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Riassunto scienze umane cap.

L’attenzione è un processo di selezione che consiste nel mettere a fuoco gli stimoli
interessanti; può essere:
1. Focalizzata, concentrata su una sola azione/elemento;
2. Suddivisa, quando è distribuita su più azioni/elementi;
3. Selettiva, quando veniamo catturati da una situazione in cui siamo coinvolti.

La memoria è l’attività mentale con la quale registriamo e immagazziniamo le informazioni.

Miller ha studiato la memoria a breve termine e ha individuato la legge del magico numero
sette più o meno due, in base alla quale si può stabilire di possedere una capacità
mnemonica momentanea (a breve termine) “normale“ quando si è in grado di memorizzare
serie che vanno dai cinque ai nove elementi.

Non possediamo un’unica memoria ma più memorie connesse tra loro:


1. Memoria breve termine; registra i dati necessari sul momento, ha una capacità limitata
di circa sette unità di informazione e la sua durata è breve (circa 30 secondi), è formata dalla
memoria sensoriale (registra tutte le informazioni derivanti dai sensi, quindi comprende
anche la memoria visiva e fonologica [registra le informazioni verbali e acustiche]) e dalla
memoria di lavoro (registra le informazioni necessarie durante svolgimento di compiti
cognitivi).
2. Memoria a lungo termine; contiene una serie di ricordi che non si dimenticano mai e si
possono recuperare in qualunque momento, è suddivisa in memoria esplicita che
comprende la memoria emozionale [trattiene i ricordi dei momenti più significativi dal punto
di vista emotivo], episodica [conserva i ricordi personali o gli episodi della propria vita],
semantica [registra le nozioni], visuospaziale [registra le informazioni relative alla forma e
alla posizione degli oggetti nello spazio], prospettica [registra gli impegni futuri] e memoria
implicita che comprende la memoria procedurale [registra sequenze di operazioni] e il
priming [contiene le informazioni necessarie per individuare le connessioni tra le nostre
conoscenze].

Ebbinghaus ha studiato la curva dell’oblio e ha dedotto che ciò che viene memorizzato si
dimentica più rapidamente nelle prime ore che seguono la memorizzazione e poi la curva
dell’oblio si stabilizza. Inoltre
ha tratto importanti conclusioni:
- impara di più chi fatica di più;
- Ripetere tante volte giova sempre;
- L’apprendimento distribuito è più efficace dell’apprendimento massivo;
- Esiste un effetto seriale in base alla quale ricordiamo meglio gli elementi iniziali o finali
piuttosto che quelli centrali.

Bartlett ha concluso che ogni rievocazione è in realtà una ricostruzione, infatti adattiamo
continuamente il materiale ai nostri schemi mentali.
È arrivato a questa conclusione attraverso un esperimento: prendendo in esame un gruppo
di persone di diverse culture ha proposto la lettura di una leggenda della cultura dei nativi
americani, quando al termine della lettura chiese ai partecipanti di esporre il racconto alcuni
di essi tendevano ad accorciare o omettere particolari poco compatibili con la loro cultura
razionale.

L’oblio è un fenomeno fisiologico derivante da un processo di selezione e consiste nel


decadimento di una serie di informazioni della memoria. In realtà una traccia mnestica non
scompare mai dalla nostra mente ma viene sepolta allontanandosi sempre più dal livello
della coscienza. Tendiamo a ricordare maggiormente ciò che ci interessa di più, che per noi
ha significato, che si collega meglio alle informazioni che già possediamo e che non disturba
l’organizzazione delle nostre conoscenze pregresse.
In aggiunta contano molto:
- il nostro grado di attivazione emotiva;
- Il modo in cui il materiale è presentato.

Per aiutare la memoria possiamo utilizzare delle memotecniche come i riassunti e le


filastrocche oppure degli ausili mnemonici come le agende e le rubriche.

Un’amnesia è una perdita parziale o totale della memoria che denota una disfunzione in una
parte del sistema della memoria. Può avere cause organiche o psichiche. Una causa
organica può risiedere in un trauma cranico, in un’intossicazione da alcol, droghe o farmaci,
in una malattia degenerativa o nell’invecchiamento.
Distinguiamo tre tipi di amnesie:
- anterograda, quando il paziente non ricorda gli eventi antecedenti all’incidente;
- retrograda, quando non ricorda gli eventi successivi all’incidente;
- retroanterograda, quando la perdita di memoria riguarda entrambi i periodi.

Quando l’amnesia deriva da cause psichiche è detta amnesia psicogena. La perdita dei
ricordi è riconducibile a stati di agitazione emotiva o ad eventi stressanti. Le funzioni
cerebrali restano intatte.

Una demenza senile è una patologia che provoca il deterioramento delle facoltà intellettive
tali da pregiudicare il normale svolgimento delle attività quotidiane. Un esempio è la
demenza di Alzheimer, un processo degenerativo che distrugge le cellule cerebrali del
malato danneggiando le sue capacità percettive e cognitive, la sua personalità e
conseguentemente la sua vita di relazione.

Questa patologia può durare da due a vent’anni prima che sopraggiunga la morte. I primi
sintomi consistono in una perdita significativa della memoria breve termine, l’incapacità di
formulare e/o comprendere parole (afasia), confusione e disorientamento.
Col tempo si può sviluppare anche l’agnosia (incapacità di riconoscere persone, cose e
luoghi) e i pazienti perdono del tutto la loro autosufficienza e hanno bisogno di continua
assistenza.

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