Sei sulla pagina 1di 67

Vibrazioni

VIBRAZIONI

Le vibrazioni si dividono essenzialmente in due gruppi:


1. vibrazioni lineari
2. vibrazioni strutturali
Valutiamo innanzitutto il primo gruppo.

Le vibrazioni lineari hanno diverse caratteristiche:


a. caratterizzano il comportamento dei macchinari
b. hanno frequenze fino a 1000 Hz
c. vengono misurate sui cuscinetti nelle tre direzioni e sul corpo delle
macchine
d. le grandezze fondamentali che vengono misurate e che caratterizzano
in modo particolare le vibrazioni lineari sono:
 spostamento s [m]

  s
velocità v  2 f  s m

 accelerazione a  2 f  v m  s
2

Le vibrazioni strutturali invece:


a. caratterizzano le vibrazioni nel campo audio dei macchinari
b. hanno frequenze fino a 20000 Hz
c. vengono misurate ai piedi del macchinario (o sotto i resilienti se
sospeso) nelle tre direzioni
d. le grandezze fondamentali che vengono misurate e che caratterizzano
in modo particolare le vibrazioni strutturali sono:
v
 livello di velocità di vibrazione Lv  20 log
v0

1
Vibrazioni

a
 livello di accelerazione di vibrazione La  20 log
a0

con

s0  5  10 8 m
s
9
v0  10 m
s
a0  10 5 m
s2

PREVENZIONE DEL RUMORE

L’elemento fondamentale è che nella progettazione si deve tener conto


dell’elemento RUMORE (VIBRAZIONE).

Esempio negativo: traghetto motore diesel non sospeso elasticamente; nave


“defunta” dal punto di vista del rumore a meno di…. sospendere il motore.
N.B. : le cabine del copertino direttamente sopra i…. motori diesel

PROCEDIMENTO LOGICO DA SEGUIRE

Esso si svolge in 13 fasi:

1. determinazione dei limiti di rumore e di vibrazioni da rispettare


2. identificazione di tutte le sorgenti di rumore e vibrazioni come possibile
causa di disturbo
3. assegnazione di uno spettro di rumore e di vibrazioni per ognuna di
esse
4. esame del progetto per identificare i locali a rischio e le vie di
propagazione per via strutturale e aerea

2
Vibrazioni

5. determinazioni dei livelli previsti nei locali a rischio


6. determinazione dei guadagni da ottenere
7. esame di possibilità d’interventi presso le fonti di rumore o sulle fonti
stesse
8. piano delle insolazioni acustiche tenendo conto delle altre insolazioni
e degli elementi di rivestimento previsti
9. esame dei “buchi acustici” esistenti e dei fenomeni di rigenerazione
del rumore
10. vincoli di montaggio da assegnare a tutte le altre installazioni che
possono interferire sull’efficacia acustica dei locali a rischio
11. controlli all’installazione e collaudo parziale durante la costruzione
12. collaudi finali in base al criterio di conformità con i campioni e con
procedure semplificate
13. progettazione ed esecuzione di interventi correttivi delle anomalie
riscontrate

MODI DI PROPAGAZIONE DEL RUMORE

i. RUMORE AEREO
creato dalla macchina, si trasmette attraverso i ponti e pareti.
Si combatte con:
 isolazioni
 cabinate per macchine

ii. RUMORE STRUTTURALE


si trasmette alle strutture attraverso:
 connessioni di tubi
 sistema gas di scarico
 accoppiamenti albero

3
Vibrazioni

 resilienti (se presenti) o punti di appoggio.


Si combatte con:
 floating floor
 viscoelastico

iii. RUMORE DEI FLUIDI


Rumore dei liquidi generati nei tubi dalle pompe

Ripotiamo la flow chart per la previsione del rumore in una cabina, a partire
dalle sorgenti di rumore aereo e strutturale.

4
Vibrazioni

RUMORE

RUMORE STRUTTURALE

Si definisce rumore strutturale il fenomeno dinamico originato dalle vibrazioni


di un macchinario in funzione trasmesse dalla sorgente, attraverso la sua
fondazione, alla struttura elastica dello scafo. Il rumore strutturale
successivamente si trasforma in rumore aereo e si irradia nelle cabine e
negli spazi pubblici. Esso si valuta misurando la velocità di vibrazione v e
calcolando poi il livello di velocità Lv . Nelle strutture metalliche, che hanno

uno smorzamento interno molto piccolo, il rumore strutturale si propaga in


funzione della frequenza fondamentale di eccitazione del macchinario con
basa perdita di energia.
Le sorgenti di rumore strutturale sono date da:
 eccitazione della vibrazione di una struttura mediante forze alternative
o impulsive applicate ad essa (ad esempio vibrazioni trasmesse sulle
navi da macchinari principali quali motori diesel, elica, motori elettrici,
compressori del condizionamento, etc.);
 eccitazione della struttura da parte dell’onda di pressione di un
rumore aereo incidente su di essa (ad esempio: amplificatori musicali).

TRASFORMAZIONE DEL RUMORE STRUTTURALE IN RUMORE AEREO

Il rumore strutturale generato dagli impianti di bordo, dopo essersi propagato


attraverso la struttura scafo, si trasforma in rumore aereo attraverso le pareti,
i pavimenti o i soffitti.
Un semplice esempio può spiegare come il rumore strutturale si trasforma in
rumore aereo. Una lamiera, posta in vibrazione a causa di una
somministrazione di energia meccanica, dissipa piccola parte di questa
energia in calore per attrito interno a causa della sua elasticità elevata; la

5
Vibrazioni

maggior parte dell’energia somministrata mantiene in vibrazione la lamiera


che, vibrando, trasforma attraverso l’aria, detta energia meccanica in energia
sonora, creando quindi rumore aereo. Sono fonti di rumore strutturale tutti gli
impianti di bordo che nel loro funzionamento creano vibrazioni che si
trasmettono alla struttura scafo. La conversione tra energia sonora in aria ed
energia di vibrazione meccanica nella lamiera è reversibile, infatti, una
lamiera che può emettere energia sotto forma di suono può viceversa anche
assorbirla sotto forma di energia meccanica.
Per una lamiera generica in vibrazione avremo, nel punto P illustrato in
figura…

