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APPUNTI di LINGUISTICA ITALIANA

30/09/2020

PRIMA LEZIONE:

ESAME : prova scritta (poi vedremo) analizzare combinazioni bifrasali estratte da un testo nei tre livelli di
analisi.

MATERIALE : dispensa (articoli e saggi  descrizione ufficiale di quello che si tratta in classe, niente di più)
ed eserciziario + manuali di appoggio NON OBBLIGATORI per chi si trova in difficoltà

LEZIONE INTERATTIVA – fare domande se ne abbiamo bisogno, creare una competenza consapevole
dell’italiano.

Percorso di SINTASSI del PERIODO – grammatica italiana scolastica ripresa e risistemata.

 SINTASSI del PERIODO : combinazione di frasi  dalla frase semplice al discorso/testo.

FRASE SEMPLICE : soggetto, verbo e complementi  data per scontata.

1. PERCORSO INTRODUTTIVO:

Modello di costruzione di un piccolo discorso/testo per arrivare alla sintassi del periodo:

- Piero andava a cavallo


- Piero è caduto da cavallo
- Piero si è rotto una gamba

Piero è il medesimo individuo nelle tre frasi.

Versioni di un periodo complesso che unisce le tre frasi semplici:

1. Piero è andato a cavallo, è caduto e si è rotto una gamba. 


 ANALISI MORFO-SINTATTICA (SINTASSI + MOROFOLOGIA : ragionare sulla forma delle
parole (nome, aggettivo) e la modalità di distribuzione (dove possono inserirsi nel discorso))
 Nella prima frase semplice il tempo verbale è cambiato, ma dal punto di vista
strettamente temporale non ci sono state modifiche, perché comunque l’azione resta
passata. È cambiato il carattere ASPETTUALE ovvero come quell’azione temporale fa
percepire l’evento. È quindi cambiato l’ASPETTO VERBALE. Nella seconda frase, è
scomparso il soggetto, quindi è avvenuta un’ELISSI del SOGGETTO (sappiamo che è una 3
persona singolare grazie al verbo e grazie alla frase precedente in cui il soggetto è esplicito),
questo è un fenomeno di carattere TESTUALE, manca anche il complemento e anche
questo è un fenomeno testuale. Anche nella terza frase, c’è un’ellissi del soggetto.
Le frasi vengono adattate per creare un periodo e vengono anche aggiunte delle
congiunzioni per collegare le frasi e instaurare una congiunzione sintattica tra le frasi (e –
CONGIUNZIONE COORDINANTE  coordina le frasi, mette sullo stesso piano gerarchico le
due frasi coordinandole, la struttura è quindi una PARATASSI/coordinazione/struttura
paratattica/coordinata grazie alla congiunzione coordinante, che è un CONNETTORE, che
sono un’ampia serie di elementi che hanno la funzione di connettere fra loro diversi frasi o
elementi di esse). La prima frase e la seconda sono state collegate tramite una “pausa”,
una coordinazione è “a tre posti”: il primo elemento coordinato, il posto della congiunzione
coordinante e il secondo elemento coordinato, il secondo posto può non essere riempito e
sostituito da una virgola. Quindi anche le prime due frasi sono coordinate in assenza però
della congiunzione coordinante (COORDINAZIONE per ASINDETO/PARATASSI ASINDETICA;
per Serianni è “una giustapposizione risolvibile in una coordinazione per asindeto”), mentre
la seconda e la terza sono collegate in presenza della congiunzione (normale
coordinazione).
 ANALISI SEMANTICO-CONCETTUALE (senso del periodo)  In questo periodo la caduta e la
frattura sono collegate da una RELAZIONE CAUSA-EFFETTO (caduta-frattura), la CAUSALITÀ
è quindi il rapporto tra una causa e un effetto. Il senso di un testo emerge dalla
interpretazione del testo e quindi DALL’INFERENZA parziale da parte del destinatario sul
testo. Tuttavia, se ci fosse un perciò, quindi… all’inizio della terza frase inserito dal mittente
in modo da esplicitare il messaggio, il messaggio sarebbe stato CODIFICATO dal mittente.

06/10/2020

SECONDA LEZIONE:

RIASSUNTO della LEZIONE PRECEDENTE:

Presentazione globale.

Sintassi del periodo: combinare tra loro frasi, lavoriamo su testi/discorsi.

Primo modello di combinazioni plurifrasali: per illustrare i tre livelli di analisi (morfo-sintattico, semantico-
concettuale e pragmatica).

Nell’analisi morfo-sintattica, abbiamo visto la coordinazione con congiunzione coordinante “e” (esempio di
connettore) e la coordinazione per asindeto (in assenza di una coordinazione coordinante).

Nell’analisi semantico-concettuale (messa in gioco dei rapporti di senso tra le frasi), abbiamo individuato la
relazione causa-effetto con una ricostruzione inferenziale da parte del destinatario (diverso dalla codifica, in
cui il mittente aggiunge dei particolari per rendere più facile il lavoro del destinatario, attraverso dei
connettori).

INIZIO LEZIONE:

Continuiamo l’analisi semantica.

Un’ulteriore relazione di senso tra caduta e frattura è una SUCCESSIONE TEMPORALE (la caduta è
precedente alla frattura, le due azioni non sono contemporanee). Non è ovvia questa successione, dato che
le relazioni causali sono molteplici. In generale, pensiamo che prima esista una causa che crea un effetto,
ma non è sempre così scontato. La relazione temporale è anche data dall’ordine di comparsa delle frasi,
non è solo data dalla competenza inferenziale come la relazione causale. In coordinazione, il destinatario di
solito pensa che l’ordine in cui compaiono gli elementi corrisponda all’ordine reale degli eventi (ICONISMO:
è il derivato nominale di icona che corrisponde a un tipo di segno linguistico in cui in qualche modo la forma
segnica assomiglia al significato. Quindi, in coordinazione l’ordine degli elementi funziona in maniera
iconica/corrispondente rispetto agli eventi).

