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30/09/2020
PRIMA LEZIONE:
ESAME : prova scritta (poi vedremo) analizzare combinazioni bifrasali estratte da un testo nei tre livelli di
analisi.
MATERIALE : dispensa (articoli e saggi descrizione ufficiale di quello che si tratta in classe, niente di più)
ed eserciziario + manuali di appoggio NON OBBLIGATORI per chi si trova in difficoltà
LEZIONE INTERATTIVA – fare domande se ne abbiamo bisogno, creare una competenza consapevole
dell’italiano.
1. PERCORSO INTRODUTTIVO:
Modello di costruzione di un piccolo discorso/testo per arrivare alla sintassi del periodo:
06/10/2020
SECONDA LEZIONE:
Presentazione globale.
Primo modello di combinazioni plurifrasali: per illustrare i tre livelli di analisi (morfo-sintattico, semantico-
concettuale e pragmatica).
Nell’analisi morfo-sintattica, abbiamo visto la coordinazione con congiunzione coordinante “e” (esempio di
connettore) e la coordinazione per asindeto (in assenza di una coordinazione coordinante).
Nell’analisi semantico-concettuale (messa in gioco dei rapporti di senso tra le frasi), abbiamo individuato la
relazione causa-effetto con una ricostruzione inferenziale da parte del destinatario (diverso dalla codifica, in
cui il mittente aggiunge dei particolari per rendere più facile il lavoro del destinatario, attraverso dei
connettori).
INIZIO LEZIONE:
Un’ulteriore relazione di senso tra caduta e frattura è una SUCCESSIONE TEMPORALE (la caduta è
precedente alla frattura, le due azioni non sono contemporanee). Non è ovvia questa successione, dato che
le relazioni causali sono molteplici. In generale, pensiamo che prima esista una causa che crea un effetto,
ma non è sempre così scontato. La relazione temporale è anche data dall’ordine di comparsa delle frasi,
non è solo data dalla competenza inferenziale come la relazione causale. In coordinazione, il destinatario di
solito pensa che l’ordine in cui compaiono gli elementi corrisponda all’ordine reale degli eventi (ICONISMO:
è il derivato nominale di icona che corrisponde a un tipo di segno linguistico in cui in qualche modo la forma
segnica assomiglia al significato. Quindi, in coordinazione l’ordine degli elementi funziona in maniera
iconica/corrispondente rispetto agli eventi).
Altra storia è: Piero è andato a cavallo, si è rotto una gamba ed è cauto Piero stava cavalcando, non si sa
perché si è rotto una gamba, a causa di ciò non riusciva a stare a cavallo e quindi è caduto.
La congiunzione “e” lega la terza frase con la seconda frase: è automatico perché se si comincia una frase
con “e” si sente la mancanza della frase precedente (E quella sera stavo tornando a casa a piedi) una
caratteristica specifica delle congiunzioni coordinanti è la loro ANAFORICITA (collega il pezzo dopo a quello
prima). Esempi di altre congiunzioni coordinanti: o, ma.
Piero è andato a cavallo, è caduto e si è quindi/perciò rotto una gamba “quindi” è un CONNETTORE che
accompagna la seconda frase, che il mittente utilizza per codificare la relazione di senso. Le caratteristiche
di questo secondo tipo di connettori sono:
1. Anche loro hanno un valore ANAFORICO, anche se non sono congiunzioni coordinanti.
3. Hanno POSSIBILITÀ DI MOVIMENTO cosa che le congiunzioni coordinanti non hanno, infatti
possono stare all’inizio della frase, interrompere la frase, possono essere alla fine della frase e in
generale ACCOMPAGNANO LA SECONDA FRASE.
4. Possono collocarsi sia in una struttura coordinata sia subordinata (Ho dato un pugno in faccia a
Giorgio che/il quale perciò da allora non mi parla più), quindi non sono né coordinanti né
subordinanti. Sono NEUTRI dal punto di vista della struttura sintattica, non hanno un ruolo
sintattico in sé.