Figura 1: esempio di vibrazione di una lamiera

W  v 2 S  c   (1)

dove

W : potenza sonora irradiata dalla superficie [W]


v : velocità di vibrazione della superficie [m/s]
S : superficie [m2]

6
Vibrazioni

 : efficienza di irradiazione
c : inpedenza del mezzo

Dopo alcuni passaggi e con il riferimento vo=5.10-8 m/s


si arriva alla formula :

A
10 log   L p  Lv  10 log (2)
4S

Dove

L p : livello di pressione sonora nello spazio considerato [dB]

Lv : livello di vibrazione della superficie radiante [dB]

S : superficie dell’elemento radiante [m2]


10 log  : coefficiente di irraggiamento proprio della superficie
A : area assorbente equivalente dell’ambiente

Il livello di pressione sonora in una cabina dovuta ad una superficie vibrante


è data da:
S A
L p  Lv  10 log  10 log   10 log (3)
S0 A0

L p : livello di pressione sonora nello spazio considerato [dB] re 2  10 5 N


m2
Lv : livello medio di velocità di vibrazione della superficie irradiante [dB]

re 5  10 8 m (rumorosità strutturale dei macchinari principali)


s
S : superficie dell’elemento radiante [m2] con S0=1m2
A : superficie assorbente equivalente in [m2] con A0=4m2 , oppure da Sabine:

7
Vibrazioni

Ovviamente il calcolo (3) èrelativo ad una parete di una cabina e il calcolo


previsionale va esteso alle sei pareti.

L p ( cab )  10 log(10  10  ........  10


0 ,1L p 1 0 ,1L p 2 0 ,1L p 6
)

Ricordando che:

0.161Vs
A (3)
T

con

Vs : volume dello spazio considerato [m3]


T : tempo di riverbero (0.4  0.6 per cabine tipo) [s].
Otteniamo, alla fine:
4S
Lp  Lv  10 log   10 log T
0.163V

Il rumore di origine strutturale L p che si manifesta nei locali di ascolto

dipende perciò da:


 livello di velocità di vibrazione Lv : detto valore dipende dal numero di

ponti e di ossature trasversali che si sovrappongono tra la sorgente ed


il locale. Generalmente il rumore strutturale decade di circa:
 3  5 dB ad ogni ponte;
 0.5 dB ad ogni ossatura;
 Lv minore  con Floating Floor e Viscoelastico

 superficie degli elementi vibranti;


 caratteristiche geometriche del locale di ascolto;
 caratteristiche fonoassorbenti del locale di ascolto;
 tipo di materiale delle superfici irradianti (coefficiente di
irraggiamento).

8
Vibrazioni

4S
Dalla formula Lp  Lv  10 log   10 log T otteniamo che:
0.163V

 Tempo di riverbero più alto  Lp più alto


 Tempo di riverbero più basso  Lp più basso

Per diminuire Lp devo aumentare l’assorbimento.

Per diminuire il livello di rumore in una cabina, in questo caso parliamo di


cabine situate a poppa e al di sopra della sala macchina è necessario, ma
molte volte non sufficiente:
-diminuire il livello di vibrazioni strutturali
-aumentare l’assorbimento nella cabina medesima.

ATTENUAZIONE DEL RUMORE STRUTTURALE VERSO PRORA E


POPPA (DIREZIONE LONGITUDINALE)

L’attenuazione del rumore strutturale che si propaga in direzione


longitudinale , verso prora e verso poppa, dipende dalla distanza più corta tra
la cabina interessata e la sorgente di rumore strutturale; questa distanza è
espressa in numero di ordinate (DISH).
L’attenuazione, ovviamente, dipende anche dal tipo di nave e dal tipo di
sorgente e viene divisa in due parti: una per le prime 10 ordinate più vicine
dalla sorgente (ATTHOR 1) e una attenuazione per le distanze più lunghe
(ATTHOR 2)

Per ordinate  10 yields :ATTH=DISH*ATTHOR1


Per ordinate  10 yields :10*ATTHOR 1+(DISH-10)*ATTHOR 2

9
Vibrazioni

ATTENUAZIONE IN DIREZIONE VERTICALE

L’attenuazione in direzione verticale è una combinazione dell’attenuazione


per ponte ,a partire dalla sorgente fino alla parte più elevata dello scafo,
(ATTVER1), combinata con un’attenuazione per ponte nella deckhouse
(ATTVER2). Per alcuni tipi di nave, occorre tener conto di un’extra
attenuazione passando dalla struttura più bassa dello scafo alla deckhouse
(ATTVER0).

Per le cabine situate nella parte più bassa dello scafo, quindi

ATTV=n*ATTVER1

dove n è il numero di ponti tra la sorgente e la cabina ricevente.

Per le cabine situate nella deckhouse:

ATTV=n*ATTVER1+ATTVER0+m*ATTVER2

dove n=numero di ponti tra la sorgente e il ponte più basso della deckhouse
m=numero dei ponti intermedi nella deckhouse

ATTENUAZIONE COMBINATA

L’attenuazione totale è la combinazione tra quella in direzione verticale e


quella in direzione longitudinale, secondo la

ATT  ATTV 2  ATTH 2

10
Vibrazioni

TRASMISSIONE DEL RUMORE STRUTTURALE DALLA SORGENTE


ALLA CABINA

Possiamo dunque schematizzare la propagazione del rumore strutturale


dalla sorgente al ponte accomodation con la seguente formula:

La(ponte)=La(sorgente)-IL (effetto della sospensione)-  La-ATTT

La =livello di rumore strutturale sorgente


IL =Insertion loss=attenuazione del rumore strutturale attraverso i resilienti
(se presenti)
 La è la funzione di trasferimento lungo la direzione trasversale della nave
ATTT= trasmissione attraverso la struttura

Riportiamo alcune tabelle delle attenuazioni sia in direzione longitudinali che


in quella verticale, per alcuni tipi di navi e sorgenti, specificando che se
nessun valore è dato per ATTVERO esso è da intendersi uguale a zero

11
Vibrazioni

12
Vibrazioni

La prossima figura mette in rilievo il cammino del rumore strutturale, per una
nave di ricerca marina, che interessa la parte abitata e che proviene dall’elica
e dai macchinari.