Altra storia è: Piero è andato a cavallo, si è rotto una gamba ed è cauto  Piero stava cavalcando, non si sa
perché si è rotto una gamba, a causa di ciò non riusciva a stare a cavallo e quindi è caduto.

La congiunzione “e” lega la terza frase con la seconda frase: è automatico perché se si comincia una frase
con “e” si sente la mancanza della frase precedente (E quella sera stavo tornando a casa a piedi)  una
caratteristica specifica delle congiunzioni coordinanti è la loro ANAFORICITA (collega il pezzo dopo a quello
prima). Esempi di altre congiunzioni coordinanti: o, ma.
Piero è andato a cavallo, è caduto e si è quindi/perciò rotto una gamba  “quindi” è un CONNETTORE che
accompagna la seconda frase, che il mittente utilizza per codificare la relazione di senso. Le caratteristiche
di questo secondo tipo di connettori sono:

1. Anche loro hanno un valore ANAFORICO, anche se non sono congiunzioni coordinanti.

2. Possono COOCCORRERE CON LE CONGIUNZIONI COORDINANTI seguendole, mentre le


congiunzione coordinanti non possono COOCCORRERE tra di loro.

3. Hanno POSSIBILITÀ DI MOVIMENTO cosa che le congiunzioni coordinanti non hanno, infatti
possono stare all’inizio della frase, interrompere la frase, possono essere alla fine della frase e in
generale ACCOMPAGNANO LA SECONDA FRASE.

4. Possono collocarsi sia in una struttura coordinata sia subordinata (Ho dato un pugno in faccia a
Giorgio che/il quale perciò da allora non mi parla più), quindi non sono né coordinanti né
subordinanti. Sono NEUTRI dal punto di vista della struttura sintattica, non hanno un ruolo
sintattico in sé.

5. Il loro lavoro è CODIFICARE il senso semantico-concettuale della frase.

Gli AVVERBI sono una classe di parole che si comporta come questi connettori, che vengono perciò
denominati CONNETTORI AVVERBIALI.

Quindi per ora i connettori descritti sono (2/4):

- CONNETTORI COORDINANTI (o, ma, e)


- CONNETTORI AVVERBIALI (quindi, perciò, per questa ragione)

Seconda versione della storia:

2. Mentre andava a cavallo, Piero è caduto e si è rotto una gamba.

- ANALISI SINTATTICA: Nella prima frase, resta l’imperfetto (componente aspettuale


imperfettiva), ma il soggetto è sottinteso. Nella seconda manca il complemento.
- “Mentre” è una congiunzione SUBORDINANTE e instaura un rapporto di subordinazione
tra la frase che introduce quindi la SUBORDINATA e la SOVRAORDINATA composta in
questo caso da due coordinate, questo livello gerarchico è quindi uno sbilanciamento
gerarchico verticale.
- ANALISI SEMANTICA: “Mentre” codifica un RAPPORTO TEMPORALE di “contemporaneità”
(frase subordinata temporale), la caduta e la frattura sono accadute durante la cavalcata.

07/10/2020

TERZA LEZIONE:

RIASSUNTO DELLA LEZIONE PRECEDENTE:

Codifica e inferenza

Iconismo nella coordinazione

Anaforicità delle congiunzioni coordinanti


Connettori avverbiali anaforici (possono cooccorrere con le coordinanti, hanno libertà di movimento nella
seconda frase ovvero quella che accompagnano, hanno caratteristiche avverbiali, è neutro nella struttura
sintattica, codifica le relazioni di senso).

Le congiunzioni coordinanti possono stare solo in mezzo a due frasi, non possono cooccorrere fra loro,
mettono le frasi che collegano sullo stesso piano coordinandole. Mentre le subordinate subordinano la
frase principale con quella subordinata.

INIZIO LEZIONE:

2. Mentre andava a cavallo, Piero è caduto e si è rotto una gamba.

Utilizzando il connettore “mentre” si sa che fra subordinata e sovraordinata ci sia un rapporto temporale
contemporaneo. Le congiunzioni subordinanti creano una codificazione e creano subordinazione. Inoltre,
possono lavorare in maniera CATAFORICA, legano il prima al dopo.

3. Piero è caduto e si è rotto una gamba, mentre andava a cavallo.

- ANALISI MORFO-SINTATTICA: la coordinazione e la subordinazione restano, ma viene


modificato l’ordine delle singole frasi. “Mentre” lavora in maniera ANAFORICA (mentre:
congiunzione subordinante qui anaforica). Una caratteristica generale delle congiunzioni
subordinanti è la capacità di lavorare in maniera contingentemente anaforica o cataforica,
quindi sono potenzialmente DIAFORICHE. La tipica diaforicità delle congiunzioni
subordinati libera l’ordine di comparsa dall’ipoteca dell’iconismo. Nei casi specifici una
congiunzione subordinante lavora in maniera o anaforica o cataforica, a seconda della sua
funzione nella frase.
- ANALISI SEMANTICA: Relazione di contemporaneità, di successione temporale e di causa-
effetto restano invariate. In questa versione, la relazione temporale però è visibile solo
nella terza frase.

