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1. 2- FONTI GIUDIZIARIE: (atti di processi, interrogatori di polizia etc.) sono le fonti che forniscono agli
storici la maggior parte delle informazioni sul mondo popolare e sulla vita delle persone che fanno
parte dei ceti bassi. Esempio: per la storia privata, sociale, si sono rilevati utili i processi
matrimoniali e le cause di separazioni che vengono utilizzate come fonti per studiare il
funzionamento dei tribunali, delle magistrature, delle procedure, la storia della figura del giudice.
Quindi risultano + importanti all’inizio degli anni ’70, quando nasce la microstoria, che è la storia
che studia la comunità e quindi studia le persone nell’ambito rurale, i contadini, artigiani. Negli anni
’70 del XX secolo cominciano a essere utilizzate massicciamente dagli storici sociali perché
considerate l’unica fonte sulla vita dei «ceti subalterni».Relativamente a queste fonti, nasce un
dibattito tra:
- gli storici delle istituzioni: loro dicono che le fonti giudiziarie sono una miniera di
informazioni sulla società e sono le uniche in cui ci sono testimonianze sui ceti subalterni che
spesso non contano nulla e che spesso hanno a che fare con la giustizia;
- gli storici sociali: dicono no, servono solo a studiare le istituzioni giudiziarie, ovvero la storia
dei tribunali, perché delle persone ci dicono praticamente nulla. Una persona che viene
interrogata dal tribunale deve utilizzare un linguaggio tecnico, il linguaggio del processo e
molto spesso i contadini questo linguaggio non lo conoscono, quindi il cancelliere gli mette in
bocca determinate parole che loro non hanno; poi si è in una situazione in cui le persone non
sono spontanee, vi è una forte pressione psicologiche e può essere indotte a dire alcune cose.
Il dibattito si conclude con un accordo sul metodo: i documenti vanno analizzati cercando di
andare oltre i condizionamenti imposti dalle situazioni formali e dai linguaggi tecnici. Si cerchi
di capire dove il contesto formale influisce sul personaggio che stiamo studiando, si cerano di
capire quei comportamenti indotti.
2- Fonti non scritte, sono fonti del cosiddetto tempo lungo. Quando il campo della storia si allarga,
diventa sociale, totale si allarga anche la tipologia delle fonti, sono le fonti attraverso cui la storia
dialoga con l’antropologia culturale. Questo rapporto è importante soprattutto per lo studio della
modernità la quale (ricorda le tre grandi diciamo periodizzazioni, l’età medievale, l’età moderna e l’età
contemporanea).
Il concetto di età moderna nasce all’inizio dell’‘800 quando una serie di studiosi tedeschi si pongono
una domanda sul loro presente, nasce in loro esigenza di costruire un’idea del tempo come tempo di
progresso lineare e necessario, perché per loro la storia non solo è storia di progresso ovvero di nuove
conquiste di nuove trasformazioni sempre positive, ma il progresso è necessario cioè̀ il tempo va avanti
necessariamente in modo progressivo oggi è meglio di ieri, domani è meglio di oggi e dopodomani sarà
meglio di domani, con valore di continuo miglioramento delle condizioni dell’uomo.
Questa prospettiva crolla con le tragedie del ‘900, con la Prima guerra mondiale, con la shoah e con la
Seconda guerra mondiale perché́ si prende coscienza. Qui la storia entra in crisi perché incapace di
rispondere a una serie di domande scomode, quindi si salva entrando in rapporto con le scienze sociali,
in particolare con l’antropologia che consente allo storico di risponde anche alle domande
imbarazzanti. Le fonti che gli storici e gli antropologi condividono sono proprio quelle non scritte.
Alcuni esempi di fonti “non scritte”:
• La lingua, è una fonte dell’evoluzione della culturale, ma è anche una fonte dei rapporti con altre
culturale.
• Oggetti, la cultura materiale che è lo studio degli oggetti del lavoro, dei mobili, dei giochi dei bambini,
sono fonte sulla vita quotidiana molto preziosa.
• La città, è fonte dei rapporti tra gruppi sociali ad esempio, la divisione della città in quartieri in cui
ognuno di questi esercita la propria attività è fonte tra i gruppi di lavoro, la pianta di una città è fonte
di una rappresentazione del potere.