13
Vibrazioni

14
Vibrazioni

15
Vibrazioni

VIBRAZIONI

Per vibrazioni intendiamo un fenomeno meccanico caratterizzato da un


campo di frequenze comprese tra 1 e 100 Hz. Sono date dal comportamento
dinamico dei macchinari che in funzionamento presentano organi in
movimento, parti rotanti, parti dotate di moto alterno.
Per studiare le vibrazioni misuriamo, come visto, spostamento, velocità o
accelerazione del fenomeno attraverso appropriati strumenti.

LE SOLUZIONI PRINCIPALI DI INSONORIZZAZIONE USATE A BORDO

Nelle navi i principali modi di ridurre l’effetto delle vibrazioni e del rumore
creato dai macchinari e dagli impianti di bordo sono elencati nella tabella….:

16
Vibrazioni

RUMORE AEREO RUMORE STRUTTURALE

FONOISOLAMENTO ATTENUAZIONE DELLA


TRASMISSIONE PER VIA
RIFLESSIONE DI ENERGIA  Massa SOLIDA
 Pareti semplici  Supporti elastici
 Pareti doppie  Strati elastici
 Pareti multiple

DISSIPAZIONE DI FONOASSORBIMENTO SMORZAMENTO


ENERGIA  Materiali porosi  Ammortizzatori
(trasformazione di energia  Schiume  Strati smorzanti semplici
acustica in calore)  Pannelli forati  Strati smorzanti con irri-
giditori

Tabella 1: le funzioni principali di insonorizzazione

Vedremo le principali soluzioni di insonorizzazione utilizzate a bordo


dividendo le tipologie di intervento nel caso in cui si consideri il rumore
strutturale.

RIDUZIONE DEL RUMORE STRUTTURALE

La riduzione di tale tipo di rumore avviene attraverso lo smorzamento. Si


interviene sulla riduzione delle vibrazioni agendo principalmente in due modi:
direttamente sulle sorgenti oppure sulle superfici irradianti. Nel primo caso si
ovvia al fenomeno ricorrendo alle sottobasi od ai resilienti, nel secondo caso
si variano le caratteristiche delle superfici di irraggiamento.

Sottobasi e resilienti: questi tipi di smorzatori vengono utilizzati sui grossi


impianti che richiedono un’elevata potenza specifica che quindi sono fonte di
valori elevati di vibrazioni.

17
Vibrazioni

Le sottobasi sono realizzate solitamente con gli stessi materiali della struttura
scafo (prevalentemente acciaio) ed il loro scopo è quello di non fare
coincidere le frequenze proprie della struttura nave con le frequenze di
funzionamento del motore. Un eventuale effetto di coincidenza delle suddette
frequenze porterebbe all’instaurazione di risonanza: da un lato si avrebbe un
ampio rumore strutturale diffuso sull’intero corpo nave, dall’altro verrebbe
compromessa seriamente l’integrità ed il corretto funzionamento dei
macchinari stessi. Per la realizzazione di tali basamenti si utilizzano, oltre ai
calcoli strutturali e simulazioni al computer, dati ed esperienze raccolte
sperimentalmente durante le “prove mare” della nave stessa e frutto
dell’esperienza maturata sulle navi precedentemente costruite. Un passo
ulteriore per limitare le vibrazioni trasmesse dai macchinari alla struttura è la
sistemazione di questi ultimi su resilienti, l’interposizione cioè di elementi
elastici (in gomma) tra motore e scafo associata al collegamento con flessibili
di tutti i tubi dei fluidi di servizio a punti fissi: la figura seguente (…) mostra un
esempio di un motore diesel sospeso su resilienti.

Figura 2: motore sospeso su resilienti con utilizzo di flessibili per le giunzioni da e per
l'impianto

A scopo esemplificativo il grafico contenuto in figura… riporta sull’asse delle


ascisse la frequenza di eccitazione e sull’asse delle ordinate i valori delle

18
Vibrazioni

accelerazioni misurate espresse in unità di rumore strutturale evidenziando le


differenze di eccitazione tra le zampe e la fondazione di un motore medio-
veloce.

Elastic Mounting – Diesel


Generator
140
ØDEGAARD & DANNESKIOLD-SAMSØE A/S

130
"Above"

120
Lv, dB re. 1nm/sec

110

100 "Below"

90

80
Improved

70
31,5 63 125 250 500 1K 2K 4K
Hz
3

La sistemazione di un motore su una semplice sospensione elastica,


dimensionata in modo tale che il sistema funzioni a gradi di risonanza elevati
per ottenere un soddisfacente livello di tranquillizzazione dinamica, consente
di ottenere i seguenti vantaggi:
 tranquillizzazione dinamica del motore;
 ridotta trasmissibilità delle forze eccitanti alla fondazione;
 ridotta trasmissibilità delle azioni eccitanti ad alta frequenza con la
conseguente riduzione del rumore strutturale.
Qualora ciò non fosse sufficiente si utilizza la sistemazione su doppia
sospensione elastica, cioè con il motore sospeso elasticamente su un
sottobase che a sua volta è sospesa elasticamente sulle fondazioni. In

19
Vibrazioni

genere l’uso di una doppia sospensione, rappresentata in figura…, permette


di raggiungere un isolamento dell’ordine di 30  40 dB, soprattutto alle medie
ed alte frequenze.

Quindi possiamo affermare che il RUMORE AEREO interessa solo i ponti


bassi, al di sopra della sola macchina.
Nelle zone alte, il rumore aereo interessa le zone intorno al casing, le AC
Station (dentro e fuori), le zone intorno ai machiari isolati, i ponti aperti.
Il RUMORE STRUTTURALE è molto più importante. Le vibrazioni, ai piedi
dei macchinari, con frequenze fino a 20 kHz, “salgono” lungo la nave, fanno
vibrare le pareti delle cabine e quindi causano rumore all’interno.

