imitazione, la quale ha
permesso a molti coloni di approcciare in maniera pacifica con le popolazioni autoctone americane (→
peculiare l'esempio di Magellano con il “gigante che danzava”) o di corroborare l'ipotesi della loro
superiorità in quanto era molto frequente che fossero proprio gli indigeni ad imitarli.
Tuttavia in questo senso parliamo di un'imitazione volontaria che è importante distinguere da quella
involontaria quale la mimesi → ponte tra gli esseri umani che permette di stringere legami più forti e,
come nel caso della mimesi simbiotica, di attivare dei meccanismi di salvaguardia della specie.
Tuttavia occorre apporre una netta separazione tra l'aspetto puramente biologico, come nel caso degli
animali, e quell'intreccio tra cultura, esperienze e biologia, poichè gli esseri umani apprendono ed
imitano in baso al contesto culturale, è vero, ma modellano ed interpretano le loro esperienze, sono
attivi, dunque il nesso percezione-movimento non è così limitante nell'essere umano ma non ne siamo
completamente avulsi proprio perchè l'attività mimetica emerge nelle relazioni ritmiche, soprattutto se
due persone si trovano in prossimità. É così che si comincia ad assumere gli stessi atteggiamenti di chi
ci si trova vicino, lo stesso ritmo del discorso, le stesse espressioni ecc.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la mimesi non è solo il risultato del contagio di alcune
emozioni bensì potrebbe esserne la causa. Infatti, grazie all'innumerevole quantità di muscoli facciali,
di cui siamo dotati, ci risulta molto facile assumere diverse espressioni e, così facendo potremmo anche
risalire all'emozione annessa
Emozione → Espressione → Emozione → Espressione... ecc... Dunque l'ipotesi
derivante da questa teoria risulta essere la comunicazione di un'emozione, non tanto l'esperessione in sé
e per sé.
É possibile mimare grazie all'intero corpo, non è un caso che davanti ad espressioni gioiose si tenda a
“rispondere” con espressioni facciali corrispondenti!
La mimesi ritmica, unica a quella neuronale (neuroni-specchio) precede la la volontà umana e valica i
confini culturali che dividono le varie società, soprattutto nei contesti giocosi e festivi, in cui ci
sentiamo inspiegabilmente attratti dagli “altri”, condividiamo le loro emozioni, mimiamo i loro gesti.

Sentimento
Per quanto complesso, il sentimento che soggiace agli eventi festivi può essere analizzato in base a 4
caratteristiche principali.

9. Effervescenza emotiva → una gioia assorbita mimeticamente dagli altri individui che si diffonde di
corpo in corpo. Durante un festeggiamento è pressoché impossibile astenersi da questo contagio
a meno che non ci si concentri sulle emozioni opposte o non ci si senta estraniati dall'intero
gruppo.
10. È facile che in alcuni casi di movimenti di massa la gioia possa essere accompagnata da rabbia
e disprezzo (come nel caso delle insurrezioni popolari), nostalgia e melanconia (Natale in
trincea) o altri svariati sentimenti.
11. Caduta dei confini del sé → viviamo in una società che si fonda sull'individualismo, in cui i
confini del sé sono delimitati, tuttavia nei contesti festivi e massificati queste barriere cadono e
spesso si presentano situazioni in cui persone sconosciute si abbracciano e si baciano ( vittoria
di Obama).
12. Alcuni eventi , come per esempio i concerti, suscitano emozioni contrastanti come attrazione e
repulsione, palesata nei casi di mosh-pit, in cui gli spettatori si aggregano e si separano spesso
ricorrendo a gesti violenti.
13. << Noi>> → contemporaneamente conseguenza ed effetto delle prime due, appare come
sentimento di appartenenza, riconoscimento di una grande comunità composta principalmente
da persone fino a prima sconosciute, con le quali tuttavia si condividono le stesse emozioni.
14. Abbondanza di umanità → intesa come un piacere di stare con gli altri che, tuttavia, può celarsi
dietro diverse forme.
15. 4(a) Abbondanza di beni → nelle antiche feste contadine il surplus alimentare, derivante dal
miglioramento dei mezzi di produzione, veniva condiviso con gli altri partecipanti, al fine di
rafforzare il legame sociale, anche se poi diventò un modo per sottolineare la propria superiorità
e la propria ricchezza.
16. In ogni caso è la necessità di condivisione che sta alla base della festa, e questa condivisione è
possibile solo attraverso il riconoscimento di un'umanità comune.
I festeggiamenti conciliano i due lati dell'umano in contrasto tra loro:
• bisogno degli altri
• bisogno di risorsi
Un piccolo appunto andrebbe fatto circa la concezione del <<Noi>>, che sembrerebbe rimandare ad
un'umanità vasta e generalizzata. Tuttavia quel << Noi>> preso in considerazione in realtà comprende
solamente i partecipanti a quel determinato festeggiamento, o coloro i quali sono inseriti in quel
determinato contesto sociale, per questo risultano sorprendenti le situazioni in cui quel <<Noi>> si
estende oltre la cerchia esclusiva di un determinato gruppo, comprendendo una più vasta umanità.
Nella maggior parte dei casi, però, la comunità che si viene a creare durante la festa rimane sempre
esclusiva, festeggia l'esclusione dell'altro come si evince quando si fa-la-festa a qualcuno, molto spesso
usata come strategia d'attacco dai coloni per trarre in inganno gli indigeni. → paradossale umanità che
si crea per festeggiare la sconfitta del nemico ed il suo massacro.

