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19/11/2021

Esame di Sociologia della Comunicazione 3° Parte

La sociologia è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando
i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale. Un’altra
definizione, più restrittiva, definisce la sociologia come lo studio scientifico della
società.
Nata nel 1824 in ambito positivista per opera di Comte, la sociologia si pone innanzi
tutto come ricerca scientifica, prendendo inizialmente a modello le scienze naturali e la
loro pretesa oggettività. Con lo storicismo tedesco e la distinzione tra scienze della
natura e scienze dello spirito, la conoscenza sociologica viene a essere inglobata
all'interno di queste ultime. La peculiarità dei fenomeni umani, si sostiene, non può
essere spiegata secondo i metodi delle scienze naturali; essa richiede l'elaborazione di
metodologie appropriate capaci di comprendere il senso dell'agire umano.
I recenti sviluppi delle scienze fisiche e dell'epistemologia hanno modificato il concetto
stesso di scienza, a cui non è più attribuito il carattere di riflessione oggettiva. La
distinzione tra scienze sociali e scienze naturali è pertanto attualmente assai meno
marcata. Rimane tuttavia la complessità propria dell'agire umano, che richiede
attenzioni a dimensioni "soggettive" normalmente trascurate dalle altre discipline. La
collaborazione strettissima con le altre scienze sociali (in particolare antropologia e
psicologia sociale) e più generalmente con altre discipline (come la linguistica, la
matematica, la statistica ecc.) conferisce alla sociologia una dimensione
interdisciplinare, attualmente ritenuta imprescindibile.
La sociologia si serve di dati empirici e di teorie. Relativamente ai primi essa ha
elaborato diversi metodi di ricerca.
A causa della vastità dell'ambito sociale, i dati vengono raccolti su un gruppo più ridotto
di individui omogeneamente rappresentativi (il campione). Utilizzata per la prima volta
verso la metà dell'800 da Charles Booth per studiare la povertà a Londra, e dal
sociologo francese Frédéric Le Plav per studiare le classi lavoratrici francesi, infatti si
perfezionò fino a diventare un mezzo sistematico per acquisire tutti i dati sul
comportamento,sugli atteggiamenti e le varie opinioni dei singoli individui, infatti oggi
l’indagine a campione è uno dei metodi piu’ diffusi e utilizzati nelle scienze sociali .
Infatti data l’efficienza di questo metodo d’indagare sull’immagine dei singoli
individui ,venne messa in campo la campionatura. La raccolta delle informazioni sul
campione può venire effettuata mediante questionari (strutturati o non strutturati). Infatti
il questionario strutturato prevede l’uso esclusivo o prevalente di risposte fisse
precodificate, mentre il questionario non strutturato,cioè con domande aperte che
lasciano all’intervistato un ampia possibilità di scelta tra le molteplici risposte
alternative.
L’intervista è il metodo utilizzato in sostituzione, o spesso accanto al questionario. Può
essere effettuata anch’essa in modo strutturato e semi strutturato o come colloquio in
profondità.
Lavoro di ricerca che assume la forma dell’esperimento infatti esso si sviluppa in un
ambiente controllato, ritenuto utile per studiare le relazioni tra piccoli gruppi di persone.
I soggetti si dividono in due gruppi omogenei:il gruppo sperimentale (che viene esposto
alla variabile indipendente, cioè la condizione che si pensa provochi un certo risultato) e
il gruppo di controllo (che non viene esposto a variabili indipendenti al fine di poterne
valutare l’incidenza).Il merito degli esperimenti è quello di consentire l’isolamento e il
controllo degli elementi che si suppongono causare un determinato fenomeno.
Il lavoro sul campo è stato introdotto negli anni ’20 dalla Scuola di Chicago ed è
rimasto uno dei metodi principali di ricerca sociologica, infatti offre la possibilità di
accedere direttamente alla vita sociale e di vagliare con maggiore attendibilità i risultati
di indagine grazie al confronto con la vita reale delle persone studiate.
Dallo studio approfondito di due studiosi Tedeschi Ernst Troeltsch e Max Weber
introdussero la ricerca storica tradizionale all’interno della sociologia,infatti secondo
questo metodo le osservazioni sull’interazione degli esseri umani nella società vengono
collocate all’interno di una prospettiva temporale fornita dalle fonti storiche.
Infatti dall’esigenza attiva già presente in Weber, la ricerca comparata si fonda
sull’analisi parallela di fenomeni culturali propri di ambiti sociali differenti , in modo da
coglierne i fattori che costituiscono la causa delle differenze nella struttura e nella
tendenza degli avvenimenti.