Le sorgenti più importanti sono:


1. motori diesel
2. motori elettrici
3. eliche
4. compressori del condizionamento

20
Vibrazioni

Figura 3:

Il calcolo revisionale viene fatto con queste sorgenti solo per il rumore
strutturale. Dal calcolo si deduce dove mettere:
a. il floating floor
b. il viscoelastico

21
Vibrazioni

Figura 4:

Anche per il casing si devono isolare le vibrazioni strutturali delle tubazioni,


per esempio con dei silenziatori.

sil

P
s

CASING

22
Vibrazioni

Nelle seguenti figure…possiamo vedere il rumore strutturale causato dai


motori diesel:

Figura 5:

Figura 6:

23
Vibrazioni

Figura 7:

Figura 8

24
Vibrazioni

Figura 9

25
Vibrazioni

Figura 10

26
Vibrazioni

Figura 11

27
Vibrazioni

SMORZAMENTO

NOTE SULLO SMORZAMENTO

F t 

k c

Prendiamo in considerazione una funzione del tipo

mx  cx  kx  F t  (4)

Se

F t   F0 sin  t

allora

xt   X sin  t   

dove

28
Vibrazioni


 
 1

k

 X  0 1  r  2r 
F 2 2 2  
 2

 (5)
tan   c
 k  m 2

con

X valore di picco dello spostamento [m]

 f
r  rapporto tra la frequenza eccitante e la frequenza naturale non
n f n
smorzata del sistema [-]

n
fn  frequenza naturale non smorzata [Hz]
2

k
dove n  [rad/s]
m

c
  rapporto di smorzamento o frazione di smorzamento critico (100  =
cc
percento dello smorzamento critico) [-]

dove cc è il coefficiente di smorzamento viscoso critico; è il più piccolo valore

di c per il quale la massa non eseguirà alcuna oscillazione se spostata dalla


sua posizione di equilibrio e rilasciata (in assenza di altre forze) [Ns/m]:
k
cc  2 m  2 km  2mn .
m
Infatti, dall’equazione (4), con F(t)=0, nel dominio del tempo, abbiamo la
soluzione xt   ce st ; quindi otteniamo

ms 2  cs  k  0

29
Vibrazioni

 c  c 2  4mk
2
c  c  k
s1, 2      
2m 2m  2m  m

2
 c  k k
Se  c    0 otteniamo cc  2m  2 km  2mn .
 2m  m m

 1
 1
 1

c
  FATTORE DI SMORZAMENTO
cc

Dall’equazione (5):

 a basse frequenze lo spostamento è controllato dalla molla, infatti

k F0
r 2  1   2   X  X STATICA
m k

 ad alte frequenze lo spostamento è controllato dalla massa, infatti

k F0 F0
r 2  1   2   X  X 2  A 
m m 2 m

30
Vibrazioni

 alla frequenza naturale non smorzata che è anche molto vicina alla
frequenza di risonanza del sistema smorzato per piccoli smorzamenti
(  2  1 ) si ha

  n e r 1

da cui

X ris k 1
Q (6)
F0 2

con X ris ampiezza dello spostamento per r  1 ed Q amplificazione alla

risonanza [-].

Dalla (6) otteniamo

F0 1 F 1c F 1 2 m n F0 m 2 F0
X ris    0 c  0   (7)
k 2 k 2c k 2 c k c c

essendo

n  
 k
 2 k  n  .
  m m

Lo smorzamento interessa la risposta alla risonanza.

X F0
Se adesso plottiamo  , otteniamo
X STATICO k

31
Vibrazioni

X
Q
X STATICO

1 
1 10 n

 X
 1  1
n X STATICO
 X k  n2
 1   
n X STATICO m 2  2
 X k 1 1
1   Q 
n X STATICO c n 2 

con  fattore di perdita.

MISURA DI  NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA

Se si plotta la (5), questa ha un massimo per r  1. Si può dimostrare che


2
X 2 prende metà del suo valore X ris ai cosiddetti punti a metà potenza (o

punti a -3 dB) che per piccoli smorzamenti corrispondono alle frequenze


1  n 1    e 2  n 1    .

32
Vibrazioni

Figura 12

  2  1  2 n

 f
Chiamiamo b    2
n fn


dove  si misura e è detta larghezza di banda a metà potenza.
n
Q
Sempre dalla (5), troviamo dove la funzione assume il valore (punti a
2
metà potenza):

Abbiamo, infatti:

33
Vibrazioni

1 Q 1
 
1  r   2 r 
2 2 2 2
2

r  r 2  4   1  8   0
4 2 2 2

r12  1  2 2  2 1   2 ; r22  1  2 2  2 1   2

Per piccoli valori di  si ha

r22  r12
 
4

2  1
Se si approssima n  si ha
2

22  12 2  1  2  1  1 2  1 


   
4 n 2  1 2 2 n

Siamo in grado, quindi, di misurare  .

SMORZAMENTO: RISPOSTA LIBERA DI UN SISTEMA AD UN GRADO DI LIBERTA’

Studiamo la risposta di un sistema ad un grado di libertà, in assenza di una


forzante esterna; ponendoci nelle condizioni di sistema meccanico
sottocritico ( C  C c   1)
La risposta del sistema nel dominio del tempo è:

x(t )  X 0 e wnt cos( wd t   )

con w d  w n 1   2  wn

34
Vibrazioni

N 2
I massimi della funzione avvengono per t N  t 0  , con N positivo.
wn

Si ricava, calcolando il rapporto fra il valore massimo della funzione a t 0 e

quello a t N :

xt0   X 0e  n t 0
 2n 
  n  t 0  
xtn   X 0e   n 

xt0 
 e 2N
xt N 

xt0  1 xt 
ed infine   log  2N e quindi   log 0  2 .
xt N  N xt N 

1° METODO: occorre forzare il sistema  dominio della frequenza


2° METODO: oscillazioni libere del sistema  dominio del tempo

Introducendo il livello di vibrazione:

x2 x a
Lx  10 log10 2  20 log  20 log (8)
xrif xrif arif

con   costante.

