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Lezione n.1
Parole chiave:
Equilibrio. Pressione,
temperatura, calore,
lavoro, energia. Variabili
intensive ed estensive
Corso di Laurea:
Scienza e Ingegneria
dei Materiali
Insegnamento:
Termodinamica dei
materiali –
mod. Termodinamica
macroscopica
Email Docente:
mensitie@unina.it
A.A. 2019-2020
Libri di testo
Libri di testo
- Energia interna: quella parte di energia di una sostanza che è associata con i movimenti, le
interazioni ed i legami dei suoi atomi/molecole costituenti.
- Energia esterna: quella parte di energia associata alla velocità e posizione del centro di
massa del sistema (energia cinetica e potenziale)
La termodinamica è una scienza macroscopica: essa si interessa dei cambiamenti medi che
avvengono in un enorme numero di molecole piuttosto che del dettaglio dei cambiamenti che
avvengono in una singola molecola. Per questo motivo noi studieremo le relazioni tra
l’energia interna di una sostanza e altre sue variabili macroscopiche, quali temperatura
(legata alla entità dei moti molecolari) e la densità (che è una misura media di quanto le
molecole siano ‘impacchettate’ e, quindi, determina il livello medio di interazione molecolare).
- Energia totale: l’energia totale di una sostanza è la somma della sua energia interna e
della sua energia esterna (cioè cinetica e potenziale).
I problemi della termodinamica
I cambiamenti di cui ci interesseremo sono quelli che avvengono in una specifica regione
dell’universo (un certo volume o una certa quantità di materia) che noi chiameremo sistema.
Tutto il resto dell’universo è l’ambiente esterno.
- Stato: con il termine stato ci riferiremo allo stato termodinamico di un sistema così come
caratterizzato dalla sua densità, dall’indice di rifrazione, dalla composizione, dalla pressione,
dalla temperatura o da altre variabili (variabili di stato). Esso ha a che vedere solo con lo stato
fisico del sistema di interesse e solo da esso dipende. Variabili che non dipendono SOLO dallo
stato fisico del sistema non possono essere considerate come variabili di stato (ad es. la
velocità). Si può definire lo stato del sistema e, sotto alcune ipotesi (principio di azione
locale), si può definire anche lo stato locale in un punto all’interno del sistema.
- Fase: lo stato di aggregazione di un sistema (ad es. liquido, solido, gassoso) verrà
definito come la sua fase. La fase è una regione dello spazio in cui lo stato locale del sistema sia
una funzione non discontinua della posizione.
I problemi della termodinamica
- Sistema aperto: si dice aperto un sistema verso il quale e/o dal quale la massa possa fluire.
- Sistema chiuso: si dice chiuso un sistema verso il quale e/o dal quale la massa non possa
fluire.
I problemi della termodinamica
Sistema adiabatico: è un sistema parzialmente isolato, nel senso che non ci sono flussi di
calore e di massa verso il o dal sistema stesso, ma può essere in contatto meccanico con
l’esterno, scambiando con esso energia sotto forma di lavoro.
-Sistema isolato: è un sistema che è chiuso ai flussi di massa ed energia (in forma di calore
e/o lavoro) e che pertanto non cambia in conseguenza di cambiamenti esterni.
- Sistema in stato stazionario: è un sistema che può essere aperto a flussi di massa, calore e
lavoro, ma in modo tale che le proprietà del sistema non cambiano nel tempo.
- Processo ciclico: è un processo che segue un cammino (termodinamico) periodico nel senso
che il sistema ha le stesse proprietà in ciascun istante del ciclo che esso aveva in istanti di
tempo di cicli precedenti o che avrà in istanti di tempo di cicli successivi, nel caso in cui tali
istanti di tempo considerati differiscano di uno o più ‘periodi’ temporali caratteristici del ciclo
stesso.
Possono definirsi anche sistemi aperti rispetto ai soli flussi di calore od al lavoro.
Il Sistema Internazionale (SI) delle Unità di Misura
Il Sistema Internazionale (SI) delle Unità di Misura
Il Sistema Internazionale (SI) delle Unità di Misura
2
Il Sistema Internazionale (SI) delle Unità di Misura
I problemi della termodinamica
EQUILIBRIO
Se un sistema non è soggetto a flussi forzati continui di massa e calore o a lavoro esso
evolverà verso uno stato invariante nel tempo in cui non vi sono né flussi esterni né flussi
interni di calore o di massa, non vi sono gradienti di temperatura e nessun
cambiamento di composizione derivante da reazioni chimiche. Tale stato del sistema si
dice stato di equilibrio.