Considerando gli orizzonti teorici compresi all’interno della sociologia, una prima generale
distinzione è quella tra microsociologia e macrosociologia.

La microsociologia:si occupa del comportamento, all’interno di uno spazio ridotto


di persone che sono tra loro in rapporto immediato di interazione e soprattutto di piccoli gruppi,
mentre la macrosociologia ha come oggetto di indagine le grandi configurazioni
sociali:stratificazioni classi generazioni, intere società storiche.

Un principio fondamentale della macrosociologia è che le società storiche nella loro totalità
posseggono caratteristiche attraverso le quali si distinguono dalle parti che le compongono.

Ogni parte di una società o di un corpo vivente ha una funzione ,infatti più funzioni si differiscono e
più sarà difficile per una parte sostituirne l’altra. Da questo concetto nasce cosi il funzionalismo.

Il funzionalismo trae origine dal pensiero di Herbert Spencer, che paragonava le società agli
organismi viventi e riteneva che le loro varie parti costituissero sistemi che, a loro volta, operavano
insieme come un tutto funzionante. Ogni parte di una società o di un corpo vivente ha una funzione
interdipendente dalle altre.Durkheim sostiene che la società sia costituita da parti diverse che
reciprocamente contribuiscono al funzionamento generale.

Nel corso degli anni il funzionalismo fu ridefinito in senso strutturale da famosi studiosi Talcott
Parsons Robert Merton e Kingsley Davis. Per Parsons ogni società, o ogni sistema sociale, deve
rispondere a 4 imperativi funzionali ;

1) perseguimento dei fini goal attainment ,

2)la stabilità normativa latente cioè la funzione che assicura i valori;

3)l’adattamento all’ambiente(sia fisico che morale);

4)l’integrazione cioè la funzione che consente il reciproco equilibrio degli elementi del sistema.

I principali presupposti dello struttural-funzionalismo possono essere:

-una società, come sistema di parti tra loro interrelate;

-sistemi sociali tendono a essere stabili le disfunzioni esistono ma tendono a risolversi o comunque
a essere integrate nel sistema ;

-il mutamento è di solito graduale;

- l’integrazione sociale è prodotta dal consenso di gran parte dei propri membri della società rispetto
a un certo insieme di valori;

-le disfunzioni esistono,ma tendono a risolversi o comunque a essere integrate nel sistema nel lungo
periodo.

Se da un lato condividiamo col funzionalismo l’idea di totalità dei fenomeni sociali,dall’altro lato
nascono le teorie del conflitto concepiscono tale totalità non come sistema in equilibrio ma come
un processo in continua trasformazione, il cui movimento è connesso alle contraddizioni oggettive
che emergono dalla realtà sociale.

I sociologi del conflitto si rifanno a Marx e Engels, ai concetti da essi introdotti si struttura e
sovrastruttura, lotta e alienazione. Si ricorda anche Gerog Simmel, secondo il quale il conflitto porta
all’integrazione sociale e contribuisce all’identità del gruppo.

Lo strutturalismo riprende il concetto di struttura elaborato dalla linguistica ,ciò che è essenziale,
permanente, formale e solidale,e lo applica ai fenomeni culturali.

Le teorie dell’azione focalizzano l’attenzione sui rapporti di interazione individuale,sui significati


che le persone attribuiscono alle loro azioni e sull'origine sociale di questi significati.

Il grande riferimento di queste teorie dell’azione è lo psicologo George Herbert Mead. infatti a
partire da max Weber si introduce l’idea che la sociologia abbia come compito specifico quello di
comprendere l'atteggiamento degli individui che partecipano alle formazioni sociali.

Le teorie dell’azione comprendono molteplici teorie , l'interazionismo simbolico di Herbert


Blumer coniato proprio da lui,per designare la teoria elaborata da George Herbert Mead ,teoria della
rappresentazione scenica di Ervin Goffman , Alfred Lindesmith ,Howard Becker ed Edwin Schur i
quali applicano invece l’interazionismo all’analisi della devianza,accomunate dall’interesse per i
processi di microinterazione individuale.

La sociologia della conoscenza ritiene che l’esperienza individuale sia condizionata dall’ordine e
dal significato fornitole dai modelli sociali.

La teoria dell’agire comunicativo il quale fondatore è Jurgen Habermas il quale tenta di sviluppare
la Teoria globale dell’azione sociale, analizza i modelli universali dell’agire che struttura la
comunicazione linguistica.

La sociologia fenomenologica fu elaborata da Alfred Schutz il quale riprende alcuni concetti della
fenomenologia di Husserl (mondo della vita, empatia, ecc.) e concentra l’attenzione sull’esperienza
del mondo quotidiano.