Si definisce come velocità di decadimento di Lx in un’oscillazione libera:

dLx
t    8.69 n  54.6f n [dB/s] (9)
dt

Si definisce come tempo di riverbero T60 il tempo necessario alla vibrazione

di decrescere di 60 dB:

35
Vibrazioni

60 1.10  dB 
T60     s
t  f n  dB  (10)
 s 

CONSIDERAZIONI ENERGETICHE

Prendiamo in considerazione la figura seguente

F t 

F
m
x x

Fs  kx Fc  cx

Possiamo scrivere:

x  X sin  t    (11)

quindi

x  X cos t   

36
Vibrazioni

mx 2  mX 2 2 cos 2  t   
1 1
E cin  (12)
2 2

kx  kX  sin  t   
1 2 1 2 2 2
E pot  (13)
2 2

La forza  Cx che agisce attraverso uno spostamento dx dissipa una


quantità differenziale di energia pari a

Cxdx  Cx 2 dt

L’energia dissipata per ciclo è pari a

D   Fc dx

cioè

2
D   Cxdx  C  dx  c  x 2 dt  C  X 2 2 cos 2  t   dt   C X 2
dx dt
dt dt (14)
0

Per   n e mn2  k abbiamo perciò

EVIBRAZ  Ecin  E pot (15)

1
Ecin,max  m 2 X 2 (16)
2

1 2
E pot ,max  kX (17)
2

37
Vibrazioni

LTOTALE  2 Ecin ,max  2 E pot ,max  kX 2 (18)

Definiamo come capacità di smorzamento  il rapporto fra l’energia


dissipata per ciclo e l’energia potenziale massima:

D
 (19)
E pot ,max

quindi

 CX 2 2C
   4 r .
1 2 k
kX
2

Definiamo inoltre come fattore di perdita o dissipazione  il rapporto tra


D
l’energia dissipata per radiante e l’energia potenziale massima:
2

D
2   CX    C  2 r
2

E pot ,max 2 1 kX 2 k (20)
2

Se siamo in risonanza, cioè quando   n e mn2  k possiamo scrivere

 D
   2
2 2E pot ,max (21)

RELAZIONE FRA LE MISURE DI SMORZAMENTO IN RISONANZA

38
Vibrazioni

 è definito in termini di quantità d’energia, per cui può essere applicato a


qualsiasi meccanismo di smorzamento, non solo a quello viscoso:

 c 2.20 t  1
  2  2    b
2 cc f nT60 27.3 f n  Q (22)

dove

 fattore di perdita, [-]


 capacità di smorzamento, [-]

c coefficiente di smorzamento viscoso, N s  m




cc coefficiente di smorzamento critico, N s
m

 frazione dello smorzamento critico, [-]
f n frequenza naturale, [Hz]

T60 tempo di riverbero, [s]

t velocità di decadimento, dB  s
 decremento logaritmico, [-]
b larghezza di banda a metà potenza, [-]
a amplificazione alla risonanza, [-].

RIGIDITA’ COMPLESSA

Se al consueto sistema massa-molla-smorzamento applichiamo una forza


puramente sinusoidale del tipo

F t   F0e i t ; x  Xe i t (23)

arriviamo a

39
Vibrazioni

  m  i C  k X  F
2
0 (24)

Questa espressione è equivalente a

  m  k X  F
2
0 (25)

Se definiamo

k  k  ik1 con k1   C , (26)

ricordando che

D
 2   C  2 r ,
E pot ,max k

quindi

 C k1
  , (27)
k k

cioè il fattore di perdita che corrisponde a un coefficiente di smorzamento


viscoso costante è proporzionale alla frequenza.
Possiamo riscrivere infine

k  k 1  i  (28)

Allora per un’eccitazione puramente sinusoidale, l’uso di una molla con


un’appropriata rigidità complessa è equivalente all’uso di una molla elastica e
uno smorzatore:

40
Vibrazioni

RIGIDITA’ IMMAGINARIA  SMORZAMENTO


RIGIDITA’ COMPLESSA  RIGIDITA’ + SMORZAMENTO
E 
pot Ediss 

Per i materiali abbiamo perciò

E  Er  iEi  Er 1  i  (29)

con

E modulo complesso di Young (elasticità)


Er modulo di immagazzinamento
Ei modulo di perdita.

In analogia con la (26), in cui è il fattore di perdita di un sistema (dato dal


rapporto tra la rigidità immaginaria e la rigidità reale), si definisce come
fattore di perdita di un materiale  , il rapporto tra la parte immaginaria del
modulo elastico e la parte reale dello stesso:

Ei
 (30)
Er

η
Materials
Steel, Aluminium, Brass < 10 3
Cast Iron  10 2
Special Coopper - Manganese Alloys  3  10 2
Plastic (construction material)  10 2  10 1
Glass Fibre Reinforced Polyester  10 2
Plexiglas  2  10 2

41
Vibrazioni

Concrete  10 2
Glass  10 3  10 2

Tabella 2:

η
Type of structure
3  10 3 f  500 Hz
Metal structures composed of a small
number of thick-walled parts (e.g. ship hull) 10 3 f  1000 Hz
Metal structures composed of many thick or
10 2
a few thin-walled parts (e.g. engine, car)

Metal structures composed of many thin- 5  10 2 f  500 Hz


walled components (small and complex
machinery) 10 2 f  1000 Hz

Tabella 3:

NOTE

Il modulo di elasticità è dato dal rapporto tra sforzo e deformazione


E

Se il materiale è sottoposto a carico dinamico (vibrazioni) si creano delle


azioni interne di carattere viscoso proporzionali alla velocità di vibrazione; di
conseguenza si avrà una differenza di fase tra lo sforzo (  ) e la
deformazione (  ).
Definiamo di conseguenza

E 0  E '  iE ''  E 1  id 

42
Vibrazioni

E ''
con d  '  tan  .
E

In condizioni di risonanza si ha

1 f
   ,
Q f0

dove

f intervallo di frequenza intorno alla risonanza in cui il livello scende di 3 dB


(dimezzamento d’energia)
f 0 frequenza di risonanza

Se prendiamo in considerazione un pannello, siamo in presenza di un


sistema ad n gradi di liberta’: occorre una grande cura nell’applicare gli
stessi concetti di un sistema ad un grado di liberta’.Infatti , per le misure di
smorzamento:
- a bassa frequenza  utilizzazione del modello ad un grado di
libertà  eccitare sinusoidalmente il modo (vicino alla risonanza) e
applicare quanto visto (3 dB di meno o Vmax/2  calcolo della metà
banda  misura di  )
- ad alte frequenze si eccitano più modi contemporaneamente e la
risposta vicino ad un picco può essere influenzata dalla risposta ad
altri picchi: chiaramente, in questo caso, non possono essere usate
tecniche di larghezza di banda etc.
- misure dirette della dissipazione di calore sono difficili e richiedono
apparecchiature sofisticate
La misura più usata nella pratica :spegnere l’eccitazione a larga banda e
misurare il tempo di decadimento.
Infatti :

43
Vibrazioni

2.20
(smorzamento)=  =
fT60
con

f =frequenza centrale di eccitazione

T60 =tempo necessario alla vibrazione per decrescere di 60 dB (1000000

di volte l’energia di vibrazione)

VISCOELASTICO

CARATTERISTICHE DELLE ISOLAZIONI VISCOELASTICHE

Tutte le applicazioni delle insolazioni viscoelastiche alle lamiere dei ponti,


delle paratie e delle varie strutture saranno effettuate dove necessario e
possibile.
È necessario per ottenere buoni risultati che le applicazioni delle insolazioni
viscoelastiche siano eseguite a regola d’arte tenendo presente anche quanto
riportato di seguito circa alcune nozioni relative alla costituzione di detti
materiali ed alle loro particolari applicazioni. Il materiale viscoelastico può
essere applicato a strato libero oppure a strato vincolato con lamiera di
costrizione.