• Il paesaggio, è una delle fonti + importanti. La fonte del rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Guardando
nelle trasformazioni, guardando l’antropizzazione, guardando i colori delle zone coltivate.
• Fonti figurative e letterarie: i quadri, le sculture e sono le più complicate di tutti, perché abbiamo a
che fare con la creatività delle persone e quindi problemi di attendibilità. Se io le voglio utilizzare devo
capire quello che è frutto della creatività dell’autore e quello che invece può essere testimonianza
storia. I quadri e le sculture sono fonti con valore diverso: i quadri e le sculture sono già fonti in quanto
oggetti, il quadro che ha un determinato tipo di cornice è fonte del rapporto tra l’opera d’arte e lo
spazio. Una scultura collocata nell’abitazione di un importante aristocratico è importante come
oggetto; In quanto testimonianza dell’influenza de processi di modernizzazione sulla vita quotidiana e
sulla vita privata.
Queste sono fonti importanti della modernizzazione, forniscono descrizioni di ambienti, di persone,
abitudini, stati d’animo, l'abbigliamento borghese, quindi la comparsa di un abbigliamento elegante
che non è quello del nobile;
testimoniano alcuni importanti fenomeni come la sacralità della sovranità e l’onore nobiliare;
possiamo vedere attraverso le rappresentazioni il valore nobiliare, l'utilizzo delle posate a tavola.
Come si fa l'analisi di un dipinto o di una scultura che vogliamo utilizzare come fonte della nostra
ricostruzione storica? Si fa ricorso a due cose che sono l'iconografia e l'iconologia. Sono due scienze
che tutto sommato hanno lo stesso campo disciplinare:
- L'iconografia cerca i segni esteriori di un'opera d'arte: cerca per esempio, nella rappresentazione del
re, di capire quali sono i segni della regalità, quindi la corona, lo scettro, il trono che sono tutti segni
esteriori della regalità; quindi l'iconografia va a cercare i segni delle cose per cercare di leggere il
quadro.
- L'iconologia è più attenta alle relazioni tra i segni, quindi piuttosto che individuare nel quadro i segni
della regalità, cerca di capire che relazioni hanno tra loro questi segni
Esempio: un esempio che possiamo fare è con il Papa: quali sono i segni della regalità pontificia? Con
l'iconografia io vado a individuare la tiara, la dalmatica, che viene indossata sotto la casula, il pallio;
con l'iconologia li metto in relazione tra di loro. Il regno delle tre corone della tiara in che relazione si
pone col pallio? Che c'è relazione tra il re e il Vescovo, quindi mette in relazione il sistema del
sacerdozio con quello della regalità.( Papa Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato decide di
rinnovare lo stemma papale: è il primo Papa a non avere inserito la tiara, in disuso dai tempi di Paolo
VI. Al suo posto ecco la mitra episcopale, il classico copricapo che ogni vescovo indossa durante alcuni
momenti della celebrazione della Messa. Inoltre il Papa decide di inserire per la prima volta il pallio,
quell’ornamento liturgico che gli Arcivescovi metropoliti indossano e che richiama ò'incarico di essere
il pastore del gregge affidatogli da Cristo).
Il paesaggio, è una delle fonti + importanti. La fonte del rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Guardando
nelle trasformazioni, guardando l’antropizzazione, guardando i colori delle zone coltivate. Fa parte
delle fonti “non scritte”, fonti che gli storici e gli antropologi condividono.
Ad esempio: Dall'individuazione di alcuni segni in un paesaggio noto l'intervento dell'uomo e se io
vedo una grande distesa coltivata e vedo l'abitato che non è cresciuto in maniera pianificata ma in
maniera disordinata, questo è un segno da cui io poi vado anche a interrogare il passato in funzione
diacronica, cerco di capire come mai non c'è stata una pianificazione urbanistica. Guardando con
attenzione il paesaggio io vedo che ci sono dei nuclei che comunque devono avere una certa antichità,
che sono le borgate; e allora non interrogo solo questa fonte, ma interrogo anche il passato rispetto a
questa fonte sulle borgate, sui processi di trasformazione delle borgate, sulla loro crisi quando il
mercato internazionale degli agrumi finisce.
6- Cos’è un archivio
Esempi di fonti d’archivio che sono fonti primarie: archivi di stato (www.archivi.beniculturali.it); archivi di
famiglia; archivi degli enti ecclesiastici ((quelli della Santa Sede sono veri e propri archivi del mondo).
