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PERSICO GIORGIA, BIENNIO PIANOFORTE SOLISTICO, MATR.

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PROVA 1
Se dovessi presentare l’opera del Don Giovanni in una classe 5° di un liceo a indirizzo musicale, mi
soffermerei brevemente sulla trama dell’opera, per poi soffermarmi principalmente sulla figura del
protagonista, simbolo della lotta fra la ragione e il sentimento, fra la ricerca sfrenata dei piaceri
materiali e la morale comune, temi che possono considerarsi sempre attuali e nei quali ognuno di
noi può riconoscersi.
Avendo già fornito un’infarinatura generale a proposito del teatro mozartiano, andrei direttamente
al cuore dell’opera, cercando di evidenziarne i tratti più salienti. Per prima cosa farei un riepilogo
sulla trama e su alcuni dati tecnici, in modo da essere certa che tutti i miei alunni possano avere un
quadro completo dell’opera.
Il titolo completo è “Il dissoluto punito (o sia il Don Giovanni) K 527 e si tratta di un dramma
giocoso in due atti, in cui elementi tragici, come l’omicidio del Commendatore, il padre di Donna
Anna (Scena I:
“Notte e giorno faticar”- Introduzione), si fondono con elementi comici, come il momento in cui
Leporello mostra a Donna Elvira una raccolta di tutti i nomi delle donne che erano cadute nella
trappola del seduttore Don Giovanni (“Madamina, il catalogo è questo”, Atto I).
Il protagonista del dramma giocoso, quindi, è Don Giovanni, un nobiluomo amante delle belle
donne, che cerca di sedurre anche a costo di inganni e menzogne, incurante se siano già impegnate
con altri uomini oppure no. Nonostante le sue origini nobili, quindi, veste il ruolo del tipico basso
buffo settecentesco (interpretato dal baritono Luigi Bassi, un giovane a quel tempo molto
apprezzato dal pubblico, soprattutto quello femminile), con l’intento di sottolineare l’immoralità dei
suoi comportamenti1. Don Giovanni coinvolge nelle sue follie amorose anche il suo servo,
Leporello, dando il via a una serie di eventi tragicomici. In particolare, nell’opera sono presenti le
figure di tre donne vittime del protagonista: Donna Anna, Donna Elvira e Zerlina. Il padre di Donna
Anna, il Commendatore, viene ferito mortalmente da Don Giovanni durante un duello, dopo che
quest’ultimo aveva sedotto e poi abbandonato la ragazza. Così l’opera si conclude con la statua del
Commendatore ormai morto che, di fronte a un rifiuto di pentimento da parte di Don Giovanni,
tendendogli la mano scatena una grande voragine di fuoco che porta il protagonista a precipitare
all’Inferno.
Il soggetto dell’opera fu suggerito dal librettista Lorenzo Da Ponte, che fu richiamato a collaborare
con Mozart dopo il successo delle Nozze di Figaro. Quando l’imperatore Giuseppe II gli chiese se
Da Ponte sarebbe riuscito a portare a termine una mole di lavoro così grande, il librettista rispose
“Sciverò la notte per Mozzart (sic) e farò conto di leggere l’Inferno di Dante […]”. Con questa
affermazione Da Ponte intendeva evidenziare la fusione di registri linguistici molto diversi fra loro
che è tipica sia del Don Giovanni, sia dell’Inferno dantesco (per Dante si parla, appunto di
“pluristilismo”) 2.
Don Giovanni è considerato l’opera per eccellenza dall’Ottocento romantico, affiancandola al Faust
di Goethe. Mentre era ritenuta immorale da Beethoven per il tema trattato, era molto apprezzata, ad
esempio, dal filosofo Kierkegaard, o da Goethe stesso. Diversi compositori scrissero variazioni sui

1
Alberto Batisti, Don Giovanni (Il dissoluto punito), 20 novembre 2016,
https://www.flaminioonline.it/Guide/Mozart/Mozart-Dongiovanni.html.
2
Ibidem.
temi principali dell’opera, fra cui Chopin, Liszt e Beethoven e numerosi direttori ne proposero
diverse rappresentazioni. Tutto ciò dimostra il fatto che l’opera del Don Giovanni continua a vivere
nel corso dei secoli, seppur con rivisitazioni in base al gusto estetico degli interpreti. La figura del
Don Giovanni era già presente nel Seicento e ha subito un processo di evoluzione fino ai tempi di
Mozart e Da Ponte (si pensi, ad esempio, al Dom Juan ou Le festine de pierre di Molière del 1665 o
al Don Giovanni Tenorio o sia Il dissoluto di Goldoni del 1736).
Se in principio il Don Giovanni era un esempio negativo di malvagità, scelleratezza, con il tempo ha
assunto caratteristiche positive che lo hanno fatto diventare un vero e proprio eroe, in quanto riesce
a dare sfogo alle sue passioni senza preoccuparsi del giudizio altrui, violando ogni legge della
morale e non rispettando i sentimenti altrui. Si assiste, quindi, a un trionfo del libertinaggio nel
nome della ricerca di una felicità del tutto mondana, legata ai piaceri materiali, idea soffocata da
una morale comune illuministica della vita che guarda con razionalità perfino ai sentimenti. È
proprio questo atteggiamento da cui cerca di fuggire il Don Giovanni, consapevole dell’imminente e
inevitabile declino che stava colpendo la sua classe sociale, quella nobile. La continua ricerca del
piacere è una ricerca che non viene mai soddisfatta, similmente alla ricerca vana dell’Assoluto
tipicamente romantica. Don Giovanni rappresenta l’emblema di quell’eroe romantico sempre in
lotta con se stesso e perennemente deluso dalla sua dimensione umana che non gli permette di
sentirsi pienamente appagato.3
Tuttavia, Mozart mostra come anche le classi sociali più basse siano in grado di compiere gesti
“amorali”, come ad esempio il tradimento di Zerlina (fidanzata di Masetto), con Don Giovanni.
Si può dire che Mozart, quindi, ponesse molta attenzione alle tematiche sociali del suo tempo.
Al fine di non rendere la lezione una sterile trasmissione di informazioni ai miei ragazzi, proporrei
l’ascolto integrale dell’opera, ma mi soffermerei soprattutto su un duetto, per presentare la figura di
due personaggi: Zerlina e Don Giovani. Uno è “Là ci darem la mano”, tratto dall’atto I, scena 9.
Proprio nel giorno del suo matrimonio, Don Giovanni riesce a convincere Zerlina a cedere alle sue
avances. Zerlina all’inizio è titubante, ma alla fine cede al suo seduttore (“Andiam, Andiam, mio
bene/ a ristorar le pene/ di un innocente amor”)4. In questo duetto si mostra come anche Zerlina,
l’innocente contadinella vittima delle richieste inopportune di Don Giovanni, in realtà si faccia
facilmente convincere dal nobiluomo a cedere alla tentazione.

PROVA 3
1. La Musikgeschichte è la storia della musica in una visione storicista e idealista che è stata
l’idelogia dominante fra la metà dell’ 800 e la metà del ‘900 e che ancora oggi ha i suoi
effetti. Alcuni autori di Musikgeschichte furono Kiesewetter, Brendel e Marx. In questa
visione, la storia presente è fortemente legata ed è il risultato degli eventi del passato e
rappresenta una forza tensiva verso il futuro.

3
https://www.sovrapposizioni.com/blog/il-don-giovanni-il-seduttore-il-libertino-e-il-titano
4
http://operaomniablog.blogspot.com/2013/12/don-giovanni-12-la-ci-darem-la-mano.html?m=1

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