La natura precisa di tale stato dipende sia dal carattere del sistema che dai vincoli imposti
sul sistema dall’ambiente esterno e dal suo contenitore (per esempio un contenitore a volume
costante fissa il valore del volume, un bagno termostatico fissa la temperatura del sistema).
CLASSI DI PROBLEMI
Esistono due classi generali di problemi che sono di interesse per la termodinamica:
LO STATO DI EQUILIBRIO
• Tutti i flussi (di calore, materia o lavoro) sono nulli, sia all’interno del sistema che
tra il sistema e l’ambiente esterno
LO STATO DI EQUILIBRIO
Se dall’esterno si impongono dei flussi costanti nel tempo il sistema può evolvere verso uno
stato invariante nel tempo (sistema ‘forzato’) che però non è uno stato di equilibrio bensì uno
stato stazionario. I sistemi non forzati raggiungono l’equilibrio in quanto tutti i flussi spontanei
che si verificano in natura tendono a dissipare le forze spingenti che li generano.
Un sistema isolato o un sistema sul quale l’ambiente esterno impone il valore della
temperatura, pressione o volume , evolvono naturalmente verso uno stato di
equilibrio. Infatti, ogni sistema in cui non vi siano flussi forzati evolverà, se gli si
fornisce tempo sufficiente, verso uno stato di equilibrio.
I flussi che nascono naturalmente e guidano il sistema verso l’equilibrio si dicono flussi
naturali mentre i flussi imposti sul sistema dall’ambiente esterno si dicono flussi forzati.
Lo stato di equilibrio
E’ utile distinguere tra due tipi di stati di equilibrio, in relazione alla loro risposta a piccoli
‘disturbi’.
Supponiamo che un sistema all’equilibrio sia sottoposto ad un piccolo ‘disturbo’ che venga poi
rimosso (ad esempio una fluttuazione di temperatura od un impulso di pressione). Se il sistema
ritorna al suo stato di equilibrio iniziale allora questo stato del sistema si definisce stabile
rispetto a piccoli disturbi. Se, invece, il sistema non ritorna al suo stato iniziale, quello stato
allora si dice instabile.
1)un sistema dove non ci sono flussi forzati evolverà verso uno stato di equilibrio
sono evidenza del carattere unidirezionale dei processi naturali. Possiamo pertanto
introdurre come principio generale che la direzione dei processi naturali è tale che i sistemi
evolvono verso uno stato di equilibrio e non via da essi.
Lo stato di equilibrio
PRESSIONE
Quando parleremo di pressione ci riferiremo sempre alla pressione assoluta. In alcuni casi si
usa la pressione relativa (rispetto a quella atmosferica), il cui valore può anche essere
negativo. La condizione che un sistema sia in equilibrio meccanico di fatto si traduce in una
restrizione sul valore che la pressione del sistema può assumere.
Pressione, temperatura ed equilibrio
Mw M p
Pg g
A
Pressione, temperatura ed equilibrio
TEMPERATURA
Il concetto di temperatura è più astratto. La sua definizione è basata sul concetto di equilibrio
e collegata al contenuto di energia del sistema. Infatti, l’origine formale della definizione di
temperatura è nell’equilibrio termico. Infatti la temperatura viene definita come quella
proprietà del sistema che, se ha lo stesso valore per due sistemi qualunque, indica che tali
sistemi sono in equilibrio termico se sono in contatto o lo sarebbero se fossero posti in contatto.
Nell’introdurre una scala termodinamica di temperatura, dobbiamo tener conto che essa
deve essere generale e non deve dipendere dalle specifiche proprietà di un fluido (come ad
esempio il volume specifico del mercurio allo stato liquido).
PV A R
Pressione, temperatura ed equilibrio
A ed R sono delle costanti. Possiamo definire, sulla base dell’equazione precedente, una nuova
temperatura, T:
A
T PV RT (1)
R
La scala definita dall’eq. 1 è una scala assoluta ( T 0 ).
Per completare la definizione della scala, bisogna ora assegnare un valore alla costante R.
Possiamo procedere in due modi:
b) Scegliamo due punti riproducibili che hanno una sensazione di calore diversa e decidiamo
arbitrariamente quante unità di temperatura corrispondono alla differenza del valore del
prodotto PV in questi due punti prefissati. Tipicamente tali due punti sono il punto di
solidificazione dell’acqua ad 1 atm e la temperatura di ebollizione dell’acqua ad 1 atm.
La seconda opzione è quella che si utilizza. A questo punto bisogna decidere quante unità di
temperatura corrispondono alla differenza dei valori misurati per il prodotto tra pressione
assoluta e volume specifico del gas. La scelta di 100 unità ( o gradi) porta alla definizione della
scala Kelvin.