Un archivio è un deposito ragionato di fonti prodotte da un ente pubblico o privato, può avere due
funzioni:
1. Funzione attuale il cosiddetto archivio corrente, ad esempio, l'anagrafe del comune ha un archivio
corrente, le nascite dell'ultimo secolo,
Di solito gli archivi correnti sono protetti dal cosiddetto vincolo archivistico cioè il vincolo che non ti
consente di visionare documenti prodotti da meno di 50 anno, questo per tutelare la privacy delle
persone ancora in vita. L'archivio corrente della prefettura è all'archivio di stato.
2. Funzione storica: è la funzione di documentare attività concluse o perché i fatti sono lontani nel
tempo, quindi diciamo che la prefettura è un’istituzione che esiste ancora però i volumi sulle cose che
sono succede negli anni '20-'30 documentano attività ormai concluse e quindi si trovano nell'archivio
storico, o che non esistono più. L'archivio di stato di Palermo, come tutti gli archivi di stato di ex
capitali di stati della penisola italiana, contengono l'archivio degli stati non più esistenti. L'archivio di
stato di Palermo contiene l'archivio del regno di Sicilia.
Abbiamo tre tipi di soggettività presenti nell’attività dello storico:
1. La soggettività di chi produce un documento;
2. la soggettività di chi lo conserva;
3. la soggettività dello storico che fa delle scelte
Modernista: lavora prevalentemente su fonti scritte e hanno una funzione:
- Attuale: servono all’attività corrente
- Storica: documentano l’attività concluse perché i fatti sono lontani nel tempo, l’ente produttore dei
documenti non esiste più.
Su internet noi troviamo una guida agli archivi qui non troviamo i documenti, poi questa guida ci aiuta
a trovarli nel luogo fisico.
Contemporaneista: fonti sul supporto informatico, audio-visivo, fotografico
prefettura di Palermo: c’è scritto 1860- 1935, chiaramente esiste ancora ma perché questa data?
perché i volumi dal 1936 non sono ancora stati riversati all’archivio di stato dalla prefettura;
provveditorato agli studi esiste fino al 2010 come istituzione ma qua gli ultimi documenti sono fino
1921; tribunale di Palermo che esiste ancora ma i documenti fino al 1950
mezzi di corredo: Cosiddetto inventario, volumone in cui sono riportati tutti i volumi con estremi
cronologici.
Catasto: È sempre stato l’esempio della burocrazia. È un luogo in cui ci sono le mappature di tutti gli
immobili, di tutte le proprietà, di tutti i terreni. Era importante perché prima della Rivoluzione.
Francese i nobili e il clero avevano il provilegio di non pagare le tasse, vi era l’opacità del matrimonio
quindi non si potevano tassare, questo era il privilegio, avere il diritto di non dire cosa avevano.
I catasti sono un attrezzo che viene inventato a metà del '700 da Maria Teresa d'Austria, come mezzo
preparatorio per fare pagare le tasse ai privilegiati. All'inizio i catasti non sono grafici, sono scritti sono
dei fogli di carta in cui ci sono scritti "possiede questo questo e questo nel luogo tale", poi diventano
catasti grafici quindi con delle piante e con dei dati più precisi. Il primo catasto è quello teresiano in
quello che era stato il ducato di Milano che era parte dell’impero asburgico, grazie a Maria Teresa
d’Austria.
archivi di famiglia, possono essere stati depositati negli archivi di stato, comunali o possono essere
ancora in possesso della famiglia. Fino a quando non c’è la decodificazione ogni famiglia doveva
detenere tutti i titoli riguardo a quello che possedevano. Una famiglia feudataria doveva avere tutte le
copie delle concessioni dei feudi, tutte le copie che riguardavano l'acquisizione dei vari diritti feudali,
tutte le cose che riguardano i beni non feudali ma beni di proprietà. Per l''800 e il '900 nell'archivio di
famiglia compaiono altre cose: diari, fotografie, diventando un pezzo importante dell’archivio di
famiglia.
