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Jhon Timbs. BIBLITECA UTILE.

COSE UTILI E POCO NOTE. (1864)


(testo di divulgazione scientifica a cavallo con l’intrattenimento)

Questo libro è stato scritto da Giovanni Timbs che era uno scrittore inglese che scriveva curiosità e vizi
del popolo inglese. Si occupò di letteratura educativa x ragazzi, adulti e per la classe operaia.
Il traduttore era Gustavo Strafforello che faceva parte di una famiglia di commercianti liguri e x questo
si spostava e andava all'estero per vendere i suoi prodotti e quindi ha imparato varie lingue ed è
diventato un uomo colto. Si può dire che Strafforello è un uomo che si è fatto da se, cioè diventato
colto grazie alla sua volontà.
La casa editrice è BIBLIOTECA UTILE.
Era un libro destinato a chi sapeva leggere, e non per forza doveva essere letto in modo cronologico,
ma poteva essere usato come manuale per imparare qualcosa in più su un determinato argomento.
Questo libro fu scritto nell'età del positivismo (800-900).
Si proponeva di educare alla scienza e di spazzare via le superstizioni e vecchie credenze. Doveva
esserci solo una visione scientifica e non religiosa o idealistica.
La fede posotivistica era nel progresso e quindi nell'industrializzazione e nella scienza.
Nonostante l'unità di Italia il popolo era molto povero e poco istruito. L'alfabetizzazione x il paese era
fondamentale per arrivare ad una evoluzione e far cessare le superstizioni. Nel 1864 molte persone
erano diventate istruite ma nonostante il progresso le superstizioni e le credenze religiose rimasero.
Oltre ad un educazione alla scienza doveva esserci un'educazione del corpo (come lavarsi, cosa
mangiare, quali abitudini seguire) , in particolare, si poneva anche come educazione morale: l’igiene
era il primo passo per l’ordinato disciplinamento delle coscienze. A un nobile obiettivo di formazione
popolare si univa, infatti, il desiderio di controllare le masse e uniformarle agli obiettivi del
“progresso”.
Il traduttore ha aggiunti altri concetti x renderlo più famigliare nella forma e nel tono x accentuare la
sua praticità. Non tutte le informazioni del libro servono solo a scopo pratico, ma anche come
ornamento (per sapere qualcosa in più e x essere aggiornati) o per diletto socievole (x fare
conversazione con la gente).
Il libro era venduto in edicola, poichè dall'edicola ci passavano tutti e quindi tutti potevano notarlo.
Giovanni Macè.
L'ARTIMETICA DEL NONNO. (1871)
PUBBLICATA X LA PRIMA VOLTA IN ITALIA NEL 1871 A TRENTO CHE PERò ANCORA NON FACEVA
PARTE DELL'ITALIA MA DELL'IMPERO ASUTRO UNGARICO.
1875 PUBBLICATA A MILANO.

L'autore di questo libro fu Giovanni Macè che fu uno scrittore, giornalista, politico che veniva da una
famiglai di operari. Rappresentò la genrazione che stava costruendo la francia moderna. Combattè
per i diritti delle classi operaie e grazie alla sua preoccupazione per l'istruzione delle classi popolari
venne fondata un'associazione che si chiamava "Lega per l'istruzione", quest'ultima si occupava di
istruzione popolare e della tutela degli insegnanti.
Il traduttore di questo libro fu Panizza che all'inzio dell'opera scrisse una piccola prefazione intitolata
ILTRADUTTORE AI LETTORI. Qui Panizza afferma che se quest'opera tradotta non avrà successo non
sarà colpa dell'autore ma del traduttore. Si scusa in primis per le critiche che gli veranno fatte poichè
pensa che qualcuno gli dirà che ha usato dei termini troopo fiabeschi e che nonsia possibile parlare di
matematica ed istruire i ragazzi in quel modo, anche perchè in quel periodo l'istruzione era una cosa
seria ed il concetto di fare scuola divertendosi non era concepibile; si aveva paura che la fantasia che
si sviluppava nel bambino potesse distoglierlo dalla realtà e quindi indurlo ad essere svogliato o
troppo sognatore.
Spiega che l'autore ha voluto usare questi stratagemmi per rendere la matematica più gradevole.
Porta la sua esperienza personale raccontando come veniva studiata prima la matematica
(imparavano le regole a memoria). Panizza fa un apprezzamento dell'infanzia, quando gli adulti
raccontavano le fiabe ai bambini ed il fatto che questa tradizione venga tramandata da madre a figlia
gli fa piacere.
Inoltre manifesta una grande stima x Macè ed aggiunge qualche nota a piè di pagina.