Pressione, temperatura ed equilibrio
Possiamo ora valutare R. La cosa importante per la formulazione di una scala universale
di temperatura è che la costante R e, quindi, le scale di temperatura determinate in
tale modo, sono le stesse qualunque sia il gas a bassa densità prescelto.
Di seguito sono riportati i valori di R in unità SI
Pressione, temperatura ed equilibrio
Le scale Celsius e Fahrenheit sono legate a quella Kelvin dalle seguenti relazioni:
T ( K ) T ( C ) 273.15
T ( F ) 459.67
T( K )
1.8
Nel seguito adotteremo la scala assoluta Kelvin (dimostreremo nella ‘lezione 9’ che tale scala è
una scala termodinamica universale assoluta).
Il prodotto PV è una proprietà termometrica, nel senso che ad ogni suo valore corrisponde
una sola temperatura. Un termometro basato su tale proprietà è, però, difficile da utilizzare,
pertanto si usano in genere altre proprietà termometriche di altri materiali come, ad es., il
volume specifico del mercurio liquido o la resistenza elettrica di un filo di platino. Tali
strumenti vanno calibrati tenendo conto delle peculiarità della tipologia di strumento adottato
(ad es. il volume specifico del mercurio varia in modo leggermente non lineare con la
temperatura ed il diametro del capillare potrebbe non essere uniforme).
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
CALORE, LAVORO E CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
CALORE
La temperatura di una sostanza è legata in modo diretto alla sua energia interna e, in
particolare, all’energia dei moti molecolari. Se consideriamo due sistemi in contatto termico tra
loro, ma entrambi isolati dall’ambiente esterno, che si trovino a due temperature diverse, essi si
porteranno in uno stato di equilibrio alla stessa temperatura: nell’approccio all’equilibrio il
sistema più caldo si raffredda ed il più freddo si riscalda.
Quello che è successo è che energia si è trasferita dal corpo più caldo a quello più freddo:
questo trasferimento di energia per solo effetto di una differenza di temperatura si
dice flusso di calore.
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
CALORE, LAVORO E CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
LAVORO
ENERGIA ELETTRICA
Come giustificheremo tra poco, noi considereremo il flusso di energia elettrica come una
forma di lavoro.
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
uno specifico ammontare di energia può sempre essere utilizzato per determinare lo
stesso incremento di temperatura in una data massa di acqua, indipendentemente dal
fatto che questa energia sia trasferita nella forma di lavoro meccanico, lavoro elettrico
o calore.
La tabella nella slide seguente prova tale affermazione. In tale tabella sono riportati alcuni
esperimenti in cui si misura l’ammontare di energia spesa per portare l’acqua contenuta in
contenitore adiabatico dalla temperatura T1 a quella T2. Ci aspettiamo, dunque, che questa
energia (valutata dopo le opportune correzioni) sia esattamente la stessa in tutti i casi.
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
Forma nella quale Meccanismo utilizzato Forma di energia Metodo usato per Correzioni da fare per
l’energia viene fornita al misurare l’ammontare calcolare
trasferita all’acqua meccanismo di energia fornita al correttamente l’energia
sistema fornita al sistema
(1) Energia meccanica Agitazione con palette Energia elettrica Prodotto di voltaggio, Perdita di energia elettrica
mosse da un motore corrente e tempo nel motore e nel circuito.
elettrico Incremento di T delle pale
dell’ agitatore
(2) Energia meccanica Agitazione con palette Energia meccanica Cambio nell’energia Incremento di T delle pale
mosse da una puleggia potenziale del peso dell’agitatore
ed un peso in caduta (prodotto della massa, del
cambio di altezza e di g)
(3) Flusso di calore Energia elettrica Energia elettrica Prodotto di voltaggio, Incremento di T del
convertita in calore in corrente e tempo resistore e perdite
un resistore elettriche del circuito
(4) Flusso di calore Energia meccanica di un Energia meccanica Cambio nell’energia Incremento di T degli
peso in caduta potenziale del peso elementi di frizione
convertita per frizione in (prodotto della massa, del
calore cambio di altezza e di g)
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
Dalla comparazione dei primi due esperimenti con il terzo ed il quarto, concludiamo che c’è una
equivalenza tra l’energia meccanica (ovvero lavoro) e calore. Infatti precisamente lo
stesso ammontare di energia è richiesto per produrre un prefissato incremento di
temperatura della massa d’acqua, indipendentemente dal fatto che l’energia sia
fornita come calore o lavoro.