- Archivi di enti ecclesiastici, come l’archivio parrocchiale, registro dei battesimi, dei matrimoni;
- archivio diocesano che contiene tutti i documenti che riguarda l’attività del vescovo tra cui la visita
pastorale e gli archivi della santa sede, ovvero l'archivio apostolico vaticano, fino a poco tempo fa si
chiamava archivio segreto vaticano, ora si chiama in quell'altro nome. È un esempio molto interessante
perché è una sorta di archivio del mondo, vista la presenza della chiesa cattolica nel mondo, l'archivio
della santa sede è una sorta di archivio mondiale. Archivio apostolico vaticano ospita archivi di
famiglia, sono in particolare le famiglie nobili legate al papa.
- Rappresentante pontificie: sono gli archivi delle 75 rappresentanze diplomatiche della santa sede nel
mondo, quindi sostanzialmente delle ambasciate del vaticano nel mondo.
- Gli archivi dei concili: gli archivi completi degli ultimi due concili ecumenici, come il concilio vaticano
primo e il concilio vaticano secondo e uno spezzone dell’archvio del concilio di Trento. Attenzione!
Poco dopo il concilio vaticano secondo il papa Paolo VI (circa 1965), papa rimuove il vincolo
archivistico, a lui interessava che il concilio fosse studiato. Quindi, il papa in quanto persona che
esercita la sovranità della città del Vaticano può decidere per alcuni documenti di rimuovere il vincolo
archivistico.
7- Fonti a stampa
sono una novità dell’età moderna, sono infatti di grande interesse perché sono testimonianza del pensiero
della “Modernità” e sono affascinanti prodotti culturali: la stampa produce libri e prodotti culturali di
fondamentale importanza. Pensiamo a martin Lutero nel 1517, famoso teologo europeo, comincia una
predicazione che porterà ad una rottura con la chiesa di Roma, e le sue idee circolano attraverso la stampa,
non necessariamente attraverso i libri, ma attraverso dei foglietti, dei fascicoletti in cui veniva illustrare le
frasi di Lutero. Quindi, se noi vogliamo studiare l’età moderna, il libro come mezzo culturale, come mezzo
di trasmissione del pensiero è una testimonianza molto importante. Quindi non solo l’archivio ma anche la
biblioteca come lavoro di ricerca. Quindi, si crea un grande spazio di comunicazione e di circolazione delle
idee che circolano attraverso i libri, quindi è una testimonianza e fonte importantissime per la modernità
proprio perché è il mezzo di circolazione delle idee. Esempio: “libelli” con cui si diffonde il pensiero della
Riforma protestante.
Questi documenti sono utili per:
• rilevare i processi di ammodernamento burocratico delle istituzioni (nella maggior parte dei
paesi europei l'anagrafe civile si sviluppa dal 1800, mentre quella ecclesiastica molto prima,
al fine di tenere il conto dei propri fedeli prendendo nota di battesimi, matrimoni, morti).
• studiare il patrimonio di conoscenze acquisito per studiare fenomeni di altro genere (si parla
di politica interna nei documenti che venivano usati per controllare ogni aspetto della vita
dei sudditi nei vari domini. Sforzo che porta alla creazione o al potenziamento di uffici
addetti a questo lavoro, e moltiplica la produzione di documenti amministrativi)
Durante l’età moderna quello dell’Inquisizione Romana fu l’unico tribunale italiano competente
nella penisola: gli storici lo usano come fonte per la ricostruzione di idee e comportamenti dei
processati, per lo studio della struttura e del funzionamento dei tribunali.
Lo studio di questi ha permesso ad esempio la ricostruzione della vita di Lucca.
Un altro tipo di documento, prodotto dal clero è quello della visita pastorale: il vescovo esamina
parrocchia per parrocchia la situazione religiosa, morale e materiale della sua diocesi. Sono
documenti dettagliatissimi, fonte principale per lo studio dell'attuazione della Riforma e della
Controriforma.
9- Le nuove Fonti
Si tratta delle cosiddette fonti conoscitive, una tipologia interessante di fonti scritte e di fronti
d’archivio, non si tratta di nuove fonti perché prima non si usavano, ma sono fonti che illuminano
nuovi problemi di cui si inizia ad occupare la storia e sostanzialmente tra il ‘500 e il ‘600 avvengono
vicende nel mondo politico e religioso in Europa che spingono gli stati e le chiese a diventare + solidi, a
differenziarsi, ad esempio quando inizia la predicazione di Lutero, vi è la creazione di più chiese che
non solo sono in competizione ma hanno anche l’interesse di differenziarsi l’una con l’altra. In cui
nascono le cosiddette confessioni di Fede.
