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Nel 1862 Otto von Bismarck, da poco divenuto primo ministro prussiano, dichiarò
in un celebre discorso a proposito dell’unità tedesca che questa non sarebbe
avvenuta per mezzo di votazioni o delibere, ma attraverso “sangue e ferro”,
realizzando cioè una politica di pura potenza militare contro i propri NEMICI. Se
ci pensiamo, Con il senno di poi si può affermare che raramente un discorso
politico ebbe una così integrale attuazione, perché neallrco di appena 9 anni e tre
rapidi conflitti la Germania, sotto la guida del “cancelliere di ferro” raggiunse nel
1871 la sua unità nazionale.
Prima di quella data il territorio tedesco, dalla fine del Sacro Romano Impero, è
infatti diviso in tante diverse entità territoriali mancanti di una fondamentale
omogeneità politica. Ultima tra le nazioni europee, l’unità tedesca avvenne poco
dopo il Risorgimento: come nel caso italiano a condurre questo processo fu un
abile statista, che lo portò a compimento attraverso l’espansione di uno stato
regionale; la differenza con il Risorgimento è che l’unità tedesca fu un processo
interamente voluto e calato dall’alto, mancante di una spinta popolare
proveniente da componenti democratiche e repubblicane, che rimasero del tutto
marginali nel caso tedesco.
Perché finisce il Sacro Romano Impero? nel 1806, quando nel tentativo di fermare
l’ascesa di Napoleone Bonaparte l’esercito prussiano affrontò i francesi a Jena, in
Turingia, rimediando una disastrosa sconfitta. I successi francesi su prussiani e
austriaci ebbero come conseguenza, nell’area tedesca, la fine del Sacro Romano
Impero, formalmente sciolto da Napoleone nello stesso 1806 e sostituito dalla
Confederazione del Reno, uno stato-satellite della Francia che riuniva in un’unica
federazione 39 stati tedeschi. La stessa Prussia, a seguito della sconfitta, subiva
importanti limitazioni alla propria sovranità.