Le frasi non marcate hanno una prima zona tematica che ospita dei contenuti più vicini allo stato di
conoscenza del destinatario e un’altra rematica che ospita dei contenuti nuovi per il destinatario o
collegati al cotesto successivo (Giorgio ha comprato il pane: Giorgio è il TEMA, il pane è il REMA).
Nelle frasi marcate (frasi scisse, dislocazioni) però il tutto cambia: nella frase “è Giorgio che ha
comprato il pane”, il tema è l’acquisto del pane e il rema è che è Giorgio che l’ha comprato. Ci sono
anche strutture marcate intonative: se si mette l’accento su Giorgio nella frase “Giorgio ha
comprato il pane” allora anche in questo caso il pane è il tema e Giorgio è il rema.
Quindi le versioni 2 e 3 sono adatte per due destinatari diversi: la 2 versione è più adatta per un
destinatario che sa che Piero è appassionato di ippica ma non sa cos’è successo recentemente,
mentre la 3 per qualcuno che sa che Piero è in ospedale ma non sa perché. In questo modo, la
prima o le prime frasi per entrambi i destinatari ha funzione tematica (viene detto qualcosa che già
il destinatario conosce, GIVEN) e l’ultima o le ultime frasi hanno funzione rematica (NEW). Si tratta
della POSIZIONE RELATIVA degli elementi. Questi concetti sono strettamente collegati al cotesto
precedente o successivo.
L’ipotassi dà più libertà espressiva.
Questi concetti appartengono alla terza tipologia di analisi detta PRAGMATICA-FUNZIONALE
perché coinvolge attivamente mittente e destinatario, coinvolge la prospettiva funzionale
dell’enunciato.
Il contenuto della subordinata è meno importante rispetto a quello della sovraordinata (sopra-
sotto). Questo concetto è la RELAZIONE SFONDO-PRIMO PIANO. Utilizzando l’ipotassi, il mittente
pone in primo piano il contenuto della sovraordinata e lascia sullo sfondo il contenuto della
subordinata.
In coordinazione, il rapporto sfondo-primo piano non si applica, perché le due frasi sono sullo
stesso piano.

13/10/2020

QUARTA LEZIONE:

RIPASSO SCORSA LEZIONE:

Livello semantico concettuale: RELAZIONE DI SENSO tra i diversi contenuti, lasciate all’inferenza del
destinatario o codificate dal mittente tramite dei connettori.

Livello sintattico: relazioni sintattiche, strutturali, e connettori.

Livello pragmatico: rema, tema, given, new, relazione primo piano-sfondo.

Iconismo in coordinazione, mentre in subordinazione il senso non cambia con il cambiare della sintassi (è
diaforica).

INIZIO LEZIONE:

4. Piero si è rotto una gamba, perché è caduto, mentre andava a cavallo.

- ANALISI MORFOSINTATTICA: La seconda e la terza frase sono introdotte da una congiunzione


subordinante. Si tratta di relazioni ipotattiche. La seconda è subordinata alla sovraordinata precedente e
funziona in maniera anaforica (Piero si è rotto una gamba),la terza frase è subordinata alla seconda frase
(perché è caduto) che in questo caso è sovraordinata e funziona in maniera anforica.

- ANALISI SEMANTICA: Rapporto causa effetto fra caduta e rottura, perché codifica questo rapporto.
Rapporto temporale di contemporaneità lasca tra l’andare a cavallo e la caduta e la rottura, mentre codifica
questo rapporto.

- ANALISI PRAGMATICA-FUNZIONALE: La prima frase è tematica ed è posta al primo piano, la seconda è


rematica ed è messa sullo sfondo. La rottura è un soggetto given, mentre che sia caduto è new. Stessa cosa
fra la seconda e la terza frase, la seconda ha un soggetto given ed è i primo piano e la terza è new ed è sullo
sfondo.

Come funziona l’esame:

1. Lettura del testo: Chi ha scritto, perché l’ha scritta, per chi l’ha scritta, perché l’ha scritta così.
2. Combinazioni bifrasali da analizzare sui tre livelli di analisi, con connettori in grassetto per
concentrare l’analisi in quel punto.

Non è necessario che una coordinazione sia a livello semantico inferita (l’aggiunta di perciò codifica una
coordinazione) e la subordinazione sia semanticamente codificata (possono esserci diverse relazioni in
subordinazione che non sono codificate da connettori).

Il GERUNDIO può essere inferito come funzione causale (è caduto andando a cavallo), temporale di
contemporaneità (L’ha incontrata uscendo da casa), modale (è uscito sbattendo la porta)  il gerundio non
codifica niente, ma lascia libere diverse inferenze. Introduce sempre frasi subordinate.

La codifica o l’inferenza dipendono non dalla struttura, ma dalle FORME. La forma del GERUNDIO ad
esempio introduce una subordinata ma è debole quindi indica qualsiasi inferenza. PERCHÉ è forte, rende
una relazione causa effetto. E è un connettore molto debole, per codificare causa effetto, la sua codifica è la
presenza dei due pezzi collegati.
Quindi a livello semantico codifica o inferenza dipendono dalla FORZA SEMANTICA RELATIVA dei
connettori impiegati.

Ad esempio, perché e perciò codificano una relazione causa effetto, nonostante uno sia un connettore
avverbiale e uno subordinante.

I MODI VERBALI si dividono in FINITI (indicativo...) e NON FINITI (gerundio…).

I GRADI DI SUBORDINAZIONE 

1. Appena rientrato in casa, ho telefonato a Giorgio per invitarlo a cena.

Le due subordinate sono di 1 grado rispetto alla sovraordinata.

2. Giorgio mi ha detto che Giovanni è uscito per comprare il pane.


La seconda frase è una subordinata di 1 grado, mentre la terza frase è di 2 grado perché dipende da
una subordinata di 1 grado.
3. Giorgio mi ha detto che Piero è uscito e che Giovanni è rimasto a casa.
La seconda frase e la terza frase sono due subordinate coordinate fra loro. Dipendono entrambe
direttamente dalla stessa sovraordinate quindi sono subordinate di 1 grado.
4. Gorgo mi ha detto (che giovani è uscito) (per comprare il pane) (e che Piero è rimasto a casa) (per
studiare).
La seconda frase è una subordinata di 1 grado. La terza è una subordinata di 2 grado. La quarta
frase è una subordinata coordinata con l’altra di 1 grado quindi anch’essa è di 1 grado. L’ultima
frase è di 2 grado perché subordinata a una di 1 grado. Le due subordinate di 2 grado NON sono
coordinate tra loro!

14/10/2020

QUINTA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRCEDENTE:

Tre livelli di analisi della storia di Piero

Codifica e inferenza a livello semantico dipendono non dalla struttura sintattica ma dalla forza semantica
relativa del connettore.

Ricapitolazione dei modi verbali finiti e non finiti e gradi di subordinazione.