Che cosa è una confessione di Fede? Nelle liturgie domenicali di tutte le chiese, cattoliche, riformate
c’è una confessione di Fede: il credo. È una sorte di carta d’identità, io credo in queste cose. E la
confessione di fede nascono in questa fase in cui le chiese si vogliono differenziare tra di loro. Quindi
gli stati diventano più forti e sono in competizione tra di loro, le chiese si moltiplicano e sono in
competizione tra di loro per cui hanno necessita sia gli stati che le chiese di conoscere la propria
popolazione, i propri fedeli, di farsi obbedire dai propri sudditi o dai proprio fedeli, di costruire una
macchina statale o un apparato ecclesiastico: tutto questo porta ad una produzione di documenti che
diventa oggetto di interesse nuovo, ecco perché fonti nuove.
Questo processo che coinvolge sia stati che chiese, e questo nuovo tipo di stato viene denominato
dalla storiografia “stato moderno”, e per le chiese c’è l’esempio della chiesa cattolica con la chiesa
tridentina diventa oggetto di studio molto importante. I re medievali non avevano assolutamente idea
di dove cominciasse e finisse il loro regno, non avevano idea né a livello quantitativo che qualitativo
della popolazione che ci abitava. Sono tutte cose che maturano in questo periodo.
Vediamo quali sono le fonti nuove:
- Si tratta di: “stati d’anime” e censimenti. Cosa è un censimento? È uno strumento conoscitivo, i primi
censimenti partono dai beni, il primo dato è “quanti beni possiedi?” Per le chiese questi strumenti
conoscitivi si chiamano stati d’anime. Il concilio di Trento obbliga i parroci a compilare uno strumento
che già esisteva nel medioevo e che è un registro in cui il parroco scrivere quanti abitanti ci sono nella
sua parrocchia, quante famiglia, quanti membri ci sono, il capo famiglia quanti lavori fa, e se tutti i
membri della famiglia si sono confessati a Pasqua. Questo forse è il dato più importante nello stato
d’anime perché è indice di ereticità.
Quando l’illuminismo e il razionalismo dicono che non è vero che c’è il corpo di cristo, che il pane
diventa il corpo di cristo, che il vino diventa sangue di cristo, i razionalisti dicono che è irrazionale
allora comincia l’idea della pietà eucaristica, si inizia a dire “fatevi la comunione ogni giorno”. Lo stato
d’anime non è solo uno strumento di conoscenza ma è uno strumento di controllo e l’idea tridentina
che si sviluppa non solo nel concilio di Trento è quella di controllare rigidamente la società, per evitare
che l’eresia protestante prendesse ulteriore spazio. Gli stessi meccanismi utilizzano le chiese luterane e
quelle riformate, i meccanismi sono identici.
Quindi fonti conoscitive che sono anche fonti di controllo, l’idea non è solo quella di conoscere la
propria popolazione ma anche fare in modo che la popolazione obbedisca.
12- Periodizzazione
La periodizzazione consiste nella suddivisione della storia in periodi di tempo, ciascuno di essi
contraddistinto da caratteri originali tali da renderlo individuabile rispetto alle fasi storiche
precedenti o successive. E' una suddivisione convenzionale, è fondamentale perché consente
di pensare in termini sistematici il passato e permette di facilitare la collocazione temporale di
un evento. Si fanno coincidere l'inizio e la fine di un'epoca con degli eventi considerati
simbolici.
I singoli eventi possono essere considerati significativi del mutamento globale solo in senso
simbolico, diverso è il caso di eventi complessi (Rivoluzione Francese) dallo svolgimento più
esteso caratterizzati da una molteplicità di aspetti convergenti. La periodizzazione riflette la
visione globale che l'epoca dello storico ha del proprio passato. In conclusione periodizzare
significa evidenziare determinate caratteristiche di un'epoca attribuendo loro importanza
centrale e ignorarne delle altre.
Il 19° secolo è stata l'epoca di costruzioni di grandi periodizzazioni elaborate identificando un
elemento dominante in ciascuna epoca. Oggi l'idea dell'esistenza di un elemento dominante di
ogni epoca è abbandonata. La storia era presentata come un itinerario in cui ogni “era”
rappresentava una tappa, come se esistesse un cammino;