Performer
Il sentimento festoso, la mimesi, il ritmo, l'entrainment sono tutte caratteristiche appartenenti al solo
essere umano, tuttavia non avrebbero modo di emergere se non ci fosse la figura del performer a
trascinare tutti gli individui, a determinare la melodia ed il ritmo da seguire, rimarrebbero
semplicemente degli istinti isolati.
Nel caso delle feste istituzionali, essendo tutto già precedentemente organizzato, i performer sono già
determinati, molto spesso professionisti, contrariamente a quanto avviene in caso di feste improvvisate,
durante le quali è necessario che uno o più performer si facciano aventi per proporre una loro
performance in grado di suscitare entrainment e, quindi, di coinvolgere l'intero gruppo. Ovviamente
questo per il performer comporta un rischio, ossia quello di non ricevere un feed-back positivo e non
suscitare, quindi, l'apprezzamento ed il conseguente coinvolgimento del gruppo. → nel caso del Natale
1914 il rischio era duplice in quanto il fallimento avrebbe comportato anche la perdita della propria
vita. ←
Quella del performer che agisce e dell'individuo che fruisce è un'esperienza estetica, infatti il performer
usufruisce del proprio corpo stimolando la sensibilità degli individui, suscitando curiosità e gusto e, se
una volta riuscito a catturare l'attenzione dei presenti, riesce a trascinarli con la propria melodia, la
propria armonia, allora quella del perfomer potrà esser definita una performance efficacie.
Come già detto, il sentimento festoso rafforza il legame sociale ed il sentimento di appartenenza ad una
determinata comunità, per questo è importante che il performance rispetti le aspettative del gruppo,
affinché quest'ultimo rilevi quel senso di appartenenza e di comunione e possa lasciarsi trascinare.
Tuttavia seguire minuziosamente il rituale potrebbe affievolire il sentimento festoso, per questo il
tradimento delle aspettative, le variazioni, suscita un piacere maggiore, Ovviamente è necessario che il
performer sia in grado di improvvisare, capacità che apprende dopo ripetute esposizioni a quel contesto
culturale e le sua improvvisazioni, attraverso la finzione, devono suscitare incertezza, che poi si
risolverà nel corso della performance lasciando un senso di sollievo tra gli spettatori.
I performer possono essere molteplici, tuttavia ne basta anche solamente uno affinché sia dia melodia
ma, nel primo caso, è possibile che nascano delle sfide tra performer la cui vittoria sarà determinata da
colui/ei che riuscirà a suscitare entrainment.
Il conflitto ed il rovesciamento della realtà durante le feste sono delle efficaci azioni politiche e sociali
che molto spesso servono per cambiare e rovesciare la realtà sociale in cui si vive (-→ caso delle donne
durante il carnevale di Trinidad-Tobago.). Dunque la festa è un modo per cambiare la società, per
quanto possa essere strumentalizzata rimane uno strumento per reinterpretare e modulare la realtà
politica e sociale in cui si vive e questo viene espresso dal conflitto tra performer i quali, comunque, si
muovono sempre all'interno di un ordine simbolico ed estetico. Tuttavia c'è il rischio che il simbolico
ecceda la festa e tramuti degli eventi festoti in rivolte, per questo spesso è necessaria la presenza di un'
auctoritas, la quale tende ad imporre un determinato ordine simbolico oltre il quale non è consentito
andare, in modo da ridurre drasticamente il rischio di eccedenze; ovviamente non sono escluse
resistenze (performance decentrate).
Solitamente il conflitto tra performer delinea due direzioni in cui muoverà la festa:
3. la proibizione di ogni sfida interna al gruppo → quindi <<Noi>> esclusivo – modello hitleriano:
disciplinante ed esclusivo;
4. conflitto interno che impedisce di concentrarsi sull'esclusione dell'altro- modello bruegeliano.

Potrebbero piacerti anche