Gli AVVERBI sono una classe di parole che si comporta come questi connettori, che vengono perciò
denominati CONNETTORI AVVERBIALI.
07/10/2020
TERZA LEZIONE:
Codifica e inferenza
Le congiunzioni coordinanti possono stare solo in mezzo a due frasi, non possono cooccorrere fra loro,
mettono le frasi che collegano sullo stesso piano coordinandole. Mentre le subordinate subordinano la
frase principale con quella subordinata.
INIZIO LEZIONE:
Utilizzando il connettore “mentre” si sa che fra subordinata e sovraordinata ci sia un rapporto temporale
contemporaneo. Le congiunzioni subordinanti creano una codificazione e creano subordinazione. Inoltre,
possono lavorare in maniera CATAFORICA, legano il prima al dopo.
Le frasi non marcate hanno una prima zona tematica che ospita dei contenuti più vicini allo stato di
conoscenza del destinatario e un’altra rematica che ospita dei contenuti nuovi per il destinatario o
collegati al cotesto successivo (Giorgio ha comprato il pane: Giorgio è il TEMA, il pane è il REMA).
Nelle frasi marcate (frasi scisse, dislocazioni) però il tutto cambia: nella frase “è Giorgio che ha
comprato il pane”, il tema è l’acquisto del pane e il rema è che è Giorgio che l’ha comprato. Ci sono
anche strutture marcate intonative: se si mette l’accento su Giorgio nella frase “Giorgio ha
comprato il pane” allora anche in questo caso il pane è il tema e Giorgio è il rema.
Quindi le versioni 2 e 3 sono adatte per due destinatari diversi: la 2 versione è più adatta per un
destinatario che sa che Piero è appassionato di ippica ma non sa cos’è successo recentemente,
mentre la 3 per qualcuno che sa che Piero è in ospedale ma non sa perché. In questo modo, la
prima o le prime frasi per entrambi i destinatari ha funzione tematica (viene detto qualcosa che già
il destinatario conosce, GIVEN) e l’ultima o le ultime frasi hanno funzione rematica (NEW). Si tratta
della POSIZIONE RELATIVA degli elementi. Questi concetti sono strettamente collegati al cotesto
precedente o successivo.
L’ipotassi dà più libertà espressiva.
Questi concetti appartengono alla terza tipologia di analisi detta PRAGMATICA-FUNZIONALE
perché coinvolge attivamente mittente e destinatario, coinvolge la prospettiva funzionale
dell’enunciato.
Il contenuto della subordinata è meno importante rispetto a quello della sovraordinata (sopra-
sotto). Questo concetto è la RELAZIONE SFONDO-PRIMO PIANO. Utilizzando l’ipotassi, il mittente
pone in primo piano il contenuto della sovraordinata e lascia sullo sfondo il contenuto della
subordinata.
In coordinazione, il rapporto sfondo-primo piano non si applica, perché le due frasi sono sullo
stesso piano.
13/10/2020
QUARTA LEZIONE:
Livello semantico concettuale: RELAZIONE DI SENSO tra i diversi contenuti, lasciate all’inferenza del
destinatario o codificate dal mittente tramite dei connettori.
Iconismo in coordinazione, mentre in subordinazione il senso non cambia con il cambiare della sintassi (è
diaforica).
INIZIO LEZIONE:
- ANALISI SEMANTICA: Rapporto causa effetto fra caduta e rottura, perché codifica questo rapporto.
Rapporto temporale di contemporaneità lasca tra l’andare a cavallo e la caduta e la rottura, mentre codifica
questo rapporto.
1. Lettura del testo: Chi ha scritto, perché l’ha scritta, per chi l’ha scritta, perché l’ha scritta così.
2. Combinazioni bifrasali da analizzare sui tre livelli di analisi, con connettori in grassetto per
concentrare l’analisi in quel punto.