PREFAZIONE DELL'AUTORE:
Viene spiegato il perchè ha ritenuto opportuno scrivere questo testo incorporando le spiegazioni di
aritmetica dentro una piccola narrazione:

 metodi attivi: spiega matematica con con esempi reali e concreti

 Utilità della matematica nella vira reale.


Macè lavorando in un collegio notò che le alunne applicavano le regole dell'aritmetica senza rendersi
conto di quello che c'era dietro.
Inoltre spiega che un bambino della sua epoca ha avuto la fortuna di poter apprendere tutto ciò che è
stato scoperto prima.
Sostiene che il fanciullo debba essere istruito gradatamente.

L'ARRIVO DEL NONNO.


Cornice nella quale viene inserita la storia → inizia con uno stratagemma, arriva il nonno dai nipoti di
cattivo umore perché devono fare dei compiti di matematica. I bambini recitano le regole a memoria
senza capirne il funzionamento e sono in difficoltà con l’applicazione (critica non poco velata del
nonno a questo). Il nonno inizia a narrare allora la storia dei mercanti di mele.

LA NUEMERAZIONE.
Introduzione in tono fiabesco, storia di due fanciulli con un giardino di mele (regalato da una fata). I
fratelli Raccogli e Spartisci, non riescono ad accordarsi sulla metodologia della conservazione delle
mele, se a grande mucchio o a mucchietti piccoli. (nel racconto il carattere corrisponde all’aspetto
fisico – il fratello grasso è quello che accumula, il magro è quello nervoso che separa in gruppetti
piccoli – sono due maschere). I fratelli non conoscevano la matematica. Appare una sorella, Piccina: la
fatina non le aveva fatto nessun regalo materiale se non l’intelligenza. Insegna ai fratelli ad usare la
matematica, Piccina è colei che ha inventato i numeri, le frazioni, la tavola pitagorica.
Raffaele Altavilla.
IL NUOVO GIANNETTO. (1872)
L'autore di questo libro è Raffaele Altavilla e scrive per un pubblico giovanile e scolastico (lo si può
notare anche dalla prefezione "Ai miei piccoli lettori") che legge non solo per cuirosità, come accadeva
con Timbs, ma che vede questo libro come modello d'istruzione.
Il tema delle stagioni doveva essere di richiamo per chi acquistava i lunari.
"Il nuovo Giannetto" fa rimerifento ad un altro libro per ragazzi che aveva avuto successo prima
dell'800, che era "Il Giannetto" di Luigi Parravicini (libro educativo che si costituiva su questo
personaggio di cui venivano elencate le virtù ed i comportamenti. Era un libro rivolto solo alla classe
medio-alta). Invece "Il nuovo Giannetto" era rivolto a tutto il popolo. Veniva usato l'aggettivo
"NUOVO" perchè c'era una sensibilità nuova ed una maggiore attenzione a tutta la natura della
scienza. Vi era la volontà di impostare una mentalità osservativa nei ragazzi.
Il libro ha un tono paternalistico, cioè ci si rivolge ai lettori come se fossero dei bambini che vengono
presi per mano e guidati verso la conoscenza. E' spesso usato un tono sdolcinato.
Questo libro si poneva come obiettivo quello di unire vari aspetti della conoscenza e dare degli spunti
di vita pratica ai giovani lettori.
L'auore alterna lezione classiche di storia (con un taglio politico filo-monarchico) e momenti in cui il
maestro usa spunti dalla vita quotidiana per parlare di scienza (es. arancio usato a schema del globo
terrestre o riflessioni sull’osservazione dell’aurora boreale). Nell’ultimo mese tratta in modo specifico
del tessile, cotone, lino, canapa, tessitura, telai meccanici, ecc – dal raccolto del materiale e ciò che ne
consegue → grande passione per il progresso con desiderio che l’Italia riuscisse a fare concorrenza
all’Europa con il progresso della tessitura (necessario progresso industriale) → i giovani lettori
potrebbero appassionarsi e desiderare di lavorare in quel campo.

