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Venne creato il Centro studi di architettura per la comunità cristiana a Milano. Montini diede
un notevole contributo alla politica delle nuove chiese, al rapporto con gli artisti,
all’interlocuzione con le amministrazioni pubbliche, alla comunicazione e al coinvolgimento
di soggetti vari. Per lui bisognava dare assistenza religiosa alle masse della periferia e la
mancanza di chiese e la costruzione di nuove era il più grande problema pastorale della città.
La mancanza di terreni per la costruzione di nuove chiese portò alla realizzazione di decine di
cappelle che raggiungevano capillarmente la popolazione nei diversi quartieri. Nel 1957 si
completò in periferia la chiesa di San Gabriele Arcangelo in Viale Monza che rappresenta una
delle prime chiese montiniane.
La chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Baranzate inaugurata nel 1958 e
soprannominata “la chiesa di vetro” fu l’edificio sacro più ardito e più noto del piano Montini.
A causa della crescente immigrazione si stimò che bisognava costruire 5 chiese nuove ogni
anno e Montini sottolineò che nella storia milanese non si erano costruite mai così tante chiese.
Il “piano Montini” conobbe una nuova fase a partire dal 1961 quando nel pieno del clima
preconciliare prese forma il progetto di realizzare 22 nuove chiese ciascuna dedicata a uno dei
Concili che si era succeduti fino ad allora così da collegare la storia della Chiesa al grande
evento che si sarebbe aperto l'anno successivo.