Non è necessario che una coordinazione sia a livello semantico inferita (l’aggiunta di perciò codifica una
coordinazione) e la subordinazione sia semanticamente codificata (possono esserci diverse relazioni in
subordinazione che non sono codificate da connettori).
Il GERUNDIO può essere inferito come funzione causale (è caduto andando a cavallo), temporale di
contemporaneità (L’ha incontrata uscendo da casa), modale (è uscito sbattendo la porta) il gerundio non
codifica niente, ma lascia libere diverse inferenze. Introduce sempre frasi subordinate.
La codifica o l’inferenza dipendono non dalla struttura, ma dalle FORME. La forma del GERUNDIO ad
esempio introduce una subordinata ma è debole quindi indica qualsiasi inferenza. PERCHÉ è forte, rende
una relazione causa effetto. E è un connettore molto debole, per codificare causa effetto, la sua codifica è la
presenza dei due pezzi collegati.
Quindi a livello semantico codifica o inferenza dipendono dalla FORZA SEMANTICA RELATIVA dei
connettori impiegati.
Ad esempio, perché e perciò codificano una relazione causa effetto, nonostante uno sia un connettore
avverbiale e uno subordinante.
I GRADI DI SUBORDINAZIONE
14/10/2020
QUINTA LEZIONE:
Codifica e inferenza a livello semantico dipendono non dalla struttura sintattica ma dalla forza semantica
relativa del connettore.
INIZIO LEZIONE:
Aspetto morfosintattico:
O congiunzione coordinante anaforica
=
E congiunzione coordinante anaforica
NE…NE, E…E, O…O, SIA…SIA, SIA…CHE sono tutte coppie di congiunzioni coordinanti che creano una
STRUTTURA CORRELATIVA PARATATTICA/COORDINATA.
Esistono anche STRUTTURE CORRELATIVE IPOTATTICHE/SUBORDINATE (SE… ALLORA).
CASI PARTICOLARI: In entrambi i casi, la prima congiunzione coordinante è prima dell’elemento
coordinato, questa congiunzione coordinante in più funziona in maniera CATAFORICA (non come al
solito in maniera anaforica), questa struttura in cui due elementi sono collegati da due connettori
che collaborano insieme uno che preavverte e uno che ribadisce. Questa è una STRUTTURA
CORRELATIVA, in cui i due elementi sono legati da due connettori che collaborano uno che
funziona in maniera anaforica e l’altro cataforica. Il primo si chiama ANTICIPATORE CATAFORICO e
il secondo si chiama RIPRESA ANAFORICA. La struttura correlativa è quindi una struttura complessa
composta da un anticipatore cataforico e una ripresa anaforica. (ad esempio, O…O oppure E…E,
SIA…SIA, SIA…CHE, NE…NE ad esempio in inglese BOTH...AND, EITHER...OR, NEITHER…NOR).
Aspetto semantico-concettuale:
O codifica una DIS-GIUNZIONE tra i due elementi proposti, dà un’alternativa/scelta tra due
elementi. In questo caso, la scelta di una delle due alternative, indica l’esclusione dell’altra
alternativa, e viceversa: è una DIS-GIUNZIONE ESCLUSIVA (Mangi la pizza o la pasta). La
congiunzione O può avere anche un significato di inclusività, è quindi una DIS-GIUNZIONE
INCLUSIVA, ovvero lo scegliere uno degli elementi disgiunti non comporta l’escludere l’altro
elemento disgiunto (Lasciare il posto alle persone invalide o alle donne incinta include anche le
donne incinta disabili). Il valore inclusivo o esclusivo dipende dall’inferenza del destinatario. Quindi
il lavoro della congiunzione O è fatto parzialmente dal mittente (disgiunzione) e dal destinatario
(inclusiva o esclusiva). Quando si utilizza una struttura correlativa paratattica O…O si codifica la
disgiunzione esclusiva. Per codificare la disgiunzione inclusiva si utilizza E/O, è una sola
congiunzione coordinante.