INIZIO LEZIONE:

Ipotesi di dialogo tra una mamma e un bimbo che cercano di patteggiare:

1. Mamma: Stasera potremmo andare al cinema o mangiare una pizza.


Bimbo: Vorrei andare a mangiare una pizza e poi andare al cinema.
Mamma: Nono facciamo o l’uno o l’altro.
Bimbo: No io voglio fare e l’uno e l’altro.
2. Se hai voglia possiamo andare al cinema.
Se hai voglia allora possiamo andare al cinema.

Aspetto morfosintattico:
O congiunzione coordinante anaforica
=
E congiunzione coordinante anaforica
NE…NE, E…E, O…O, SIA…SIA, SIA…CHE sono tutte coppie di congiunzioni coordinanti che creano una
STRUTTURA CORRELATIVA PARATATTICA/COORDINATA.
Esistono anche STRUTTURE CORRELATIVE IPOTATTICHE/SUBORDINATE (SE… ALLORA).
CASI PARTICOLARI: In entrambi i casi, la prima congiunzione coordinante è prima dell’elemento
coordinato, questa congiunzione coordinante in più funziona in maniera CATAFORICA (non come al
solito in maniera anaforica), questa struttura in cui due elementi sono collegati da due connettori
che collaborano insieme uno che preavverte e uno che ribadisce. Questa è una STRUTTURA
CORRELATIVA, in cui i due elementi sono legati da due connettori che collaborano uno che
funziona in maniera anaforica e l’altro cataforica. Il primo si chiama ANTICIPATORE CATAFORICO e
il secondo si chiama RIPRESA ANAFORICA. La struttura correlativa è quindi una struttura complessa
composta da un anticipatore cataforico e una ripresa anaforica. (ad esempio, O…O oppure E…E,
SIA…SIA, SIA…CHE, NE…NE ad esempio in inglese BOTH...AND, EITHER...OR, NEITHER…NOR).

Aspetto semantico-concettuale:
O codifica una DIS-GIUNZIONE tra i due elementi proposti, dà un’alternativa/scelta tra due
elementi. In questo caso, la scelta di una delle due alternative, indica l’esclusione dell’altra
alternativa, e viceversa: è una DIS-GIUNZIONE ESCLUSIVA (Mangi la pizza o la pasta). La
congiunzione O può avere anche un significato di inclusività, è quindi una DIS-GIUNZIONE
INCLUSIVA, ovvero lo scegliere uno degli elementi disgiunti non comporta l’escludere l’altro
elemento disgiunto (Lasciare il posto alle persone invalide o alle donne incinta  include anche le
donne incinta disabili). Il valore inclusivo o esclusivo dipende dall’inferenza del destinatario. Quindi
il lavoro della congiunzione O è fatto parzialmente dal mittente (disgiunzione) e dal destinatario
(inclusiva o esclusiva). Quando si utilizza una struttura correlativa paratattica O…O si codifica la
disgiunzione esclusiva. Per codificare la disgiunzione inclusiva si utilizza E/O, è una sola
congiunzione coordinante.

E codifica una CON-GIUNZIONE tra due elementi proposti, vengono presi in considerazione
entrambi gli elementi.
NE…NE codifica una CON-GIUNZIONE NEGATIVA, nessuno dei due elementi viene considerato.

20/10/2020
SESTA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Con-giunzione della “e” e con-giunzione negativa “né…né”


Dis-giunzione “o” esclusiva o inclusiva
Struttura correlativa (anticipatore cataforico + ripresa anaforica) paratattiche o ipotattiche 
codificano il discorso.

INIZIO LEZIONE:

TIPI MORFOSINTATTICI DI FRASI SUBORDINATE: come la subordinata si combina con la


sovraordinata

1. Una subordinata che occupa una POSIZIONE ALL’INTERNO DELLA SOVRAORDINATA può essere:

- Frasi subordinate OGGETTIVE: Marco mi ha detto che sua sorella sta bene. (= frase che
corrisponde al complemento oggetto del verbo)
- Frasi subordinate SOGGETIVE: È importante che indossiamo la mascherina. (= frase che
occupa la posizione del soggetto del verbo)
- Frasi subordinate INTERROGATIVE INDIRETTE: Andrea mi ha chiesto se mia sorella è
tornata a casa. (= frase che indica la domanda in modo indiretto)

2. Frase subordinata RELATIVA: Ho dato un pugno in faccia a Giorgio che non mi parla più (=frase
che dipende dal SINTAGMA NOMINALE che la regge, funziona come se fosse un aggettivo
all’interno del sintagma nominale).
3. I MARGINI sono quelle frasi subordinate che indicano una relazione di SIGNIFICATO TRA
SUBORDINATA E SOVRAORDINATA e sono diverse dalle relative, oggettive, soggettive, interrogative
indirette. Sono meno interne delle altre.

 Le prossime tappe saranno:


o Tappa di carattere semantico-concettuale:
U - relazioni causali
U - periodo ipotetico o costrutto condizionale
U - relazioni di carattere concessivo-avversativo
U
o Tappa di analisi pragmatica :
U - tema-rema/given-new e sfondo-primo piano (articolo: prospettiva funzionale di frase)
U
o Esercitazioni in preparazione dell’esame

2. RELAZIONI CAUSALI:

La linguistica contemporanea concorda sull’esistenza di almeno 3 tipi di relazione causale:

- CAUSA FENOMENICA/MATERIALE/FISICA (L’asfalto è bagnato poiché piove, altri esempi


eserciziario p. 3): indica un rapporto forte tra due eventi , è una relazione causale stretta,
qualsiasi cosa sia coinvolta nella relazione data la causa ne deriva direttamente l’effetto. L a
scansione temporale è quella naturale, prima c’è la causa poi l’effetto , tuttavia non è
necessaria la conclusione dell’evento causa perché inizi l’evento effetto. In questa
relazione causale può essere coinvolta qualsiasi cosa (eventi, oggetti, piante, persone…). Si
instaurano rapporti ipotattici, in cui la subordinata è posposta quindi la congiunzione è
anaforica. Il tempo verbale delle due frasi è sempre lo stesso e quindi la scansione
temporale è inferita dal lettore. Comunque, il mittente può scegliere di usare due tempi
verbali per indicare esplicitamente la scansione temporale (6-8). L’esempio 9 non funziona
perché l’effetto precede la causa, è una combinazione malformata a livello semantico
concettuale.

