Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Rosso Malpelo 1
Rosso Malpelo 1
Rosso Malpelo
G. Verga
La novella, pubblicata nel 1880, è il primo esempio del verismo di Verga.
Essa narra la drammatica storia di un bambino, soprannominato
Malpelo per i suoi capelli rossi, costretto a lavorare in condizioni
durissime nella cava di sabbia in cui suo padre ha trovato la morte.
Con una tecnica narrativa lucida e apparentemente distaccata, Verga
denuncia la miseria delle classi povere siciliane del periodo successivo
all’Unità d’Italia. Al tempo stesso, l’autore crea un personaggio di
straordinario realismo psicologico: un bambino costretto a crescere
troppo in fretta, che, privo dell’affetto della famiglia e di veri amici,
accetta con orgogliosa rassegnazione il suo destino di “vinto”.
1 Malpelo... cattivo: secondo una credenza popolare, i 5 lo accarezzavano coi piedi: lo prendevano a calci.
capelli rossi erano segno di carattere malvagio e 6 in crocchio: riuniti in gruppo.
ribelle: di qui deriva il soprannome del protagonista. 7 corbello: cestino di vimini [in cui Malpelo tiene il cibo].
2 che prometteva... birbone: che certo sarebbe 8 motteggiandolo: prendendolo in giro.
diventato un mascalzone. 9 il soprastante: il sorvegliante.
3 malpelo: balordo, cattivo. 10 s’era fatta sposa: si era fidanzata.
4 schivavano: evitavano.
Rosso Malpelo
G. Verga
Letteratura e...
scienza
Nel 1859 il naturalista inglese Charles Darwin pubblica deboli o incapaci di modificarsi si sono estinte.
il trattato L’origine della specie, in cui espone la teoria Il pensiero di Darwin influenza molto la cultura del-
dell’evoluzionismo. l’epoca e anche nelle opere di Verga se ne può legge-
Secondo Darwin, gli esseri viventi e quindi anche l’uo- re il riflesso. Nelle opere dello scrittore siciliano, infatti,
mo sono il frutto di una lunga selezione naturale, in le azioni degli uomini sono regolate da dure e implaca-
base alla quale le specie capaci di adattarsi meglio bili leggi della natura che portano alla sconfitta dei
all’ambiente sono sopravvissute, mentre quelle più deboli e alla vittoria dei forti.
54 unità 1
unità01_2V.qxd 6-02-2009 15:07 Pagina 55
Rosso Malpelo
G. Verga
gliene dava anche del suo, per prendersi il gusto di tiranneggiarlo, dice-
vano. Infatti egli lo tormentava in cento modi. Ora lo batteva31 senza un
motivo e senza misericordia, e se Ranocchio non si difendeva, lo picchia-
va più forte, con maggiore accanimento, dicendogli: – To’, bestia! Bestia
sei! Se non ti senti l’animo di difenderti da me che non ti voglio male, vuol
dire che ti lascerai pestare il viso da questo e da quello! [...]
Malpelo soleva dire a Ranocchio: – L’asino va picchiato, perché non può
Malpelo, che non conosce
altra legge se non quella della picchiar lui; e s’ei potesse picchiare, ci pesterebbe sotto i piedi e ci strap-
violenza e della sopraffazione, perebbe la carne a morsi.
elabora una sua filosofia di
vita e cerca di trasmetterla Oppure: – Se ti accade di dar delle busse32, procura33 di darle più forte che
all’amico Ranocchio, per puoi; così gli altri ti terranno da conto, e ne avrai tanti di meno addosso.
difenderlo e proteggerlo.
Lavorando di piccone o di zappa poi menava le mani con accanimento,
a mo’ di uno che l’avesse con la rena34, e batteva e ribatteva coi denti
stretti, e con quegli ah! ah! che aveva suo padre.
La rena è traditora – diceva a Ranocchio sottovoce; – somiglia a tutti gli
altri, che se sei più debole ti pestano la faccia, e se sei più forte, o siete
in molti, come fa lo Sciancato, allora si lascia vincere. Mio padre la bat-
teva sempre, ed egli non batteva altro che la rena, perciò lo chiamava-
no Bestia, e la rena se lo mangiò a tradimento, perché era più forte di lui.
Ogni volta che a Ranocchio toccava un lavoro troppo pesante, e il ragaz-
zo piagnucolava a guisa di una femminuccia, Malpelo lo picchiava sul
dorso, e lo sgridava: – Taci, pulcino! – e se Ranocchio non la finiva più,
ei gli dava una mano, dicendo con un certo orgoglio: – Lasciami fare; io
sono più forte di te –. Oppure gli dava la sua mezza cipolla, e si accon-
tentava di mangiarsi il pane asciutto, e si stringeva nelle spalle, aggiun-
gendo: – Io ci sono avvezzo.
Era avvezzo a tutto lui, agli scapaccioni, alle pedate, ai colpi di manico
di badile, o di cinghia da basto, a vedersi ingiuriato35 e beffato da tutti, a
dormire sui sassi, colle braccia e la schiena rotta da quattordici ore di
lavoro; anche a digiunare era avvezzo, allorché il padrone lo puniva
levandogli il pane o la minestra. Ei diceva che la razione di busse non
gliela aveva levata mai, il padrone; ma le busse non costavano nulla.
Non si lamentava però, e si vendicava di soppiatto36, a tradimento, con
qualche tiro di quelli che sembrava ci avesse messo la coda il diavolo:
31 lo batteva: lo picchiava. perciò ei si pigliava sempre i castighi anche quando il colpevole non era
32 dar delle busse:
picchiare qualcuno.
stato lui. Già se non era stato lui sarebbe stato capace di esserlo, e non
33 procura: cerca. si giustificava mai: per altro sarebbe stato inutile. E qualche volta,
34 a mo’... la rena: come se come37 Ranocchio spaventato lo scongiurava piangendo di dire la veri-
avesse dell’astio verso la tà, e di scolparsi, ei ripeteva: – A che giova? Sono malpelo! – e nessuno
sabbia.
35 ingiuriato: offeso. avrebbe potuto dire se quel curvare il capo e le spalle sempre fosse effet-
36 di soppiatto: di to di fiero orgoglio o di disperata rassegnazione, e non si sapeva nem-
nascosto. meno se la sua fosse salvatichezza o timidità38. Il certo era che nemme-
37 come: quando.
no sua madre aveva avuta mai una carezza da lui, e quindi non gliene
38 salvatichezza o timidità:
scontrosità o timidezza. faceva mai. [...]
39 si rinvenne: si ritrovò. Ma una volta in cui riempiendo i corbelli si rinvenne39 una delle scarpe
56 unità 1
unità01_2V.qxd 6-02-2009 15:07 Pagina 57
Rosso Malpelo
G. Verga
58 unità 1
unità01_2V.qxd 6-02-2009 15:07 Pagina 59