≠
E codifica una CON-GIUNZIONE tra due elementi proposti, vengono presi in considerazione
entrambi gli elementi.
NE…NE codifica una CON-GIUNZIONE NEGATIVA, nessuno dei due elementi viene considerato.
20/10/2020
SESTA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
1. Una subordinata che occupa una POSIZIONE ALL’INTERNO DELLA SOVRAORDINATA può essere:
- Frasi subordinate OGGETTIVE: Marco mi ha detto che sua sorella sta bene. (= frase che
corrisponde al complemento oggetto del verbo)
- Frasi subordinate SOGGETIVE: È importante che indossiamo la mascherina. (= frase che
occupa la posizione del soggetto del verbo)
- Frasi subordinate INTERROGATIVE INDIRETTE: Andrea mi ha chiesto se mia sorella è
tornata a casa. (= frase che indica la domanda in modo indiretto)
2. Frase subordinata RELATIVA: Ho dato un pugno in faccia a Giorgio che non mi parla più (=frase
che dipende dal SINTAGMA NOMINALE che la regge, funziona come se fosse un aggettivo
all’interno del sintagma nominale).
3. I MARGINI sono quelle frasi subordinate che indicano una relazione di SIGNIFICATO TRA
SUBORDINATA E SOVRAORDINATA e sono diverse dalle relative, oggettive, soggettive, interrogative
indirette. Sono meno interne delle altre.
2. RELAZIONI CAUSALI:
- MOTIVO DI FARE (Stasera resto a casa poiché sono stanca) p.3-4: è necessario che ci sia un
AGENTE che possa decidere di compiere un’azione e che possa avere un motivo e una
possibilità di decidere se compiere un’azione. È un’azione più debole. C’è uno SPAZIO
DECISIONALE. La scansione cronologica vuole prima la causa e poi l’effetto, ma ci sono
anche delle eccezioni (MOTIVO DI FARE RETROSPETTIVO: il motivo di compiere l’azione è
successivo alla decisione presa).
- MOTIVO DI DIRE (Piove, poiché l’asfalto è bagnato)
21/10/2020
SETTIMA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
- MOTIVO DI FARE: Stasera resto a casa, poiché pioverà. la futura pioggia è la causa che
crea l’effetto precedente, quindi la causa è successiva all’effetto cronologicamente,
funziona in maniera retrospettiva. Il motivo non è per forza cronologicamente precedente
alla decisione di comportarsi in un determinato modo. Nel sottotipo in cui il motivo è
futuro ed è anche progettato, si può cambiare prospettiva: se l’azione strumentale è
precedente e lo scopo è successivo: “Cercano affitto perché si sposeranno/per sposarsi” si
ha una vicinanza semantica tra la relazione causale di motivo di fare di un futuro
progettato e la relazione finale.
Trucco tecnico nel distinguere i diversi tipi di causale: la parafrasi integrativa [ciò accade/succede]
corrisponde alla causa fenomenica tra la sovraordinata e la subordinata coniugata per il tempo. La
parafrasi integrativa [lo faccio] è adatta al motivo di fare coniugato per il tempo e l’agente.
- MOTIVO DI DIRE: (Piove poiché l’asfalto è bagnato) il parlante ha un motivo per dire
qualcosa (io o noi). La parafrasi integrativa [lo penso e lo dico] è adatta al motivo di dire, in
cui il protagonista è il mittente. Viene detto da dove è partito il ragionamento inferenziale
e viene detto il motivo per cui è arrivato a questo ragionamento.
10/11/2020
OTTAVA LEZIONE:
Relazioni causali:
Causa fenomenica
Motivo di fare
Motivo di dire
INIZIO LEZIONE:
- MOTIVO DI DIRE:
Funziona come una giustificazione da parte del parlante.
Giustapposizione : due frasi unite con la virgola allo scritto o con pausa potenziale all’orale.