EFFETTI DEL VISCOELASTICO

44
Vibrazioni

F
1. provoca un aumento delll’impedenza meccanica del supporto in
V
seguito all’aumento della massa
2. causa uno scostamento delle frequenze proprie del supporto
3. determina un’attenuazione rapida delle vibrazioni libere del sistema
eccitato da impulsi o urti
4. determina un’attenuazione dei fenomeni di risonanza
5. produce una riduzione del rumore aereo irradiato 10logσ , con
σ :coefficiente d’irradiazione

SMORZAMENTO A STRATO LIBERO

Per aumentare il fattore di perdita di una lamiera che altrimenti è molto


basso, si può incollare su di essa uno strato libero (cioè non ricoperto) di
materiale ad elevato fattore di perdita, ad esempio materiale viscoelastico.
Durante la vibrazione flessionale la lamiera provoca nello strato viscoelastico
l’immagazzinamento di energia di deformazione a causa della flessione e
dell’allungamento che su di esso induce.
Esprimendo il fattore di perdita del pannello composito in funzione delle
caratteristiche geometriche e dei materiali di cui è costituito si ha:

1
ηt  ηmat
h13
E1 h2
1
E2 h2  12h122
2

ovvero

1
ηt  ηmat
1
1

e2 s2 3  6 s2  4 s22 
45
Vibrazioni

in cui

ηmat è il fattore di perdita del materiale smorzante

E2
e2  è il rapporto tra i moduli di elasticità lineare rispettivamente del
E1

materiale smorzante, E2 , e della lamiera, E1


h2
s2  è il rapporto tra gli spessori rispettivamente del materiale smorzante,
h1

h2 , e della lamiera, h1
h1  h2
h12  è la distanza tra gli assi neutri dei due strati
2

la rappresentazione grafica della relazione sopra indicata è riportata nel


diagramma seguente:

46
Vibrazioni

Le equazioni ed ilo diagramma riportati valgono nell’ipotesi, soddisfatta nella


maggioranza delle situazioni pratiche, in cui:

ηmat  e2 s2  1

Il diagramma, inoltre, mostra che il fattore di perdita totale della lamiera


rivestita è proporzionale a quello del materiale viscoelastico, e cresce al

47
Vibrazioni

E2 h
crescere del rapporto e2  e/o al crescere del rapporto s2  2 ; se s2 e/o
E1 h1

e2 diventano molto grandi, ηt si avvicina ad ηmat .


La tabella di seguito riportata mostra moduli di perdita di alcuni materiali.

E2 e E2 2 sono misurati in dine ,


cm 2

dove 1010 dine  10 9 N  10 4 kg .


cm2 m2 cm2
Il materiale viscoelastico a strato libero, può essere spruzzato o spalmato
sulla superficie da trattare e quindi lasciato asciugare a temperatura
ambiente. In alcuni casi è disponibile in fogli che di conseguenza possono
essere preventivamente sagomati e dotati di opportuno strato adesivo.

48
Vibrazioni

Un rivestimento smorzante esplica la maggiore efficacia in zone ad elevato


momento flettente e quindi i migliori risultati si ottengono quando il materiale
viene applicato a strutture relativamente sottili e poste in vibrazione a
frequenze prossime a quelle di risonanza.
I trattamenti smorzanti con materiale viscoelastico a strato libero hanno
quindi il miglior campo di applicazione per lo smorzamento di piccolo
spessore: 2  4 mm per l’acciaio e 6  8 mm per la lega leggera; per strutture
di grosso spessore si usano invece trattamenti a strato vincolato.
Il trattamento si rivela inefficace, inoltre, nel caso in cui le vibrazioni prodotte
nella struttura rivestita non corrispondano alla frequenza naturale della
struttura stessa.
Il rivestimento smorzante si rivela inefficace, inoltre, a frequenze molto
basse.

SMORZAMENTO A STRATO VINCOLATO

Lo smorzamento a strato vincolato è il trattamento in cui uno strato del


materiale smorzante viene compreso tra la struttura vibrante di base ed uno
strato vincolante aggiunto.
Durante le alternanze (vibrazioni), lo strato smorzante è sottoposto a
periodiche sollecitazioni di taglio che sono la causa principale della
dissipazione di energia.
Nel seguito gli indici 1,2,3 indicheranno rispettivamente la struttura base, lo
strato smorzante viscoelastico e lo strato di costrizione.
Se il prodotto f  H 2  3000 [Hz cm] (come quasi sempre in pratica), il fattore
di perdita complessivo del pannello può essere spresso nella seguente
forma:

 2YX

1  2  Y X  1  Y 1   22 X 2

49
Vibrazioni

dove si può notare come esso sia in funzione, oltre che di  2 , anche di altri
due parametri fondamentali dimensionali:
Y parametro geometrico;
X parametro di taglio.
Il “parametro geometrico Y ” è un elemento utile nei calcoli in quanto è
funzione solamente delle dimensioni e dei moduli di elasticità dei tre strati:
esso può essere ricondotto alla:

3e3h3 1  2h2  h3 
2
Y

1  e3  h3  1  e3  h33 

In pratica Y assume un ben determinato valore per ogni singolo trattamento


smorzante ed è indipendente dalla frequenza.
Per ottenere il massimo valore di Y si può agire in tre modi:
E3 H 3
 aumentare e3h3  ;
E1 H1

H2
 aumentare h2  ;
H1

H3
 aumentare h3  .
H1
Il “parametro di taglio X ” è una grandezza che dà invece un’indicazione
della capacità di trasmissione delle vibrazioni dello strato viscoelastico. Esso
si può, con buona approssimazione, esprimere come segue:

G2  1 1  B1
X   
H 2  E1 H1 E3 H 3  1

dove

50
Vibrazioni

G2 : modulo di elasticità tangenziale del materiale viscoelastico, definito


come il rapporto tra lo sforzo  per unità di area agente lungo le superfici e

l’angolo di scorrimento  , tale per cui G  ;

 : frequenza angolare [rad/s]
B1 : modulo di rigidezza a flessione, definito come prodotto tra il modulo di
Young E e il momento d’inerzia della sezione J , oppure anche come
rapporto tra il momento applicato ad una sezione e la sua relativa curvatura
EH 3
;
12
 : massa della sezione unitaria dello strato 1.
Il fattore di perdita  ha un massimo in corrispondenza di un determinato
valore di X .
È di notevole importanza, pertanto, ricavare il valore di X per cui si ha il
massimo effetto smorzante del pannello composto.
Esso vale:
1
X max 

1  Y  1   22 

e per tale valore di X ,  assume il suo valore massimo:

 2Y
 max  .
2
2 Y 
X max

A titolo esplicativo si riporta di seguito un esempio di calcolo di diminuzione


di rumore dovuto ad una applicazione di un particolare materiale
viscoelastico (Dyad) applicato a strato vincolato.

51
Vibrazioni

Figura 13

Tale antirombo a carattere viscoelastico è esclusivamente impiegato in


sistemi a strato vincolato e per esso sono stati già ricavati dei diagrammi che
ne facilitano le applicazioni pratiche.
Qui di seguito si rammentano alcune grandezze fondamentali.
Lo smorzamento  di un sistema è riconducibile ad una funzione di tre
variabili:

  f  2 , X , Y 

dove

 2 : fattore di perdita dello strato viscoelastico;


X : parametro di taglio;
Y : parametro geometrico.
Il parametro di taglio X è invece esprimibile secondo un’espressione del
tipo:
X  k  f  X , Y , 2 

dove k è una costante, oppure secondo la seguente:

52
Vibrazioni

X
k 0
f  X , Y , 2 

in tal modo una volta che Y ,  2 , e k sono fissati, c’è una sola soluzione per
l’equazione precedente.
Per la risoluzione è stato impiegato un calcolatore: vennero stabiliti i valori di
 2 , k , e Y in modo da ricavare prima quello di X e successivamente quello
del rapporto di smorzamento percentuale (  ).

Il procedimento venne ripetuto per svariati valori di k , Y ,  2 e ed i risultati


sono riprodotti nei diagrammi di Figura 14.

Figura 14

Per impiegare tali grafici è quindi necessario conoscere  2 , k , e Y . Mentre

 2 dipende dalle proprietà fisiche del polimero, il parametro geometrico Y


dipende dal tipo di materiale degli strati 1 e 3 e dalla geometria del sistema:

53
Vibrazioni

3e h 1  2h2  h3 
2
Y 3 3

1  e3  h3  1  e3  h33 

dove

H2 H E
h2  ; h3  3 ; e3  1 .
H1 H1 E3

L’equazione è riportata nei diagrammi di Figura 15, rispettivamente per


composti acciaio-acciaio ( e3 =1) e per composti alluminio-acciaio ( e3 =0.33).

Figura 15

La costante k , infine, si può ricondurre ad un’espressione di tipo

 f h3 
G2 1
k 
f H2

54
Vibrazioni

dove

G2 : modulo di taglio del materiale viscoelastico;


f : frequenza;

f h3  : funzione riportata in Figura 16.

Figura 16

Se consideriamo
H1 =6 mm acciaio
H 2 =1 mm Dyad
H 3 =1 mm accaio

Per il Dyad 606 G2 =204 kg/cmq=2900psi (per t<60°)

 2 =1.20
H2
h2  =1/6=0.166
H1

55
Vibrazioni

H3
h3  =1/6=0.166
H1

E1
e3  =1
E3

Dalle figure si ha:


figura 1 Y =0.6
figura 2 f h3   2.6  10 3

2900 1 188.5
 f h3  
G2 1
k    2.6  10 3 
f H2 f 0.04 f

Alla risonanza t  2 . Ricordando che la diminuzione della vibrazione della

t
lamiera è L  20 log si possono calcolare i valori del taglio alle varie
1
frequenze.

H2 31.5 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000


k 6 3 1.5 0.7 0.37 0.188 0.09 0.047 0.02
% 0.006 0.018 0.036 0.04 0.041 0.021 0.001 0.008 0.004
t  2 0.012 0.036 0.072 0.08 0.082 0.042 0.022 0.016 0.008
t
L  20 log - 5 17 22 28 23 21 18 12
1

1 0.025 0.02 0.01 0.006 0.003 0.0028 0.002 0.002 0.002


t
- 1.8 7.2 13 27 15 11 8 4
1

PAVIMENTI FLOTTANTI

56
Vibrazioni

I pavimenti flottanti sono il mezzo piu’ potente per combattere la


propagazione del rumore strutturale; mentre ,infatti, con i pavimenti
viscoelastici si e’ in grado di smorzare le vibrazioni dei ponti ed il guadagno
e’ , in media, di circa 3-6 dB(A), con l’uso di questi pavimenti , che
disaccoppiano (le vibrazioni ) il ponte dalle pareti delle cabine, il guadagno ,
in media, e’ di circa 8-13 dB(A).

La corretta messa in opera dei pavimenti “galleggianti” e’ la chiave di volta


per il conseguimento dei guadagni relativi al rumore nelle cabine
interessate:e’ fondamentale che tutte le pareti della cabina siano “sopra” il
pavimento per disaccoppiare le vibrazioni del ponte rispetto quelle delle
pareti delle cabine .Tutte le pareti , dunque, devono “galleggiare” sui floating
floor : una non corretta messa in opera vanifica l’uso di questo pavimento
speciale che rimane l’arma piu’ usata per il rumore strutturale.

