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CULTURA CINESE

Principio vitale, scrittura poetica e generi letterari

Il carattere cinese semplificato 气 (qi) è il centro di una questione ben più ampia di quel che
potrebbe sembrare, definito come elemento indispensabile, soffio vitale, ma anche come energia
primordiale che tutto permea e completa.
Originariamente, nel periodo della dinastia Han (206 AC-220 DE) qi era 氣, attualmente
semplificato in 气, stava ad indicare il "vapore" con Mǐ 米 "riso", riferendosi così al "vapore che
sale mentre il riso cuoce".
Nelle iscrizioni Shang e Zhou non è stata identificata nessuna grafia corrispondente al suo
significato attuale ma la sua essenza di energia vitale primordiale viene riscontrata anche nel
Daodejing, capolavoro del pensiero taoista: per la prima volta i due elementi costituivi della
cosmologia cinese tradizionale, Yin e Yang (阴阳), vengono presentati in quanto dualismo di forze
che raggiungono l’armonia perfetta solamente grazie al cosiddetto soffio vitale, il qi.
L’indispensabilità del qi è evidente anche per quanto riguarda la creazione poetica e letteraria, esso
è fonte per la creatività individuale. Particolarmente interessante è la capacità che la tradizione
culturale cinese riconosce come insita nell’essere in ogni individuo, discostandosi dalla tradizione
Confuciana poiché viene identificato in ognuno un soffio creativo capace di fornire autonomia alla
creazione artistica e viene dato perciò un valore al talento dell’autore su cui si baserà la costruzione
di una propria originalità per potersi così discostare dalla scrittura canonica. È sorprendente questa
visione dell’individuo in quanto detentore del 气, innesco alla sua creatività, che solamente
coltivato e sviluppato può portare a dei risultati e alla sua emancipazione a livello di scrittura
letteraria.
Il concetto di qi viene chiarito in un frammento dello scrittore Cao Pi 曹丕, nei suoi “Discorsi
autorevoli” in cui afferma ‹‹In letteratura è il qi a dominare›› e rende così manifesto il significato di
qi come abilità/capacità individuale che non può essere raggiunto forzatamente. Grazie a questa
graduale valorizzazione del qi personale finalmente la focalizzazione si sposta sulle emozioni
dell’autore come fonte della creazione letteraria e artistica. Il pensiero della letteratura cinese arriva
a maturazione tramite un testo di riferimento di Lu Ji intitolato “Fu sulla letteratura”, nella forma
di fu, definibile “poesia in prosa”, testo estremamente innovativo che per la prima volta esprime
una suddivisione dei generi letterari, introducendo nuove possibilità espressive e una nuova visione
della scrittura poetica, non più finalizzata all’etica ma concentrata sull’abilità del singolo di dare
voce al proprio animo.
Non è possibile descrivere la grandiosità di questa prospettiva innovativa che pone al centro il
talento individuale nella creazione letteraria e poetica senza evidenziarne l’unicità del momento
storico in cui si è esibita. Bisogna focalizzarsi perciò sull’epoca che va dal 220 al 589, meglio
riconosciuta come epoca dei tre regni, delle sei dinastie e delle dinastie del nord e del sud (le Sei
Dinastie son comprese nel periodo dei Tre Regni (220-280), la dinastia Jin (265-420), e le dinastie
del Sud e del Nord (420-589), con capitale Jiankang (odierna Nanjing)), la particolarità di questo
periodo risiede nel susseguirsi di divisioni, battaglie e complotti interne alla Cina. Questa prima
disunione del paese vede un graduale abbandono della tradizione confuciana e un nuovo
orientamento verso Taoismo e Buddhismo, religione straniera che ebbe una grande influenza nel
sistema di pensiero della Cina in cui si distinguerà in particolar modo il neoconfucianesimo e nella
formazione di nuovi generi letterari, quali la narrativa in volgare (solo successivamente il
buddhismo raggiunge l'apice culturale in Cina, sotto la dinastia Tang).
Pertanto, attraverso la permanenza del confucianesimo in quanto dottrina tradizionale della Cina,
l’inserimento del Buddhismo e la canonizzazione del Taoismo con la costruzione di una chiesa
organizzata, risulta evidente un sincretismo religioso e di pensiero, classificato come unione delle
tre dottrine ovvero sanjiao heyi 三教合一.

Successivamente a questa serie di innovazioni e fase di diversificazione per quanto riguarda i generi
letterari, diventa essenziale fare ordine, nasce la necessità di riorganizzazione del patrimonio scritto
per cui è doveroso sottolineare il ruolo dei ru 儒 funzionari letterati che nelle dinastie Tang e
Song fu valorizzato, precedentemente ricondotto alla mera preparazione data dallo studio del
patrimonio scritto appartenente al periodo passato secondo la tradizione Confuciana. “Tradizione
centrale” è la denominazione data alla trasmissione del sapere compiuta dai letterati, si riferisce al
patrimonio scritto che caratterizza le collezioni imperiali leishu 类书, ovvero “libri suddivisi per
categorie”. Originariamente questo patrimonio lo vediamo suddiviso in tre categorie principali,
ovvero zi 子,shi 史 e wen 文. Proprio la terza categoria, quella del “segno scritto” va valorizzata
per la sua ulteriore suddivisione in generi, come precedentemente evidenziato (grazie a Cao Pi e Lu
Ji) e successiva sistematizzazione nel Wenxin diaolong 文心雕龙 di Liu Xie.

Alquanto caratteristico di questo periodo storico di riferimento è ciò che viene teorizzato da Xie He
谢赫, i “sei principi” della pittura, qui ritroviamo l’elemento fondamentale, il soffio vitale qi 气 e
questo rende chiaro la sua importanza anche nella creazione artistica e non solo letteraria. Il qi si
ripresenta nel primo principio: “气韵生动” traducibile qui come spirito/vibrazione vitale.

Vengono riscontrare una serie di analogie nel Tesoro delle lettere e Note sulla classificazione delle
antiche pitture, rispettivamente di Liu Xie e Xie He, in particolar modo la suddivisione in generi di
刘勰 sembra riflettersi perfettamente nel principio “applicare i colori secondo la specie” di Xie He.
È chiaro come anche nella tradizione artistica e letteraria cinese si presentino connessioni tra
opere di carattere diverso, poiché l’arte, nel senso generale, produce connessione senza alcun limite
e appare evidente a chiunque come sia capace di creare dei legami.
Un artista, poeta, scrittore o pittore, portano a manifestazione i loro sentimenti attraverso la relativa
forma d’arte e tramite il patrimonio appartenente al passato della tradizione culturale cinese siamo
oggi capaci di dare un nome alla qualità che li può rendere unici in mezzo a tanti altri, il qi,
indispensabile soffio vitale che dà l’avvio all’espressione del proprio talento.

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