Se fra le due frasi si può inserire una “e” si tratta di un caso di giustapposizione risolto tramite una
COORDINAZIONE ASINDETO. (esempio 44 a-b-d)
La giustapposizione si può anche risolvere tramite una SUBORDINAZIONE PER ASINDETO, dato che
possiamo inserire dei connettori subordinanti tra le diverse frasi. (esempio 45 e 45b). Si tratta di
giustapposizioni risolvibile in subordinazioni per asindeto.
Quindi il rapporto causale oltre che per subordinazione, si può realizzare anche come coordinazione,
coordinazione per asindeto e subordinazione per asindeto.
11/11/2020
NONA LEZIONE:
Motivo di dire
INIZIO LEZIONE:
Perché può essere usato per le subordinate causali (perché + indicativo) e per le subordinate finali (variante
di affinché, perché + congiuntivo). Tuttavia, servono altre precisazioni più raffinate.
Nella causa NEGATA in cui si nega la relazione di causa, in italiano standard, si utilizza perché +
CONGIUNTIVO. (esempio 50a). L’italiano informale in questo caso può accettare anche l’indicativo.
Se nella causa negata, il NON è appena prima del perché (posizione bassa) allora si utilizza il congiuntivo (si
nega il rapporto di causa), mentre se il NON è prima del verbo principale (posizione alta) dopo il perché si
usa l’indicativo (però non si nega il verbo della principale, ma continuare a negare il rapporto di causa).
In generale, il contenuto della causale rimane in sospeso (50a). Mentre ci sono due esempi estremi: nel
28-28a il contenuto della causale viene negato e nella 50b il contenuto della causale è vero.
52a la sovraordinata è in posizione tematica con contenuto given, la subordinata è in posizione rematica
con contenuto new.
Sia in 52a che in 52b, la sovraordinata è in primo piano e la subordinata è sullo sfondo.
17/11/2020
DECIMA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
PERCHE è una congiunzione subordinante anomala: non funziona in maniera cataforica, è soltanto
anaforico in strutture non marcate. In strutture marcate strutturalmente 53d o con enfatizzazione marcata
53c (tropicalizzazione o focalizzazione contrastiva), lavora anche in posizione cataforica.
SICCOME è una congiunzione subordinante anomala: non funziona in maniera anaforica, è soltanto
cataforico.
- Siccome
- Poiché
- Visto/dato che
- Dal momento che
- Attesoché
- Giacché
- Dacché
- Però che = perché
- Quando
- In quanto
- Quando (inferita)
- In quanto (inferita)
18/11/2020
UNDICESIMA LEZIONE:
congiunzioni subordinanti
INIZIO LEZIONE:
- Per dire sì, sono d’accordo. In questo caso non è un connettore. Lo si usa per rispondere a
una domanda o un’affermazione di un’altra persona.
- È un connettore avverbiale anaforico con valore causale riservato ai MOTIVI DI DIRE (Piove,
infatti l’asfalto è bagnato).
SUBORDINATE CAUSALI A MODO VERBALE NON FINITO: gerundio, participio passato e per + infinito:
Discorso sintattico: Il gerundio ha una posizione di soggetto, che può essere un soggetto ellittico o può
essere riempito. Mentre l’infinito e il participio passato non hanno strutturalmente una posizione soggetto.
Per + infinito composto codifica in generale una relazione causale (anche se ci sono delle rare eccezioni per
cui è una relazione finale).
Per + infinito semplice può inferire sia una relazione causale sia una relazione finale, a seconda dei
contenuti espressi e del contesto.
24/11/2020
DODICESIMA LEZIONE:
Infatti
Subordinate causali a modo verbale non finito: gerundio, participio passato e per + infinito
INIZIO LEZIONE:
Una relazione di questo tipo può essere anche lasciata inferire tramite una giustapposizione tra una
domanda e la relativa risposta (Hai sete? C’è dell’acqua in frigo). Può essere anche realizzata con una
paratassi (Finisci i compiti e ti porto al cinema).