PREFAZIONE:
Inizia con un elogio al libro di Parravicini. Mettono in scena le ipotetiche obiezioni dei raga zzi,
maestri, genitori che erano abituati al vecchio Giannetto.
Spiega che l'umano sapere è infinito e che quindi è impossibile raccogliere in un libro tutto le nozioni
di tutte le cose. Non mette in contrapposizione la religione e la scienza. Era normale parlare di
religione quando ci si rivolgeva ai fanciulli.
Jules Verne.
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA. (1874)
Questo libro è stato scritto da Jules Verne, pubblicato nel 1874, dalla casa editrice Fratelli treves, editori, ma
dieci anni prima ci fu una prima edizione che ebbe meno impatto e meno popolarità. Questo testo è stato
pubblicato nella collana BIBLIOTECA UTILE → testo di facile lettura che fornisse allo stesso tempo cognizioni
utili, non puro intrattenimento ma avrebbe apportato anche conoscenze.
Il libro è rivolto specialmente ai ragazzi e quindi ai giovani. C'era dibattito sul fatto che l'uomo non potesse
abitare al centro della terra per colpa delle alte temperature; Verne ne approfitta e si immagina che l'uomo
possa arrivare in quel posto (sviluppa storie fantasiose che magari nono potevano essere messe in atto in
quell'epoca, ma nel futuro si, poichè l'uomo avrebbe potuto fare sempre nuove scoperte).
I testi di Verne iniziano in modo tranquillo, domestico e con i personaggi colti che si trovano sempre in
situazioni estreme. L'umorismo è sempre presente per portare simpatia al lettore.
Verne, nel complesso, tiene molto più in considerazione l'esigenza di presentare una trama spettacolare che
quella di fornire corrette informazioni scientifiche o di formulare congetture ragionevoli sulla struttura
dell'interno del pianeta.
Il narratore di questo libro è Alex, orfano che divenne l'aiutante preparatore dell'esperienza dello zio.
Il protagonista era Lidenbrock, nonchè zio del narratore. Era uno scienziato egoista e avaro nonostante non
fosse comunque un uomo cattivo. Faceva corsi di minerologia in una scuola.
Abitava in una casa borghese ad Amburgo. Non era ricco, ma poteva permettersi la domestica Marta. Qui
possiamo trovare lo sterotipo del professore che dedica il suo tempo completamente al sapere. Aveva una
figlia irlandese, Grauben, quest'ultima amava profondamente Alex.
Paolo Mantegazza.
ALMANACCO IGIENICO POPOLARE. (1875)
(fu poi ristampata nel 1910)

Paolo Mantegazza fu uno dei primi divulgatori delle teorie darwiniane in Italia. Le sue ricerche contribuirono
all'affermazione dell'antropologia intesa come "storia naturale dell'uomo".
Medico fisiologo e neurologo, antropologo darwiniano, Paolo Mantegazza fu un instancabile organizzatore e
divulgatore di cultura → primo che ha avuto impatto sull’educazione scientifica degli italiani, il taglio dei suoi
libri era per adulti (leggibili anche da ragazzi, sicuramente non per bambini). Testo importante anche per
educazione sessuale dei giovani adulti. Aveva fondato una rivista, L'IGEA, che si occupava di divulgazione
preventiva della cura del corpo, per evitare diffusione malattie, tenersi in salute e generare figli sani (mortalità
infantile era un problema grave, elevata percentuale. Non si conoscevano regole base dell’igiene durante il
parto. Malattie ereditarie senza studi, solo osservate – Mantegazza vuole aiutare a generare figli sani
sconsigliando a chi ha malattie di farlo → fa divisione tra riproduzione e sessualità, idea rivoluzionaria per
l’epoca).
A differenza di Altavilla che cerca di coniugare scienza e religione, Mantegazza propende per la scienza e per la
religione ha aperta ironia – apre libro con inizio che imita libri religiosi e conclude con una preghiera alla
scienza e alla razionalità. Non gli interessa negare esistenza di Dio ma spinge per abbandono delle superstizioni
(idea che nasce nel 1700, primato assoluto della ragione per il progresso scientifico nel futuro).
Mantegazza vuole dare spunti per la cura del corpo così da influire sul loro benessere interiore → non
indicazioni di privazioni, ma vivere secondo consigli medici. Non più seguire indicazioni del sacerdote ma del
medico.
Inizio testo → dedica a un amico che fa parte della comunità scientifica
Si divide in capitoli con vari argomenti raggruppati per similitudini – si conclude con appendici in cui pubblicizza
alcune sue opere e prodotti dell’industria farmaceutica Carlo Erba.