- MOTIVO DI FARE (Stasera resto a casa poiché sono stanca) p.3-4: è necessario che ci sia un
AGENTE che possa decidere di compiere un’azione e che possa avere un motivo e una
possibilità di decidere se compiere un’azione. È un’azione più debole. C’è uno SPAZIO
DECISIONALE. La scansione cronologica vuole prima la causa e poi l’effetto, ma ci sono
anche delle eccezioni (MOTIVO DI FARE RETROSPETTIVO: il motivo di compiere l’azione è
successivo alla decisione presa).
- MOTIVO DI DIRE (Piove, poiché l’asfalto è bagnato)

21/10/2020

SETTIMA LEZIONE:

RIPASSO LEZIONE PRECEDENTE:

Tipi di subordinata (soggettive, oggettive, interrogative indirette, relative, margini)

Relazioni causali: causa fenomenica, il motivo di fare e il motivo di dire.

INIZIO LEZIONE:

- MOTIVO DI FARE: Stasera resto a casa, poiché pioverà.  la futura pioggia è la causa che
crea l’effetto precedente, quindi la causa è successiva all’effetto cronologicamente,
funziona in maniera retrospettiva. Il motivo non è per forza cronologicamente precedente
alla decisione di comportarsi in un determinato modo. Nel sottotipo in cui il motivo è
futuro ed è anche progettato, si può cambiare prospettiva: se l’azione strumentale è
precedente e lo scopo è successivo: “Cercano affitto perché si sposeranno/per sposarsi” si
ha una vicinanza semantica tra la relazione causale di motivo di fare di un futuro
progettato e la relazione finale.

 Trucco tecnico nel distinguere i diversi tipi di causale: la parafrasi integrativa [ciò accade/succede]
corrisponde alla causa fenomenica tra la sovraordinata e la subordinata coniugata per il tempo. La
parafrasi integrativa [lo faccio] è adatta al motivo di fare coniugato per il tempo e l’agente.

- MOTIVO DI DIRE: (Piove poiché l’asfalto è bagnato) il parlante ha un motivo per dire
qualcosa (io o noi). La parafrasi integrativa [lo penso e lo dico] è adatta al motivo di dire, in
cui il protagonista è il mittente. Viene detto da dove è partito il ragionamento inferenziale
e viene detto il motivo per cui è arrivato a questo ragionamento.

10/11/2020

OTTAVA LEZIONE:

RIASSUNTO DELLE LEZIONE PRECEDENTE:

Relazioni causali:

Causa fenomenica

Motivo di fare

Motivo di dire

INIZIO LEZIONE:
- MOTIVO DI DIRE:
Funziona come una giustificazione da parte del parlante.

“Dovere” come obbligo è l’uso DEONTICO del verbo modale.


“Dovere” come probabilità, il condizionale giornalistico e l’uso del futuro come probabilità è l’uso
EPISTEMICO (ha a che fare con il nostro stato di conoscenza, maggiore o minore stato di sicurezza).

APPROFONDIMENTI DI ASPETTI MORFO-SINTATTICI nel rapporto causale:

Giustapposizione : due frasi unite con la virgola allo scritto o con pausa potenziale all’orale.

Se fra le due frasi si può inserire una “e” si tratta di un caso di giustapposizione risolto tramite una
COORDINAZIONE ASINDETO. (esempio 44 a-b-d)

La giustapposizione si può anche risolvere tramite una SUBORDINAZIONE PER ASINDETO, dato che
possiamo inserire dei connettori subordinanti tra le diverse frasi. (esempio 45 e 45b). Si tratta di
giustapposizioni risolvibile in subordinazioni per asindeto.

Quindi il rapporto causale oltre che per subordinazione, si può realizzare anche come coordinazione,
coordinazione per asindeto e subordinazione per asindeto.

11/11/2020

NONA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Motivo di dire

Aspetti morfo-sintattici del rapporto causale

INIZIO LEZIONE:

Perché può essere usato per le subordinate causali (perché + indicativo) e per le subordinate finali (variante
di affinché, perché + congiuntivo). Tuttavia, servono altre precisazioni più raffinate.

Nella causa NEGATA in cui si nega la relazione di causa, in italiano standard, si utilizza perché +
CONGIUNTIVO. (esempio 50a). L’italiano informale in questo caso può accettare anche l’indicativo.

Se nella causa negata, il NON è appena prima del perché (posizione bassa) allora si utilizza il congiuntivo (si
nega il rapporto di causa), mentre se il NON è prima del verbo principale (posizione alta) dopo il perché si
usa l’indicativo (però non si nega il verbo della principale, ma continuare a negare il rapporto di causa).

In generale, il contenuto della causale rimane in sospeso (50a). Mentre ci sono due esempi estremi: nel
28-28a il contenuto della causale viene negato e nella 50b il contenuto della causale è vero.

ASPETTI PRAGMATICO-FUNZIONALI della relazione causale:

52a la sovraordinata è in posizione tematica con contenuto given, la subordinata è in posizione rematica
con contenuto new.

52b invece è al contrario.

Sia in 52a che in 52b, la sovraordinata è in primo piano e la subordinata è sullo sfondo.
17/11/2020

DECIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Relazione causale  aspetti morfo-sintattici (coordinazione e subordinazione; indicativo e congiuntivo;


causa negata).

INIZIO LEZIONE:

PERCHE è una congiunzione subordinante anomala: non funziona in maniera cataforica, è soltanto
anaforico in strutture non marcate. In strutture marcate strutturalmente 53d o con enfatizzazione marcata
53c (tropicalizzazione o focalizzazione contrastiva), lavora anche in posizione cataforica.