Il periodo ipotetico sviluppa delle ipotesi nelle singole frasi. Il costrutto condizionale fa sì che la prima frase
ponga una condizione che crei una conseguenza nella seconda frase (costrutto condizionale).
Il verificarsi della condizione comporta il verificarsi della conseguenza (Se partiamo presto non troviamo
traffico Se p, q con p e q vere oppure p e q false). Se la condizione risulta vera e la condizione falsa
allora il periodo ipotetico non funziona. I due contenuti devono avere lo stesso valore di verità .
SOLO SE suggerisce implicitamente che se non segui la condizione non troverai mai la conseguenza (Solo se
partiamo presto non troviamo traffico solo se p, q vero/falso p e q).
Il fatto che il valore di condizione e conseguenza debbano concordare, essere entrambi veri o falsi, si
chiama valore BI-CONDIZIONALE. Questo concetto viene codificato totalmente con “solo se”, mentre con la
formula condizionale semplice “se”, se condizione e conseguenza sono false allora viene solo inferito.
PRIMO TIPO/DELLA REALTÀ/CASUS REALIS prevede il modo indicativo presente o futuro sia nella protasi
che nella apodosi. Può esserci anche futuro semplice nella protasi e futuro anteriore nella apodosi. Si può
inserire anche un passato prossimo in entrambe le frasi. La concordanza temporale può essere sfasata fra le
due frasi.
Un periodo ipotetico del primo tipo preferibilmente con tempi passati, usato per presentare contenuti reali
e non ipotizzati, viene chiamato BI-AFFERMATIVO. Il costrutto bi-affermativo può essere inferito come una
RELAZIONE CAUSALE (Se hai sostenuto quella posizione hai avuto torto).
25/11/2020
TREDICESIMA LEZIONE:
Relazioni ipotetiche-condizionali
Se + protasi, apodosi.
Valore bi-condizionale
Costrutto bi-affermativo
INIZIO LEZIONE:
Un costrutto bi-affermativo rimane un periodo ipotetico dal punto di vista sintattico e dal punto di vista
concettuale dà la possibilità di inferire altri tipi di relazioni (relazione causale, temporale, contrasto spazio-
temporale).
Il SECONDO TIPO/POSSIBILITÀ/CASUS POSSIBILIS utilizza il modo congiuntivo con il tempo imperfetto nella
subordinata e l’indicativo condizionale nella sovraordinata.
Nella CONCORDANZA MISTA REALE vengono messi insieme diversi tipi di periodo ipotetico.
La CONCORDANZA OBLIQUA, INDIRETTA, OPACA è obbligata da un discorso diretto a uno indiretto. Questo
tipo di concordanza non permette di intuire cosa il soggetto ha davvero detto e quale tipo di periodo
ipotetico sia, perché la resa del discorso indiretto è identica sia che il discorso diretto fosse di 1, 2 o 3 tipo.
Formalmente viene creato un periodo ipotetico del terzo tipo nel discorso indiretto (congiuntivo trapassato
e condizionale composto).
I BI-NEGATIVI sono periodi ipotetici del primo tipo usati per presentare dei contenuti falsi e irreali, in
contrasto con i bi-affermativi. Sono formule sarcastiche. Nella tradizione britannica sono detti Dutchman
sentence perché la frase più comune in Inghilterra è “If you’re a policeman I’m a Dutchman”.
Non sempre la concordanza del 3 tipo comporta l’irrealtà delle proposizioni espresse. Un contenuto può
essere presentato come reale e l’altro come irreale oppure possono essere presentati come possibilità.
01/12/2020
QUATTORDICESIMA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
COSTRUTTI CONCESSIVO-AVVERSATIVI
Tra la pioggia e l’uscita senza ombrello c’è una relazione di CAUSA FRUSTATA, la pioggia sarebbe un motivo
ragionevole per uscire con l’ombrello, ma in questo caso la pioggia non ha innescato la sua normale
conseguenza di uscire con l’ombrello. Quindi è una relazione causale che non ha sorbito il suo effetto,
creando un contrasto. È una relazione concessivo-avversativa/di contrasto.