Inoltre, dal momento che sono state utilizzate sia sorgenti di energia meccanica che elettrica,
sussiste una equivalenza similare tra energia meccanica ed elettrica e, quindi, tra le
tre forme di energia.
L’energia fornita all’acqua negli esperimenti descritti prima è servita per incrementare la
temperatura, e quindi l’energia molecolare, dell’acqua. Conseguentemente l’energia fornita al
sistema è ora presente come incremento di energia interna.
Possiamo allora considerare di recuperare tale energia facendo ritornare l’acqua allo stato
iniziale, ad esempio riscaldando un pezzo di metallo. Se facessimo tale esperimento, ci
renderemmo conto che la temperatura raggiunta dal pezzo di metallo è proprio la stessa che
raggiungeremmo se utilizzassimo la stessa energia elettrica o meccanica utilizzata per
incrementare la temperatura dell’acqua. Pertanto, l’energia totale si è conservata nel
processo.
L’osservazione che l’energia si è conservata in tale esperimento è solo un esempio del principio
generale di conservazione dell’energia che si basa su una tipologia molto più ampia di
esperimenti.
Il principio, nella sua forma più generale, afferma che:
Dobbiamo ora fare una osservazione estremamente importante. Abbiamo visto come sia
possibile recuperare interamente come calore l’energia fornita all’acqua. Tuttavia non c’è alcun
processo o dispositivo grazie al quale sia possibile convertire tutta l’energia interna
aggiunta all’acqua in energia meccanica riportando il sistema e l’ambiente esterno
nelle condizioni iniziali, benchè l’incremento di energia interna sia stato determinato
dalla fornitura di sola energia meccanica al sistema.
In generale, solo una porzione dell’incremento di energia interna può recuperarsi come
energia meccanica, il resto viene recuperato nella forma di calore.
- Energia termica: per indicare energia nella forma di energia interna e calore
Tale distinzione nasce dall’osservazione sperimentale che in ogni processo ciclico (cioè un
processo che alla fine del ciclo riporta sia il sistema che l’ambiente esterno agli stessi stati che
avevano all’inizio del ciclo) , mentre, in linea di principio, ogni forma di energia meccanica
può completamente convertirsi in altre forme di energia meccanica o termica, solo una
frazione dell’energia termica può convertirsi in energia meccanica.
Inoltre, solo una frazione di energia termica può essere convertita in energia meccanica
in ogni processo in cui l’unico cambiamento per il complesso costituito dal sistema e
dall’ambiente esterno sia la conversione di energia termica in meccanica .
Calore, lavoro e conservazione dell’energia
Le unità di misura che adotteremo per il lavoro sono newton-metri (N m) che sono uguali ai
joules (J).
Ovvero, dalla formulazione di lavoro come prodotto di pressione e variazione di volume, come
pascal-metri3 (Pa m3)
Il calore non ha una definizione meccanica e viene definito sperimentalmente. La caloria, unità di
misura del calore, viene definita come l’ammontare di calore richiesto per incrementare la
temperatura di 1 grammo di acqua da 14.5 a 15.5 °C. Tuttavia tale definizione porta a valori
diversi della caloria al migliorarsi delle tecniche di misura calorimetriche. Pertanto si preferisce,
sfruttando l’equivalenza calore-lavoro, utilizzare anche per il calore il joule (J) che corrisponde a
0.2390 calorie.
Variabili intensive ed estensive, equazioni di stato
Ci poniamo ora la domanda: quante (al minimo) e quali sono le proprietà di un sistema
all’equilibrio che debbono essere specificate affinchè tutte le altre sue proprietà
siano fissate? (trascurando effetti superficiali)
Relativamente alla quantità, cioè quante proprietà di equilibrio sono necessarie per specificare
lo stato di equilibrio di un sistema, possiamo rispondere solo sulla base dei risultati degli
esperimenti. Ad esempio, un‘importante osservazione sperimentale è che un sistema
all’equilibrio monofasico e monocomponente (in assenza di campi gravitazionali,
elettrici e magnetici) è completamente specificato se sono note la sua massa ed altre
due proprietà termodinamiche.
Variabili intensive ed estensive, equazioni di stato
VARIABILI INTENSIVE: il loro valore non dipende dalla massa totale del sistema. Es.
temperatura, pressione.
VARIABILI ESTENSIVE: il loro valore dipende dalla massa totale del sistema. Es.
volume, energia totale.
EQUAZIONI DI STATO
Da quanto detto in precedenza discende che, almeno in linea di principio, all’equilibrio devono
esistere delle relazioni che legano ciascuna variabile di stato ad altre due. Ad esempio:
La relazione (2) si dice equazione di stato volumetrica mentre la (3) prende il nome di
equazione di stato termica.
