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GALILEO GALILEI

Per l'importanza delle sue scoperte scientifiche e per il valore della


produzione letteraria con cui le divulgò, Galileo Galilei è senza dubbio una
figura chiave dell'intera storia della cultura europea. Nato a Pisa il 15
febbraio 1564 da Vincenzo Galilei, compositore, esecutore e teorico
musicale, per volere del padre Galileo si iscrisse alla facoltà di medicina
della città natale nel 1581. L'interesse per la matematica lo indusse
tuttavia ad abbandonare quegli studi per seguire a Firenze le lezioni di
Ostilio Ricci, discepolo del celebre matematico Niccolò Tartaglia. Grazie ai
primi studi e alle prime osservazioni fisiche di questi anni Galilei scopri
l'isocronismo delle oscillazioni pendolari (1583) e pubblicò La bilancetta
(1586), in cui illustra la bilancia idrostatica da lui realizzata seguendo
leindicazioni di Archimede. Contemporaneamente, si dedicò alla propria
formazione letteraria nell’ ambiente fiorentino, animato dai granduchi
Francesco I e Ferdinando I. Galilei entrò in tal modo nel dibattito sul
poema eroico, esprimendo la propria preferenza per l'Orlando furioso di
Ludovico Ariosto. Nel 1589 gli venne offerto un insegnamento di
matematica all'Università di Pisa, lasciato poi tre anni dopo per una
cattedra a Padova. Nell’ ateneo veneto, Galilei ampliò i propri interessi
per la tecnica tra l'altro allestendo un'officina-laboratorio accanto al suo
studio. È qui che, nel 1609, realizzò un telescopio a partire dalle
informazioni sullo strumento giuntegli dall'Olanda. Galilei si dedicò quindi
febbrilmente alle sue osservazioni astronomiche e, in seguito, pubblicò il
Sidereus nuncius (1610) e poi l'Istoria e dimostrazioni intorno alle
macchie solari (1616), opere che forniscono prove decisive a favore
dell'ipotesi eliocentrica, esposta attorno alla metà del secolo precedente
dall'astronomo polacco Niccolò Copernico.
Intanto, nel 1610 era stato richiamato in Toscana dai Medici come
«primario matematico» dell'università di Pisa e come filosofo di corte;
l'anno successivo venne ammesso
all'Accademia dei Lincei da poco fondata a Roma. Al prestigio e alla
celebrità si erano
tuttavia associate le prime noie con il Sant'Uffizio, il tribunale ecclesiastico
cattolicoincaricato di sorvegliare 'ortodossia. Galileo era stato denunciato
dal frate domenicano Nicolò Lorini, secondo il quale la teoria eliocentrica
dimostrata nel Sidereus nuncius era incompatibile con le verità di fede. In
un celebre passo biblico, infatti, il condottiero Giosuè ritarda il tramonto
intimando al Sole di "fermarsi". Galilei rispose con le cosiddette Lettere
copernicane (in totale quattro), nelle quali ribatte le accuse e argomenta
l'autonomia della ricerca scientifica rispetto all'autorità religiosa,
distinguendo le differenti finalità delle due sfere d'influenza. La sua difesa,
tuttavia, non fu sufficiente: nel 1616 la teoria eliocentrica fu condannata
dalla Chiesa cattolica e Galilei fu ammonito ad abbandonare del tutto la
teoria e a non difenderla o insegnarla a voce o per iscritto. Responsabile
del richiamo fu il cardinale Roberto Bellarmino, gesuita membro del
Sant'Uffizio. L'anno 1623 sembrò aprire uno spiraglio per la posizione di
Galilei nei confronti della censura subita. Davano speranze, infatti, l'inizio
del pontificato di Urbano VIII, anch'egli associato all'Accademia dei Lincei
e su posizioni concilianti nei confronti della nuova scienza, e il successo
del Saggiatore, opera sulle comete scritta in polemica con il gesuita Orazio
Grassi. La benevola accoglienza tributata all'opera indusse Galilei a
sviluppare il progetto di un Dialogo sopra i due massimi sistemi del
mondo, tolemaico e copernicano, che vide infine la luce nel 1632. Nel
Dialogo la teoria copernicana veniva sistematicamente difesa, anche se
con molte cautele. La reazione del Sant'Uffizio non si fece attendere:
sospese con effetto immediato la diffusione dell'opera e ingiunse a Galilei
di trasferirsi a Roma; qui lo scienziato doveva rispondere all'accusa di non
aver rispettato la precedente ammonizione. Il processo si concluse il 22
giugno 1633 con l'abiura, ovvero il rinnegamento da parte di Galilei delle
tesi sostenute nel Dialogo, e la condanna al carcere, che fu commutata
nell'arresto presso la sua villa di Arcetri vicino a Firenze. Qui Galilei,
vecchio e ormai quasi cieco a causa dell'osservazione diretta del sole,
compose il suo capolavoro scientifico, i Discorsi e dimostrazioni
matematiche intorno a due nuove scienze, attinenti alla meccanica e i
movimenti locali, pubblicati nel 1638 e considerati la prima esposizione
sistematica della cinematica moderna. Morì ad Arcetril'8 gennaio 1642.

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