Il contenuto della subordinata o la prima coordinata è detta apodosi, mentre la sovraordinata o la seconda
coordinata sono la apodosi.
I COSTRUTTI SOSTITUTIVI eliminano un elemento tramite una negazione esplicita nella frase precedente
(negazione polemica) e lo sostituiscono con un altro elemento tramite il connettore “bensì” o “ma”:
Secondo me Gianni non è bello, ma/bensì decisamente brutto. (negazione con posizione alta)
* Secondo me Gianni è non bello, ma/bensì decisamente brutto. (negazione con posizione bassa)
Però ha valore avversativo quindi non si può usare in un costrutto sostitutivo, mentre “ma” è sia sostitutivo
sia avversativo.
02/12/2020
QUINDICESIMA LEZIONE:
Costrutti sostitutivi
INIZIO LEZIONE:
CERTO è un connettore avverbiale che si trova nella prima frase quindi ha carattere cataforico. Codifica la
relazione di contrasto.
CONNETTORE DEL QUARTO TIPO : esempio “è vero che”.
07/12/2020
SEDICESIMA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
CONNETTORE DEL QUARTO TIPO: è una frase incompleta che introduce una completiva e svolge il ruolo di
connettore che indica il contrasto. Raccoglie tutti quegli elementi che non rientrano negli altri tre tipi di
connettori.
Esempio: Sarà vero, ma non ci conterei troppo. (è un futuro dubitativo-concessivo futuro con valore
modale per segnalare un allontanamento dal contenuto enunciato, ha il valore di anticipatore cataforico
che indica un contrasto)
Ugualmente, lo stesso e comunque sono tipicamente connettori avverbiali anaforici, ma sono atipici
perché possono anche avere funzione cataforica (31a). Quindi sono connettori avverbiali diaforici.
Nell’ipotassi l’elemento principale si trova nella sovraordinata in primo piano, mentre nella paratassi
l’elemento principale si trova nella parte rematica.
Subordinate concessive RESTRITTIVE: struttura ipotattica con la subordinata in seconda posizione staccata
dalla sovraordinata tramite la prosodia per darle una particolare posizione in primo piano, diversamente
dal solito. Quindi sia la sovraordinata che la subordinata sono entrambe in primo piano. In generale, ci si
riferisce a questo fenomeno come frasi INSUBORDINATE.
09/12/2020
DICIASSETTESIMA LEZIONE:
80 % dei casi la subordinata è posta prima della sovraordinata nei costrutti ipotetici il motivo è che
prima viene posta la condizione poi la conseguenza, è la maniera più spontanea di esprimersi.
80 % dei casi la sovraordinata è posta prima della subordinata nei costrutti finali viene posto prima
l’azione e poi lo scopo dell’azione. Nella restante parte dei casi (20%), il cotesto precedente esprime l’esistenza
di un problema, la subordinata preposta esplicita il problema e nella sovraordinata si prova a risolvere il
problema, ma anche in questo caso si esprime una preferenza iconistica in cui viene posto prima il problema e
poi la soluzione.
C’è una componente di preferenza espressiva ICONICA del mittente in ipotassi, al contrario della paratassi in
cui l’intuizione iconica è inferita dal destinatario.
Nella zona rematica se è sufficientemente articolata, la parte finale ha il maggior valore informativo (FUOCO
come culmine del rema).
Hopper ha scoperto che le natural narratives sono molto sintetiche e sono composte da eventi fondamentali
uniti tramite paratassi o giustapposizione presentati in ordine cronologico. Possono essere però anche
accompagnati da situazioni meno rilevanti tramite ipotassi, non per forza in ordine iconico.