SICCOME è una congiunzione subordinante anomala: non funziona in maniera anaforica, è soltanto
cataforico.

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI che codificano o inferiscono una relazione causale:

- Siccome
- Poiché
- Visto/dato che
- Dal momento che
- Attesoché
- Giacché
- Dacché
- Però che = perché
- Quando
- In quanto
- Quando (inferita)
- In quanto (inferita)

18/11/2020

UNDICESIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

perché e siccome congiunzioni anomale

congiunzioni subordinanti

INIZIO LEZIONE:

INFATTI può essere usato in due modi:

- Per dire sì, sono d’accordo. In questo caso non è un connettore. Lo si usa per rispondere a
una domanda o un’affermazione di un’altra persona.
- È un connettore avverbiale anaforico con valore causale riservato ai MOTIVI DI DIRE (Piove,
infatti l’asfalto è bagnato).

SUBORDINATE CAUSALI A MODO VERBALE NON FINITO: gerundio, participio passato e per + infinito:

La relazione causale viene inferita dal destinatario in questi casi.


[soggetto sottinteso = soggetto ellittico]

Discorso sintattico: Il gerundio ha una posizione di soggetto, che può essere un soggetto ellittico o può
essere riempito. Mentre l’infinito e il participio passato non hanno strutturalmente una posizione soggetto.

Per + infinito composto codifica in generale una relazione causale (anche se ci sono delle rare eccezioni per
cui è una relazione finale).

Per + infinito semplice può inferire sia una relazione causale sia una relazione finale, a seconda dei
contenuti espressi e del contesto.

24/11/2020

DODICESIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Infatti

Subordinate causali a modo verbale non finito: gerundio, participio passato e per + infinito

INIZIO LEZIONE:

RELAZIONI DI CARATTERE IPOTETICO-CONDIZIONALE:

A scuola si chiamava periodo ipotetico (tradizione greco-latina) o costrutto condizionale (tradizione


britannica).

Si compongono di una subordinata preposta/cataforica introdotta da se e seguita da una sovraordinata, o


viceversa. Se è una normale congiunzione subordinante diaforica.

Una relazione di questo tipo può essere anche lasciata inferire tramite una giustapposizione tra una
domanda e la relativa risposta (Hai sete? C’è dell’acqua in frigo). Può essere anche realizzata con una
paratassi (Finisci i compiti e ti porto al cinema).

Se + subordinata… allora + sovraordinata  allora è un connettore avverbiale anaforico. È una struttura


CORRELATIVA ipotattica.

Il periodo ipotetico sviluppa delle ipotesi nelle singole frasi. Il costrutto condizionale fa sì che la prima frase
ponga una condizione che crei una conseguenza nella seconda frase (costrutto condizionale).

Il verificarsi della condizione comporta il verificarsi della conseguenza (Se partiamo presto non troviamo
traffico  Se p, q  con p e q vere oppure p e q false). Se la condizione risulta vera e la condizione falsa
allora il periodo ipotetico non funziona. I due contenuti devono avere lo stesso valore di verità .

La subordinata di un periodo ipotetico si chiama PROTASI e la sovraordinata si chiama APODOSI.

SOLO SE suggerisce implicitamente che se non segui la condizione non troverai mai la conseguenza (Solo se
partiamo presto non troviamo traffico  solo se p, q  vero/falso p e q).

Il fatto che il valore di condizione e conseguenza debbano concordare, essere entrambi veri o falsi, si
chiama valore BI-CONDIZIONALE. Questo concetto viene codificato totalmente con “solo se”, mentre con la
formula condizionale semplice “se”, se condizione e conseguenza sono false allora viene solo inferito.

PRIMO TIPO/DELLA REALTÀ/CASUS REALIS prevede il modo indicativo presente o futuro sia nella protasi
che nella apodosi. Può esserci anche futuro semplice nella protasi e futuro anteriore nella apodosi. Si può
inserire anche un passato prossimo in entrambe le frasi. La concordanza temporale può essere sfasata fra le
due frasi.
Un periodo ipotetico del primo tipo preferibilmente con tempi passati, usato per presentare contenuti reali
e non ipotizzati, viene chiamato BI-AFFERMATIVO. Il costrutto bi-affermativo può essere inferito come una
RELAZIONE CAUSALE (Se hai sostenuto quella posizione hai avuto torto).

25/11/2020

TREDICESIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Relazioni ipotetiche-condizionali

Se + protasi, apodosi.

Struttura correlativa ipotattica (se… allora)

Valore bi-condizionale

Periodo ipotetico del primo tipo

Costrutto bi-affermativo

INIZIO LEZIONE:

Un costrutto bi-affermativo rimane un periodo ipotetico dal punto di vista sintattico e dal punto di vista
concettuale dà la possibilità di inferire altri tipi di relazioni (relazione causale, temporale, contrasto spazio-
temporale).

Il SECONDO TIPO/POSSIBILITÀ/CASUS POSSIBILIS utilizza il modo congiuntivo con il tempo imperfetto nella
subordinata e l’indicativo condizionale nella sovraordinata.

Nella CONCORDANZA MISTA REALE vengono messi insieme diversi tipi di periodo ipotetico.

Il TERZO TIPO/IRREALTÀ/CASUS IRREALIS utilizza il modo congiuntivo trapassato nella subordinata e


indicativo condizionale composto nella sovraordinata. È una concordanza dell’irrealtà nel passato, ma può
essere rappresentata anche l’irrealtà nel presente o nel futuro. Condizione e conseguenza possono essere
cronologicamente sfasate e avere concordanze diverse.

La CONCORDANZA OBLIQUA, INDIRETTA, OPACA è obbligata da un discorso diretto a uno indiretto. Questo
tipo di concordanza non permette di intuire cosa il soggetto ha davvero detto e quale tipo di periodo
ipotetico sia, perché la resa del discorso indiretto è identica sia che il discorso diretto fosse di 1, 2 o 3 tipo.
Formalmente viene creato un periodo ipotetico del terzo tipo nel discorso indiretto (congiuntivo trapassato
e condizionale composto).