La teoria dei sistemi sociali applica all’analisi sociale la teoria dei sistemi elaborata in ambito
epistemiologico da Bertalanffy. Sulla base del concetto matematico di funzione, vengono esaminati
i rapporti che si vengono a costituire tra gli elementi dei sistemi sociali che, secondo Luhmann,
servono anche a mediare il rapporto uomo-mondo.

Con lo sviluppo industriale il consumo diventa un fenomeno rilevante, infatti, Ford nella sua visione
capitalista sosteneva che il tempo libero dal lavoro dovesse essere dedicato alle pratiche di
consumo di varia natura. Ancora oggi, il consumo è di netto maggiore rispetto alla produzione e
così, il baricentro si sposta dalla produzione al consumo.
In passato, i sociologi hanno visto la relazione delle persone con la produzione come il fattore più
importante per determinare le loro esperienze di vita. Il lavoro è stato per secoli il principale
ambito in cui si sviluppavano le relazioni sociali.

In seguito (con lo sviluppo industriale), tutto è cambiato e il consumo tende sempre più a sostituire
la produzione come strumento in grado di definire l’identità sociale degli individui
perché le merci vendute sul mercato esprimono delle relazioni e danno vita a nuove identità e
culture.
Così, è necessario che i sociologi abbandonino il vecchio paradigma dominato dalla produzione in
favore di uno orientato al consumo.
Il consumo può essere visto come un paradosso: l’atto di consumare è considerato positivo in
quanto permette di realizzare i bisogni e desideri dell’individuo e negativo perché esprime l’idea di
logorare, esaurire e distruggere un oggetto.
Il consumo, come hanno sottolineato Veblen e Bataille può esprimere anche l’idea negativa di
eccesso e spreco (consumismo).

Oggi, i sociologi devono ricredersi nuovamente prendendo in considerazione sia il consumo che la
produzione perché è il consumo che da senso alla produzione e senza di esso si avrebbe una
sovrapproduzione di beni. Infatti, come sosteneva Marx, la produzione è una forma di consumo e il
consumo è una forma di produzione .
Uno dei sostenitori del consumo come paradosso fu Tim Edwards dicendo che le persone sono sia
abbracciate che escluse dai beni.
Altri sociologi e studiosi quali Barile e Canevacci hanno analizzato il consumo utilizzando la teoria
del “doppio vincolo” di Bateson.
Tale teoria sostiene che l’incapacità di distinguere tra la realtà e la fantasia e tra l’io e gli altri che
caratterizza il comportamento dello schizofrenico deriva dal fatto che la madre di Bateson gli
espresse contemporaneamente dei messaggi contraddittori.
Egli infatti, si trovava in un doppio vincolo che lo poneva di fronte ad un dilemma: se voleva
mantenere il legame con la madre non doveva dimostrarle che l’amava ma se non le dimostrava
che l’amava l’avrebbe persa.

Ancora più paradossale è la compresenza di benefici per gli individui e l’insoddisfazione. Questa è
stata favorita dal sistema capitalistico(obsolescenza) e dall’avvento delle società di massa che
hanno portato al succedersi delle mode e dei nuovi beni alla portata di tutti.
L’espansione dei consumi a livello di massa ha però portato anche vantaggi: la possibilità per tutti
di accedere a numerosi nuovi beni che portavano benessere ma soprattutto un processo di
modernizzazione grazie alle nuove invenzioni.
Infatti, l’Occidente e l’Europa godono oggi di livelli di benessere senza precedenti, in quanto gli
individui possono entrare facilmente in possesso di enormi quantità di beni di consumo con i
relativi benefici. Anche se, il tasso di insoddisfazione è sempre più alto.
Questo tasso cresce a causa delle quantità innumerevoli di beni presenti sul mercato. Consumare
eccessivamente non porta alla soddisfazione.
Insomma, il consumo è necessariamente un territorio paradossale dove si incontrano spinte
positive e negative al tempo stesso.
Bisogna considerare che il consumatore di oggi è mutevole nelle sue scelte rispetto ai prodotti e
alle marche. I suoi acquisti sono contraddistinti dalla mescolanza di prodotti anonimi e di marca,
economici e di lusso. Dall’esterno il consumatore sembra agire in maniera incoerente ma, a livello
individuale, è in realtà dotato di uno specifico progetto identitario che possiede una sua coerenza.
Concludendo ,sono pienamente d’accordo con la linea di pensiero di Comte ,perché tutto deve
essere ridotto ad essere positivo, tutto le affermazioni devono essere accertate e confermate sulla
base dei fatti.

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