Qui i simboli Û ,V̂ rappresentano rispettivamente l’energia interna per unità di massa ed il
volume per unità di massa. Vi saranno anche altre relazioni del tipo:
Infatti, poiché l’energia interna di un gas ideale dipende solo dalla temperatura, specificare
l’energia interna specifica e la temperatura equivale a fissare la sola temperatura e,
pertanto, non è sufficiente a determinare, ad esempio, la pressione o la densità del gas.
Va considerato che i due esempi citati sono relativi a sostanze non reali: tuttavia, per
sostanze reali può accadere che l’energia interna possa essere per i gas a bassa
densità una debole funzione della densità stessa, mentre per i liquidi la densità può
essere una debole funzione della pressione.
Û
Conseguentemente è buona norma non utilizzare le combinazioni di variabili e T
V̂ e e T per solidi e liquidi.
per i gas
Variabili intensive ed estensive, equazioni di stato
Situazioni di non-equilibrio
Definita la trattazione delle situazioni nelle quali un sistema si trovi all’equilibrio, ci chiediamo
quante siano le variabili necessarie a specificare lo stato termodinamico di un sistema che si trovi
in uno stato di non-equilibrio.
L’assunzione che possiamo fare è quella di equilibrio locale (approccio della Classical
Irreversible Thermodynamics):
Tale assunzione è accettabile se non si verificano variazioni eccessive di proprietà (come nel caso
di onde d’urto) o se non siano eccessivamente lunghi i tempi di rilassamento del materiale
(polimeri allo stato fuso).
Le basi sperimentali della termodinamica macroscopica
La termodinamica (macroscopica) è costruita sulla base di importanti osservazioni sperimentali che hanno dato
luogo ai fondamentali principi che discuteremo ed utilizzeremo. Riportiamo qui di seguito alcune delle più
importanti tra queste osservazioni sperimentali.
1) In ciascun cambiamento di stato la massa totale si conserva (eccetto che nel caso di reazioni nucleari).
3) In ciascun cambiamento di stato l’energia totale (interna, cinetica, potenziale, in forma di calore e
lavoro) si conserva.
4) I flussi di calore e lavoro sono equivalenti nel senso che è possibile fornire una certa quantità di
energia al sistema in ciascuna di queste due forme determinando lo stesso incremento di energia
totale del sistema. Calore e lavoro, o, più in generale, energia termica e meccanica, non sono
equivalenti nel senso che mentre, in un processo ciclico, l’energia meccanica può essere convertita
completamente in energia termica, l’energia termica può convertirsi solo parzialmente in energia
meccanica.
5) Un sistema che non sia soggetto a flussi forzati di massa e/o energia dall’ambiente esterno, evolve
verso uno stato invariante nel tempo che è uniforme (se non ci sono campi di forze esterni) o
composto di sub-sistemi uniformi. Tale stato si dice stato di equilibrio.
Le basi sperimentali della termodinamica macroscopica
6) Un sistema in equilibrio con l’ambiente esterno non si converte mai spontaneamente in uno stato
di non-equilibrio.
7) Gli stati di equilibrio che si instaurano spontaneamente sono stabili a piccole perturbazioni.
9) Per un fluido che non si trovi all’equilibrio, le relazioni che esistono tra le variabili termodinamiche
di stato sono localmente le stesse di quelle che esistono per un sistema all’equilibrio (ipotesi di
equilibrio locale), sempre che i processi di rilassamento interni siano rapidi rispetto alla velocità con
la quale si impongono cambiamenti al sistema stesso. Le velocità con le quali avvengono i processi
di rilassamento naturali (flusso di massa, flusso di calore) sono direttamente proporzionali alla
grandezza delle forze spingenti che li determinano (gradienti di temperatura, gradienti di
concentrazione).
10) Il flusso di calore Q che si determina in seguito ad una differenza di temperatura T è
linearmente proporzionale a tale differenza:
Q h T
Le basi sperimentali della termodinamica macroscopica
Dove h è una grandezza positiva. Analogamente su scala microscopica, il flusso di calore nella
direzione x, denotato con qx, è legato al gradiente di T da una relazione lineare:
T
qx k Eq.di Fourier
x
Il flusso di massa della specie A nella direzione x, j A x , relativo alla velocità media di massa del
fluido stesso, dipende linearmente dal gradiente di concentrazione di A:
A
jA x
D Eq.di Fick
x
Inoltre, per molti fluidi, il flusso nella direzione y della componente nella direzione x della quantità di
moto può scriversi come:
v x
yx Eq.di Newton
y