I BI-NEGATIVI sono periodi ipotetici del primo tipo usati per presentare dei contenuti falsi e irreali, in
contrasto con i bi-affermativi. Sono formule sarcastiche. Nella tradizione britannica sono detti Dutchman
sentence perché la frase più comune in Inghilterra è “If you’re a policeman I’m a Dutchman”.

Non sempre la concordanza del 3 tipo comporta l’irrealtà delle proposizioni espresse. Un contenuto può
essere presentato come reale e l’altro come irreale oppure possono essere presentati come possibilità.

01/12/2020
QUATTORDICESIMA LEZIONE:

INIZIO LEZIONE:

COSTRUTTI CONCESSIVO-AVVERSATIVI

Anche se pioveva, sono uscito senza ombrello.

Sono uscito senza ombrello, anche se pioveva.

Tra la pioggia e l’uscita senza ombrello c’è una relazione di CAUSA FRUSTATA, la pioggia sarebbe un motivo
ragionevole per uscire con l’ombrello, ma in questo caso la pioggia non ha innescato la sua normale
conseguenza di uscire con l’ombrello. Quindi è una relazione causale che non ha sorbito il suo effetto,
creando un contrasto. È una relazione concessivo-avversativa/di contrasto.

Il contenuto della subordinata o la prima coordinata è detta apodosi, mentre la sovraordinata o la seconda
coordinata sono la apodosi.

I COSTRUTTI SOSTITUTIVI eliminano un elemento tramite una negazione esplicita nella frase precedente
(negazione polemica) e lo sostituiscono con un altro elemento tramite il connettore “bensì” o “ma”:

non… ma = non … bensì

Secondo me Gianni non è bello, ma/bensì decisamente brutto. (negazione con posizione alta)

* Secondo me Gianni è non bello, ma/bensì decisamente brutto. (negazione con posizione bassa)

Però ha valore avversativo quindi non si può usare in un costrutto sostitutivo, mentre “ma” è sia sostitutivo
sia avversativo.

Una variante di costrutto sostitutivo :

Secondo me Gianni è decisamente brutto, non è bello.

Bensì è un connettore avverbiale anaforico.

Non … bensì/ma è una struttura correlativa.

La frase * è una giustapposizione risolvibile in coordinazione.

02/12/2020

QUINDICESIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Costrutti concessivo-avversativi, di contrasto, di causa frustrata

Costrutti sostitutivi

INIZIO LEZIONE:

Sebbene …. ugualmente/lo stesso/comunque (connettori avverbiali)  struttura correlativa

Tuttavia è un connettore avverbiale.

CERTO è un connettore avverbiale che si trova nella prima frase quindi ha carattere cataforico. Codifica la
relazione di contrasto.
CONNETTORE DEL QUARTO TIPO : esempio “è vero che”.

07/12/2020

SEDICESIMA LEZIONE:

INIZIO LEZIONE:

CONNETTORE DEL QUARTO TIPO: è una frase incompleta che introduce una completiva e svolge il ruolo di
connettore che indica il contrasto. Raccoglie tutti quegli elementi che non rientrano negli altri tre tipi di
connettori.

Esempio: Sarà vero, ma non ci conterei troppo. (è un futuro dubitativo-concessivo  futuro con valore
modale per segnalare un allontanamento dal contenuto enunciato, ha il valore di anticipatore cataforico
che indica un contrasto)

Ugualmente, lo stesso e comunque sono tipicamente connettori avverbiali anaforici, ma sono atipici
perché possono anche avere funzione cataforica (31a). Quindi sono connettori avverbiali diaforici.

Nell’ipotassi l’elemento principale si trova nella sovraordinata in primo piano, mentre nella paratassi
l’elemento principale si trova nella parte rematica.

Subordinate concessive RESTRITTIVE: struttura ipotattica con la subordinata in seconda posizione staccata
dalla sovraordinata tramite la prosodia per darle una particolare posizione in primo piano, diversamente
dal solito. Quindi sia la sovraordinata che la subordinata sono entrambe in primo piano. In generale, ci si
riferisce a questo fenomeno come frasi INSUBORDINATE.

09/12/2020

DICIASSETTESIMA LEZIONE:

L’ANALISI PRAGMATICO-FUNZIONALE: TEMA/REMA (GIVEN/NEW) E SFONDO/PRIMO PIANO

TOPIC-COMMENT : elemento conosciuto all’inizio ed elemento nuovo dopo.

80 % dei casi la subordinata è posta prima della sovraordinata nei costrutti ipotetici  il motivo è che
prima viene posta la condizione poi la conseguenza, è la maniera più spontanea di esprimersi.

80 % dei casi la sovraordinata è posta prima della subordinata nei costrutti finali  viene posto prima
l’azione e poi lo scopo dell’azione. Nella restante parte dei casi (20%), il cotesto precedente esprime l’esistenza
di un problema, la subordinata preposta esplicita il problema e nella sovraordinata si prova a risolvere il
problema, ma anche in questo caso si esprime una preferenza iconistica in cui viene posto prima il problema e
poi la soluzione.

C’è una componente di preferenza espressiva ICONICA del mittente in ipotassi, al contrario della paratassi in
cui l’intuizione iconica è inferita dal destinatario.

Nella zona rematica se è sufficientemente articolata, la parte finale ha il maggior valore informativo (FUOCO
come culmine del rema).
Hopper ha scoperto che le natural narratives sono molto sintetiche e sono composte da eventi fondamentali
uniti tramite paratassi o giustapposizione presentati in ordine cronologico. Possono essere però anche
accompagnati da situazioni meno rilevanti tramite ipotassi, non per forza in ordine iconico.

15/12/2020

DICIOTTESIMA LEZIONE:

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:

Preferenza espressiva iconica

Fuoco

INIZIO LEZIONE:

TUTTO QUESTO NON CI SARA NELL’ESAME 

In 13 e 14 c’è una differenza linguistica formale tra i contenuti in primo piano e sullo sfondo: nello sfondo il
tempo del verbo è all’IMPERFETTO (forma imperfettiva), mentre in primo piano c’è il PASSATO REMOTO (forma
perfettiva). In generale, una forma aspettuale imperfettiva dà una caratteristica di sfondo e una forma
aspettualmente perfettiva (forme composte) dà una caratteristica di primo piano.