57
Vibrazioni

58
Vibrazioni

Metodi di analisi del rumore strutturale

3.1 Introduzione

Oggigiorno progettare strutture caratterizzate da basso rumore `e sempre piu


importante per competere sul mercato, e non `e raro che al progettista venga
chiesto di effettuare uno studio previsionale di quello che sara’ il rumore
strutturale di una determinata struttura. Per farlo, `e necessario analizzare
tuttele sorgenti di eccitazione e le loro interazioni con le strutture, nonche’ le
vieattraverso cui il rumore pu`o propagarsi. Mentre per il suono aereo
esistono oramai metodi ben collaudati, per il rumore strutturale si `e ancora in
unafase di intensa ricerca e sviluppo. Poiche’ il rumore si propaga per lunghe
distanze all’interno delle navi, a causa del basso smorzamento offerto dalla
struttura in acciaio saldato, per affrontare il problema `è allora importante
disporre di metodi analitici che siano in grado di trattare sia singole parti
della struttura che tutta essa. Le tecniche di decomposizione delle strutture
permettono di calcolare le caratteristiche di quella che sara’ la struttura
assemblata(nel nostro caso saldata) analizzando le proprieta’ delle sue
singole parti. Il metodo viene di seguito presentato `e quello cosiddetto della
mobilita` che sfrutta sia la decomposizione delle strutture che i dati
determinati sperimentalmente.

3.2 Impedenza meccanica


Consideriamo un sistema ad un grado di libert`a, con una massa m vincolata
attraverso una molla di costante elastica k, su cui agisce una forza F.

k
x
m

59
Vibrazioni

Detto x lo spostamento e .x la velocit`a angolare si avr`a, con ovvio


significato dei simboli, che l’equazione di moto del sistema sar`a:

.
.
mx k F

Dove x  Xoe jwt


F  Foe jwt

Velocita’ e spostamento si ricavano agevolmente dall’espressione dei x


come:

. dx
v= x   ( jw) X 0e jwt  jwx
dt
.. d2 x ..
a= x   ( jw) 2
X 0 e jwt
= jw x
d t2
Queste espressioni consentono di scrivere :
a
v  jwx 
jw

Possiamo definire l’impedenza meccanica Z come il rapporto tra forza e la


velocita’:
F
Z
v
Mentre la mobilita’ meccanica e’ il suo inverso :

v
M  Z 1 
F
Intuitivamente si puo’ pensare all’impedenza come al corrispettivo dinamico
della rigidezza, mentre la mobilita’ e il corrispettivo dinamico della
deformabilita’. Se consideriamo due punti i e j di una struttura si puo’
distinguere tra:

60
Vibrazioni

• Impedenza diretta, definita come la funzione di risposta in frequenza


data dal rapporto tra la forza eccitante agente nel punto i e la velocita’
della risposta nello stesso punto i
Fi
Z ii 
vi

• Impedenza di trasferimento, definita come la funzione di risposta in


frequenza data dal rapporto tra la forza eccitante nel punto i e la
corrispondente velocita’ della risposta nel punto j

Fi
Z ij 
vj

61
Vibrazioni

62
Vibrazioni

ESERCIZIO 1

Al sistema di figura inizialmente a riposo, viene impressa una velocità di 4


m/s. determinare il moto e come varia la velocità del corpo ( xt  cioè e x t  ).
N s
c =0.85
m
N
k =25
m
W =0.92 N (peso)

c k

eq. moto: mx  cx  2kx  0

x  e nt  A cos  d t  B sin  d t 

k 50 0.92
n    22 rad/s con m 
m m 9.81
c 0.85
    0.181
2m n  0.92 
2   22
 9.81 

 d  1   2 n  22 1 0.1812  21.6 rad/s

Sostituendo questi valori nell’equazione otteniamo:

x  e 3.98 t  A cos 21.6t  B sin 21.6t 

63
Vibrazioni

x  3.98e 3.98 t  A cos 21.6t  B sin 21.6t   21.6e 3.98 t  A sin 21.6t  B cos 21.6t 

Per t  0 , x  0  A  0
4
t  0 , x  A  B   0.185
21.6

quindi

x  0.185e 3.98 t sin 21.6t


x  e 3.98 t 4 cos 21.6t  0.737 sin 21.6t 

ESERCIZIO 2

Calcolare la risposta transitoria e di regime stazionario del corpo descritto


nell’esercizio 1 se sul corpo agisce una forza F0 sin t  10sin 15t .

Il transitorio è:

xc  e 3.98 t sin 21.6t    con   tan 1


B
A

La risposta in regime stazionario:

10
sin t    sin 15t   
F0
xp 
k  m   c 
2 2 2

 50 
0.92  15 2

2

  0.85  15 2
 9.81 
 0.3366 sin 15t    0.337 sin 15t  28

64
Vibrazioni

 15
2 2  0.18
n 22  28 .
essendo   tan 1 2
 tan 1 2
   15 
1    1  
 n   22 

La risposta totale è:

x  xc  x p  Ee 3.98 t sin 21.6t     0.337 sin 15t  28

t  0  x  0 E sin   0.337 sin  28  0

t  0  x  4 E 3.98 sin   21.6 cos    0.33715  cos 28  0

risolvendo

E  0.176
  65

e quindi x  xc  x p  0.176e 3.98 t sin 21.6t  65  0.337 sin 15t  28 .

ESERCIZIO 3

L’ampiezza delle oscillazioni del sistema in figura si riduce al 25% del valore
iniziale dopo 5 cicli consecutivi di moto. Determinare il coefficiente di
smorzamento c , se k =1.66 N/m e m =0.31 kg.

65
Vibrazioni

t1 ts

xc  Ce nt sin d t   

In ciclo l’ampiezza è massima quando sin d t     1 .

Si ha:

x1  Ce n t1 e x2  Ce nt2
 2  
n   2
x1  
 en t2 t1   e  d   e 1 2

x2

dove t 2  t1  è la differenza di tempo tra due oscillazioni consecutive ed è

anche il periodo di oscillazione, d   n 1   2 .

66
Vibrazioni

x1 2 
log  
x2 1  2

dove  : decremento logaritmico

Poiché c  2 km , basta conoscere il rapporto fra 2 ampiezze consecutive


oppure  per conoscere  e quindi c .

Nel nostro caso

x1  x1  x2  x3  x4  x5 
      
xc  x2  x3  x4  x5  x6 

x  x  x  x  x 
log 4  log 1   log 2   log 3   log 4   log 5   log 4  5
 x2   x3   x4   x5   x6 

  0.28  2    0.044
1  2

N s
ed infine c  2 km  2  0.044 1.66  0.31  0.063 .
m

67

Potrebbero piacerti anche