15/12/2020
DICIOTTESIMA LEZIONE:
Fuoco
INIZIO LEZIONE:
In 13 e 14 c’è una differenza linguistica formale tra i contenuti in primo piano e sullo sfondo: nello sfondo il
tempo del verbo è all’IMPERFETTO (forma imperfettiva), mentre in primo piano c’è il PASSATO REMOTO (forma
perfettiva). In generale, una forma aspettuale imperfettiva dà una caratteristica di sfondo e una forma
aspettualmente perfettiva (forme composte) dà una caratteristica di primo piano.
Esempi:
- Stavo facendo tranquillamente la mia solita colazione (sovraordinata, primo piano +, tema -,
given, forma verbale aspettualmente imperfettiva -) quando all’improvviso squillò il telefono
(subordinata, sfondo -, rema +, new, forma verbale aspettualmente perfettiva +).
- Stefano, Francesco e Simone stavano avanzando ancora pieni di stupore, quando d’improvviso
si accorsero che qualcosa sfiorava le loro teste.
Il telefono che squilla o qualcosa che gli sfiora la testa sono i contenuti più rilevanti del periodo, perché la
seconda frase ha una forma verbale aspettualmente perfettiva. Sono due frasi INSUBORDINATE perché abbiamo
dato una componente di primo piano a una frase sullo sfondo per la sua forma perfettiva, così come l’altra frase
in primo piano è anche sullo sfondo per la forma imperfettiva del verbo. Questo tipo di frase si chiama
TEMPORALE INVERSA, ovvero una frase insubordinata temporale.
16/12/2020
DICIANNOVESIMA LEZIONE:
INIZIO LEZIONE:
1. Idea generale del testo: leggere il testo cercando di capire chi l’ha scritto, per chi, perché e perché l’ha
scritto così
2. Analisi del pezzo :
1. “Tale prospettiva rappresenta un modo particolare di guardare al comportamento degli esseri
umani come produttori e fruitori. L’economia dell’arte non si limita però ad analizzare il mercato”:
- Livello semantico-concettuale: relazione concessivo-avversativa/di contrasto/di causa frustrata
codificata.
- Livello morfo-sintattico: “Però” è un connettore avverbiale anaforico. Giustapposizione
risolvibile in coordinazione per asindeto/paratassi asindetica.
- Livello pragmatico-funzionale: (essendo una coordinazione non bisogna parlare di
sfondo/primo piano)
La prima coordinata è tematica (con un contenuto given legato al cotesto precedente) e la
seconda coordinata è rematica (con un contenuto new legato al cotesto successivo).
3. “Pubblico che pur conoscendo bene i problemi del patrimonio artistico è scarsamente avvezzo a
ragionare anche in una prospettiva economica”
- Livello semantico-concettuale: relazione concessivo-avversativa codificata.
- Livello morfo-sintattico: struttura ipotattica. “Pur” è una congiunzione subordinante diaforica
qui cataforica.
- Livello pragmatico-funzionale: la subordinata è in posizione tematica ma new e la
sovraordinata è in posizione rematica. La sovraordinata è in primo piano e la subordinata è
sullo sfondo.
4. In generale:
- Livello semantico-concettuale: tipologia di relazione, codificata o inferita.
- Livello morfo-sintattico: tipologia di struttura sintattica, tipologia di connettore e direzione
(diaforico qui anaforico/cataforico, anaforico, cataforico).
- Livello pragmatico-funzionale: tema e rema, sfondo e primo piano (solo se non è una struttura
coordinante).
Subordinata rematica posta dopo (o subordinate isolate senza sovraordinata) potrebbe esserci una struttura
insubordinata.
12/01/2021
ULTIMA LEZIONE:
1. “Tale prospettiva rappresenta…. Perciò il volume non è destinato agli economisti o soltanto a loro...”
2. "[...] il volume NON è destinato agli economisti [...]: vuole soprattutto [...].
3. “Nada sta pensando… che non sia solo una sequenza di canzoni ma uno spettacolo vero e proprio”
4. “Non c’è che da rallegrarsene. Anche perché la canzone… è nata proprio a teatro.”