Esempi:

- Stavo facendo tranquillamente la mia solita colazione (sovraordinata, primo piano +, tema -,
given, forma verbale aspettualmente imperfettiva -) quando all’improvviso squillò il telefono
(subordinata, sfondo -, rema +, new, forma verbale aspettualmente perfettiva +).
- Stefano, Francesco e Simone stavano avanzando ancora pieni di stupore, quando d’improvviso
si accorsero che qualcosa sfiorava le loro teste.

Il telefono che squilla o qualcosa che gli sfiora la testa sono i contenuti più rilevanti del periodo, perché la
seconda frase ha una forma verbale aspettualmente perfettiva. Sono due frasi INSUBORDINATE perché abbiamo
dato una componente di primo piano a una frase sullo sfondo per la sua forma perfettiva, così come l’altra frase
in primo piano è anche sullo sfondo per la forma imperfettiva del verbo. Questo tipo di frase si chiama
TEMPORALE INVERSA, ovvero una frase insubordinata temporale.

16/12/2020

DICIANNOVESIMA LEZIONE:

INIZIO LEZIONE:

Esercitazioni finali di analisi ai livelli semantico-concettuale, morfo-sintattico e pragmatico-funzionale:

Testo 1 - L’economia? Proprio una vera arte

Come fare l’analisi del testo:

1. Idea generale del testo: leggere il testo cercando di capire chi l’ha scritto, per chi, perché e perché l’ha
scritto così
2. Analisi del pezzo :
1. “Tale prospettiva rappresenta un modo particolare di guardare al comportamento degli esseri
umani come produttori e fruitori. L’economia dell’arte non si limita però ad analizzare il mercato”:
- Livello semantico-concettuale: relazione concessivo-avversativa/di contrasto/di causa frustrata
codificata.
- Livello morfo-sintattico: “Però” è un connettore avverbiale anaforico. Giustapposizione
risolvibile in coordinazione per asindeto/paratassi asindetica.
- Livello pragmatico-funzionale: (essendo una coordinazione non bisogna parlare di
sfondo/primo piano)
La prima coordinata è tematica (con un contenuto given legato al cotesto precedente) e la
seconda coordinata è rematica (con un contenuto new legato al cotesto successivo).

2. “L’economia dell’arte non si limita ad analizzare il mercato, ma propone questioni di interesse


generale ad un pubblico che”
- Livello semantico-concettuale: relazione sostitutiva codificata
- Livello morfo-sintattico: struttura correlativa paratattica. Anticipatore cataforico = negazione
polemica “non”; ripresa anaforica = congiunzione coordinante anaforica “ma”.
- Livello pragmatico-funzionale: la prima coordinata è tematica e la seconda coordinata è
rematica.

3. “Pubblico che pur conoscendo bene i problemi del patrimonio artistico è scarsamente avvezzo a
ragionare anche in una prospettiva economica”
- Livello semantico-concettuale: relazione concessivo-avversativa codificata.
- Livello morfo-sintattico: struttura ipotattica. “Pur” è una congiunzione subordinante diaforica
qui cataforica.
- Livello pragmatico-funzionale: la subordinata è in posizione tematica ma new e la
sovraordinata è in posizione rematica. La sovraordinata è in primo piano e la subordinata è
sullo sfondo.

4. In generale:
- Livello semantico-concettuale: tipologia di relazione, codificata o inferita.
- Livello morfo-sintattico: tipologia di struttura sintattica, tipologia di connettore e direzione
(diaforico qui anaforico/cataforico, anaforico, cataforico).
- Livello pragmatico-funzionale: tema e rema, sfondo e primo piano (solo se non è una struttura
coordinante).

Subordinata rematica posta dopo (o subordinate isolate senza sovraordinata)  potrebbe esserci una struttura
insubordinata.

12/01/2021

ULTIMA LEZIONE:

1. “Tale prospettiva rappresenta…. Perciò il volume non è destinato agli economisti o soltanto a loro...”

Analisi semantico-concettuale: relazione causale motivo di dire codificata.

Analisi morfo-sintattica: giustapposizione risolvibile in coordinazione per asindeto. “Perciò” è un


connettore avverbiale anaforico.

Analisi pragmatico-funzionale: il primo elemento coordinato è tematico (given) e il secondo elemento


coordinato è rematico (new).

2. "[...] il volume NON è destinato agli economisti [...]: vuole soprattutto [...].

Analisi semantico-concettuale: relazione sostitutiva inferita.


Analisi morfo-sintattica: giustapposizione risolvibile in coordinazione per asindeto. “Non” è una negazione
polemica.

Analisi pragmatico-funzionale: il primo elemento coordinato è tematico (given) e il secondo elemento


coordinato è rematico (new).

3. “Nada sta pensando… che non sia solo una sequenza di canzoni ma uno spettacolo vero e proprio”

Analisi semantico-concettuale: relazione sostitutiva codificata.

Analisi morfo-sintattica: struttura correlativa paratattica. L’anticipatore cataforico è la negazione polemica


“non” e la ripresa anaforica è la congiunzione coordinante “ma”.

Analisi pragmatico-funzionale: il primo elemento coordinato è tematico (given) e il secondo elemento


coordinato è rematico (new).

4. “Non c’è che da rallegrarsene. Anche perché la canzone… è nata proprio a teatro.”

Analisi semantico-concettuale: relazione causale motivo di dire codificata.

Analisi morfo-sintattica: struttura ipotattica. “Perché” è un connettore subordinante anaforico.

Analisi pragmatico-funzionale: la sovraordinata è tematica (given) e la subordinata è rematica (new). La


sovraordinata è in primo piano e la subordinata è in primo piano (perché le due frasi sono staccate da un
punto).

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