[la figura geometrica risulta costituita da tre angoli retti mentre la geometria euclidea insegna
che la somma degli angoli interni di un triangolo non può essere superiore a 180° e quindi
può ci può essere soltanto un angolo retto]
Alla fine la nostra mente non cattura la realtà ma ne riproduce una copia, quindi possiamo
definire la percezione un complesso intervento di decifrazione da parte della mente
realizzato in tempi brevissimi.
Nello studio della percezione di psicologi si sono concentrati maggiormente sulla percezione
visiva. L’occhio umano può essere paragonato a una macchina fotografica: la nostra lente è
il cristallino, una membrana gelatinosa capace di modificare le proprie caratteristiche
fisiche per mettere a fuoco. L’iride è una membrana situata davanti al cristallino dotato di
apertura centrale, la pupilla, per regolare il passaggio di luce. Nella parte più interna del
bulbo oculare si trova la retina, una membrana sensibile alla luce che contiene recettori che
trasformano l’energia luminosa in impulsi elettrici: 1)CONI, per la percezione dei colori in
condizioni normali di illuminazione; 2)BASTONCELLI per la percezione del movimento utile
in presenza di poca luce e consentono la visione notturna.
Gli impulsi elettrici giungono alla corteccia visiva tramite il nervo ottico ma prima si
incrociano nel chiasma ottico (la parte destra del cervello riceve perlopiù informazioni
percepite dall’occhio sinistro e viceversa). Per questa ragione l’immagine impressa nella
retina risulta capovolta, è compito del cervello di costruirla.
Il fenomeno PHI è stato studiato da Max Wertheimer e consiste in una successione di
immagini che forma un movimento apparente.
Secondo Wertheimer (Gestalt) gli stimoli singoli vengono integrati in una configurazione
unitaria che è il prodotto di una serie di operazioni di raggruppamento mentali:
pregnanza
Il principio di pregnanza sostiene che tendiamo organizzare la realtà che percepiamo
attribuendo ordine, simmetria e regolarità.
vicinanza
Il principio di vicinanza sostiene che tendiamo a raggruppare gli elementi vicini.
somiglianza
Il principio di somiglianza sostiene che tendiamo raggruppare gli elementi simili.
chiusura
Il principio di chiusura (/o completamento) sostiene che tendiamo a completare le parti
mancanti delle figure per esperienze passate.
continuità
Il principio di continuità sostiene che tendiamo ad individuare come prioritari gli elementi
continui.
destino comune
Il principio del destino comune sostiene che gli oggetti che tendono ad andare visivamente
verso direzione sulla percepiti come unità.
contrasto
Il principio di contrasto sostiene che le figure sono percepite come contorni in contrasto con
lo sfondo.
esperienza passata
Il principio dell’esperienza passata sostiene che riconosciamo un segno anche se
incompleto grazie alla nostra esperienza passata.
Per il principio di contrasto noi estraiamo l’immagine dallo sfondo e quando la mente oscilla
tra due ipotesi ugualmente valide si definisce percezione fluttuante.
La percezione della profondità ci permette di vedere gli oggetti come dotati di spessore e
non bidimensionalmente come l’immagine che si forma sulla retina. La percezione della
profondità deriva da un processo sulla base degli indizi forniti dalle informazioni visive.
Possono essere binoculari, ovvero ricavati dal confronto e che gli occhi percepiscono; o
monoculari, ricavati da un unico occhio.
Gli indizi forniti possono essere fisiologici o psicologici.
(Fisiologici)
Disparità binoculare: essendo che abbiamo due occhi situati in una specifica zona del viso
ognuno di essi invia al cervello un’immagine differente quindi la mente è in grado di valutare
la distanza di un oggetto in base alla differenza tra le due immagini retiniche.
Convergenza binoculare: per mettere a fuoco un oggetto gli occhi compiono una rotazione
verso l’interno proporzionale all’ampiezza dell’angolo che formano le linee immaginarie che
uniscono l’oggetto ai nostri occhi; quindi se i nostri occhi compiono una rotazione maggiore
l’oggetto più vicino.
Gli indizi psicologici riflettono il funzionamento della nostra mente, sono monoculari e sono
detti anche pittorici.
Interposizione: tra due oggetti, quello che copre totalmente/parzialmente l’altro è percepito
come più vicino.
Altezza sul piano dell’orizzonte: sotto la linea dell’orizzonte un oggetto posto più in alto è
percepito come più lontano.
Prospettiva lineare: le linee parallele sembrano convergere in un punto in lontananza
(punto di fuga) dandoci il senso di profondità.
Chiaroscuro: le parti più illuminate di un oggetto ci appaiono più vicine viceversa le parti più
in ombra appaiono più lontane.
Gradiente di tessitura: gli oggetti come una trama più fitta sono percepiti come più lontane.
Frecce di Muller-Lyer
I due segmenti sono uguali ma abbiamo la sensazione che il secondo sia più lungo. Il
fenomeno si spiega ricorrendo alle leggi della prospettiva.
[percepiamo la prima freccia come l’angolo interno di una stanza e la seconda come lo
spigolo di un palazzo]
Illusione di Ponzo
I binari di Ponzo consistono nel collocare due rettangoli neri uguali su dei binari in
prospettiva (uno all’inizio e uno verso il punto di fuga). Si spiega ricorrendo la costanza della
grandezza.
[Le linee che convergono danno l’impressione della profondità, per cui automaticamente
suscitano l’idea che il rettangolo più in alto sia più distante; reputandolo più lontano,
crediamo di doverne correggere le dimensioni in rapporto a distanza e quindi lo percepiamo
più lungo dell’altro]
Illusione di Ebbinghaus
L’illusione di Ebbinghaus è formata dall’accostamento di cerchi disposti a forma di fiore, i
due cerchi al centro sono uguali, anche se in un primo momento non ce ne si rende conto.
Quest’illusione può essere spiegata dal contesto che ha un ruolo decisivo nella percezione.
[es. un individuo ci sembra più alto se è accanto una persona di bassa statura]
I disturbi della percezione sono alterazioni del normale svolgimento dei processi percettivi;
tra i più tipici vi sono le allucinazioni, ovvero percezioni senza oggetto perché avvertiti in
assenza di stimoli sensoriali.
Anche i sogni sono allucinazioni, ma non sono patologiche perché provocano effetti ben
precisi e reali che svaniscono al momento del risveglio. Possono essere anche
conseguenza di problemi come lesioni cerebrali, disturbi mentali, prolungata privazione del
sonno, condizioni di stress psicofisico e assunzione di sostanze stupefacenti alteranti.
Un grave disturbo conseguente alle lesioni cerebrali è l’agnosia: l’incapacità di riconoscere
oggetti, persone, suoni, forme e odori che dovrebbero essere noti. È stato studiato da Sacks
che ha scritto il saggio “l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello“ dove presenta vari
casi di pazienti agnostici.