GIACULTORIA.
Prima dei capitoli troviamo la Giacultoria (tecnicamente preghiera che si dice tra un rosario e un altro, che
non fanno parte della messa). Questa è UN 'INTRODUZIONE IRONICA in cui la scienza medicina prende il
posto della religione.
Cerca di capovolgere il concetto di peccato: il vero peccato è quello che effetivamente fa male a noi come
individui e come specie.
Va letta il primo dell'anno.
Invita a fare il bilancio della vita vissuta (insieme al bilancio dei conti dell'anno appena passato).
Mantegazza riteneva passata la medicina galenica ma non c'era un totale abbandono, tutto quello che
riguardava il carattere e la cura dei disturbi della personalità era chiave interpretativa utile.
Infine fa notare come tutti i peccati indicati dalla chiesa cattolica abbiano comunque una natura organica.
Se il marito bestemmia non lo fa per miscredenza ma per un disagio derivante dal suo corpo. Come il
bambino pestifero che non è invaso dal diavolo ma sovraeccitato dal caffè.
In questi anni viene anche inserita educazione fisica nella scuola pubblica, quindi incomincia
un'attenzione al corpo.
Secondo Mantegazza curare il corpo equivale a curare la mente.
EVENTI DEGLI ANNI 70 DELL’800
GUERRA FRANCO-PRUSSIANA. (1870)
La guerra Franco-Prussiana fu combattuta tra il secondo impero francese (quello di Napoleone) ed il Regno di
Prussia (era un impero tedesco esistito fino al 1918.).
Fu il più importante conflitto combattuto in Europa tra l’epoca delle guerre napoleoniche e la prima guerra
mondiale e si concluse con la completa vittoria della Prussia. La conseguenza più rilevante fu la creazione
dell’impero tedesco che mantenne un ruolo di grande autorevolezza nelle relazioni politiche internazionali dei
decenni successivi. La sconfitta della Francia ebbe ripercussioni anche nella penisola italiana: il governo
approfittò della fine del Secondo Impero, protettore dei territori pontifici, per conquistare Roma (20 Settembre
1870).
La fine del periodo imperiale significò per la Francia l’inizio di un regime repubblicano, che divenne il più
importante tra quelli allora esistiti nel continente.

LA PRESA DI ROMA. (1870)


La presa di Roma, nota anche come breccia di Porta Pia, fu l’episodio che sancì l’annessione di Roma al regno
d’Italia (presente dal 1861).
La presa di Roma decretò la fine dello stato pontificio e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione
del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma.
POSITIVISMO IN ITALIA (1861)

Il positivismo promuove la scienza, l’industrializzazione e l’alfabetismo.


Si concentra su:

1. METODO SCINETIFICO, che secondo il positivismo è l’unico metodo valido. Questo metodo va esteso a
tutti i campi perché è molto utile per promuovere il progresso.
2. FUTURO, che secondo il positivismo, bisogna guardarlo con fiducia e quindi aspettarsi un futuro
migliore.
3. INDUSTRIALIZZAZIONE, per poter alimentare ciò è indispensabile la scienza che con le sue innovazioni
tecnologiche riesce a promuovere l’industrializzazione a tutti gli effetti.
4. DARWINISMO, cioè la teoria dell’evoluzione e il meccanismo della lotta per la vita: cioè l’uomo si
evolve grazie al meccanismo della lotta per la vita, ossia il più forte schiaccia il più debole.
5. ALFABETIZZAZIONE, per il popolo era indispensabile per arrivare ad un’evoluzione e per far cessare le
varie superstizioni presenti tra i cittadini. L’alfabetizzazione si influenza a vicenda con il positivismo, ma
è molto difficile da raggiungere in Italia.

ASPETTO RELIGIOSO.
Negli anni del positivismo, in Italia, la chiesa cattolica puntava sul latino come lingua religiosa ma siccome era
troppo complicata per il popolo era necessario il sacerdote come mediatore e ciò influiva negativamente
sull’alfabetizzazione.
Invece nei paesi protestanti (Francia, Germania) era presente l’idea che tutti dovevano leggere la bibbia e di
conseguenza tutti dovevano saper leggere e ciò influiva molto positivamente sull’alfabetizzazione.
LA SCUOLA NELL’800.
Nel corso dell’800 inizia sempre più a diffondersi un concetto dell’istituzione scolastica come necessaria e
naturale, anche se era ancora molto forte la distinzione tra chi poteva accedere ad una scuola di alto livello e
chi invece era destinato a rimanere ad un livello più basso. Tra i ceti poveri, soprattutto, la percentuale di alunni
che non frequentavano la scuola o che imparavano solo a leggere e scrivere, era ancora molto alta. Con la
formazione dei primi stati nazionali, tuttavia, cresce il bisogno di offrire una adeguata istruzione alla
popolazione. Compito principale della scuola era dunque quello di aumentare l’alfabetizzazione. Ed il maestro
assume un ruolo sempre più importante per la formazione delle persone. Sono molti i pedagogisti e gli
educatori che lavorano per rendere il sistema scolastico più moderno ed accessibile a tutti. In Italia, nel 1859, la
legge Casati istituisce la scuola elementare obbligatoria ed articolata in due bienni. Dopo la scuola obbligatoria,
gli alunni potevano proseguire gli studi nei ginnasi, che però erano a pagamento o nelle scuole tecniche.
Distinzione che inevitabilmente era legata alle risorse finanziarie delle famiglie. Nel 1877 le scuole elementari
vengono aumentate a 5 anni, con obbligo di frequenza per i primi 3 anni.

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